Marcello Ostinelli, 1951, filosofo. Fino al recente pensionamento è stato docente e ricercatore di filosofia dell’educazione della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, responsabile del Centro di competenza « Scuola e società » e del Diploma di insegnamento per le scuole di maturità. È autore di saggi di etica, filosofia politica, teoria dell’educazione, storia della scuola, didattica della filosofia.
Intersezioni Rivista di storia delle idee ISSN : 0393-2451. Numero: 1, aprile 2010, Indice. DOI: ... more Intersezioni Rivista di storia delle idee ISSN : 0393-2451. Numero: 1, aprile 2010, Indice. DOI: 10.1404/31494. Anna Donise, Valore Marcello Ostinelli, pp. 157-159 6 [pdf 129K], copyright by Società editrice il Mulino consultate ...
... | Ayuda. Un'idea complessa dell'eguaglianza delle opportunità. Autores: Marcello Os... more ... | Ayuda. Un'idea complessa dell'eguaglianza delle opportunità. Autores: Marcello Ostinelli; Localización: Teoria politica, ISSN 0394-1248, n. 3, 2008 , pags. 191-193; Es reseña de: Levelling the playing field.: The idea of equal opportunity and its place in egalitarian thought. ...
In this short essay the author discusses the possibility to consider honor as one of the democrat... more In this short essay the author discusses the possibility to consider honor as one of the democratic values after the proposal pur forward by different authors, and in particular by Francesca Rigotti. The first move is to consider the contrast between the social and the moral dimension of honor and dignity as it has been suggested by Peter Berger, developed by introducing the distinction between the conventional and the post-conventional level of moral thought (following Lawrence Kohlberg) and then comparing communitarian contextualization and liberal universalism. In such a way the contrast between honor and dignity gets new meanings. The hypothesis that honor might be recognized as the virtue of a democratic society is consequently further weakened.
Recentemente il compito educativo della scuola pubblica è stato ripetutamente oggetto di contesta... more Recentemente il compito educativo della scuola pubblica è stato ripetutamente oggetto di contestazione. Pure l’educazione alla cittadinanza non è stata risparmiata dalle critiche e la sua legittimità è stata messa in discussione. L’articolo discute il problema della legittimità dell’educazione alla cittadinanza nella scuola pubblica, precisando il significato del principio di neutralità e proponendone un’interpretazione ristretta.Su questa base l’articolo esamina quattro modelli filosofici dell’educazione alla cittadinanza (comunitarismo, umanesimo civico, liberalismo, repubblicanesimo). L’esito di questo esame è che il modello repubblicano dell’educazione alla cittadinanza risulta il più adeguato; esso necessita tuttavia di una correzione liberale. La soluzione proposta di un repubblicanesimo liberale è esemplificata con un esame critico del dovere di comportamento civile (duty of civility).
Intersezioni Rivista di storia delle idee ISSN : 0393-2451. Numero: 1, aprile 2010, Indice. DOI: ... more Intersezioni Rivista di storia delle idee ISSN : 0393-2451. Numero: 1, aprile 2010, Indice. DOI: 10.1404/31494. Anna Donise, Valore Marcello Ostinelli, pp. 157-159 6 [pdf 129K], copyright by Società editrice il Mulino consultate ...
... | Ayuda. Un'idea complessa dell'eguaglianza delle opportunità. Autores: Marcello Os... more ... | Ayuda. Un'idea complessa dell'eguaglianza delle opportunità. Autores: Marcello Ostinelli; Localización: Teoria politica, ISSN 0394-1248, n. 3, 2008 , pags. 191-193; Es reseña de: Levelling the playing field.: The idea of equal opportunity and its place in egalitarian thought. ...
In this short essay the author discusses the possibility to consider honor as one of the democrat... more In this short essay the author discusses the possibility to consider honor as one of the democratic values after the proposal pur forward by different authors, and in particular by Francesca Rigotti. The first move is to consider the contrast between the social and the moral dimension of honor and dignity as it has been suggested by Peter Berger, developed by introducing the distinction between the conventional and the post-conventional level of moral thought (following Lawrence Kohlberg) and then comparing communitarian contextualization and liberal universalism. In such a way the contrast between honor and dignity gets new meanings. The hypothesis that honor might be recognized as the virtue of a democratic society is consequently further weakened.
Recentemente il compito educativo della scuola pubblica è stato ripetutamente oggetto di contesta... more Recentemente il compito educativo della scuola pubblica è stato ripetutamente oggetto di contestazione. Pure l’educazione alla cittadinanza non è stata risparmiata dalle critiche e la sua legittimità è stata messa in discussione. L’articolo discute il problema della legittimità dell’educazione alla cittadinanza nella scuola pubblica, precisando il significato del principio di neutralità e proponendone un’interpretazione ristretta.Su questa base l’articolo esamina quattro modelli filosofici dell’educazione alla cittadinanza (comunitarismo, umanesimo civico, liberalismo, repubblicanesimo). L’esito di questo esame è che il modello repubblicano dell’educazione alla cittadinanza risulta il più adeguato; esso necessita tuttavia di una correzione liberale. La soluzione proposta di un repubblicanesimo liberale è esemplificata con un esame critico del dovere di comportamento civile (duty of civility).
Gli orti urbani che cambiano la società Un giardino pensile a Torino, l'ultimo spazio orticolo al... more Gli orti urbani che cambiano la società Un giardino pensile a Torino, l'ultimo spazio orticolo alla periferia di Casablanca, il giardino dell'Eden di un emigrato turco a Berlino, l'i n attes o spazio verde fatto di sacchi da orto in uno slum di Nairobi: sono alcune delle esperienze di cui si parlerà oggi alle 21 sulla piattaforma Zoom (zoom.us/j/188157214), nel terzo incontro digitale promosso dall'Istituto i2a di Lugano. Dedicato alla società che cambia, il ciclo di incontri 'Il raggio verde'realizzato da Francesco Cara si sofferma sulle soluzioni pratiche che, spesso partendo dal basso, possono migliorare l'ambiente e la società. Come gli orti urbani. Negli ultimi anni, dovunque nel mondo, individui e piccoli gruppi di persone hanno cominciato a coltivare giardini, balconi, terrazze, spazi abbandonati delle città. Michele Mellara e Alessandro Rossi, ospiti dell'incontro, hanno documentato questa realtà con il pluripremiato 'Good Save the green'. I cortometraggi che ci presenteranno durante la serata sono storie estratte da questo lavoro, più l'inedito 'Morris'Bag 'che racconta di un inatteso spazio verde realizzato in uno slum di Nairobi. Alla serata parteciperanno anche Sophie Ambroise, architetta paesaggista dell'Officina del paesaggio, ed Eric Vimercati.
Oltre alla sua rilevanza metafilosofica la questione del rapporto tra filosofia e storia della f... more Oltre alla sua rilevanza metafilosofica la questione del rapporto tra filosofia e storia della filosofia ha implicazioni rilevanti anche nel dibattito attuale sull’insegnamento liceale della filosofia. L’insegnamento della filosofia deve tradursi necessariamente nella trattazione della storia della filosofia dalla sue origini al mondo contemporaneo? Oppure è opportuno prescindere totalmente dalla storia della filosofia? Quali sono i possibili usi della storia della filosofia nell’insegnamento liceale della filosofia? Di essi qual è il più appropriato? Le risposte a questi quesiti possono essere molto diverse. Ciò si traduce in precise scelte didattiche. Ne sono un esempio le tre versioni nelle lingue nazionali del Piano quadro degli studi di filosofia per le scuole di maturità (1994) che propongono soluzioni diverse del rapporto tra filosofia e storia della filosofia. In particolare la redazione in italiano si scosta dalle altre, auspicando un “costante richiamo alla dimensione storica dei problemi”. Dato per scontato che nei programmi di insegnamento liceale della filosofia non sia opportuno ignorare completamente le opere dei grandi filosofi del passato, vi è ragione di credere che anche in questa fattispecie si tratta di trovare, come suggerisce C. Panaccio, il giusto dosaggio tra il criterio di fedeltà al testo e il criterio di pertinenza all’esame dei problemi filosofici, integrando nel percorso didattico il metodo della ricostruzione storica e quello della ricostruzione razionale. L’opportunità di un uso didattico delle ricostruzioni razionali degli argomenti dei filosofi del passato è evidente, purché si ammetta che il corso liceale di filosofia debba perseguire come suo scopo l’avviamento dello studente all’analisi e alla soluzione dei problemi filosofici. Da questo punto di vista la conoscenza dei testi dei filosofi del passato costituisce un’occorrenza didattica importante. L’esame di un problema filosofico, storicamente disinformato dei suoi precedenti storici, espone lo studente al rischio di valutare le possibili soluzioni in modo ingenuo. D. Marconi ha paragonato il filosofo che trascura la storia della filosofia ad un giudice che ignori la dottrina esistente sulla materia sulla quale fosse chiamato a giudicare. Nel caso di uno studente liceale che dovesse affrontare un problema filosofico ignorando completamente l’esito dei dibattiti che su di esso si svolsero in passato nella comunità filosofica, la probabilità di compiere errori grossolani, di prestare il fianco a ovvie obiezioni e di ignorare possibili implicazioni controintuitive delle sue conclusioni è ancora maggiore. Se il ricorso alla storia della filosofia è opportuno in filosofia, a fortiori lo è nell’insegnamento liceale; quanto meno per rendere un po’ meno sprovveduto lo studente di fronte all’arduo compito di discutere i problemi filosofici che incontra nella sua esperienza del mondo. D’altra parte lo studio dei testi filosofici del passato è utile anche alla comprensione e alla maturazione del compito attuale dell’interrogazione filosofica, a condizione di ritenere che il risultato di una ricostruzione storica non sia necessariamente un sapere dossografico ed antiquario. La conoscenza diretta del pensiero degli autori del passato offre infatti l’opportunità di una visione più ricca ed articolata dei problemi filosofici, anche di quelli che consideriamo nostri. In questa caso il metodo della ricostruzione storica è utile anche all’insegnante perché gli restituisce l’alterità e la diversità di prospettive filosofiche remote rispetto a quelle comunemente accettate dalla cultura contemporanea. Discuterò criticamente e giustificherò queste tesi sull’uso della storia della filosofia nell’insegnamento liceale della filosofia, illustrandole con taluni testi significativi dell’etica di Aristotele.
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L’insegnamento della filosofia deve tradursi necessariamente nella trattazione della storia della filosofia dalla sue origini al mondo contemporaneo? Oppure è opportuno prescindere totalmente dalla storia della filosofia? Quali sono i possibili usi della storia della filosofia nell’insegnamento liceale della filosofia? Di essi qual è il più appropriato?
Le risposte a questi quesiti possono essere molto diverse. Ciò si traduce in precise scelte didattiche. Ne sono un esempio le tre versioni nelle lingue nazionali del Piano quadro degli studi di filosofia per le scuole di maturità (1994) che propongono soluzioni diverse del rapporto tra filosofia e storia della filosofia. In particolare la redazione in italiano si scosta dalle altre, auspicando un “costante richiamo alla dimensione storica dei problemi”.
Dato per scontato che nei programmi di insegnamento liceale della filosofia non sia opportuno ignorare completamente le opere dei grandi filosofi del passato, vi è ragione di credere che anche in questa fattispecie si tratta di trovare, come suggerisce C. Panaccio, il giusto dosaggio tra il criterio di fedeltà al testo e il criterio di pertinenza all’esame dei problemi filosofici, integrando nel percorso didattico il metodo della ricostruzione storica e quello della ricostruzione razionale.
L’opportunità di un uso didattico delle ricostruzioni razionali degli argomenti dei filosofi del passato è evidente, purché si ammetta che il corso liceale di filosofia debba perseguire come suo scopo l’avviamento dello studente all’analisi e alla soluzione dei problemi filosofici. Da questo punto di vista la conoscenza dei testi dei filosofi del passato costituisce un’occorrenza didattica importante. L’esame di un problema filosofico, storicamente disinformato dei suoi precedenti storici, espone lo studente al rischio di valutare le possibili soluzioni in modo ingenuo. D. Marconi ha paragonato il filosofo che trascura la storia della filosofia ad un giudice che ignori la dottrina esistente sulla materia sulla quale fosse chiamato a giudicare. Nel caso di uno studente liceale che dovesse affrontare un problema filosofico ignorando completamente l’esito dei dibattiti che su di esso si svolsero in passato nella comunità filosofica, la probabilità di compiere errori grossolani, di prestare il fianco a ovvie obiezioni e di ignorare possibili implicazioni controintuitive delle sue conclusioni è ancora maggiore. Se il ricorso alla storia della filosofia è opportuno in filosofia, a fortiori lo è nell’insegnamento liceale; quanto meno per rendere un po’ meno sprovveduto lo studente di fronte all’arduo compito di discutere i problemi filosofici che incontra nella sua esperienza del mondo.
D’altra parte lo studio dei testi filosofici del passato è utile anche alla comprensione e alla maturazione del compito attuale dell’interrogazione filosofica, a condizione di ritenere che il risultato di una ricostruzione storica non sia necessariamente un sapere dossografico ed antiquario. La conoscenza diretta del pensiero degli autori del passato offre infatti l’opportunità di una visione più ricca ed articolata dei problemi filosofici, anche di quelli che consideriamo nostri. In questa caso il metodo della ricostruzione storica è utile anche all’insegnante perché gli restituisce l’alterità e la diversità di prospettive filosofiche remote rispetto a quelle comunemente accettate dalla cultura contemporanea.
Discuterò criticamente e giustificherò queste tesi sull’uso della storia della filosofia nell’insegnamento liceale della filosofia, illustrandole con taluni testi significativi dell’etica di Aristotele.