Sancio Ruiz de Lihori
Sancio Ruiz de Lihori e Fernández de Heredia | |
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Visconte di Gagliano | |
In carica | 1409-1416 |
Successore | Sancio Ruiz de Lihori Centelles |
Altri titoli | Signore di Motta Sant'Anastasia |
Morte | 1416 |
Dinastia | Ruiz de Lihori |
Padre | Egidio Ruiz de Lihori |
Madre | Teresa Fernández de Heredia |
Consorte | Raimondetta Centelles |
Figli | Sancio |
Religione | Cattolicesimo |
Sancio Ruiz de Lihori | |
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Morte | 1416 |
Cause della morte | naturali |
Religione | Cattolicesimo |
Dati militari | |
Paese servito | Corona d'Aragona, Regno di Sicilia |
Anni di servizio | ?-1416 |
Grado | Grande ammiraglio |
Battaglie | Battaglia di Sanluri |
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Sancio Ruiz de Lihori e Fernández de Heredia, visconte di Gagliano (in spagnolo Sancho Ruiz de Lihori y Fernández de Heredia; ... – 1416), è stato un nobile e militare spagnolo del XV secolo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque in Aragona presumibilmente nella seconda metà del XIV secolo, da Egidio, signore di Cascante, e dalla di lui consorte Teresa Fernández de Heredia, di cui era il secondo di due figli.[1][2] Capostipite della sua famiglia fu un Hurtado, appartenente alla famiglia Ligorio, giunto nella Penisola iberica dall'Italia nel XIII secolo, per combattere contro i Mori al servizio del Re di Navarra, il cui figlio Rodrigo antepose a Lihori il cognome Ruiz.[3][4]
Milite al servizio di re Martino I di Aragona, giunse in Sicilia per sostenere l'insediamento al trono del regno isolano del figlio Martino il Giovane, che avvenne nel 1402 quando questi sposò la principessa Maria di Sicilia.[5] Il Re Martino lo ricompensò dei suoi servigi concedendogli in feudo le terre e i castelli di Mistretta, Capizzi (1406) e Caltanissetta, e il feudo di Ragalbuono, presso Licata (1407).[5] Il Lihori fu nominato dal Re quale uno dei suoi consiglieri, ma l'atteggiamento del sovrano aragonese verso di lui fu caratterizzato dall'eccessiva accondiscendenza tanto da divenire il suo favorito, e ciò scatenò la gelosia da parte di un altro consigliere, Bernardo Cabrera, conte di Modica.[6]
Nel 1402, aveva acquistato il feudo di Nixima[5], nel 1408, acquistò la terra e il castello di Motta Sant'Anastasia e fu nominato Gran camerlengo, e nel 1409 acquistò la terra di Gagliano, nel Val Demone, su cui ebbe investitura del titolo di visconte, ed ebbe la nomina a Grande ammiraglio del Regno di Sicilia, ufficio che tenne a vita.[5][7][8]
Prese parte alla spedizione aragonese in Sardegna contro il Giudicato di Arborea, e giunto a Cagliari il 12 giugno 1409, partì da detta città a capo di 1.500 cavalieri per accompagnare in ricognizione Pietro Torrelles, e giunse fino a Sanluri.[9] Qui, il 30 giugno si svolse la battaglia vinta dagli Aragonesi. Il Re Martino moriva poco dopo avendo contratto la malaria, e successivamente in Sicilia scoppiarono i disordini causati da Cabrera, che spinto dall'ambizione di impossessarsi del potere assoluto nell'isola, intendeva rimuovere dal trono la regina Bianca di Navarra, seconda moglie di Martino, avocando a sé il suo governo in qualità di Gran giustiziere. Nacque così un conflitto tra il Cabrera ed il Lihori, e alla creazione di due fazioni avverse a sostegno dell'uno e dell'altro.[10] Il Visconte di Gagliano, a sostegno della Regina Bianca, ebbe l'appoggio della nobiltà siciliana, mentre il Conte di Modica fu appoggiato dai borghesi.[11] Il conflitto durò fino al 1412, e si concluse con la vittoria dei sostenitori della Regina, e il Cabrera, sconfitto, fu fatto prigioniero dal Lihori nel suo castello di Motta.[12]
Morto nel 1416[5], ebbe per moglie Raimondetta de Centelles, da cui ebbe un figlio, anch'egli di nome Sancio, che gli succedette nel possesso dei feudi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (ES) Linajes de Aragón, vol. 7, Pérez, 1916, p. 229.
- ^ (ES) M. Cortés Arrese, El espacio de la muerte y el arte de las órdenes militares, Ediciones de la Universidad de Castilla-La Mancha, 1999, p. 126.
- ^ LIGORIUS PROJECT, su blog.libero.it. URL consultato il 1º agosto 2020.
- ^ (ES) J. De Moret, Annales del Reyno de Navarra, vol. 2, Ibanez, 1766, p. 264.
- ^ a b c d e F. Mugnos, Teatro genologico delle Famiglie nobili Titolate feudatarie ed Antiche Nobili del Fidelissimo Regno di Sicilia, Viventi ed estinte, vol. 2, D'Anselmo, 1655, p. 78.
- ^ G. B. Caruso, barone di Xiurenti, Memorie istoriche di quanto è accaduto in Sicilia dal tempo de' suoi primieri Abitatori sino alla coronazione del re Vittorio Amedeo, Stamperia Gramignani, 1740, pp. 281-284.
- ^ V. Castelli, principe di Torremuzza, Fasti di Sicilia, vol. 2, Pappalardo, 1820, p. 410.
- ^ Comune di Motta Sant'Anastasia, su nuke.comune.mottasantanastasia.ct.it. URL consultato il 1º agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2020).
- ^ F. Casula, La Sardegna aragonese: La nazione sarda, Chiarella, 1990, p. 522.
- ^ C. Mirto, Il regno dell'isola di Sicilia e delle isole adiacenti. Gli ultimi anni e la fine dell'indipendenza del Regno (1392-1412), Edas, 2000, p. 109.
- ^ C. Filangieri, Femmine di Sicilia. Società e cultura nella storia della Sicilia, Ediprint, 1995, p. 38.
- ^ S. Policastro, La Sicilia: dall'era paleolitica al 1960 d.C.; le sue città dal 15000 a.C. al 1960 d.C.", la Regione siciliana, dal 1946 al 1960 d.C., le Isole Eolie, Pantelleria ed Ustica, Idonea, 1960, p. 114.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- A. Costa, Vicende di un cavaliere aragonese in Sicilia: Sancio Ruiz de Lihori, visconte di Gagliano, in Medioevo: saggi e rassegne, vol. 21, Cagliari, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto sui Rapporti Italo-Iberici, 1996, pp. 67-106.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sancho Ruiz de Liori y Fernández de Heredia, su gw.geneanet.org. URL consultato il 1º agosto 2020.