Il volume è una guida essenziale e originale per la formazione di base sui principali aspetti rel... more Il volume è una guida essenziale e originale per la formazione di base sui principali aspetti relativi ai processi cognitivi coinvolti nell’apprendimento delle lingue e sugli obiettivi strategici che deve conseguire un approccio cognitivo-emozionale all’educazione linguistica. Esso prende avvio dal presupposto della centralità dei processi cognitivi dello studente nell’apprendimento delle lingue e tiene conto dell’unità di mente e corpo tracciata dall’embodied cognition nei processi di apprendimento, nonché del ruolo del docente che guida gli studenti collaborando con ciascuno di loro nella scelta delle migliori strategie per l’efficienza cognitiva e il conseguimento degli obiettivi del percorso di educazione linguistica. Si articola in cinque capitoli nei quali vengono analizzati processi cognitivi quali la percezione, l’attenzione, la memoria e il pensiero e viene illustrato il rapporto tra linguaggio ed emozioni con particolare riferimento all’intelligenza emotiva e al suo ruolo nell’apprendimento delle lingue.
Questo saggio esamina il ruolo dei gesti nella comunicazione e nell’educazione linguistica. Esso ... more Questo saggio esamina il ruolo dei gesti nella comunicazione e nell’educazione linguistica. Esso descrive il carattere originario della gestualità nel percorso evolutivo della specie umana e nell’apprendimento linguistico dei bambini e offre un’analisi delle funzioni cognitive e degli aspetti culturali dei gesti mettendo in evidenza la loro capacità socio-cognitiva. I gesti sono, infatti, strumenti in grado di contribuire alla comunicazione completando, disambiguando o addirittura contraddicendo il senso di quel che viene detto a parole. Essi sono capaci di supplire alle parole quando queste non possono essere usate o mancano e possono facilitare l’apprendimento delle lingue nella misura in cui influenzano positivamente processi cognitivi come l’attenzione e la memoria. I gesti, se usati strategicamente dall’insegnante, contribuiscono a creare un clima affettivo-emotivo favorevole all’apprendimento, in quanto rendono più chiari e comprensibili i contenuti didattici presentati in classe.
Il presente volume ha come oggetto il lessico nell’ambito dell’educazione linguistica. I primi du... more Il presente volume ha come oggetto il lessico nell’ambito dell’educazione linguistica. I primi due capitoli descrivono le parole e i loro rapporti e i principali modelli cognitivi relativi alla struttura del lessico mentale. I capitoli successivi sono dedicati a specifiche tematiche relative alla dimensione lessicale, come ad esempio i processi di lettura e il Lexical approach. Il volume include una trattazione teorica e operativa dei corpora nonché una riflessione linguistico-cognitiva sul linguaggio figurato. È presente, inoltre, una comparazione originale tra le traduzioni in italiano, francese, spagnolo e tedesco di alcune espressioni metaforiche proposte da Lakoff e Johnson in Metaphors we live by. L’opera si rivolge a tutti coloro che, a diverso titolo, sono coinvolti nella ricerca linguistico-educativa, nell’insegnamento e nell’apprendimento delle lingue straniere.
In questo libro si percorrono le tappe del rapporto tormentato e intenso tra Wittgenstein e Sraff... more In questo libro si percorrono le tappe del rapporto tormentato e intenso tra Wittgenstein e Sraffa e si inquadra l’influenza di stampo marxiano esercitata dall’economista sul filosofo nella prospettiva della svolta antropologica della filosofia wittgensteiniana. Al fine di chiarire i nodi di tale influenza viene analizzata la rete di contatti e interessi che fa da sfondo ai numerosi incontri tra i due pensatori e viene presentato un confronto tra alcuni passi dei loro scritti, anche inediti, intorno a temi quali significato e uso, spiegazione e causalità, modelli d’indagine dal semplice al complesso. Viene poi descritta l’importanza dell’amicizia tra Sraffa e Gramsci e, alla luce di essa, viene intessuta una comparazione tra la filosofia linguistica di Gramsci e alcuni aspetti cruciali del pensiero di Wittgenstein. Emergono somiglianze e differenze che offrono, nella loro complessità, un contributo agli sviluppi della filosofia del linguaggio.
Riflettere sull’arte stando nell’arte, attraverso qualcosa che nega l’arte presentandosi tuttavia... more Riflettere sull’arte stando nell’arte, attraverso qualcosa che nega l’arte presentandosi tuttavia come tale: questo può essere un senso dei ready-made. Duchamp, mettendo in luce un problema di valori, compiendo il gesto estremo di una ‘trasvalutazione’ di valori, è stato forse più filosofo che artista? Al di là dell’essere considerati o meno arte, i ready-made intrattengono un dialogo filosofico con l’arte. Continuano a chiederci che cosa siamo disposti a chiamare arte, che cosa riteniamo sia essenziale all’arte, ammesso che questo qualcosa ci sia, fino a che punto siamo disposti ad accettare che un oggetto, senza trasformazione artistica, svolga le funzioni di un’opera d’arte e che rapporto abbia o debba avere l’arte con l’ordinario. Questo saggio, muovendosi fra questi interrogativi, attraverso alcuni paradigmi della filosofia wittgensteiniana, riflette sul comprendere – in quanto modalità del vedere - messo in gioco dai ready-made.
"La falsa filosofia che ci proponiamo di smascherare è già incorporata nella lingua che parliamo ... more "La falsa filosofia che ci proponiamo di smascherare è già incorporata nella lingua che parliamo sotto forma di filosofia popolare sedimentatasi nel corso dei secoli. La lingua che parliamo è diventata così perché c’è la tendenza a pensare così. Ci sono però alcuni in rivolta contro questa tendenza, e sono i filosofi. Generalmente si accetta ogni espressione della lingua come vera e immodificabile. Al contrario il filosofo non può esimersi dalla fatica di cercare la parola liberatrice.
Questo libro esamina il problema del solipsismo per giungere a demitizzare la cosiddetta “interiorità”. Esso, attraverso la filosofia di Wittgenstein, evidenzia i limiti di una concezione del linguaggio esclusivamente denominativa lasciando emergere la priorità delle pratiche linguistiche, inevitabilmente intersingolari, nella formazione dell’interiorità. Sicché quest’ultima risulta nient’altro che una metafora della singolarità unica e irriducibile di ciascuno. Solo in quanto siamo già da sempre con altri possiamo decidere di restare soli con noi stessi.
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Il gioco del linguaggio e la dimensione pragmatica della metafora, 2019
This paper analyses the concept of language emerging by the metaphor “language is a game that men... more This paper analyses the concept of language emerging by the metaphor “language is a game that men play” and highlights the role of situational context in the functioning of meaning, aiming to focus the pragmatic dimension of metaphor. This latter is intended as a cognitive tool involved in organizing our ways of life and thinking; so, we will argue the pervasive character of the metaphorizing game of language in everyday life.
The main goals of this paper are to highlight the new philosophical aspects emerging from Wittgen... more The main goals of this paper are to highlight the new philosophical aspects emerging from Wittgenstein’s Nachlass and to analyze some of the philological questions that should be considered by editors and translators of Wittgenstein’s writings and by scholars of Wittgenstein’s philosophy. There are undoubtedly advantages to be had from exploring Wittgenstein’s Nachlass and this contribution will be focused on them. However, there are also some critical issues to be taken into account. They concern Wittgenstein’s way of writing and doing philosophy as well as the status of Wittgenstein’s manuscripts and the history of their publication. The advantages of investigating Wittgenstein’s movements of thought through and across the Nachlass and the resulting critical issues will be argued from the perspective of direct work editing Wittgenstein (e. g., the edition of two discovered letters of 1934 from Wittgenstein to Sraffa) and through the semantic reconstruction of crucial concepts from...
Un segno non ha un significato, bensì è un significato. O meglio, un segno è molteplici, infiniti... more Un segno non ha un significato, bensì è un significato. O meglio, un segno è molteplici, infiniti, indeterminati significati. Nella prassi linguistica quotidiana, dichiara radicalmente Wittgenstein, noi parliamo e ci comprendiamo, senza richiedere costantemente una spiegazione dei segni. Ricorriamo alla spiegazione del segno, ossia a una definizione di esso, quando vi è l'esigenza di un chiarimento circa la sua grammatica, vale a dire quando il segno è in qualche modo forestiero. Quando parliamo già sempre ci pre-comprendiamo per via dell'accordo nei segni, suoniamo infatti una tastiera comune. Solo quando non ci sentiamo a casa nostra nella lingua che parliamo, la comprensione si interrompe e ricorriamo perciò alla spiegazione. Solo in questi casi, solo nei casi in cui il non comprendere o il fraintendere interrompono il comprendere, allora siamo chiamati a interpretare la lingua, a tradurre cioè i segni momentaneamente fraintesi. Comprendere e interpretare, quindi, non coi...
This paper supports the power of the use of corpora in language education without giving up on th... more This paper supports the power of the use of corpora in language education without giving up on the examination of the critical issues therein. By analysing the different types and functions of corpora, it will put forward the advantages of corpus-based linguistic analysis in foreign language teaching and learning. Furthermore, this contribution will offer a state of the art of Italian language corpora for the purpose of teaching and learning Italian as a foreign language.
italianoQuesto articolo si propone di mostrare in che senso, entro la prospettiva della filosofia... more italianoQuesto articolo si propone di mostrare in che senso, entro la prospettiva della filosofia del linguaggio wittgensteiniana, si puo dire che la parola non ha un’anima, giacche sarebbe fuorviante attribuire ad essa una tale entita da intendere come il suo significato, ovvero come cio che le da vita, e in che senso e possibile invece dire che la parola ha un’anima che si esprime esteriormente negli elementi estetici, nel suo farsi musica e gesto rendendo cosi unico il suo uso entro un certo determinato contesto. Per via dell’anima delle parole, la scrittura, quella poetica come quella filosofica, non puo seguire un binario unico, non puo muoversi in modo lineare, ma ha bisogno di prendere forma incrociando i pensieri. EnglishThe purpose of this paper is to show in which sense, within the perspective of Wittgenstein’s philosophy of language, it can be said that the word does not have a soul, since it would be misleading to attribute to it such an entity understood as its meaning ...
This paper analyses gestures used among L2 speakers by presenting an interview of two Tamil nativ... more This paper analyses gestures used among L2 speakers by presenting an interview of two Tamil native speakers which have moved to Italy for short periods of work in a mechanical multi-national company. The aim is to remark how gestures can improve foreign language speaking and can facilitate the comprehension among L2 speakers; and to highlight the necessity to consider culturally specific gestures when someone interacts with a foreign language speaker. The relevance of gestures in human thought and communication, the cognitive advantages in using gestures as a strategy for teaching languages, and the necessity to learn symbolic gestures to get an intercultural competence will emerge.
Abstract: On the face of it Marx and Engels have a radically different account of religion to tha... more Abstract: On the face of it Marx and Engels have a radically different account of religion to that offered by Wittgenstein in the 1930s and 1940s. Marx and Engels accepted Enlightenment criticisms of religion and thought of religion as being in direct conflict with science whereas Wittgenstein thought that religion and science involved very different kinds of activities and different kinds of belief, such that they could not come into direct conflict. It seems likely that Marx and Engels’s account would be viewed as scientistic by Wittgenstein. However, there are many commonalities between the understanding of religion found in the work of Marx and Engels and the understanding of religion found in Wittgenstein’s later work. Neither the Marxist account nor the Wittgensteinian one is wholly rationalistic. Both stress the role of practice in religion. Both stress commonalities between religious believers and those who are not religious. By combining insights from Marx, Engels, and Wittgenstein we can give an account of religion that overcomes problems found in the work of recent thinkers, such as the New Atheists. If we combine their insights we will be more likely to attend to things like power and oppression and to do justice to the oppressed and we will also be more sensitive to differences between the practices of scientists and religious believers. https://www.peterlang.com/view/9783631857519/html/ch19.xhtml
RIEPILOGO Questo contributo intende fornire argomenti utili per comprendere l'efficacia cogni... more RIEPILOGO Questo contributo intende fornire argomenti utili per comprendere l'efficacia cognitiva dei gesti nella didattica delle lingue. Muovendo dall'influenza dei gesti su processi cognitivi quali i processi attentivi, la memoria, il problem solving e il ragionamento, si giungerà a mostrare le funzioni che i gesti possono svolgere nell'educazione linguistica. Il fine è quello di evidenziare l'esigenza per i docenti L2 di diventare sempre più consapevoli dell'uso strategico dei gesti nella didattica.
This paper presents a list of meetings between Wittgenstein and Sraffa during the period 1929-195... more This paper presents a list of meetings between Wittgenstein and Sraffa during the period 1929-1951. It was compiled using Sraffa’s notes from his pocket diaries and including supplement appointments noted by Wittgenstein. The information - like addresses or names of other speakers - added by Sraffa to some appointments have been here explained in the footnotes. As it is shown, it emerges by the list that the meetings between Wittgenstein and Sraffa can be divided in several different periods.
This paper introduces and publishes two letters from 1934 written by Wittgenstein to Sraffa. The ... more This paper introduces and publishes two letters from 1934 written by Wittgenstein to Sraffa. The first of these confirms that on the one hand Wittgenstein and Sraffa had communicative difficulties. On the other hand Wittgenstein acknowledged the strength of Sraffa’s thinking and he was aware of being positively influenced by it. The second longer letter is part of a debate between Wittgenstein and Sraffa that had been ongoing in the few weeks preceding the letter. In the letter, Wittgenstein tried to clarify and review in part his thinking on the points he discussed during the debate.
Il volume è una guida essenziale e originale per la formazione di base sui principali aspetti rel... more Il volume è una guida essenziale e originale per la formazione di base sui principali aspetti relativi ai processi cognitivi coinvolti nell’apprendimento delle lingue e sugli obiettivi strategici che deve conseguire un approccio cognitivo-emozionale all’educazione linguistica. Esso prende avvio dal presupposto della centralità dei processi cognitivi dello studente nell’apprendimento delle lingue e tiene conto dell’unità di mente e corpo tracciata dall’embodied cognition nei processi di apprendimento, nonché del ruolo del docente che guida gli studenti collaborando con ciascuno di loro nella scelta delle migliori strategie per l’efficienza cognitiva e il conseguimento degli obiettivi del percorso di educazione linguistica. Si articola in cinque capitoli nei quali vengono analizzati processi cognitivi quali la percezione, l’attenzione, la memoria e il pensiero e viene illustrato il rapporto tra linguaggio ed emozioni con particolare riferimento all’intelligenza emotiva e al suo ruolo nell’apprendimento delle lingue.
Questo saggio esamina il ruolo dei gesti nella comunicazione e nell’educazione linguistica. Esso ... more Questo saggio esamina il ruolo dei gesti nella comunicazione e nell’educazione linguistica. Esso descrive il carattere originario della gestualità nel percorso evolutivo della specie umana e nell’apprendimento linguistico dei bambini e offre un’analisi delle funzioni cognitive e degli aspetti culturali dei gesti mettendo in evidenza la loro capacità socio-cognitiva. I gesti sono, infatti, strumenti in grado di contribuire alla comunicazione completando, disambiguando o addirittura contraddicendo il senso di quel che viene detto a parole. Essi sono capaci di supplire alle parole quando queste non possono essere usate o mancano e possono facilitare l’apprendimento delle lingue nella misura in cui influenzano positivamente processi cognitivi come l’attenzione e la memoria. I gesti, se usati strategicamente dall’insegnante, contribuiscono a creare un clima affettivo-emotivo favorevole all’apprendimento, in quanto rendono più chiari e comprensibili i contenuti didattici presentati in classe.
Il presente volume ha come oggetto il lessico nell’ambito dell’educazione linguistica. I primi du... more Il presente volume ha come oggetto il lessico nell’ambito dell’educazione linguistica. I primi due capitoli descrivono le parole e i loro rapporti e i principali modelli cognitivi relativi alla struttura del lessico mentale. I capitoli successivi sono dedicati a specifiche tematiche relative alla dimensione lessicale, come ad esempio i processi di lettura e il Lexical approach. Il volume include una trattazione teorica e operativa dei corpora nonché una riflessione linguistico-cognitiva sul linguaggio figurato. È presente, inoltre, una comparazione originale tra le traduzioni in italiano, francese, spagnolo e tedesco di alcune espressioni metaforiche proposte da Lakoff e Johnson in Metaphors we live by. L’opera si rivolge a tutti coloro che, a diverso titolo, sono coinvolti nella ricerca linguistico-educativa, nell’insegnamento e nell’apprendimento delle lingue straniere.
In questo libro si percorrono le tappe del rapporto tormentato e intenso tra Wittgenstein e Sraff... more In questo libro si percorrono le tappe del rapporto tormentato e intenso tra Wittgenstein e Sraffa e si inquadra l’influenza di stampo marxiano esercitata dall’economista sul filosofo nella prospettiva della svolta antropologica della filosofia wittgensteiniana. Al fine di chiarire i nodi di tale influenza viene analizzata la rete di contatti e interessi che fa da sfondo ai numerosi incontri tra i due pensatori e viene presentato un confronto tra alcuni passi dei loro scritti, anche inediti, intorno a temi quali significato e uso, spiegazione e causalità, modelli d’indagine dal semplice al complesso. Viene poi descritta l’importanza dell’amicizia tra Sraffa e Gramsci e, alla luce di essa, viene intessuta una comparazione tra la filosofia linguistica di Gramsci e alcuni aspetti cruciali del pensiero di Wittgenstein. Emergono somiglianze e differenze che offrono, nella loro complessità, un contributo agli sviluppi della filosofia del linguaggio.
Riflettere sull’arte stando nell’arte, attraverso qualcosa che nega l’arte presentandosi tuttavia... more Riflettere sull’arte stando nell’arte, attraverso qualcosa che nega l’arte presentandosi tuttavia come tale: questo può essere un senso dei ready-made. Duchamp, mettendo in luce un problema di valori, compiendo il gesto estremo di una ‘trasvalutazione’ di valori, è stato forse più filosofo che artista? Al di là dell’essere considerati o meno arte, i ready-made intrattengono un dialogo filosofico con l’arte. Continuano a chiederci che cosa siamo disposti a chiamare arte, che cosa riteniamo sia essenziale all’arte, ammesso che questo qualcosa ci sia, fino a che punto siamo disposti ad accettare che un oggetto, senza trasformazione artistica, svolga le funzioni di un’opera d’arte e che rapporto abbia o debba avere l’arte con l’ordinario. Questo saggio, muovendosi fra questi interrogativi, attraverso alcuni paradigmi della filosofia wittgensteiniana, riflette sul comprendere – in quanto modalità del vedere - messo in gioco dai ready-made.
"La falsa filosofia che ci proponiamo di smascherare è già incorporata nella lingua che parliamo ... more "La falsa filosofia che ci proponiamo di smascherare è già incorporata nella lingua che parliamo sotto forma di filosofia popolare sedimentatasi nel corso dei secoli. La lingua che parliamo è diventata così perché c’è la tendenza a pensare così. Ci sono però alcuni in rivolta contro questa tendenza, e sono i filosofi. Generalmente si accetta ogni espressione della lingua come vera e immodificabile. Al contrario il filosofo non può esimersi dalla fatica di cercare la parola liberatrice.
Questo libro esamina il problema del solipsismo per giungere a demitizzare la cosiddetta “interiorità”. Esso, attraverso la filosofia di Wittgenstein, evidenzia i limiti di una concezione del linguaggio esclusivamente denominativa lasciando emergere la priorità delle pratiche linguistiche, inevitabilmente intersingolari, nella formazione dell’interiorità. Sicché quest’ultima risulta nient’altro che una metafora della singolarità unica e irriducibile di ciascuno. Solo in quanto siamo già da sempre con altri possiamo decidere di restare soli con noi stessi.
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Il gioco del linguaggio e la dimensione pragmatica della metafora, 2019
This paper analyses the concept of language emerging by the metaphor “language is a game that men... more This paper analyses the concept of language emerging by the metaphor “language is a game that men play” and highlights the role of situational context in the functioning of meaning, aiming to focus the pragmatic dimension of metaphor. This latter is intended as a cognitive tool involved in organizing our ways of life and thinking; so, we will argue the pervasive character of the metaphorizing game of language in everyday life.
The main goals of this paper are to highlight the new philosophical aspects emerging from Wittgen... more The main goals of this paper are to highlight the new philosophical aspects emerging from Wittgenstein’s Nachlass and to analyze some of the philological questions that should be considered by editors and translators of Wittgenstein’s writings and by scholars of Wittgenstein’s philosophy. There are undoubtedly advantages to be had from exploring Wittgenstein’s Nachlass and this contribution will be focused on them. However, there are also some critical issues to be taken into account. They concern Wittgenstein’s way of writing and doing philosophy as well as the status of Wittgenstein’s manuscripts and the history of their publication. The advantages of investigating Wittgenstein’s movements of thought through and across the Nachlass and the resulting critical issues will be argued from the perspective of direct work editing Wittgenstein (e. g., the edition of two discovered letters of 1934 from Wittgenstein to Sraffa) and through the semantic reconstruction of crucial concepts from...
Un segno non ha un significato, bensì è un significato. O meglio, un segno è molteplici, infiniti... more Un segno non ha un significato, bensì è un significato. O meglio, un segno è molteplici, infiniti, indeterminati significati. Nella prassi linguistica quotidiana, dichiara radicalmente Wittgenstein, noi parliamo e ci comprendiamo, senza richiedere costantemente una spiegazione dei segni. Ricorriamo alla spiegazione del segno, ossia a una definizione di esso, quando vi è l'esigenza di un chiarimento circa la sua grammatica, vale a dire quando il segno è in qualche modo forestiero. Quando parliamo già sempre ci pre-comprendiamo per via dell'accordo nei segni, suoniamo infatti una tastiera comune. Solo quando non ci sentiamo a casa nostra nella lingua che parliamo, la comprensione si interrompe e ricorriamo perciò alla spiegazione. Solo in questi casi, solo nei casi in cui il non comprendere o il fraintendere interrompono il comprendere, allora siamo chiamati a interpretare la lingua, a tradurre cioè i segni momentaneamente fraintesi. Comprendere e interpretare, quindi, non coi...
This paper supports the power of the use of corpora in language education without giving up on th... more This paper supports the power of the use of corpora in language education without giving up on the examination of the critical issues therein. By analysing the different types and functions of corpora, it will put forward the advantages of corpus-based linguistic analysis in foreign language teaching and learning. Furthermore, this contribution will offer a state of the art of Italian language corpora for the purpose of teaching and learning Italian as a foreign language.
italianoQuesto articolo si propone di mostrare in che senso, entro la prospettiva della filosofia... more italianoQuesto articolo si propone di mostrare in che senso, entro la prospettiva della filosofia del linguaggio wittgensteiniana, si puo dire che la parola non ha un’anima, giacche sarebbe fuorviante attribuire ad essa una tale entita da intendere come il suo significato, ovvero come cio che le da vita, e in che senso e possibile invece dire che la parola ha un’anima che si esprime esteriormente negli elementi estetici, nel suo farsi musica e gesto rendendo cosi unico il suo uso entro un certo determinato contesto. Per via dell’anima delle parole, la scrittura, quella poetica come quella filosofica, non puo seguire un binario unico, non puo muoversi in modo lineare, ma ha bisogno di prendere forma incrociando i pensieri. EnglishThe purpose of this paper is to show in which sense, within the perspective of Wittgenstein’s philosophy of language, it can be said that the word does not have a soul, since it would be misleading to attribute to it such an entity understood as its meaning ...
This paper analyses gestures used among L2 speakers by presenting an interview of two Tamil nativ... more This paper analyses gestures used among L2 speakers by presenting an interview of two Tamil native speakers which have moved to Italy for short periods of work in a mechanical multi-national company. The aim is to remark how gestures can improve foreign language speaking and can facilitate the comprehension among L2 speakers; and to highlight the necessity to consider culturally specific gestures when someone interacts with a foreign language speaker. The relevance of gestures in human thought and communication, the cognitive advantages in using gestures as a strategy for teaching languages, and the necessity to learn symbolic gestures to get an intercultural competence will emerge.
Abstract: On the face of it Marx and Engels have a radically different account of religion to tha... more Abstract: On the face of it Marx and Engels have a radically different account of religion to that offered by Wittgenstein in the 1930s and 1940s. Marx and Engels accepted Enlightenment criticisms of religion and thought of religion as being in direct conflict with science whereas Wittgenstein thought that religion and science involved very different kinds of activities and different kinds of belief, such that they could not come into direct conflict. It seems likely that Marx and Engels’s account would be viewed as scientistic by Wittgenstein. However, there are many commonalities between the understanding of religion found in the work of Marx and Engels and the understanding of religion found in Wittgenstein’s later work. Neither the Marxist account nor the Wittgensteinian one is wholly rationalistic. Both stress the role of practice in religion. Both stress commonalities between religious believers and those who are not religious. By combining insights from Marx, Engels, and Wittgenstein we can give an account of religion that overcomes problems found in the work of recent thinkers, such as the New Atheists. If we combine their insights we will be more likely to attend to things like power and oppression and to do justice to the oppressed and we will also be more sensitive to differences between the practices of scientists and religious believers. https://www.peterlang.com/view/9783631857519/html/ch19.xhtml
RIEPILOGO Questo contributo intende fornire argomenti utili per comprendere l'efficacia cogni... more RIEPILOGO Questo contributo intende fornire argomenti utili per comprendere l'efficacia cognitiva dei gesti nella didattica delle lingue. Muovendo dall'influenza dei gesti su processi cognitivi quali i processi attentivi, la memoria, il problem solving e il ragionamento, si giungerà a mostrare le funzioni che i gesti possono svolgere nell'educazione linguistica. Il fine è quello di evidenziare l'esigenza per i docenti L2 di diventare sempre più consapevoli dell'uso strategico dei gesti nella didattica.
This paper presents a list of meetings between Wittgenstein and Sraffa during the period 1929-195... more This paper presents a list of meetings between Wittgenstein and Sraffa during the period 1929-1951. It was compiled using Sraffa’s notes from his pocket diaries and including supplement appointments noted by Wittgenstein. The information - like addresses or names of other speakers - added by Sraffa to some appointments have been here explained in the footnotes. As it is shown, it emerges by the list that the meetings between Wittgenstein and Sraffa can be divided in several different periods.
This paper introduces and publishes two letters from 1934 written by Wittgenstein to Sraffa. The ... more This paper introduces and publishes two letters from 1934 written by Wittgenstein to Sraffa. The first of these confirms that on the one hand Wittgenstein and Sraffa had communicative difficulties. On the other hand Wittgenstein acknowledged the strength of Sraffa’s thinking and he was aware of being positively influenced by it. The second longer letter is part of a debate between Wittgenstein and Sraffa that had been ongoing in the few weeks preceding the letter. In the letter, Wittgenstein tried to clarify and review in part his thinking on the points he discussed during the debate.
E/C Rivista dell'Associazione Italiana di Studi Semiotici, XIV, n. 30, 2020
This paper will focus on the power of gestures to enunciate creating images. Gesture are a consti... more This paper will focus on the power of gestures to enunciate creating images. Gesture are a constitutive part of human communication: they can determine and organize cognitive functions such as thinking, memory and learning by visual schemas; they can prepare and improve the use of words. The representational function of gestures will be analysed to argue that iconicity and metaphoricity are properties thanks to which all gestures, with varying degrees, communicate through images.
in Felice Cimatti, Christoph Demmerling, Pietro Garofalo (Eds.), Marx and Wittgenstein on language and mind, Mimesis International, Milano, pp. 13-23, 2021
The idea of a relationship between some aspects of Wittgenstein’s philosophy and Marx’s method is... more The idea of a relationship between some aspects of Wittgenstein’s philosophy and Marx’s method is based on the network of Marxist contacts which has been created in Wittgenstein’s life since the 1930s. We can suppose a Marxian influence on Wittgenstein’s thought since his return to Cambridge in 1929, above all thanks to the Italian Marxist economist Piero Sraffa with whom Wittgenstein had an intense and fruitful, but also tormented attendance which went on with ups and downs from February of 1929 until the year before the philosopher’s death (De Iaco, 2019). The Maxian network of Wittgenstein’s interlocutors also includes Maurice Dobb, George Thomson, Nicholas Bachtin, and Fania Pascal with his husband Roy. Nevertheless, we could not claim that Wittgenstein was ever a Communist or a Marxist, although it seems that once he defines himself a Communist at heart (Monk, 1990). We will analyse the presence of Marx in Wittgenstein’s philosophy in order to show that Wittgenstein’s new anthropological way to look at philosophical problems after his return to Cambridge involves some analogies with the Marxian approach to phenomena, even though goals and outcomes of Wittgenstein’s philosophy of language and Marx’s thought remain different.
in Wittgenstein and Marx. Marx and Wittgenstein, 2021
This paper analyses the elements of affinity between Wittgenstein’s method to do with philosophy ... more This paper analyses the elements of affinity between Wittgenstein’s method to do with philosophy and some aspects of Marx’s thoughts. Since Wittgenstein lacks a Marxist historical-social foundation or end to its philosophy and the Marxist aspects present in Wittgenstein’s philosophy do not indent the other thoughts consistently and deeply, it will be argued that the idea of the inscription of Wittgenstein’s thoughts within a Marxian framework remains problematic. A state of complementarity between Wittgenstein and Marx’s philosophy will be drawn based on the argument that Wittgenstein’s philosophy of language provided a theoretical philosophical and not social applied reform of language.
This paper supports the power of the use of corpora in language education without giving up on th... more This paper supports the power of the use of corpora in language education without giving up on the examination of the critical issues therein. By analysing the different types and functions of corpora, it will put forward the advantages of corpus-based linguistic analysis in foreign language teaching and learning. Furthermore, this contribution will offer a state of the art of Italian language corpora for the purpose of teaching and learning Italian as a foreign language.
This paper analyses gestures used among L2 speakers by presenting an interview of two Tamil nativ... more This paper analyses gestures used among L2 speakers by presenting an interview of two Tamil native speakers which have moved to Italy for short periods of work in a mechanical multi-national company. The aim is to remark how gestures can improve foreign language speaking and can facilitate the comprehension among L2 speakers; and to highlight the necessity to consider culturally specific gestures when someone interacts with a foreign language speaker. The relevance of gestures in human thought and communication, the cognitive advantages in using gestures as a strategy for teaching languages, and the necessity to learn symbolic gestures to get an intercultural competence will emerge.
6-7 Giugno 2017 IFIL Nova, Lisbona, partecipazione al convegno della ILWG (Internationale Ludwig ... more 6-7 Giugno 2017 IFIL Nova, Lisbona, partecipazione al convegno della ILWG (Internationale Ludwig Wittgenstein Gesellschaft)
9-10 Giugno 2016, 1st Wittgenstein Workshop “Wittgenstein: Phenomenology and Anthropology”, press... more 9-10 Giugno 2016, 1st Wittgenstein Workshop “Wittgenstein: Phenomenology and Anthropology”, presso la Sala Grottesca dell’Università del Salento
As Rossi Landi writes, Wittgenstein «constantly denounces various aspects of philosophical aliena... more As Rossi Landi writes, Wittgenstein «constantly denounces various aspects of philosophical alienation from the standpoint of language». This contribution is about Wittgenstein’s critique of language and the übersichtliche Darstellung that is the method identified by Wittgenstein as a kind of way out of philosophy, but not from philosophy.
If one side metaphor is constitutive of language in the sense that, as Gramsci says, “all langu... more If one side metaphor is constitutive of language in the sense that, as Gramsci says, “all language is metaphor”, on the other side we can choose metaphor as method of particular linguistic productions. In Letters from Prison, for example, Gramsci chooses metaphors to transmit his thoughts or educational messages addressed to his children escaping censure. In these cases, metaphor is something like a strategy of communication. We could say that it is less spontaneous than metaphor used daily and often thoughtless, but they are not arbitrary. In fact, according to Gramsci’s thought, who produces them is a historical individual, that is a person determined by historical contingencies. Metaphors in Gramsci’s Letters arise from a thinking process and aim to communicate indirectly, so to say, from a distance. They are events of sense much-sought and aware. They display the infinitive capacity of the playing with language to transcend ordinary uses and literal meanings of words.
Wittgenstein taught us that we think in language, so to change the thinking we need to change the language. If one side there is the necessity to reveal misunderstandings hidden in obvious and thoughtless metaphors daily used, and therefore we need to become aware about the constitutive character of metaphor in language to recognize the mistakes transmitted by language, on the other side metaphor is the vital necessary linguistic mechanism to rethink, to convert the look. We can see this conversion of look through metaphors in Wittgenstein’s philosophy, in which metaphor is the “liberating” creation that subverts an idea, renews a thought, opens new knowledge. So for Wittgenstein, for example, language is a game or a city, the work of philosopher is always grasping the same stone and the thought is a carriage that must be placed accurately on the rails.
We will observe the metaphor through two thinkers who gave much attention to the language, in particular, to his capacity, on one side, to produce misunderstandings and, on the other one, to renew himself and so the thinking that take form in it. We want to analyze the use of metaphors by Gramsci and Wittgenstein to show the structural role of metaphor in our thinking and speaking, that is often forgotten, and the possibility to choose metaphor as method to think differently.
La proposta è quella di delineare una decostruzione della metafisica del solipsismo, mostrando ch... more La proposta è quella di delineare una decostruzione della metafisica del solipsismo, mostrando che l’interiorità si articola nei segni che vengono già sempre da altri: seppur non comunicata, non è mai propria, poiché si costituisce sempre in una differenza e in un differimento, in uno scarto tra pàthos e risposta, in un’estraneità, che è quella dei segni e degli altri che con essi ci abitano. Solo il dire poetico-metaforico, pertanto, può raffigurare l’essenza umana.
The first and only certain idea, which is certain because it is a clear and distinct product of a... more The first and only certain idea, which is certain because it is a clear and distinct product of an inner movement of thought, is that the Ego exists. This idea implies the doubt about
the existence of the Other, often formulated in the so-called problem of “existence of other minds besides his own”. The question is: "How do I know that there are other minds than mine?". Which is to ask: "How do I know that others suffer, hope, fear, desire, think?" or "How can I prove that there are other minds, and that others have not only a body?". At first sight the issue appears epistemological because it seems to affect the way we know things or the way we can demonstrate some beliefs.
To justify the existence of other minds is difficult as much as the existence and contents of its own seem immediate and transparent. Therefore, the way we think about the mind of the Ego gives rise to difficulties: the thinking Ego, in the dominant metaphysical solipsistic view that sees the progress of thought in complete isolation in the Ego mind, is certain to have an authoritative, privileged and private access to the objects, states or processes, of his own mind. In fact, only the Ego seems to have immediate knowledge of his own inner contents. Behind this view there is the belief in the misleading image inner/exterior: the inner is always true and therefore certain, because each Ego, and only the Ego, can have a first-hand knowledge of it, so it is synonym of depth; the exterior comes from the inner and is its the surface, like a faded picture of inner. We think that each Ego can only observe the surface of the Other, but not the depth. The inner of the other remains invisible and we can observe only signs which come from it. The signs represent the inner, but they are not exhaustive and often the correspondence between outer signs and the inner is not certain. The existence of internal objects of others is essentially inaccessible: it can only be inferred through the analogy that the Ego observes between self and other humans. So the Other, with his own interior, remains exposed to doubt.
Doubts about Others arise because we begin to reflect on the mind, what is considered a private inner, always reflecting in first person. Therefore each Ego reflects on his own mind. We propose to show the misunderstandings hidden in the belief that what we call ‘mind’ is immediately accessible to the Ego, while the existence of one of the Others remains doubtful. To do this we discuss what we call 'mind'. So, following Wittgenstein, we look-through the grammar of the word 'mind'. The epistemological problem concerning the existence of Others becomes a conceptual problem concerning the way we think about the mind and, therefore, the way we talk about it, because thought is by signs.
La metafora non è semplice sostituzione, bensì vero e proprio evento di senso: è una nuova predic... more La metafora non è semplice sostituzione, bensì vero e proprio evento di senso: è una nuova predicazione che, dischiudendoci l’inedito, avvicinandoci l’estraneo, ha la capacità di rinnovare il linguaggio nonché il nostro modo di vedere con esso la realtà. Essa tocca e altera le connessioni semantiche della frase, mutandone il senso, e rinnovando il modo di sentire il mondo nell’intermondo, per noi imprescindibile, della lingua. Contrariamente a quanto comunemente saremmo indotti a pensare, i mutamenti di senso della metafora non sono relegati a funzioni particolari del linguaggio, non riguardano cioè esclusivamente angoli stra-ordinari di creatività linguistica. Li cogliamo piuttosto nel linguaggio ordinario, poiché questo è già vitalmente metaforico.
La metafora è evento dell’estraneo, manifestazione di una frattura dell’isotopia del contesto, è irruzione dell’alterità nell’identico. Pertanto, se non interessa spazi eccezionali del linguaggio, bensì ne è un ordinario elemento di vitalità, allora l’estraneo che in essa si rende a noi prossimo non è affatto stra-ordinario, bensì costituisce lo stesso ordinario in cui quotidianamente parliamo, viviamo, agiamo; esso lo intacca, lo contamina, lo fonda in quanto fonte della sua inesauribilità senza tuttavia mai fondarlo. La metafora appare dunque metafora dell’estraneo, metafora di ciò che irrompe nell’ordinario che viviamo: l’estraneo costituisce l’ordinario rompendo la parvenza di familiarità, di appartenenza, con ciò che presumiamo sia proprio. L’estraneo è la nostra lingua, nonché il nostro essere e il mondo che entro i suoi limiti trovano forma. In quanto tale, noi gli apparteniamo: nella lingua noi dimoriamo senza, per via dell’estraneità, trovarvi fissa dimora.
L’estraneo della metafora, del figurato, che intacca il proprio del linguaggio letterale, ci chiama a guardare diversamente, a rinnovare lo sguardo, per conoscere una nuova pertinenza. In presenza di tale evento di senso, non possiamo più vedere soltanto, ossia vedere inconsapevolmente le parole, ma siamo piuttosto chiamati a un consapevole passaggio alla pienezza semantica: il vedere chiamato in gioco nella metafora è assimilabile al vedere-come di cui parla Wittgenstein. Nella metafora, il comprendere chiama ad ausilio l’interpretare e il vedere diviene perciò “vedere-come”. L’interpretazione dei segni nella nuova veste semantica, rende l’estraneo prossimo al proprio, arricchendolo, rinnovandone il senso; riavvicina il figurato al non figurato, l’ignoto al noto, il come del “vedere-come”, della somiglianza che genera la tensione predicativa, al che del “vedere che” del quotidiano significare, lasciandoci l’irriducibile eccedenza dell’estraneo, il resto del differente, del non assimilabile al proprio, all’identico. È in questa eccedenza che si gioca la viva inesauribile rivelazione della metafora.
Ci proponiamo di analizzare la riflessione di Ricouer sulla metafora, una riflessione dai possibili risvolti politici, più che mai attuali nell’ottica di un ripensamento di categorie oppositive quali identità/alterità, comunitario/extracomunitario, proprietà/estraneità e di concetti quali cittadinanza, appartenenza, integrazione, in connessione con il vedere-come della filosofia wittgensteiniana e il terreno fertile delle idee sull’estraneo di Bernhard Waldenfels. Ci muoveremo entro i limiti di una filosofia del linguaggio lasciando che si aprano le porte di una critica del presente.
Il libro di Federico Sollazzo Tra totalitarismo e democrazia. La funzione pubblica dell’etica – a... more Il libro di Federico Sollazzo Tra totalitarismo e democrazia. La funzione pubblica dell’etica – arricchito nella nuova edizione digitale della Kkien Publishing International dal testo iniziale “Quando una crisi non è un’opportunità: la coincidenza con ciò che si vorrebbe superare” – risponde a un’istanza fortemente attuale, quella di riflettere sulla forma politica e morale delle democrazie occidentali liberali fondate sulla razionalità strumentale. Assolvere il compito di svelare quello che Sollazzo chiama “totalitarismo post-totalitario” affrontando temi e autori della filosofia morale e politica contemporanea, permette a quest’opera di presentarsi come un’indispensabile strumento per studenti e studiosi intenti a riflettere sulla crisi totalizzante del nostro tempo. La prospettiva, come l’autore si preoccupa di precisare nella premessa, non è quella di auspicare un nostalgico e obsoleto ritorno al passato, bensì quella di indagare “la struttura pratico-operativa e ontologica della società occidentale” (p. 4) in vista del conseguimento di un pacifismo sociale.
Il testo di Marco Mazzeo ha il pregio di riuscire nell’intento di offrire “un corpo a corpo diret... more Il testo di Marco Mazzeo ha il pregio di riuscire nell’intento di offrire “un corpo a corpo diretto e nuovo” con le Ricerche filosofiche senza dare alcunché per scontato e senza lasciare spazio a cliché filosofici (p. 9).
Semantic faceted search and browsing of the Wittgenstein Nachlass (2012-)
In cooperation with the... more Semantic faceted search and browsing of the Wittgenstein Nachlass (2012-) In cooperation with the University of Bergen Library Section for Digital Services (Hemed Al Ruwehy and Øyvind Liland Gjesdal)
Interested scholars are invited to submit a proposal by 20 January 2019 to fabio.sulpizio@unisale... more Interested scholars are invited to submit a proposal by 20 January 2019 to fabio.sulpizio@unisalento.it The abstract must outline the main points of the talk and should not exceed 500 words. The proposals may be written in Italian, English or German and should be anonymous and prepared for blind review.
This volume collects chapters dedicated to finding affinities and disagreements between Marx and ... more This volume collects chapters dedicated to finding affinities and disagreements between Marx and Wittgenstein. It aims at integrating different ways to address Marx(ism) and Wittgenstein from multiple philosophical vantage points and from their philosophical attitude and their critical method of thinking. The volume explores different ways in which the relationships between Marx(ism) and Wittgenstein can be fruitfully investigated. The historical connections and the heritage of Marx’s and Wittgenstein’s thought are indeed analyzed in its vividness by considering new sources and new interpretations.
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Books by Moira De Iaco
https://www.iisf.it/index.php/attivita/pubblicazioni-e-archivi/multiverso-letture/de-iaco-wittgenstein-e-sraffa.html
Questo libro esamina il problema del solipsismo per giungere a demitizzare la cosiddetta “interiorità”. Esso, attraverso la filosofia di Wittgenstein, evidenzia i limiti di una concezione del linguaggio esclusivamente denominativa lasciando emergere la priorità delle pratiche linguistiche, inevitabilmente intersingolari, nella formazione dell’interiorità. Sicché quest’ultima risulta nient’altro che una metafora della singolarità unica e irriducibile di ciascuno. Solo in quanto siamo già da sempre con altri possiamo decidere di restare soli con noi stessi.
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Papers by Moira De Iaco
https://www.iisf.it/index.php/attivita/pubblicazioni-e-archivi/multiverso-letture/de-iaco-wittgenstein-e-sraffa.html
Questo libro esamina il problema del solipsismo per giungere a demitizzare la cosiddetta “interiorità”. Esso, attraverso la filosofia di Wittgenstein, evidenzia i limiti di una concezione del linguaggio esclusivamente denominativa lasciando emergere la priorità delle pratiche linguistiche, inevitabilmente intersingolari, nella formazione dell’interiorità. Sicché quest’ultima risulta nient’altro che una metafora della singolarità unica e irriducibile di ciascuno. Solo in quanto siamo già da sempre con altri possiamo decidere di restare soli con noi stessi.
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Wittgenstein taught us that we think in language, so to change the thinking we need to change the language. If one side there is the necessity to reveal misunderstandings hidden in obvious and thoughtless metaphors daily used, and therefore we need to become aware about the constitutive character of metaphor in language to recognize the mistakes transmitted by language, on the other side metaphor is the vital necessary linguistic mechanism to rethink, to convert the look. We can see this conversion of look through metaphors in Wittgenstein’s philosophy, in which metaphor is the “liberating” creation that subverts an idea, renews a thought, opens new knowledge. So for Wittgenstein, for example, language is a game or a city, the work of philosopher is always grasping the same stone and the thought is a carriage that must be placed accurately on the rails.
We will observe the metaphor through two thinkers who gave much attention to the language, in particular, to his capacity, on one side, to produce misunderstandings and, on the other one, to renew himself and so the thinking that take form in it. We want to analyze the use of metaphors by Gramsci and Wittgenstein to show the structural role of metaphor in our thinking and speaking, that is often forgotten, and the possibility to choose metaphor as method to think differently.
the existence of the Other, often formulated in the so-called problem of “existence of other minds besides his own”. The question is: "How do I know that there are other minds than mine?". Which is to ask: "How do I know that others suffer, hope, fear, desire, think?" or "How can I prove that there are other minds, and that others have not only a body?". At first sight the issue appears epistemological because it seems to affect the way we know things or the way we can demonstrate some beliefs.
To justify the existence of other minds is difficult as much as the existence and contents of its own seem immediate and transparent. Therefore, the way we think about the mind of the Ego gives rise to difficulties: the thinking Ego, in the dominant metaphysical solipsistic view that sees the progress of thought in complete isolation in the Ego mind, is certain to have an authoritative, privileged and private access to the objects, states or processes, of his own mind. In fact, only the Ego seems to have immediate knowledge of his own inner contents. Behind this view there is the belief in the misleading image inner/exterior: the inner is always true and therefore certain, because each Ego, and only the Ego, can have a first-hand knowledge of it, so it is synonym of depth; the exterior comes from the inner and is its the surface, like a faded picture of inner. We think that each Ego can only observe the surface of the Other, but not the depth. The inner of the other remains invisible and we can observe only signs which come from it. The signs represent the inner, but they are not exhaustive and often the correspondence between outer signs and the inner is not certain. The existence of internal objects of others is essentially inaccessible: it can only be inferred through the analogy that the Ego observes between self and other humans. So the Other, with his own interior, remains exposed to doubt.
Doubts about Others arise because we begin to reflect on the mind, what is considered a private inner, always reflecting in first person. Therefore each Ego reflects on his own mind. We propose to show the misunderstandings hidden in the belief that what we call ‘mind’ is immediately accessible to the Ego, while the existence of one of the Others remains doubtful. To do this we discuss what we call 'mind'. So, following Wittgenstein, we look-through the grammar of the word 'mind'. The epistemological problem concerning the existence of Others becomes a conceptual problem concerning the way we think about the mind and, therefore, the way we talk about it, because thought is by signs.
La metafora è evento dell’estraneo, manifestazione di una frattura dell’isotopia del contesto, è irruzione dell’alterità nell’identico. Pertanto, se non interessa spazi eccezionali del linguaggio, bensì ne è un ordinario elemento di vitalità, allora l’estraneo che in essa si rende a noi prossimo non è affatto stra-ordinario, bensì costituisce lo stesso ordinario in cui quotidianamente parliamo, viviamo, agiamo; esso lo intacca, lo contamina, lo fonda in quanto fonte della sua inesauribilità senza tuttavia mai fondarlo. La metafora appare dunque metafora dell’estraneo, metafora di ciò che irrompe nell’ordinario che viviamo: l’estraneo costituisce l’ordinario rompendo la parvenza di familiarità, di appartenenza, con ciò che presumiamo sia proprio. L’estraneo è la nostra lingua, nonché il nostro essere e il mondo che entro i suoi limiti trovano forma. In quanto tale, noi gli apparteniamo: nella lingua noi dimoriamo senza, per via dell’estraneità, trovarvi fissa dimora.
L’estraneo della metafora, del figurato, che intacca il proprio del linguaggio letterale, ci chiama a guardare diversamente, a rinnovare lo sguardo, per conoscere una nuova pertinenza. In presenza di tale evento di senso, non possiamo più vedere soltanto, ossia vedere inconsapevolmente le parole, ma siamo piuttosto chiamati a un consapevole passaggio alla pienezza semantica: il vedere chiamato in gioco nella metafora è assimilabile al vedere-come di cui parla Wittgenstein. Nella metafora, il comprendere chiama ad ausilio l’interpretare e il vedere diviene perciò “vedere-come”. L’interpretazione dei segni nella nuova veste semantica, rende l’estraneo prossimo al proprio, arricchendolo, rinnovandone il senso; riavvicina il figurato al non figurato, l’ignoto al noto, il come del “vedere-come”, della somiglianza che genera la tensione predicativa, al che del “vedere che” del quotidiano significare, lasciandoci l’irriducibile eccedenza dell’estraneo, il resto del differente, del non assimilabile al proprio, all’identico. È in questa eccedenza che si gioca la viva inesauribile rivelazione della metafora.
Ci proponiamo di analizzare la riflessione di Ricouer sulla metafora, una riflessione dai possibili risvolti politici, più che mai attuali nell’ottica di un ripensamento di categorie oppositive quali identità/alterità, comunitario/extracomunitario, proprietà/estraneità e di concetti quali cittadinanza, appartenenza, integrazione, in connessione con il vedere-come della filosofia wittgensteiniana e il terreno fertile delle idee sull’estraneo di Bernhard Waldenfels. Ci muoveremo entro i limiti di una filosofia del linguaggio lasciando che si aprano le porte di una critica del presente.
In cooperation with the University of Bergen Library Section for Digital Services (Hemed Al Ruwehy and Øyvind Liland Gjesdal)