Papers by Francesca Coltrinari
Pio Panfili (Porto San Giorgio, 1723-Bologna, 1812). Il Fondo disegni e stampe della Società Operaia di Porto San Giorgio, 2024
Le Marche e l’Adriatico nel Quattrocento Arte e architettura tra eredità gotica e Rinascimento dell’antico
Beginning with Enrico Castelnuovo’s descriptions of courtly art and urban art, this exploration d... more Beginning with Enrico Castelnuovo’s descriptions of courtly art and urban art, this exploration delves into the artistic landscape of the region and dissects its dynamics through the study of key moments. The primary focus revolves around emblematic instances of court patronage, substantiated by documented records. Noteworthy among these instances are the commissioned fresco depicting the Adoration of the Magi by Filippo Maria Visconti at the sanctuary of Santa Maria di Loreto (1429) and two Sforza family commissions from 1442. The essay endeavors to examine how different forms of patronage influence crucial aspects such as the selection of artists involved, their mobility or permanence, the structuring of their work, and the stylistic and material preferences they employ.

carlo crivelli nuovi studi e interpretazioni, 2024
The paper aims to offer a comprehensive reflection on the last years of Carlo Crivelli’s activity... more The paper aims to offer a comprehensive reflection on the last years of Carlo Crivelli’s activity, between about 1480 and 1495, which took place mainly in the Apennine area of the Marche, in Camerino and in the main cities of the da Varano duchy. Although progressively placed at the center of the specialized studies of the last twenty years, this period still does not appear to have been fully investigated, while it is essential for the full understanding of Crivelli’s artistic figure and his social rise, culminating with his acquisition of the title of knight, which, here, we propose to date precisely to early January 1490.
Availing also of unpublished documents, we focus on the works made by the Venetian master for Fabriano and Matelica between 1490 and 1494 of which we will clarify aspects related to patronage, context of execution, and carpentry. In particular, the contribution focuses on the vicissitudes of the Madonna and Child with Saints Francis and Sebastian (1491, London, National Gallery) and its patron Oradea Becchetti and the altarpiece with the Coronation of the Virgin (1493, Milan, Pinacoteca di Brera), both from the church of S. Francesco in Fabriano.
Carlo Crivelli. Nuovi studi e intepretazioni, 2024
Il § 1 è di entrambe le autrici. Il § 2 di Caterina Paparello, il § 3 di Francesca Coltrinari.

Il restauro della Madonna di Macerata di Carlo Crivelli: la riscoperta di un capolavoro su tela., 2023
In questa sezione sono raccolte in ordine cronologico le fonti manoscritte e a stampa riferibili,... more In questa sezione sono raccolte in ordine cronologico le fonti manoscritte e a stampa riferibili, o tradizionalmente riferite, alla Madonna con il Bambino di Carlo Crivelli che si è ritenuto di mettere a disposizione degli studiosi per consentire di ripercorrere la complessa vicenda critica del dipinto, dal 1597, data della Visita Triennale di padre Orazio Civalli, al 1961, anno della mostra "Carlo Crivelli e i crivelleschi" curata da Pietro Zampetti, con cui si inaugura la storia critica contemporanea dell'opera. «Distante dalla città [di Macerata] 300 passi v'è la Chiesa e Convento de PP. Osservanti per sito e fabrica bellissimo, v'è un coro magnifico: si chiama S. Croce dal legno santo della Croce, che è ivi portatovi dal P. F. Battista Frontoni da Macerata, come testifica il Gonzaga nella sua Cron., p. 2 f. 235, nella quale si può anco vedere il tempo nel quale fu detto Convento edificato. Il quadro dell'Altar maggiore è opera di Pietro Perugino Maestro di Rafaello […]».

Il restauro della Madonna di Macerata di Carlo Crivelli : la riscoperta di un capolavoro su tela, 2023
Il dipinto e il suo contesto * di Francesca Coltrinari 1. Per (ri)partire: una vicenda intricata ... more Il dipinto e il suo contesto * di Francesca Coltrinari 1. Per (ri)partire: una vicenda intricata La Madonna con il Bambino di Macerata di Carlo Crivelli (Figura 1) mette a dura prova le capacità dello storico, tanto scarse e confuse sono le tracce lasciate dall'opera nel suo passaggio nel tempo. Troviamo infatti i primi, inequivocabili riferimenti al dipinto soltanto a partire dal terzo decennio dell'Ottocento, quando Amico Ricci ne ricorda la provenienza dalla chiesa dei francescani osservanti di Santa Croce, dove fu recuperata «da mano pia» dopo l'incendio appiccato all'edificio durante il saccheggio della città da parte dei soldati Francesi nel 1799 per essere ricoverata nel palazzo comunale 1 . Prima di lui e poco prima del * Desidero ringraziare per l'aiuto nelle ricerche Laura Mocchegiani, Ivano Palmucci, Massimiliano Pavoni, Denise Tanoni. Un ringraziamento speciale alle dottoresse Claudia Pierangeli, Patrizia Ortenzi e Martina Capitanelli della Biblioteca del Dipartimento di scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo dell'Università di Macerata, senza le quali non sarei riuscita a consultare gran parte della bibliografia su cui si basa questo saggio. Sono grata a Giuseppe Capriotti, Daphne
Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi. Capolavori dalla Santa Casa di Loreto
Per un resoconto della questione si veda il recente lavoro di Fernando Frezzotti, La via degli An... more Per un resoconto della questione si veda il recente lavoro di Fernando Frezzotti, La via degli Angeli: la traslazione delle pietre della Santa Casa, Ancona 2023.
Carlo Crivelli. Le relazioni meravigliose, 2022
Biblioteche e Archivi che con a loro col aborazione hanno reso possibile a realizzazione del a mo... more Biblioteche e Archivi che con a loro col aborazione hanno reso possibile a realizzazione del a mostra.

Carlo Crivelli. Le relazioni meravigliose, 2022
Le collezioni civiche maceratesi sin dall'Ottocento ospitano a preziosa Madonna con il Bambino di... more Le collezioni civiche maceratesi sin dall'Ottocento ospitano a preziosa Madonna con il Bambino di Carlo Crivelli, divenuta nel tempo opera simbolo del a collezione stessa. Per que-sto, a partire dal delicato intervento di restauro del dipinto, a Città ha promosso insieme al a Regione Marche, all'Università degli Studi di Macerata e al a Fondazione Cassa di Risparmio del a Provincia di Macerata una mostra di carattere internazionale che si pone in continuità con le celebrazioni regionali avviate oltre venticinque anni fa. Il veneto Carlo Crivelli (1435 circa -1495), uno tra i più intriganti artisti del Rinascimento italiano, si trasferì nel 1468 nelle Marche, dove stabilì un forte legame con il territorio ed eseguì numerose opere, fra le quali vari polittici i cui pannelli poi furono smembrati dal col-lezionismo ottocentesco, disperdendosi nei musei di tutto il mondo e nelle raccolte private. Accanto al a restaurata Madonna con il Bambino di Macerata, l'esposizione presenta alcuni selezionati dipinti provenienti da musei italiani ed esteri, individuati sul a base di elementi di carattere storico, collezionistico e iconografico in grado di esemplificare le "meravigliose re azioni", ovvero i molteplici rapporti che i dipinti hanno fra di loro, con soggetti e assonanze stilistiche di maestri coevi e di ricomporre almeno in parte una fondamentale unità forma-le e concettuale di tutta a sua attività. Grazie al a disponibilità col aborativa dei prestigiosi musei nazionali e internazionali, questa mostra apre a nuove possibilità di lettura, fruizione e studio, circostanza unica e straordinaria che permette di mettere in luce a corrispondenza fra sede espositiva e luoghi di provenienza. Macerata è dunque a "porta di accesso" al territorio del a provincia e dell'intera regione Marche, dove si trovano ancora oggi molti opere di Carlo, del fratello Vittore e dei loro segua-ci, consentendo ai visitatori di ampliare a propria esperienza con una conoscenza del museo diffuso sul territorio e di percorrere uno o più "itinerari crivelleschi". Sono grato a quanti hanno avorato per questa mostra e mi unisco agli assessori al a Cultura e al Turismo, Katiuscia Cassetta e Riccardo Sacchi, nel ringraziare Gianluca Puliti e i suoi uffici che, insieme alle curatrici Giuliana Pascucci e Francesca Coltrinari, al comitato scientifico, al comitato tecnico-scientifico "Macerata Cultura", ai benemeriti cittadini e agli sponsor privati, in vario modo hanno reso concretamente possibile l'incessante attività di cura, promozione e valorizzazione del nostro patrimonio artistico, locale e nazionale.
Opus Karoli Crivelli. Le opere e la materia. Nuove letture su Carlo Crivelli, 2022
Tutti i diritti sono riservati. Qualsiasi parte di questo volume non può essere utilizzata in ogn... more Tutti i diritti sono riservati. Qualsiasi parte di questo volume non può essere utilizzata in ogni modo e forma senza il preventivo consenso dell'editore. L'editore rimane a disposizione con gli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare. Stampato in Italia.
Los retratos de Lorenzo Lotto , 2022
La Basilica della Santa Casa di Loreto. La storia per immagini nell’età digitale, 2019
La collana Pensieri ad Arte ospita volumi di Storia dell'Arte e dell'Architettura dedicati all'It... more La collana Pensieri ad Arte ospita volumi di Storia dell'Arte e dell'Architettura dedicati all'Italia e a Roma in particolare. Con un arco cronologico aperto dal medioevo alla contemporaneità, la collana offre un nuovo spazio a indagini originali, che mettano in luce la ricchezza dei contesti artistici e il reciproco scambio tra culture locali, regionali e nazionali. I volumi, nella forma di monografie o di raccolte di saggi, sono opera sia di studiosi affermati che di giovani ricercatori, italiani e stranieri. Tutti i contributi pubblicati nella collana sono sottoposti al double-blind peer-review. La storia per immagini nell'età digitale a cura di Federico Bellini

Lorenzo Lotto: contesti, significati, conservazione, 2019
L'importanza delle dinamiche mercantili per la carriera di Lotto è indubbia: va dal rapporto priv... more L'importanza delle dinamiche mercantili per la carriera di Lotto è indubbia: va dal rapporto privilegiato con i mercanti come suoi committenti, alla messa in atto di strategie commerciali nell'organizzazione della sua attività, all'adozione di registri per la gestione della bottega, di cui resta il solo Libro di spese diverse a Loreto 1 . Nel convegno itinerante del 2007 fra i centri lotteschi delle Marche formulai alcune ipotesi sulla era di Recanati come occasione per l'esordio di Lotto nella regione 2 . In questi anni ho proseguito le ricerche intorno alla era recanatese e ai contesti marchigiani del maestro veneto, mettendo insieme concreti dati archivistici dai quali sono emersi aspetti che mi sembrano importanti della sua carriera. Le principali novità direttamente riferibili a Lotto sono state esposte nel saggio del catalogo della mostra maceratese curata da Enrico Maria Dal Pozzolo 3 . In questa sede ho provato ad allargare il campo, introducendo qualche altro spunto di ri essione e alcuni riferimenti documentari che possono arricchire il contesto sociale e quello più propriamente artistico di Lorenzo Lotto. Ripartirei dalla era di Recanati, il grande evento commerciale a cui in più occasioni Lotto prende parte. Si trattava della era franca più importante dell'Adriatico, fra Quattrocento e Cinquecento ssata nei mesi di settembre e ottobre. Vi con uivano mercanti di provenienza italiana ed europea che vi facevano giungere merci di diversa natura, dai panni, ai cuoi, all'acciaio, dalle spezie alle sostanze coloranti, no a gioielli, oggetti artistici, strumenti musicali, libri e per no schiavi. Organizzata in rapporto e in coordinamento con altre ere -Pesaro, Foligno, Lanciano e Nocera Inferiore risultano le principali -quella di Recanati trasformava ogni anno la città e il suo porto in un crocevia di genti e culture in cui non mancavano ebrei, greci e turchi 4 . L'acquisizione più signi cativa in rapporto a Lorenzo Lotto mi pare la dimostrazione inequivocabile per via documentaria del fatto che la era di Recanati fu il luogo dell'incontro con i suoi committenti bergamaschi, più che probabili fautori del suo trasferimento nella città lombarda, nel 1513: i Cassotti e i Marchetti. Giovannino di Antonello Cassotti con il fratello Paolo e i cugini Giovannino e Bartolomeo hanno casa a Recanati, prima in a tto e poi di proprietà, e vengono costantemente alla era almeno dal 1500 al 1514; negli anni successivi si faranno sostituire da procuratori residenti tutto l'anno nella città marchigiana. Nel 1525, dopo la morte del padre, Marsilio Cassotti, il protagonista del doppio ritratto matrimoniale del 1523 oggi al Prado, in cui Lotto lo aveva e giato con la moglie Faustina ( g. 1) 5 , scenderà a Recanati insieme al fratello Giovanni
Lorenzo Lotto. Contesti, significati, conservazione, 2019
Lorenzo Lotto: il richiamo delle Marche. Tempi, luoghi e persone, 2018
Lorenzo Lotto: il richiamo delle Marche. Tempi, luoghi e persone, 2018

Lorenzo Lotto. il richiamo delle Marche, Luoghi, tempi e persone, 2018
e da rapporti umani e professionali che lo portarono a lavorare per diversi centri di questa regi... more e da rapporti umani e professionali che lo portarono a lavorare per diversi centri di questa regione anche negli anni trascorsi altrove, a Venezia, Bergamo e Treviso. Se questa affermazione potrebbe apparire quasi scontata agli occhi dei conoscitori o anche dei semplici appassionati dell'artista, sostenuta com'è dalle numerose opere del maestro veneziano ancora oggi visibili nelle città per le quali furono realizzate, molto resta ancora da capire sulle motivazioni e le circostanze storiche che condussero Lotto a muoversi nelle Marche. Cosa lo spinse? Con chi entrò in contatto? Chi lo accolse, lo aiutò e lo apprezzò? Chi furono i suoi committenti? E ancora, cosa dipinse esattamente, quando e con quale effetto sul pubblico e gli altri artisti? Il presente contributo ha provato a fornire alcune risposte a queste domande, soprattutto avvalendosi di un sostanzioso corpus di documenti inediti su Lorenzo Lotto e su molti personaggi a lui legati, committenti delle sue opere, amici o figure di riferimento, raccolto in anni di ricerche negli archivi marchigiani, che permette di gettare luce su diversi punti oscuri della vicenda tanto complessa e sfaccettata del pittore, sul contesto in cui si svolse e di meglio leggerne le opere. Il filo conduttore dei rapporti con le Marche e i "marchigiani" sarà dunque usato per un riesame globale della vita di Lorenzo Lotto. Ancona (1503-1508). L'esordio del "pictor celeberrimus" Quando Lotto compare per la prima volta con certezza a Treviso, nel giugno del 1503, è già adulto e affermato come artista: nei documenti risulta orfano di padre e ha raggiunto i venticinque anni canonici per poter agire legalmente 1 . Nonostante il successo ottenuto lavorando per il vescovo Bernardo de Rossi e probabilmente anche per la regina Caterina Cornaro, e nonostante gli stimoli che gli provenivano dal fervido ambiente umanistico diffuso fra Treviso e Asolo 2 , nel 1506 il "pictor celeberrimus" 3 decise di spostarsi a Recanati per dipingere il polittico dell'altare maggiore della locale chiesa di San Domenico (cat. IX.22), il cui contratto viene stipulato nella città marchigiana il 20 giugno di quell'anno (cat. III.6) 4 . Ad attirarlo erano stati probabilmente l'offerta di una retribuzione di 700 fiorini, un compenso veramente elevato 5 , e la possibilità di collocare un'importante pala d'altare nella chiesa posta nel cuore della città, al centro dei movimenti e dei traffici connessi alla fiera di Recanati. Ma l'intenzione del giovane artista non era quella di rimanere a lungo nelle Marche: il 18 ottobre del 1506, infatti, egli era di nuovo a Treviso ad accordarsi con il padrone di casa affinché mantenesse libero fino al suo ritorno l'alloggio che aveva occupato in città con il suo allievo Domenico 6 . Al momento non sappiamo come Lorenzo Lotto fosse entrato in contatto con i committenti recanatesi. Qualche informazione la fornisce soltanto la supplica rivolta dai domenicani

Visualizing Past in a Foreign Country: Schiavoni/Illyrian Confraternities and Colleges in Early Modern Italy in comparative perspective, 2018
The paper initially reassumes two years of research on the artistic production related to the Sch... more The paper initially reassumes two years of research on the artistic production related to the Schiavoni confraternities in the Marche region. Unlike Albanian communities, identifiable for their choice of Saint Venus as their patron saint, the Schiavoni confraternities are more difficult to identify due to a greater variety of patron saints, non exclusively “national”.
Their group “national” identity, recognizable through the images, seems to have resistedin the 15th century, but not much later. In addition, the research interconnects the notion of the “art of confraternities” with the “Schiavoni artists”, a much more substantial and documented category in the Marche of the 15th and 16th century, re-descovering another forgotten Dalmatian sculptor active in Marche in the second half of the 15th century: Piero
di Giorgio da Sebenico. In 1462, he was commissioned to design the new portal for the Church of Santa Maria della Carità in Fermo, and the previously unpublished contract for the portal allows us to advance a hypothesis for the identification of some of its elements, now reused in the portal of the Mount of Piety in Fermo.

in La Galleria dell’Eneide di Palazzo Buonaccorsi a Macerata. Nuove letture e prospettive di ricerca per il Settecento europeo, 2018
This paper is based on an archival research that allowed to better understand the personalities o... more This paper is based on an archival research that allowed to better understand the personalities of the patrons of the Palazzo Buonaccorsi decoration, especially of Raimondo Buonaccorsi, and their relationship with the local, national and even supranational cultural and artistic environment. Among the major news are relations with the Roman family of Muti Bussi, intermediary in the supply of silverware, tapestry and updated models from Rome and with the Albicini family of Forlì, following the marriage between Lucrezia, Raimondo’s eldest daughter, and the Marquis Andrea, in February 1717. Presumably it was thanks to the Albicini that Buonaccorsi hired Francesco Mancini, who in 1722 was in direct correspondence with Raimondo, and who welcomed as a pupil the son of a coachman of the Buonaccorsi family, Alessandro Ortolani. Another unpublished presence in the Buonaccorsi collection is that of Corrado Giaquinto, who in June 1735 painted two portraits for Raimondo and his son Simone, then Vicelegato of Ferrara. Finally, the paper analyzes a case of artistic exchanges between center and periphery, concerning the drawings for some chapels in the churches of Macerata entrusted to the workshop of the Giosafatti from Cingoli, in some cases with the involvement of Raimondo Buonaccorsi.
Artisti e botteghe a Fermo nel Quattrocento: una geografia di scambi dal mare agli Appennini, 2018
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Papers by Francesca Coltrinari
Availing also of unpublished documents, we focus on the works made by the Venetian master for Fabriano and Matelica between 1490 and 1494 of which we will clarify aspects related to patronage, context of execution, and carpentry. In particular, the contribution focuses on the vicissitudes of the Madonna and Child with Saints Francis and Sebastian (1491, London, National Gallery) and its patron Oradea Becchetti and the altarpiece with the Coronation of the Virgin (1493, Milan, Pinacoteca di Brera), both from the church of S. Francesco in Fabriano.
Their group “national” identity, recognizable through the images, seems to have resistedin the 15th century, but not much later. In addition, the research interconnects the notion of the “art of confraternities” with the “Schiavoni artists”, a much more substantial and documented category in the Marche of the 15th and 16th century, re-descovering another forgotten Dalmatian sculptor active in Marche in the second half of the 15th century: Piero
di Giorgio da Sebenico. In 1462, he was commissioned to design the new portal for the Church of Santa Maria della Carità in Fermo, and the previously unpublished contract for the portal allows us to advance a hypothesis for the identification of some of its elements, now reused in the portal of the Mount of Piety in Fermo.
Availing also of unpublished documents, we focus on the works made by the Venetian master for Fabriano and Matelica between 1490 and 1494 of which we will clarify aspects related to patronage, context of execution, and carpentry. In particular, the contribution focuses on the vicissitudes of the Madonna and Child with Saints Francis and Sebastian (1491, London, National Gallery) and its patron Oradea Becchetti and the altarpiece with the Coronation of the Virgin (1493, Milan, Pinacoteca di Brera), both from the church of S. Francesco in Fabriano.
Their group “national” identity, recognizable through the images, seems to have resistedin the 15th century, but not much later. In addition, the research interconnects the notion of the “art of confraternities” with the “Schiavoni artists”, a much more substantial and documented category in the Marche of the 15th and 16th century, re-descovering another forgotten Dalmatian sculptor active in Marche in the second half of the 15th century: Piero
di Giorgio da Sebenico. In 1462, he was commissioned to design the new portal for the Church of Santa Maria della Carità in Fermo, and the previously unpublished contract for the portal allows us to advance a hypothesis for the identification of some of its elements, now reused in the portal of the Mount of Piety in Fermo.