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Lucio Duvio Avito

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Lucio Duvio Avito
Console dell'Impero romano
Nome originaleLucius Duvius Avitus
Nascita14 circa
Vasio Vocontiorum
Mortedopo il 58
GensDuvia
PadreLucio Duvio
Preturaprima del 56
Legatus legionis? (nel caso, prima della pretura)
Consolatonovembre-dicembre 56
Legatus Augusti pro praetoreGallia Aquitania, prima del novembre-dicembre 56 (pretorio);
Germania inferiore, 57-dopo il 58 (consolare)
Sacerdozioaugur, forse da dopo il 56

Lucio Duvio Avito (in latino: Lucius Duvius Avitus; Vasio Vocontiorum, 14 circa – dopo il 58) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.

Homo novus[1][2], Avito, figlio di Lucio[3], è stato ricostruito come avente quasi certamente origine narbonese, e in particolare da Vasio Vocontiorum[1][4][5][6]. Tale origine lo renderebbe concittadino dell'influente prefetto del pretorio Sesto Afranio Burro[1][2][7][8][9], che certamente promosse attivamente tutta la carriera di Avito[1][2][7][8][10][11].

Della carriera di Lucio, sono noti da alcune epigrafi mutile solo gli incarichi dalla pretura in avanti[3][12][13][14]: tra gli incarichi precedenti, è probabile che ci sia stato quello di legatus legionis[1]. In ogni caso, dalle epigrafi emerge che Avito, dopo la pretura[13], fu legatus Augusti pro praetore di rango pretorio della provincia di Aquitania[13], incarico testimoniato anche da Plinio il Vecchio[15].

L'incarico successivo vede Avito al vertice dello stato romano: egli fu infatti console suffetto[3][12][13][14] insieme a Publio Clodio Trasea Peto[16][17][18][19][20][21][22] nei mesi di novembre e dicembre del 56[23][24]. Avito fu anche cooptato nel collegio sacerdotale maggiore degli augures[3][13], forse solo dopo il suo consolato[25].

Subito dopo il termine del mandato consolare, nel 57[1][26] Avito fu inviato in Germania inferiore in qualità di legatus Augusti pro praetore di quel distretto militare[3][13] in sostituzione del conterraneo narbonese Aulo Pompeo Paolino, cognato di Seneca[1][26][27]. In questa veste, Avito dovette far fronte al movimento del popolo germanico dei Frisi, guidato da Verrito e Mallorige e spostatosi in territori ad uso dei soldati romani a causa del percepito lassismo da parte dei governatori romani[27]: Avito li inviò a Roma da Nerone, che diede ai due capi frisi la cittadinanza ma intimò loro di ritirarsi dai territori occupati, cosa che i due fecero dopo iniziali esitazioni grazie ad un'incursione della cavalleria ausiliare romana[27]. Tuttavia, nel 58[1] gli stessi territori furono occupati subito dopo dal popolo degli Ampsivari, la cui causa fu perorata davanti ad Avito dal vecchio filoromano Boiocalo[28]: Avito replicò che la decisione rimaneva nelle mani di Roma, ma che era disposto a dare dei territori a Boiocalo stesso per la dimostrata lealtà ai Romani[29]. Boiocalo rifiutò ritenendo il gesto un tentativo di corruzione, e allora, mentre gli Ampsivari stringevano contatti e alleanze con altri popoli germanici come Bructeri e Tencteri, Avito scrisse al legato di Germania superiore Tito Curtilio Mancia per organizzare un'azione congiunta[29]: Mancia mobilitò le sue legioni oltre il Reno per posizionarsi dietro al contingente di Germani, mentre Avito condusse il proprio esercito nel territori dei Tencteri, minacciando un'azione di sterminio qualora non si fossero dissociati dagli Ampsivari[29]. L'azione ebbe successo: i popoli germanici alleati si allontanarono dagli Ampsivari, e questi si ritirarono in aree occupate da altri popoli fino ad arrivare ad una quasi totale estinzione[29]. Durante il mandato germanico di Avito, è stato ricostruito che abbia prestato servizio, come praefectus alae, anche Plinio il Vecchio, al termine delle sue tres militiae equestri[30][31].

  1. ^ a b c d e f g h W. Eck, Die Statthalter der germanischen Provinzen, Köln-Bonn, 1985, pp. 123-124.
  2. ^ a b c G. Camodeca, I consoli del 55-56 e un nuovo collega di Seneca nel consolato: P. Cornelius Dolabella (TP.75 [= 140] + 135), in Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik, 63 (1986), pp. 201-215, in particolare 210-212.
  3. ^ a b c d e AE 1976, 391.
  4. ^ PIR2 D 210 (Groag).
  5. ^ R. Syme, Tacitus, II, Oxford, 1958, pp. 622-623.
  6. ^ R. Syme, Roman Papers, II, Oxford, 1974, pp. 702, 715 e 815; III, Oxford, 1984, p. 985; IV, Oxford, 1988, p. 502; VI, Oxford, 1991, pp. 221 e 227; VII, Oxford, 1991, p. 572.
  7. ^ a b R. Syme, Tacitus, II, Oxford, 1958, pp. 591 e 622-623.
  8. ^ a b R. Syme, Some Arval Brethren, Oxford, 1980, p. 68.
  9. ^ R. Syme, Roman Papers, IV, Oxford, 1988, p. 502.
  10. ^ M. T. Griffin, Seneca. A philosopher in politics, Oxford, 1976, p. 84.
  11. ^ R. Syme, Roman Papers, II, Oxford, 1974, pp. 749 e 815; IV, Oxford, 1988, pp. 375 e 502; VI, Oxford, 1991, pp. 228-229; VII, Oxford, 1991, p. 572.
  12. ^ a b CIL XII, 1378.
  13. ^ a b c d e f CIL XII, 1354 = ILS 979.
  14. ^ a b CIL XII, 1408.
  15. ^ Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XXXIV, 47.
  16. ^ CIL X, 826.
  17. ^ CIL IV, 03340,022.
  18. ^ CIL IV, 03340,024.
  19. ^ CIL IV, 03340,025.
  20. ^ CIL IV, 03340,026.
  21. ^ CIL IV, 03340,027.
  22. ^ CIL IV, 03340,032.
  23. ^ G. Camodeca, I consoli del 55-56 e un nuovo collega di Seneca nel consolato: P. Cornelius Dolabella (TP.75 [= 140] + 135), in Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik, 63 (1986), pp. 201-215.
  24. ^ G. Camodeca, I consoli degli anni di Nerone nelle Tabulae Herculanenses, in Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik, vol. 193 (2015), pp. 272-282.
  25. ^ J. Rüpke, Fasti sacerdotum, Oxford 2008, p. 663 n° 1509.
  26. ^ a b R. Syme, Roman Papers, IV, Oxford, 1988, p. 502; VII, Oxford, 1991, p. 497.
  27. ^ a b c Tacito, Annales, XIII, 54.
  28. ^ Tacito, Annales, XIII, 55.
  29. ^ a b c d Tacito, Annales, XIII, 56.
  30. ^ R. Syme, Tacitus, I, Oxford, 1958, p. 60 con nota 6.
  31. ^ R. Syme, Roman Papers, II, Oxford, 1976, p. 747; VI, Oxford, 1991, pp. 412-413; VII, Oxford, 1991, pp. 497-499.
  • PIR2 D 210 (Groag).
  • W. Eck, Die Statthalter der germanischen Provinzen, Köln-Bonn, 1985, pp. 123-124.

Predecessore Console dell'Impero romano Successore
Publio Sulpicio Scribonio Rufo novembre-dicembre 56 Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico II
con Publio Sulpicio Scribonio Proculo con Publio Clodio Trasea Peto con Lucio Calpurnio Pisone
Predecessore Governatore di Germania inferiore Successore
Aulo Pompeo Paolino 57-dopo il 58 Publio Sulpicio Scribonio Rufo