Ce dossier se propose d’éclairer certains aspects pouvant contribuer à enrichir le renouveau hist... more Ce dossier se propose d’éclairer certains aspects pouvant contribuer à enrichir le renouveau historiographique récent sur les minorités juives, en plaçant la focale sur l’étude de leurs capacités d’agir à travers les espaces de la ville et les réseaux économiques de l’Italie moderne.
Ce dossier se propose d’éclairer certains aspects pouvant contribuer à enrichir le renouveau hist... more Ce dossier se propose d’éclairer certains aspects pouvant contribuer à enrichir le renouveau historiographique récent sur les minorités juives, en plaçant la focale sur l’étude de leurs capacités d’agir à travers les espaces de la ville et les réseaux économiques de l’Italie moderne.
Quale era il «sistema di welfare» che prima dell’introduzione del «welfare state» rispondeva ai b... more Quale era il «sistema di welfare» che prima dell’introduzione del «welfare state» rispondeva ai bisogni della popolazione anziana? A quanti anni si era considerati vecchi tra Cinquecento e Ottocento? A che età ci si ritirava dal lavoro? Come sopravvivevano gli anziani prima dell’introduzione dei moderni sistemi pensionistici? Nel passato i figli erano necessariamente il bastone della vecchiaia dei propri genitori? Che ruolo avevano nella vita degli anziani le istituzioni di assistenza? E in che misura il diritto agli alimenti era garantito dai tribunali del tempo? Questi gli interrogativi da cui ha preso origine l’indagine sui rapporti tra vecchie e giovani generazioni nella Roma dei Papi. Un’indagine che smentisce i luoghi comuni che idealizzano i valori solidaristici delle famiglie del passato, mostrando come il sostegno agli anziani, ieri come oggi, sia il risultato di una competizione/negoziazione tra famiglie e collettività in cui spesso sono chiamati in causa anche gli apparati giudiziari. Un’indagine storica che, in un tempo in cui lo stato sociale è sotto assedio in nome del progressivo invecchiamento della popolazione, fornisce utili spunti al ripensamento delle politiche di welfare.
La Descriptio Hebreorum presentata in queste pagine è un documento di valore eccezionale per la s... more La Descriptio Hebreorum presentata in queste pagine è un documento di valore eccezionale per la storia della comunità ebraica romana: costituisce infatti l’unico “censimento” della popolazione ebraica residente nel ghetto di Roma fino a oggi conosciuto per il periodo che va dal 1555 (data della creazione del «claustro degli ebrei») al 1796 (anno a cui risalgono gli elenchi degli appartenenti alle singole Scole, che forniscono una cifra complessiva di 3.617 individui).
Voluta dalle autorità pontificie per motivi fiscali e “scoperta” grazie all’incrocio tra i documenti conservati nell’Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma e nell’Archivio di Stato di Roma, la rilevazione venne effettuata tra il 27 luglio e il 17 agosto 1733. Compiuta strada per strada, casa per casa, essa numera e descrive tutte le famiglie e le persone di entrambi i sessi e di ogni età (per un totale di 4.059 individui e 892 nuclei familiari) che nell’estate del 1733 risiedevano nel ghetto di Roma. Si tratta di un documento di estremo rilievo anche per una valutazione complessiva della popolazione romana, all’interno della quale gli ebrei rappresentavano una presenza costante a partire dal II secolo a.C., ma che erano esclusi per motivi religiosi da quella fonte preziosa per lo studio della popolazione di età moderna costituita, per i cristiani, dai libri parrocchiali e in particolare dagli «stati delle anime», diffusamente redatti a partire dalla metà del XVII secolo. I saggi presenti nel volume illustrano il contesto in cui questo documento ha avuto origine, contribuendo a delineare il quadro complesso e talora drammatico della vita degli abitanti del ghetto di Roma nel Settecento.
In the last two decades, the history of the Jewish family has been at the center of several studi... more In the last two decades, the history of the Jewish family has been at the center of several studies that have – in the light of a more general historiographical evolution – considerably renewed the subjects and perspectives of this field of research. In this context that made the Jewish studies a well distinguished discipline, we wish to focus on an aspect that has never been studied systematically and has never been subject to a methodological and comparative synthesis: the patrimonial transmission. What is at stake here, are multiple issues: Because of its complexity and the multiplicity of its dimensions (legal, socioeconomic , cultural and religious, anthropologic), heritage can be considered as a central element and a key to understand phenomena of social reproduction and the functioning of Jewish societies that are sometimes highly diverse and particularly influenced by the local contexts where their presence can be either very ancient or very recent. The diverse waves of expulsions that took place in the Middle Ages and the beginning of the Modern Era have thus caused migratory movements that have on their turn contributed to the constitution of Jewish communities of highly different customs. This multiplicity of origins and affiliations has probably exercised a considerable influence over the practices of patrimonial devolution that we propose to study in different perspectives and contexts in the long term. Three major topics will be taking into consideration during this workshop: the material culture and the quantification of the patrimony, marriage and intergenerational relations and the very important question of the transmission in the context of conversions. For more information, please send an email to: jewishinheritance2016@gmail.com
In the last two decades, the history of the Jewish family has been at the center of a number of s... more In the last two decades, the history of the Jewish family has been at the center of a number of studies that have – in the light of a more general historiographical evolution – considerably renewed the subjects and perspectives of this field of research. In this context that made the Jewish studies a well distinguished discipline, we wish to focus on an aspect that has never been studied systematically and has never been subject to a methodological and comparative synthesis: the patrimonial transmission. What is at stake here, are multiple issues: Because of its complexity and the multiplicity of its dimensions (legal, socioeconomic , cultural and religious, anthropologic), heritage can be considered as a central element and a key to understand phenomena of social reproduction and the functioning of Jewish societies that are sometimes highly diverse and particularly influenced by the local contexts where their presence can be either very ancient or very recent. The diverse waves of expulsions that took place in the Middle Ages and the beginning of the Modern Era have thus caused migratory movements that have on their turn contributed to the constitution of Jewish communities of highly different customs. This multiplicity of origins and affiliations has probably exercised a considerable influence over the practices of patrimonial devolution that we propose to study in different perspectives and contexts in the long term.
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Papers by Angela Groppi
Questi gli interrogativi da cui ha preso origine l’indagine sui rapporti tra vecchie e giovani generazioni nella Roma dei Papi. Un’indagine che smentisce i luoghi comuni che idealizzano i valori solidaristici delle famiglie del passato, mostrando come il sostegno agli anziani, ieri come oggi, sia il risultato di una
competizione/negoziazione tra famiglie e collettività in cui spesso sono chiamati in causa anche gli apparati giudiziari. Un’indagine storica che, in un tempo in cui lo stato sociale è sotto assedio in nome del progressivo invecchiamento della popolazione, fornisce utili spunti al ripensamento delle politiche di welfare.
Voluta dalle autorità pontificie per motivi fiscali e “scoperta” grazie all’incrocio tra i documenti conservati nell’Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma e nell’Archivio di Stato di Roma, la rilevazione venne effettuata tra il 27 luglio e il 17 agosto 1733. Compiuta strada per strada, casa per casa, essa numera e descrive tutte le famiglie e le persone di entrambi i sessi e di ogni età (per un totale di 4.059 individui e 892 nuclei familiari) che nell’estate del 1733 risiedevano nel ghetto di Roma. Si tratta di un documento di estremo rilievo anche per una valutazione complessiva della popolazione romana, all’interno della quale gli ebrei rappresentavano una presenza costante a partire dal II secolo a.C., ma che erano esclusi per motivi religiosi da quella fonte preziosa per lo studio della popolazione di età moderna costituita, per i cristiani, dai libri parrocchiali e in particolare dagli «stati delle anime», diffusamente redatti a partire dalla metà del XVII secolo. I saggi presenti nel volume illustrano il contesto in cui questo documento ha avuto origine, contribuendo a delineare il quadro complesso e talora drammatico della vita degli abitanti del ghetto di Roma nel Settecento.
Contributi di: Michael Gasperoni, Angela Groppi, Raffaele Pittella, Giancarlo Spizzichino, Kenneth Stow.
This multiplicity of origins and affiliations has probably exercised a considerable influence over the practices of patrimonial devolution that we propose to study in different perspectives and contexts in the long term. Three major topics will be taking into consideration during this workshop: the material culture and the quantification of the patrimony, marriage and intergenerational relations and the very important question of the transmission in the context of conversions.
For more information, please send an email to: jewishinheritance2016@gmail.com