Mirabella Imbaccari | ||
Stemma e Bandiera | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Sicilia | |
Territorio | Calatino | |
Altitudine | 518 m s.l.m. | |
Superficie | 15,3 km² | |
Abitanti | 4.595 (2019) | |
Nome abitanti | mirabellesi | |
Prefisso tel | +39 0933 | |
CAP | 95040 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | san Giuseppe e Madonna delle Grazie | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Mirabella Imbaccari è una città della Sicilia.
Da sapere
[modifica]Cenni geografici
[modifica]È approssimativamente equidistante sia da Caltagirone (16 km) che da Piazza Armerina (14 km). Inoltre dista 29 km da Gela (il più vicino sbocco al mare), 46 km da Enna e 75 km sia da Catania (suo capuologo di provincia) e da Ragusa.
Cenni storici
[modifica]Il feudo Imbaccari nel periodo arabo si trovava nel vastissimo territorio di Manzil Khalīl o Malgâ Halīl o Abū Halīl. Dopo la guerra contro i musulmani il feudo venne concesso dal conte Ruggero I d'Altavilla ai più valorosi combattenti lombardi, ma la popolazione rimase prevalentemente araba. Nel 1160 tra i grandi feudatari e gli abitanti delle provincie del regno e soprattutto delle colonie lombarde, montarono i malumori, le preoccupazioni e il risentimento per la politica permissiva di Guglielmo I il Malo verso gli Arabi e i Greci.
Una congiura di corte, capeggiata da Matteo Bonello, signore di Caccamo, e dai baroni più influenti del regno, portò all'uccisione dell'ammiraglio Maione da Bari, paladino della politica di pacifica convivenza con gli Arabi e coi Greci. Tancredi d'Altavilla dei conti di Lecce e Ruggero Sclavo, si ribellarono a Guglielmo I e tornati da Palermo, dove era fallita la loro rivolta, furono aiutati dagli abitanti dei casali lombardi ad assaltare e massacrare i Saraceni che ancora vivevano nei casali distruggendoli totalmente. L'anno seguente Guglielmo I, appena saputo della grave insurrezione, assediò i casali ribelli servendosi anche dei soldati saraceni pronti a vendicare il massacro dell'anno prima. Li espugnò e li rase al suolo.
Il casale feudale di Imbaccari, dal 1296 si frazionò in Imbaccari Sottano, e in Imbaccari Soprano. Nei secoli XII, XIII e XIV Imbaccari appartenne alle famiglie di nobili abitanti a Piazza e nei primi anni del Quattrocento, alla famiglia de Landolina abitante a Caltagirone. Nel 1425 Giovanni (de) Landolina di Caltagirone fu costretto a vendere Imbaccari Sottano a Gualtiero Paternione (Paternò) e Spadafora V barone del Burgio e I barone di Imbaccari Sottano. La famiglia Paternò continuò il possesso del feudo per oltre un secolo e mezzo, sino al 1585, quando il barone Giuseppe Maria Paternò e Gravina, barone di Granieri e Raddusa, vendette Imbaccari Sottano a Pietro Gaffori, barone del Toscano, tenendo per sé Baldo e Piana di Minnelli. Dieci anni più tardi il barone Paternò Giuseppe Maria e Gravina, chiese ed ottenne da re Filippo III di Spagna, la "licentia populandi" per il suo feudo per costruirvi così una "Terra", ovvero un paese, dandogli il nome di Mirabella in onore della famiglia della moglie Eleonora.
Nel 1624 il figlio di Giuseppe Maria Paternò e Gravina, riacquistò il feudo di Imbaccari Sottano e nel 1630 ottenne la licenza, dal viceré Francisco Fernández de la Cueva, di trasferirvi il paese. A questo trasferimento si oppose la città di Piazza che si vedeva lesa nei suoi diritti perché privata da una parte delle entrate fiscali. Dopo sei anni di contrasti, pagando 200 onze ai Giurati di Platia, arrivò l'accordo risolutivo per ottenere la totale giurisdizione.
Alla morte di Vincenzo Paternò Castello il feudo d'Imbaccari Sottano, passò nel 1750 al suo primogenito, Ignazio Paternò Castello e Scammacca V principe di Biscari detto il Grande (1719-1786), perché illustre mecenate, archeologo, numismatico e letterato nonché fondatore del museo "Biscari" di Catania.
Nel 1862 il regio decreto del re d'Italia Vittorio Emanuele II stabilì che il paese fosse denominato Mirabella Imbaccari. Il barone Ignazio frazionò il feudo in piccoli appezzamenti e donò sia il Palazzo Baronale all'Istituto delle Suore Dorotee (1928) che il terreno in contrada Orto Canale per la costruzione delle Scuole elementari (1930), prima di entrare tra i Chierici Regolari di San Paolo, detti Barnabiti, a Monza.
Come orientarsi
[modifica]Come arrivare
[modifica]Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]- 1 Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Piazza Vespri (fronteggiando il palazzo Biscari lungo la via Trigona), ☎ +39 0933993036. Il suo prospetto, a tre ordini architettonici, in stile barocco-siciliano, delineato da grandi lesene con basi e capitelli, è ornato di un grande ed artistico portale con fregio e timpano, di una finestra con statua di pietra della Madonna col Bambino, di un grande orologio civico, di un campanile a trifora, con archi a tutto sesto, e di un timpano terminale con croce ed acroterii. Fu costruita da Giacinto Paternò contemporaneamente alla costruzione del Palazzo e alle 60 case scaglionate lungo l'attuale via Trigona. Durante il terremoto del 1693 subì parecchi danni, che furono riparati da don Luigi Trigona, dal cui successore don Ottavio e da altri Signori o Parroci che si sono succeduti venne arricchita ed abbellita ulteriormente.
Di pregevole vi si trovano un sarcofago che racchiude le spoglie di Giuseppe e Innocenza Paternò; una tela della Crocifissione, che sia pure non firmata, si presume essere stata dipinta da Michelangelo da Gangi appartenente alla scuola dello zoppo di Ganci; un altro dipinto raffigurante la Trasfigurazione, opera di Michele Salvo da Gangi. Da sottolineare la presenza (sopra la vecchia sagrestia) di un quadro dell'artista mirabellese Vincenzo Di Fazio (1884-1968) raffigurante l'Ascensione. La chiesa è stata ristrutturata nel 2006.
- 2 Monumento ai caduti della prima guerra mondiale, piazza Santa Paola Frassinetti (fronte al Palazzo Biscari). Inaugurato nel 1938 durante l'amministrazione del cav. Benedetto Lo Presti. Il monumento, realizzato in bronzo da Pietro Montana e raffigurante un poderoso soldato che sorregge una donna prostrata e afflitta, è un dono dei Mirabellesi residenti negli Stati Uniti d'America.
- 3 Palazzo Biscari, piazza Santa Paola Frassinetti. Sorge sul punto più alto del paese. È di architettura barocco-locale, dal portale, dagli stipiti e dalle finestre di pietra intagliata. Dai balconi di ferro bombato, sul frontespizio troneggia lo stemma della casa gentilizia dei Biscari. È un palazzo molto ampio, con un cortile interno, o baglio, cinto da terreno coltivato a giardino e orto, e dal boschetto dalla parte di levante. Comprende molte ampie stanze che un tempo erano adibite in parte ad abitazione e in parte a dispensa, cucina, cavallerizza, magazzini.
- 4 Carcere (Castello di Mirabella Imbaccari), piazza Santa Paola Frassinetti (Annesso al palazzo Biscari). Tipica costruzione con i merli sovrapposti, sul tipo dei castelli medioevali, che un tempo serviva come luogo di pena e adesso è stato ristrutturato internamente per attività sociali.
- 5 Palazzo Giangrande, via Salvatore Politini. È un isolato costruito sotto il carcere o castello facente angolo con l'attuale via Politini e via Castello. La sua costruzione risale alla stessa epoca del palazzo Biscari o immediatamente successiva. Vi si ammirano ancora il portale che si apre in via Castello, tutto in pietra intagliata con lesene e capitelli, e un altro portale sulla via Politini, pure intagliato ma con linee diverse.
- 6 Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, Via Salvatore Politini, 22, ☎ +39 0933991153. La chiesa fu provvisoriamente ricavata, nel dicembre 1908, dai magazzini della famiglia Politini dopo un fallito tentativo di portare a termine nel 1904 la costruzione di una seconda chiesa. La nuova costruzione si era resa necessaria dopo il terremoto dell'8 dicembre di quello stesso anno, che aveva reso inagibile la pericolante chiesa madre.
- 7 Museo del Tombolo, Via Roma, 133. Dal 1961 al 1974 si è svolta la Mostra del Tombolo in concomitanza della festa patronale e nel 1986 è stata inaugurata come Mostra permanente, ubicata nei locali dell'ex scuola media. Nel 2012 è stato inaugurato l'attuale Museo del Tombolo. Vi si trovano esposti pregiati merletti di ogni forma e misura.
- 8 Ponte ex ferrovia, via vecchia ferrovia. Ponte ormai non utilizzato della ex ferrovia Caltagirone-Dittaino.
Eventi e feste
[modifica]- Carnevale. È una ricorrenza annuale che in passato vedeva i giovani divertirsi nei festini in famiglia o in sale pubbliche. Da parecchi anni il carnevale viene organizzato in modo più chiassoso con sfilate di carri allegorici e gruppi mascherati, manifestazione che si conclude con una premiazione e si protrae con balli pubblici sotto il tendone nella piazza principale.
- Altari di San Giuseppe. 19 marzo. Si tratta di un voto che molte persone fanno in onore di San Giuseppe per grazia ricevuta. Gli altari vengono addobbati nel migliore dei modi e con massima dovizia di cibi.
- Viaggio al Calvario. Venerdì Santo. È una processione suggestiva, che si svolge con una grande croce portata da un devoto. La sera, con partecipazione massiva, si svolge la tradizionale processione del Cristo Morto e dell'Addolorata. Caratteristici sono i Lamenti in dialetto locale che si cantano il Venerdì Santo durante il percorso delle processioni. Si tratta di canti modulati su cadenze arabesche che ricordano i misteri della Passione e Morte del Signore.
- Festa della Madonna. ultima Domenica di Agosto. È la festa patronale del paese. La partecipazione popolare è plebiscitaria soprattutto durante la processione che si snoda attraverso le vie del paese. Caratteristiche sono le promesse con i ceri e le catene ai piedi.
- Santa Lucia. 12 e 13 dicembre. Oltre alla tradizionale cuccìa, si accende la Vampa (falò) in Piazza Vespri. In tale occasione, ormai da parecchi anni, si svolge la sagra della cuccia.
Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Prezzi modici
[modifica]- 1 Bar dei Vespri, Piazza Vespri, ☎ +39 3275507908.
Dove alloggiare
[modifica]Sicurezza
[modifica]Come restare in contatto
[modifica]Nei dintorni
[modifica]Informazioni utili
[modifica]L'attività artigianale dei merletti a tombolo costituisce una ricchezza tipicamente locale, pregio e vanto di tutte le donne del paese. Il tombolo - probabilmente nato in Cina e portato in Italia da Suore Missionarie - è un tessuto finissimo ottenuto da un intreccio di filo di lino o di cotone attraverso il frusciare dei fuselli di legno abilmente manovrati da dita esperte.
A Mirabella Imbaccari si parla un dialetto della lingua siciliana di tipo centrale, con evidente sostrato gallo-italico, dovuto alle migrazioni avvenute nella Sicilia orientale di popolazioni Lombarde tra l'XI ed il XIII secolo
Altri progetti
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