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Carassai

Coordinate: 43°01′55.86″N 13°41′01.43″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Rocca Monte Varmine)
Carassai
comune
Carassai – Stemma
Carassai – Bandiera
Carassai – Veduta
Carassai – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Marche
Provincia Ascoli Piceno
Amministrazione
SindacoGianfilippo Michetti (lista civica Viviamo) dal 27-5-2019 (2º mandato dal 10-6-2024)
Territorio
Coordinate43°01′55.86″N 13°41′01.43″E
Altitudine365 m s.l.m.
Superficie22,24 km²
Abitanti992[1] (31-5-2024)
Densità44,6 ab./km²
FrazioniRocca Monte Varmine
Comuni confinantiCossignano, Montalto delle Marche, Monte Vidon Combatte (FM), Montefiore dell'Aso, Ortezzano (FM), Petritoli (FM), Ripatransone
Altre informazioni
Cod. postale63063
Prefisso0734
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT044010
Cod. catastaleB727
TargaAP
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 2 067 GG[3]
Nome abitanticarassanesi
Patronosan Barnaba
Giorno festivo11 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Carassai
Carassai
Carassai – Mappa
Carassai – Mappa
Posizione del comune di Carassai nella provincia di Ascoli Piceno
Sito istituzionale

Carassai (Carassà in dialetto carassanese[4]) è un comune italiano di 992 abitanti della provincia di Ascoli Piceno nelle Marche.

Geografia fisica

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Carassai è posto sulla cresta che divide le valli dell'Aso e del Menocchia, a 365 m.s.l.m.

Il comune si trova nella provincia di Ascoli Piceno, sulla sommità di tre colli che svettano tra i Monti Sibillini ed il mare Adriatico.

Valle del torrente Menocchia da Carassai

La posizione ne caratterizza la tipologia di clima temperato caldo mediterraneo. A Carassai il clima è caldo e temperato. Esiste una piovosità significativa durante tutto l'anno. Anche nel mese più secco si riscontra molta piovosità. La classificazione del clima è Cfa come stabilito da Köppen e Geiger. In Carassai si registra una temperatura media di 14.1 °C. 776 mm è il valore di piovosità media annuale. La temperatura media del mese di luglio, il mese più caldo dell'anno, è di 23.3 °C. Con una temperatura media di 5.0 °C, gennaio è il mese con la più bassa temperatura di tutto l'anno. Il mese più secco ha una differenza di precipitazioni di 39 mm rispetto al mese più piovoso. Le temperature medie variano di 18.3 °C durante l'anno. Il mese più secco è luglio con 47 mm. Novembre è il mese con maggiore piovosità, avendo una media di 86 mm[5].

Origini del nome

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Nell'XI-XII secolo in tale sito doveva sorgere un villaggio, che trovandosi a pochi chilometri dal fiume Aso era stato denominato Asignano (Asinanum), forse dai suoi abitanti. Tra il 1200 e il 1400 l'insediamento assunse il nome di Carnassalis (Carnasciale). Solo successivamente, e a seguito di adattamenti linguistici, il nome Carnassalis sarebbe divenuto l'odierno Carassai: a conferma di ciò si segnala che, dopo la metà del Cinquecento, almeno nell'uso comune, il paese e già indicato col termine Carassai.
Di seguito la serie di denominazioni rintracciate in documentazioni storiche[6].

  • CASTRUM GUARDIE - Serie di visite pastorali dal XV al XVII secolo - Archivio Storico Arcivescovile di Fermo.
  • CARLASSALIS - 1244 nell'assegnazione in commenda Innocenzo IV
  • CARRASCIALE - 1290 Rationes Decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV - Marchia
  • CARRASCALE - 1292 Rationes Decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV - Marchia
  • CARRASSALE - 1314 Divisione dei beni a Lino...
  • CARNASSALE - 1321 cessione a Fermo - 1325 da Giovanni XXII
  • CARASSALE - 1364 Cardinale Albornoz
  • CARNASALE - 1373 autorizzazione a costruire le mura
  • CARNASCIALE - 1600 Fiera di San Barnaba

Dai numerosi reperti in pietra di epoca preistorica (punte di frecce, coltelli, raschiatoi, etc.) conservati presso il locale museo, possiamo desumere che il territorio di Carassai fosse densamente abitato fin dal Neolitico.

Età piceno-romana

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Si può avanzare l'ipotesi che l'intero territorio carassanese fosse densamente popolata già al tempo dei Piceni, la dorsale collinare ed i sottostanti pendii dovettero essere abitati da diverse tribù, che avevano edificato un numero considerevole di piccoli villaggi, localizzati presso siti ben difendibili e non lontani da sorgenti o corsi d'acqua. Con la romanizzazione del Piceno, iniziata nel III secolo a.C., i villaggi furono gradualmente sostituiti dai vicus, come testimoniato dal ritrovamento di numerosi reperti di epoca romana.

Sappiamo, da un passo di Plinio il Vecchio nel suo Naturalis historia[7], che esisteva, ancora senza risposte sicure, sulle colline a ridosso del mare, la città di Novana. Ebbene una delle ipotesi su questa città romana scomparsa, pone la collocazione di Novana proprio nel territorio di Carassai. [8] [9] [10] [11] [12] [13] [14]

Intorno all'anno Mille, nel territorio dell'odierna Carassai sorgevano numerosi luoghi di culto, oltre a svariati castelli la cui importanza era relazionata al numero degli abitanti, all'efficacia delle difese e alla vastità dei possedimenti; i centri fortificati di maggior rilievo erano quelli di Monte Varmine, Camporo e Carassai.

In questo periodo la terra non aveva però la denominazione attuale, bensì quelle di Guardia, Castrum Guardiae o Castrum Carnassalis.

All'inizio del XIII secolo la terra sarebbe poi passata in proprietà alla famiglia dei Brunforte, signori di Massa. Nel 1321, con due strumenti rispettivamente del 23 e 26 agosto, attualmente conservati nel fondo diplomatico dell'Archivio Comunale di Fermo, Lino di Guglielmo di Massa, in quel momento signore di Massa, insieme al "Scindicus" della comunità (sindaco dal tardo latino syndĭcus), Matteo Benvenuti, sottomette e vende il castello di Carassai alla città di Fermo, con tutti i diritti di mero e misto impero che vi godeva. Da allora Carassai entrò a far parte dello stato di Fermo seguendone le sorti.

Da un altro documento del 1373, anch'esso conservato presso l'Archivio Comunale di Fermo, si apprende che il castello di Carassai era stato bruciato e distrutto nel corso della ribellione di Petrocco da Massa e successivamente ricostruito.

Dal 1377 al 1387 Carassai fu una piccola signoria, al confine tra gli Stati di Fermo e di Ascoli Piceno, quando signore di Carassai fu Boffo da Massa,(Filippo Tibaldeschi di Massa) un capitano di ventura, che aveva assoggettato anche Castignano, Cossignano e Porchia.

Nell'ottobre 1443, allorché le truppe di re Alfonso V d'Aragona si mossero per saccheggiare il castello di Petritoli, Carassai offrì ospitalità e rifugio agli abitanti.

Siamo nella metà del XV secolo, san Giacomo della Marca viene chiamato per ben due volte dai cittadini di Carassai per risolvere alcune questioni di confine con i paesi vicini. La prima volta nel 1451 intervenne per conciliare Carassai con Petritoli, anche se la questione si definì solo nel 1472.

La seconda volta fu nel 1454, mentre era a Ripatransone, fu chiamato come mediatore per risolvere alcune questioni di confine con Carassai. A testimonianza della riconciliazione, propose l'erezione della chiesa di Santa Maria del buon Gesù e vi intronizzò una statua della Madonna in legno policromo.

Sempre compreso all'interno dei territori dello Stato pontificio fino al 1797, Carassai fu poi interessato alle varie vicende cui quest'ultimo fu sottoposto in seguito all'invasione francese della Marca prima e all'instaurazione del Regno d'Italia napoleonico dopo. Pertanto Carassai fece parte dapprima della Delegazione di Fermo, Distretto di Fermo, Governo di Montefiore fino al 1817, mentre dal 1827 passò nella Delegazione di Fermo ed Ascoli, Distretto di Montalto, come podesteria dipendente dal Governo di Montalto e infine dal 1831 nella Delegazione di Ascoli, ma sempre all'interno del Distretto e Governo di Montalto.

Lo stemma comunale e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 2 maggio 1996.[15]

«Di azzurro, ai tre colli all'italiana, uniti, d'oro, fondati sulla pianura di verde, cimati ognuno dalla spiga di grano, d'oro, il colle centrale, più alto, dalla spiga posta in palo, il colle a destra della spiga posta in banda alzata, il colle a sinistra dalla spiga posta in sbarra alzata. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture Religiose

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Chiesa di Santa Maria del Buon Gesù - Interno
Chiesa di Santa Maria del Buon Gesù - Cappella Sx

Il primitivo impianto della chiesa, una semplice aula, venne eretto fuori dalle mura del castello intorno al 1470, forse su iniziativa di San Giacomo della Marca, che introdusse questo particolare culto mariano. Nel 1532 la chiesa fu riedificata con un impianto a tre navate e nel corso del XVIII secolo vennero apportate delle nuove modifiche: a partire dall'aggiornamento degli apparati decorativi cinquecenteschi, adeguati al corrente gusto barocco, fino al rialzamento della navata centrale, portata a termine nel 1742. Al suo interno troviamo, tra le altre pregevoli opere artistiche, una tela di Andrea Boscoli rappresentante la Crocifissione (1601).[16]

Chiesa di San Lorenzo martire

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Castello Vecchio Chiesa di San Lorenzo notturna
Il Castello Vecchio di Carassai nelle Marche

La chiesa di San Lorenzo martire fu costruita nel 1424, si trova all'interno del Castello Vecchio, il nucleo più antico del paese.

Oratorio di Santa Monica

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Oratorio di Santa Monica
Interno dell'Oratorio di Santa Monica

L'oratorio di Santa Monica è piccola chiesa datata 1699, presente in piazza Matteotti, in stile tardo-barocco. Recentemente ristrutturata, è diventata un piccolo scrigno di interessanti tesori d’arte, tele e tavole ancora in corso di attribuzione.[17]

Chiesa di Sant'Angelo in Piano

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La chiesa di Sant'Angelo in Piano è di chiara origine monastica e la sua costruzione è da collocare attorno all'anno mille (957). Alcuni documenti attestano la presenza, fin dal 1055, nei pressi della chiesa, di un monastero di monaci benedettini.[18] Nel XIV secolo il monastero sarà meta di numerosi pellegrinaggi, inoltre diversi vescovi gli concessero l'onore di distribuire le indulgenze ai fedeli. La Chiesa, dopo il restauro del 1997, si presenta ad una sola grande navata con l'ingresso posto sulla facciata rivolta ad ovest, impreziosito da arcate lavorate in cotto di sapore gotico. Sempre sulla facciata si apre una finestra rettangolare a sostituzione di un probabile rosone mentre al lato svetta il piccolo campanile a vela, con due alloggiamenti per le campane, purtroppo vuoti. Sotto la chiesa sono presenti i resti della cripta con diversi cunicoli.[19][20]

Chiesa di Santa Maria delle Grazie

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Santa Maria delle Grazie Carassai

La chiesa di Santa Maria delle Grazie si trova ad un chilometro dal Paese ed è una piccola chiesa molto amata dalla popolazione. Si tratta della chiesa rurale di Santa Maria delle Grazie, più comunemente nota come “La Madonnetta”. La chiesa fu eretta nel 1850 grazie alle elargizione dei fedeli, presenta una struttura semplice, ma ben articolata, caratterizzata da un grazioso campanile a vela ed è stata ristrutturata recentemente.[21]

Chiesa di San Pietro

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Chiesa di San Pietro a Rocca Montevarmine

La chiesa di San Pietro si trova all'interno del Castello di Rocca Monte Varmine, oggi non visitabile.

Chiesa di San Luca

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Chiesa di San Luca al Cimitero di Rocca Montevarmine

La chiesa di San Luca si trova all'interno del cimitero rurale di Rocca Monte Varmine. La chiesa esisteva già nel 1473 e fu ricostruita nel 1718 a pochi passi di distanza da quella antica. Il cimitero attorno a San Luca fu realizzato nel 1900.

Architetture Civili

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Camminamenti Militari a Carassai
Porta da Bore

Le Mura antiche di Carassai sono strutture alte circa 8,9 metri dei secoli XIII-XIV con contrafforti, cordolature, tracce di beccatelli, muratura in pietrame a scarpa e presentano di merlature ghibelline. Visitando il paese si possono ammirare:

  • I camminamenti militari: edificati tra il Trecento e il Quattrocento, rappresentano il luogo più suggestivo di Carassai, sono in sostanza un passaggio semisotterraneo per le truppe che ha preso la forma attuale quando, nel ‘500, fu autorizzata dalle autorità fermane la costruzione di case a ridosso delle mura cittadine.
  • Porta da Bore, la porta settentrionale del castello vecchio;
  • Porta dello Sportello
  • Porta Marina o da Sole
  • Torrione Mariucci - una delle torri a forma di baluardo-pentagono risalente al XV secolo. Il Torrione presenta grosse cannoniere rotonde.
  • Torri di Guardia - le mura erano rafforzate da otto torri rompitratta.

Il castello vecchio

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Castello Vecchio di Carassai

Il castello vecchio è il nucleo più antico di Carassai che nel tempo è andato a costituire la Cittadella del Castello Nuovo. A pianta circolare, questo nucleo di abitazioni conserva un’atmosfera unica e un ambiente ideale per soggiorno turistico vacanziero. Qui non circolano auto e i pochi abitanti non trovano difficoltà, con la bella stagione, a mettere fuori i tavoli per il pranzo o la cena.

Lavatoi pubblici

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I Lavatoi pubblici furono realizzati nei primi del Novecento con una tettoia dalle decorazioni al piombo e lavabi in travertino, dove le donne del paese si recavano a lavare i panni fino agli anni settanta.

Il portale del Palazzo nobiliare di Boffo da Massa

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Portale Boffo da Massa

Il vignolesco portale del Palazzo Garulli, che, secondo la tradizione popolare, fu dimora di Boffo da Massa, signore di Carassai tra 1380 e il 1387.

Palazzo Comunale

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Il Palazzo Comunale ospita il museo civico archeologico Antiquarium (in mostra i reperti che sono stati raccolti, attraverso gli anni, nel territorio comunale).

Il nuovo cimitero di Carassai

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Vista del Nuovo Cimitero di Carassai
Nuovo Cimitero

Il nuovo cimitero di Carassai fu progettato dal famoso architetto urbanista romano ma di origini carassanesi, Mariano Pallottini.

Palazzi Nobiliari

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Palazzo Fioretti a Carassai
Palazzo Fioretti l'ingresso

I Palazzi Nobiliari di Carassai sono:

  • Palazzo Garulli: da esso sortirono Pancrazio, nato nel 1580, celebre condottiero, presente, con i suoi armati, in quasi tutte le battaglie delle Marche, dove fece rifulgere il suo valore, e Filippo Antonio, che viveva verso il 1775 e fu buon poeta.[22]
  • Palazzo Andreani - sede di mostre d'arte negli spazi ottocenteschi
  • Palazzo Polini - Fioretti[23]
  • Palazzo Vannozzi: costruito nel secolo XVIII fu casa natale dell'emerito cittadino di Carassai, Mariano Vannozzi.

Torre dell'Orologio

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La Torre dell'Orologio è una delle due opere realizzate su progetto del citato, architetto, urbanista Mariano Pallottini.

Castello di Rocca Monte Varmine

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Carassai Rocca Montevarmine
Carassai Rocca Montevarmine in Inverno

A 4 km dal paese di Carassai, si erge imponente il castello di Monte Varmine, del XIV secolo con resti del IX, di probabile origine longobarda; si tratta di uno dei castelli delle Marche, rimasto integro, con le sue mura poderose, l'alta torre dai merli ghibellini (35 m), munita di arciere e piombatoi.

È uno dei pochi esempi di fattoria fortificata del Piceno. Dall'alto mastio della rocca, si può ammirare e contemplare un paesaggio multiforme.

Il castello è stato meta di visitatori e costituisce un polo di attrazione per tutta la zona ed un punto di riferimento storico per i paesi circostanti, oltre ad un punto paesaggistico, visto che si erge su un colle tra il verde di piante secolari.

Pur insistendo sul territorio di Carassai, Rocca Monte Varmine è proprietà del comune di Fermo, che l'ha ereditata dall'Opera Pia Brefotrofio, insieme ai suoi 700 ettari di terreno.

Purtroppo in questo periodo non è visitabile date le sue precarie, seppur parziali, condizioni.[24]

Parchi e luoghi pubblici

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I giardini pubblici

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Giardini Pubblici a Carassai
Giardini Pubblici l'ingresso

I giardini pubblici rappresentano uno dei luoghi più ameni, ideale per le famiglie, che soprattutto nella bella stagione, offre una stupenda passeggiata fra alberi secolari, cespugli odorosi, prati verdi e fioriti allo sciacquio discreto della fontana pubblica.

Altri luoghi d'interesse

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Roverella di Carassai Albero monumentale delle Marche
Roverella di Carassai

A Carassai (AP), in località San Vito, vegeta una roverella (Quercus pubescens), Scheda n. 203 de "Le Formazioni Vegetali Monumentali delle Marche", teatro di uno scontro tra partigiani e truppe tedesche; sul tronco sono ancora presenti i proiettili di fucile sparati durante un conflitto a fuoco tra partigiani e tedeschi e la sofferta, contorta morfologia dell’albero sembra proprio ricordare l’asprezza dello scontro.[25]

Ruderi della Castelletta

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Ruderi della Castelletta

I Ruderi della Castelletta sono misteriosi e suggestivi, sono i probabili resti di una torre di avvistamento e segnalazione che si connetteva otticamente ad altre strutture del genere fino alla costa e da Carassai ad altre località dell'entroterra. Sono i resti di quello che un tempo era il sistema di allarme contro la più devastante sciagura dell'epoca fra il X secolo e l'XI secolo): le scorribande dei pirati saraceni.

La fonte di Campone

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La fonte di Campone possiede un nome è alterato nel tempo. Anticamente si chiamava Fonte di Camporo dal nome dell'antico Castello di Camporo che sorse su un insediamento che esisteva già nel 1063 e fu distrutto durante gli assedi avvenuti nel 1325 e nel 1363. La fonte si trova, sul fondo di una valle, caratterizzata da un pendio scosceso verso nord-ovest e risulta attualmente coperta dai rovi.

Atelier Artistico Maurizio Virgili

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Atelier Artistico Vittorio Virgili

Maurizio Virgili è un artista che lavora nel suo atelier presso il Castello Vecchio di Carassai dove non circolano auto, motorini o bici e dove, anche in estate, i residenti sono molto pochi. È possibile osservarlo all'opera, circondato dall’atmosfera tranquilla dei vicoli.

Mulino ad acqua

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Mulino ad acqua

Il mulino ad acqua di Rocca Monte Varmine nei pressi della chiesa di Sant'Angelo in Piano è un edificio che, seppure vicinissimo alla strada interna che dall'Aso porta al castello, è attualmente difficile da individuare. Questo mulino ad acqua era ancora in uso nella prima metà del secolo scorso e i più anziani ne conservano un ricordo preciso. Una ricerca del sistema di adduzione dell'acqua ha evidenziato l'antico tracciato, rilevato dalla cartografia del Catasto Gregoriano risalente agli inizi dell'Ottocento[26]. La recente pratica della coltivazione intensiva dei fondi ha fatto sì che l'originario canale venisse ricoperto per consentire un transito più agevole dei mezzi agricoli. Il mulino sebbene abbia conosciuto progetto di recupero[27] che prevedeva la ricostruzione dell'immobile con tecniche e materiali conformi all'originaria, è tornato quasi al suo originale stato di abbandono.

Cimitero rurale di Rocca Montevarmine

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Cimitero rurale di Rocca Monte Varmine
Cimitero di Rocca Montevarmine

Il cimitero rurale di Rocca Montevarmine fu realizzato nel 1900 attorno alla chiesa di San Luca costruita nel 1718 a pochi passi di distanza da quella antica del 1473.

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[28]

Etnie e minoranze straniere

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Secondo i dati ISTAT[29] al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di 104 persone (9,45%).

Il dialetto carassanese fa parte dei Dialetti marchigiani meridionali, detti anche dialetti abruzzesi settentrionali o dialetti aso-truentini[30] o anche dialetti piceni[31], sono un gruppo di varietà dialettali parlate in gran parte della Provincia di Ascoli Piceno e in alcune zone di confine nelle province circostanti, a cavallo tra le Marche e l'Abruzzo. Questi dialetti condividono molti elementi in comune con gli altri dialetti italiani meridionali, ma possiedono molte caratteristiche proprie, tanto da essere considerati un gruppo a parte all'interno dei dialetti meridionali. Il dialetto carassanese, però, è ascrivibile al dominio linguistico del dialetto fermano (uno dei dialetti detti genericamente maceratesi-fermano-camerti) e per questa particolarità nel definirlo viene preferito il nome di dialetto piceno piuttosto che dialetto marchigiano meridionale.

Il dialetto Fermano ha prodotto specie nell'area tra Carassai e Ripatransone, il fenomeno del cosiddetto "doppio inventario vocalico"(concordanza sostantivo-aggettivo, soggetto-verbo, soggetto-verbo-oggetto).

Il dialetto carassanese, come tutti i dialetti marchigiani, ha similitudini a sé stanti con tutte le località distribuite a pettine lungo il corso del fiume che ha dato vita alla valle che sovrasta, in questo caso l'Aso. Queste località sono Pedaso, Campofilone, Montefiore dell'Aso, Carassai appunto, la Valdaso di Montalto delle Marche, Comunanza e Montemonaco nell'ordine di successione dal mare ai monti. Questo significa che ci sono più similitudini dialettali lungo le vallate, magari anche dallo stesso versante collinare, che fra località anche meno distanti, ma che un tempo erano più difficili da raggiungere.

I dialetti di Carassai, Montefiore e Force

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Nella Val d'Aso, i dialetti di Carassai e Montefiore dell'Aso sono stati tanto "contaminati" da perdere la maggior parte delle caratteristiche meridionali, conservando pochi elementi arcaici esclusivamente tra i parlanti più anziani.

Nei dialetti di Carassai, Montefiore e Force l'influenza fermana è stata e continua ad essere molto forte, tanto che l'inventario debole abruzzese e quello forte marchigiano si sono fusi dando vita ad un unico inventario misto. Infatti oltre ad aggettivi e pronomi personali, anche molti sostantivi assumono desinenze forti (tìmbu per "tempo", pùrci per "maiali", pèrsica per "pesca"), altri sostantivi, insieme ad avverbi e forme verbali, mantengono invece la forma debole (Asë per il fiume Aso, quànnë per "quando", currènnë per "correndo").

Questa situazione di interferenza e transizione può essere ben vista nella poesia in carassanese "A Carassà, nome verità" di Pino Ciocca, di fianco riportata.

In queste varietà la "metafonesi" è oggi estremamente recessiva, a differenza dei territori posti sia a sud che a nord. Dall'altra parte questi dialetti non presentano alcuno scadimento delle atone finali ma si limitano, come nella vicina Petritoli, a terminare le prime persone dei verbi in -e., come per alcuni avverbi (ecche per "qui").

Geografia antropica

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L'antico borgo di Carassai è formato da due nuclei di origine medievale. Il primo, denominato Castello Vecchio, sembra risalire all'epoca feudale; nel corso del tempo subì numerose distruzioni e fu più volte ricostruito. La seconda entità è costituita dal cosiddetto Castello Nuovo, edificato a partire dagli ultimi decenni del Trecento, ma sviluppatosi soprattutto nel XV secolo.

Rocca Monte Varmine

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Rocca di Monte Varmine fa parte del comune di Carassai, in provincia di Ascoli Piceno, nella regione Marche.

La frazione o località di Rocca di Monte Varmine dista 4,76 chilometri dal medesimo comune di Carassai di cui essa fa parte.

Altre frazioni o Località

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Del comune di Carassai fanno parte anche le frazioni o località di Biondi (1,85 km), Casali (2,42 km), Case sparse (-- km), Colle Monte Varmine (3,22 km), Giacobbi (2,47 km), Madonnetta (0,99 km), Menocchia (5,07 km), Pennesi (0,67 km), Silos (0,55 km), Zona Artigianale Val Menocchia (1,61 km)[32].

Infrastrutture e trasporti

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Il comune di Carassai si trova in Provincia di Ascoli Piceno sulla linea di confine con la Provincia di Fermo.

Il comune di Carassai è raggiungibile dall'A14 Bologna - Taranto, dai caselli di Pedaso e Grottammare. Dista, inoltre 17 km dalla SS16 Adriatica. Il comune è inoltre servito dalle strade provinciali:

Autobus, Treno, aereo, nave

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Amministrazione

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Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1947 1956 Armilleo Mecozzi DC Sindaco [33]
1956 1960 Enrico Pallottini DC Sindaco [33]
1960 1964 Ulderico Marcozzi DC Sindaco [33]
1964 1970 Rodolfo Pomioli DC Sindaco [33]
1970 1975 Vincenzo Mattioli DC Sindaco [33]
1975 1980 Abramo Vespasiani DC Sindaco [33]
1980 1985 Abramo Vespasiani DC Sindaco [33]
19 giugno 1985 24 maggio 1990 Abramo Vespasiani DC Sindaco [34]
24 maggio 1990 24 aprile 1995 Vincenzo Polini DC Sindaco [34]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Tiziana Pallottini Lista civica Sindaco [34]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Tiziana Pallottini Lista civica Sindaco [34]
14 giugno 2004 7 giugno 2009 Luigi Polini Lista civica Sindaco [34]
8 giugno 2009 24 maggio 2014 Tiziana Pallottini Lista civica Sindaco [34]
25 maggio 2014 26 maggio 2019 Vincenzo Polini Lista civica Sindaco [34]
27 maggio 2019 9 giugno 2024 Gianfilippo Michetti Viviamo Carassai Sindaco [34]
10 giugno 2024 in carica Gianfilippo Michetti Viviamo Sindaco [34]
  • Scuola dell'infanzia - Conosciuta anche come "scuola materna". Per bambini fino a 5 anni.
  • Scuola primaria - È la "scuola elementare". Bambini da 5 a 11 anni. Ha una durata di cinque anni.
  • Scuola secondaria di primo grado - Comunemente detta scuola media o scuola media inferiore, rappresenta il primo livello del secondo ciclo di studio dell'istruzione obbligatoria. Dura tre anni, dagli 11 ai 14 anni.
  • Biblioteca comunale, sita presso il palazzo municipale.
  • Biblioteca privata
  • Archivio storico comunale, sito presso il palazzo municipale.

Antiquarium comunale di Carassai

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Il museo dispone di circa quattrocento reperti, più della metà dei quali sono di età romana, con presenza di un modesto numero di materiali pre-protostorici e preromani. I materiali provengono tutti dal territorio di Carassai: principalmente dall'area di Rocca Monte Varmine, dalla località San Vito e dalla necropoli di Sant'Agata, ma anche da numerosi fondi agricoli situati in prossimità del fiume Aso e del torrente Menocchia[35][36].

Museo della Civilta Contadina e Tradizioni Popolari

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Il Museo, di recente allestimento, è ubicato nei locali della vecchia farmacia. In mostra un'assortita raccolta di testimonianze della civiltà contadina dal XVII secolo alla seconda guerra mondiale. Sono esposti gli attrezzi di lavoro del contadino, del falegname, del bottaio, del fabbro, del maniscalco, del carpentiere, oggetti di uso quotidiano e giochi dei bambini. Pentole, stoviglie, contenitori vari e gli strumenti utilizzati per la tessitura.

Associazioni culturali

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Associazione Archeoclub d'Italia

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L'Associazione Archeoclub d'Italia Onlus sede di Carassai è costituita da volontari, riuniti nella sede locale, che operano attraverso attività culturali che, risvegliano l’attenzione dei concittadini e mettono in luce le tipicità del territorio promuovendolo al di fuori dei propri confini.[37]

Associazione culturale Sibilla Arte

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L'Associazione culturale Sibilla arte è uno spazio dedicato all'arte visiva, alla fotografia, agli incontri sui temi dell'attualità dell'arte, alle lettere, alla poesia, alla conoscenza e conservazione territorio[38].

Carassai e Carassanesi nel Mondo

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Per il momento "Carassai e Carassanesi nel Mondo" è solo una pagina Facebook di semplici affezionati a questo borgo delle Marche, non un'associazione vera e propria. I risultati, però, raggiunti soprattutto nell'attività di ricerca, datazione, catalogazione e divulgazione di vecchie foto di vario genere, ne fanno una lodevole iniziativa di alto valore culturale per la memoria storica di Carassai.[39]

La cucina tradizionale di Carassai può offrire al turista un appagante viaggio nella gastronomia del piceno e delle Marche. La cucina di Carassai rispecchia le peculiarità di un territorio che in una distanza contenuta, presenta marcate differenziazioni paesaggistiche e geografiche.

Nella cucina carassanese troviamo vari tipi di pasta: ravioli, cannelloni, vincisgrassi, tagliatelle, pappardelle, taccù (sorta di maltagliati), tajulì pilusi (versione povera delle tagliatelle), frascarelli, tortellini e cappelletti. Troviamo inoltre la polenta, gli gnocchi, minestre e zuppe come la stracciatella. Sughi tradizionali sono a base di pomodoro, carne di maiale, pesce e verdure.

Tra le carni primeggia quella suina, con salumi (insaccati e non) e tagli da arrostire o per fare sughi. Tra il pollame, il pollo, l'anatra e il tacchino. Tra gli ovini, l'agnello e il castrato. Altre carni tipiche della cucina carassanese sono la carne bovina e il coniglio. Piatti tipici a base di interiora sono la coratella di agnello (preparata con fegato, polmoni, cuore e altre interiora, con uova e servita come antipasto), le frattaglie di vitello, le spuntature (pajata al forno), la trippa, i fagioli con le cotiche e i fegatini. Tra i salumi sono da annoverare il ciauscolo e i tradizionali salami, lonza o coppa (capocolli), prosciutti. Le salsicce (di carne e di fegato) occupano un posto di rilievo rappresentando il piatto principe della tradizionale “Sagra della Salsiccia alla Brace”. Altri piatti della tradizione sono le carni di pollo, coniglio o agnello, spezzate e rosolate in padella, nella cottura definita ngip 'ngiap. Altri piatti sono la galantina, l'arrosto, il sanguinaccio, i piccioni (soprattutto ripieni). La porchetta non manca mai, soprattutto in occasioni di feste e fiere.

Tipico delle feste di paese è la frittura di pesce (calamari e pesce azzurro) nello strutto. Tra i più tradizionali sono, il baccalà e lo stoccafisso. Piatti a base di molluschi annoverano seppie e calamari ripieni al forno.

Verdura e legumi

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Tra i piatti a base di verdure e legumi ci sono zuppe, insalate e grigliate. Piatto tipico della cucina povera è la mëstëcànza (misticanza), un'insalata mista di varie erbe e verdure rigorosamente cercate nei prati. Carciofi, broccoli e zucchine sono stufati al verde, bolliti o fritti.

Pane, pizze e dolci

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La zuppa inglese è un dolce molto diffuso e viene comunemente chiamato pizza dolce. Dolci e biscotti con mosto, maritozzi, pizze col mosto, torte di ricotta e crostate sono altri dolci tradizionali. Dolci tipici delle feste sono: le ossa e le fave dei Morti (dolci dei morti), la pizza di Pasqua (con impasto lievitato e l'aggiunta di canditi, da consumare nell'occasione della colazione della mattina di Pasqua), il frustingo (dolce fatto con fichi secchi, miele e scorze di agrumi delle festività natalizie), il castagnaccio (con farina di castagne e frutta secca), le sfrappe, la cicerchiata e le castagnole di Carnevale, le zeppole di San Giuseppe (19 marzo).

La frittura è il piatto tradizionale del pranzo domenicale e della maggior parte delle celebrazioni. Le fritture tipiche di Carassai sono le olive ascolane (olive verdi denocciolate e ripiene di carne mista macinata dopo la cottura, impastate con parmigiano, rossi d'uovo e noce moscata impanate e fritte), i cremini (cubetti di crema fritta), verdure fritte (zucchine, carciofi, broccoli) e le cotolette impanate e fritte di agnello.

L'economia del comune è sia artigianale, sia industriale, sia agricola, sia turistica.

Nel settore agricolo, particolarmente apprezzate sono le produzioni di vini, quali l'Offida Rosso, il Rosso Piceno, Il Falerio dei Colli Ascolani, il Pecorino (vino), la Passerina e il Marche Rosso. La produzione vinicola di Carassai può vantare vini premiati con i “Tre Bicchieri” e menzioni del Gambero Rosso.

Artigianato e Industria

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Sul piano artigianale il comune presenta realtà nella produzione di Salumi e Dolci. Nell'industria il comune annovera realtà nel settore calzaturiero.

A livello turistico, il borgo è privilegiato dalla sua storia e dalla sua cultura, dalla posizione geografica e dalla sue tradizioni culinarie. Il paese è posto a pochi km dal Parco nazionale dei Monti Sibillini. Le località balneari come Cupra Marittima e Pedaso distano pochi chilometri e il paese conosce anche un turismo di tipo escursionistico dei villeggianti della marina. Nutrita è l'offerta nell'ospitalità e nella ristorazione con diversi agriturismi, case per vacanza, bed and breakfast, campeggi, camper service.

Numerosi sono gli eventi annuali che hanno luogo nel borgo ma uno su tutti è in grado di attrarre migliaia di partecipanti: La “Sagra della Salsiccia alla Brace”. Un evento organizzato dalla Polisportiva Carassai che ha luogo da più di 40 anni nella settimana a cavallo di Ferragosto.

La squadra di calcio locale, la Polisportiva Carassai, disputa il campionato di Terza Categoria marchigiana girone G.

A Carassai c'è anche una squadra di calcio a 5 che milita in Serie D, ma gioca le partite a Montefiore dell'Aso, presso il palazzetto del paese.

Impianti sportivi

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Campo di Calcetto e Tennis con spogliatoi e docce
Campo di Calcetto e Tennis in sintetico
  • Stadio Comunale Rocca di Montevarmine, ha una capienza 600 posti, un manto erboso, dotato di docce e spogliatoi per due team sportivi più arbitro e misure di 102,20x63 m
  • Campo di allenamento dello Stadio Comunale Rocca di Montevarmine: è un piccolo campo da calcio delle dimensioni di un campo da calcetto.
  • Campo polivalente in Viale Adriatico, è una superficie al quarzo adatta a svariate attività: ginnastica, pattinaggio, passeggiate per anziani ed eventi
  • Campo di Calcetto-Tennis con superficie sintetica ed ammortizzante dell'impatto, gradinate per gli spettatori, spogliatoi e docce per gli sportivi.

Galleria d'immagini

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  • S. Virgili, Castrum Campori dopo le distruzione. Storia della “Madonnetta”. Carassai 1998.
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  • V. Galiè, Carassai, erede della romana Novana, Mediaprint, Grottammare, 1995
  • V. Galiè, Nell'Area di Novana, Nuova ipotesi per l’ubicazione della città romana, Biemmgraf, Macerata, 1985
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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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