Thesis Chapters by Alessandro Privitera
Indice della mia tesi di laurea magistrale in Filologia Moderna (2020) sulla struttura, il conten... more Indice della mia tesi di laurea magistrale in Filologia Moderna (2020) sulla struttura, il contenuto, l'originalità e la natura, per così dire, ibrida dell'opera firenzuolesca anche alla luce dei punti di contatto con Boccaccio, Castiglione e Bembo.
Conference Presentations by Alessandro Privitera
Call for papers per il II Convegno dottorale internazionale organizzato dai dottorandi del curric... more Call for papers per il II Convegno dottorale internazionale organizzato dai dottorandi del curriculum di Italianistica del corso di dottorato in Filologia, Letteratura italiana, Linguistica dell'Università degli Studi di Firenze: "La violenza nella letteratura italiana. Forme, linguaggi e rappresentazioni" (Firenze, 19-20/05/2022). Il termine entro cui inviare le proposte è il 25 Marzo.
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Papers by Alessandro Privitera
Intorno a Boccaccio / Boccaccio e dintorni 2023, a cura di C. M. Monti, 2024
Nella storia del boccaccismo rinascimentale il nome di Firenzuola non è tra i più altisonanti, ma... more Nella storia del boccaccismo rinascimentale il nome di Firenzuola non è tra i più altisonanti, ma i suoi incompiuti Ragionamenti (1523-1525) hanno il duplice merito di recuperare per primi la struttura con “cornice” di tradizione decameroniana e di intrattenere un originale rapporto di imitatio e ricreazione nei confronti del modello dichiarato.
L’intervento, espressione di una ricerca dottorale ancora in corso, mira ad esaminare, grazie a una rosa di casi esemplari, le modalità di ricezione del capolavoro di Boccaccio, muovendosi tra acquisizioni della critica e nuovi sondaggi: se, infatti, è usus dell’abate fiorentino ricorrere alla citazione diretta di loci del Decameron, puntando sull’agnizione culturale da parte dei suoi lettori – un modus agendi interessante anche per la definizione del proprio pubblico, giocoforza considerato colto e abituato alla frequentazione dell’opera –, è possibile, al tempo stesso, rintracciare un più sottile livello di lettura attraverso riferimenti meno immediati. L’autore, infatti, impiega diverse “strategie di recupero” letterario: può richiamare il modello per condensare passaggi altrimenti più estesi, come accade, per esempio, nella presentazione dell’ameno giardino, in cui coesistono i tre horti della “cornice” decameroniana; può, altresì, suggerire egli stesso piste di lettura delle novelle, come nei più celebri casi di Rag. I 1 e I 4, in cui l’esplicito rinvio agli episodi del conte d’Anguersa, Alibech e monna Belcolore attiva la memoria letteraria del lettore e ne indirizza la comprensione; in altri casi, invece, i rimandi possono essere sottaciuti e intersecarsi fra loro, quasi come secondo un processo di contaminatio, nella stessa novella (è il caso di Rag. II 5, i cui ipotesti sono Dec. I 4, III 1, IX 2); può, ancora, elevare Boccaccio ad auctoritas linguistica e citare il Decameron per discussioni lessicali, ma anche instaurare con esso un rapporto (apparentemente?) polemico in sede proemiale. In nessun caso si tratta di pedissequa imitazione ed anzi il Certaldese diviene uno degli ingredienti narrativi per la costruzione di un’opera con una propria originalità, cui vengono così offerte delle occasioni di partenza, tuttavia fregiate di nuovi decori e dotate di diverso sviluppo e differente epilogo, a testimonianza della fiorente fortuna di Boccaccio nel Cinquecento anche al di là del chirurgico resecare operato da Bembo e della sua coabitazione con le istanze della cultura coeva allo stesso Firenzuola, che tenta qui di fornire una sintesi tra passato e presente, ma anche tra generi diversi.
Scenari del conflitto. Atti del XXV Congresso dell'Adi - Associazione degli Italianisti (Foggia, 15-17 settembre 2022), 2024
Pur con i limiti che sono da riconoscergli, Bonciani ha avuto il merito di mettere a fuoco il ruo... more Pur con i limiti che sono da riconoscergli, Bonciani ha avuto il merito di mettere a fuoco il ruolo centrale dell’azione come tratto caratterizzante della narrazione novellistica, in particolare nella seconda delle tre parti che, secondo la sua analisi, la compongono: lo «scompiglio». Alla luce della sua «Lezione» e del concetto di «economia narrativa», ed in particolare di «microeconomia» (Bragantini 2000), ci si propone di attraversare le novelle dei «Ragionamenti» di Firenzuola da una prospettiva tematica (Trousson 1964), individuando nel conflitto lato sensu uno dei motivi fondanti dell’opera, che sposa così una tendenza tipica del ‘genere’, e considerandolo nelle sue diverse declinazioni – di tipo culturale (I, 1), generazionale (I, 2; I, 5; II, 5), sociale (I, 4; I, 6), non di rado coesistenti – in quanto motore e crocevia di una strategia narrativa e stilistica di volta in volta diversificata, i cui esiti lambiscono e talora innovano il repertorio tradizionale.
Letteratura e Potere/Poteri. Atti del XXIV Congresso dell'ADI - Associazione degli Italianisti (Catania, 23-25 settembre 2021), 2023
L’intervento, espressione di una più ampia ricerca ancora in fieri, intende illustrare la figura ... more L’intervento, espressione di una più ampia ricerca ancora in fieri, intende illustrare la figura di Costanza Amaretta, fittizia
ispiratrice e protagonista dei «Ragionamenti» (ma anche del «Discacciamento» e dell’«Asino d’oro», frutto del cosiddetto ‘periodo
romano’) di Agnolo Firenzuola (1523-1525): personaggio puramente letterario, l’amata Costanza, dal senhal parlante, incarna,
al pari della stessa opera, suggestioni della tradizione – su tutti Boccaccio, ma non solo: anche elementi tipici della lirica amorosa e
topoi novellistici si intrecciano, fra gli altri, nella sua genesi – e intercetta specifiche novità della trattatistica rinascimentale di
pertinenza muliebre, rappresentate in modo esemplare dal III libro del «Cortegiano» di Castiglione, che circolava già in forma
manoscritta alla vigilia della pubblicazione (1528) proprio nella corte romana ove i due intellettuali operavano al tempo e con il
quale, in ragione dei numerosi punti di contatto, si propone un raffronto testuale e tematico, onde rintracciarne comunanze e
dissonanze in nome, se non di un’influenza, perlomeno di una comune matrice culturale, vista altresì l’alta considerazione delle
donne da parte dell’abate. Lungi dal presentarsi quale figura pedante, la «Reina» mostra diversi tratti tipici della «donna di
palazzo», pur nella consapevole differenza di ‘genere’ letterario e di status sociale di riferimento rispetto al trattato castiglionesco,
di fronte alla cui aristocrazia i Ragionamenti potrebbero fungere da pendant borghese
Book Reviews by Alessandro Privitera
«Studi italiani», anno XXXV, fascicolo 2, luglio-dicembre 2023, 2024
«Forum Italicum. A Journal of Italian Studies», 2023
«Arnovit. Archivio novellistico italiano» VIII, pp. 80-82, 2023
«Critica letteraria» CXCVIII, anno LI, fasc. I, pp. 192-195, 2023
«Letteratura e pensiero» X, Ottobre-Dicembre, pp. 248-251, 2021
«Letteratura e pensiero» IX, Luglio-Settembre, pp. 297-301, 2021
Books by Alessandro Privitera
La violenza nella letteratura italiana. Forme, linguaggi e rappresentazioni , 2023
Da sempre aspetto centrale della letteratura, il concetto di violenza, qui sfruttato nella totali... more Da sempre aspetto centrale della letteratura, il concetto di violenza, qui sfruttato nella totalità delle accezioni che la polisemia del nome permette, è intrinseco a un’ingente mole di generi e opere letterarie. Il volume, risultato del confronto e della collaborazione tra giovani studiosi ed esperti della disciplina, raccoglie saggi che, per mezzo di analisi testuali, indagano le forme e i linguaggi della violenza in rapporto alle sue rappresentazioni nella letteratura italiana. L’ampio arco cronologico (XIV-XX secolo) e la vastità di generi e opere considerate offrono così la possibilità di esaminare e confrontare, in una prospettiva diacronica, particolari esempi di tematizzazione dell’atto violento e del suo trattamento stilistico.
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L’intervento, espressione di una ricerca dottorale ancora in corso, mira ad esaminare, grazie a una rosa di casi esemplari, le modalità di ricezione del capolavoro di Boccaccio, muovendosi tra acquisizioni della critica e nuovi sondaggi: se, infatti, è usus dell’abate fiorentino ricorrere alla citazione diretta di loci del Decameron, puntando sull’agnizione culturale da parte dei suoi lettori – un modus agendi interessante anche per la definizione del proprio pubblico, giocoforza considerato colto e abituato alla frequentazione dell’opera –, è possibile, al tempo stesso, rintracciare un più sottile livello di lettura attraverso riferimenti meno immediati. L’autore, infatti, impiega diverse “strategie di recupero” letterario: può richiamare il modello per condensare passaggi altrimenti più estesi, come accade, per esempio, nella presentazione dell’ameno giardino, in cui coesistono i tre horti della “cornice” decameroniana; può, altresì, suggerire egli stesso piste di lettura delle novelle, come nei più celebri casi di Rag. I 1 e I 4, in cui l’esplicito rinvio agli episodi del conte d’Anguersa, Alibech e monna Belcolore attiva la memoria letteraria del lettore e ne indirizza la comprensione; in altri casi, invece, i rimandi possono essere sottaciuti e intersecarsi fra loro, quasi come secondo un processo di contaminatio, nella stessa novella (è il caso di Rag. II 5, i cui ipotesti sono Dec. I 4, III 1, IX 2); può, ancora, elevare Boccaccio ad auctoritas linguistica e citare il Decameron per discussioni lessicali, ma anche instaurare con esso un rapporto (apparentemente?) polemico in sede proemiale. In nessun caso si tratta di pedissequa imitazione ed anzi il Certaldese diviene uno degli ingredienti narrativi per la costruzione di un’opera con una propria originalità, cui vengono così offerte delle occasioni di partenza, tuttavia fregiate di nuovi decori e dotate di diverso sviluppo e differente epilogo, a testimonianza della fiorente fortuna di Boccaccio nel Cinquecento anche al di là del chirurgico resecare operato da Bembo e della sua coabitazione con le istanze della cultura coeva allo stesso Firenzuola, che tenta qui di fornire una sintesi tra passato e presente, ma anche tra generi diversi.
ispiratrice e protagonista dei «Ragionamenti» (ma anche del «Discacciamento» e dell’«Asino d’oro», frutto del cosiddetto ‘periodo
romano’) di Agnolo Firenzuola (1523-1525): personaggio puramente letterario, l’amata Costanza, dal senhal parlante, incarna,
al pari della stessa opera, suggestioni della tradizione – su tutti Boccaccio, ma non solo: anche elementi tipici della lirica amorosa e
topoi novellistici si intrecciano, fra gli altri, nella sua genesi – e intercetta specifiche novità della trattatistica rinascimentale di
pertinenza muliebre, rappresentate in modo esemplare dal III libro del «Cortegiano» di Castiglione, che circolava già in forma
manoscritta alla vigilia della pubblicazione (1528) proprio nella corte romana ove i due intellettuali operavano al tempo e con il
quale, in ragione dei numerosi punti di contatto, si propone un raffronto testuale e tematico, onde rintracciarne comunanze e
dissonanze in nome, se non di un’influenza, perlomeno di una comune matrice culturale, vista altresì l’alta considerazione delle
donne da parte dell’abate. Lungi dal presentarsi quale figura pedante, la «Reina» mostra diversi tratti tipici della «donna di
palazzo», pur nella consapevole differenza di ‘genere’ letterario e di status sociale di riferimento rispetto al trattato castiglionesco,
di fronte alla cui aristocrazia i Ragionamenti potrebbero fungere da pendant borghese
Book Reviews by Alessandro Privitera
Books by Alessandro Privitera
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L’intervento, espressione di una ricerca dottorale ancora in corso, mira ad esaminare, grazie a una rosa di casi esemplari, le modalità di ricezione del capolavoro di Boccaccio, muovendosi tra acquisizioni della critica e nuovi sondaggi: se, infatti, è usus dell’abate fiorentino ricorrere alla citazione diretta di loci del Decameron, puntando sull’agnizione culturale da parte dei suoi lettori – un modus agendi interessante anche per la definizione del proprio pubblico, giocoforza considerato colto e abituato alla frequentazione dell’opera –, è possibile, al tempo stesso, rintracciare un più sottile livello di lettura attraverso riferimenti meno immediati. L’autore, infatti, impiega diverse “strategie di recupero” letterario: può richiamare il modello per condensare passaggi altrimenti più estesi, come accade, per esempio, nella presentazione dell’ameno giardino, in cui coesistono i tre horti della “cornice” decameroniana; può, altresì, suggerire egli stesso piste di lettura delle novelle, come nei più celebri casi di Rag. I 1 e I 4, in cui l’esplicito rinvio agli episodi del conte d’Anguersa, Alibech e monna Belcolore attiva la memoria letteraria del lettore e ne indirizza la comprensione; in altri casi, invece, i rimandi possono essere sottaciuti e intersecarsi fra loro, quasi come secondo un processo di contaminatio, nella stessa novella (è il caso di Rag. II 5, i cui ipotesti sono Dec. I 4, III 1, IX 2); può, ancora, elevare Boccaccio ad auctoritas linguistica e citare il Decameron per discussioni lessicali, ma anche instaurare con esso un rapporto (apparentemente?) polemico in sede proemiale. In nessun caso si tratta di pedissequa imitazione ed anzi il Certaldese diviene uno degli ingredienti narrativi per la costruzione di un’opera con una propria originalità, cui vengono così offerte delle occasioni di partenza, tuttavia fregiate di nuovi decori e dotate di diverso sviluppo e differente epilogo, a testimonianza della fiorente fortuna di Boccaccio nel Cinquecento anche al di là del chirurgico resecare operato da Bembo e della sua coabitazione con le istanze della cultura coeva allo stesso Firenzuola, che tenta qui di fornire una sintesi tra passato e presente, ma anche tra generi diversi.
ispiratrice e protagonista dei «Ragionamenti» (ma anche del «Discacciamento» e dell’«Asino d’oro», frutto del cosiddetto ‘periodo
romano’) di Agnolo Firenzuola (1523-1525): personaggio puramente letterario, l’amata Costanza, dal senhal parlante, incarna,
al pari della stessa opera, suggestioni della tradizione – su tutti Boccaccio, ma non solo: anche elementi tipici della lirica amorosa e
topoi novellistici si intrecciano, fra gli altri, nella sua genesi – e intercetta specifiche novità della trattatistica rinascimentale di
pertinenza muliebre, rappresentate in modo esemplare dal III libro del «Cortegiano» di Castiglione, che circolava già in forma
manoscritta alla vigilia della pubblicazione (1528) proprio nella corte romana ove i due intellettuali operavano al tempo e con il
quale, in ragione dei numerosi punti di contatto, si propone un raffronto testuale e tematico, onde rintracciarne comunanze e
dissonanze in nome, se non di un’influenza, perlomeno di una comune matrice culturale, vista altresì l’alta considerazione delle
donne da parte dell’abate. Lungi dal presentarsi quale figura pedante, la «Reina» mostra diversi tratti tipici della «donna di
palazzo», pur nella consapevole differenza di ‘genere’ letterario e di status sociale di riferimento rispetto al trattato castiglionesco,
di fronte alla cui aristocrazia i Ragionamenti potrebbero fungere da pendant borghese