Marco Rocco
Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell'Antichità (DiSSGeA), Post-Doc
Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia, Psicologia Applicata (FISPPA), Docente a contratto di Storia Antica e Medievale
Marco Rocco si è laureato in Lettere Classiche (Storia Romana) nel 2003 presso l'Università di Padova e nel maggio del 2005 ha conseguito presso l'Università Ca' Foscari (VE) l'Abilitazione all'insegnamento nelle scuole secondarie, dove esercita la docenza dall'A.S. 2005/2006.
Nell'aprile 2011 ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Storia antica presso l'Università di Padova discutendo una dissertazione su "Persistenze e cesure nell'esercito romano dai Severi a Teodosio I: ricerche in ambito socio-politico, istituzionale, strategico". La tesi ha ricevuto il premio “Gen Div. Amedeo de Cia: Nulli secundus” (10 dicembre 2011).
Dal 1/6/2013 è stato titolare di un assegno di ricerca biennale dal titolo “P. Cornelio Scipione Africano nella terza decade liviana” presso il DISSGEA dell'Università di Padova. Il progetto, organico alle attività promosse dal Centro Interdipartimentale di Ricerca "Studi Liviani", di cui il dott. Rocco è membro e delle cui attività è promotore anche presso le scuole, ha mirato a elaborare una messa a punto del quadro storico/istituzionale coevo a Scipione e della tradizione storiografica che lo riguarda, fino a Livio. Dal lavoro svolto il dott. Rocco ha ricavato alcuni studi di storiografia liviana, pubblicati su riviste di alto profilo e presentate a convegni nazionali e internazionali.
A decorrere dal 1 marzo 2024 è titolare presso il DISSGEA di Padova di un assegno di ricerca annuale all’interno del progetto di ricerca dal titolo “La violenza contro le donne nell’età proto e mesorepubblicana: prospettive storiche e costruzioni simboliche”, bandito nell’ambito del progetto PRIN 2022 “#EtiamEgo. Violence against Women in Ancient Rome: Historical Perspective and Symbolic Constructions” (2022PC8Y93).
Dopo alcuni lavori di storia politica sulla Roma repubblicana ed augustea, l'attività scientifica del dott. Rocco si è concentrata su problematiche attinenti al Tardoantico, focalizzandosi sulle dinamiche socio-politiche ed economiche come motore dell'evoluzione dell'apparato militare romano nei secc. III-IV d.C. Tale attività si è concretizzata nella monografia "L'esercito romano tardoantico. Persistenze e cesure dai Severi a Teodosio I" (Libreriauniversitaria.it 2012) e in alcune pubblicazioni su riviste italiane e internazionali.
In seguito il dott. Rocco ha esteso i suoi interessi di ricerca anche a tematiche relative alla religione, alla filosofia del potere e al concetto giuridico di stuprum per vim in età imperiale, oltre che all’ideologia del limes tra l’età augustea e la fine del I sec. d.C.
Fa inoltre parte del gruppo di redattori del volume “Storia del lavoro in Italia. Vol. I: l’età romana. Liberi, semiliberi e schiavi in una società premoderna” (Castelvecchi 2016, a cura di Arnaldo Marcone), con un contributo sul mestiere del soldato. Con il medesimo gruppo di lavoro è stato anche autore di un contributo sull’ideologia professionale nell’esercito romano di età imperiale nella miscellanea “Lavoro, lavoratori e dinamiche sociali a Roma antica. Persistenze e trasformazioni” (Castelvecchi 2018, a cura di Arnaldo Marcone).
In parallelo il dott. Rocco ha continuato ad approfondire lo studio dell’opera liviana attraverso alcune ricerche sulle leges regiae, i cui esiti ha discusso in occasione di convegni nazionali e internazionali.
Nel 2021 il dott. Rocco ha pubblicato la monografia "I pretoriani. Soldati e cospiratori nel cuore di Roma" (Salerno Editrice), recensita in particolare sul Corriere della Sera e su Il Manifesto. Il 5 aprile 2024 ha dato alle stampe la monografia "Limes. Vivere e combattere ai confini di Roma (Salerno Editrice - Carocci Editore). Al momento sta redigendo per Garzanti una monografia a quattro mani su gladiatori e gladiatrici, in uscita a ottobre/novembre 2024, e un lavoro di storia militare di età repubblicana e imperiale per Carocci Editore, in uscita nell'autunno del 2025.
Il 25 maggio 2022 il dott. Rocco ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale alle funzioni di professore universitario di Seconda Fascia nel Settore Concorsuale 10/D1 - STORIA ANTICA.
Presso l’Università degli Studi di Padova ha tenuto e tiene lezioni e seminari nei corsi di Epigrafia Latina, di Storia Romana e di Storia della Storiografia Romana. Dall'A.A. 2018/2019 è incaricato, a titolo retribuito, del modulo di Storia Antica e Medievale (4 CFU) per il Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria presso il FISPPA di Padova; nell’anno accademico 2019/2020 è stato incaricato, a titolo retribuito, dell’insegnamento di Storia Romana (9 CFU) per i Corsi di Laurea in Storia e Archeologia presso il DBC di Padova.
E' socio della SiDidaSt (Società Italiana di Didattica della Storia).
Supervisors: Prof.ssa Francesca Cavaggioni, Prof. Luca Fezzi
Nell'aprile 2011 ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Storia antica presso l'Università di Padova discutendo una dissertazione su "Persistenze e cesure nell'esercito romano dai Severi a Teodosio I: ricerche in ambito socio-politico, istituzionale, strategico". La tesi ha ricevuto il premio “Gen Div. Amedeo de Cia: Nulli secundus” (10 dicembre 2011).
Dal 1/6/2013 è stato titolare di un assegno di ricerca biennale dal titolo “P. Cornelio Scipione Africano nella terza decade liviana” presso il DISSGEA dell'Università di Padova. Il progetto, organico alle attività promosse dal Centro Interdipartimentale di Ricerca "Studi Liviani", di cui il dott. Rocco è membro e delle cui attività è promotore anche presso le scuole, ha mirato a elaborare una messa a punto del quadro storico/istituzionale coevo a Scipione e della tradizione storiografica che lo riguarda, fino a Livio. Dal lavoro svolto il dott. Rocco ha ricavato alcuni studi di storiografia liviana, pubblicati su riviste di alto profilo e presentate a convegni nazionali e internazionali.
A decorrere dal 1 marzo 2024 è titolare presso il DISSGEA di Padova di un assegno di ricerca annuale all’interno del progetto di ricerca dal titolo “La violenza contro le donne nell’età proto e mesorepubblicana: prospettive storiche e costruzioni simboliche”, bandito nell’ambito del progetto PRIN 2022 “#EtiamEgo. Violence against Women in Ancient Rome: Historical Perspective and Symbolic Constructions” (2022PC8Y93).
Dopo alcuni lavori di storia politica sulla Roma repubblicana ed augustea, l'attività scientifica del dott. Rocco si è concentrata su problematiche attinenti al Tardoantico, focalizzandosi sulle dinamiche socio-politiche ed economiche come motore dell'evoluzione dell'apparato militare romano nei secc. III-IV d.C. Tale attività si è concretizzata nella monografia "L'esercito romano tardoantico. Persistenze e cesure dai Severi a Teodosio I" (Libreriauniversitaria.it 2012) e in alcune pubblicazioni su riviste italiane e internazionali.
In seguito il dott. Rocco ha esteso i suoi interessi di ricerca anche a tematiche relative alla religione, alla filosofia del potere e al concetto giuridico di stuprum per vim in età imperiale, oltre che all’ideologia del limes tra l’età augustea e la fine del I sec. d.C.
Fa inoltre parte del gruppo di redattori del volume “Storia del lavoro in Italia. Vol. I: l’età romana. Liberi, semiliberi e schiavi in una società premoderna” (Castelvecchi 2016, a cura di Arnaldo Marcone), con un contributo sul mestiere del soldato. Con il medesimo gruppo di lavoro è stato anche autore di un contributo sull’ideologia professionale nell’esercito romano di età imperiale nella miscellanea “Lavoro, lavoratori e dinamiche sociali a Roma antica. Persistenze e trasformazioni” (Castelvecchi 2018, a cura di Arnaldo Marcone).
In parallelo il dott. Rocco ha continuato ad approfondire lo studio dell’opera liviana attraverso alcune ricerche sulle leges regiae, i cui esiti ha discusso in occasione di convegni nazionali e internazionali.
Nel 2021 il dott. Rocco ha pubblicato la monografia "I pretoriani. Soldati e cospiratori nel cuore di Roma" (Salerno Editrice), recensita in particolare sul Corriere della Sera e su Il Manifesto. Il 5 aprile 2024 ha dato alle stampe la monografia "Limes. Vivere e combattere ai confini di Roma (Salerno Editrice - Carocci Editore). Al momento sta redigendo per Garzanti una monografia a quattro mani su gladiatori e gladiatrici, in uscita a ottobre/novembre 2024, e un lavoro di storia militare di età repubblicana e imperiale per Carocci Editore, in uscita nell'autunno del 2025.
Il 25 maggio 2022 il dott. Rocco ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale alle funzioni di professore universitario di Seconda Fascia nel Settore Concorsuale 10/D1 - STORIA ANTICA.
Presso l’Università degli Studi di Padova ha tenuto e tiene lezioni e seminari nei corsi di Epigrafia Latina, di Storia Romana e di Storia della Storiografia Romana. Dall'A.A. 2018/2019 è incaricato, a titolo retribuito, del modulo di Storia Antica e Medievale (4 CFU) per il Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria presso il FISPPA di Padova; nell’anno accademico 2019/2020 è stato incaricato, a titolo retribuito, dell’insegnamento di Storia Romana (9 CFU) per i Corsi di Laurea in Storia e Archeologia presso il DBC di Padova.
E' socio della SiDidaSt (Società Italiana di Didattica della Storia).
Supervisors: Prof.ssa Francesca Cavaggioni, Prof. Luca Fezzi
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Books by Marco Rocco
Partendo dalla constatazione che l’esercito fu uno dei maggiori protagonisti tra l’età dei Severi e la morte di Teodosio I, si è tentato di chiarire le principali tappe della sua evoluzione prima della definitiva scissione dell’impero. In particolare, si è inteso distinguere gli elementi di continuità dai momenti di frattura nella svolta tra Antico e Tardoantico, alla luce dei più recenti indirizzi
di studio.
La ricerca ruota soprattutto intorno a dinamiche e cause dei mutamenti in atto nel reclutamento, nella creazione e gestione dei comandi, nella natura e dislocazione dei reparti, nel numero degli effettivi, nelle interazioni tra esercito e società civile, nella
tattica, nella strategia e nelle tecnologie impiegate.
Sembra possibile affermare che molte tra le principali innovazioni in ambito militare furono introdotte già al tempo di Settimio Severo e Caracalla, se non prima, e nei decenni seguenti si ebbe spesso soltanto un rafforzamento di tendenze e indirizzi precedenti, con qualche importante cesura.
La storia dell’esercito romano nel lungo crepuscolo del mondo antico rappresenta un processo di evoluzione continua ma lineare, interrotta solo quando si rinunciò ai fondamenti essenziali che avevano costituito la struttura portante dell’armata imperiale romana."
Papers by Marco Rocco
in late Panegyrics in Latin prose. The argument is threefold: first, every single passage
is examined and compared with others that deal with related matters; second, the research studies how pre-existing literary forms shaped the image of Augustus as deus praesens in the late Latin praise for Roman emperors; third, collected data are compared to those derivable from coeval Greek praise. At the end, it is argued that Latin panegyrists were influenced not only by their prevalent literary culture, but also by the audience that would have listened to their speeches. This audience mainly consisted of intellectuals still refractory to the new Neoplatonic and Christian paradigm, widespread in the East.
Partendo dalla constatazione che l’esercito fu uno dei maggiori protagonisti tra l’età dei Severi e la morte di Teodosio I, si è tentato di chiarire le principali tappe della sua evoluzione prima della definitiva scissione dell’impero. In particolare, si è inteso distinguere gli elementi di continuità dai momenti di frattura nella svolta tra Antico e Tardoantico, alla luce dei più recenti indirizzi
di studio.
La ricerca ruota soprattutto intorno a dinamiche e cause dei mutamenti in atto nel reclutamento, nella creazione e gestione dei comandi, nella natura e dislocazione dei reparti, nel numero degli effettivi, nelle interazioni tra esercito e società civile, nella
tattica, nella strategia e nelle tecnologie impiegate.
Sembra possibile affermare che molte tra le principali innovazioni in ambito militare furono introdotte già al tempo di Settimio Severo e Caracalla, se non prima, e nei decenni seguenti si ebbe spesso soltanto un rafforzamento di tendenze e indirizzi precedenti, con qualche importante cesura.
La storia dell’esercito romano nel lungo crepuscolo del mondo antico rappresenta un processo di evoluzione continua ma lineare, interrotta solo quando si rinunciò ai fondamenti essenziali che avevano costituito la struttura portante dell’armata imperiale romana."
in late Panegyrics in Latin prose. The argument is threefold: first, every single passage
is examined and compared with others that deal with related matters; second, the research studies how pre-existing literary forms shaped the image of Augustus as deus praesens in the late Latin praise for Roman emperors; third, collected data are compared to those derivable from coeval Greek praise. At the end, it is argued that Latin panegyrists were influenced not only by their prevalent literary culture, but also by the audience that would have listened to their speeches. This audience mainly consisted of intellectuals still refractory to the new Neoplatonic and Christian paradigm, widespread in the East.
can be argued that the edict of 212 AD disguised aims primarily connected to the needs of empire’s
defence system. Caracalla intended at first place to increase state revenue earmarked for
the army, and secondly to solve the recurring crises in the recruitment of Roman citizens joining
the legions, by extending the pool for legionary enlistment to the empire’s entire territory. The
new citizens surely felt the hardships of being legionnaires less than did the citizens of long date,
who, on the other hand, could continue to prefer service in the auxilia. At the same time, the
clause excluding dediticii from Roman citizenship was meant to safeguard the long ingrained
practice of enlisting corps of specialists from subjected populations, which in the course of time
would become elite units.
L’espressione praesens deus/divus, riferita non a esseri umani ma a vere e proprie divinità o a eroi divinizzati, risale almeno a Plaut., fr. inc., 38, e si ritrova anche, tra gli altri, in Ter., Phorm., 345; Cat. 64, 369; 384-386; Cic., Tusc., I 28; Nat. deor., Ii 4, Liv. VII 26, 7. Riferita a esseri umani, essa vanta un unico (e solo parziale) precedente, Cic., Pro Marc., 8; 10, in cui l’arpinate, rivolgendosi ad un Cesare praesentem e dotato di caratteristiche divine, tuttavia non ha l’ardire di definirlo esplicitamente “dio”, ma soltanto simillimum deo.
Benché il culto di protagonisti della politica romana risalga al III sec. a.C. (almeno all’epoca di Ennio andrebbe ascritta l’identificazione di Romolo con Quirino, secondo Levi 1986), e l’associazione di costoro a figure divine inizi almeno ai tempi di Scipione l’Africano, con la sua celebre “leggenda”, tuttavia non si ha notizia, prima di Ottaviano Augusto, dell’impiego della formula praesens deus/divus in riferimento ad un essere umano: fino a quel momento essa è utilizzata esclusivamente per rendere grazie alle divinità maggiori, come attestato episodicamente anche da documenti epigrafici.
S’intende appurare, innanzitutto, se l’ampliamento del raggio d’impiego di questa formula tradizionale del linguaggio sacrale latino, nella poesia di età augustea, sia dipeso da una più decisa influenza di stilemi eulogistici propri della letteratura greca in lode del re ellenistico celebrato alla stregua di un θεὸς ἐπιφανής (ad esempio Demetrio Poliorcete e Antioco IV). In secondo luogo, si cercherà di stabilire se questa forma sincretica, ispirata dalla situazione politica contingente ed evidentemente sollecitata o almeno tollerata da Ottaviano Augusto, potesse essere favorita dalla diffusione della dottrina epicurea nel I sec. a.C. a Roma e in Campania, in particolare, presso gli aderenti al cosiddetto circolo di Mecenate.
Ne consegue che la “leggenda nera” su una Fausta novella Fedra, fondata sulla testimonianza dell’ariano Filostorgio e ancor oggi prevalente anche tra alcuni studiosi, potrebbe essere non solo ridimensionata, come già tentato da molti, ma addirittura ribaltata. Fausta potrebbe essere stata vittima innocente della collera del marito, che dapprima si fidò ciecamente della sincerità della moglie e poco dopo, mutata repentinamente opinione, la ritenne unica responsabile del traviamento del proprio figlio di primo letto. L’Epitome de Caesaribus e Zosimo attribuiscono tale cambiamento alle continue rampogne di Elena, madre di Costantino. Si ipotizza che, attraverso l’eliminazione di Fausta, Elena puntasse a liberarsi non tanto di una concorrente, quanto della figura-simbolo di ciò che restava della fazione pagana a corte, proprio nei mesi cruciali in cui Costantino abbandonava definitivamente ogni residuo ossequio per i riti della tradizionale religione pubblica romana. Filostorgio, dunque, avrebbe elaborato l’accostamento Fausta-Fedra proprio per scagionare Crispo e stornare ogni responsabilità da Elena, a suo tempo simpatizzante per la causa ariana.
10 maggio 2017; 31 maggio 2017.
Sala Bortolami di Palazzo Jonoch Gulinelli, via del Vescovado 30 - Padova (sede del Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità - DiSSGeA).