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Israel Beitenu

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Israel Beitenu
ישראל ביתנו
LeaderAvigdor Lieberman
StatoIsraele (bandiera) Israele
SedeGerusalemme
Fondazione1999
IdeologiaNazionalismo,[1]
Sionismo revisionista,[2]
Secolarismo,[3][4]
Liberismo[5][6]
Interessi degli ebrei russi[7]
Conservatorismo nazionale,
Populismo di destra,
Piano Lieberman
CollocazioneDestra[8]
CoalizioneUnione Nazionale (2000-2006)
Coalizione con Kadima e Partito Laburista Israeliano (2006-2009)
Likud Beytenu (federazione con il Likud) in alleanza con Yesh Atid, HaTnuah e La Casa Ebraica (2009-2014)
Seggi Knesset
6 / 120
Sito webwww.beytenu.org

Israel Beitenu (in ebraico ישראל ביתנו, Yisra'el Beiteinu, letteralmente "Israele, casa nostra") è un partito politico israeliano, appartenente all'area della destra nazionalista, sionista[9] e laica, con un marcato anticlericalismo e contro il sionismo religioso e le altre correnti religiose ultraortodosse antisioniste come gli haredim, maggiore di altri partiti di centrodestra, oltre a presentare un antislamismo più marcato.

Il partito, che rappresenta soprattutto gli emigrati dell'ex blocco orientale, ritiene necessaria la fedeltà allo Stato da parte di tutti cittadini e propugna una linea dura nei confronti del terrorismo palestinese.

Israel Beitenu, nelle elezioni parlamentari in Israele del 2006, ha ottenuto 11 seggi nella Knesset, uno dei quali è andato a un arabo druso, Hamad Amar.[10] Rimasta fuori dal governo formato nel maggio 2006, ci è entrata nell'ottobre dello stesso anno, con l'appoggio del Primo ministro Ehud Olmert, nonostante le flebili obiezioni del Partito Laburista Israeliano.

Alle elezioni del 2009 è stato il terzo maggior partito israeliano, conquistando 15 seggi;[11] rimane quindi al governo, insieme al Likud del Primo ministro Benjamin Netanyahu, e Lieberman è stato fino al dicembre 2012 ministro degli Esteri, incarico dal quale si è dimesso a causa del suo coinvolgimento in un'inchiesta di carattere penale.

Alle elezioni del 2013 si è federato con il primo partito, il Likud, formando la lista unitaria Likud Beitenu.

Nel novembre 2013 il leader del partito, Avigdor Lieberman dopo essere stato assolto dalla corte giudiziaria di Gerusalemme, per accusa di frode e riciclaggio per cui era imputato nel dicembre scorso è tornato in politica, riprendendo il ruolo di Ministro degli Esteri.

Il partito è poi tornato ad allearsi, oltre che con il Likud, con cui è federato, e i centristi, anche con il partito sionista religioso La Casa Ebraica, pur essendoci una forte differenza di vedute su alcune questioni interne, come l'esenzione dal servizio militare per gli ebrei ultraortodossi.[senza fonte]

Alcune divergenze sul conflitto Israele-Gaza del 2014, con il premier Netanyahu, hanno fatto prospettare, da parte di Lieberman (che chiedeva un'azione definitiva e forte contro i fondamentalisti islamici di Hamas, il partito palestinese che governa la Striscia di Gaza), una possibile rottura del patto federativo con il Likud, anche se il Beitenu rimane membro del governo a tutti gli effetti.

Uno dei suoi fondatori è Avigdor Lieberman, politico di origine sovietica-moldava considerato talvolta estremista dai suoi avversari; già membro del Likud, noto per il suo piano di ritiro dalla Linea Verde, in modo tale che aree come il "Triangolo" (Meshulash in ebraico o Sharon orientale) e il Wadi 'Ara – ceduto dalla Giordania a Israele in seguito agli accordi successivi all'armistizio del 1949 – passino sotto il controllo arabo palestinese, di modo che circa un terzo degli arabi israeliani divengano cittadini palestinesi con uno scambio di territori (piano Lieberman).

Avigdor Lieberman è accusato dagli avversari di essere sostenitore di una sorta di "pulizia etnica" dei cittadini israeliani di etnia araba, anche se in realtà vorrebbe che tale trasferimento fosse volontario. Secondo Beitenu , gli arabo-israeliani dovrebbero perciò essere incoraggiati, con aiuti economici, a riunirsi all'Autorità Nazionale Palestinese, e quindi ai palestinesi stessi.

È stato tacciato di razzismo, per aver sostenuto una proposta di legge contro i matrimoni di israeliani con palestinesi, perché, secondo la visione nazionalista, sarebbe uno strumento usato per aumentare la componente arabo-israeliana e mettere in minoranza gli ebrei: vanificando (secondo gli estremisti) uno degli assunti del Sionismo che vuole che lo Stato ebraico abbia una chiara maggioranza numerica di cittadini israeliti.

Lieberman sostiene attualmente la soluzione dei due stati, per risolvere il conflitto israelo-palestinese, ma vorrebbe che Israele fosse completamente ebraico, mentre lo Stato di Palestina - costituito su Cisgiordania e Striscia di Gaza, ma senza Gerusalemme est e senza smantellare la maggioranza degli insediamenti israeliani - dovrebbe accogliere tutti gli arabi che vivono in Israele, dopo che tutti i partiti politici palestinesi abbiano riconosciuto ufficialmente l'esistenza di Israele.

In alternativa appoggia la soluzione a uno stato uninazionale con l'opzione giordana, cioè il trasferimento dei palestinesi in Giordania, riconosciuto loro Stato, con la cessione di alcuni territori cisgiordani al regno hascemita, nell'ambito del cosiddetto Piano Lieberman.

Il partito è noto anche per il suo favore nei confronti dei Drusi, popolazione araba che accetta Israele e che serve nelle Forze di Difesa Israeliane. La religione drusa è considerata un'eresia dell'Islam, dalla maggior parte dei musulmani.

Risultati elettorali

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Elezioni Voti % Seggi +/-
1999 86.153 2.60
4 / 120
-
2003 Νella lista Unione Nazionale
3 / 120
Diminuzione1
2006 281.880 8.99
11 / 120
Aumento8
2009 394.577 11.70
15 / 120
Aumento4
2013 Νella lista Likud Beitenu
11 / 120
Diminuzione4
2015 214.906 5.11
6 / 120
Diminuzione7
Aprile 2019 173.004 4.01
5 / 120
Diminuzione1
Settembre 2019 310.154 6.99
8 / 120
Aumento3
2020 263.365 5.74
7 / 120
Diminuzione1
2021 248.370 5.63
7 / 120
Stabile
2022 213.655 4.49
6 / 120
Diminuzione1
  1. ^ A nationalist list, made up of new immigrants and old-timers and headed by MK Avigdor Lieberman, that ran in the elections for the Fifteenth Knesset, in Knesset.gov.il. URL consultato il 25 aprile 2010.
  2. ^ http://www.yisraelbeytenu.com/#bringing Archiviato l'8 novembre 2006 in Internet Archive.
  3. ^ Lenience within the Halakha (religious law), in Beytenu.org. URL consultato il 25 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2009).
  4. ^ Regarding religious issues in Israel, the party does not call for the separation of religion and state., in Jewishvirtuallibrary.org. URL consultato il 25 aprile 2010.
  5. ^ http://www.yisraelbeytenu.com/#raising Archiviato l'8 novembre 2006 in Internet Archive.
  6. ^ Yisrael Beiteinu supports the advancement of free-market economic policies, su jewishvirtuallibrary.org. URL consultato il 25 aprile 2010.
  7. ^ Israel: Background and Relations with the United States (PDF), su fas.org. URL consultato il 25 aprile 2010.,
  8. ^ Vladimir (Ze'ev) Khanin, Israel's "Russian" Parties, in Robert O. Freedman (a cura di), Contemporary Israel: Domestic Politics, Foreign Policy and Security Challenges, Westview Press, 2008, p. 165, ISBN 978-0-8133-4385-3.
  9. ^ Ministro de Netanyahu pede votos para "qualquer partido sionista" - Notícias - R7 Internacional
  10. ^ I Drusi, piuttosto che trovarsi in balia di musulmani, preferiscono di gran lunga dipendere dagli israeliti, così come in Libano non hanno alcuna obiezione a essere governati dai cristiani che, d'altronde, riconoscono loro un posto di rilievo nell'amministrazione dello Stato, visto che ai Drusi il Patto Nazionale del 1943 riconosce il diritto di nomina del Capo di Stato Maggiore delle forze armate.
  11. ^ titolo=Final election results: Kadima 28 seats, Likud 27, Yisrael Beiteinu 15 Articolo di Haaretz

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN124863877 · J9U (ENHE987007302463705171
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