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Merce

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Merce inscatolata in un magazzino

Citazioni sulla merce.

  • Chi lavora nel porto, qualunque lavoro, dal più bestiale al più fine, sa di essere soggetto a una regola inesorabile, a un potere assoluto: la Merce, la Regina come la chiamano. Non c'è posto per nessuna legge, né di Dio, né del Duce, né dello Stato, che possa contendere con la legge della Regina. Tutti lo sanno, ma chi è in intimità con lei lo sa meglio di chiunque altro e gli intimi della Regina sono i camalli, i facchini, caravana o carbunè. Sono quelli che la toccano, la spostano, la trattano, l'accatastano, la pesano, la consultano, l'accudiscono. Sono quelli che stanno nudi al suo cospetto, nudi con un paggetto in testa, uno scosà sui fianchi e un gancio nella mano. (Maurizio Maggiani)
  • Integrando la diagnosi di Nietzsche con le istanze genealogiche marxiane, il nichilismo corrisponde all'assolutizzazione spaziale, temporale e simbolica della forma merce, e più precisamente alla ricaduta ideologica della generalizzazione della merce a tutte le sfere dell'esistenza, del pensiero e dell'immaginazione dei singoli come delle società. (Diego Fusaro)
  • La bambola nella vetrina di un negozio di giocattoli non è ancora un giocattolo e non lo diventerà mai, se non tra le braccia di un bambino. Una merce non è mai un giocattolo, e un giocattolo non è mai una merce. (Friedrich Georg Jünger)
  • Là infatti dove la produzione non tollera interruzioni, le merci «hanno bisogno» di essere consumate, e se il bisogno non è spontaneo, se di queste merci non si sente il bisogno, occorrerà che questo bisogno sia «prodotto». In una società opulenta come la nostra, dove l'identità di ciascuno è sempre più consegnata agli oggetti che possiede, i quali non solo sono sostituibili, ma «devono» essere sostituiti, può darsi che si cominci ad avvertire, sotto quel mare di pubblicità che ogni giorno ci viene rovesciato addosso, una sorta di appello alla distruzione, una forma di nichilismo dovuto al fatto, come scrive Gunther Anders, che: «L'umanità che tratta il mondo come un mondo da buttar via, tratta anche se stessa come un'umanità da buttar via». (Umberto Galimberti)
  • La merce buona trova facilmente un compratore. (Tito Maccio Plauto)
  • La merce è un oggetto che ha un doppio valore: valore di uso e valore di scambio, o valore propriamente detto. Se posseggo, per esempio, 20 chili di caffè, io posso, sia consumarli per mio proprio uso, sia scambiarli con 20 metri di tela, o con un abito, o con 250 grammi di argento, se, invece di caffè, ho bisogno di una di queste 3 merci.
    Il valore di uso della merce è basato sulle qualità proprie della merce stessa, la quale è, da quelle sue qualità, destinata a soddisfare il tale, e non il tal altro bisogno nostro. Il valore d'uso dei 20 chili di caffè è basato sulle qualità che il caffè possiede; le quali qualità sono tali, che lo rendono atto a darci quella bevanda nota a tutti, ma non lo rendono capace a vestirci, né a servirci di materia per una camicia. È perciò che noi possiamo profittare del valore d'uso dei 20 chili di caffè, solamente se sentiamo bisogno di bere il caffè; ma se invece sentiamo il bisogno di una camicia, o di vestire un abito del valore d'uso dei 20 chili di caffè, non sappiamo che farne; o, per meglio dire, non sapremmo che farne, se accanto al valore d'uso, non vi fosse, nella merce, il valore di scambio. Noi infatti troviamo un altro che possiede un abito, ma che non ne ha bisogno, ed ha bisogno invece di caffè. Allora si fa subito uno scambio. Noi gli diamo i 20 chili di caffè ed egli ci dà l'abito. (Carlo Cafiero)
  • La ricchezza delle società, nelle quali predomina il modo di produzione capitalistico, si presenta come una «immensa raccolta di merci» e la singola merce appare come sua forma elementare. Quindi iniziamo la nostra indagine con l'analisi della merce.
    La merce è prima di tutto un oggetto esterno, una cosa che per mezzo delle sue proprietà soddisfa bisogni umani di qualunque specie. La natura di tali bisogni, p. es. che derivino dallo stomaco o dalla fantasia, non fa alcuna differenza. Qui non si tratta neanche di come la cosa soddisfi il bisogno umano, se immediatamente, come mezzo di sussistenza, cioè come oggetto di piacere, oppure indirettamente, come mezzo di produzione. (Karl Marx)
  • Se tutte le merci, dunque, sembrano destinate a seguire il cammino della regina (la moneta), a passare attraverso successive metamorfosi per liberarsi di tutta la materialità del valore d'uso, per divenire puro elemento funzionale, fungibile e interscambiabile, dobbiamo ricordare che questo processo non è a somma nulla, ma comporta una crescita simmetrica di valori d'uso negativi, di danni crescenti per l'uomo e per l'ambiente. Ne deriva che è diventata urgente la separazione, il divorzio, tra il «destino della merce» e il «futuro dell'uomo». (Tonino Perna)
  • Una merce è un prodotto del lavoro che non è stato creato per il proprio uso, del produttore o di persone a esso legate, bensì allo scopo di essere scambiata con altri prodotti. (Karl Kautsky)

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