Roberto Dulio
Roberto Dulio obtained in 1998 a Bachelor degree at Facoltà di Architettura of Politecnico di Milano. In 2003 he completed a Ph.D in History of architecture and urbanistic at Facoltà di Architettura of Politecnico di Torino. In april 2004 he was assigned a two year post doctorate research grant from Facoltà di Architettura of Politecnico di Milano, with the sponsorhip of Fondazione Piero Portaluppi. From september 2005 he has been teaching History of architecture at the Facoltà di Architettura of Politecnico di Milano. In september 2008 he became researcher at same Faculty and the post was renewed on a permanent basis in 2011. In March 2019 he became Associate Professor at same Faculty. His studies are mainly focused on modern and contemporary architecture, with special attention on the relation with art and photography. He curated exhibitions, published essays and articles on history of contemporary architecture. He was editor of the review «L’architettura cronache e storia» and writes for reviews of architecture such as «Casabella» and «Domus».
Roberto Dulio si laurea in architettura nel 1998, presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano con una tesi storica sull’architetto milanese Elio Frisia (1906-1989). Nel 2003 ottiene il titolo di Dottore in ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Torino con una tesi sulla formazione e sull’attività storiografica di Bruno Zevi (1918-2000). Nell’aprile 2004 ottiene un assegno biennale di ricerca dalla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, finanziato dalla Fondazione Piero Portaluppi di Milano. Dal settembre 2005 è professore a contratto di Storia dell’architettura presso la Facoltà Architettura e Società del Politecnico di Milano. Nel dicembre 2008 diventa Ricercatore di ruolo in Storia dell’architettura presso la Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano, dove viene confermato nel 2011. Nel Marzo 2019 diventa Professore associato presso la stessa Facoltà. Si occupa della cultura architettonica moderna e contemporanea, della sua storiografia e dei suoi rapporti con l’arte e la fotografia. Ha curato mostre, pubblicato saggi e articoli sulla storia dell’architettura contemporanea, è stato redattore della rivista «L’architettura cronache e storia», e collaboratore di altre testate di architettura tra le quali «Casabella», «Domus», «Il Giornale dell’Architettura».
Roberto Dulio si laurea in architettura nel 1998, presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano con una tesi storica sull’architetto milanese Elio Frisia (1906-1989). Nel 2003 ottiene il titolo di Dottore in ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Torino con una tesi sulla formazione e sull’attività storiografica di Bruno Zevi (1918-2000). Nell’aprile 2004 ottiene un assegno biennale di ricerca dalla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, finanziato dalla Fondazione Piero Portaluppi di Milano. Dal settembre 2005 è professore a contratto di Storia dell’architettura presso la Facoltà Architettura e Società del Politecnico di Milano. Nel dicembre 2008 diventa Ricercatore di ruolo in Storia dell’architettura presso la Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano, dove viene confermato nel 2011. Nel Marzo 2019 diventa Professore associato presso la stessa Facoltà. Si occupa della cultura architettonica moderna e contemporanea, della sua storiografia e dei suoi rapporti con l’arte e la fotografia. Ha curato mostre, pubblicato saggi e articoli sulla storia dell’architettura contemporanea, è stato redattore della rivista «L’architettura cronache e storia», e collaboratore di altre testate di architettura tra le quali «Casabella», «Domus», «Il Giornale dell’Architettura».
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Oggi la villa ospita l'importante donazione di Claudia Gian Ferrari, storica dell'arte e gallerista milanese: un'antologia del Novecento italiano da Arturo Martini a Giorgio Morandi, da Mario Sironi a de Chirico.
Ne parlano: Lucia Borromeo, FAI Fondo per l'ambiente italiano; Roberto Dulio, storico dell'architettura, Politecnico di Milano.
Regia di Marta Francocci, consulenza scientifica Renata Bizzotto.
L’edificio dà inoltre tangibile esempio di quel concerto delle arti che approderà poi alla cosiddetta «Legge del 2%», con la quale si destinerà tale percentuale dell’importo dei lavori degli edifici pubblici alle opere d’arte. Alla villa campeggiavano La Famiglia di Mario Sironi e Il Cielo. Le stelle di Arturo Martini: i due artisti faranno passare in secondo piano i precedenti sodali e significativamente Piacentini affiderà loro anche le due opere di maggior rilievo della Città Universitaria. Gli arredi per la villa, oltre a radicalizzano l’opzione modernista scelta da Piacentini, sono frutto della collaborazione con altri progettisti, come Gio Ponti o Guglielmo Ulrich.
Il contributo vuole evidenziare come questi e altri elementi confermino questo edificio come una anticipazione della rinnovata attitudine piacentiniana all’orchestrazione di una comune opzione espressiva che troverà i suoi esiti più compiuti nelle grandi imprese architettoniche e urbanistiche dell’architetto.
Oggi la villa ospita l'importante donazione di Claudia Gian Ferrari, storica dell'arte e gallerista milanese: un'antologia del Novecento italiano da Arturo Martini a Giorgio Morandi, da Mario Sironi a de Chirico.
Ne parlano: Lucia Borromeo, FAI Fondo per l'ambiente italiano; Roberto Dulio, storico dell'architettura, Politecnico di Milano.
Regia di Marta Francocci, consulenza scientifica Renata Bizzotto.
L’edificio dà inoltre tangibile esempio di quel concerto delle arti che approderà poi alla cosiddetta «Legge del 2%», con la quale si destinerà tale percentuale dell’importo dei lavori degli edifici pubblici alle opere d’arte. Alla villa campeggiavano La Famiglia di Mario Sironi e Il Cielo. Le stelle di Arturo Martini: i due artisti faranno passare in secondo piano i precedenti sodali e significativamente Piacentini affiderà loro anche le due opere di maggior rilievo della Città Universitaria. Gli arredi per la villa, oltre a radicalizzano l’opzione modernista scelta da Piacentini, sono frutto della collaborazione con altri progettisti, come Gio Ponti o Guglielmo Ulrich.
Il contributo vuole evidenziare come questi e altri elementi confermino questo edificio come una anticipazione della rinnovata attitudine piacentiniana all’orchestrazione di una comune opzione espressiva che troverà i suoi esiti più compiuti nelle grandi imprese architettoniche e urbanistiche dell’architetto.