Location via proxy:   [ UP ]  
[Report a bug]   [Manage cookies]                
Vai al contenuto

Jim Carter

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Jim Carter a Stoccolma nel 2013

Jim Carter, nato James Edward Carter (Harrogate, 19 agosto 1948) è un attore britannico [1].

Tra i meriti cinematografici di Carter sono inclusi i film Top Secret! (1984), Un mese in campagna (1987), A Dangerous Man: Lawrence After Arabia (1994), La pazzia di Re Giorgio (1994), Riccardo III (1995), Grazie, signora Thatcher (1996), Shakespeare in Love (1998), Il mio amico vampiro (2000), Ella Enchanted - Il magico mondo di Ella (2004) e il ruolo del Detective Victor Getz in Il re dei ladri (2006). Interpreta John Faa nel film La bussola d'oro (2007), il primo film nell'adattamento della trilogia Queste oscure materie, ma è anche il protagonista in House of 9 (2005) nel ruolo dell'osservatore (The Watcher) e interpreta il boia in Alice in Wonderland (2010) di Tim Burton.

Tra i meriti televisivi sono inclusi, invece, Lipstick on Your Collar (1993), Cracker (1994), The Way We Live Now (2001), The Singing Detective (1986), Arabian nights (2000), The Chest (1997), Red Riding (2009), A Very British Coup (1988), Hornblower (2003) nell'episodio Duty (L'arte del comando) e L'ispettore Barnaby (2004) nell'episodio Il re pescatore, nel ruolo di Nathan Green. Ha anche interpretato il Capitano Brown nelle prime cinque puntate della prima stagione della serie televisiva della BBC Cranford (2007) e il Sindaco Waldo nella miniserie televisiva anglo-americana Dinotopia (2002). Il suo ruolo più conosciuto ed amato è nella serie televisiva anglo-americana di Downton Abbey (2010-2015), nella quale interpreta il maggiordomo Carson, il personaggio che ha fatto guadagnare a Jim Carter quattro candidature al Primetime Emmy Award for Outstanding Supporting Actor in a Drama Series (Primetime Emmy Award al miglior attore non protagonista in una serie drammatica) (2012-2015).

Carter è nato a Harrogate, West Riding of Yorkshire,[2] in Inghilterra. Suo padre, James Earl Carter, Sr., lavorava per la Air Ministry e sua madre era, inizialmente, una land girl e, successivamente, una segretaria scolastica;[3] suo padre morì quando aveva 5 anni per un cancro al pancreas. Carter ha frequentato la Ashville College, Harrogate, dove è diventato il rappresentante degli studenti al suo ultimo anno, e la University of Sussex dove ha studiato legge ed è divenuto mentore della nascente Drama Society, interpretando un ruolo da protagonista in Serjeant Musgrave's Dance, la prima opera studentesca al, recentemente costruito, Gardner Arts Centre Theatre. Lasciò l'università dopo due anni per entrare a far parte di un gruppo di fringe theatre a Brighton.[1][3]

Ha iniziato a recitare in modo professionale agli inizi degli anni '70.[4] Quando gli chiesero: "Se non fossi diventato un attore, cosa avresti fatto professionalmente?" lui rispose: "Non avrei continuato con legge. Avrei davvero lasciato legge per inglese, avrei perfino cambiato corso. Ma quando l'offerta mi è stata proposta da questo gruppo di fringe theatre, i Brighton Combination, di lasciare l'università e unirmi assieme a loro per cinque sterline a settimana, era come una porta che si apriva e non c'è stato un attimo di esitazione. Ho camminato attraverso quella porta senza mai guardare indietro. Non ho mai guadagnato un penny facendo nient'altro se non l'attore. Non ho mai avuto un altro lavoro".[5]

Il suo primo lavoro retribuito per cinque sterline a settimana, compreso vitto e alloggio, è stato in un'opera teatrale chiamata Gum and Goo di Howard Brenton per i Brighton Combination.[6] L'opera teatrale di Howard Brenton è stata messa in scena la prima volta dai Brighton Combination (a Brighton) nel 1969.

È apparso nell'opera teatrale Winter Daddykins di Howard Brenton nel luglio 1968 per i Brighton Combination. L'opera era diretta da Barry Edwards e Carter si è esibito con Fiona Baker e Lily Sue Todd.[7]

Nel 1970 si è esibito nello show Come Together al Royal Court Theatre di Londra con i Brighton Combination e i Ken Campbell Roadshow insieme ad altre personalità teatrali e gruppi.[8] Il Come Together Festival del Royal Court era sulla pagina di copertina della rivista Play and Players del dicembre 1970. Scene di questo festival sono anche in primo piano all'interno della rivista.[9] Il Come Together Festival è stato inaugurato al Royal Court Theatre il 21 ottobre 1970 e ha fatto parte di uno dei migliori anni del Royal Court. Il festival ha portato all'avanguardia i Brighton Combination e i Ken Campbell all'interno della Court.

I Brighton Combination sono presentati dal The NAB Show, un Politically Oriented Account del National Assistance Board.[10]

Dapprima lavorò alla Combination Theatre Company a Brighton. Successivamente è entrato a far parte del teatro della Newcastle University, dove ha interpretato, oltre ad altre parti, Estragon in Aspettando Godot. Dal 1974 al 1976 visitò l'America con i Ken Campbell Roadshow e al suo ritorno riprese a far parte del Phoenix Theatre, a Leicester. Nel 1977 si unì alla National Theatre Company dove apparve ne Il gobbo di Notre Dame al Royal National Theatre. Nel 1978 è divenuto membro del Young Vic Company apparendo come Stephano in La Tempesta, Buckingham nel Riccardo III e Mefistofele in Faust. Nel 1978 andò negli Stati Uniti per studiare in una scuola di circo dove imparò a fare il giocoliere, ad andare sul monociclo e a fare funambolismo. Nel maggio 1980 ha interpretato Trebonio e Marullo in Giulio Cesare, una produzione della Riverside Studios diretta da Peter Gill. Ha fatto anche numeri di magia in diversi cabaret.[11][12] Lo spettacolo di Richard III degli Young Vic del 1978, nel quale è apparso Jim Carter con, tra l'altro, Bill Wallis e Michael Attwell, era diretto da Michael Bogdanov. Si è anche esibito nello spettacolo di Bartholomew Fair nel 1978. Era, anche questo, diretto da Michael Bogdanov.[13]

Carter un membro del The Madhouse Company of London, un gruppo comico che si esibiva a Boston negli anni settanta. All'interno del gruppo era assieme al vecchio Marcel Steiner (1931-1999), Marc Weil e Tommy Shands. Anche i Ken Campbell facevano parte del gruppo.[14][15] La The Madhouse Co. era un derivato dei Ken Campbell Roadshow che venne a New York e a Boston. Col tempo il gruppo si divise e Steiner e Curter ritornarono in Inghilterra. La The Madhouse Co. era a Cambridge ad agosto del 1976.[16] La The Madhouse Company of London era molto citata e i suoi show vennero molto pubblicizzati e riesaminati in molte riviste di New York dall'aprile 1974 fino al marzo del 1975.[17] Marc Weil fondò la The Madhouse Company of London nel 1973.[18]

Da giugno ad agosto 2005 Carter comparve in The President of an Empty Room, scritto da Stephen Knight e diretto da Howard Davies, al National Theatre. Quando accettò questo ruolo non faceva teatro da quattordici anni. Carter considera la sua comparsa nel rilancio di Guys and Dolls di Richard Eyre, del 1982, al National Theatre, un momento significativo. È stato quando ha conosciuto la sua futura moglie, Imelda Staunton, anche lei comparsa in quest'opera. Carter considera Richard Eyre e Howard Davies due suoi registi preferiti. Era ancora con i Brighton Combination quando il gruppo si trasferì a Londra e inaugurarono un teatro chiamato Albany a Deptford. Citando le sue parole: "I The Brighton Combination si trasferirono a Londra e diedero il via al teatro chiamato Albany, a Deptford, e io ero con loro."[5]

Agli inizi degli anni '70 i The Brighton Combination, un gruppo itinerante di fringe theatre, si stabilirono all'Albany Institute a Deptford, nel Sud-Est di Londra. Era considerato uno dei più grandi successi dell'allora direttore dell'Albany, Paul Curno. Fondendo lavori socialmente utili con le arti, il direttore Paul Curno e i The Brighton Combination trasformarono le fortune di Albany. Questa fusione guida ancora oggi l'Albany.[19] La The Brighton Combination Company si trasferì, quindi, per diventare residente all'Albany nel Sud-Est di Londra nel 1972 con l'intento di creare un'azione comunitaria e progetti a sviluppo artistico. L'Albany combinava, quindi, lavori artistici e culturali con l'attivismo sociale.[20]

Carter si esibì al Lyric Theatre a Hammersmith, a Londra in The Infernal Machine di Jean Cocteau (con la collaborazione di Maggie Smith e Simon Callow, 1986-87).[21][22] Le foto e le recensioni di questa opera teatrale vennero riportate nella rivista di Plays and Players nel gennaio del 1987.[23]

Si esibì in The Passion, di William "Bill" Bryden, nel National Theatre nel 1985.[24] Ha recitato in The Mysteries: The Nativity, The Passion e Doomsday al Cottesloe Theatre per il Nation Theatre nel 1984 e 1985. Entrambe le performance erano dirette da Bill Bryden.[25]

È apparso in Fashion di Doug Lucie, nel maggio-giugno 1990 al Tricycle Theatre, sotto la direzione di Michael Attenborough.[26][27]

Durante la produzione de Il mago di Oz della Royal Shakespeare Company (RSC), la moglie Imelda Staunton interpretava Dorothy mentre lui era il Leone Codardo. Carter considera che interpretare il cattivo vestito in nero nel film western Rustlers' Rhapsody ripreso nel Sud della Spagna è stato uno dei vertici della sua carriera.[5] Il mago di Oz era diretto da Ian Judge. L'opera teatrale fu eseguita il 17 dicembre 1987 al Barbican Theatre della RSC. Lo spettacolo venne replicato fino al 27 febbraio 1988.[28]

Jim Carter e l'attrice inglese Imelda Staunton si sono conosciuti nel 1982 durante le prove per Guys and Dolls di Richard Eyre al National Theatre. Come disse la Staunton: "Abbiamo lavorato assieme per un anno ed è stata una lenta combustione anziché una corsa eccitante di passione." Jim Carter e Imelda Staunton si sposarono nel 1983 e hanno una figlia, Bessie, nata nel 1993. Bessie stava per iscriversi al National Youth Theatre in 2010. Staunton dice riguardo alla recitazione di Carter: "Non è mai stato il tipo di attore che sognava di recitare Amleto. Forse perché è andato a recitare dopo l'essersi esibito al circo. Lui ha sempre fatto solo quello che voleva fare".[29]

Staunton, più tardi, afferma che dopo ventun anni di matrimonio, lei e Carter, sono stati separati per sole tre settimane.[30]

Carter è anche l'ex-presidente del Hampstead Cricket Club, il cui territorio è vicino a casa sua.[31] Il 18 settembre 2011 ha organizzato il Hampstead Cricket Club (HCC) Celebrity Cricket Match. Era la terza partita annuale di beneficenza della HCC.[32]

Carter è stato un ciclista appassionato per cinquantacinque anni (fino al 2011), partecipando a diverse gare per scopi benefici. Il 30 settembre 2011 Carter, ha viaggiato con altri venticinque ciclisti in Ghana per un viaggio di dieci giorni con sei giorni di ciclismo per raccogliere fondi al fine di pulire l'acqua nella impoverita cittadina di Tafo. Ha anche una pagina web per questo evento per ricevere sponsor e donazioni: uk.virginmoneygiving.com/jimcarter.

Questa è stata la sua decima gara ciclistica di beneficenza. Le precedenti nove (Giordania, Costa Rica, Laos, Vietnam, India, Namibia, Chile, Argentina e Londra-Parigi due volte) erano per raccogliere fondi per la National Deaf Children's Society.[33] Aveva intenzione di guadagnare un minimo di £2.750 e finì per guadagnare £8.670.[34]

A partire dall'agosto 2013 Carter vive a West Hampstead, nel nord di Londra.[5]

Doppiatori italiani

[modifica | modifica wikitesto]

Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Jim Carter è stato doppiato da:

Da doppiatore è sostituito da:

Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico - nastrino per uniforme ordinaria
«Per i servizi all'arte drammatica.»
— 28 dicembre 2018[35]
  1. ^ a b (EN) Mark Shenton, 20 Questions With... Jim Carter, in Whatsonstage, 1º agosto 2005. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2009).
  2. ^ Prima del 1º aprile 1974 Harrogate era nel West Riding of Yorkshire.
  3. ^ a b Time and place: Jim Carter[collegamento interrotto], Times Online, 14 febbraio 2010. URL consultato il 14 febbraio 2010.
  4. ^ Filmato audio (EN) Jim Carter and Imelda Staunton in Fame in the Frame clip 2 [collegamento interrotto], su YouTube. URL consultato il 1º dicembre 2021.
  5. ^ a b c d (EN) Mark Shenton, 20 Questions With... Jim Carter, su Whatsonstage.com, 1º agosto 2005. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2013).
  6. ^ (EN) Jim Carter, su Jump in 2 media. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2016).
  7. ^ (EN) New Writing, su Barry Edwards. URL consultato il 1º dicembre 2021.
  8. ^ (EN) Other Plays 1970-79, su ROB WILTON THEATRICALIA. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2011).
  9. ^ (EN) PLAYS AND PLAYERS Magazines: 1970s, su ROB WILTON THEATRICALIA. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2013).
  10. ^ (EN) Philip Roberts, The Royal Court Theatre (Routledge Revivals): 1965-1972, Londra, Routledge, 1986, pp. 128-129, ISBN 1-138-85672-X.
  11. ^ (EN) Peter Gill, playwright and theatre director - Julius Caesar, su DialSpace. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2012).
  12. ^ (EN) Peter Gill, playwright and theatre director - Productions, su DialSpace. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2012).
  13. ^ (EN) OTHER PLAYS: 1970-1979, su ROB WILTON THEATRICALIA. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2011).
  14. ^ (EN) Jim Carter in Playback [collegamento interrotto], su Playback. URL consultato il 1º dicembre 2021.
  15. ^ (EN) Marcel Steiner, su FullMovieReview. URL consultato il 1º dicembre 2021.
  16. ^ "Wolynski: Madhouse Co. in Boston" in wolynski.blogspot.com/2011/10/madhouse-co-in-boston.html.
  17. ^ Vedi i numeri del New York Magazine su books.google.com.
  18. ^ (EN) Steve Cohen, The Madhouse Company of London's Wild Stunt Show, in Philadelphia City Paper, Metro, 26 settembre-2 ottobre 2002.
  19. ^ (EN) The Albany has played a vital role for the people of Deptford for over 100 years., su The Albany. URL consultato il 1º dicembre 2021.
  20. ^ (EN) Biography, su Jenny Harris. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2016).
  21. ^ (EN) LEADING ACTORS S - Z, su ROB WILTON THEATRICALIA. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2016).
  22. ^ (EN) The Infernal Machine, su Theatricalia. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2020).
  23. ^ (EN) PLAYS AND PLAYERS Magazines: 1980s, su ROB WILTON THEATRICALIA. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2016).
  24. ^ (EN) Jim Carter, su Filmbug. URL consultato il 1º dicembre 2021.
  25. ^ (EN) NATIONAL THEATRE: 1980s, su ROB WILTON THEATRICALIA. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2016).
  26. ^ (EN) OTHER PLAYS: 1990-1999, su ROB WILTON THEATRICALIA. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2016).
  27. ^ (EN) Tricycle Theatre Archive, 1972-2004, su Victoria and Albert Museum: Theatre Collections. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2013).
  28. ^ (EN) Matt Wolf, Royal Shakespeare Company to Have a go at 'Wizard of Oz', in Los Angeles Times, Patrick Soon-Shiong, 17 dicembre 1987.
  29. ^ (EN) Olga Craig, Imelda Staunton: My career is not about looks, su The Daily Telegraph, 8 dicembre 2008. URL consultato il 1º dicembre 2021.
  30. ^ (EN) Imelda Staunton Biography, su Film Refefence. URL consultato il 1º dicembre 2021.
  31. ^ (EN) About Us, su Hampstead. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2011).
  32. ^ (EN) Jonathan Turton, Celebs turn out for local cricket match, in West Hampstead Life, 20 settembre 2011. URL consultato il 1º dicembre 2021.
  33. ^ (EN) Downton Abbey 2: Jim Carter, in Life of Wylie, 2 ottobre 2011. URL consultato il 1º dicembre 2021.
  34. ^ (EN) Fundraising history, su Virgin Money Giving. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2016).
  35. ^ (EN) New Year Honours List United Kingdom (PDF), su thegazette.co.uk. URL consultato il 1º dicembre 2021.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN95071767 · ISNI (EN0000 0000 8167 7849 · LCCN (ENno2008180377 · GND (DE1043079270 · BNE (ESXX5463396 (data) · BNF (FRcb14066049r (data) · J9U (ENHE987007364441405171 · CONOR.SI (SL76307811