Papers by Bart Van den Bossche
L’ «ermeneutica della “modernità dell’antico”» è un filone pressoché ancora pionieristico negli s... more L’ «ermeneutica della “modernità dell’antico”» è un filone pressoché ancora pionieristico negli studi della letteratura italiana e delle arti, il cui intento è quello di arrivare a scoprire il significato recondito di opere letterarie e artistiche laddove altri approcci interpretativi si sono rivelati fallimentari o insoddisfacenti.
La sua peculiarità è quella di avvalersi – una volta acquisiti tutti i risultati degli studi storico-critico-filologici – delle fonti antiche della mitologia e della religiosità pagana, nonché dell’eresiologia, come chiavi interpretative di opere letterarie e artistiche sapientemente concepite come degli enigmi eruditi e costruite con la struttura semantica stratificata dello scrigno, ovvero del palinsesto. Riuscire ad aprire il coperchio dello scrigno, ovvero a raschiare la scriptio superior delle immagini («Ut pictura poësis»), per arrivare poi a scoprire il significato in esse sapientemente velato nella scriptio inferior, è il suo obiettivo prioritario.
Se concepite con la struttura dello scrigno-palinsesto, le immagini sono in definitiva dei simboli. “Uno fatto da due”, infatti, è il significato del termine σύμβολον (in Platone, Simposio, 16, 191D). Ne consegue che se un’immagine è un simbolo, significa anche altro. È, in altri termini, un’immagine sensibile “abitata” da un’idea che le conferisce un significato ulteriore e diverso. Da un’idea che, nel caso di opere concepite nella prospettiva attualizzante della “modernità dell’antico”, è un’idea metafisico-religiosa informata a concezioni e a fonti antiche della mitologia, ovvero della religiosità pagana (preferibilmente non omerico-olimpica, bensì anti-olimpica, arcaica, misterica, mediterranea e non mediterranea), nonché dell’eresiologia. L’ermeneuta della “modernità dell’antico” – che non è un mero descrittivista-analitico-empirico – attraverso la sua ricerca investigativa dovrà sagacemente riuscire a individuarla e a dimostrarla.
Il "Primo Congresso Internazionale di Studi ermeneutici su simbolo, mito e modernità dell’antico nella letteratura italiana e nelle arti dal Rinascimento ai giorni nostri" vuole essere un’occasione per far conoscere l’approccio ermeneutico della “modernità dell’antico” e nel contempo uno stimolo per indirizzare altri studi futuri in questa medesima direzione, ancora pressoché inesplorata, ma che lascia prefigurare scenari ermeneutici inediti, nonché interessanti.
http://convegni.unicatt.it/ermeneuticasimbolomitoemodernitadellantico
http://convegni.unicatt.it/meetings_5980.html
Van den Bergh, C., Van Den Bossche, B., Bonciarelli, S. (2013). X-Raying the Italian Novel of the... more Van den Bergh, C., Van Den Bossche, B., Bonciarelli, S. (2013). X-Raying the Italian Novel of the 1930s: From Autonomy to Heteronomy (and Back). In: , Modern Times. Literary Change, Chapt. 2. Leuven: Peeters, 45-64.
in "Testo. Studi di Teoria della Letteratura e della Critica", 65, 2013
KNAW Narcis. Back to search results. Publication Identità e diversità nella lingua e nella letter... more KNAW Narcis. Back to search results. Publication Identità e diversità nella lingua e nella letteratura italiana... (2007) Open access. Pagina-navigatie: Main. Title, Identità e diversità nella lingua e nella letteratura italiana : Atti del ...
Target-international Journal of Translation Studies, 2003
Books by Bart Van den Bossche
Collection of papers by various authors about the presence of Greek myth and the influence of Gre... more Collection of papers by various authors about the presence of Greek myth and the influence of Greek Literature on the work of Cesare Pavese
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Papers by Bart Van den Bossche
La sua peculiarità è quella di avvalersi – una volta acquisiti tutti i risultati degli studi storico-critico-filologici – delle fonti antiche della mitologia e della religiosità pagana, nonché dell’eresiologia, come chiavi interpretative di opere letterarie e artistiche sapientemente concepite come degli enigmi eruditi e costruite con la struttura semantica stratificata dello scrigno, ovvero del palinsesto. Riuscire ad aprire il coperchio dello scrigno, ovvero a raschiare la scriptio superior delle immagini («Ut pictura poësis»), per arrivare poi a scoprire il significato in esse sapientemente velato nella scriptio inferior, è il suo obiettivo prioritario.
Se concepite con la struttura dello scrigno-palinsesto, le immagini sono in definitiva dei simboli. “Uno fatto da due”, infatti, è il significato del termine σύμβολον (in Platone, Simposio, 16, 191D). Ne consegue che se un’immagine è un simbolo, significa anche altro. È, in altri termini, un’immagine sensibile “abitata” da un’idea che le conferisce un significato ulteriore e diverso. Da un’idea che, nel caso di opere concepite nella prospettiva attualizzante della “modernità dell’antico”, è un’idea metafisico-religiosa informata a concezioni e a fonti antiche della mitologia, ovvero della religiosità pagana (preferibilmente non omerico-olimpica, bensì anti-olimpica, arcaica, misterica, mediterranea e non mediterranea), nonché dell’eresiologia. L’ermeneuta della “modernità dell’antico” – che non è un mero descrittivista-analitico-empirico – attraverso la sua ricerca investigativa dovrà sagacemente riuscire a individuarla e a dimostrarla.
Il "Primo Congresso Internazionale di Studi ermeneutici su simbolo, mito e modernità dell’antico nella letteratura italiana e nelle arti dal Rinascimento ai giorni nostri" vuole essere un’occasione per far conoscere l’approccio ermeneutico della “modernità dell’antico” e nel contempo uno stimolo per indirizzare altri studi futuri in questa medesima direzione, ancora pressoché inesplorata, ma che lascia prefigurare scenari ermeneutici inediti, nonché interessanti.
http://convegni.unicatt.it/ermeneuticasimbolomitoemodernitadellantico
http://convegni.unicatt.it/meetings_5980.html
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La sua peculiarità è quella di avvalersi – una volta acquisiti tutti i risultati degli studi storico-critico-filologici – delle fonti antiche della mitologia e della religiosità pagana, nonché dell’eresiologia, come chiavi interpretative di opere letterarie e artistiche sapientemente concepite come degli enigmi eruditi e costruite con la struttura semantica stratificata dello scrigno, ovvero del palinsesto. Riuscire ad aprire il coperchio dello scrigno, ovvero a raschiare la scriptio superior delle immagini («Ut pictura poësis»), per arrivare poi a scoprire il significato in esse sapientemente velato nella scriptio inferior, è il suo obiettivo prioritario.
Se concepite con la struttura dello scrigno-palinsesto, le immagini sono in definitiva dei simboli. “Uno fatto da due”, infatti, è il significato del termine σύμβολον (in Platone, Simposio, 16, 191D). Ne consegue che se un’immagine è un simbolo, significa anche altro. È, in altri termini, un’immagine sensibile “abitata” da un’idea che le conferisce un significato ulteriore e diverso. Da un’idea che, nel caso di opere concepite nella prospettiva attualizzante della “modernità dell’antico”, è un’idea metafisico-religiosa informata a concezioni e a fonti antiche della mitologia, ovvero della religiosità pagana (preferibilmente non omerico-olimpica, bensì anti-olimpica, arcaica, misterica, mediterranea e non mediterranea), nonché dell’eresiologia. L’ermeneuta della “modernità dell’antico” – che non è un mero descrittivista-analitico-empirico – attraverso la sua ricerca investigativa dovrà sagacemente riuscire a individuarla e a dimostrarla.
Il "Primo Congresso Internazionale di Studi ermeneutici su simbolo, mito e modernità dell’antico nella letteratura italiana e nelle arti dal Rinascimento ai giorni nostri" vuole essere un’occasione per far conoscere l’approccio ermeneutico della “modernità dell’antico” e nel contempo uno stimolo per indirizzare altri studi futuri in questa medesima direzione, ancora pressoché inesplorata, ma che lascia prefigurare scenari ermeneutici inediti, nonché interessanti.
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