Books by Luciano De Fiore
Partiture dell'inconscio, 2024
Materia e funzione di alcuni sogni al cuore del capitolo Neve de La montagna incantata (o magica)... more Materia e funzione di alcuni sogni al cuore del capitolo Neve de La montagna incantata (o magica) di Thomas Mann. Rapporti con l'esperienza individuale e con la memoria collettiva e familiare.
Fonti, flussi, onde. L'acqua tra realtà e metafora nel pensiero antico, medioevale e moderno, 2022
Le Sirene, presenza ricorrente nella letteratura occidentale fin dalla prima antichità, e i signi... more Le Sirene, presenza ricorrente nella letteratura occidentale fin dalla prima antichità, e i significati del loro canto.
Castelvecchi, Oct 2018
"Pleasure is our subject"(P. Roth, The Dying Animal). Roth is the writer of pleasure, the one who... more "Pleasure is our subject"(P. Roth, The Dying Animal). Roth is the writer of pleasure, the one who better than anyone else has told of the complex and human task of keeping together law and desire. Roth was a father, with all that there is to hate in a father and all that there is to love. We received his legacy, that is, a provenance, and we must guard against idealizations.
Attraverso le analisi più incisive di Pasolini, dedicate all’industrializzazione del desiderio, i... more Attraverso le analisi più incisive di Pasolini, dedicate all’industrializzazione del desiderio, il libro mette a fuoco la sua posizione nei confronti della Sinistra e della Chiesa in relazione a un potere che aveva tradito il progresso, a vantaggio di uno sviluppo che Pasolini detestava. Nel corso del tempo, questo odio vide assottigliarsi le proprie ragioni e il volume accompagna tale crisi attraverso la sua opera poetica e cinematografica, fino all’atto pubblico di abiura degli ultimi anni. Le ragioni posavano su un’analisi culturale, antropologica e politica della società italiana, ci cui dà conto la seconda parte del volume, dedicata al commento analitico di dieci degli Scritti corsari. Alla base del libro vi è la distinzione tra sviluppo e progresso. Sullo sfondo, la questione filosofica del tempo: Pasolini riteneva ancora possibile un’interpretazione della storia che muovesse dai nessi profondi con il passato. Era convinto che avere consapevolezza culturale e politica del nostro Paese fosse la sola via per far sventolare le “belle bandiere” del cambiamento.
Anche questo volume della collana Matemi è frutto di un lavoro seminariale che ha impegnato alcun... more Anche questo volume della collana Matemi è frutto di un lavoro seminariale che ha impegnato alcuni giovani studiosi intorno alla problematica del vuoto ed alla sua dialettica col “pieno”, attraverso la quale si è anche giocata l’incerta partita tra libertà e senso.
Da subito infatti la questione ha esondato oltre l’alveo filosofico, interessando la psicoanalisi, la fisica contemporanea, le arti e l’estetica. Ne è risultata una ricognizione diacronica sul vuoto, dalla diatriba sulla sua esistenza tra aristotelici ed atomisti, fino al suo statuto secondo le teorie quantistiche. Nel corso della storia culturale che così si lascia intravedere, il volume dà anche conto sinteticamente della considerazione della kenosis nella tradizione cristiana, di alcune riflessioni sul vuoto dell’antropologia filosofica attuale e dell’architettura, oltre che della sua rilevanza per la dimensione intrapsichica, sia nelle tradizioni della meditazione taoista e zen, sia nella psicologia del profondo.
Da sempre il mare presta le proprie rappresentazioni ed il proprio linguaggio alla filosofia: è p... more Da sempre il mare presta le proprie rappresentazioni ed il proprio linguaggio alla filosofia: è perfino difficile distinguere, tra mare e pensiero, chi ha scoperto l’altro. Infatti, «per navigare – scrive Severino - bisogna inventare il mare, bisogna cioè inventare la dimensione liquida solcabile, che consenta la navigazione. La filosofia occidentale ha inventato il mare».
I flutti accostano le diversità, favoriscono i confronti e al contempo gli scontri. In mare aperto si è sempre esposti all’Altro, come rivelano le due principali metafore marine, il naufragio e la deriva. Lo scorrere delle pagine accompagna dunque l’alternarsi di cosmos e caos, di rotte ed onde, di fondo e superficie, attraverso Platone, Hegel, Nietzsche, Deleuze e tanti altri.
Perché non privilegiare come spazio simbolico elettivo proprio il mare, la cui superficie invita al nomadismo e sulla quale non ci sono altezze sulle quali ergersi? Oggi non è più questione solo di navigare, ma di nuotare, rinunciando almeno in parte alla prudenza della tradizione filosofica.
In the last decades, is the paradigm of desire changed? How Philip Roth gives an account of this ... more In the last decades, is the paradigm of desire changed? How Philip Roth gives an account of this turn? Desire never reaches a final satisfaction: even pushed at the height, it never meets his akmé. Maintaining our desiring dimension preserves the division in the subject, allowing us to remain healthy, and thus to escape insanity.
Examining the enigmatic relationship between writing and living is the task Philip Roth has set himself to accomplish in his novels. Counterlife is the word which Roth relies on to express this contradiction of living: every aspect of everyday life can legitimately find an opposite. The stories of Philip Roth show this dynamic in action, embodying it in individual stories of post-history, as we proceed between life and counterlife.
Se c’è un nodo più di altri inestricabile per generazioni di interpreti, è proprio il Sapere asso... more Se c’è un nodo più di altri inestricabile per generazioni di interpreti, è proprio il Sapere assoluto, ottavo e ultimo capitolo della Fenomenologia dello spirito hegeliana. Jean Hyppolite riteneva non vi fosse sezione della Fenomenologia più oscura di quella che chiude l’opera; Otto Pöggeler consigliava propedeuticamente, e sadicamente, di darlo in lettura agli improvvidi, certo che qualsiasi studente avesse tentato di capire avrebbe lasciato il libro e, con esso, gli stessi studi filosofici. Francesco Valentini riteneva invece fosse molto facile dare una definizione del Sapere assoluto in Hegel.
Hyppolite e Pöggeler non avevano torto, ma neppure Valentini era in errore: le asperità non derivano tanto dalla difficoltà di comprendere di cosa si tratti, se ci si attiene con attenzione al testo della Fenomenologia dello spirito, bensì dal fatto che risulta ormai ai più filosoficamente indigesta la nozione stessa di assoluto, specie a quei “sostenitori dell’istanza del Finito” che tengono fermo quest’ultimo come principio unico di spiegazione
della realtà e che mettono in dubbio la possibilità stessa di un sapere che si pretenda, appunto, assoluto. Salvo intendersi su cosa Hegel intenda davvero con questo termine.
Papers by Luciano De Fiore
Paradosso, 2023
Bill Viola’s video The Greeting is initially shown as an example that the lived duration of an en... more Bill Viola’s video The Greeting is initially shown as an example that the lived duration of an encounter is not a question of length, but of depth and feeling. Surprise is the infallible sign of every true encounter. There is no season of encounters, all our lives we are exposed to their transforming power. Remembering does not so much mean reproducing what has already happened to us, but building with what remains of memories an unedited version of one’s own history. The world is not a collection of things, but of related events.
For each of us, many of the most significant of these are encounters. Our life is a succession of encounters, many of them realised, others failed. Everyone becomes himself in relation to others and determined by a set of relationships. Whoever accepts to come to terms with democracy, a very difficult reality made up of other individuals each with their own needs and desires, often different and colliding with ours, will be continually called to
that examination of reality to which, after Freud, we should all subject ourselves.
Hegel e il desiderio; Le désir; Desiderio e natura; Kojève, la psicoanalisi e Lacan; La scomparsa... more Hegel e il desiderio; Le désir; Desiderio e natura; Kojève, la psicoanalisi e Lacan; La scomparsa dell'Uomo alla fine della storia.
Anche questo volume della collana Matemi è frutto di un lavoro seminariale che ha impegnato alcun... more Anche questo volume della collana Matemi è frutto di un lavoro seminariale che ha impegnato alcuni giovani studiosi intorno alla problematica del vuoto ed alla sua dialettica col “pieno”, attraverso la quale si è anche giocata l’incerta partita tra libertà e senso. Da subito infatti la questione ha esondato oltre l’alveo filosofico, interessando la psicoanalisi, la fisica contemporanea, le arti e l’estetica. Ne è risultata una ricognizione diacronica sul vuoto, dalla diatriba sulla sua esistenza tra aristotelici ed atomisti, fino al suo statuto secondo le teorie quantistiche. Nel corso della storia culturale che così si lascia intravedere, il volume dà anche conto sinteticamente della considerazione della kenosis nella tradizione cristiana, di alcune riflessioni sul vuoto dell’antropologia filosofica attuale e dell’architettura, oltre che della sua rilevanza per la dimensione intrapsichica, sia nelle tradizioni della meditazione taoista e zen, sia nella psicologia del profondo.
Operaviva, 2020
Una riflessione a partire da La morte di Gesù, di JM Coetzee.
Doppiozero, 2019
Su Machines Like Me, di Ian McEwan.
Annals of Oncology, 2012
ABSTRACT Aim To describe how movies portray cancer, and the experience of illness, through an ana... more ABSTRACT Aim To describe how movies portray cancer, and the experience of illness, through an analysis of movies throughout more than 70 years of cinema. Materials and methods Cross-sectional descriptive study. In order to retrieve the relevant literature, we searched the Medline database using different keywords. A sample of convenience of films was analysed in which cancer had "prompt", "relevant", or "plot" character. Movies yearbook and databases (allmovie, IMDb, Movieplayer, Mymovies) were consulted. Each film was viewed by two observers who recorded patients variables (age, gender, marital status, etc), the cancer process (type, symptoms, therapy, and evolution), and the health care environment, among others. Results 376 papers have been retrieved, but only a small percentage has been considered as relevant to the study. 75 films produced by 13 countries (years 1939-2012) were analyzed. 40 patients were women, 35 men, and 64% belonged to the upper and upper/middle social class. The most common cancers were lymphoma, CNS tumours, and leukaemia. In 21 films the type of cancer was not mentioned. Symptoms were considered in 72% of the movies, while diagnostic tests were mentioned in 65%. The most frequent treatment mentioned in the movies was chemotherapy followed by antalgic therapy. Death occurred 46 times (63% of all moveis). Doctors and nurses turned up in 58 films (77%). Conclusions there is a trend of cancer narrative in movies, expecially in the last few years. Cancer experiences described in the films are quite different from the truth: movies prefer younger patients, higher social class; the prevalence of cancer site does not match the epidemiological data (e.g. breast cancer only in 5 movies). However, symptoms, diagnostic tests, and treatments tend to be based on real life, particularly in the production of the last twenty years. Usually, cancer patients die at the end of the movie. Some of the films evaluated may be a first hand resource for training health professionals, while some others could be a valued example of malpractice. Disclosure All authors have declared no conflicts of interest.
Phi/Psy. Journal of Philosophy and Psychoanalysis, 2022
Leaving Eden to enter Paradise, that is, the world and history: this is what the biblical myth of... more Leaving Eden to enter Paradise, that is, the world and history: this is what the biblical myth of the expulsion of Adam & Eve tells us. The Jewish legend of the four rabbis also takes up the theme of remaining in the garden or leavin' it. Renouncing eternity means accepting man's constitutive lack and his vocation to freedom.
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Books by Luciano De Fiore
Da subito infatti la questione ha esondato oltre l’alveo filosofico, interessando la psicoanalisi, la fisica contemporanea, le arti e l’estetica. Ne è risultata una ricognizione diacronica sul vuoto, dalla diatriba sulla sua esistenza tra aristotelici ed atomisti, fino al suo statuto secondo le teorie quantistiche. Nel corso della storia culturale che così si lascia intravedere, il volume dà anche conto sinteticamente della considerazione della kenosis nella tradizione cristiana, di alcune riflessioni sul vuoto dell’antropologia filosofica attuale e dell’architettura, oltre che della sua rilevanza per la dimensione intrapsichica, sia nelle tradizioni della meditazione taoista e zen, sia nella psicologia del profondo.
I flutti accostano le diversità, favoriscono i confronti e al contempo gli scontri. In mare aperto si è sempre esposti all’Altro, come rivelano le due principali metafore marine, il naufragio e la deriva. Lo scorrere delle pagine accompagna dunque l’alternarsi di cosmos e caos, di rotte ed onde, di fondo e superficie, attraverso Platone, Hegel, Nietzsche, Deleuze e tanti altri.
Perché non privilegiare come spazio simbolico elettivo proprio il mare, la cui superficie invita al nomadismo e sulla quale non ci sono altezze sulle quali ergersi? Oggi non è più questione solo di navigare, ma di nuotare, rinunciando almeno in parte alla prudenza della tradizione filosofica.
Examining the enigmatic relationship between writing and living is the task Philip Roth has set himself to accomplish in his novels. Counterlife is the word which Roth relies on to express this contradiction of living: every aspect of everyday life can legitimately find an opposite. The stories of Philip Roth show this dynamic in action, embodying it in individual stories of post-history, as we proceed between life and counterlife.
Hyppolite e Pöggeler non avevano torto, ma neppure Valentini era in errore: le asperità non derivano tanto dalla difficoltà di comprendere di cosa si tratti, se ci si attiene con attenzione al testo della Fenomenologia dello spirito, bensì dal fatto che risulta ormai ai più filosoficamente indigesta la nozione stessa di assoluto, specie a quei “sostenitori dell’istanza del Finito” che tengono fermo quest’ultimo come principio unico di spiegazione
della realtà e che mettono in dubbio la possibilità stessa di un sapere che si pretenda, appunto, assoluto. Salvo intendersi su cosa Hegel intenda davvero con questo termine.
Papers by Luciano De Fiore
For each of us, many of the most significant of these are encounters. Our life is a succession of encounters, many of them realised, others failed. Everyone becomes himself in relation to others and determined by a set of relationships. Whoever accepts to come to terms with democracy, a very difficult reality made up of other individuals each with their own needs and desires, often different and colliding with ours, will be continually called to
that examination of reality to which, after Freud, we should all subject ourselves.
Da subito infatti la questione ha esondato oltre l’alveo filosofico, interessando la psicoanalisi, la fisica contemporanea, le arti e l’estetica. Ne è risultata una ricognizione diacronica sul vuoto, dalla diatriba sulla sua esistenza tra aristotelici ed atomisti, fino al suo statuto secondo le teorie quantistiche. Nel corso della storia culturale che così si lascia intravedere, il volume dà anche conto sinteticamente della considerazione della kenosis nella tradizione cristiana, di alcune riflessioni sul vuoto dell’antropologia filosofica attuale e dell’architettura, oltre che della sua rilevanza per la dimensione intrapsichica, sia nelle tradizioni della meditazione taoista e zen, sia nella psicologia del profondo.
I flutti accostano le diversità, favoriscono i confronti e al contempo gli scontri. In mare aperto si è sempre esposti all’Altro, come rivelano le due principali metafore marine, il naufragio e la deriva. Lo scorrere delle pagine accompagna dunque l’alternarsi di cosmos e caos, di rotte ed onde, di fondo e superficie, attraverso Platone, Hegel, Nietzsche, Deleuze e tanti altri.
Perché non privilegiare come spazio simbolico elettivo proprio il mare, la cui superficie invita al nomadismo e sulla quale non ci sono altezze sulle quali ergersi? Oggi non è più questione solo di navigare, ma di nuotare, rinunciando almeno in parte alla prudenza della tradizione filosofica.
Examining the enigmatic relationship between writing and living is the task Philip Roth has set himself to accomplish in his novels. Counterlife is the word which Roth relies on to express this contradiction of living: every aspect of everyday life can legitimately find an opposite. The stories of Philip Roth show this dynamic in action, embodying it in individual stories of post-history, as we proceed between life and counterlife.
Hyppolite e Pöggeler non avevano torto, ma neppure Valentini era in errore: le asperità non derivano tanto dalla difficoltà di comprendere di cosa si tratti, se ci si attiene con attenzione al testo della Fenomenologia dello spirito, bensì dal fatto che risulta ormai ai più filosoficamente indigesta la nozione stessa di assoluto, specie a quei “sostenitori dell’istanza del Finito” che tengono fermo quest’ultimo come principio unico di spiegazione
della realtà e che mettono in dubbio la possibilità stessa di un sapere che si pretenda, appunto, assoluto. Salvo intendersi su cosa Hegel intenda davvero con questo termine.
For each of us, many of the most significant of these are encounters. Our life is a succession of encounters, many of them realised, others failed. Everyone becomes himself in relation to others and determined by a set of relationships. Whoever accepts to come to terms with democracy, a very difficult reality made up of other individuals each with their own needs and desires, often different and colliding with ours, will be continually called to
that examination of reality to which, after Freud, we should all subject ourselves.