Coordinate: 15°51′13″S 173°44′50″W

Tafahi

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Tafahi
Foto della NASA dell'isola Niuatoputapu e dell'isola minore Tafahi a nord.
Geografia fisica
LocalizzazioneOceano Pacifico
Coordinate15°51′13″S 173°44′50″W
Superficie3,42 km²
Altitudine massima560 m s.l.m.
Geografia politica
StatoTonga (bandiera) Tonga
DivisioneNiuas
DistrettoNiuatoputapu
Demografia
Abitanti28
Cartografia
Mappa di localizzazione: Tonga
Tafahi
Tafahi
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Tafahi è un'isola vulcanica situata nella divisione di Niuas dell'arcipelago delle Tonga, nell'Oceano Pacifico.[1]

L'isola ha una popolazione di 28 abitanti (nel 2021).[2] Altri nomi di Tafahi sono Cocos Eylant (isola del cocco) o isola di Boscawen.[3]

Gli esploratori olandesi Willem Schouten e Jacob Le Maire furono i primi europei a vedere Tafahi (Cocos Eylant) e Niuatoputapu (Verraders Eylant) nel 1616.
Mappa del 1646 disegnata da Robert Dudley, conte di Warwick per l'atlante marittimo Dell'Arcano del Mare. I nomi sulla mappa corrispondono a quelli dati dai navigatori olandesi: Hoorn Iland (Futuna), Iland of Good Hope (Niuafo'ou), Cocos Iland (Tafahi) e Veriaders Iland (Niuatoputapu).

Tafahi fu inserita nelle mappe europee da Willem Schouten e Jacob Le Maire durante la loro famosa circumnavigazione del globo nel 1616.[4][5] Gli diedero il nome di Cocos Eylant a causa dell'abbondanza di palme da cocco.[6][7] Come descrivono gli esploratori nel loro diario, i nativi erano pacifici, disposti a salire a bordo, lasciando a malapena spazio per gli stessi olandesi, e scambiavano grandi quantità di noci di cocco con chiodi di ferro e fili di perline. Ma poiché l'isola non offriva un luogo adatto per l'ancoraggio, la nave Eendracht procedette verso Niuatoputapu.[8]

Tafahi è una piccola isola vulcanica (1,2 km × 2,8 km) nel nord dell'arcipelago delle Tonga; di fatto più vicina a Savai'i, principale isola di Samoa, che alle isole principali di Tonga. Si trova a soli 9 km a nord-nordest di Niuatoputapu e i pescatori fanno i pendolari in piccoli motoscafi fuoribordo quasi ogni giorno tra le due.

L'isola è la vetta di uno stratovulcano.[1] Non sono note eruzioni in tempi recenti o storici.

L'isola, di 3,42 km², è più piccola di Niuatoputapu, ma più alta. La montagna si chiama Piu-'o-Tafahi. I pendii montuosi sono densamente ricoperti da vegetazione tropicale fino al bordo del cratere, nel frattempo eroso e ricoperto di vegetazione, a un'altitudine di 560 m.

Il terreno è estremamente adatto alla coltivazione di kava e vaniglia[4], le cui esportazioni nel resto di Tonga e oltre sono l'occupazione principale della popolazione.

Infrastrutture

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Il porto (un'apertura nella barriera corallina marginale, percorribile solo da piccole imbarcazioni) si trova a nord-ovest dell'isola. Una ripida scalinata conduce al paese[9], con circa 28 residenti al censimento del 2021[2], situato su un altopiano sul versante nord della montagna.

Le infrastrutture di Tafahi sono sottosviluppate. Non ci sono strade asfaltate, nessun porto e nessun aeroporto. Il principale mezzo di trasporto è la barca. Non è presente una rete idrica centrale, i residenti dipendono dalle cisterne. L'energia elettrica, non sempre garantita, è fornita da generatori diesel.

Tafahi non ha medici o altre cure mediche professionali. C'è una piccola chiesa per i residenti prevalentemente cattolici del villaggio. È presente una scuola elementare.

Le pendici dello stratovulcano sono densamente ricoperte, nelle zone inferiori per lo più da vegetazione secondaria, che si trasforma in una foresta umida con numerose specie, per lo più autoctone, da circa 300 a 400 m di altitudine. Vi crescono anche diverse specie di orchidee rare, ad esempio:[10]

  • Acanthophippium splendidum; l'orchidea cresce fino a 80 cm di altezza e cresce vicino al suolo ad altitudini comprese tra 150 e 400 m.
  • Vrydagzynea vitiensis; un'orchidea a fiore piccolo e a crescita bassa che si trova sul lato nord del vulcano ad altitudini di 400-500 m.
  • Phreatia matthewii; piccola orchidea epifita nella zona sommitale del Piu 'o Tafahi.
  • Phaius amboinensis; una grande orchidea a livello del suolo (fino a 1 m) che finora è stata registrata solo sulle isole di Kao e Tafahi. Poiché cresce principalmente ai margini delle aree agricole fino a un'altitudine di 400 m, l'habitat è minacciato dalla dilagante coltivazione di kava.
  • Dendrobium dactylodes; l'orchidea epifita di medie dimensioni, si trova solo nella foresta umida di Tafahi ed a Rarotonga e in alcune isole di Vanuatu, Figi e Samoa.
  1. ^ a b (EN) Global Volcanism Program | Tafahi, su Smithsonian Institution | Global Volcanism Program. URL consultato il 21 febbraio 2022.
  2. ^ a b (EN) PRELIMINARY RESULT TONGA POPULATION CENSUS 2021 (PDF), su tongastats.gov.to, Tonga Statistics Department, 24 dicembre 2021, p. 1. URL consultato il 17 gennaio 2022.
  3. ^ (EN) Edward Winslow Gifford, Tongan myths and tales, collana Bernice P. Bishop museum. Bulletin 8, The Museum, 1924. URL consultato il 22 febbraio 2022.
  4. ^ a b (EN) Paul van der Grijp, Manifestations of Mana: Political Power and Divine Inspiration in Polynesia, LIT Verlag Münster, 2014, ISBN 978-3-643-90496-6. URL consultato il 21 febbraio 2022.
  5. ^ (EN) Max Quanchi e John Robson, Historical Dictionary of the Discovery and Exploration of the Pacific Islands, Scarecrow Press, 18 ottobre 2005, ISBN 978-0-8108-6528-0. URL consultato il 21 febbraio 2022.
  6. ^ (EN) Robert University of Michigan, A general history and collection of voyages and travels, Edinburgh, W. Blackwood, 1811. URL consultato il 22 febbraio 2022.
  7. ^ (EN) Donald Frederick Lach e Edwin J. Van Kley, Asia in the Making of Europe, University of Chicago Press, 1998, ISBN 978-0-226-46765-8. URL consultato il 21 febbraio 2022.
  8. ^ (EN) Sylvie Largeaud-Ortega, The Bounty from the Beach: Cross-Cultural and Cross-Disciplinary Essays, ANU Press, 31 ottobre 2018, ISBN 978-1-76046-245-1. URL consultato il 21 febbraio 2022.
  9. ^ (EN) David Stanley, Moon Handbooks Tonga-Samoa, David Stanley, 6 ottobre 1999, ISBN 978-1-56691-174-0. URL consultato il 21 febbraio 2022.
  10. ^ (EN) Art Whistler, THE RARE PLANTS OF TONGA (PDF), su cepf.net, 2011. URL consultato il 21 febbraio 2022.

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