NGC 543
NGC 543 Galassia lenticolare | |
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NGC 543 nelle immagini SDSS. | |
Scoperta | |
Scopritore | Heinrich d'Arrest |
Data | 30 ottobre 1864 [1] |
Dati osservativi (epoca J2000) | |
Costellazione | Balena |
Ascensione retta | 01h 25m 50.0s [2] |
Declinazione | -01° 17′ 34″ [2] |
Distanza | 240,1 mega anni luce (73,60 Mpc) a.l. [2] |
Magnitudine apparente (V) | 13,1 [3] nella banda B: 14,1 [3][4] |
Redshift | +0,017666 ± 0,000057 [2] |
Luminosità superficiale | 11,24 [3] |
Angolo di posizione | 90° [3] |
Velocità radiale | 5296 ± 17 [2] km/s |
Caratteristiche fisiche | |
Tipo | Galassia lenticolare |
Classe | S0^-? [2], E-S0 [3], E/S0? [1] |
Dimensioni | 41 000 anni luce (12 600 pc) a.l. |
Altre designazioni | |
PGC 5311 MCG 0-4-138 CGCG 385-130 DRCG 7-53 [3] | |
Mappa di localizzazione | |
Categoria di galassie lenticolari |
NGC 543 è una galassia lenticolare situata nella costellazione della Balena a una distanza di circa 240 milioni di anni luce dalla nostra Via Lattea.[1]
Scoperta
[modifica | modifica wikitesto]NGC 543 è stata scoperta il 30 ottobre 1864 dall'astronomo prussiano Heinrich d'Arrest.[1]
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Dato il valore della sua luminosità superficiale pari a 11,24, NGC 543 può essere inclusa tra le galassie ad elevata luminosità superficiale.
Gruppo di NGC 545 e Abell 194
[modifica | modifica wikitesto]NGC 543 fa parte del Gruppo di NGC 545,[5] un raggruppamento che comprende almeno 23 galassie situate nella costellazione della Balena[6] e che prende il nome da NGC 545, la galassia più vasta e luminosa del gruppo.[7]
Questo gruppo fa parte anche del più vasto ammasso di galassie denominato Abell 194.[8][9]
La designazione DRCG 7-53 è stata utilizzata da Wolfgang Steinicke per indicare che questa galassia figura nel catalogo degli ammassi galattici di Alan Dressler. I numeri 7 e 53 indicano rispettivamente che si tratta del 7º ammasso (Abell 194) e della 53ª galassia di questa lista.[10]
Questa galassia è designata Abell 194:[D80] 53 dal database NASA/IPAC.[2]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La distanza media tra il centro di massa di questo gruppo e la nostra Via Lattea è di 76,2 megaparsec.
Due galassie di questo gruppo, NGC 545 e NGC 547, producono forti getti di materia nella regione che contorna il buco nero supermassiccio che si ritiene sia situato al loro centro.[11] Questi getti sono stati captati dai radiotelescopi del VLA e sono mostrati in viola nelle immagini dell'ammasso riprese dal NRAO. I getti di queste due galassie interagenti gravitazionalmente vengono proiettati fino a distanze dell'ordine di 250'000 anni luce.[11] Il getto più corto della galassia NGC 541, mostrato un po' più in basso a destra nell'immagine, entra in collisione con una nube di idrogeno. L'onda d'urto creata da questo getto ha generato una zona di formazione stellare visibile nell'immagine ripresa dal telescopio di 2,3 m dell'osservatorio di Siding Spring in Australia. Questo raro tipo di incubatoio stellare è conosciuto con il nome di "oggetto di Minkowski".[11][12]
Oltre a NGC 543, le principali galassie del Gruppo di NGC 545 sono NGC 519, NGC 530, NGC 538, NGC 541, NGC 547, NGC 548, NGC 560, NGC 564, NGC 570, NGC 577, NGC 585, UGC 892 e UGC 1062 (rispettivamente CGCG 0118.7-0048 e CGCG 0126.4-0049 indicate come 0118-0048 e 0126-0049 da Mahtessian).[6][5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d (EN) Courtney Seligman, Celestial Atlas Table of Contents, NGC 543, su cseligman.com. URL consultato il 18 maggio 2024.
- ^ a b c d e f g Results for object NGC 543, su ned.ipac.caltech.edu, National Aeronautics and Space Administration / Infrared Processing and Analysis Center. URL consultato il 18 maggio 2024.
- ^ a b c d e f (FR) Les données de «Revised NGC and IC Catalog by Wolfgang Steinicke», NGC 500 à 599, su astrovalleyfield.ca. URL consultato il 18 maggio 2024.
- ^ SIMBAD Astronomical Database, in Strasbourg astronomical Data Center. URL consultato il 18 maggio 2024.
- ^ a b A.M. Garcia, General study of group membership. II - Determination of nearby groups, in Astronomy and Astrophysics Supplement Series, 100 #1, luglio 1993, pp. 47-90, Bibcode:1993A&AS..100...47G.
- ^ a b Abraham Mahtessian, Groups of galaxies. III. Some empirical characteristics (PDF), in Astrophysics, 41 #3, luglio 1998, pp. 308-321, DOI:10.1007/BF03036100. URL consultato il 16 maggio 2024.
- ^ (EN) NGC 545 -- Brightest galaxy in a Cluster (BCG), su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 16 maggio 2024.
- ^ Akos Bogdan, Ralph P Kraft, William Forman e Christine Jones, CHANDRA AND ROSAT OBSERVATIONS OF ABELL 194: DETECTION OF AN X-RAY CAVITY AND MAPPING THE DYNAMICS OF THE CLUSTER (PDF), in The Astrophysical Journal, 743 #1, dicembre 2011, p. 11, DOI:10.1088/0004-637X/743/1/59.
- ^ (EN) Abell 194, Sky & Telescope, settembre 2017, su skyandtelescope.com. URL consultato il 15 maggio 2024.
- ^ Alan Dressler, A Catalog of morphological types in 55 rich clusters of galaxies (PDF), in The Astrophysical Journal Supplement Series, vol. 42, aprile 1980, pp. 565-609, Bibcode:1980ApJS...42..565D, DOI:10.1086/190663.
- ^ a b c (EN) Star birth triggered by a jet from a black hole, su images.nrao.edu. URL consultato il 15 maggio 2024 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2018).
- ^ Steve Croft, Wil van Breugel e Win de Vries, Minkowski's Object: A Starburst Triggered by a Radio Jet, Revisited (PDF), in The Astrophysical Journal, 647 #2, aprile 2006, p. 52 pagine, 15 figure, DOI:10.1086/505526.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su NGC 543
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Catalogo NGC/IC on-line, su ngcicproject.org.
- (EN) Dati di NGC 543 - SIMBAD, su simbad.u-strasbg.fr. (dettagli identificatori, misure)
- (EN) Dati di NGC 543 - NASA Extragalactic Database, su ned.ipac.caltech.edu.
- (EN) Dati di NGC 543 - SEDS, su spider.seds.org.
- (EN) Dati di NGC 543 - VizieR Service, su vizier.u-strasbg.fr.
- (EN) Immagini di NGC 543 - Aladin, su aladin.u-strasbg.fr.
- (EN) Immagini di NGC 543 - SkyView, su skyview.gsfc.nasa.gov.