Questo contributo affronta il tema del “determinismo geografico” in relazione alle isole e, più p... more Questo contributo affronta il tema del “determinismo geografico” in relazione alle isole e, più precisamente, alla Sardegna. Il determinismo è un paradigma geografico che istituisce una correlazione causale unidirezionale tra geografia fisica e geografia umana. Nel ragionamento determinista sono le proprietà dell’ambiente a spingere i gruppi umani ad adottare determinate pratiche sociali o valori: la natura spiega la cultura. Il testo ricostruisce sinteticamente il lavoro di decostruzione svolto dal geografo Antonio Loi sulla letteratura geografica relativa alla Sardegna; presenta quindi le conclusioni a cui questo studioso arriva attraverso le critiche mosse alla rappresentazione che autori come Maurice Le Lannou e Alberto Mori hanno dato di questa regione
Roberta Cevasco, Carlo Alberto Gemignani, Daniela Poli e Luisa Rossi (a cura di ), Il pensiero critico fra geografia e scienza del territorio Scritti su Massimo Quaini, Firenze, Firenze University Press, pp. 205-225, 2021
Questo articolo contiene il testo di una e-mail che ho ricevuto da Massimo Quaini nel 2017, con l... more Questo articolo contiene il testo di una e-mail che ho ricevuto da Massimo Quaini nel 2017, con la quale rispondeva al mio invito a partecipare alla quarta edizione dei Dialoghi tra geografia e filosofia, un seminario 'dialogico' che organizzo dal 2014 per favorire la discussione tra geografi e filosofi. A causa della sua malattia, sfortunatamente Quaini non è stato in grado di partecipare al seminario, ma mi ha scritto un'e-mail in cui mi invitava a scrivere un libro a quattro mani con lui. Questa e-mail è uno degli ultimi documenti scritti da Quaini: vi si trovano molte delle sue idee sul paesaggio, così come diverse riflessioni sull'identità e sul futuro della geografia e molto altro. Per questo motivo ho pensato che renderla pubblica potesse essere il modo migliore per onorarne la memoria.
Esistono certamente diversi modi di studiare il rapporto tra geografia e fiction; questo libro lo... more Esistono certamente diversi modi di studiare il rapporto tra geografia e fiction; questo libro lo fa da un punto di vista del tutto particolare che mette in primo piano la territorializzazione configurativa in quanto ambito della rappresentazione artistica ed emozionale. L’idea di base che lega i saggi qui raccolti è che la fiction rappresenti una simulazione di territorialità in cui non si tratta tanto di imitare l’esistente quanto di formulare ipotesi sui possibili, ossia su ciò che non è ma che potrebbe essere. In quanto experimentum mundi, la fiction può dunque essere letta attraverso l’apparato metodologico di quella teoria geografica della complessità che ha nei concetti di territorio, territorialità e territorializzazione i suoi elementi fondanti e in autori come Claude Raffestin, Angelo Turco, Giuseppe Dematteis e Alberto Magnaghi i suoi principali interpreti. Il ricorso alla “cassetta degli attrezzi” che soccorre il geografo nel suo la-voro di decifrazione degli assetti territoriali attuali si giustifica qui con l’esigenza di soddisfare i criteri basilari che una “teoria geografica della fiction” deve rispettare: 1) essere inequivocabilmente geografica, vale a dire riconoscibile come tale; 2) proporre un metodo, cioè basarsi su una teoria e su regole precise e dichiarate; 3) rappresentare un valore aggiunto, ossia metterci nella condizione di vedere qualcosa che altrimenti non vedremmo. Ci sarebbe in realtà un quarto criterio di cui dobbiamo costantemente tenere conto nella nostra disamina della simbolica del territorio e delle sue molteplici configurazioni topiche, paesaggistiche ed ambientali: la necessità di rispettare sempre la specificità del medium affrontato, qualunque esso sia, scansando la tentazione di ricondurlo ad un “testo”. Dopo i primi due capitoli, nei quali si definisce l’impianto teorico-metodologico del lavoro, i successivi sono dedicati di volta in volta ad un particolare caso di studio: l’opera con Die Zauberflöte di Wolfgang Amadeus Mozart, il cinema di Wes Anderson, le canzoni di Paolo Conte e i graphic novel di Gipi – tutte simulazioni di territorialità in cui le qualità geografiche gioca-no un ruolo di primo piano, fissando le condizioni di possibilità della narrazione. Prefazione di Angelo Turco
Dove finisce il mare. Scritti per Maria Luisa Gentileschi (a cura di Monica Iorio e Giovanni Sistu), 2010
Like Medusa's eye, Geography transforms the reality into stone - in other words, geographic repre... more Like Medusa's eye, Geography transforms the reality into stone - in other words, geographic representation fixes and immobilizes people flow, thus creating an illusory (static, immobile) image of human movements on Earth. The article explores this relationship between "circulation" and "identity" in the thought of Max Sorre, Jean Gottman and Paul Ricœur.
Itinerando senza confini dalla preistoria ad oggi. Studi in ricordo di Roberto Coroneo, 2015
This text explores some aspects of the controversial relationship between geography and art looki... more This text explores some aspects of the controversial relationship between geography and art looking for possible points of convergence. The focus is mainly on three themes: a) the spatial patterns that we use in the writing of our histories of art (the center/periphery pattern or the network one?); b) the relationship between cartography and figurative culture, that is historically complex and articulate, and examined in detail as far as the Italian Renaissance and Dutch painting are concerned; c) and the possibility of interpreting the artistic heritage as a resource for collective projects of local development. In this work geography means the territorial form of social action.
Spop. Istantanea dello spopolamento in Sardegna, 2016
Le condizioni del popolamento in Sardegna destano da qualche
tempo una forte apprensione. Espress... more Le condizioni del popolamento in Sardegna destano da qualche tempo una forte apprensione. Espressioni come “stato di malessere demografico”, “rischio desertificazione”, “abbandono”, “comuni in estinzione” ricorrono con sempre maggiore frequenza nei rapporti ufficiali e nelle analisi degli studiosi; i dati raccolti dagli enti di ricerca confermano con impressionante continuità la presenza, all’interno delle dinamiche demografiche dell’isola, di una serie di tendenze di lungo periodo; è da queste che dobbiamo partire se vogliamo capire che cosa sta succedendo – che cosa ci sta succedendo.
C. Arbore, M. Maggioli (a cura di), Territorialità: concetti, narrazioni, pratiche, 2017
This contribution explores geography of The Magic Flute, a Singspiel (a popular form that include... more This contribution explores geography of The Magic Flute, a Singspiel (a popular form that included both singing and spoken dialogue) by Wolfgang Amadeus Mozart to a German libretto by Emanuel Schikaneder and premiered on 30 September 1791 at the Freihaus-Theater auf der Wieden in Vienna, just two months before the composer's premature death.
The geographical interpretation of this work is carried out using the theory of territorialization of Angelo Turco.
La musica come geografia: suoni, luoghi, territori, 2016
The assumption that motivates this paper is that the songs may offer us an original
key to geogra... more The assumption that motivates this paper is that the songs may offer us an original key to geography by providing useful information on the ways in which men represent themselves through the representation of an existing territory, or of a desired/imagined one. In particular, the essay will examine the work of Paolo Conte, one of the main Italian singer-songwriters as his songs contain stimulating narrative figures that we can consider archetypes of territoriality. This is particularly true at least as far as two interesting geographical figures are concerned, i.e. the province and the elsewhere. The first is a slow and opaque territory, characterized by a lifestyle centred on a different rhythm from those of the metropolis, and on the desire to escape from his greyness; the second is, geographically, the exotic, the novelty, the thrill that breaks the monotony. Through the description of these figures Conte’s songs can give us many information on the way men sense the places.
The main aim of this work is to analyse the potentials of residuals in urban spaces, that are “un... more The main aim of this work is to analyse the potentials of residuals in urban spaces, that are “undecided” and devoid of any function. At a time of arduous access to energy and economic resources, such spaces, so called “third”, assume a significant importance for the collective and represent an expression of a common good, of which it is reasonable to claim a right of use. From a geographical perspective, this “common goods” may represent some typical territorial features and are deeply interrelated with the history as well as the ecological and socio-economic amenities of local milieux. They embrace a spatial consciousness related to Third Parties through an informal approach, claiming a greater participation in the social production control of a lived space. The term Third refers to a varied emerging category, uncoordinated, that differs from the traditional authorities commonly responsible for management of urban spaces (public-private, state-market). This Third subjects face their disbelieve towards the institutions by exercising a form of reaction through those practices of which they are promoters. Thus, releasing from institutional subordinations they acquire an alternative role rather than a simple opposition between public and private or governance and subordinate citizenship. This research will therefore develop through an analysis of the reuse practices and urban redevelopment of abandoned spaces (San Fernando Market in Barcelona, “No Longer Empty” project in New York, etc.), which are sometimes released from institutionalized processes. Residuals of the cities offer a privileged opportunity to observe the latent changes which radically transformed symbolic and material relations between the man and his territory. Thus, representing an opportunity to rethink the ethical implications of living
The book of Maurice Le Lannou "Pâtres et paysans de la Sardaigne" (1941) offers an important cult... more The book of Maurice Le Lannou "Pâtres et paysans de la Sardaigne" (1941) offers an important cultural and scientific interpretation of historical processes in the construction of human geography of Sardinia. In this essay, we reconstruct the Le Lannou's epistemological itinerary through the concept of "homme-habitant" in his later works: La géographie humaine (1949), Géographie de la Bretagne (1950-52), Le déménagement du territoire (1967) etc, looking for a comparative reading of the cultural and landscape changes of Sardinia and Britain.
Nel volume, un campione ridotto eppure a suo modo rappresentativo dei non pochi estimatori di Ant... more Nel volume, un campione ridotto eppure a suo modo rappresentativo dei non pochi estimatori di Antonio Loi rende omaggio all’amico, collega e maestro disegnando un percorso scientifico articolato e unitario. I contributi, distribuiti in tre grandi sezioni (Le ragioni della geografia; Uomini, luoghi, paesaggi; Descriptio Sardiniae insulae), offrono un ampio ventaglio di temi e prospettive di ricerca che vanno dalle riflessioni teorico-metodologiche (sul ruolo pubblico della geografia, sullo sguardo del geografo, sulle origini e i fondamenti del sapere geografico) a veri e propri casi di studio (sui nuovi fenomeni migratori, sul turismo della memoria, sui processi di territorializzazione in Sardegna passati e presenti, solo per citarne alcuni); in un’ottica il più possibile interdisciplinare, alla voce dei geografi si affianca quella di storici, archeologi, filologi e linguisti, studiosi che lavorano spesso su “questioni di confine” che hanno con la geografia degli straordinari e per certi versi ancora inesplorati punti di contatto. Gli autori che hanno preso parte all'iniziativa sono Silvia Aru, Francesco Atzeni, Gianfranco Battisti, Carlo Brusa, Raffaele Cattedra, Andrea Corsale, Giuseppe Dematteis, Piepaolo Faggi, Franco Farinelli, Armand Frémont, Maria Luisa Gentileschi, Clara Incani Carta, Monica Iorio, Maurizio Memoli, Giovanni Murgia, Cosimo Palagiano, Fabio Parascandolo, Giulio Paulis, Franco Porrà, Giorgio Puddu, Massimo Quaini, Giovanni Sistu, Marcello Tanca, Giovanni Ugas, Bruno Vecchio, Maurizio Virdis.
L’umanità, osservava Vidal de la Blache, è un “fenomeno in movimento”: la storia del mondo è stor... more L’umanità, osservava Vidal de la Blache, è un “fenomeno in movimento”: la storia del mondo è storia di mobilità e di migrazioni.
Percorsi migratori della contemporaneità. Forme, pratiche, territori è l'esito delle Giornate di studi Migrazioni e sviluppo locale nell'area mediterranea. Esperienze di ricerca a confronto (1-2 marzo 2012), del Seminario Migrazioni e processi di interazione culturale (14 dicembre 2012), svoltisi entrambi presso la Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari, e del convegno finale del PRIN 2008 Migrazioni e processi di integrazione culturale, tenutosi il 25 marzo 2013 a Milano presso la Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità).
I “percorsi” qui proposti affrontano le diverse forme di mobilità contemporanee privilegiando un approccio “polifonico” in cui le voci dei geografi - intrecciandosi con quelle di filosofi, antropologi, sociologi e operatori - offrono al lettore differenti prospettive di analisi su un tema complesso e controverso come quello migratorio.
Saggi di Aldo Aledda, Silvia Aru, Francesco Bachis, Marco Bagliani e Antonella Pietta, Carlo Brusa, Emanuela Cara, Raffaele Cattedra e Maurizio Memoli, Andrea Corsale, Flavia Cristaldi, Giovanna Davoli, Eva Garau, Dino Gavinelli e Alessandro Santini, Maria Luisa Gentileschi, Francesca Krasna, Delfina Licata, Chiara Patrizia Manduchi, Parveen Nangia e Jorge Virchez, Arianna Obinu, Davide Papotti, Federico Peddis, Franco Riva, Ihab Rizk Soliman, Marcello Tanca.
Prefazione di Antonio Loi.
This book is based on a eccentric thesis: the geographical and philosophical discourse are not s... more This book is based on a eccentric thesis: the geographical and philosophical discourse are not separate and distant fields, but codes of the world's writing traversed by trajectories of loans, contamination and overlaps which are produced between them.
Foreword by Franco Farinelli
Questo contributo affronta il tema del “determinismo geografico” in relazione alle isole e, più p... more Questo contributo affronta il tema del “determinismo geografico” in relazione alle isole e, più precisamente, alla Sardegna. Il determinismo è un paradigma geografico che istituisce una correlazione causale unidirezionale tra geografia fisica e geografia umana. Nel ragionamento determinista sono le proprietà dell’ambiente a spingere i gruppi umani ad adottare determinate pratiche sociali o valori: la natura spiega la cultura. Il testo ricostruisce sinteticamente il lavoro di decostruzione svolto dal geografo Antonio Loi sulla letteratura geografica relativa alla Sardegna; presenta quindi le conclusioni a cui questo studioso arriva attraverso le critiche mosse alla rappresentazione che autori come Maurice Le Lannou e Alberto Mori hanno dato di questa regione
Roberta Cevasco, Carlo Alberto Gemignani, Daniela Poli e Luisa Rossi (a cura di ), Il pensiero critico fra geografia e scienza del territorio Scritti su Massimo Quaini, Firenze, Firenze University Press, pp. 205-225, 2021
Questo articolo contiene il testo di una e-mail che ho ricevuto da Massimo Quaini nel 2017, con l... more Questo articolo contiene il testo di una e-mail che ho ricevuto da Massimo Quaini nel 2017, con la quale rispondeva al mio invito a partecipare alla quarta edizione dei Dialoghi tra geografia e filosofia, un seminario 'dialogico' che organizzo dal 2014 per favorire la discussione tra geografi e filosofi. A causa della sua malattia, sfortunatamente Quaini non è stato in grado di partecipare al seminario, ma mi ha scritto un'e-mail in cui mi invitava a scrivere un libro a quattro mani con lui. Questa e-mail è uno degli ultimi documenti scritti da Quaini: vi si trovano molte delle sue idee sul paesaggio, così come diverse riflessioni sull'identità e sul futuro della geografia e molto altro. Per questo motivo ho pensato che renderla pubblica potesse essere il modo migliore per onorarne la memoria.
Esistono certamente diversi modi di studiare il rapporto tra geografia e fiction; questo libro lo... more Esistono certamente diversi modi di studiare il rapporto tra geografia e fiction; questo libro lo fa da un punto di vista del tutto particolare che mette in primo piano la territorializzazione configurativa in quanto ambito della rappresentazione artistica ed emozionale. L’idea di base che lega i saggi qui raccolti è che la fiction rappresenti una simulazione di territorialità in cui non si tratta tanto di imitare l’esistente quanto di formulare ipotesi sui possibili, ossia su ciò che non è ma che potrebbe essere. In quanto experimentum mundi, la fiction può dunque essere letta attraverso l’apparato metodologico di quella teoria geografica della complessità che ha nei concetti di territorio, territorialità e territorializzazione i suoi elementi fondanti e in autori come Claude Raffestin, Angelo Turco, Giuseppe Dematteis e Alberto Magnaghi i suoi principali interpreti. Il ricorso alla “cassetta degli attrezzi” che soccorre il geografo nel suo la-voro di decifrazione degli assetti territoriali attuali si giustifica qui con l’esigenza di soddisfare i criteri basilari che una “teoria geografica della fiction” deve rispettare: 1) essere inequivocabilmente geografica, vale a dire riconoscibile come tale; 2) proporre un metodo, cioè basarsi su una teoria e su regole precise e dichiarate; 3) rappresentare un valore aggiunto, ossia metterci nella condizione di vedere qualcosa che altrimenti non vedremmo. Ci sarebbe in realtà un quarto criterio di cui dobbiamo costantemente tenere conto nella nostra disamina della simbolica del territorio e delle sue molteplici configurazioni topiche, paesaggistiche ed ambientali: la necessità di rispettare sempre la specificità del medium affrontato, qualunque esso sia, scansando la tentazione di ricondurlo ad un “testo”. Dopo i primi due capitoli, nei quali si definisce l’impianto teorico-metodologico del lavoro, i successivi sono dedicati di volta in volta ad un particolare caso di studio: l’opera con Die Zauberflöte di Wolfgang Amadeus Mozart, il cinema di Wes Anderson, le canzoni di Paolo Conte e i graphic novel di Gipi – tutte simulazioni di territorialità in cui le qualità geografiche gioca-no un ruolo di primo piano, fissando le condizioni di possibilità della narrazione. Prefazione di Angelo Turco
Dove finisce il mare. Scritti per Maria Luisa Gentileschi (a cura di Monica Iorio e Giovanni Sistu), 2010
Like Medusa's eye, Geography transforms the reality into stone - in other words, geographic repre... more Like Medusa's eye, Geography transforms the reality into stone - in other words, geographic representation fixes and immobilizes people flow, thus creating an illusory (static, immobile) image of human movements on Earth. The article explores this relationship between "circulation" and "identity" in the thought of Max Sorre, Jean Gottman and Paul Ricœur.
Itinerando senza confini dalla preistoria ad oggi. Studi in ricordo di Roberto Coroneo, 2015
This text explores some aspects of the controversial relationship between geography and art looki... more This text explores some aspects of the controversial relationship between geography and art looking for possible points of convergence. The focus is mainly on three themes: a) the spatial patterns that we use in the writing of our histories of art (the center/periphery pattern or the network one?); b) the relationship between cartography and figurative culture, that is historically complex and articulate, and examined in detail as far as the Italian Renaissance and Dutch painting are concerned; c) and the possibility of interpreting the artistic heritage as a resource for collective projects of local development. In this work geography means the territorial form of social action.
Spop. Istantanea dello spopolamento in Sardegna, 2016
Le condizioni del popolamento in Sardegna destano da qualche
tempo una forte apprensione. Espress... more Le condizioni del popolamento in Sardegna destano da qualche tempo una forte apprensione. Espressioni come “stato di malessere demografico”, “rischio desertificazione”, “abbandono”, “comuni in estinzione” ricorrono con sempre maggiore frequenza nei rapporti ufficiali e nelle analisi degli studiosi; i dati raccolti dagli enti di ricerca confermano con impressionante continuità la presenza, all’interno delle dinamiche demografiche dell’isola, di una serie di tendenze di lungo periodo; è da queste che dobbiamo partire se vogliamo capire che cosa sta succedendo – che cosa ci sta succedendo.
C. Arbore, M. Maggioli (a cura di), Territorialità: concetti, narrazioni, pratiche, 2017
This contribution explores geography of The Magic Flute, a Singspiel (a popular form that include... more This contribution explores geography of The Magic Flute, a Singspiel (a popular form that included both singing and spoken dialogue) by Wolfgang Amadeus Mozart to a German libretto by Emanuel Schikaneder and premiered on 30 September 1791 at the Freihaus-Theater auf der Wieden in Vienna, just two months before the composer's premature death.
The geographical interpretation of this work is carried out using the theory of territorialization of Angelo Turco.
La musica come geografia: suoni, luoghi, territori, 2016
The assumption that motivates this paper is that the songs may offer us an original
key to geogra... more The assumption that motivates this paper is that the songs may offer us an original key to geography by providing useful information on the ways in which men represent themselves through the representation of an existing territory, or of a desired/imagined one. In particular, the essay will examine the work of Paolo Conte, one of the main Italian singer-songwriters as his songs contain stimulating narrative figures that we can consider archetypes of territoriality. This is particularly true at least as far as two interesting geographical figures are concerned, i.e. the province and the elsewhere. The first is a slow and opaque territory, characterized by a lifestyle centred on a different rhythm from those of the metropolis, and on the desire to escape from his greyness; the second is, geographically, the exotic, the novelty, the thrill that breaks the monotony. Through the description of these figures Conte’s songs can give us many information on the way men sense the places.
The main aim of this work is to analyse the potentials of residuals in urban spaces, that are “un... more The main aim of this work is to analyse the potentials of residuals in urban spaces, that are “undecided” and devoid of any function. At a time of arduous access to energy and economic resources, such spaces, so called “third”, assume a significant importance for the collective and represent an expression of a common good, of which it is reasonable to claim a right of use. From a geographical perspective, this “common goods” may represent some typical territorial features and are deeply interrelated with the history as well as the ecological and socio-economic amenities of local milieux. They embrace a spatial consciousness related to Third Parties through an informal approach, claiming a greater participation in the social production control of a lived space. The term Third refers to a varied emerging category, uncoordinated, that differs from the traditional authorities commonly responsible for management of urban spaces (public-private, state-market). This Third subjects face their disbelieve towards the institutions by exercising a form of reaction through those practices of which they are promoters. Thus, releasing from institutional subordinations they acquire an alternative role rather than a simple opposition between public and private or governance and subordinate citizenship. This research will therefore develop through an analysis of the reuse practices and urban redevelopment of abandoned spaces (San Fernando Market in Barcelona, “No Longer Empty” project in New York, etc.), which are sometimes released from institutionalized processes. Residuals of the cities offer a privileged opportunity to observe the latent changes which radically transformed symbolic and material relations between the man and his territory. Thus, representing an opportunity to rethink the ethical implications of living
The book of Maurice Le Lannou "Pâtres et paysans de la Sardaigne" (1941) offers an important cult... more The book of Maurice Le Lannou "Pâtres et paysans de la Sardaigne" (1941) offers an important cultural and scientific interpretation of historical processes in the construction of human geography of Sardinia. In this essay, we reconstruct the Le Lannou's epistemological itinerary through the concept of "homme-habitant" in his later works: La géographie humaine (1949), Géographie de la Bretagne (1950-52), Le déménagement du territoire (1967) etc, looking for a comparative reading of the cultural and landscape changes of Sardinia and Britain.
Nel volume, un campione ridotto eppure a suo modo rappresentativo dei non pochi estimatori di Ant... more Nel volume, un campione ridotto eppure a suo modo rappresentativo dei non pochi estimatori di Antonio Loi rende omaggio all’amico, collega e maestro disegnando un percorso scientifico articolato e unitario. I contributi, distribuiti in tre grandi sezioni (Le ragioni della geografia; Uomini, luoghi, paesaggi; Descriptio Sardiniae insulae), offrono un ampio ventaglio di temi e prospettive di ricerca che vanno dalle riflessioni teorico-metodologiche (sul ruolo pubblico della geografia, sullo sguardo del geografo, sulle origini e i fondamenti del sapere geografico) a veri e propri casi di studio (sui nuovi fenomeni migratori, sul turismo della memoria, sui processi di territorializzazione in Sardegna passati e presenti, solo per citarne alcuni); in un’ottica il più possibile interdisciplinare, alla voce dei geografi si affianca quella di storici, archeologi, filologi e linguisti, studiosi che lavorano spesso su “questioni di confine” che hanno con la geografia degli straordinari e per certi versi ancora inesplorati punti di contatto. Gli autori che hanno preso parte all'iniziativa sono Silvia Aru, Francesco Atzeni, Gianfranco Battisti, Carlo Brusa, Raffaele Cattedra, Andrea Corsale, Giuseppe Dematteis, Piepaolo Faggi, Franco Farinelli, Armand Frémont, Maria Luisa Gentileschi, Clara Incani Carta, Monica Iorio, Maurizio Memoli, Giovanni Murgia, Cosimo Palagiano, Fabio Parascandolo, Giulio Paulis, Franco Porrà, Giorgio Puddu, Massimo Quaini, Giovanni Sistu, Marcello Tanca, Giovanni Ugas, Bruno Vecchio, Maurizio Virdis.
L’umanità, osservava Vidal de la Blache, è un “fenomeno in movimento”: la storia del mondo è stor... more L’umanità, osservava Vidal de la Blache, è un “fenomeno in movimento”: la storia del mondo è storia di mobilità e di migrazioni.
Percorsi migratori della contemporaneità. Forme, pratiche, territori è l'esito delle Giornate di studi Migrazioni e sviluppo locale nell'area mediterranea. Esperienze di ricerca a confronto (1-2 marzo 2012), del Seminario Migrazioni e processi di interazione culturale (14 dicembre 2012), svoltisi entrambi presso la Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari, e del convegno finale del PRIN 2008 Migrazioni e processi di integrazione culturale, tenutosi il 25 marzo 2013 a Milano presso la Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità).
I “percorsi” qui proposti affrontano le diverse forme di mobilità contemporanee privilegiando un approccio “polifonico” in cui le voci dei geografi - intrecciandosi con quelle di filosofi, antropologi, sociologi e operatori - offrono al lettore differenti prospettive di analisi su un tema complesso e controverso come quello migratorio.
Saggi di Aldo Aledda, Silvia Aru, Francesco Bachis, Marco Bagliani e Antonella Pietta, Carlo Brusa, Emanuela Cara, Raffaele Cattedra e Maurizio Memoli, Andrea Corsale, Flavia Cristaldi, Giovanna Davoli, Eva Garau, Dino Gavinelli e Alessandro Santini, Maria Luisa Gentileschi, Francesca Krasna, Delfina Licata, Chiara Patrizia Manduchi, Parveen Nangia e Jorge Virchez, Arianna Obinu, Davide Papotti, Federico Peddis, Franco Riva, Ihab Rizk Soliman, Marcello Tanca.
Prefazione di Antonio Loi.
This book is based on a eccentric thesis: the geographical and philosophical discourse are not s... more This book is based on a eccentric thesis: the geographical and philosophical discourse are not separate and distant fields, but codes of the world's writing traversed by trajectories of loans, contamination and overlaps which are produced between them.
Foreword by Franco Farinelli
This article explores the ontology of geography. The main characteristic of this ontology is to b... more This article explores the ontology of geography. The main characteristic of this ontology is to be a hybrid, because the entities that inhabit it – that is things, representations and practices – are heterogeneous and irreducible to a common root. These three regions of Being have in fact different properties. The attributes of things are spatiality and presence; the attributes of representations are the symbolic and intentionality; finally, the attributes of practices are embodiment and unintentional action. Each of these corresponds to a “moment” of the evolution of geographical thought: geography of things is classical geography, based on “naive realism” and “metaphysics of the object”; geography of the representations coincides with the post-structuralist phase of social constructivism and symbolic landscapes; non-representational geographies instead are one description of what happens, of pre-cognitive aspects of embodied life, affects, performative efficacy of our concrete rel...
Almatourism: Journal of Tourism, Culture and Territorial Development, 2019
In 2010 the pianist and composer Andreas Kern organized Piano City, a metropolitan piano festival... more In 2010 the pianist and composer Andreas Kern organized Piano City, a metropolitan piano festival with original and innovative elements: the locations for the concerts are living rooms; the profile of the executors and interpreters include professional musicians, but also piano students, teachers, amateurs and piano-lovers; the heterogeneity of the musical genres (classic music, rock, jazz etc.); last but not least, the use of the Internet as a medium to publicize the event. Inspired by Kern’s idea, Ludovico Einaudi first organized a Milanese edition of Piano City in 2011. Since then, the piano-festival has represented a significant episode in the recent revamping of the city image after a period in which it had become dull and weak. Milan has interpreted at its best the philosophy of this event: the promotion of typical places, the use of the web and of social media, the urban hospitality and the free exhibitions, the inhabitants’ involvement, the incentive to explore the city in o...
This book is based on a eccentric thesis: the geographical and philosophical discourse are not se... more This book is based on a eccentric thesis: the geographical and philosophical discourse are not separate and distant fields, but codes of the world's writing traversed by trajectories of loans, contamination and overlaps which are produced between them. Foreword by Franco Farinelli
This paper addresses the theme of the policies of landscape planning in Sardinia over the last 15... more This paper addresses the theme of the policies of landscape planning in Sardinia over the last 15 years. This subject must be seen through the profound demographic, social and territorial changes that have crossed the island since the 1960s onwards: the explosion of tourism and industry, the emptying of inland areas and the resulting movement of residents to the coasts. We then analyse the operations of rewriting and rhetorical redefinition of the ‘Regional Landscape Plan’ through the policies of Renato Soru, Ugo Cappellacci and Francesco Pigliaru, the three presidents of the Sardinia Region between 2004 and 2019. The process of landscape planning is currently stalled because of the lack of a common and total vision.
... Kra-cauer definiva acutamente Simmel uno dei pensatori meno sistema-tici,«eterno vagabondo fr... more ... Kra-cauer definiva acutamente Simmel uno dei pensatori meno sistema-tici,«eterno vagabondo fra le cose» e maestro «nella elaborazione di ... romanzi polizieschi o riviste illu-strate, viaggiano, danzano, vanno al cinema, vengono fotografate da-vanti al Lido, frequentano i ...
A. Di Blasi (a cura di), Il futuro della geografia: ambiente, culture, economia. Atti del XXX Congresso Geografico Italiano (Firenze, 10-12 settembre 2008), 2011
The topic of this short text is the concept of "Third Landscape" by Gilles Clément, a French gard... more The topic of this short text is the concept of "Third Landscape" by Gilles Clément, a French gardener, garden designer, botanist, entomologist and writer.
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Il ricorso alla “cassetta degli attrezzi” che soccorre il geografo nel suo la-voro di decifrazione degli assetti territoriali attuali si giustifica qui con l’esigenza di soddisfare i criteri basilari che una “teoria geografica della fiction” deve rispettare: 1) essere inequivocabilmente geografica, vale a dire riconoscibile come tale; 2) proporre un metodo, cioè basarsi su una teoria e su regole precise e dichiarate; 3) rappresentare un valore aggiunto, ossia metterci nella condizione di vedere qualcosa che altrimenti non vedremmo. Ci sarebbe in realtà un quarto criterio di cui dobbiamo costantemente tenere conto nella nostra disamina della simbolica del territorio e delle sue molteplici configurazioni topiche, paesaggistiche ed ambientali: la necessità di rispettare sempre la specificità del medium affrontato, qualunque esso sia, scansando la tentazione di ricondurlo ad un “testo”.
Dopo i primi due capitoli, nei quali si definisce l’impianto teorico-metodologico del lavoro, i successivi sono dedicati di volta in volta ad un particolare caso di studio: l’opera con Die Zauberflöte di Wolfgang Amadeus Mozart, il cinema di Wes Anderson, le canzoni di Paolo Conte e i graphic novel di Gipi – tutte simulazioni di territorialità in cui le qualità geografiche gioca-no un ruolo di primo piano, fissando le condizioni di possibilità della narrazione.
Prefazione di Angelo Turco
tempo una forte apprensione. Espressioni come “stato di malessere
demografico”, “rischio desertificazione”, “abbandono”, “comuni in
estinzione” ricorrono con sempre maggiore frequenza nei rapporti
ufficiali e nelle analisi degli studiosi; i dati raccolti dagli enti
di ricerca confermano con impressionante continuità la presenza,
all’interno delle dinamiche demografiche dell’isola, di una serie
di tendenze di lungo periodo; è da queste che dobbiamo partire se
vogliamo capire che cosa sta succedendo – che cosa ci sta succedendo.
The geographical interpretation of this work is carried out using the theory of territorialization of Angelo Turco.
key to geography by providing useful information on the ways in which men represent themselves through the representation of an existing territory, or of a desired/imagined one. In particular, the essay will examine the work of Paolo Conte, one of the main Italian singer-songwriters as his songs contain stimulating narrative figures that we can consider archetypes of territoriality. This is particularly true at least as far as two interesting geographical figures are concerned, i.e. the province and the elsewhere. The first is a slow and opaque territory, characterized by a lifestyle centred on a different rhythm from those of the metropolis, and on the desire to escape from his greyness; the second is, geographically, the exotic, the novelty, the thrill that breaks the monotony. Through the description of these figures Conte’s songs can give us many information on the way men sense the places.
claim a right of use. From a geographical perspective, this “common goods” may represent some typical territorial features and are deeply interrelated with the history as well as the ecological and socio-economic amenities of local milieux. They embrace a spatial consciousness related to Third Parties through an informal approach, claiming a greater participation in the social production control of a lived space. The term Third refers to a varied emerging category, uncoordinated, that differs from the traditional authorities commonly responsible for management of urban spaces (public-private, state-market). This Third subjects face their disbelieve towards the institutions by exercising a form of reaction through those practices of which they are promoters. Thus, releasing from institutional subordinations they acquire an alternative role rather than a simple opposition
between public and private or governance and subordinate citizenship. This research will therefore develop through an analysis of the reuse practices and urban redevelopment of abandoned spaces (San Fernando Market in Barcelona, “No Longer Empty” project in New York, etc.), which are sometimes released from institutionalized processes. Residuals of the cities offer a privileged opportunity to observe the latent changes which radically transformed symbolic and material relations between the man and his territory. Thus, representing an opportunity to rethink the ethical implications of living
Percorsi migratori della contemporaneità. Forme, pratiche, territori è l'esito delle Giornate di studi Migrazioni e sviluppo locale nell'area mediterranea. Esperienze di ricerca a confronto (1-2 marzo 2012), del Seminario Migrazioni e processi di interazione culturale (14 dicembre 2012), svoltisi entrambi presso la Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari, e del convegno finale del PRIN 2008 Migrazioni e processi di integrazione culturale, tenutosi il 25 marzo 2013 a Milano presso la Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità).
I “percorsi” qui proposti affrontano le diverse forme di mobilità contemporanee privilegiando un approccio “polifonico” in cui le voci dei geografi - intrecciandosi con quelle di filosofi, antropologi, sociologi e operatori - offrono al lettore differenti prospettive di analisi su un tema complesso e controverso come quello migratorio.
Saggi di Aldo Aledda, Silvia Aru, Francesco Bachis, Marco Bagliani e Antonella Pietta, Carlo Brusa, Emanuela Cara, Raffaele Cattedra e Maurizio Memoli, Andrea Corsale, Flavia Cristaldi, Giovanna Davoli, Eva Garau, Dino Gavinelli e Alessandro Santini, Maria Luisa Gentileschi, Francesca Krasna, Delfina Licata, Chiara Patrizia Manduchi, Parveen Nangia e Jorge Virchez, Arianna Obinu, Davide Papotti, Federico Peddis, Franco Riva, Ihab Rizk Soliman, Marcello Tanca.
Prefazione di Antonio Loi.
Foreword by Franco Farinelli
Papers by Marcello Tanca
Il ricorso alla “cassetta degli attrezzi” che soccorre il geografo nel suo la-voro di decifrazione degli assetti territoriali attuali si giustifica qui con l’esigenza di soddisfare i criteri basilari che una “teoria geografica della fiction” deve rispettare: 1) essere inequivocabilmente geografica, vale a dire riconoscibile come tale; 2) proporre un metodo, cioè basarsi su una teoria e su regole precise e dichiarate; 3) rappresentare un valore aggiunto, ossia metterci nella condizione di vedere qualcosa che altrimenti non vedremmo. Ci sarebbe in realtà un quarto criterio di cui dobbiamo costantemente tenere conto nella nostra disamina della simbolica del territorio e delle sue molteplici configurazioni topiche, paesaggistiche ed ambientali: la necessità di rispettare sempre la specificità del medium affrontato, qualunque esso sia, scansando la tentazione di ricondurlo ad un “testo”.
Dopo i primi due capitoli, nei quali si definisce l’impianto teorico-metodologico del lavoro, i successivi sono dedicati di volta in volta ad un particolare caso di studio: l’opera con Die Zauberflöte di Wolfgang Amadeus Mozart, il cinema di Wes Anderson, le canzoni di Paolo Conte e i graphic novel di Gipi – tutte simulazioni di territorialità in cui le qualità geografiche gioca-no un ruolo di primo piano, fissando le condizioni di possibilità della narrazione.
Prefazione di Angelo Turco
tempo una forte apprensione. Espressioni come “stato di malessere
demografico”, “rischio desertificazione”, “abbandono”, “comuni in
estinzione” ricorrono con sempre maggiore frequenza nei rapporti
ufficiali e nelle analisi degli studiosi; i dati raccolti dagli enti
di ricerca confermano con impressionante continuità la presenza,
all’interno delle dinamiche demografiche dell’isola, di una serie
di tendenze di lungo periodo; è da queste che dobbiamo partire se
vogliamo capire che cosa sta succedendo – che cosa ci sta succedendo.
The geographical interpretation of this work is carried out using the theory of territorialization of Angelo Turco.
key to geography by providing useful information on the ways in which men represent themselves through the representation of an existing territory, or of a desired/imagined one. In particular, the essay will examine the work of Paolo Conte, one of the main Italian singer-songwriters as his songs contain stimulating narrative figures that we can consider archetypes of territoriality. This is particularly true at least as far as two interesting geographical figures are concerned, i.e. the province and the elsewhere. The first is a slow and opaque territory, characterized by a lifestyle centred on a different rhythm from those of the metropolis, and on the desire to escape from his greyness; the second is, geographically, the exotic, the novelty, the thrill that breaks the monotony. Through the description of these figures Conte’s songs can give us many information on the way men sense the places.
claim a right of use. From a geographical perspective, this “common goods” may represent some typical territorial features and are deeply interrelated with the history as well as the ecological and socio-economic amenities of local milieux. They embrace a spatial consciousness related to Third Parties through an informal approach, claiming a greater participation in the social production control of a lived space. The term Third refers to a varied emerging category, uncoordinated, that differs from the traditional authorities commonly responsible for management of urban spaces (public-private, state-market). This Third subjects face their disbelieve towards the institutions by exercising a form of reaction through those practices of which they are promoters. Thus, releasing from institutional subordinations they acquire an alternative role rather than a simple opposition
between public and private or governance and subordinate citizenship. This research will therefore develop through an analysis of the reuse practices and urban redevelopment of abandoned spaces (San Fernando Market in Barcelona, “No Longer Empty” project in New York, etc.), which are sometimes released from institutionalized processes. Residuals of the cities offer a privileged opportunity to observe the latent changes which radically transformed symbolic and material relations between the man and his territory. Thus, representing an opportunity to rethink the ethical implications of living
Percorsi migratori della contemporaneità. Forme, pratiche, territori è l'esito delle Giornate di studi Migrazioni e sviluppo locale nell'area mediterranea. Esperienze di ricerca a confronto (1-2 marzo 2012), del Seminario Migrazioni e processi di interazione culturale (14 dicembre 2012), svoltisi entrambi presso la Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari, e del convegno finale del PRIN 2008 Migrazioni e processi di integrazione culturale, tenutosi il 25 marzo 2013 a Milano presso la Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità).
I “percorsi” qui proposti affrontano le diverse forme di mobilità contemporanee privilegiando un approccio “polifonico” in cui le voci dei geografi - intrecciandosi con quelle di filosofi, antropologi, sociologi e operatori - offrono al lettore differenti prospettive di analisi su un tema complesso e controverso come quello migratorio.
Saggi di Aldo Aledda, Silvia Aru, Francesco Bachis, Marco Bagliani e Antonella Pietta, Carlo Brusa, Emanuela Cara, Raffaele Cattedra e Maurizio Memoli, Andrea Corsale, Flavia Cristaldi, Giovanna Davoli, Eva Garau, Dino Gavinelli e Alessandro Santini, Maria Luisa Gentileschi, Francesca Krasna, Delfina Licata, Chiara Patrizia Manduchi, Parveen Nangia e Jorge Virchez, Arianna Obinu, Davide Papotti, Federico Peddis, Franco Riva, Ihab Rizk Soliman, Marcello Tanca.
Prefazione di Antonio Loi.
Foreword by Franco Farinelli