Modalità teatrali nelle Confabulationes di Poggio Bracciolini, 2014
In un epistola del 1426 indirizzata ad Antonio Panormita, Poggio Bracciolini commenta la lettura ... more In un epistola del 1426 indirizzata ad Antonio Panormita, Poggio Bracciolini commenta la lettura dell’Hermphroditus e ne loda la «iucunditatem carminis, iocos et sales» in essa contenuti, elogiando l’amico per aver trattato argomenti tanto impudichi in maniera così elegante e composta; e aggiunge: «ita multa exprimi turpiuscula, ut non enarrari sed agi videantur, neque ficta a te iocandi causa, ut exstimo, sed acta extimari possint». Prendendo spunto da questa notazione poggiana in merito al rapporto fra diegesi e mimesi nella scrittura del Panormita, il saggio si propone di mettere in evidenza le modalità teatrali con cui Poggio costruisce il proprio Liber facetiarum. La ricerca della teatralità influisce sia sull’architettura generale del libro, che sviluppa in direzione scenica il modello ciceroniano del dialogo, sia sulla rielaborazione del materiale narrativo all’interno dei singoli componimenti della raccolta, dove la parola tende a tradursi in immagine e gesto. In a letter of 1426 to Antonio Panormita, Poggio Bracciolini comments the reading of the Hermaphroditus appreciating the «iucunditatem carminis, iocos et sales» contained in it, and praising his friends for having treated so improper themes in such an elegant and dignified manner; and he adds: «ita multa exprimi turpiuscula, ut non enarrari sed agi videantur, neque ficta a te iocandi causa, ut exstimo, sed acta extimari possint». Moving from this observation about the relation between diegesis and mimesis in Pnormita's writing, the essay proposes to underline the theatrical means through which Poggio makes his own Liber facetiarum. The research for theatricality influences both on the general architecture of the book, that develops in a scenic direction Cicero's model of language, and on the revision of the narrative material inside the single works of the collection, where the word tends to be translated into image and gesture.
Lo sconosciuto poeta Lucio Piccolo irrompe sulla scena letteraria italiana nel 1954, all\u2019et\... more Lo sconosciuto poeta Lucio Piccolo irrompe sulla scena letteraria italiana nel 1954, all\u2019et\ue0 di 51 anni, quando Eugenio Montale scopre quasi per caso i suoi Canti barocchi e decide di presentarli al convegno di San Pellegrino Terme. Il fascino musicale di quelle liriche piene di suggestioni letterarie e di immagini vivissime e la compagnia di un altro misterioso personaggio della colta nobilt\ue0 siciliana - il cugino Giuseppe Tomasi Principe di Lampedusa - conquistano immediatamente i pi\uf9 grandi scrittori e critici del momento. \u2028L\u2019anziano ed eccentrico Cavaliere di Calanovella diventa all\u2019improvviso un \u201ccaso\u201d nazionale. Lucio Piccolo non si muove dalla campagna di Capo d\u2019Orlando, nel messinese, dove vive insieme al fratello Casimiro, fotografo ed esoterico, e alla sorella Agata Giovanna, botanica e amministratrice del patrimonio familiare; ma l\u2019isolata villa, diventa la meta di giornalisti e intellettuali curiosi di conoscere il poeta e il mondo evocato dai suoi versi. Un ritratto di Lucio Piccolo ricostruito attraverso il ricordo di V. Consolo, E. Bettiza, M.L. Spaziani, V. Ronsisvalle e G. Lanza Tomasi
Modalità teatrali nelle Confabulationes di Poggio Bracciolini, 2014
In un epistola del 1426 indirizzata ad Antonio Panormita, Poggio Bracciolini commenta la lettura ... more In un epistola del 1426 indirizzata ad Antonio Panormita, Poggio Bracciolini commenta la lettura dell’Hermphroditus e ne loda la «iucunditatem carminis, iocos et sales» in essa contenuti, elogiando l’amico per aver trattato argomenti tanto impudichi in maniera così elegante e composta; e aggiunge: «ita multa exprimi turpiuscula, ut non enarrari sed agi videantur, neque ficta a te iocandi causa, ut exstimo, sed acta extimari possint». Prendendo spunto da questa notazione poggiana in merito al rapporto fra diegesi e mimesi nella scrittura del Panormita, il saggio si propone di mettere in evidenza le modalità teatrali con cui Poggio costruisce il proprio Liber facetiarum. La ricerca della teatralità influisce sia sull’architettura generale del libro, che sviluppa in direzione scenica il modello ciceroniano del dialogo, sia sulla rielaborazione del materiale narrativo all’interno dei singoli componimenti della raccolta, dove la parola tende a tradursi in immagine e gesto. In a letter of 1426 to Antonio Panormita, Poggio Bracciolini comments the reading of the Hermaphroditus appreciating the «iucunditatem carminis, iocos et sales» contained in it, and praising his friends for having treated so improper themes in such an elegant and dignified manner; and he adds: «ita multa exprimi turpiuscula, ut non enarrari sed agi videantur, neque ficta a te iocandi causa, ut exstimo, sed acta extimari possint». Moving from this observation about the relation between diegesis and mimesis in Pnormita's writing, the essay proposes to underline the theatrical means through which Poggio makes his own Liber facetiarum. The research for theatricality influences both on the general architecture of the book, that develops in a scenic direction Cicero's model of language, and on the revision of the narrative material inside the single works of the collection, where the word tends to be translated into image and gesture.
Lo sconosciuto poeta Lucio Piccolo irrompe sulla scena letteraria italiana nel 1954, all\u2019et\... more Lo sconosciuto poeta Lucio Piccolo irrompe sulla scena letteraria italiana nel 1954, all\u2019et\ue0 di 51 anni, quando Eugenio Montale scopre quasi per caso i suoi Canti barocchi e decide di presentarli al convegno di San Pellegrino Terme. Il fascino musicale di quelle liriche piene di suggestioni letterarie e di immagini vivissime e la compagnia di un altro misterioso personaggio della colta nobilt\ue0 siciliana - il cugino Giuseppe Tomasi Principe di Lampedusa - conquistano immediatamente i pi\uf9 grandi scrittori e critici del momento. \u2028L\u2019anziano ed eccentrico Cavaliere di Calanovella diventa all\u2019improvviso un \u201ccaso\u201d nazionale. Lucio Piccolo non si muove dalla campagna di Capo d\u2019Orlando, nel messinese, dove vive insieme al fratello Casimiro, fotografo ed esoterico, e alla sorella Agata Giovanna, botanica e amministratrice del patrimonio familiare; ma l\u2019isolata villa, diventa la meta di giornalisti e intellettuali curiosi di conoscere il poeta e il mondo evocato dai suoi versi. Un ritratto di Lucio Piccolo ricostruito attraverso il ricordo di V. Consolo, E. Bettiza, M.L. Spaziani, V. Ronsisvalle e G. Lanza Tomasi
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