Questo libro nasce invece per un motivo ben preciso, costruire un ponte, il più solido possibile,... more Questo libro nasce invece per un motivo ben preciso, costruire un ponte, il più solido possibile, tra cent’anni di studi scientifici e le necessità di offrire un racconto cruciale alle comunità di bominaco e Caporciano, ma non solo. Si vuole tentare un’impresa ardua, affrontare la storia artistica e architettonica del complesso monastico di Santa Maria Assunta e San Pellegrino, nella loro accezione più ampia, garantendo alle diverse tipologie di lettori la più utile e larga comprensione. Questo patrimonio di primissimo piano, oggi gelosamente custodito dai cittadini, è dalla sua vera e propria riscoperta una delle più rilevanti emergenze artistiche e architettoniche medievali d’Abruzzo, della penisola, e perché no, della nostra Europa. La necessità di questa monografia appare evidente. La volontà precipua è quella di realizzare una pubblicazione estesa, sfaccettata, dall’innovativo apparato fotografico, con un testo relativamente agile alla lettura, dal calibrato ma nella sostanza essenziale numero di note e riferimenti bibliografici. Un’opera che tenga insieme le conoscenze acquisite e sedimentate alle più recenti ipotesi, che stimoli ulteriori approfondimenti ma che soddisfi anche la necessità di una panoramica conoscitiva dei monumenti: la cifra è quella di un testo di storia dell’arte, con alcuni preziosi interventi sulla storia e sul patrimonio documentario superstite. Un pilastro del libro è la scelta iconografica, che è stata elaborata attraverso un costante dialogo tra gli artefici: la fotografia è una via alternativa alla comprensione di questi monumenti e delle sue opere d’arte, un percorso visivo che può amalgamarsi con il testo ma anche vivere di vita propria.
Le arti e la spada nasce dal lavoro di ricerca di Paolo Cova sulla committenza artistica dei cava... more Le arti e la spada nasce dal lavoro di ricerca di Paolo Cova sulla committenza artistica dei cavalieri Templari e di Malta, con particolare attenzione allo studio e al recupero del patrimonio che appartenne ai due Ordini religioso cavallereschi in Emilia e in Romagna, oggi in parte disperso o dimenticato. L’autore ha voluto tracciare da un punto di vista storico il profilo dei due Ordini nella regione, ricostruendo le opere d’arte e i complessi decorativi delle loro magioni. La consultazione e l’utilizzo della vasta documentazione inedita, conservata nell’Archivio priorale di Roma, nella Biblioteca Nazionale di La Valletta a Malta, e nei diversi Archivi di Stato del territorio, ha permesso così di riscoprire un patrimonio vasto e articolato, che coniuga capolavori con manufatti di cultura assai più corsiva, ma capaci di raccontare la storia dei loro artefici, in continuo e sostanziale dialogo con le culture artistiche che hanno attraversato l’Emilia e la Romagna, e non solo, tra Medioevo e Modernità.
Il volume raccoglie novantasei scritti, che colleghi e amici di Massimo Medica hanno voluto dedic... more Il volume raccoglie novantasei scritti, che colleghi e amici di Massimo Medica hanno voluto dedicargli in omaggio alla sua lunga e brillante carriera nei Musei Civici d'Arte Antica di Bologna, presso i quali dal 2001 al 2024 ha retto l'incarico di direttore. Studioso di rilievo internazionale, Massimo Medica è noto per gli studi sull'arte medievale e rinascimentale, che ha condotto con specifico riguardo soprattutto all'ambito della miniatura e della scultura, pubblicando numerosi interventi e saggi in riviste specializzate e cataloghi. Appassionato nell'attività di tutela, conoscenza e promozione del patrimonio museale, ha curato varie mostre, non solo a Bologna, ma anche all'estero. Gli scritti raccolti in questa occasione ripercorrono le tracce dei suoi interessi, con approfondimenti e nuovi apporti su argomenti di pittura, scultura, museografia, museologia, storia della critica, entro un arco cronologico che procede dal Medioevo fino al Duemila. Il breve saggio è dedicato alla decorazione miniata delle bolle di fratellanza estensi alla quale, tra Quattro e Cinquecento, parteciparono anche miniatori di grande rilievo con le loro botteghe come Taddeo Crivelli o Matteo da Milano.
CARLO IV NELL’ITALIA DEL TRECENTO. IL “SAVIO SIGNORE” E LA RIFORMULAZIONE DEL POTERE IMPERIALE, 2022
The essay investigates three artworks fundamental to the history and the art both of the Czech Re... more The essay investigates three artworks fundamental to the history and the art both of the Czech Republic, where they are kept today, and of Italy, where they were made. These three masterpieces of Fourteenth Century Art are the illuminations of the latin fragment of the pseudo Dalimil cronichols, and the two paintings that Tomaso Barisini from Modena made for Charles IV and his family. These works are linked to the Bolognese, Emilian, or rather Padana art, to whose artistic culture their various creators belonged. On the basis of a study of the Italian and international bibliography, for the fragment of the chronicle I proposed the identification of one of the illuminators involved and a possible dating of the illuminations. I supported, through historical data, the hypothesis that the chronicle may have been commissioned by Bertrando del Poggetto as a present for John of Luxembourg, King of Bohemia, the father of Charles. About the two paintings by Tomaso, thank to the analysis of the large international bibliography, I contextualize both in the painter's artistic path. Therefore, I proposed a more solid chronology for their realization, also in relation to Carlo's travels in Italy.
Il presente contributo analizza le tracce lasciate dalla committenza artistica del vescovo e chir... more Il presente contributo analizza le tracce lasciate dalla committenza artistica del vescovo e chirurgo Teodorico Borgognoni. Tuttavia le testimonianze materiali derivate dalla sua committenza, dall'abitazione dell'alto prelato alla sua sepoltura in San Domenico passando per i paramenti sacri e le preziosi suppellettili, risultano, allo stato degli studi, in gran parte scomparse. La ricostruzione qui presentata è stata dunque effettuata incrociando i dati e le notizie ricavabili dalle fonti documentarie e cronachistiche, dalle quali emergono i contorni di una personalità di notevole spessore anche in relazione alla storiografia artistica.
The essay analyzes the traces left by the artistic commission of the Dominican bishop and surgeon Teodorico Borgognoni. In particular it proposes a reconstruction of the tomb of Borgognoni within San Domenico Church, built at the end of the Duecento, at a time of great importance for the burial monuments in Bologna. However, the material evidences of his patronage - the bishop house located in Via del Riccio (the residence ‘painted with the Swans’), his tomb in San Domenico, the sacred vestments and the precious goldsmithing - are completely disappeared, at the present state of the studies. The reconstruction was carried out through the data and information provided by the documentary sources and the chronicles, which present a great personality, Teodorico Borgognoni, also in the Art history field.
LE DINAMICHE DEL CONFINE FRA ROMAGNA, TOSCANA E UMBRIA Società locali, circolazione di uomini e merci,scambi culturali (secoli XIII-XVI), 2022
L’intervento che oggi vi presento nasce da lunghe ricerche che ho felicemente concluso... more L’intervento che oggi vi presento nasce da lunghe ricerche che ho felicemente concluso qualche mese fa con la pubblicazione del Tondo Lu-dovisi con l’attribuzione a Jacopo della Quercia 1. L’epopea quercesca nel contesto bolognese è al centro di queste riflessioni e vuole essere anche l’occasione per una più ampia riflessione sulla circolazione degli scultori e dei materiali lapidei tra l’area padana e quella toscana. Infine, il mio auspicio è quello di sfatare un lungo e sedimentato luogo comune, duro a morire soprattutto nel grande pubblico, che il Medioevo sia stata un’epoca di scarsa mobilità delle genti. Come tutti voi sapete, ciò non solo non è vero, ma è vero semmai il contrario, un fatto ancor più rilevante qualora si osservino i fittissimi spostamenti di un artista ‘ramingo’ come Jacopo nell’Italia del secondo quarto del Quattrocento.
The essay investigates the relationship between the Este family and some hospitallers commanders ... more The essay investigates the relationship between the Este family and some hospitallers commanders who in the XV century commissioned important artworks in Ferrara and Reggio Emilia. The first case is that of Avanzo de’ Ridolfi, preceptor in Ferrara in Lionello and Borso’s time, he renewed the decoration of the Santissima Trinità. The study of documents and the artistic analysis have support the identification between Bendedeo di Niccolò, a ferrarese painter, with the Master of the Imola triptych: in the past some frescoes, already in the mansion, were already attributed to this artist. The second case is that of Girolamo degli Ardizzoni, a prestigious hospitaller of Reggio Emilia, linked with Borso and Ercole d’Este. The association with the ducal family is perhaps further confirmed by the prestigious choice of commissioning the decoration of a chapel in the church of his commendery to the ducal painter Baldassare d’Este, illegitimate son of Niccolò III. The essay analyzes the large fresco fragments survived in Santo Stefano and formulates new hypotheses on the iconography and their dating.
L’intervento propone, attraverso l’indagine delle fonti archivistiche e cronachistiche e il confr... more L’intervento propone, attraverso l’indagine delle fonti archivistiche e cronachistiche e il confronto con le decorazioni plastiche e pittoriche, la ricostruzione delle vicende storico-artistiche delle cappelle Pepoli nella basilica di San Domenico a Bologna. Il contributo, scritto a quattro mani, si divide in una prima parte di Ilaria Negretti che propone una ricostruzione della committenza della nobile famiglia Pepoli e in particolare della realizzazione e trasformazione delle sei cappelle e del sepolcro signorile, a partire dall’epoca della signoria di Taddeo nel 1337, per passare alla damnatio memoriae e all’abbandono dei lavori, causa l’infelice politica dei figli di questo, Giovanni e Giacomo, fino all’intervento di ripristino e di riabilitazione della memoria atavica, operato da Guido Pepoli e dai suoi eredi nel 1551. Nella seconda parte, Paolo Cova offre invece un’attenta analisi stilistica dei due affreschi di committenza scacchesca che decorano la cappella di San Michele Ar...
Mélanges de l’École française de Rome - Moyen Âge (MEFRM): Reimpiego, rilavorazione, rifunzionalizzazione: la “lunga vita” della scultura medievale nei cantieri di Età moderna – Varia, 2021
Nel territorio bolognese a causa di molteplici ragioni, della congenita mancanza di pietre e marm... more Nel territorio bolognese a causa di molteplici ragioni, della congenita mancanza di pietre e marmi al riutilizzo lapideo per fini ideologici o politico-dinastici, la pratica del reimpiego ha radici molto antiche. Il saggio si concentra su alcuni esempi di questa lunga storia tra Medioevo e modernità. Il primo è relativo all’altare marmoreo che Giovanni di Balduccio realizzò per la Rocca papale di Galliera. Dopo la distruzione del castello, nel 1334 l’ancona venne ricollocata in San Domenico per essere dispersa nel 1605. La seconda vicenda è quella dei capitelli bentivoleschi, scolpiti in momenti diversi per la Domus di Stra’ San Donato. Dopo che questa fu distrutta, i due notevoli manufatti furono montati nel portico di casa Bellei Dalle Tuate. L’ultimo episodio è relativo al collezionismo ottocentesco di Cesare Mattei, che riutilizzò notevoli sculture felsinee dei Dalle Masegne e di Jacopo della Quercia per decorare la sua eccentrica e bizzarra dimora: la Rocchetta a Riola di Vergato.
The lack of stones and marble in Bologna area has stimulated the reuse of materials for sculpture across the centuries. This essay focuses on three examples of such long lasting local habit spanning from the Middle Ages to the modern period. The first one concerns Giovanni di Balduccio’s marble altar sculpted for the papal fortress of Galliera. After the castle’s demolition in 1334, this altarpiece was relocated in the church of San Domenico, and got lost in 1605. The second case study concerns the bentivolesque capitals, which were sculpted in different moments for the palace of Stra’ San Donato. After the destruction of the building, these two remarkable artworks were mounted in the portico of the Bellei Dalle Tuate house. My last object of study will be related to Cesare Mattei (1809-1896) and his collection of sculptures. He gathered and reused significant Bolognese sculptures by Dalle Masegne and Jacopo della Quercia to decorate his eccentric and bizarre residence: the Rocchetta in Riola di Vergato.
Il Camino dei Fenicotteri: i disegni dei Casanova dall’Aemilia Ars alla Rocchetta Mattei, 2020
Il saggio introduce la mostra al Museo Davia Bargellini di Bologna, curata da Paolo Cova, Mark G.... more Il saggio introduce la mostra al Museo Davia Bargellini di Bologna, curata da Paolo Cova, Mark G. D'Apuzzo e Ilaria Negretti e dedicata ai disegni per alcuni capolavori del liberty locale. L'opera protagonista della rassegna è il progetto di Giulio Casanova per un "caminetto dei fenicotteri" in ceramica, collocato poi alla Rocchetta Mattei in quell’ambiente che va noto, per via dell’opera dell’artista bolognese, come “stanza dei Fenicotteri”, il cui accesso è ancora precluso ai visitatori. L'esposizione vuole sensibilizzare il necessario restauro della sala e del suo prezioso caminetto, di cui fortunatamente è pervenuto il bel disegno preparatorio, conservato, insieme ad altri disegni dei Casanova, presso il fondo dei Musei Civici d’Arte Antica. E’ pertanto nell’ottica di una valorizzazione congiunta dei rispettivi patrimoni che i Musei Civici d’Arte Antica in accordo con la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna si sono fatti promotori dell'iniziativa al Museo Davia Bargellini, volta a presentare a fianco del prezioso progetto alcuni disegni dei due fratelli Casanova e altri di Giuseppe de Col, posti in relazione agli esempi in ferro battuto del museo. E’ anche questo un modo per richiamare l’attenzione sulla ricchezza e sulla varietà del nostro patrimonio, rinsaldando i rapporti di collaborazione e scambio che da tempo esistono tra le Istituzioni e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
A tondo relief of an equestrian warrior that has been set into a wall of the Rocchetta Mattei sin... more A tondo relief of an equestrian warrior that has been set into a wall of the Rocchetta Mattei since the nineteenth century is here identified as a fragment of a tomb formerly in the cloisters of S. Domenico, Bologna. Parallels with Jacopo della Quercia’s Porta Magna at S. Petronio, Bologna, allow the sculpture to be attributed to him and dated c.1428-32.
Teoria e pratica medica nel Basso Medioevo. Teodorico Borgognoni vescovo, chirurgo, ippiatra, a c. di F. Roversi Monaco, SISMEL 2019, 2019
Teodorico Borgognoni, figlio del celebre chirurgo Ugo, frate domenicano, vescovo di Bitonto e di ... more Teodorico Borgognoni, figlio del celebre chirurgo Ugo, frate domenicano, vescovo di Bitonto e di Cervia, chirurgo a sua volta, autore di trattati di chirurgia e veterinaria assai importanti per la storia della scienza medica medievale, visse e operò a Bologna nel corso del XIII secolo. Se le prime forme di strutturazione istituzionale del sapere medico attestate nella città risalgono al 1260 circa, è opinione condivisa che già prima vi esistesse un insegnamento privato di medicina, sia tecnico-operativo sia teorico, favorito anche dalla presenza dei conventi mendicanti, nodi fondamentali di una rete europea di trasmissione e flussi di conoscenze e di saperi anche scientifici. Il Borgognoni ebbe, dunque, l’opportunità di una duplice formazione medico-scientifica, sul piano teorico grazie all’ordine cui aderì, su quello pratico, grazie al magistero paterno. Certamente, però, tale duplice opportunità esistenziale trovò nel milieu politico, culturale, economico bolognese un terreno assai fertile per esprimersi nella maniera più compiuta ed efficace. Il saggio propone una sintesi della storia cittadina nel XIII secolo, evidenziandone i nodi più significativi.
L’intervento è dedicato alla piena riscoperta stilistica di un busto quattrocentesco con l’effige... more L’intervento è dedicato alla piena riscoperta stilistica di un busto quattrocentesco con l’effige del Cardinale Al- bornoz, opera commissionata verosimilmente nella seconda metà degli anni ’80 del XV secolo e da sempre conservata al Real Colegio di Spagna di Bologna. Dopo una lunga indagine stilistica, sulla base di numerosi confronti con le opere di Vincenzo Onofri, dei dati emersi durante il restauro e delle specificità storiche dell’oggetto artistico, il busto viene attribuito alla prima produzione del celebre scultore bolognese. Dall’analisi delle sue caratteristiche emerge una terracotta di grande qualità che ha conservato anche una parte consistente della coloritura originaria, in cui l’artista infonde caratteri stilistici puntuali, in linea con i migliori sviluppi della produzione cittadina di epoca bentivolesca. Alla poca fortuna che l’opera ha avuto in ambito storiografico si contrappone una notevole fortuna iconografica, poiché tutti i ritratti moderni del Cardinale mostrano le sembianze della bella terracotta policroma. Infine, l’indagine documentaria presso il Real Colegio ha disvelato come tra gli anni ’20 e gli anni ’30 del Novecento, per celebrare il ruolo e l’importanza di Albornoz e dell’istituzione ispanica, vennero realizzate e diffuse diverse copie del busto in gesso.
This essay focuses on the stylistic rediscovery of a fifteenth-century terracotta bust with the effigy of Cardinal Albornoz. The artwork was probably commissioned in the second half of the 80s of the XV century, and it has always been kept at the Real Colegio of Spain in Bologna. The bust is attributed to the first artistic period of the famous Bolognese sculptor Vincenzo Onofri; the attribution is based on a long stylistic investigation, with numerous comparisons between other terracotta artworks of the master, but also on the data uncovered by the restoration and on the historical specificity context. The high quality of the artwork, which preserved the original polychromatic coloring, and other proto-classical characteristics, is an important proof of the relationship between Onofri’s art and the best artworks of the Bentivoglio Hera. Across the centuries the bust had a great iconographic fortune, in fact the modern portraits of the Albornoz took their physiognomy from it. Finally, a documentary investigation at the archive of the Real Colegio revealed that, between the 20s and the 30s of the last century, several plaster copies of the bust were made to celebrate the cardinal’s memory and the Institution’s prestige.
Questo libro nasce invece per un motivo ben preciso, costruire un ponte, il più solido possibile,... more Questo libro nasce invece per un motivo ben preciso, costruire un ponte, il più solido possibile, tra cent’anni di studi scientifici e le necessità di offrire un racconto cruciale alle comunità di bominaco e Caporciano, ma non solo. Si vuole tentare un’impresa ardua, affrontare la storia artistica e architettonica del complesso monastico di Santa Maria Assunta e San Pellegrino, nella loro accezione più ampia, garantendo alle diverse tipologie di lettori la più utile e larga comprensione. Questo patrimonio di primissimo piano, oggi gelosamente custodito dai cittadini, è dalla sua vera e propria riscoperta una delle più rilevanti emergenze artistiche e architettoniche medievali d’Abruzzo, della penisola, e perché no, della nostra Europa. La necessità di questa monografia appare evidente. La volontà precipua è quella di realizzare una pubblicazione estesa, sfaccettata, dall’innovativo apparato fotografico, con un testo relativamente agile alla lettura, dal calibrato ma nella sostanza essenziale numero di note e riferimenti bibliografici. Un’opera che tenga insieme le conoscenze acquisite e sedimentate alle più recenti ipotesi, che stimoli ulteriori approfondimenti ma che soddisfi anche la necessità di una panoramica conoscitiva dei monumenti: la cifra è quella di un testo di storia dell’arte, con alcuni preziosi interventi sulla storia e sul patrimonio documentario superstite. Un pilastro del libro è la scelta iconografica, che è stata elaborata attraverso un costante dialogo tra gli artefici: la fotografia è una via alternativa alla comprensione di questi monumenti e delle sue opere d’arte, un percorso visivo che può amalgamarsi con il testo ma anche vivere di vita propria.
Le arti e la spada nasce dal lavoro di ricerca di Paolo Cova sulla committenza artistica dei cava... more Le arti e la spada nasce dal lavoro di ricerca di Paolo Cova sulla committenza artistica dei cavalieri Templari e di Malta, con particolare attenzione allo studio e al recupero del patrimonio che appartenne ai due Ordini religioso cavallereschi in Emilia e in Romagna, oggi in parte disperso o dimenticato. L’autore ha voluto tracciare da un punto di vista storico il profilo dei due Ordini nella regione, ricostruendo le opere d’arte e i complessi decorativi delle loro magioni. La consultazione e l’utilizzo della vasta documentazione inedita, conservata nell’Archivio priorale di Roma, nella Biblioteca Nazionale di La Valletta a Malta, e nei diversi Archivi di Stato del territorio, ha permesso così di riscoprire un patrimonio vasto e articolato, che coniuga capolavori con manufatti di cultura assai più corsiva, ma capaci di raccontare la storia dei loro artefici, in continuo e sostanziale dialogo con le culture artistiche che hanno attraversato l’Emilia e la Romagna, e non solo, tra Medioevo e Modernità.
Il volume raccoglie novantasei scritti, che colleghi e amici di Massimo Medica hanno voluto dedic... more Il volume raccoglie novantasei scritti, che colleghi e amici di Massimo Medica hanno voluto dedicargli in omaggio alla sua lunga e brillante carriera nei Musei Civici d'Arte Antica di Bologna, presso i quali dal 2001 al 2024 ha retto l'incarico di direttore. Studioso di rilievo internazionale, Massimo Medica è noto per gli studi sull'arte medievale e rinascimentale, che ha condotto con specifico riguardo soprattutto all'ambito della miniatura e della scultura, pubblicando numerosi interventi e saggi in riviste specializzate e cataloghi. Appassionato nell'attività di tutela, conoscenza e promozione del patrimonio museale, ha curato varie mostre, non solo a Bologna, ma anche all'estero. Gli scritti raccolti in questa occasione ripercorrono le tracce dei suoi interessi, con approfondimenti e nuovi apporti su argomenti di pittura, scultura, museografia, museologia, storia della critica, entro un arco cronologico che procede dal Medioevo fino al Duemila. Il breve saggio è dedicato alla decorazione miniata delle bolle di fratellanza estensi alla quale, tra Quattro e Cinquecento, parteciparono anche miniatori di grande rilievo con le loro botteghe come Taddeo Crivelli o Matteo da Milano.
CARLO IV NELL’ITALIA DEL TRECENTO. IL “SAVIO SIGNORE” E LA RIFORMULAZIONE DEL POTERE IMPERIALE, 2022
The essay investigates three artworks fundamental to the history and the art both of the Czech Re... more The essay investigates three artworks fundamental to the history and the art both of the Czech Republic, where they are kept today, and of Italy, where they were made. These three masterpieces of Fourteenth Century Art are the illuminations of the latin fragment of the pseudo Dalimil cronichols, and the two paintings that Tomaso Barisini from Modena made for Charles IV and his family. These works are linked to the Bolognese, Emilian, or rather Padana art, to whose artistic culture their various creators belonged. On the basis of a study of the Italian and international bibliography, for the fragment of the chronicle I proposed the identification of one of the illuminators involved and a possible dating of the illuminations. I supported, through historical data, the hypothesis that the chronicle may have been commissioned by Bertrando del Poggetto as a present for John of Luxembourg, King of Bohemia, the father of Charles. About the two paintings by Tomaso, thank to the analysis of the large international bibliography, I contextualize both in the painter's artistic path. Therefore, I proposed a more solid chronology for their realization, also in relation to Carlo's travels in Italy.
Il presente contributo analizza le tracce lasciate dalla committenza artistica del vescovo e chir... more Il presente contributo analizza le tracce lasciate dalla committenza artistica del vescovo e chirurgo Teodorico Borgognoni. Tuttavia le testimonianze materiali derivate dalla sua committenza, dall'abitazione dell'alto prelato alla sua sepoltura in San Domenico passando per i paramenti sacri e le preziosi suppellettili, risultano, allo stato degli studi, in gran parte scomparse. La ricostruzione qui presentata è stata dunque effettuata incrociando i dati e le notizie ricavabili dalle fonti documentarie e cronachistiche, dalle quali emergono i contorni di una personalità di notevole spessore anche in relazione alla storiografia artistica.
The essay analyzes the traces left by the artistic commission of the Dominican bishop and surgeon Teodorico Borgognoni. In particular it proposes a reconstruction of the tomb of Borgognoni within San Domenico Church, built at the end of the Duecento, at a time of great importance for the burial monuments in Bologna. However, the material evidences of his patronage - the bishop house located in Via del Riccio (the residence ‘painted with the Swans’), his tomb in San Domenico, the sacred vestments and the precious goldsmithing - are completely disappeared, at the present state of the studies. The reconstruction was carried out through the data and information provided by the documentary sources and the chronicles, which present a great personality, Teodorico Borgognoni, also in the Art history field.
LE DINAMICHE DEL CONFINE FRA ROMAGNA, TOSCANA E UMBRIA Società locali, circolazione di uomini e merci,scambi culturali (secoli XIII-XVI), 2022
L’intervento che oggi vi presento nasce da lunghe ricerche che ho felicemente concluso... more L’intervento che oggi vi presento nasce da lunghe ricerche che ho felicemente concluso qualche mese fa con la pubblicazione del Tondo Lu-dovisi con l’attribuzione a Jacopo della Quercia 1. L’epopea quercesca nel contesto bolognese è al centro di queste riflessioni e vuole essere anche l’occasione per una più ampia riflessione sulla circolazione degli scultori e dei materiali lapidei tra l’area padana e quella toscana. Infine, il mio auspicio è quello di sfatare un lungo e sedimentato luogo comune, duro a morire soprattutto nel grande pubblico, che il Medioevo sia stata un’epoca di scarsa mobilità delle genti. Come tutti voi sapete, ciò non solo non è vero, ma è vero semmai il contrario, un fatto ancor più rilevante qualora si osservino i fittissimi spostamenti di un artista ‘ramingo’ come Jacopo nell’Italia del secondo quarto del Quattrocento.
The essay investigates the relationship between the Este family and some hospitallers commanders ... more The essay investigates the relationship between the Este family and some hospitallers commanders who in the XV century commissioned important artworks in Ferrara and Reggio Emilia. The first case is that of Avanzo de’ Ridolfi, preceptor in Ferrara in Lionello and Borso’s time, he renewed the decoration of the Santissima Trinità. The study of documents and the artistic analysis have support the identification between Bendedeo di Niccolò, a ferrarese painter, with the Master of the Imola triptych: in the past some frescoes, already in the mansion, were already attributed to this artist. The second case is that of Girolamo degli Ardizzoni, a prestigious hospitaller of Reggio Emilia, linked with Borso and Ercole d’Este. The association with the ducal family is perhaps further confirmed by the prestigious choice of commissioning the decoration of a chapel in the church of his commendery to the ducal painter Baldassare d’Este, illegitimate son of Niccolò III. The essay analyzes the large fresco fragments survived in Santo Stefano and formulates new hypotheses on the iconography and their dating.
L’intervento propone, attraverso l’indagine delle fonti archivistiche e cronachistiche e il confr... more L’intervento propone, attraverso l’indagine delle fonti archivistiche e cronachistiche e il confronto con le decorazioni plastiche e pittoriche, la ricostruzione delle vicende storico-artistiche delle cappelle Pepoli nella basilica di San Domenico a Bologna. Il contributo, scritto a quattro mani, si divide in una prima parte di Ilaria Negretti che propone una ricostruzione della committenza della nobile famiglia Pepoli e in particolare della realizzazione e trasformazione delle sei cappelle e del sepolcro signorile, a partire dall’epoca della signoria di Taddeo nel 1337, per passare alla damnatio memoriae e all’abbandono dei lavori, causa l’infelice politica dei figli di questo, Giovanni e Giacomo, fino all’intervento di ripristino e di riabilitazione della memoria atavica, operato da Guido Pepoli e dai suoi eredi nel 1551. Nella seconda parte, Paolo Cova offre invece un’attenta analisi stilistica dei due affreschi di committenza scacchesca che decorano la cappella di San Michele Ar...
Mélanges de l’École française de Rome - Moyen Âge (MEFRM): Reimpiego, rilavorazione, rifunzionalizzazione: la “lunga vita” della scultura medievale nei cantieri di Età moderna – Varia, 2021
Nel territorio bolognese a causa di molteplici ragioni, della congenita mancanza di pietre e marm... more Nel territorio bolognese a causa di molteplici ragioni, della congenita mancanza di pietre e marmi al riutilizzo lapideo per fini ideologici o politico-dinastici, la pratica del reimpiego ha radici molto antiche. Il saggio si concentra su alcuni esempi di questa lunga storia tra Medioevo e modernità. Il primo è relativo all’altare marmoreo che Giovanni di Balduccio realizzò per la Rocca papale di Galliera. Dopo la distruzione del castello, nel 1334 l’ancona venne ricollocata in San Domenico per essere dispersa nel 1605. La seconda vicenda è quella dei capitelli bentivoleschi, scolpiti in momenti diversi per la Domus di Stra’ San Donato. Dopo che questa fu distrutta, i due notevoli manufatti furono montati nel portico di casa Bellei Dalle Tuate. L’ultimo episodio è relativo al collezionismo ottocentesco di Cesare Mattei, che riutilizzò notevoli sculture felsinee dei Dalle Masegne e di Jacopo della Quercia per decorare la sua eccentrica e bizzarra dimora: la Rocchetta a Riola di Vergato.
The lack of stones and marble in Bologna area has stimulated the reuse of materials for sculpture across the centuries. This essay focuses on three examples of such long lasting local habit spanning from the Middle Ages to the modern period. The first one concerns Giovanni di Balduccio’s marble altar sculpted for the papal fortress of Galliera. After the castle’s demolition in 1334, this altarpiece was relocated in the church of San Domenico, and got lost in 1605. The second case study concerns the bentivolesque capitals, which were sculpted in different moments for the palace of Stra’ San Donato. After the destruction of the building, these two remarkable artworks were mounted in the portico of the Bellei Dalle Tuate house. My last object of study will be related to Cesare Mattei (1809-1896) and his collection of sculptures. He gathered and reused significant Bolognese sculptures by Dalle Masegne and Jacopo della Quercia to decorate his eccentric and bizarre residence: the Rocchetta in Riola di Vergato.
Il Camino dei Fenicotteri: i disegni dei Casanova dall’Aemilia Ars alla Rocchetta Mattei, 2020
Il saggio introduce la mostra al Museo Davia Bargellini di Bologna, curata da Paolo Cova, Mark G.... more Il saggio introduce la mostra al Museo Davia Bargellini di Bologna, curata da Paolo Cova, Mark G. D'Apuzzo e Ilaria Negretti e dedicata ai disegni per alcuni capolavori del liberty locale. L'opera protagonista della rassegna è il progetto di Giulio Casanova per un "caminetto dei fenicotteri" in ceramica, collocato poi alla Rocchetta Mattei in quell’ambiente che va noto, per via dell’opera dell’artista bolognese, come “stanza dei Fenicotteri”, il cui accesso è ancora precluso ai visitatori. L'esposizione vuole sensibilizzare il necessario restauro della sala e del suo prezioso caminetto, di cui fortunatamente è pervenuto il bel disegno preparatorio, conservato, insieme ad altri disegni dei Casanova, presso il fondo dei Musei Civici d’Arte Antica. E’ pertanto nell’ottica di una valorizzazione congiunta dei rispettivi patrimoni che i Musei Civici d’Arte Antica in accordo con la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna si sono fatti promotori dell'iniziativa al Museo Davia Bargellini, volta a presentare a fianco del prezioso progetto alcuni disegni dei due fratelli Casanova e altri di Giuseppe de Col, posti in relazione agli esempi in ferro battuto del museo. E’ anche questo un modo per richiamare l’attenzione sulla ricchezza e sulla varietà del nostro patrimonio, rinsaldando i rapporti di collaborazione e scambio che da tempo esistono tra le Istituzioni e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
A tondo relief of an equestrian warrior that has been set into a wall of the Rocchetta Mattei sin... more A tondo relief of an equestrian warrior that has been set into a wall of the Rocchetta Mattei since the nineteenth century is here identified as a fragment of a tomb formerly in the cloisters of S. Domenico, Bologna. Parallels with Jacopo della Quercia’s Porta Magna at S. Petronio, Bologna, allow the sculpture to be attributed to him and dated c.1428-32.
Teoria e pratica medica nel Basso Medioevo. Teodorico Borgognoni vescovo, chirurgo, ippiatra, a c. di F. Roversi Monaco, SISMEL 2019, 2019
Teodorico Borgognoni, figlio del celebre chirurgo Ugo, frate domenicano, vescovo di Bitonto e di ... more Teodorico Borgognoni, figlio del celebre chirurgo Ugo, frate domenicano, vescovo di Bitonto e di Cervia, chirurgo a sua volta, autore di trattati di chirurgia e veterinaria assai importanti per la storia della scienza medica medievale, visse e operò a Bologna nel corso del XIII secolo. Se le prime forme di strutturazione istituzionale del sapere medico attestate nella città risalgono al 1260 circa, è opinione condivisa che già prima vi esistesse un insegnamento privato di medicina, sia tecnico-operativo sia teorico, favorito anche dalla presenza dei conventi mendicanti, nodi fondamentali di una rete europea di trasmissione e flussi di conoscenze e di saperi anche scientifici. Il Borgognoni ebbe, dunque, l’opportunità di una duplice formazione medico-scientifica, sul piano teorico grazie all’ordine cui aderì, su quello pratico, grazie al magistero paterno. Certamente, però, tale duplice opportunità esistenziale trovò nel milieu politico, culturale, economico bolognese un terreno assai fertile per esprimersi nella maniera più compiuta ed efficace. Il saggio propone una sintesi della storia cittadina nel XIII secolo, evidenziandone i nodi più significativi.
L’intervento è dedicato alla piena riscoperta stilistica di un busto quattrocentesco con l’effige... more L’intervento è dedicato alla piena riscoperta stilistica di un busto quattrocentesco con l’effige del Cardinale Al- bornoz, opera commissionata verosimilmente nella seconda metà degli anni ’80 del XV secolo e da sempre conservata al Real Colegio di Spagna di Bologna. Dopo una lunga indagine stilistica, sulla base di numerosi confronti con le opere di Vincenzo Onofri, dei dati emersi durante il restauro e delle specificità storiche dell’oggetto artistico, il busto viene attribuito alla prima produzione del celebre scultore bolognese. Dall’analisi delle sue caratteristiche emerge una terracotta di grande qualità che ha conservato anche una parte consistente della coloritura originaria, in cui l’artista infonde caratteri stilistici puntuali, in linea con i migliori sviluppi della produzione cittadina di epoca bentivolesca. Alla poca fortuna che l’opera ha avuto in ambito storiografico si contrappone una notevole fortuna iconografica, poiché tutti i ritratti moderni del Cardinale mostrano le sembianze della bella terracotta policroma. Infine, l’indagine documentaria presso il Real Colegio ha disvelato come tra gli anni ’20 e gli anni ’30 del Novecento, per celebrare il ruolo e l’importanza di Albornoz e dell’istituzione ispanica, vennero realizzate e diffuse diverse copie del busto in gesso.
This essay focuses on the stylistic rediscovery of a fifteenth-century terracotta bust with the effigy of Cardinal Albornoz. The artwork was probably commissioned in the second half of the 80s of the XV century, and it has always been kept at the Real Colegio of Spain in Bologna. The bust is attributed to the first artistic period of the famous Bolognese sculptor Vincenzo Onofri; the attribution is based on a long stylistic investigation, with numerous comparisons between other terracotta artworks of the master, but also on the data uncovered by the restoration and on the historical specificity context. The high quality of the artwork, which preserved the original polychromatic coloring, and other proto-classical characteristics, is an important proof of the relationship between Onofri’s art and the best artworks of the Bentivoglio Hera. Across the centuries the bust had a great iconographic fortune, in fact the modern portraits of the Albornoz took their physiognomy from it. Finally, a documentary investigation at the archive of the Real Colegio revealed that, between the 20s and the 30s of the last century, several plaster copies of the bust were made to celebrate the cardinal’s memory and the Institution’s prestige.
Le Signorie, genesi ed essenza del Rinascimento Italiano. Tra queste spicca
la famiglia Medici ch... more Le Signorie, genesi ed essenza del Rinascimento Italiano. Tra queste spicca la famiglia Medici che governa Firenze per tutto il Quattrocento e per buona parte del Cinquecento. Il protagonista della puntata della serie “Signorie”, in onda su Rai Storia, è Lorenzo Il Magnifico, forse il più illustre signore dell'epoca. Partendo dalla sua vita, si analizzeranno alcune opere legate alla sua casata e divenute nel corso del tempo patrimonio culturale dell'umanità, prima fra tutte la Cupola di Santa Maria del Fiore, progettata da Filippo Brunelleschi. L'illustre cittadino di Firenze a essere intervistato è il grande disegnatore e vignettista Sergio Staino.
Capolavoro dell’arte romanica, la Basilica San Nicola a Bari è anche il luogo in cui riposano i r... more Capolavoro dell’arte romanica, la Basilica San Nicola a Bari è anche il luogo in cui riposano i resti del Santo, nella cosiddetta Cappella delle Reliquie. Lo racconta “La croce e la spada”, in onda lunedì 19 ottobre alle 22.10 su Rai Storia. La Basilica presenta un corredo scultoreo di altissimo livello, con il maestoso Portale dei Leoni della fiancata nord. I capitelli della cripta e del ciborio sono di elevata qualità, mentre la Cattedra dell’abate Elia è un vero e proprio capolavoro. Di assoluto valore sono anche le numerose opere pittoriche: dall’affresco più antico della Crocifissione al Trittico di Andrea Rizo da Candia e alla Pala del Vivarini, per giungere al capolavoro dell’icona di Uroš III Decianski. Inoltre, le gesta di San Nicola sono state raffigurate, nel corso del tempo, da alcuni tra i più grandi nomi della storia dell'arte: Ambrogio Lorenzetti, Gentile da Fabriano, Beato Angelico, Raffaello e Tiziano. Vissuto tra Pàtara e Myra, ricco di famiglia, alla morte dei genitori Nicola riceve un'importante eredità che decide di donare ai poveri e agli emarginati. Di fronte a scarse notizie storiche, la leggenda ha arricchito di particolari meravigliosi la sua vita e ha fatto di questo santo il taumaturgo per eccellenza, sia dell'Oriente greco e slavo sia dell'Occidente latino. Secondo la leggenda, caritatevole fino dalla giovinezza, avrebbe di nascosto fornito la dote a tre fanciulle destinate dal padre alla prostituzione per mancanza di denaro. L'episodio, narrato da Dante nel Purgatorio, lo ha reso protettore dei fanciulli. In pieno concilio di Nicea, San Nicola avrebbe poi schiaffeggiato Ario e successivamente avrebbe sedato la tempesta durante un suo viaggio ai luoghi santi. Per questo è patrono della navigazione, successore dei Dioscuri e Posidone dei cristiani. In Occidente il suo culto penetra al tempo di Ottone II e si diffonde rapidamente anche a Roma, dove San Nicola fu popolarissimo, com'è attestato dal numero di chiese e cappelle a lui dedicati. E nel folklore americano e dei paesi transalpini San Nicola è divenuto Santa Claus, “corruzione” di Sanctus Nicolaus.
La Milano tardo-antico, capitale dell'Impero Romano, svolse un importantissimo ruolo politico e c... more La Milano tardo-antico, capitale dell'Impero Romano, svolse un importantissimo ruolo politico e culturale, essendo la principale città europea. Al centro delle iniziative dei più influenti imperatori (da Costantino a Teodosio), Milano fu anche baluardo contro le invasioni barbariche. In questo contesto s'inserì il giovane Ambrogio, che svolse con il mandato imperiale una determinante azione politica mirata a rafforzare le istituzioni. Un personaggio raccontato da “La croce e la spada” in onda lunedì 9 novembre alle 22.10 su Rai Storia. Ambrogio era nato a Treviri, in Germania, da una nobile famiglia romana della Gens Aurelia. Quando suo padre, governatore delle Gallie e funzionario imperiale, morì improvvisamente, Ambrogio si recò a Roma con la sorella Marcellina e la madre. Proseguì gli studi per la carriera legale ottenendo molti successi come avvocato, finché l’imperatore Valentiniano lo nominò governatore, con residenza a Milano. Rimase in carica per quattro anni, dimostrando di essere al di sopra delle parti e dei partiti, con l’occhio rivolto al bene di tutta la popolazione. Un atteggiamento che gli valse non solo la stima ma addirittura l’affetto sincero dei più poveri. Ambrogio assunse lo stesso atteggiamento quando fu nominato vescovo. Donò le sue ricchezze ai poveri e le sue terre alla Chiesa, tenendo per sé una piccola parte. Ogni giorno diceva la Messa per i suoi fedeli dedicandosi poi al loro servizio per ascoltarli, consigliarli e difenderli contro i soprusi dei ricchi. Tutti potevano parlargli, in qualsiasi momento. E proprio per i suoi fedeli Ambrogio lavorò, studiò, rischiò la vita, predicò, viaggiò e scrisse libri fino alla fine. Morì il 4 aprile, all’alba del Sabato Santo, quando correva l’anno 397. Le sue spoglie riposano nella basilica milanese che porta il suo nome, accolte nella cripta che lui stesso volle costruire per ospitare i corpi di San Gervaso e San Protaso.
La basilica di San Domenico è uno dei più prestigiosi luoghi di culto di Bologna, sede principale... more La basilica di San Domenico è uno dei più prestigiosi luoghi di culto di Bologna, sede principale dell'ordine dei frati predicatori. Alla fine dell'undicesimo secolo Bologna era una delle più grandi città europee nel periodo della lotta per le investiture, si istituì l'insegnamento del diritto romano, considerato il principio dello Studium, ovvero la prima università d'Europa. La data convenzionale di nascita è il 1088, ma soprattutto nel dodicesimo secolo l'università di Bologna si arricchì con la presenza di celebri insegnanti e la nascita di un sistema particolare il cui potere era in mano agli studenti, creando una vera e propria comunità multietnica e internazionale all'interno della città. Per tali ragioni Domenico e i suoi seguaci sceglieranno Bologna come sede del proprio ordine. Storie raccontate da “La croce e la spada”, la serie di Rai Cultura in onda lunedì 12 ottobre alle 22.10 su Rai Storia. I resti del santo sono oggi conservati all'interno della famosa Arca di San Domenico. Il primo nucleo fu costruito nel 1267 ad opera di Nicola Pisano e dei suoi allievi, che decorarono il nuovo sarcofago marmoreo con sei pannelli descriventi i maggiori episodi della vita del santo. La basilica subì ulteriori ampliamenti e rimaneggiamenti nei secoli XIV-XVIII, munendosi di cappelle e di un campanile. Nel corso del tempo si accumulò al suo interno una vasta collezione di opere di grandi artisti. Tra loro rientrano Michelangelo Buonarroti, Niccolò dell'Arca, Filippino Lippi, Guido Reni, Ludovico Carracci e il Guercino.
In Italia, l’appartenenza a una comunità, a partire dal Medioevo, sembra indissolubilmente legata... more In Italia, l’appartenenza a una comunità, a partire dal Medioevo, sembra indissolubilmente legata al desiderio, e a volte alla necessità, di una protezione divina. In questa devozione si scopre un’identità in grado di descrivere l’anima storica, sociale e civile del paese. È il culto dei Santi Patroni, raccontato dalla nuova serie di Rai Cultura “La croce e la spada”, in onda su Rai Storia. Ogni episodio sarà incentrato sul territorio del santo, ma guarderà anche alla storia della comunità interessata. Le diverse devozioni hanno determinato l’identità architettonica e urbanistica di molti luoghi italiani e, spesso, la reciprocità tra il ruolo e le caratteristiche del Patrono e le vicende della storia e dell’economia locale.
In Italia, l’appartenenza a una comunità, a partire dal Medioevo, sembra indissolubilmente legata... more In Italia, l’appartenenza a una comunità, a partire dal Medioevo, sembra indissolubilmente legata al desiderio, e a volte alla necessità, di una protezione divina. In questa devozione si scopre un’identità in grado di descrivere l’anima storica, sociale e civile del paese. È il culto dei Santi Patroni, raccontato dalla nuova serie di Rai Cultura “La croce e la spada”, in onda su Rai Storia. Ogni episodio sarà incentrato sul territorio del santo, ma guarderà anche alla storia della comunità interessata. Le diverse devozioni hanno determinato l’identità architettonica e urbanistica di molti luoghi italiani e, spesso, la reciprocità tra il ruolo e le caratteristiche del Patrono e le vicende della storia e dell’economia locale.
In Italia, l’appartenenza a una comunità, a partire dal Medioevo, sembra indissolubilmente legata... more In Italia, l’appartenenza a una comunità, a partire dal Medioevo, sembra indissolubilmente legata al desiderio, e a volte alla necessità, di una protezione divina. In questa devozione si scopre un’identità in grado di descrivere l’anima storica, sociale e civile del paese. È il culto dei Santi Patroni, raccontato dalla serie di Rai Cultura “La croce e la spada” su Rai Storia. Ogni episodio sarà incentrato sul territorio del santo, ma guarderà anche alla storia della comunità interessata. Le diverse devozioni hanno determinato l’identità architettonica e urbanistica di molti luoghi italiani e, spesso, la reciprocità tra il ruolo e le caratteristiche del Patrono e le vicende della storia e dell’economia locale.
I Borbone e i Savoia, gli Altavilla e gli Asburgo, i Farnese e gli Angioini. Ma anche lo Stato Po... more I Borbone e i Savoia, gli Altavilla e gli Asburgo, i Farnese e gli Angioini. Ma anche lo Stato Pontificio e la Repubblica di Venezia. Sono le dinastie europee che hanno regnato in diverse regioni della penisola italiana e hanno lasciare un segno, anche culturale e artistico, del proprio potere. Le racconta la serie “Potere e Bellezza”. Si comincia con i Borbone, partendo da Carlo di Borbone, re di Spagna nel 1759 con il nome di Carlo III, ma il protagonista è il figlio Ferdinando IV, che unifica i Regni di Napoli e di Sicilia, assumendo il nome di Ferdinando I delle Due Sicilie. Dal punto di vista artistico, significa incontrare la grande pittura del Barocco, con Caravaggio, Battistello Caracciolo, Luca Giordano e Mattia Preti, ma si analizzano anche monumenti del Settecento napoletano legati ai Borbone: Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito, la Reggia di Caserta. La puntata è arricchita dagli interventi della professoressa Renata de Lorenzo, docente di Storia moderna all'Università Federico II di Napoli, specializzata sugli aspetti economici e sociali del Mezzogiorno nel periodo preunitario. “Potere e bellezza” è una produzione Ballandi/Arts, un programma di Mario Paloschi, scritto da Andrea Cedrola, diretto da Emanuele Flangini.
Le straordinarie vicende della vita di Carlo I d'Angiò, protagonista dei Vespri siciliani e della... more Le straordinarie vicende della vita di Carlo I d'Angiò, protagonista dei Vespri siciliani e della conseguente pace di Caltabellotta, che nel 1302 divise in due il meridione d'Italia, con gli Aragonesi in Sicilia e gli Angioini sul continente: due dinastie destinate a regnare per duecento anni nel sud della Penisola. La ricostruzione degli avvenimenti - raccontati da “Potere e Bellezza”, in onda venerdì 5 luglio alle 22.00 su Rai Storia - si alterna con l'analisi degli splendidi interventi artistici e architettonici voluti dalla dinastia angioina a Napoli, tra i quali il convento di san Domenico Maggiore e Castel Nuovo, costruiti per volontà di Carlo I, ma anche il complesso di Santa Chiara, opera legata a Roberto d'Angiò, che seppe fare della città partenopea una superba capitale, chiamando a operare artisti del calibro di Giotto e Simone Martini. La puntata è arricchita dagli interventi di Francesco Paolo Tocco, docente all'Università di Messina, studioso della dinastia angioina e autore di una monografia su Carlo I.
Ponte tra Oriente e Occidente, città d’arte e di cultura, Venezia è unica anche per la sua storia... more Ponte tra Oriente e Occidente, città d’arte e di cultura, Venezia è unica anche per la sua storia. Lo racconta “Potere e Bellezza”, il programma di Rai Cultura in onda venerdì 12 luglio alle 22.00 su Rai Storia. Tra il basso Medioevo e il primo Rinascimento, Venezia è protagonista di un’aggressiva espansione nel Mediterraneo e verso nord. È il periodo della grande pittura, della grande scultura e delle realizzazioni architettoniche del Trecento e del Quattrocento veneziano. All’epoca risalgono prestigiosi edifici, come il Palazzo Ducale, e le chiese più importanti. Gli artisti di riferimento sono Paolo Veneziano, Giovanni Bellini e Giorgione. Tra il Cinquecento e il Settecento si assiste alla lenta, ma inarrestabile decadenza della Serenissima, in un quadro di stravolgimenti internazionali. Venezia continua, però, ad arricchirsi - anche in questo periodo - di opere memorabili, come i grandi monumenti di Sansovino e di Palladio, e i dipinti di alcuni dei più grandi maestri di sempre come Tiziano, Veronese, Tintoretto, Canaletto e i Tiepolo.
La puntata analizza l'incredibile parabola della celebre e potente famiglia normanna che, attrave... more La puntata analizza l'incredibile parabola della celebre e potente famiglia normanna che, attraverso la fede e la spada, seppe creare un importantissimo regno tra XI e XIII secolo, facendo del sud Italia il centro del Mediterraneo e la culla culturale d'Europa. Capi delle prime crociate e signori di Napoli e Sicilia, gli Altavilla riuscirono a mantenere il potere fino a Costanza, moglie dell'imperatore Enrico VI e madre di Federico II. Proprio Federico è il protagonista della puntata della serie “Potere e Bellezza”, in onda venerdì 31 maggio alle 22.10 su Rai Storia, e attraverso la sua vicenda biografica si raccontano le complicate e affascinanti dinamiche della politica mediterranea nella prima metà del XIII secolo. L'aspetto artistico e letterario approfondisce la sontuosa Palermo dei grandi cicli musivi dei palazzi e delle basiliche normanne e affronta il fascino della Rinascenza federiciana. Ad impreziosire la narrazione sono gli interventi di Fulvio Delle Donne, professore di letteratura latina medievale presso l’Università della Basilicata e studioso di Federico II.
In Italia, l’appartenenza a una comunità, a partire dal Medioevo, sembra indissolubilmente legata... more In Italia, l’appartenenza a una comunità, a partire dal Medioevo, sembra indissolubilmente legata al desiderio, e a volte alla necessità, di una protezione divina. In questa devozione si scopre un’identità in grado di descrivere l’anima storica, sociale e civile del paese. È il culto dei Santi Patroni, raccontato dalla nuova serie di Rai Cultura “La croce e la spada”, in onda da lunedì 12 dicembre alle 21.10 su Rai Storia. Ogni episodio sarà incentrato sul territorio del santo, ma guarderà anche alla storia della comunità interessata. Le diverse devozioni hanno determinato l’identità architettonica e urbanistica di molti luoghi italiani e, spesso, la reciprocità tra il ruolo e le caratteristiche del Patrono e le vicende della storia e dell’economia locale.
SIGNORIE
8 puntate in onda su Rai Storia dal 19 gennaio 2015 alle 21.30
Una coproduzione Rai Cul... more SIGNORIE 8 puntate in onda su Rai Storia dal 19 gennaio 2015 alle 21.30 Una coproduzione Rai Cultura e Ballandi Multimedia dedicata a otto importanti sedi signorili: Firenze, Padova, Urbino, Ferrara, Milano, Mantova, Rimini, Verona. Tutte queste città hanno mantenuto nei secoli l’impianto urbanistico e architettonico voluto dai signori del Trecento e del Quattrocento e ancora oggi conservano opere d'arte che hanno distinto per bellezza e magnificenza il nostro Paese.
Perché siamo incantati dal medioevo? Quali sono i rapporti tra quel millennio lontano e le sue re... more Perché siamo incantati dal medioevo? Quali sono i rapporti tra quel millennio lontano e le sue reinterpretazioni nel mondo di oggi? Nelle affascinanti cornici di Urbino e Gradara, studiosi e pubblico dialogano tra loro nel segno e nel sogno del medioevo.
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Books by Paolo Cova
Un pilastro del libro è la scelta iconografica, che è stata elaborata attraverso un costante dialogo tra gli artefici: la fotografia è una via alternativa alla comprensione di questi monumenti e delle sue opere d’arte, un percorso visivo che può amalgamarsi con il testo ma anche vivere di vita propria.
Papers by Paolo Cova
The essay analyzes the traces left by the artistic commission of the Dominican bishop and surgeon Teodorico Borgognoni. In particular it proposes a reconstruction of the tomb of Borgognoni within San Domenico Church, built at the end of the Duecento, at a time of great importance for the burial monuments in Bologna. However, the material evidences of his patronage - the bishop house located in Via del Riccio (the residence ‘painted with the Swans’), his tomb in San Domenico, the sacred vestments and the precious goldsmithing - are completely disappeared, at the present state of the studies. The reconstruction was carried out through the data and information provided by the documentary sources and the chronicles, which present a great personality, Teodorico Borgognoni, also in the Art history field.
hospitaller of Reggio Emilia, linked with Borso and Ercole d’Este. The association with the ducal family is perhaps further confirmed by the prestigious choice of commissioning the decoration of a chapel in the church of his commendery to the ducal painter Baldassare d’Este, illegitimate son of Niccolò III. The essay analyzes the large fresco fragments survived in Santo Stefano and formulates new hypotheses on the iconography and their dating.
The lack of stones and marble in Bologna area has stimulated the reuse of materials for sculpture across the centuries. This essay focuses on three examples of such long lasting local habit spanning from the Middle Ages to the modern period. The first one concerns Giovanni di Balduccio’s marble altar sculpted for the papal fortress of Galliera. After the castle’s demolition in 1334, this altarpiece was relocated in the church of San Domenico, and got lost in 1605. The second case study concerns the bentivolesque capitals, which were sculpted in different moments for the palace of Stra’ San Donato. After the destruction of the building, these two remarkable artworks were mounted in the portico of the Bellei Dalle Tuate house. My last object of study will be related to Cesare Mattei (1809-1896) and his collection of sculptures. He gathered and reused significant Bolognese sculptures by Dalle Masegne and Jacopo della Quercia to decorate his eccentric and bizarre residence: the Rocchetta in Riola di Vergato.
di cui fortunatamente è pervenuto il bel disegno preparatorio, conservato, insieme ad altri disegni dei Casanova, presso il fondo dei Musei Civici d’Arte Antica. E’ pertanto nell’ottica di una valorizzazione congiunta dei rispettivi patrimoni che i Musei Civici d’Arte Antica in accordo con la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna si sono fatti promotori dell'iniziativa al Museo Davia Bargellini, volta a presentare a fianco del prezioso progetto alcuni disegni dei due fratelli Casanova e altri di Giuseppe de Col, posti in relazione agli esempi in ferro battuto del museo. E’ anche questo un modo per richiamare l’attenzione sulla ricchezza e sulla varietà del nostro patrimonio, rinsaldando i rapporti di collaborazione e scambio che da tempo esistono tra le Istituzioni e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
This essay focuses on the stylistic rediscovery of a fifteenth-century terracotta bust with the effigy of Cardinal Albornoz. The artwork was probably commissioned in the second half of the 80s of the XV century, and it has always been kept at the Real Colegio of Spain in Bologna. The bust is attributed to the first artistic period of the famous Bolognese sculptor Vincenzo Onofri; the attribution is based on a long stylistic investigation, with numerous comparisons between other terracotta artworks of the master, but also on the data uncovered by the restoration and on the historical specificity context. The high quality of the artwork, which preserved the original polychromatic coloring, and other proto-classical characteristics, is an important proof of the relationship between Onofri’s art and the best artworks of the Bentivoglio Hera. Across the centuries the bust had a great iconographic fortune, in fact the modern portraits of the Albornoz took their physiognomy from it. Finally, a documentary investigation at the archive of the Real Colegio revealed that, between the 20s and the 30s of the last century, several plaster copies of the bust were made to celebrate the cardinal’s memory and the Institution’s prestige.
Un pilastro del libro è la scelta iconografica, che è stata elaborata attraverso un costante dialogo tra gli artefici: la fotografia è una via alternativa alla comprensione di questi monumenti e delle sue opere d’arte, un percorso visivo che può amalgamarsi con il testo ma anche vivere di vita propria.
The essay analyzes the traces left by the artistic commission of the Dominican bishop and surgeon Teodorico Borgognoni. In particular it proposes a reconstruction of the tomb of Borgognoni within San Domenico Church, built at the end of the Duecento, at a time of great importance for the burial monuments in Bologna. However, the material evidences of his patronage - the bishop house located in Via del Riccio (the residence ‘painted with the Swans’), his tomb in San Domenico, the sacred vestments and the precious goldsmithing - are completely disappeared, at the present state of the studies. The reconstruction was carried out through the data and information provided by the documentary sources and the chronicles, which present a great personality, Teodorico Borgognoni, also in the Art history field.
hospitaller of Reggio Emilia, linked with Borso and Ercole d’Este. The association with the ducal family is perhaps further confirmed by the prestigious choice of commissioning the decoration of a chapel in the church of his commendery to the ducal painter Baldassare d’Este, illegitimate son of Niccolò III. The essay analyzes the large fresco fragments survived in Santo Stefano and formulates new hypotheses on the iconography and their dating.
The lack of stones and marble in Bologna area has stimulated the reuse of materials for sculpture across the centuries. This essay focuses on three examples of such long lasting local habit spanning from the Middle Ages to the modern period. The first one concerns Giovanni di Balduccio’s marble altar sculpted for the papal fortress of Galliera. After the castle’s demolition in 1334, this altarpiece was relocated in the church of San Domenico, and got lost in 1605. The second case study concerns the bentivolesque capitals, which were sculpted in different moments for the palace of Stra’ San Donato. After the destruction of the building, these two remarkable artworks were mounted in the portico of the Bellei Dalle Tuate house. My last object of study will be related to Cesare Mattei (1809-1896) and his collection of sculptures. He gathered and reused significant Bolognese sculptures by Dalle Masegne and Jacopo della Quercia to decorate his eccentric and bizarre residence: the Rocchetta in Riola di Vergato.
di cui fortunatamente è pervenuto il bel disegno preparatorio, conservato, insieme ad altri disegni dei Casanova, presso il fondo dei Musei Civici d’Arte Antica. E’ pertanto nell’ottica di una valorizzazione congiunta dei rispettivi patrimoni che i Musei Civici d’Arte Antica in accordo con la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna si sono fatti promotori dell'iniziativa al Museo Davia Bargellini, volta a presentare a fianco del prezioso progetto alcuni disegni dei due fratelli Casanova e altri di Giuseppe de Col, posti in relazione agli esempi in ferro battuto del museo. E’ anche questo un modo per richiamare l’attenzione sulla ricchezza e sulla varietà del nostro patrimonio, rinsaldando i rapporti di collaborazione e scambio che da tempo esistono tra le Istituzioni e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
This essay focuses on the stylistic rediscovery of a fifteenth-century terracotta bust with the effigy of Cardinal Albornoz. The artwork was probably commissioned in the second half of the 80s of the XV century, and it has always been kept at the Real Colegio of Spain in Bologna. The bust is attributed to the first artistic period of the famous Bolognese sculptor Vincenzo Onofri; the attribution is based on a long stylistic investigation, with numerous comparisons between other terracotta artworks of the master, but also on the data uncovered by the restoration and on the historical specificity context. The high quality of the artwork, which preserved the original polychromatic coloring, and other proto-classical characteristics, is an important proof of the relationship between Onofri’s art and the best artworks of the Bentivoglio Hera. Across the centuries the bust had a great iconographic fortune, in fact the modern portraits of the Albornoz took their physiognomy from it. Finally, a documentary investigation at the archive of the Real Colegio revealed that, between the 20s and the 30s of the last century, several plaster copies of the bust were made to celebrate the cardinal’s memory and the Institution’s prestige.
la famiglia Medici che governa Firenze per tutto il Quattrocento e per buona
parte del Cinquecento. Il protagonista della puntata della serie “Signorie”, in
onda su Rai Storia, è Lorenzo Il Magnifico, forse il
più illustre signore dell'epoca. Partendo dalla sua vita, si analizzeranno
alcune opere legate alla sua casata e divenute nel corso del tempo
patrimonio culturale dell'umanità, prima fra tutte la Cupola di Santa Maria
del Fiore, progettata da Filippo Brunelleschi. L'illustre cittadino di Firenze a
essere intervistato è il grande disegnatore e vignettista Sergio Staino.
8 puntate in onda su Rai Storia dal 19 gennaio 2015 alle 21.30
Una coproduzione Rai Cultura e Ballandi Multimedia dedicata a otto importanti sedi signorili: Firenze, Padova, Urbino, Ferrara, Milano, Mantova, Rimini, Verona. Tutte queste città hanno mantenuto nei secoli l’impianto urbanistico e architettonico voluto dai signori del Trecento e del Quattrocento e ancora oggi conservano opere d'arte che hanno distinto per bellezza e magnificenza il nostro Paese.