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Paul Bern

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Paul Bern

Paul Bern, nato Paul Levy (Wandsbek, 3 dicembre 1889Beverly Hills, 5 settembre 1932), è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico tedesco naturalizzato statunitense.

La nota lasciata da Paul Bern alla moglie

Paul Levy nacque in Germania a Wandsbek, una cittadina allora appartenente allo Schleswig-Holstein: nel 1899 la famiglia emigrò a New York[1]. Il giovane Paul studiò recitazione all'American Academy of Dramatic Arts. Oltre a recitare, cominciò a interessarsi alla sceneggiatura e alla produzione[1]. Trasferitosi a Hollywood, trovò lavoro per alcune piccole compagnie, finché non venne assunto come produttore alla MGM.

Bern si sposò con Jean Harlow il 2 luglio 1932. Due mesi dopo, il 5 settembre, venne trovato morto per un colpo di pistola alla testa nella sua casa di Beverly Hills. Il coroner dichiarò trattarsi di suicidio. Lasciò questo messaggio alla moglie: “Cara, carissima, purtroppo questo è il solo modo per riparare lo spaventoso torto che ti ho fatto e cancellare la mia abietta umiliazione. Ti amo, Paul”. E poi, in una postilla sullo stesso foglietto: “Avrai capito che l'altra notte è stata tutta una commedia”. I giornali pubblicarono i dettagli del breve matrimonio tra Bern e Harlow, inclusi i risultati dell'autopsia che confermavano la "inidoneità" sessuale dell'uomo[2].

Secondo un'ipotesi, Bern in realtà non si sarebbe suicidato ma sarebbe stato assassinato dalla sua ex-moglie, Dorothy Millette. La donna lo avrebbe chiamato la notte dell'omicidio chiedendo un incontro urgente, sotto la minaccia di sollevare uno scandalo (il matrimonio contratto con lei non era mai stato sciolto legalmente e c'era il pericolo di un'accusa di bigamia).

Sceneggiatore

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Produttore / Equipe varia (parziale)

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  1. ^ a b Paul Donnelley, Fade to Black: A Book of Movie Obituaries, 2ª ed., Omnibus Press, 2003, p. 157, ISBN 0-7119-9512-5.
  2. ^ L'agente di Jean, Arthur Landau, rivelò particolari agghiaccianti sul rapporto tra i due coniugi: “Un calvario, per Jean, quei due mesi”, disse. “Mi telefonò, disperata, la mattina dopo il matrimonio, molto presto, e mi pregò di raggiungerla subito. Quando arrivai, lui non era in casa. La povera Jean aveva il corpo pieno di lividi. ‘Portami lontano da qui, accompagnami da mia mamma’, mi implorò. Erano davvero impressionanti, i segni delle percosse che quella povera ragazza aveva subito la prima notte di matrimonio: al petto, sulle gambe, alla schiena, alle braccia. ‘Paul mi ha colpita con un bastone, selvaggiamente, senza una ragione’, mi spiegò Jean. ‘E più io piangevo, più lui colpiva. Non era un uomo, ma un mostro, quello che stava nel mio letto. Per mia fortuna, a un certo punto, la sua furia si placò. Sprofondò in un sonno da belva, ed io mi strinsi nel mio cantuccio, senza fare il minimo movimento, per paura che la belva si svegliasse'. Si svegliò la mattina presto, il marito-mostro. ‘Vado in ufficio, per un lavoro urgente’, disse alla moglie. Nessun accenno a quello che era successo

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