Roberto Ducci
Roberto Ducci | |
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Ambasciatore d'Italia in Finlandia | |
Durata mandato | 1958 – 1962 |
Predecessore | Alberto Nonis |
Successore | Maurizio de Strobel di Fratta e Campocigno |
Ambasciatore d'Italia in Austria | |
Durata mandato | 1967 – 1970 |
Predecessore | Enrico Martino |
Successore | Enrico Aillaud |
Ambasciatore d'Italia nel Regno Unito | |
Durata mandato | 1975 – 1979 |
Predecessore | Raimondo Manzini |
Successore | Andrea Cagiati |
Dati generali | |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università di Roma |
Professione | Diplomatico |
Roberto Ducci (La Spezia, 8 febbraio 1914 – Roma, 9 marzo 1985) è stato un diplomatico, scrittore e giornalista italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Formazione ed esordi letterari
[modifica | modifica wikitesto]Roberto Ducci nacque a La Spezia dove suo padre, l'ammiraglio Gino Ducci, prestava servizio[1]. Nel 1930 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Roma, senza trascurare di frequentare gli ambienti dell'archeologia classica. Giulio Giglioli gli affidò una ricerca che venne pubblicata (1931) sotto pseudonimo, con il titolo Un conflitto tra Francia e Corsica nella Roma del secolo XVII[1]. Poi si dedicò alla descrizione della prima età di Napoleone con l’opera Prima età di Napoleone (1933)[1]. Nel periodo universitario scrisse, sempre sotto pseudonimo, in diverse riviste politico-letterarie (Oggi, L’Italia Letteraria, Il Cantiere)[1]. Un suo racconto breve (Sosta lungo il fiume), pubblicato da L’Italia Letteraria, fu premiato da Mussolini nei Littoriali di cultura ed arte del 1934[1]. In quello stesso anno si laureò in giurisprudenza. Poi partecipò come volontario alla Guerra d'Etiopia, ed ottenne una medaglia di bronzo al valor militare[1].
Ingresso in diplomazia e attività giornalistica
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1937 Ducci entrò nella carriera diplomatica, risultando primo del suo concorso[1]. Fu destinato prima ad Ottawa (capitale del Canada), poi a Newark, poco lontano da New York, come vice console[2]. Pur avendo maturato un convincimento antifascista, nel 1940 tornò in patria per dare il suo contributo all'entrata in guerra dell'Italia e venne destinato a prestare servizio presso il comando italiano in Croazia, dove si distinse nel sottrarre la comunità ebraica alle persecuzioni naziste[1]. Dopo l'8 settembre decise di attraversare le linee e raggiungere il governo provvisorio, prima a Brindisi e poi a Salerno[1]. Venne dapprima incaricato di condurre una trasmissione radiofonica di propaganda, dal titolo L'Italia combatte, che andava in onda dopo il giornale radio. Nel 1944 fondò e poi diresse il periodico Politica Estera, dove pubblicò articoli di vari esponenti politici, quali Carlo Sforza e Palmiro Togliatti. Successivamente collaborò sotto vari pseudonimi (Clodio, Astolfo, Bardolfo, Verax) a numerosi periodici, fra cui: Cosmopolita, Mercurio, Il Tempo, Globo, La Città Libera e Libera Stampa[1].
Dopoguerra e principali incarichi diplomatici
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1946, Roberto Ducci partecipò alla Conferenza della pace di Parigi come segretario della delegazione italiana, occupandosi principalmente delle questioni confinarie e contribuendo alla redazione dello storico discorso di De Gasperi[1]. Tra il 1947 e il 1949 fu destinato alle ambasciate di Varsavia e di Rio de Janeiro e, tra il 1950 e il 1955, a Parigi, presso le rappresentanze italiane alla NATO e all'OECE[2]. Successivamente fu membro della delegazione italiana alla conferenza di Bruxelles sulla CEE ed Euratom e Presidente del Comitato tecnico incaricato della redazione dei Trattati di Roma del 1957[2]. Ambasciatore ad Helsinki, nel 1958, Ducci fu anche a capo della delegazione italiana nei negoziati per la prima candidatura d'adesione del Regno Unito alla Comunità Economica Europea (1961-1963)[2]. Dal 1964 al 1967 fu ambasciatore a Belgrado e, dal 1967 al 1970, a Vienna[2]. È stato direttore generale degli Affari politici, dal 1970 al 1975[2]. In tale veste fu presente agli accordi di Helsinki[1]. Oltre all'Europa a sei, la questione nucleare fu un elemento cruciale delle sue riflessioni sulla necessità dell'Europa integrata di recuperare una capacità nucleare autonoma[1]. Fu, infine, ambasciatore a Londra, dal 1975 al 1979, anno in cui fu collocato a riposo per raggiunti limiti d'età[2].
Ultimi anni
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1979, Roberto Ducci si candidò nella lista della Democrazia Cristiana, alle prime elezioni per il Parlamento europeo, senza essere eletto. Narrò tale vicenda in uno dei suoi ultimi volumi: Candidato a morte[1] Fu, poi, consigliere di Stato, e docente universitario a La Sapienza sull'arte del negoziato diplomatico[1]. Il Ministero degli Esteri gli ha dedicato la sala riunioni della Direzione generale degli Affari politici al secondo piano del Palazzo della Farnesina[1].
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Prima età di Napoleone, Vallecchi, Firenze, 1933.
- Il territorio del Bacino della Saar, Sansaini, Roma, 1934.
- Questa Italia. Saggio sul fascismo e dopo, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1948.
- L'Europa incompiuta, CEDAM, Padova, 1970 (con Roberto Olivi).
- D'Annunzio vivente, Arnoldo Mondadori Editore, Vicenza, 1973.
- I contemporanei, Edizioni Editip, Torino, 1976.
- L'innocenza - Cantilene, Rebellato Editore, S. Donà di Piave, 1978.
- Twenty-Four Hours at n. 4, Grosvenor Square, Sidgwick & Jackson, London, 1978.
- Libro di musica (Poesie), Rebellato Editore, Fossalta di Piave, 1980.
- I capintesta, Rusconi, Milano, 1982.
- Candidato a morte, Li Causi, Bologna, 1983.
- Quattro tesi per la legislatura, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1984 (insieme ad altri).
- La bella gioventù, Il Mulino, Bologna, 1996, pubblicato postumo, a cura di Guido Lenzi.
- Le speranze d'Europa. Carte sparse 1943-1985, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2007, pubblicato postumo, a cura di Guido Lenzi.
- Due valigie di dollari. Diplomazia in guerra, Le Lettere, Firenze, 2009, pp. 88 (con un saggio di Enrico Serra).[3]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Francesca Vanzi, Roberto Ducci. Un diplomatico e un poeta, in: Rivista di studi internazionale, vol. 76, n. 4, 2009
- ^ a b c d e f g Scheda biografica di Roberto Ducci, su baldi.diplomacy.edu. URL consultato il 7 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
- ^ Scheda bibliografica, su baldi.diplomacy.edu. URL consultato il 28 novembre 2022.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Enrico Serra, Roberto Ducci, in: Professione: Ambasciatore d'Italia (volume primo), Franco Angeli, Milano, 1999.
- Stefano Baldi, Pasquale Baldocci, La penna del diplomatico, FrancoAngeli, Milano, 2004.
- Maria Grazia Melchionni, La genèse des traités de Roma. Entretiens inédits avec 18 acteurs et témoins de la négociation, Economica, Paris, 2005.
- Francesca Vanzi, Roberto Ducci. Un diplomatico e un poeta, in: Rivista di studi internazionale, vol. 76, n. 4, 2009.
- Guido Lenzi, Luciano Monzali, Rossella Pace (a cura di), "Carissimi amici”. La diplomazia parallela di Roberto Ducci (1970-1975), Aracne Editrice, Roma, 2019.
- Roberto Ducci (PDF), collana Collana di testi diplomatici, Roma, Ministero degli Affari Esteri.Servizio Storico e Documentazione - Ufficio Studi, 1989. URL consultato il 16 febbraio 2022.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Carriera diplomatica (Italia)
- Diplomazia
- Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale
- Poeta-diplomatico
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Roberto Ducci, su baldi.diplomacy.edu. URL consultato il 7 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
- Corriere della Sera, 12 aprile 1996, su archiviostorico.corriere.it.
- La Repubblica, 10 marzo 1985, su ricerca.repubblica.it.
- Schede bibliografiche dei libri di Roberto Ducci in Stefano Baldi - Penna del Diplomatico. Libri Pubblicati da Diplomatici italiani
- Portale Storico della Presidenza della Repubblica, su archivio.quirinale.it. URL consultato il 1º maggio 2023.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 119957728 · ISNI (EN) 0000 0001 1086 1750 · SBN CFIV010325 · LCCN (EN) n82094422 · GND (DE) 11955268X · BNF (FR) cb12679669q (data) · J9U (EN, HE) 987007351640405171 |
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