Valerio Tolve
In 2007 he graduated from the Politecnico di Milano / Scuola di Architettura Civile, where he obtained the title of PhD in 2012.
Since 2013 he is Adjunct Professor at the Schools of Architecture of Politecnico di Milano: Composition and Urban Planning (a.y. 2012-2013; a.y. 2013-2014), Theories and Techniques of Planning (a.y. 2015-2016); Architectural Composition (a.y. 2014-2015; a.y. 2015-2016; a.y. 2016-2017). He is also a Professor at Accademia Adrianea di Architettura e Archeologia Onlus in Rome.
He has given lectures in Italian Faculty and presented reports at conferences; he participated as a scientific curator, teacher and designer in some design workshop (Milan, Genoa, Mantua, Naples, Rome, Syracuse, Athens, Valencia) and he has published articles and essays in books and magazines.
With his firm in Milan he is author of project by assignments and obtained mentions and awards including the first prize in the competition for a new School complex in Merano, which is currently being designed.
Address: Milano
Since 2013 he is Adjunct Professor at the Schools of Architecture of Politecnico di Milano: Composition and Urban Planning (a.y. 2012-2013; a.y. 2013-2014), Theories and Techniques of Planning (a.y. 2015-2016); Architectural Composition (a.y. 2014-2015; a.y. 2015-2016; a.y. 2016-2017). He is also a Professor at Accademia Adrianea di Architettura e Archeologia Onlus in Rome.
He has given lectures in Italian Faculty and presented reports at conferences; he participated as a scientific curator, teacher and designer in some design workshop (Milan, Genoa, Mantua, Naples, Rome, Syracuse, Athens, Valencia) and he has published articles and essays in books and magazines.
With his firm in Milan he is author of project by assignments and obtained mentions and awards including the first prize in the competition for a new School complex in Merano, which is currently being designed.
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Papers by Valerio Tolve
Le proposte riflettono sull’opposizione di due orizzonti lontani, la costa e la linea degli Iblei, tentando di riscriverne il paesaggio e il sistema delle relazioni a distanza a esso sotteso, che le trasformazioni urbane e infrastrutturali occorse in tempi diversi hanno compromesso.
Il paesaggio è assunto quale strumento operativo e concettuale strutturato nella compresenza di natura e artificio, laddove gli insediamenti nelle loro possibili manifestazioni dell’abitare, contribuiscono a questa complessa stratificazione.
Il progetto è strumento di lettura e conoscenza - interpretazione logica e appropriata ancorché geograficamente e storicamente referenziata - di questo sistema di relazioni del quale tanto la topografia dei luoghi quanto l’insediamento urbano sono parti fondanti.
Attraverso architetture, viste e vedute, reciproci avvistamenti, ‘infrastrutture invisibili’- in parte ritrovate nel luogo, in parte ricostruite - il disegno si propone di dare figura al paesaggio, contribuendo a rendere evidenti le specificità di ciascuna delle sue parti. Si definisce così una sorta di principio di contro-espansione della città, che si infiltra in quei luoghi di margine e frattura, dove è possibile definire un rapporto di continuità tra il nuovo e l’antico.
Ad Augusta si propone un radicale rovesciamento del punto di vista, assumendo la linea di costa come primo luogo del processo di rigenerazione, benché segnato da profonde contraddizioni, soprattutto infrastrutturali.
Ad Avola la connessione tra la costa e l’altopiano - realmente strutturale e non solo fisica - è nuovamente possibile attraverso una sequenza di ambiti e architetture profondamente radicate nel luogo, che ne misurano la distanza e ne scandiscono il passo.
Le proposte riflettono sull’opposizione di due orizzonti lontani, la costa e la linea degli Iblei, tentando di riscriverne il paesaggio e il sistema delle relazioni a distanza a esso sotteso, che le trasformazioni urbane e infrastrutturali occorse in tempi diversi hanno compromesso.
Il paesaggio è assunto quale strumento operativo e concettuale strutturato nella compresenza di natura e artificio, laddove gli insediamenti nelle loro possibili manifestazioni dell’abitare, contribuiscono a questa complessa stratificazione.
Il progetto è strumento di lettura e conoscenza - interpretazione logica e appropriata ancorché geograficamente e storicamente referenziata - di questo sistema di relazioni del quale tanto la topografia dei luoghi quanto l’insediamento urbano sono parti fondanti.
Attraverso architetture, viste e vedute, reciproci avvistamenti, ‘infrastrutture invisibili’- in parte ritrovate nel luogo, in parte ricostruite - il disegno si propone di dare figura al paesaggio, contribuendo a rendere evidenti le specificità di ciascuna delle sue parti. Si definisce così una sorta di principio di contro-espansione della città, che si infiltra in quei luoghi di margine e frattura, dove è possibile definire un rapporto di continuità tra il nuovo e l’antico.
Ad Augusta si propone un radicale rovesciamento del punto di vista, assumendo la linea di costa come primo luogo del processo di rigenerazione, benché segnato da profonde contraddizioni, soprattutto infrastrutturali.
Ad Avola la connessione tra la costa e l’altopiano - realmente strutturale e non solo fisica - è nuovamente possibile attraverso una sequenza di ambiti e architetture profondamente radicate nel luogo, che ne misurano la distanza e ne scandiscono il passo.