Megara (mitologia)

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Megara
Lingua orig.Μεγάρα
Caratteristiche immaginarie
SessoFemmina
ProfessionePrincipessa di Tebe

Megara (in greco antico: Μεγάρα?, Megára) è una figura della mitologia greca, figlia di Creonte, re di Tebe.

Venne data in sposa ad Eracle da Creonte, come ricompensa per l'aiuto che il semidio aveva dato alla città di Tebe.

Megara venne violentata da Lico durante un periodo di assenza di Eracle, il quale fu colto da una rabbia incontrollabile quando venne informato dell'accaduto e al suo ritorno uccise Lico; ma subito dopo Era lo rese folle, cosicché egli uccise la stessa Megara e i figli che aveva avuto con lei, o, secondo fonti più tarde, solamente i propri figli. Secondo questa versione del mito, Megara impazzì di dolore e costrinse il marito al suicidio, per poi sparire completamente dalla scena fino alla morte dell'eroe, quando verrà data in sposa al suo aiutante Iolao ed avrà da quest'ultimo Leipefilene.

Così Igino la cita nelle sue Fabulae:

(LA)

«Hercules cum ad canem tricipitem esset missus ab Eurystheo rege et Lycus Neptuni filius putavisset eum periisse, Megaram Creontis filiam uxorem eius et filios Therimachum et Ophiten interficere voluit et regnum occupare. Hercules eo intervenit et Lycum interfecit; postea ab Iunone insania obiecta Megaram et filios Therimachum et Ophiten interfecit. Postquam suae mentis compos est factus, ab Apolline petiit dari sibi responsum, quomodo scelus purgaret; cui Apollo sortem quod reddere noluit, Hercules iratus de fano eius tripodem sustulit, quem postea Iovis iussu reddidit et nolentem sortem dare iussit. Hercules ob id a Mercurio Omphalae reginae in servitutem datus est.»

(IT)

«Dato che Ercole era stato mandato dal re Euristeo contro il cane a tre teste e (dato che) Lico, figlio di Nettuno, pensava che egli fosse morto, volle uccidere sua moglie Megara, figlia di Creonte, e volle uccidere i suoi figli, Therimachus ed Ophites, e occupare il regno. Ercole evitò ciò ed uccise Lico. Successivamente, reso pazzo da Giunone, uccise Megara ed i suoi figli Therimachus ed Ophites. Dopo che tornò padrone della sua mente, chiese ad Apollo di dargli una risposta (su) come espiare il suo crimine. Poiché Apollo non volle riferire il responso, Ercole adirato trafugò il suo tripode dal tempio, che, in seguito, per ordine di Giove restituì, e (Giove) ordinò che Apollo, pur contrario, desse il responso. Ercole a causa di questa offesa fu dato da Mercurio alla regina Onfale come schiavo.»

Fonti primarie
  • Igino, Fabulae, 32.

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