Parabiago | ||
Stemma e Bandiera | ||
Appellativi | Parabiagh | |
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Stato | Italia | |
Regione | Lombardia | |
Territorio | Alto Milanese | |
Altitudine | 184 m s.l.m. | |
Superficie | 14.29 km² | |
Abitanti | 27.723 (dato Istat 2017)--> | |
Nome abitanti | parabiaghesi | |
Prefisso tel | +39 0331 | |
CAP | 20015 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | Santi Gervasio e Protasio | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Parabiago è una città della Lombardia, appartenente al territorio dell'Alto Milanese.
Da sapere
[modifica]Parabiago fa parte della città metropolitana di Milano ed è più precisamente situata nell'Altomilanese sul cosi detto Asse del Sempione. La cittadina è popolarmente detta "Città della Calzatura", per gli innumerevoli calzolai artigiani presenti sul suo territorio a cavallo tra i secoli XIX e XX, i quali dal secondo dopoguerra in poi hanno in parte lasciato spazio alle piccole e medie imprese calzaturiere, facendone diventare fino agli anni '90 uno dei principali poli della scarpa "Made in Italy".
Cenni geografici
[modifica]Parabiago è ubicata lungo il corso della valle del fiume Olona, a sud delle Prealpi Varesine. Situata nell'alta pianura padana, ha un clima di tipo continentale con inverni freddi con molte giornate di gelo. Il territorio comunale è attraversato dall'Olona, che divide la frazione San Lorenzo dal capoluogo municipale, che a sua volta sorge tra il fiume, il canale Villoresi e la ferrovia Milano-Gallarate.
Quando andare
[modifica]Per recarsi a Parabiago si possono scegliere vari periodo dell'anno, in base anche a svariati eventi sportivi, culturali e sagre rionali che il comune organizza o si fa patrocinatore. Nel periodo estivo sono innumerevoli gli appuntamenti organizzati, di cui la fanno da padrone il Rugby Sound Festival, la Notte Bianca dello Sport e la Notte Rosa. Curiosa la rievocazione storica in abiti settecenteschi del "passaggio della Principessa Elisabetta di Brunswick", che cade in una giornata non fissa tra i mesi di maggio e giugno. Altri eventi rionali e delle frazioni abbondano da maggio a settembre.
Le temperature medie sono di +3,1 °C a gennaio e +24,5 °C a luglio.
Cenni storici
[modifica]L'abitato di Parabiago ha origini antichissime, si pensa ad un primo insediamento palafitticolo lungo il fiume Olona nel periodo della Cultura di Canegrate (XIII secolo a.C.), passando ad un ipotetico villaggio denominato Parablacum sotto gli insubri (dal IV secolo a.C. in poi), fino ad un abitato più sviluppato nell'epoca imperiale romana (dal I secolo a.C al V secolo d.C.), del quale sono giunti ai giorni nostri alcuni reperti archeologici, di cui il più importante è senza dubbio la Patera di Parabiago del IV secolo dell'era cristiana.
Nell'alto medioevo tra i secoli VI e VII, Parabiago è capoluogo di un contado autonomo denominato Comitatus Parabiagi, probabilmente corrispondente alla Burgaria, retto da Conti di un ramo dei Sambonifacio; durante questo periodo la Regina longobarda Teodolinda concede il permesso di aprire un piccolo corso d'acqua artificiale detto Riale o volgarmente Röngia, che attingeva le acque dal fiume Olona. Nel periodo compreso tra il XIII ed il XIV secolo i Crivelli de Parabiaco, discendenti dai Sambonifacio, reggono la Contea di Parabiago e la Contea di Burgaria; il borgo è già capopieve, elencato nel Liber Notitiæ Sanctorum Mediolani dallo storico Goffredo da Bussero.
I due momenti storicamente più rilevanti del medioevo parabiaghese, sono senz'ombra di dubbio la Tregua di Parabiago del 1257 e la Battaglia di Parabiago del 1339, due eventi fondamentali anche per la storia della Milano comunale e del Ducato visconteo.
Durante i secoli XVI e XVII il borgo subisce un periodo di decadenza con la perdita del rango di capopieve (1582) e la vendita del Feudo di Parabiago al Marchese Camillo Castelli (1658). Solo sul finire '600, con l'arrivo dei monaci cistercensi (1668) e la successiva edificazione del loro convento, si comincia a vedere quel cambiamento culturale che Parabiago subirà nel corso del '700.
È appunto nel XVIII secolo che la cittadina lombarda conosce un periodo di rinascita e splendore. Sotto il governo austriaco che Parabiago diede i natali a due personalità di rilievo dell'epoca: il medico Giuseppe Giannini e l'intarsiatore Giuseppe Maggiolini. Nel marzo dell'anno 1700 Don Claudio Cavalleri e suo fratello Filippo fondano il Collegio Cavalleri, rinomata scuola rivolta ai figli delle famiglie nobili milanesi.
Durante la seconda metà del XIX secolo, approda anche a Parabiago la Rivoluzione Industriale: l'agricoltura diventa attività d'appoggio all'industria tessile e cotoniera, difatti le coltivazioni di cereali e viti, vengono definitivamente sostituite dal gelso e dall'allevamento dei bachi da seta; si inaugurano la linea ferroviaria Milano-Gallarate (1860) ed il Canale Villoresi (1884); nel 1899 Paolo Castelnuovo fonda la prima fabbrica di scarpe, Parabiago è destinata a diventare la Città della calzatura; nel 1900 Felice Gajo acquista il Cotonificio Gadda, sul quale fonda la futura Unione Manifatture di Parabiago, assorbendo anche il Cotonificio Muggiani di Rho.
Tra le due guerre mondiali la cittadina comincia a conoscere i primi cambiamenti del XX secolo: nel 1923 un parabiaghese di nome Libero Ferrario, vince a Zurigo Campionati del mondo di ciclismo su strada; nel 1928 viene definitivamente interrato l'antico Riale, di origini longobarde, che per più di 1200 anni ha portato l'acqua potabile del fiume Olona nel centro del paese; infine durante gli anni trenta scompaiono la bachicoltura e la coltivazione del gelso, ritenute ormai obsolete.
Dagli anni sessanta del XX secolo anche per Parabiago, si ebbe il boom economico e demografico. L'industrializzazione aveva preso definitivamente piede, i piccoli calzaturieri artigianali si tramutarono in industrie, anche di medie e grandi proporzioni (il marchio locale più famoso è Fratelli Rossetti, sorsero grandi stabilimenti metalmeccanici (Rancilio e Termozeta) e chimici (Icap). Il D.P.R. del 27 novembre 1985 sancisce la nomina di Parabiago a Città. nel 1982 il residente parabiaghese Giuseppe Saronni è il secondo Campione del Mondo di ciclismo per la cittadina. Durante l'ultimo decennio del secolo scorso è iniziata la decadenza del calzaturiero locale, si è passati in pochi anni dal 70% della produzione industrale parabiaghese rivolta nel settore, fino alle poche imprese resistite ancora oggi in territorio. Per ultimo nell'anno 2000 all'interno del territorio comunale, viene avvistato per la prima volta in Italia ed in Europa un coleottero chiamato impropriamente Tarlo asiatico, originario dell'Estremo Oriente nel giro di qualche mese, ha provocato un grave disastro ecologico per la Regione Lombardia.
Come orientarsi
[modifica]Gli assi viari principali sono: la Statale del Sempione, che attraversa la frazione San Lorenzo; la ferrovia ferrovia Milano-Gallarate-Varese, che divide il centro storico dai quartieri Calara, Oltreferrovia e anche dalla frazione Ravello; la SP 109 Busto Garolfo-Lainate che nel territorio comunale prende la denominazione di viale Lombardia e divide il capoluogo municipale dalle frazioni Villastanza e Villapia.
Nel centro storico si individuano facilmente le vie principali sul modello a croce del cardo e del decumano tipico degli antichi insediamenti romani. Il "cardo" è simbolicamente via Foscolo/San Michele a nord-est e via Santa Maria a sud-ovest, il "decumano" è identificabile con via Matteotti/Sant'Antonio a sud-est e via Sant'Ambrogio/Marconi a nord-ovest; esse si irradiano a partire dall'ideale "foro", identificabile con piazza Maggiolini, ovvero il nucleo della città.
Altre vie di comunicazione importanti che solcano il territorio comunale sono le SP 147 Corbetta-Villapia (via Arluno), SP 149 Casorezzo-Parabiago (via Vela/Butti), SP 171 Inveruno-Nerviano (viale della Repubblica) e SP 231 Legnano-Parabiago (via Legnano).
Il comune di Parabiago ha anche quattro frazioni: San Lorenzo (Sän Lúrëns), lungo la Statale del Sempione; Ravello (Ravéll), verso il confine con Busto Garolfo; Villastanza (Vilastänsa), oltre il viale Lombardia (SP 109); Villapia (chiamata anticamente Tiracoda da Tiracúa in dialetto), verso Arluno e Casorezzo.
Quartieri
[modifica]Il centro ha una suddivisione storica in cinque rioni che sono: Sant'Ambrogio lungo l'asse di via Sant'Ambrogio e viale Marconi; Santa Maria sull'asse della via omonima; Sant'Antonio lungo le vie Sant'Antonio e Matteotti; San Michele nelle zone di piazza Mercato, via San Michele e via Foscolo; Sant'Anna sugli'assi perpendicolari di via IV Novembre e via Sant'Anna.
Con l'ampliamento dell'abitato durante il XX secolo, si sono aggiunti alcuni quartieri periferici del capoluogo comunale: Dio'l Sà intorno al Santuario della Madonna di Dio il Sà sul confine con Nerviano; Costa Canegrate lungo il confine con il comune appunto di Canegrate; Oltre ferrovia (in dialetto locale Giò dala stràa feràa) verso la frazione Ravello; Calara situata oltre il cimitero e sulla SP 149 per Casorezzo.
Come arrivare
[modifica]Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]- 1 Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (Chiesa Prepositurale), Piazza Giuseppe Maggiolini. È intitolata ai Santi Patroni parabiaghesi. Probabilmente già esistente nel V secolo, l'attuale edificio venne costruito nel 1610 su ordine del Vescovo di Milano San Carlo Borromeo, che nel 1570 visitò il borgo di Parabiago; arricchita tra il 1780 e il 1781, da una facciata in stile neoclassico progettata dall'illustre architetto Giuseppe Piermarini, conserva tutt'oggi uno splendido organo.
- 2 Chiesa ed ex monastero di Sant'Ambrogio della Vittoria (ex Monastero Cistercense), Via don Giovanni Spagliardi. Risalente al XIV secolo, fu eretta per volere di Luchino Visconti in onore al Santo Patrono milanese per ricordare il suo intervento miracoloso nella Battaglia di Parabiago e la prima pietra fu posata dall'arcivescovo Giovanni Visconti. Nel 1481 su petizione dei nobili di Parabiago, la chiesa venne affidata ai Frati della congregazione di San Barnaba e Sant'Ambrogio ad nemus. Nel seicento venne edificato al suo fianco un piccolo convento. Infine agli inizi del XVIII secolo, i monaci cistercensi ricostruirono chiesa e monastero, che è il complesso degli edifici tuttora esistenti; attualmente il campanile è privo di campane, secondo una diceria popolare sarebbero stati i soldati napoleonici a portarle via durante la Campagna d'Italia, ma in realtà vennero donate al Santuario di Saronno nel 1798 alla soppressione dell'Ordine Cistercense. L'intero complesso è stato dichiarato Monumento Nazionale nel 1913.
- 3 Santuario della Madonna di Dio il Sà (Madonna di Olzate), Via Cesare Battisti. La chiesetta è posta sul confine con Nerviano, risalente alla fine del Quattrocento, attribuita alla scuola di Donato Bramante e dichiarata Monumento Nazionale il 4 giugno 1914, con l'annesso piccolo lazzaretto/cimitero; è particolare perché è sita all'interno del Comune di Parabiago, ma dipende dalla Parrocchia di Nerviano. Al suo interno si possono osservare le statue risalenti all'anno 1672 di san Giacomo, san Filippo, Sant'Ambrogio e san Carlo; all'esterno quelle di sant'Antonio abate e san Cristoforo che ricordano modelli stilistici consueti al pieno Seicento.
- 4 Chiesetta di San Michele (All'angolo tra via San Michele e via Piermarini). Dedicata all'Arcangelo "guerriero", l'edificio attuale risale probabilmente nella prima metà del Seicento. Sul suo lato sinistro si apre piazza Mercato, centro nevralgico della Sagra di San Michele (ultimo lunedì di settembre).
- 5 Ex Collegio Cavalleri, piazza Maggiolini. Riconoscibile dalla torre astronomica che sovrasta un lato della piazza, è un edificio settecentesco, di cui attualmente è rimasta solo la facciata e la torre. Fu arricchito nel corso dei decenni da un salone teatro interno. Fondato nel marzo del 1700 dai fratelli Don Carlo Filippo e Don Claudio Cavalleri, era una scuola per giovani nobili milanesi che rimase attiva fino al 1857.
- 6 Villa Maggi-Corvini (Víla Cùrvïn). È l'unico edificio tardo-rinascimentale esistente a Parabiago e risale probabilmente al XVI secolo, vi nacque nel 1821 il pittore romantico Giovanni Corvini, abbandonata poco prima della seconda guerra mondiale e finalmente ristrutturata alla fine degli anni novanta, oggi è sede di mostre temporanee e di un centro servizi. Venne ristrutturato durante la fine degli anni novanta, conservando l'ingresso principale con la cancellata in ferro battuto, il porticato ed il cortile interno con il pozzetto, oggi scomparso.
- 7 Palazzo Castelli (La Torre), via Torre 4. Iniziato sul finire del Seicento e mai portato a termine. Nel 1658, il Marchese Camillo Castelli acquistò per se e per la sua discendenza il "Feudo di Parabiago". I Castelli rimasero i feudatari locali per più di un secolo fino al 1783, ano di morte del Cardinale Giuseppe Castelli. Il palazzo oggi è sede di un'associazione culturale.
- 8 Prima bottega Maggiolini, piazza Maggiolini. chiuso al pubblico. Edificio del settecento, situato sul lato destro della piazza rispetto alla chiesa, presenta un esempio di affresco Trompe-l'œil in parte rovinato raffigurante una finestra, fu il primo laboratorio dell'ebanista Giuseppe Maggiolini.
- 9 Museo Carla Musazzi (Museo storico di Parabiago), via Randaccio 11, ☎ +39 0331 553979. gratuito. Dom 15:00-18:00. Museo storico, archeologico e culturale della città, ha tra i pezzi più importanti uno strappo di un affresco proveniente dal settecentesco Collegio Cavalleri, alcuni esempi di mobili intarsiati da Giuseppe Maggiolini ed un tavolo da lavoro con strumenti da falegname attribuibili all'ebanista stesso.
- 10 Villa Ida Lampugnani (Villa Gajo), via Matteotti 29. In stile vagamente Liberty, costruita nel 1907, fu dimora del Senatore del Regno Felice Gajo, industriale e uomo politico, all'inizio del Novecento fu anche sindaco di Parabiago, e di sua moglie Ida Lampugnani. Attualmente la villa di proprietà eredi Lampugnani, è sede di eventi organizzati.
- 11 Santuario di San Felice, via Gajo. Molto probabilmente dedicato a San Felice martire, perché sulla facciata il Santo è rappresentato in abiti militari d'epoca romana, venne costruito nel 1940 con una mastodontica cupola quadrata, che crollò il 20 gennaio 1950, venne poi ricostruita in dimensioni più contenute. Attualmente è di proprietà privata.
- 12 Villa Castelnuovo (all'angolo tra via Santa Croce e via XI Febbraio). Costruita nel 1922, fu residenza dell'imprenditore Paolo Castelnuovo, il primo che ha introdotto la produzione industriale calzaturiera a Parabiago. Oggi è sede di una cooperativa sociale cattolica.
- 13 Monumento alla calzatura (sulla rotonda tra via Unione, via Resegone e via Filarete). Realizzato nel 2012 dall'artista tedesco Pierre H. Lindner, celebra il settore calzaturiero che ha caratterizzato da sempre l'industria parabiaghese.
- 14 Isolino sul fiume Olona, via Resegone (accessibile da una stradina sterrata nei pressi del Monumento alla Calzatura). Interessante esempio tipico della vegetazione di fiume, dal ponticello che esce verso i campi si possono notare i resti del mulino Corvini risalente all'800 o addirittura al '700.
- 15 Mulino del Miglio (Mulino Rancilio), via Resegone (sul curvone). chiuso al pubblico (abitazione privata). Presumibilmente risalente al XVII secolo, sulla facciata è ben visibile un affresco raffigurante la Madonna col bambino.
- 16 Memorie del tratto iniziale del Riale (La Röngia), via Resegone (sul curvone, al lato opposto del mulino del Miglio). Rinvenuto alla luce nel 2009 e riattrezzato allo scorrimento delle acque del fiume Olona nel 2010, consiste nel tratto iniziale di quel riale di origini medievali, che la tradizione vuole concesso con un decreto da Teodolinda, Regina dei longobardi.
- 17 Mulino Lampugnani e isola "Vezzini" (mulino Gajo), via Unione (di fronte alla ex MEP). chiusi al pubblico (proprietà private). Il primo mulino è probabilmente risalente al '600, passò successivamente agli eredi Lampugnani ed agli attuali proprietari che ivi abitano. Dal mulino un ponticello lo collega all'isolotto detto "isola Vezzini", attrezzata con architetture di decoro, serviva alla dirimpettaia MEP (attiva fino agli inizi del XXI secolo), come area dimostrativa per i tosaerba che produceva. Dal ponte sull'Olona di viale Marconi, che collega Parabiago con la frazione San Lorenzo, si possono scorgere tali elementi architettonici.
- 18 Chiesa del Gesù Crocifisso (Parrocchia di Ravello), piazza Paolo VI (all'angolo tra via Speri e via Watt). Architettura religiosa post-moderna degli anni '70 del XX secolo, benché sia la sede Parrocchiale della frazione Ravello, è situata nel quartiere Oltreferrovia di Parabiago.
- 19 Cimitero di Parabiago, viale Marconi (sulla rotonda tra via Butti e via Cavalieri). Lun-Dom 8:00-17:30 (Martedì chiuso). Esistente già nel XIX secolo, ospita tombe monumentali di alcune famiglie ricche parabiaghesi. Nelle prime file a sinistra rispetto all'ingresso, ci si imbatte nella tomba-monumento del Campione del Mondo di ciclismo Libero Ferrario, riconoscibile dal busto bronzeo che lo rappresenta. Curiose le edicolette sul muro di cinta (sempre a sinistra dell'ingresso) che ricordano defunti anche del XIX secolo. Al centro la cappella ai caduti delle due Guerre Mondiali, edificata nel 1927.
- 20 Parco del Roccolo. Parte del comune di Parabiago rientra in questo Parco, insieme ai comuni di Arluno, Busto Garolfo, Canegrate, Casorezzo e Nerviano. Fu istituito nel 1991 per la tutela degli elementi naturali della zona e per la valorizzazione dell'agricoltura (vengono coltivati principalmente mais, grano, frumento, avena, orzo, soia e foraggio).
Eventi e feste
[modifica]- 1 Rugby Sound Festival (ex Festa del Rugby), via Carso 1. da gratis a variabile in base alle performance degli artisti. serale. È un evento musicale organizzato ogni anno tra giugno e luglio dalla storica società Rugby Parabiago, che dalle primissime feste del Rugby è diventato un evento di attrazione nazionale, con le performance di artisti e gruppi della scena rock, pop, funky, reggae e ska sia italiana sia internazionale.
- 2 Notte bianca dello Sport, Centro città (in piazza Maggiolini e nelle vie storiche). gratuito. serale. Si svolge ogni anno, un sabato sera tradizionalmente nel mese di giugno. Dedicata alle associazioni sportive che hanno sede nel territorio comunale, tra via San'Ambrogio, piazza Maggiolini, via San Michele e piazza Mercato, negozi e attività aperte, trovano spazio anche palchi per concerti e spettacoli all'aperto.
- 3 Notte bianca dei Bambini, Centro città (in piazza Maggiolini e nelle vie storiche). gratuito. pomeridiano e serale. Simile alla notte bianca dello sport, questa è dedicata ai bambini, si svolge un sabato sera di giugno e trova anch'essa spazio tra via San'Ambrogio, piazza Maggiolini, via San Michele e piazza Mercato, con giochi, palchi per concerti e spettacoli all'aperto.
- 4 Notte Rosa, Centro città (in piazza Maggiolini e nelle vie storiche). gratuito. serale e notturno. Il primo sabato di luglio, in contemporanea con la più famosa Notte Rosa della Riviera romagnola, anche nel centro storico di Parabiago trovano spazio palchi all'aperto per concerti, manifestazioni artistiche ed esibizioni varie. Negozi ed attività aperte fino a tarda ora.
- 5 Sagra di San Michele (Fiera di San Michele), rione San Michele (da piazza Mercato lungo tutta la via San Michele). mattino e pomeriggio. Annuale sagra rionale del centro storico, si svolge l'ultima domenica e l'ultimo lunedì del mese di settembre. Tante bancarelle con prodotti tipici da altre regioni d'Italia; le specialità locali che su prenotazione alcuni ristoratori preparano sono in primis la cassoela, poi ovviamente la polenta (meglio se fatta in paiolo di rame) e gli ossi buchi.
- 6 Ritorno della Principessa, via Spagliardi (presso l'ex monastero cistercense). gratuito. pomeridiano. Rievocazione storica in abiti settecenteschi in onore alla Principessa Elisabetta di Brunswick, che nel 1708 fu ospitata dai monaci cistercensi, presso il convento di Sant'Ambrogio della Vittoria. Di passaggio, era diretta a Barcellona per sposarsi con il futuro Imperatore Carlo VI.
Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Dove alloggiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- 1 Hotel del Riale, Via San Giuseppe, 1, ☎ +39 0331 554 600, fax: +39 0331 490 667, info@hotelriale.it.
- 2 [link non funzionante] Hotel Domus Expo (ex Novecento), via Matteotti 17 (a metà strada tra la stazione e piazza Maggiolini), ☎ +39 0331 553170, fax: +39 0331 559570, info@domus-hotel.it. Tre stelle.
Prezzi elevati
[modifica]- 3 Hotel del Riale, via San Giuseppe 1 (a 200 metri da piazza Maggiolini), ☎ +39 0331 554600, fax: +39 0331 490667, info@hotelriale.it. Quattro stelle
Sicurezza
[modifica]Come restare in contatto
[modifica]Nei dintorni
[modifica]Altri progetti
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