Collezionare è un’attività progettuale, non solo perché ogni collezionista vede un disegno evolu... more Collezionare è un’attività progettuale, non solo perché ogni collezionista vede un disegno evolutivo nel futuro del sistema di oggetti da lui prescelti, ma soprattutto perché la collezione ha a che fare con la costruzione di una Weltanschauung. Se la scelta delle opere è un tentativo di dare ordine al mondo, esse devono poter dispiegare il loro potenziale in un luogo fisicamente esperibile e geometricamente misurabile.
Per una Nuova Casa Italiana Casa privata vs Casa pubblica, 2023
Alcune esperienze particolari in cui la dimora ospita insieme abitanti, opere d’arte ed estranei,... more Alcune esperienze particolari in cui la dimora ospita insieme abitanti, opere d’arte ed estranei, che temporaneamente l’attraversano, possono essere considerate paradigma di quel luogo ibrido nel quale si sta trasformando la casa tradizionale, un po’ piattaforma d’incontro, un po’ rifugio entro cui si prova ad addomesticare il mondo, anziché escluderlo. Si tratta di case museo nelle quali non aleggia lo spirito di un famoso personaggio attraverso i cui oggetti possiamo riconoscere valori collettivi, bensì in cui l’abitatore – collezionista, filantropo, esteta, artista – vive con le Muse in un osservatorio privato che assume valore pubblico, in quanto votato anche all’accoglienza e al dibattito. La “machine à habiter”, per troppo tempo estensione delle possibilità anatomiche secondo un intento funzionalistico, torna ad essere strumento in grado di “educare” la nostra interiorità, attraverso spazi e componenti. Anziché virare verso la modalità intima che connotò l’abitare del XVIII e XIX sec., l’ottica contemporanea induce a cercare la progressiva apertura relazionale verso visioni multidisciplinari capaci di stimolare la mutazione dello spazio.
A pochi anni dalla scomparsa di Nanda Vigo, architetta, designer e artista milanese, il testo ne ... more A pochi anni dalla scomparsa di Nanda Vigo, architetta, designer e artista milanese, il testo ne ricorda gli interni progettati per i collezionisti d’arte come Fedeli, Meneguzzo e Brindisi. La casa non è più solo il luogo dell'abitare, ma il luogo dove va in scena lo spettacolo dell'abitare: gli interni diventano drammatici e si adattano a lavorare coi personaggi. Non a caso alcuni di questi spazi –modulati su aspetti scenografici come la monocromia e il riflesso – risultano i set ideali per una certa cinematografia d’essay. L’interesse per il paesaggio interiore, per il dialogo con le opere d'arte, per il milieu culturale del collezionista trasformano l’ambiente domestico in ambiente cronotopico.
Il testo presenta gli esiti di un seminario residenziale dedicato all'architettura effimera e... more Il testo presenta gli esiti di un seminario residenziale dedicato all'architettura effimera e alla riqualificazione urbana. Sviluppandosi attraverso lezioni teoriche, esercizi progettuali e una stretta relazione con gli abitanti nel il luogo da rigenerare, il seminario ha chiarito al gruppo di studenti provenienti dal Politecnico di Milano, dall'Accademia di Belle Arti di Brescia e dall'Università IUAV di Venezia che elementi progettuali "leggeri" possono trasformare in modo evidente la percezione di un luogo migliorandone la vivibilità.
La ricerca inserisce i lavori per il teatro realizzati da Gio Ponti negli Anni '40 in una vis... more La ricerca inserisce i lavori per il teatro realizzati da Gio Ponti negli Anni '40 in una visione più estesa della figura dell'architetto, qualificato per fare molte cose: dipingere, modellare, sceneggiare per il teatro ed il cinema, disegnare oggetti e produzioni. L'archivio inedito di bozzetti per scene e costumi, corrispondenza e note di regia mette in luce la trama unica che lega scenografia, architettura e design, verificando che tutto ciò che un uomo fa è sempre sullo stesso piano nella sua continuità espressiva. Il lavoro come scenografo diventa, inoltre, non il diversivo rilassante di un architetto colto, ma un tassello rilevante nella teoria architettonica e un metodo di controllo del progetto che rende Ponti prossimo agli architetti dell'Umanesimo. L'esperienza compiuta nel campo delle discipline del progetto visivo, in particolare negli ultimi trent'anni, ha ormai chiarito l'errore messo in atto dalla secentesca separazione dei saperi, che avev...
TRIA International Journal od Urban Planning, 2020
The paper presents the results of a residential workshop dedicated to ephemeral archi- tecture an... more The paper presents the results of a residential workshop dedicated to ephemeral archi- tecture and urban renewal. Through theoretical lectures, planning and design exercises and a close relationship with the inhabitants inside the place to regenerate, the work- shop made it clear to the group of students coming from the Politecnico di Milano, the Academy of Fine Arts of Brescia and the University IUAV of Venice that “light” design elements can clearly transform the perception of a place by improving its liveability.
In 1579, at the end of a career studded with prestigious assignments, Andrea Palladio designed fo... more In 1579, at the end of a career studded with prestigious assignments, Andrea Palladio designed for the Olympic Academy a "theater on an ancient model but small and unspeakably beautiful", as Goethe wrote in his Journey to Italy. A planimetric form, a social function and architectural details, however, severely shows it off from the Vitruvian body of rules of classical theater, enhancing its originality and making it an invention rooted in late-Alexandrian architectures visited and surveyed by Palladio at the Hadrian's Villa in Tivoli.
The International Design Call for the Great Villa Adriana “Designing the UNESCO Buffer Zone” – p... more The International Design Call for the Great Villa Adriana “Designing the UNESCO Buffer Zone” – proposed last year by the Accademia Adrianea di Achitettura e Archeologia – involved numerous Schools of Architecture from all over Europe, organized in teams with famous architectural practices. The debate on fragile territories, of which the Tivoli area is a paradigm, has produced results of great quality and reliability, demonstrating that the multidisciplinary appro- ach (which ranged from landscape design to museographic details) is currently the most correct one and making clear that the continuity of dialogue on this subject in the field of monumental heritage and landscape can be a useful strategy to move many of our management rigidities. These results was recently gathered in an exhibition at the Polytechnic of Milan and in a book edited by Luca Basso Peressut and Pier Federico Caliari.
During the 16th Century the cabinet of antiquities of the Grimani family allows the Serenissima t... more During the 16th Century the cabinet of antiquities of the Grimani family allows the Serenissima to show its cultural power in relation to classical art so as to be considered "altera Roma". The Patriarch Giovanni, a refined collector and cultured follower of Mannerist architecture, builds this room of wonders in which architecture and antiquities are inte- grated and enhanced by the scenographic taste that runs throughout the building. The collection, donated to the Republic of Venice in 1593, returns to the kunstkammer after 400 years thanks to an exhibition. A long and close work on the sources tryed to revive the wonder of visitors and has also opened up further questions relating to the form of this exhibition space.
Collezionare è un’attività progettuale, non solo perché ogni collezionista vede un disegno evolu... more Collezionare è un’attività progettuale, non solo perché ogni collezionista vede un disegno evolutivo nel futuro del sistema di oggetti da lui prescelti, ma soprattutto perché la collezione ha a che fare con la costruzione di una Weltanschauung. Se la scelta delle opere è un tentativo di dare ordine al mondo, esse devono poter dispiegare il loro potenziale in un luogo fisicamente esperibile e geometricamente misurabile.
Per una Nuova Casa Italiana Casa privata vs Casa pubblica, 2023
Alcune esperienze particolari in cui la dimora ospita insieme abitanti, opere d’arte ed estranei,... more Alcune esperienze particolari in cui la dimora ospita insieme abitanti, opere d’arte ed estranei, che temporaneamente l’attraversano, possono essere considerate paradigma di quel luogo ibrido nel quale si sta trasformando la casa tradizionale, un po’ piattaforma d’incontro, un po’ rifugio entro cui si prova ad addomesticare il mondo, anziché escluderlo. Si tratta di case museo nelle quali non aleggia lo spirito di un famoso personaggio attraverso i cui oggetti possiamo riconoscere valori collettivi, bensì in cui l’abitatore – collezionista, filantropo, esteta, artista – vive con le Muse in un osservatorio privato che assume valore pubblico, in quanto votato anche all’accoglienza e al dibattito. La “machine à habiter”, per troppo tempo estensione delle possibilità anatomiche secondo un intento funzionalistico, torna ad essere strumento in grado di “educare” la nostra interiorità, attraverso spazi e componenti. Anziché virare verso la modalità intima che connotò l’abitare del XVIII e XIX sec., l’ottica contemporanea induce a cercare la progressiva apertura relazionale verso visioni multidisciplinari capaci di stimolare la mutazione dello spazio.
A pochi anni dalla scomparsa di Nanda Vigo, architetta, designer e artista milanese, il testo ne ... more A pochi anni dalla scomparsa di Nanda Vigo, architetta, designer e artista milanese, il testo ne ricorda gli interni progettati per i collezionisti d’arte come Fedeli, Meneguzzo e Brindisi. La casa non è più solo il luogo dell'abitare, ma il luogo dove va in scena lo spettacolo dell'abitare: gli interni diventano drammatici e si adattano a lavorare coi personaggi. Non a caso alcuni di questi spazi –modulati su aspetti scenografici come la monocromia e il riflesso – risultano i set ideali per una certa cinematografia d’essay. L’interesse per il paesaggio interiore, per il dialogo con le opere d'arte, per il milieu culturale del collezionista trasformano l’ambiente domestico in ambiente cronotopico.
Il testo presenta gli esiti di un seminario residenziale dedicato all'architettura effimera e... more Il testo presenta gli esiti di un seminario residenziale dedicato all'architettura effimera e alla riqualificazione urbana. Sviluppandosi attraverso lezioni teoriche, esercizi progettuali e una stretta relazione con gli abitanti nel il luogo da rigenerare, il seminario ha chiarito al gruppo di studenti provenienti dal Politecnico di Milano, dall'Accademia di Belle Arti di Brescia e dall'Università IUAV di Venezia che elementi progettuali "leggeri" possono trasformare in modo evidente la percezione di un luogo migliorandone la vivibilità.
La ricerca inserisce i lavori per il teatro realizzati da Gio Ponti negli Anni '40 in una vis... more La ricerca inserisce i lavori per il teatro realizzati da Gio Ponti negli Anni '40 in una visione più estesa della figura dell'architetto, qualificato per fare molte cose: dipingere, modellare, sceneggiare per il teatro ed il cinema, disegnare oggetti e produzioni. L'archivio inedito di bozzetti per scene e costumi, corrispondenza e note di regia mette in luce la trama unica che lega scenografia, architettura e design, verificando che tutto ciò che un uomo fa è sempre sullo stesso piano nella sua continuità espressiva. Il lavoro come scenografo diventa, inoltre, non il diversivo rilassante di un architetto colto, ma un tassello rilevante nella teoria architettonica e un metodo di controllo del progetto che rende Ponti prossimo agli architetti dell'Umanesimo. L'esperienza compiuta nel campo delle discipline del progetto visivo, in particolare negli ultimi trent'anni, ha ormai chiarito l'errore messo in atto dalla secentesca separazione dei saperi, che avev...
TRIA International Journal od Urban Planning, 2020
The paper presents the results of a residential workshop dedicated to ephemeral archi- tecture an... more The paper presents the results of a residential workshop dedicated to ephemeral archi- tecture and urban renewal. Through theoretical lectures, planning and design exercises and a close relationship with the inhabitants inside the place to regenerate, the work- shop made it clear to the group of students coming from the Politecnico di Milano, the Academy of Fine Arts of Brescia and the University IUAV of Venice that “light” design elements can clearly transform the perception of a place by improving its liveability.
In 1579, at the end of a career studded with prestigious assignments, Andrea Palladio designed fo... more In 1579, at the end of a career studded with prestigious assignments, Andrea Palladio designed for the Olympic Academy a "theater on an ancient model but small and unspeakably beautiful", as Goethe wrote in his Journey to Italy. A planimetric form, a social function and architectural details, however, severely shows it off from the Vitruvian body of rules of classical theater, enhancing its originality and making it an invention rooted in late-Alexandrian architectures visited and surveyed by Palladio at the Hadrian's Villa in Tivoli.
The International Design Call for the Great Villa Adriana “Designing the UNESCO Buffer Zone” – p... more The International Design Call for the Great Villa Adriana “Designing the UNESCO Buffer Zone” – proposed last year by the Accademia Adrianea di Achitettura e Archeologia – involved numerous Schools of Architecture from all over Europe, organized in teams with famous architectural practices. The debate on fragile territories, of which the Tivoli area is a paradigm, has produced results of great quality and reliability, demonstrating that the multidisciplinary appro- ach (which ranged from landscape design to museographic details) is currently the most correct one and making clear that the continuity of dialogue on this subject in the field of monumental heritage and landscape can be a useful strategy to move many of our management rigidities. These results was recently gathered in an exhibition at the Polytechnic of Milan and in a book edited by Luca Basso Peressut and Pier Federico Caliari.
During the 16th Century the cabinet of antiquities of the Grimani family allows the Serenissima t... more During the 16th Century the cabinet of antiquities of the Grimani family allows the Serenissima to show its cultural power in relation to classical art so as to be considered "altera Roma". The Patriarch Giovanni, a refined collector and cultured follower of Mannerist architecture, builds this room of wonders in which architecture and antiquities are inte- grated and enhanced by the scenographic taste that runs throughout the building. The collection, donated to the Republic of Venice in 1593, returns to the kunstkammer after 400 years thanks to an exhibition. A long and close work on the sources tryed to revive the wonder of visitors and has also opened up further questions relating to the form of this exhibition space.
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