Inosservabile
Un inosservabile (chiamato anche impalpabile) è un'entità la cui esistenza, natura, proprietà, qualità o relazioni non sono direttamente osservabili dagli esseri umani. In filosofia della scienza, tipici esempi di "inosservabili" sono la forza di gravità, la causa, la credenza o le motivazioni. Tuttavia alcuni filosofi (ad esempio George Berkeley) identificano tutti gli oggetti – alberi, tavoli, menti altrui, cose microbiologiche e così via per tutto ciò che gli esseri umani definiscono cose che causano la loro percezione – come inosservabili. Ne deriva che l'inosservabile è per "connessione".[1]
L'inosservabile è un riferimento simile alla distinzione operata da Immanuel Kant tra il noumeno (la "cosa in sé", ossia le cose prime nel loro stato necessariamente inconoscibile[2], prima che esse passino attraverso l'apparato formalizzante dei sensi e della mente per diventare oggetti percepiti) e il fenomeno (l'oggetto percepito). Secondo Kant, l'uomo non può conoscere il noumeno; tutto ciò che egli può conoscere è il fenomeno. La distinzione di Kant è simile a quella operata da John Locke tra qualità primarie e qualità secondarie. le qualità secondarie sono ciò che gli uomini percepiscono, come ad esempio il rossore, il cinguettio, il calore, la muffa o la dolcezza, mentre le qualità primarie sarebbero ciò che effettivamente dà origine alle qualità secondarie da noi percepite.
Le questioni epistemologiche e di natura ontologica relative agli inosservabili sono l'argomento principale della filosofia della scienza. L'idea che un determinato inosservabile esista si ricollega al realismo scientifico ed è in contrasto con lo strumentalismo, ossia l'idea che gli inosservabili, ad esempio gli atomi, sono modelli utili ma non necessariamente esistenti.
Metcalf[3] distingue tre tipi di inosservabili. Il primo è il logicamente inosservabile, che implica una contraddizione. Un esempio potrebbe essere una lunghezza che è sia più lunga sia più breve di una data lunghezza. Il secondo è il praticamente inosservabile, ossia ciò che possiamo concepire osservabile dalle nostre capacità sensoriali conosciute, ma che ci è impedito di osservare a causa di difficoltà pratiche. Il terzo è il fisicamente inosservabile, ossia ciò che non è mai osservabile dalle facoltà sensoriali dell'uomo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Simone Carleo, La filosofia dell'identità, pg 104. Rivista di filosofia scientifica. 1887 https://books.google.it/books/content?id=mNcZUQLE8goC&hl=it&pg=PA104&img=1&zoom=3&bul=1&sig=ACfU3U3mSTuHiNAelaVW8-HDEHrl5_KEIQ&w=1025
- ^ (EN) Stephen Palmquist, The Radical Unknowability of Kant's 'Thing in Itself, in Cogito, vol. 3, n. 2, marzo 1985, pp. 101-115. ristampato come Appendice V di Kant's System of Perspectives, University Press of America, 1993
- ^ (EN) W. V Metcalf, The Reality of the Unobservable, in Philosophy of Science, vol. 7, n. 3, pp. 337-341.