Igor Dodon

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Igor Dodon

Presidente della Moldavia
Durata mandato23 dicembre 2016 –
24 dicembre 2020
Capo del governoPavel Filip
Maia Sandu
Ion Chicu
PredecessoreNicolae Timofti
SuccessoreMaia Sandu

Vice-primo ministro della Moldavia
Durata mandato31 marzo 2008 –
14 settembre 2009
Capo del governoVladimir Voronin
Mihai Ghimpu
(ad interim)
PredecessoreZinaida Greceanîi
SuccessoreZinaida Greceanîi

Ministro dell'economia e del commercio della Moldavia
Durata mandato18 settembre 2006 –
14 settembre 2009
Capo del governoVasile Tarlev
Zinaida Greceanîi
PredecessoreValeriu Lazăr
SuccessoreValeriu Lazăr

Leader del Partito dei Socialisti della Repubblica di Moldavia
Durata mandato30 dicembre 2020 –
18 dicembre 2021
PredecessoreZinaida Greceanîi
SuccessoreVlad Batrîncea
(come Segretario esecutivo)

Durata mandato18 dicembre 2011 –
18 dicembre 2016
PredecessoreVeronica Abramciuc

SuccessoreZinaida Greceanîi

Segretario esecutivo del Partito dei Socialisti della Repubblica di Moldavia
In carica
Inizio mandato10 aprile 2023
PredecessoreVlad Batrîncea

Dati generali
Partito politicoPartito dei Comunisti della Repubblica di Moldavia
(2010-2011)

Partito dei Socialisti della Repubblica di Moldavia
(2011-2016; dal 2020)

Indipendente
(2016-2020)
Titolo di studiodoktor nauk in economia
UniversitàUniversità statale agraria di Moldavia
Accademia di studi economici di Moldavia
Istituto internazionale di gestione IMI-NOVA

Igor Dodon (Sadova, 18 febbraio 1975) è un politico moldavo, Presidente della Repubblica di Moldavia dal 23 dicembre 2016 al 24 dicembre 2020.

Deputato in Parlamento dal 2009, è stato leader del Partito Socialista Moldavo. Ha ricoperto la carica ministro di commercio ed economia dal settembre 2006 al settembre 2009 e di vice-primo ministro dal 2008 al 2009. È un filo-russo dichiarato.[1][2][3]

Si è laureato in economia all'università agraria di stato della Moldavia. È stato vice-primo ministro nel governo di Zinaida Greceani. Inizialmente militante tra le file del Partito Dei Comunisti di Moldavia, ha poi fatto parte del Partito Socialista di Moldavia ed infine indipendente dal 2016.

Ha 3 figli maschi; la sua lingua madre è il rumeno; parla inoltre russo, francese ed inglese.

Nell'ottobre 2016, in seguito all'occupazione militare della penisola di Crimea da parte della Russia, ha affermato che la Crimea "è un territorio della Federazione Russa".[4][5] Nel gennaio 2017 ha però dichiarato che la Moldavia non riconoscerà ufficialmente la Crimea come russa, sottolineando che "bisogna creare amicizia con l'Ucraina, bisogna risolvere il problema della Transnistria." A tal proposito lo stesso mese si è incontrato con Vadim Krasnosel'skij, presidente della repubblica separatista; quello fu il primo incontro tra leader dei due paesi in 8 anni.

Il 23 dicembre 2016 ha vinto le elezioni presidenziali, sconfiggendo la candidata rivale Maia Sandu ed è stato eletto Presidente della Moldavia. Tre giorni dopo ha fatto rimuovere la bandiera dell'Unione Europea dal palazzo presidenziale. Ha proposto di indire un referendum per l'annullamento dell'accordo commerciale siglato a Bruxelles nel 2014 dalla Moldavia con l'Unione Europea, suo primo partner economico, per aderire all'Unione economica euroasiatica voluta dalla Russia.[6]

Dopo essere entrato nell'incarico si è rifiutato di nominare come Ministro della Difesa Eugen Sturza, indicato per quel ruolo dal Presidente del Consiglio dei Ministri, in quanto favorevole di una cooperazione con la NATO.[7] Il rifiuto ha determinato la necessità per il Governo di adire la Corte Costituzionale, che il 17 ottobre 2017, ha dichiarato contrario alla costituzione il comportamento di Dodon, statuendo che il Presidente della Repubblica di Moldova non può porre il veto sulla proposta dal Primo Ministro.[8][9]

Le sue prime visite internazionali sono state a Mosca e Bruxelles. Il primo capo di stato straniero a visitare Dodon è stato il Presidente bielorusso Aljaksandr Lukašėnka.

Il 5 maggio 2018, Dodon ha annunciato una campagna per portare una legislazione in parlamento che trasformi la Moldavia da una repubblica parlamentare ad una repubblica presidenziale.

Lo stesso mese ha rilasciato dichiarazione omofobe ed ha pubblicamente criticato la comunità LGBTI, descrivendo la marcia del Pride come contraria ai “valori tradizionali” del paese e ha preso parte a una manifestazione parallela dal titolo “Festival della famiglia tradizionale”.[10]

Nel settembre del 2018 è stato vittima di un incidente stradale, senza gravi conseguenze.

Nel dicembre del 2018, in seguito alla sua visita di stato in Israele, ha detto che sta considerando di trasferire l'ambasciata moldava da Tel Aviv a Gerusalemme.

Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella accoglie al Quirinale il Presidente della Repubblica di Moldavia Igor Dodon
  1. ^ Bulgaria e Moldova eleggono dei leader vicini al Cremlino, su Internazionale, 15 novembre 2016. URL consultato il 27 febbraio 2019.
  2. ^ (EN) Pro-Moscow candidate wins in Moldova, 14 novembre 2016. URL consultato il 27 febbraio 2019.
  3. ^ La Moldavia è sempre un posto interessante, Il Post.it, 18 novembre 2017.
  4. ^ Dodon: Crimeea este teritoriu al Federației Ruse, su timpul.md.
  5. ^ Moldovan presidential race leader says Crimea "Russian", su unian.info, UNIAN.
  6. ^ Elezioni Presidenziali: Maia Sandu e Igor Dodon al ballottaggio, Gazzettaitalomoldova.md, 7 novembre 2016.
  7. ^ (EN) The dismal politics of one of Europe’s smallest nations, Economist.com, 7 novembre 2017.
  8. ^ Eugen Sturza nominato Ministro della Difesa della Moldova, Gazzettaitalomoldova.md, 25 ottobre 2017.
  9. ^ Moldavia: scontro istituzionale su nomina ministro, Ansa.it, 18 ottobre 2017.
  10. ^ Moldova: le violazioni dei diritti umani accertate nel Rapporto Amnesty, su Amnesty International Italia. URL consultato il 27 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2019).; Amnesty International, Amnesty International Report 2017/18 - Moldova, 22 February 2018, [accesso 27 febbraio 2019].

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Collegamenti esterni

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Predecessore Presidente della Repubblica Moldava Successore
Nicolae Timofti 23 dicembre 2016 - 24 dicembre 2020 Maia Sandu
Controllo di autoritàVIAF (EN315984435 · ISNI (EN0000 0004 4966 5089 · LCCN (ENn2015030370 · GND (DE1193925428