Petra Di Laghi was born May 23, 1992 in Genoa. After graduating from high school, she began his university studies and in November 2014 she graduated at the three-year course of History at the University of Genoa. She continued his university career by enrolling in the master course of Historical Sciences at the University of Turin, where she graduated with honors on July 12, 2017 with the thesis The Julian-Dalmatian exodus between emergency and reception: the case of Genoa (1945- 1955). After graduating, she enrolled in the II level Master in Historical Communication at the University of Bologna, completed in March 2019.In April 2018 she published her first book entitled: “From refugees to exiles: the Julian-Dalmatian exodus between news and memory”.
Tra la fine della seconda guerra mondiale e la seconda meta degli anni Cinquanta la comunita ital... more Tra la fine della seconda guerra mondiale e la seconda meta degli anni Cinquanta la comunita italiana dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia lascia le sponde dell’Altro Adriatico, spinta a tale scelta da un complesso di ragioni psicologiche, sociali, culturali, politiche ed economiche in seguito all'assegnazione di quelle terre alla federazione jugoslava. Nella storiografia e nella memoria italiana tale fenomeno assunse la denominazione di “esodo giuliano-dalmata”, un flusso continuo di partenze che si protrassero per circa un decennio riversando i profughi giuliano-dalmati per la maggioranza in Italia, oltre che all’estero. Questa ricerca oltre a fornire una panoramica delle vicende storiche che interessarono i territori della Venezia Giulia (sia in chiave storiografica sia attraverso l’analisi della stampa periodica e dell'opinione pubblica italiana), approfondisce il tema dell’accoglienza e dell’assistenza offerta ai profughi giuliano-dalmati nella societa italiana de...
Diaspore Italiane - Between Immigration and Historical Amnesia. Genova, 2019, 2019
Between 1944 and the second half of the 1950s, the Italian community of Istria, Fiume and Dalmati... more Between 1944 and the second half of the 1950s, the Italian community of Istria, Fiume and Dalmatia left their homeland after the assignment of these areas to the Yugoslav Federation. This phenomenon, called the ‘Istrian Exodus’, consisted of a continuous flow of departures of Istrian refugees especially towards Italy, where they were welcomed at refugee shelter centres. To examine the process of inclusion of Julian refugees into postwar Italian society, this paper examines the system of assistance activated by the city of Genoa from 1945 to 1955.
La storia del Leone di San Marco affisso sul muro della Chiesa di San Marco a Genova, depredato d... more La storia del Leone di San Marco affisso sul muro della Chiesa di San Marco a Genova, depredato dalla flotta genovese nel 1380 a Pola.
A lla fine della Seconda guerra mondiale l'I-talia, fortemente scon-volta dagli avvenimenti belli... more A lla fine della Seconda guerra mondiale l'I-talia, fortemente scon-volta dagli avvenimenti bellici dovette immediatamente fare fronte al problema della rico-struzione dello Stato, con l'in-combente questione della col-locazione e del reinserimento nella società di tutti coloro che-per le varie cause ingene-rate dal conflitto-erano stati impossibilitati a rientrare nel-le proprie abitazioni. A essi si aggiunsero i rifugiati di guer-ra che nel 1945 erano circa 90.000, ma il cui numero era destinato a crescere in modo esponenziale in concomitanza con il "diktat" espresso dal Trattato del 1947, con decisio-ne imposta quanto alle rinunce territoriali. Con quell'accordo l'Italia si impegnava-fra l'al-tro-a cedere una parte delle proprie terre ai confini occi-dentale e orientale. Fu allora che si delineò e si fece sempre più consistente il fenomeno di spostamento della popolazione italiana dai territori dell'Alto Adriatico ceduti alla Jugosla-via e generalmente ricordato con il nome di «esodo giulia-no-dalmata».
Tra il 1944 e la seconda metà degli anni Cinquanta i profughi giuliano-dalmati lasciarono le prop... more Tra il 1944 e la seconda metà degli anni Cinquanta i profughi giuliano-dalmati lasciarono le proprie terre d'origine (in seguito alla loro assegnazione alla federazione jugoslava) e si riversarono per la maggioranza in Italia dove trovarono accoglienza presso i presso i Centri raccolta profughi, sparsi per tutta la penisola. In questo contesto si inserisce l'oggetto di studio di questa ricerca, ovvero le iniziative di assistenza e accoglienza che la città di Genova attivò nei confronti dei profughi giuliani-dalmati nel periodo compreso tra il 1945 e il 1955. A tal proposito sono analizzati i documenti contenuti presso l'Archivio di Stato di Genova e la sezione Profughi ed equiparati dell'Ufficio territoriale del governo di Genova e integrati con le notizie riportate dai quotidiani locali «Il Secolo XIX-il Nuovo», «Il Nuovo Cittadino», il giornale del partito comunista «l'Unità», nell'edizione genovese, e «l'Arena di Pola», che, sorto nel luglio 1945 come quotidiano della cittadina istriana, a partire dal 1948 diventò "settimanale degli esuli" e trattò le diverse vicende degli stessi nelle nuove realtà cittadine che li accolsero. Le ricerche mettono in evidenza una natura frammentaria nella disposizione alloggiativa dei profughi nella realtà cittadina e la sostanziale assenza di una linea unitaria di approccio al problema. Parole chiave: Istria, esodo, Genova, profughi, accoglienza. Between 1944 and the second half of the 1950s, a lot of Giulian-Dalmatian refugees leave their homeland (after the assignment of these towns to the Yugoslav federation) and poured out in Italy where they were welcomed at the refugee shelter centers spread across the peninsula. The analysis of this phenomenon is included in this context: the system of assistance and welcome activated by the city
Tra la fine della seconda guerra mondiale e la seconda metà degli anni Cinquanta la comunità ital... more Tra la fine della seconda guerra mondiale e la seconda metà degli anni Cinquanta la comunità italiana dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia lascia le sponde dell'Altro Adriatico, spinta a tale scelta da un complesso di ragioni psicologiche, sociali, culturali, politiche ed economiche in seguito all'assegnazione di quelle terre alla federazione jugoslava. Nella storiografia e nella memoria italiana tale fenomeno assunse la denominazione di "esodo giuliano-dalmata", un flusso continuo di partenze che si protrassero per circa un decennio riversando i profughi giuliano-dalmati per la maggioranza in Italia, oltre che all'estero. Questa ricerca oltre a fornire una panoramica delle vicende storiche che interessarono i territori della Venezia Giulia (sia in chiave storiografica sia attraverso l'analisi della stampa periodica e dell'opinione pubblica italiana), approfondisce il tema dell'accoglienza e dell'assistenza offerta ai profughi giuliano-dalmati nella società italiana del secondo dopoguerra, analizzando nello specifico il programma assistenziale che la città di Genova attivò nei loro confronti nel periodo compreso tra il 1945 e il 1955.
At the end of the Second World War the exodus of about three hundred thousand Italians from Istri... more At the end of the Second World War the exodus of about three hundred thousand Italians from Istria, Fiume and Dalmatia, border lands subjected to decades of war catastrophes, upheavals of regimes and nationalities, cultural and linguistic upheavals began. The book reconstructs not only the events that caused that mass shift after the tragic foibe season and the passage of those territories under the Yugoslav regime, but also the long journey that the refugees had to take towards the search for normality in a fixed abode. Through unpublished testimonies and documents the difficult path of the istrian exiles in post-World War II Italy and within the Refugee Collection Centers scattered throughout the peninsula is outlined. In particular, the volume analyzes the welfare program that the Ligurian provinces activated from 1945 until reaching a permanent residence in the second half of the fifties.
Tra la fine della seconda guerra mondiale e la seconda meta degli anni Cinquanta la comunita ital... more Tra la fine della seconda guerra mondiale e la seconda meta degli anni Cinquanta la comunita italiana dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia lascia le sponde dell’Altro Adriatico, spinta a tale scelta da un complesso di ragioni psicologiche, sociali, culturali, politiche ed economiche in seguito all'assegnazione di quelle terre alla federazione jugoslava. Nella storiografia e nella memoria italiana tale fenomeno assunse la denominazione di “esodo giuliano-dalmata”, un flusso continuo di partenze che si protrassero per circa un decennio riversando i profughi giuliano-dalmati per la maggioranza in Italia, oltre che all’estero. Questa ricerca oltre a fornire una panoramica delle vicende storiche che interessarono i territori della Venezia Giulia (sia in chiave storiografica sia attraverso l’analisi della stampa periodica e dell'opinione pubblica italiana), approfondisce il tema dell’accoglienza e dell’assistenza offerta ai profughi giuliano-dalmati nella societa italiana de...
Diaspore Italiane - Between Immigration and Historical Amnesia. Genova, 2019, 2019
Between 1944 and the second half of the 1950s, the Italian community of Istria, Fiume and Dalmati... more Between 1944 and the second half of the 1950s, the Italian community of Istria, Fiume and Dalmatia left their homeland after the assignment of these areas to the Yugoslav Federation. This phenomenon, called the ‘Istrian Exodus’, consisted of a continuous flow of departures of Istrian refugees especially towards Italy, where they were welcomed at refugee shelter centres. To examine the process of inclusion of Julian refugees into postwar Italian society, this paper examines the system of assistance activated by the city of Genoa from 1945 to 1955.
La storia del Leone di San Marco affisso sul muro della Chiesa di San Marco a Genova, depredato d... more La storia del Leone di San Marco affisso sul muro della Chiesa di San Marco a Genova, depredato dalla flotta genovese nel 1380 a Pola.
A lla fine della Seconda guerra mondiale l'I-talia, fortemente scon-volta dagli avvenimenti belli... more A lla fine della Seconda guerra mondiale l'I-talia, fortemente scon-volta dagli avvenimenti bellici dovette immediatamente fare fronte al problema della rico-struzione dello Stato, con l'in-combente questione della col-locazione e del reinserimento nella società di tutti coloro che-per le varie cause ingene-rate dal conflitto-erano stati impossibilitati a rientrare nel-le proprie abitazioni. A essi si aggiunsero i rifugiati di guer-ra che nel 1945 erano circa 90.000, ma il cui numero era destinato a crescere in modo esponenziale in concomitanza con il "diktat" espresso dal Trattato del 1947, con decisio-ne imposta quanto alle rinunce territoriali. Con quell'accordo l'Italia si impegnava-fra l'al-tro-a cedere una parte delle proprie terre ai confini occi-dentale e orientale. Fu allora che si delineò e si fece sempre più consistente il fenomeno di spostamento della popolazione italiana dai territori dell'Alto Adriatico ceduti alla Jugosla-via e generalmente ricordato con il nome di «esodo giulia-no-dalmata».
Tra il 1944 e la seconda metà degli anni Cinquanta i profughi giuliano-dalmati lasciarono le prop... more Tra il 1944 e la seconda metà degli anni Cinquanta i profughi giuliano-dalmati lasciarono le proprie terre d'origine (in seguito alla loro assegnazione alla federazione jugoslava) e si riversarono per la maggioranza in Italia dove trovarono accoglienza presso i presso i Centri raccolta profughi, sparsi per tutta la penisola. In questo contesto si inserisce l'oggetto di studio di questa ricerca, ovvero le iniziative di assistenza e accoglienza che la città di Genova attivò nei confronti dei profughi giuliani-dalmati nel periodo compreso tra il 1945 e il 1955. A tal proposito sono analizzati i documenti contenuti presso l'Archivio di Stato di Genova e la sezione Profughi ed equiparati dell'Ufficio territoriale del governo di Genova e integrati con le notizie riportate dai quotidiani locali «Il Secolo XIX-il Nuovo», «Il Nuovo Cittadino», il giornale del partito comunista «l'Unità», nell'edizione genovese, e «l'Arena di Pola», che, sorto nel luglio 1945 come quotidiano della cittadina istriana, a partire dal 1948 diventò "settimanale degli esuli" e trattò le diverse vicende degli stessi nelle nuove realtà cittadine che li accolsero. Le ricerche mettono in evidenza una natura frammentaria nella disposizione alloggiativa dei profughi nella realtà cittadina e la sostanziale assenza di una linea unitaria di approccio al problema. Parole chiave: Istria, esodo, Genova, profughi, accoglienza. Between 1944 and the second half of the 1950s, a lot of Giulian-Dalmatian refugees leave their homeland (after the assignment of these towns to the Yugoslav federation) and poured out in Italy where they were welcomed at the refugee shelter centers spread across the peninsula. The analysis of this phenomenon is included in this context: the system of assistance and welcome activated by the city
Tra la fine della seconda guerra mondiale e la seconda metà degli anni Cinquanta la comunità ital... more Tra la fine della seconda guerra mondiale e la seconda metà degli anni Cinquanta la comunità italiana dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia lascia le sponde dell'Altro Adriatico, spinta a tale scelta da un complesso di ragioni psicologiche, sociali, culturali, politiche ed economiche in seguito all'assegnazione di quelle terre alla federazione jugoslava. Nella storiografia e nella memoria italiana tale fenomeno assunse la denominazione di "esodo giuliano-dalmata", un flusso continuo di partenze che si protrassero per circa un decennio riversando i profughi giuliano-dalmati per la maggioranza in Italia, oltre che all'estero. Questa ricerca oltre a fornire una panoramica delle vicende storiche che interessarono i territori della Venezia Giulia (sia in chiave storiografica sia attraverso l'analisi della stampa periodica e dell'opinione pubblica italiana), approfondisce il tema dell'accoglienza e dell'assistenza offerta ai profughi giuliano-dalmati nella società italiana del secondo dopoguerra, analizzando nello specifico il programma assistenziale che la città di Genova attivò nei loro confronti nel periodo compreso tra il 1945 e il 1955.
At the end of the Second World War the exodus of about three hundred thousand Italians from Istri... more At the end of the Second World War the exodus of about three hundred thousand Italians from Istria, Fiume and Dalmatia, border lands subjected to decades of war catastrophes, upheavals of regimes and nationalities, cultural and linguistic upheavals began. The book reconstructs not only the events that caused that mass shift after the tragic foibe season and the passage of those territories under the Yugoslav regime, but also the long journey that the refugees had to take towards the search for normality in a fixed abode. Through unpublished testimonies and documents the difficult path of the istrian exiles in post-World War II Italy and within the Refugee Collection Centers scattered throughout the peninsula is outlined. In particular, the volume analyzes the welfare program that the Ligurian provinces activated from 1945 until reaching a permanent residence in the second half of the fifties.
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The book reconstructs not only the events that caused that mass shift after the tragic foibe season and the passage of those territories under the Yugoslav regime, but also the long journey that the refugees had to take towards the search for normality in a fixed abode.
Through unpublished testimonies and documents the difficult path of the istrian exiles in post-World War II Italy and within the Refugee Collection Centers scattered throughout the peninsula is outlined.
In particular, the volume analyzes the welfare program that the Ligurian provinces activated from 1945 until reaching a permanent residence in the second half of the fifties.
Articles by Petra Di Laghi
The book reconstructs not only the events that caused that mass shift after the tragic foibe season and the passage of those territories under the Yugoslav regime, but also the long journey that the refugees had to take towards the search for normality in a fixed abode.
Through unpublished testimonies and documents the difficult path of the istrian exiles in post-World War II Italy and within the Refugee Collection Centers scattered throughout the peninsula is outlined.
In particular, the volume analyzes the welfare program that the Ligurian provinces activated from 1945 until reaching a permanent residence in the second half of the fifties.