Hymir
Nella mitologia norrena, Hymir (norreno ˈhymez̠) è un jötunn, marito di Hroðr, che secondo l'Edda poetica è il padre di Týr. Possiede un enorme calderone in cui gli Æsir desideravano fermentare la birra, ma soltanto Thor e Týr riuscirono ad ottenerlo.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]L'etimologia in norreno è incerta.[1] Forse correlata al norvegese humen ('zoppicante, stanco') o humre ('nitrito') al pari dell'alto-tedesco medio hummen 'hum').[2] Andy Orchard ha proposto la traduzione come "rampicante" " "maniaco".[3]
Hymir è spesso utilizzato kennings come una variante di jötnarr.[1]
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]Hymiskviða
[modifica | modifica wikitesto]Il poema Hymiskviða racconta come Thor riuscì a ottenere il calderone per una festa degli Ægir. Il suo teschio era inusualmente duro e Thor ruppe una coppa lanciandola sulla testa di Hymir. Quest'ultimo viene descritto come un jötunn e padre del Týr. Studiosi come John Lindow notano che questo sarebbe una situazione singolare nella mitologia norrena, accomunata solo da Loki che per padre aveva lo jötunn Fárbauti; tuttavia Snorri Sturluson attesta nel Gylfaginning che Loki era solo enumerato tra gli Ægir, senza esserne realmente parte.[4]
l'Hymiskviða riporta anche della pesca del serpente Jörmungandr da parte di Thor.[5] Thor si reca a pesca assieme a Hymir, utilizzando come esca la testa del miglior toro di Hymir e a un certo punto abbocca Jörmungandr, che successivamente riesce a liberarsi.[6]
Gylfaginning
[modifica | modifica wikitesto]Il Gylfaginning, parte della Edda in prosa, fornisce ulteriori dettagli riguardo al tentativo di pesca del Jörmungandr e del dialogo tra Hymir e Thor, precisando anche che i piedi di quest'ultimo passarono attraverso il fondo della barca.[7]
Rappresentazioni
[modifica | modifica wikitesto]L'incontro tra Thor e il Jörmungandr appare come uno dei motivi più popolari nell'arte norrena: tre steli/pietre runiche ne riportano la rappresentazione con Hymir, la VIII e più grande tra le Pietre di Ardre, la pietra di Hørdum, (Thisted) e la croce di Gosforth (Cumbria).[8] Anche una lastra di pietra, che potrebbe essere una porzione di una seconde croce a Gosforth, mostra una scena di pesca utilizzando una testa di bue come esca.[9] Tale motivo appare anche nella pietra runica di Altuna, ma senza mostrare Hymir, forse a causa dello spazio ridotto.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Lindow 2001, p. 190.
- ^ de Vries 1962, p.275.
- ^ Orchard 1997, p.192.
- ^ Lindow 2001, pp.190, 208.
- ^ Davidson 1993, pp. 50–53.
- ^ Bellows 1936, pp. 144–147.
- ^ Brodeur 1916, pp.69–70.
- ^ Sørensen 2002, pp. 122-123, 127-128.
- ^ Fee 2001, p. 36.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- Hymiskviða, traduzione di Henry Adam Bellows, 1936, pp. 144–147.
- Snorri Sturluson, Gylfaginning, traduzione di Arthur Gilchrist Brodeur, The American-Scandinavian Foundation, 1916, pp. 69–70.
- Fonti moderne
- Jan de Vries, Altnordisches Etymologisches Worterbuch, 1977ª ed., Brill, 1962, ISBN 978-90-04-05436-3.
- (EN) John Lindow, Norse Mythology: A Guide to Gods, Heroes, Rituals, and Beliefs, Oxford University Press, 2001, ISBN 978-0-19-983969-8.
- Hilda Ellis Davidson, The Lost Beliefs of Northern Europe, Routledge, 1993, pp. 50–53, ISBN 0-203-40850-0.
- Andy Orchard, Dictionary of Norse Myth and Legend, Cassell, 1997, ISBN 978-0-304-34520-5.
- Preben M. Sørensen, Þorr's Fishing Expedition (Hymiskviða), in Acker e Carolyne Larrington (a cura di), The Poetic Edda: Essays on Old Norse Mythology, Williams, Kirsten (trans.), Routledge, 2002, pp. 122-123, 127-128, ISBN 0-8153-1660-7.
- Christopher R. Fee e David A. Leeming, Gods, Heroes, & Kings: The Battle for Mythic Britain, Oxford University Press, 2001, pp. 36, ISBN 0-19-513479-6.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Hymir
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Hymir, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.