Franco Ferrarotti
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Franco Ferrarotti (1926 – vivente), sociologo italiano.
Citazioni di Franco Ferrarotti
[modifica]- Adesso lo so. Lo so con certezza assoluta. So che morirò con un libro in mano. Sarà la mia estrema unzione.[1]
- Gli obiettivi delle BR con il rapimento di Aldo Moro sono intuibili: più importante ancora dello scambio di detenuti è il riconoscimento della loro esistenza e della loro forza. I fatti, cinque settimane dopo, sono andati oltre le loro più rosee speranze. Vinca il partito della trattativa o quello dell'intransigenza, le Brigate rosse hanno già vinto. Dal loro punto di vista, come formazione combattente clandestina, hanno già la vittoria in pugno: sono usciti dalle catacombe, mettono in ginocchio Papa e polizia, diffondono il panico in tutta una popolazione famosa per il suo atteggiamento scettico confinante all'occorrenza con il cinismo.[2]
- L'equazione personale tocca e può influenzare il processo vivo della ricerca e le sue risultanze. Il fatto è che, quando il sociologo studia la società, egli studia in realtà se stesso perché è parte della società.[3]
- La Juve ha tutto per rendere molto gelosa una gran parte dell'Italia. Gioca a Torino, una città del nord con una reputazione d'austerità e che ha dato numerosi intellettuali e uomini di stato alla Penisola. È di proprietà della famiglia Agnelli, i Kennedy made in Italy. La FIAT è il simbolo del capitalismo transalpino... Per tutti questi motivi, allo stesso tempo si può rilevare che questa squadra è odiata da molti italiani che non si riconoscono in tale modello. [...] È quasi una sorta di anti-Italia. Non per niente si chiama La Vecchia Signora. [...] Non c'è amore per la Juve, ma solamente il rispetto per una persona anziana e degna.
- La Juve a tout pour rendre jalouse une grande partie de l'Italie. Elle joue à Turin, une ville du Nord à la réputation d'austérité et qui a donné de nombreux intellectuels et hommes d'Etat à la Péninsule. Elle est la propriété de la famille Agnelli, les Kennedy du made in Italy. La Fiat est le symbole du capitalisme transalpin... Pour toutes ces raisons, elle est admirée en même temps que haïe par de nombreux Italiens qui ne se reconnaissent pas dans ce modèle. [...] C'est presque une sorte d'anti-Italie. Ce n'est pas pour rien qu'on l'appelle la Vecchia Signora. [...] Il n'y a pas un amour pour la Juve, mais seulement le respect dû à une personne âgée et digne.[4]
- La premessa per la convivenza e il dialogo in una società multietnica è il riconoscimento teorico e pratico, che oltre alla propria cultura, possono esservi altre culture, dotate di pari valore umano, se pure a uno stadio meno avanzato di sviluppo tecnico, ossia altre forme di consapevolezza, altri complessi di esperienze umane condivise e convissute. Non si può pretendere di comunicare con ciò che si nega.[5]
- La testimonianza è [...] sicuramente altra cosa rispetto al documento.[6]
- Una società economicamente evoluta, una società fondata sul mercato e quindi sui rapporti utilitari, è capace di crudeltà inaudite. Direttamente o indirettamente, intervenendo in prima persona nel crimine, oppure lasciandolo passare o condonandolo come pratica puramente occasionale, la società prospera permette di fatto lo sfruttamento dei bambini, il suo anello più debole.[7]
I giovani sono fotogenici. Tutti ne parlano. Nessuno li conosce. Ci si limita a proiettare su di loro i propri principi di preferenza. In generale, si ammette che esiste, nelle società tecnicamente progredite, una questione giovanile. Non se ne può parlare nei paesi economicamente arretrati e per vari aspetti sottosviluppati. In questi casi, che interessano ancora i quattro quinti dell'umanità, l'alta mortalità infantile e il lavoro minorile risolvono il problema prima che emerga.
Note
[modifica]- ↑ Da Leggere, leggersi.
- ↑ Da Corriere della sera, 26-4-1978.
- ↑ Da Guida alla nuova sociologia.
- ↑ (FR) Citato in Philippe Ridet, La Juve, passion à l'italienne, Le Monde.fr, 4 novembre 2014.
- ↑ Da Oltre il razzismo.
- ↑ Citato in Claudio Marra, Fotografia e pittura nel Novecento, Mondadori, 1999.
- ↑ Da Pane e lavoro.
Bibliografia
[modifica]- Franco Ferrarotti, Oltre il razzismo, Armando, 1992. ISBN 8871440692
- Franco Ferrarotti, Leggere, leggersi, Donzelli, 1998. ISBN 8879893793
- Franco Ferrarotti, Pane e lavoro, Guerini e Associati, 2004. ISBN 8883355318
- Franco Ferrarotti, Guida alla nuova sociologia, Newton & Compton editori, 2003. ISBN 88-8289-715-X
- Franco Ferrarotti, La strage degli innocenti. Note sul genocidio di una generazione, Armando, 2011. ISBN 9788860818478
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