History teacher, specialized in Comparative Literature. Interested by the linguistic analysis associated to the press and the media in an historical perspective. Address: Switzerland
In una lettera a Onorato Fava del 1883, Verga, ad una richiesta di prefazione risponde: « (…) non... more In una lettera a Onorato Fava del 1883, Verga, ad una richiesta di prefazione risponde: « (…) non ho mai scritto una linea di critica; non mi sento di affermare altrimenti una teoria qualsiasi o dei principi artistici, che cogli esempi 1 ». Lo stesso giorno, in un'altra lettera indirizzata a Salvatore di Giacomo, ribadisce, con parole quasi identiche, che non è sua intenzione occuparsi di critica, «perché », scrive, «non ho mai scritto una linea di critica» 2. In realtà, nel 1869, Verga scrisse una recensione de «La Palingenesi» di Mario Rapisardi che uscì nel giornale veneziano «La Scena». Non è stata conservata nessuna copia del giornale, ma Tomaselli, nel suo Commentario Rapisardiano 3 dedica un capitolo a Giovanni Verga critico del Rapisardi. Proprio in queste pagine viene pubblicata la recensione verghiana della Palingenesi. Nella prefazione della recensione Verga palesa l'evento che ha ispirato il poema, ovvero la caduta del papato politico , che definisce come una « grande crisi» 4. Prosegue con una considerazione sul grandissimo successo dell'opera tradotta già in tedesco e francese. Dopo un breve accenno alle tematiche, ne elogia la forma e il contenuto : «Imprendere un disegno si vasto è da giovane che ha ancora intatte l'energia della mente e la fede del cuore; trattarlo come il Rapisardi l'ha trattato, è da ingegno potente reso adulto da profondi e pazienti studi. Il Rapisardi accoppia alla vigorìa del concetto e all'eleganza della forma il tatto sicuro, dote rarissima, di schivare le pericolose obbiezioni che avrebbero potuto suscitare i diversi temi ch'egli svolge (…)». In seguito riporta tutti i temi presi in esame nel poema citando tutti e dieci i canti ed elogia ancora una volta la forma dei canti menzionando due brani in cui si rivelano rispettivamente « la malinconica anima del poeta» e «il delicato episodio del canto IX» 5. L'ampollosa recensione termina con una dichiarazione del Verga che innalza l'opera rapisardiana asserendo che essa « segna un periodo nuovo all'indirizzo della letteratura in Italia». 6 Questa pagina critica è stata scritta nel 1869, ben cinque anni prima di Nedda. Tuttavia, nella presentazione delle tematiche dei dieci canti della Palingenesi, Verga sembra apprezzare « l'immedesimazione » e quindi la conseguente impersonalità del poeta. E' un'idea di impersonalità ancora embrionale ma che ritroveremo poi, ben definita, nelle lettere successive, quando a scrivere sarà un Verga più maturo : « E infatti il Rapisardi è biblico nel canto La Tradizione; è greco fino al midollo delle ossa nella grazia, nelle immagini, nella stessa religione voluttuosa, nel secondo, Il Colosseo; ha tutto l'entusiasmo dei primi martiri, nel terzo, La Croce; nel canto Papi e Imperatori, si agita lo spirito di Dante; come in quello i Crociati, sublime aberrazione di un secolo, spira un soffio di quell'ardente e mistico entusiasmo con cui Pietro l'Eremita sollevò Europa intiera al grido di Dio lo vuole!». 7 1
Il sequestro Moro attraverso la titolazione dei quotidiani di partito "Il Popolo" e "L'Unità", 2010
This paper analyse the reaction of two Italian newspapers (Popolo and L'Unità) at the Aldo Moro's... more This paper analyse the reaction of two Italian newspapers (Popolo and L'Unità) at the Aldo Moro's kidnapping organized by the BR. The research is based on a quantitative and qualitative analysis of newspapers headlines.
In questo saggio cercherò di tracciare il percorso narrativo del personaggio di Polifemo attraver... more In questo saggio cercherò di tracciare il percorso narrativo del personaggio di Polifemo attraverso varie opere e in diverse epoche storiche e letterarie. Attraverso quest'analisi tenterò di descrivere come ogni autore trasformi e adatti questo personaggio inserendolo ogni volta in un'opera diversa ma senza mai dimenticare l'eredità dei testi che lo precedono.
Il ruolo della cornice ne Lo cunto de li cunti, Decameron e Le mille e una notte. Autore sconosci... more Il ruolo della cornice ne Lo cunto de li cunti, Decameron e Le mille e una notte. Autore sconosciuto, Le mille e una notte, XII-XVI sec. A.c. Giovanni Boccaccio, Decameron, 1349-1351. Giambattista Basile, Lo cunto de li cunti, 1634-1636. Problematica In questo saggio cercherò di mettere in rilievo, attraverso la descrizione dei dispositivi narrativi, il dialogo intertestuale che si instaura tra Le mille e una notte, il Decameron e Lo cunto de li cunti. Verranno tratteggiati i dispositivi narrativi ed enunciativi di tre testi che sono stati prodotti in contesti sociali e letterari completamente diversi tra loro e si cercherà, per ognuno, di tener conto dello specifico ambito in cui sono stati scritti. Le il dialogo intertestuale con i testi passati e presenti verrà analizzato per approfondire la comprensione degli scritti. Se il testo è il punto di partenza, il contesto rappresenterà la chiave di lettura, insieme alle possibili influenze che le opere e gli autori stessi potrebbero aver subito. Il dialogo che intercorre tra un testo e l'altro non sarà trattato in 1
In una lettera a Onorato Fava del 1883, Verga, ad una richiesta di prefazione risponde: « (…) non... more In una lettera a Onorato Fava del 1883, Verga, ad una richiesta di prefazione risponde: « (…) non ho mai scritto una linea di critica; non mi sento di affermare altrimenti una teoria qualsiasi o dei principi artistici, che cogli esempi 1 ». Lo stesso giorno, in un'altra lettera indirizzata a Salvatore di Giacomo, ribadisce, con parole quasi identiche, che non è sua intenzione occuparsi di critica, «perché », scrive, «non ho mai scritto una linea di critica» 2. In realtà, nel 1869, Verga scrisse una recensione de «La Palingenesi» di Mario Rapisardi che uscì nel giornale veneziano «La Scena». Non è stata conservata nessuna copia del giornale, ma Tomaselli, nel suo Commentario Rapisardiano 3 dedica un capitolo a Giovanni Verga critico del Rapisardi. Proprio in queste pagine viene pubblicata la recensione verghiana della Palingenesi. Nella prefazione della recensione Verga palesa l'evento che ha ispirato il poema, ovvero la caduta del papato politico , che definisce come una « grande crisi» 4. Prosegue con una considerazione sul grandissimo successo dell'opera tradotta già in tedesco e francese. Dopo un breve accenno alle tematiche, ne elogia la forma e il contenuto : «Imprendere un disegno si vasto è da giovane che ha ancora intatte l'energia della mente e la fede del cuore; trattarlo come il Rapisardi l'ha trattato, è da ingegno potente reso adulto da profondi e pazienti studi. Il Rapisardi accoppia alla vigorìa del concetto e all'eleganza della forma il tatto sicuro, dote rarissima, di schivare le pericolose obbiezioni che avrebbero potuto suscitare i diversi temi ch'egli svolge (…)». In seguito riporta tutti i temi presi in esame nel poema citando tutti e dieci i canti ed elogia ancora una volta la forma dei canti menzionando due brani in cui si rivelano rispettivamente « la malinconica anima del poeta» e «il delicato episodio del canto IX» 5. L'ampollosa recensione termina con una dichiarazione del Verga che innalza l'opera rapisardiana asserendo che essa « segna un periodo nuovo all'indirizzo della letteratura in Italia». 6 Questa pagina critica è stata scritta nel 1869, ben cinque anni prima di Nedda. Tuttavia, nella presentazione delle tematiche dei dieci canti della Palingenesi, Verga sembra apprezzare « l'immedesimazione » e quindi la conseguente impersonalità del poeta. E' un'idea di impersonalità ancora embrionale ma che ritroveremo poi, ben definita, nelle lettere successive, quando a scrivere sarà un Verga più maturo : « E infatti il Rapisardi è biblico nel canto La Tradizione; è greco fino al midollo delle ossa nella grazia, nelle immagini, nella stessa religione voluttuosa, nel secondo, Il Colosseo; ha tutto l'entusiasmo dei primi martiri, nel terzo, La Croce; nel canto Papi e Imperatori, si agita lo spirito di Dante; come in quello i Crociati, sublime aberrazione di un secolo, spira un soffio di quell'ardente e mistico entusiasmo con cui Pietro l'Eremita sollevò Europa intiera al grido di Dio lo vuole!». 7 1
Il sequestro Moro attraverso la titolazione dei quotidiani di partito "Il Popolo" e "L'Unità", 2010
This paper analyse the reaction of two Italian newspapers (Popolo and L'Unità) at the Aldo Moro's... more This paper analyse the reaction of two Italian newspapers (Popolo and L'Unità) at the Aldo Moro's kidnapping organized by the BR. The research is based on a quantitative and qualitative analysis of newspapers headlines.
In questo saggio cercherò di tracciare il percorso narrativo del personaggio di Polifemo attraver... more In questo saggio cercherò di tracciare il percorso narrativo del personaggio di Polifemo attraverso varie opere e in diverse epoche storiche e letterarie. Attraverso quest'analisi tenterò di descrivere come ogni autore trasformi e adatti questo personaggio inserendolo ogni volta in un'opera diversa ma senza mai dimenticare l'eredità dei testi che lo precedono.
Il ruolo della cornice ne Lo cunto de li cunti, Decameron e Le mille e una notte. Autore sconosci... more Il ruolo della cornice ne Lo cunto de li cunti, Decameron e Le mille e una notte. Autore sconosciuto, Le mille e una notte, XII-XVI sec. A.c. Giovanni Boccaccio, Decameron, 1349-1351. Giambattista Basile, Lo cunto de li cunti, 1634-1636. Problematica In questo saggio cercherò di mettere in rilievo, attraverso la descrizione dei dispositivi narrativi, il dialogo intertestuale che si instaura tra Le mille e una notte, il Decameron e Lo cunto de li cunti. Verranno tratteggiati i dispositivi narrativi ed enunciativi di tre testi che sono stati prodotti in contesti sociali e letterari completamente diversi tra loro e si cercherà, per ognuno, di tener conto dello specifico ambito in cui sono stati scritti. Le il dialogo intertestuale con i testi passati e presenti verrà analizzato per approfondire la comprensione degli scritti. Se il testo è il punto di partenza, il contesto rappresenterà la chiave di lettura, insieme alle possibili influenze che le opere e gli autori stessi potrebbero aver subito. Il dialogo che intercorre tra un testo e l'altro non sarà trattato in 1
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