Saviem

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SAVIEM - Société Anonyme de Véhicules Industriels et d'Equipements Mécaniques
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StatoFrancia (bandiera) Francia
Fondazione1955[1]
Chiusura1978 (fusione con Renault Véhicules Industriels)[1][2][3]
Sede principaleBoulogne-Billancourt
GruppoRenault
Settoreveicoli commerciali
Prodotticamion, autobus

SAVIEM (Société Anonyme de Véhicules Industriels et d'Equipements Mécaniques) fu un'azienda francese di veicoli commerciali, entrata a far parte negli anni settanta del gruppo Renault, come Renault Trucks e successivamente come Irisbus.

Alla fine del 1946, Renault abbandona la produzione di veicoli pesanti, perdendo la posizione dominante in Francia che ebbe prima della seconda guerra mondiale. Nel 1950 il technical chief officer di Renault, Fernand Picard, elabora un piano per rilanciare camion e bus basati su un motore da 105CV, produzione di larga scala. Nel 1953 la strategia cambia e Renault acquisisce Somua e Latil.[4] Si crea quindi la Saviem nell'ottobre del 1955 dalla fusione di Renault camion e bus con Somua e Latil[1] (Schneider Electric proprietaria di Somua e la famiglia Blum proprietaria di Latil).[4]

Dal 1957 i veicoli hanno marchio Saviem-LRS dove l'acronimo rappresenta Latil, Renault, Somua; più tardi semplificato solo in Saviem. Nel 1959 Renault prende il controllo completo di Saviem. I primi veicoli furono i Renault Goélette e Galion e una nuova serie media e pesante fatta con motori Alfa Romeo e il supporto di Société des usines Chausson. Saviem diventa numero uno in Francia.[4]

Durante gli anni sessanta viene introdotta una rinnovata gamma pesante JL, con un design rivisto[1] e, nel 1964, la gamma S media (con Renault e Perkins Engines), svelato al Paris Motor Show.[5] Nel gennaio 1961, Saviem prende il controllo del costruttore di autobus Floirat, basato ad Annonay.[6] Lo stesso anno, Saviem segna un accordo di cooperazione con Henschel-Werke.[7] Nel 1962, Pierre Dreyfus decide di espandere le partnership europee di Saviem e l'azienda riceve capitali dallo Stato per ricapitalizzare ed ammodernare lo stabilimento di Limoges, produttore di motori diesel. Tra il 1963 e il 1966, Saviem muove la sua produzione da Parigi a Blainville-sur-Orne e Annonay.[4] Nel 1967, a Blainville-sur-Orne vengono prodotti 26.000 veicoli e ad Annonay 1.777 autobus.[8]

Dal 1963 al 1977, Saviem coopera con la tedesca MAN; Saviem fornisce cabine e MAN assali e motori. Il risultato fu il camion SM (Saviem-MAN)[9] e JM[5] in Francia. Renault introdusse anche il Super Galion, con Avia.[4] Nel 1975 Saviem, con DAF, Volvo e Magirus-Deutz (presto parte di Iveco) diventano il Club dei Quattro per i veicoli medi.[1] Lo stesso anno Saviem, Fiat e Alfa Romeo creano la fabbrica Sofim a Foggia al costo di 250 milioni di US$.[10]

Nel gennaio 1968, la fabbrica principale Saviem a Blainville-sur-Orne fu teatro di una delle manifestazioni del Maggio francese.[11]

Lo stato francese decise una riorganizzazione, e nel 1975 Renault acquisisce la Berliet dal gruppo Michelin. Nel 1978, Berliet e Saviem entrano a far parte della Renault Véhicules Industriels (RVI).[3][4] Per due anni il marchio Saviem convisse con Renault, per poi sparire definitivamente dal mercato nel 1980. Nel 1977, ultimo anno di autonomia, Saviem produsse 35.059 bus e camion.[3]

TRM 4000
Saviem con marchio MAN, per il mercato tedesco
Saviem TP3 camper
In cecoslovacchia dal 1967 Saviem licenzia la Avia per la fabbricazione
ZR 20
Saviem S45 GT
Saviem SC10 della RATP Paris
  • ZR 20
  • SC10
  • S45
  • S53
  • S105
  • E7 coach
  1. ^ a b c d e John Carroll e Peter James Davies, Complete Book Tractors and Trucks, Hermes House, 2007, ISBN 1-84309-689-7.
  2. ^ Edward A. Kolodziej, Nicole Ball e Milton Leitenberg, France, in The Structure of the Defense Industry: An International Survey, Routledge, 1983, p. 85, ISBN 0-7099-1611-6.
  3. ^ a b c Transit bus manufacturer profiles, in Fourth Section: Manufacturer's profile, Washington, U.S. Dept. of Transportation, Urban Mass Transportation Administration, Office of Technical Assistance, Office of Bus and Paratransit Systems, ottobre 1982, pp. 128-137, OCLC 9384438.
  4. ^ a b c d e f Jean François Greve, Stratégies d'enterprise et action publique, in Marine Moguen-Toursel (a cura di), Firm strategies and public policy in integrated Europe (1950–1980): confrontation and learning of economic actors, Peter Lang, 2007, pp. 197–231, ISBN 978-90-5201-045-8.
  5. ^ a b (FR) Francis Reyes, 100 ans d'illustrations de pub camions [100 years of illustrations of trucks], ETAI, 1996, p. 108, ISBN 2-7268-8197-1.
  6. ^ (DE) Erich H. Moneta, Die europäische Automobilindustrie; Unternehmungen und Produktion [The european automotive industry. Companies and production], A. Lutzeyer, 1963, p. 143, OCLC 7752994.
  7. ^ Around the world, in Foreign Commerce Weekly, vol. 65, n. 22, Washington DC, US Department of Commerce, 2 maggio 1961, p. 4, ISSN 0097-3041 (WC · ACNP).
  8. ^ Bird's eye view, in Commercial Motor, vol. 128, n. 3305, London, Temple Press, 17 gennaio 1969, ISSN 0010-3063 (WC · ACNP).
  9. ^ Colin Peck, British and European Trucks of the 1970s, Veloce Publishing, 2013, p. 77, ISBN 978-1-84584-415-8.
  10. ^ (FR) Robert Cohen, La restructuration internationale de l'industrie automobile [International restructuring of the automotive industry], in Revue d'économie industrielle, n. 11, Éditions De Boeck Supérieur, 1980, p. 24, DOI:10.3406/rei.1980.1956, ISSN 1773-0198 (WC · ACNP). URL consultato il 3 agosto 2014.
  11. ^ (FR) Hirou, Amandine, 1968, année explosive [1968, explosive year], su lexpress.fr, L'Express, 22 maggio 2008. URL consultato il 21 giugno 2014.

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