Lucio Pomponio Flacco
Lucio Pomponio Flacco | |
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Console dell'Impero romano | |
Nome originale | Lucius Pomponius Flaccus |
Morte | 33 |
Gens | Pomponia |
Consolato | 17 |
Proconsolato | 32 - 33 in Siria |
Lucio Pomponio Flacco (in latino Lucius Pomponius Flaccus; ... – 33) è stato un politico e militare romano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Flacco era un homo novus, amico intimo dell'imperatore Tiberio e suo compagno di bevute.[1] Venne nominato console nel 17 insieme a Gaio Celio Rufo[2] e fu proprio in quell'anno che Germanico, figlio adottivo di Tiberio, celebrò il trionfo.[3] Nel 19 Tiberio lo mandò come governatore nella Mesia, poiché Flacco era legato da un'intima amicizia con il re della vicina Tracia, Rescuporide II.[4] Rescuporide era accusato di aver assassinato il fratello, Cotys VIII, e quindi era intenzione del Principe di portarlo a Roma.[5] Flacco allora andò in Tracia per incontrare il re e lo condusse fino ai posti di blocco romani dove, attraverso false promesse, fu imprigionato, portato nella capitale imperiale, processato in Senato e mandato in esilio.[6] Nel 22, Flacco diventò governatore della Siria e iniziò un'amicizia con il principe giudeo Erode Agrippa.[7] Flacco accolse Erode nella sua corte ad Antiochia poiché si erano già conosciuti a Roma e lo prese come consigliere insieme a suo fratello Aristobulo.[8] Agrippa e Aristobulo erano però spesso in disaccordo e quest'ultimo riuscì a inimicare il fratello e il governatore: quando le due città di Damasco e di Sidone erano in conflitto per dei territori, Agrippa si fece offrire del denaro dai damasceni per favorirli presso Flacco; allora Aristobulo, che scoprì questa faccenda, lo riferì al governatore che cacciò Agrippa dalla sua casa.[9] Flacco morì poco dopo, nel 33, mentre ricopriva ancora il proconsolato in Siria.[10]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Svetonio, Tiberio, XLII; Syme 1989, pag. 345, 425.
- ^ Cassio Dione, LVII, 17.1.
- ^ Tacito, Annales, I, 41.
- ^ Tacito, Annales, I, 66.
- ^ Tacito, Annales, I, 65-66.
- ^ Tacito, Annales, I, 67.
- ^ Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche, XVIII, 6.2; Schwartz 1990, pag. 47.
- ^ Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche, XVIII, 6.2, 3.
- ^ Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche, XVIII, 6.3; Schwartz 1990, pag. 49.
- ^ Tacito, Annales, VI, 27.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- (GRC) Cassio Dione, Historia Romana. ((EN) Roman History — traduzione in inglese su LacusCurtius).
- (GRC) Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche, libri XIII-XVIII-XIX. ((EN) The Antiquities of the Jews — traduzione in inglese di William Whiston).
- Svetonio, De Vita Caesarum.
- (IT) Vite dei Cesari — traduzione in italiano di Progettovidio;
- (EN) The Lives of the Twelve Caesars — traduzione in inglese di John Carew Rolfe.
- Tacito, Annales.
- Fonti storiografiche moderne
- Daniel R. Schwartz, Agrippa I: The Last King of Judaea, Mohr Siebeck, 1990, ISBN 978-31-6145-341-0.
- Ronald Syme, Augustan Aristocracy, Clarendon Press, 1989, ISBN 978-01-9814-731-2.