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Tridecano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Tridecano
Formula di struttura
Formula di struttura
Nome IUPAC
n-tridecano
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC13H28
Massa molecolare (u)184,35
Aspettoliquido incolore
Numero CAS629-50-5
Numero EINECS211-093-4
PubChem12388
SMILES
CCCCCCCCCCCCC
Proprietà chimico-fisiche
Temperatura di fusione−5 °C (268,15 K)
Temperatura di ebollizione234 °C (507,15 K)
Tensione di vapore (Pa) a 332,15 K130
Proprietà tossicologiche
DL50 (mg/kg)1161
Indicazioni di sicurezza
Punto di fiamma102 °C (375,15 K)
Simboli di rischio chimico
tossico a lungo termine
pericolo
Frasi H304 - EUH066
Consigli P301+310 - 331 - 405 - 501 [1][2]

Con il termine tridecano ci si riferisce ad un qualunque alcano avente formula bruta C13H28 o ad una qualunque miscela di più composti corrispondenti a tale formula (isomeri strutturali) o per antonomasia all'isomero lineare, chiamato più propriamente n-tridecano.[3]

Presenta 802 isomeri[4].

Si presenta come un liquido leggero e incolore, è infiammabile e viene usato, mescolato ad altri alcani, nella produzione di paraffina, nel processo industriale della carta, nella ricerca sulla benzina aviogetto e nell'industria della gomma. In chimica viene utilizzato come chaser di distillazione.

Le ninfe della cimice verde producono il n-tridecano come feromone, utilizzato probabilmente anche come metodo di difesa dai predatori[5]. È anche il composto principale del liquido di difesa della Cosmopepla bimaculata.[6]

  1. ^ Scheda del composto su IFA-GESTIS Archiviato il 16 ottobre 2019 in Internet Archive. consultata il 19.08.2014
  2. ^ Smaltire presso un impianto di trattamento dei rifiuti autorizzato
  3. ^ leggi: normal-tridecano
  4. ^ Scott Davidson, Fast Generation of an Alkane-Series Dictionary Ordered by Side-Chain Complexity, in J. Chem. Inf. Comput. Sci., vol. 42, n. 2, 2002, pp. 147–156(10), DOI:10.1021/ci010094b.
  5. ^ J. W. Todd, Ecology and behavior of Nezara viridula, in Annual Review of Entomology, vol. 34, 1989, pp. 273–292(20), DOI:10.1146/annurev.en.34.010189.001421.
  6. ^ Brian S. Krall, Robert J. Bartelt, Cara J. Lewis e Douglas W. Whitman, Chemical Defense in the Stink Bug Cosmopepla bimaculata, in Journal of Chemical Ecology, vol. 25, n. 11, 1999, pp. 2477–94(18), DOI:10.1023/A:1020822107806.

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