Books by Serena Olcuire
Edifir | collana 2050. Abitare nelle rovine della metropoli, 2023
Il libro affronta l’intreccio tra la dimensione del genere e quella della città, attraverso le ri... more Il libro affronta l’intreccio tra la dimensione del genere e quella della città, attraverso le riflessioni e le pratiche sviluppate dai movimenti femministi e transfemministi in Italia. Utilizzando gli strumenti di diversi ambiti disciplinari (filosofia politica, sociologia, urbanistica), il testo mette a tema lo spazio pubblico, gli spazi transfemministi, gli spazi delle pratiche quotidiane, gli spazi del rapporto con le istituzioni. Il titolo allude al desiderio, come passione e motore dell’azione politica, e al conflitto. Più che un resoconto, infatti, questo libro vuole essere un dialogo a più voci che restituisce la postura critica e conflittuale con cui i movimenti e le pratiche transfemministe oggi contestano, risignificano, trasformano, fanno ardere gli spazi urbani. Prefazione di Linda Peake
Indecorose. Sex work e resistenza al governo dello spazio pubblico nella città di Roma, Ombre Corte, Verona, 2023
Questo libro affronta la dimensione spaziale della prostituzione di strada, muovendo da tre consi... more Questo libro affronta la dimensione spaziale della prostituzione di strada, muovendo da tre considerazioni: la presenza del sex work ci interroga sulla dimensione di genere dello spazio urbano; la rimozione dei corpi delle sex worker dalle strade delle città italiane ci interpella sulla concezione e sul governo dello spazio pubblico e sulla cultura civica urbana attuale che esso esprime; le politiche messe in atto evidenziano il ruolo fondamentale che esso può avere nelle traiettorie di autodeterminazione o marginalizzazione di chi lo vive.
Le voci delle diverse soggettività coinvolte – le sex worker, le soggettività trans, le cittadine e i cittadini di alcuni quartieri periferici di Roma – sono messe in dialogo con una ricostruzione delle politiche istituzionali sulla prostituzione in Europa e in Italia, ma anche con una riflessione sulle politiche di costruzione e governo dello spazio urbano attraverso un’ottica di genere, inserendosi così nel filone di studi che mirano a riconoscere la violenza strutturale che lo spazio urbano esercita su chi lo attraversa con un corpo femminile.
La Libertà è una Passeggiata. Donne e spazi urbani tra violenza strutturale e autodeterminazione, 2019
Indice
Aprire spazi. Dialoghi per interrogare e sovvertire la violenza strutturale dello spazio u... more Indice
Aprire spazi. Dialoghi per interrogare e sovvertire la violenza strutturale dello spazio urbano (Chiara Belingardi, Federica Castelli, Serena Olcuire)
GENEALOGIE. Intessere racconti altri tra passato e futuro
Riandare alle origini per scardinare l’idea di città patriarcale e immaginare altre forme di urbanità possibili (Lidia Decandia)
Costruite per le donne, costruite dalle donne. Produzione di spazi femminili dai Women’s Building alle case delle donne (Claudia Mattogno)
Architetta non si nasce, lo si diventa (Chiara Belingardi)
IMMAGINARI. Interrogare l’esistente a partire dal desiderio
Città stellari (Federica Giardini)
Violenza e spazio urbano. Oltre la sicurezza, verso l’autodeterminazione (Federica Castelli)
Mappe del desiderio. Spazi safe e pratiche transfemministe di riappropriazione dell’urbano (Giada Bonu)
Città a misura di donne o donne a misura di città? La mappatura come strumento di governo e sovversione del rapporto tra sicurezza e genere (Serena Olcuire)
Soggettività molteplici nello spazio urbano (Cristina Mattiucci)
La città dei corpi indecorosi: femminismi, spazi urbani e politiche securitarie in Italia (Miriam Tola)
INVENZIONI. Mettiamoci i corpi, prendiamoci gli spazi
Lo spazio-corpo come laboratorio: the body strikes back (Rachele Borghi)
Presenze indecorose: pratiche femministe oltre le politiche securitarie. Intervista con Viola su Tuba Bazar (Fabio Bertoni, Simone Tulumello)
Comitati di quartiere e riproduzione sociale tra sperimentazione e contraddizioni (Sara Pierallini, Martina Tontodonati)
La città femminista che meritiamo di vivere (Lucha y Siesta)
ARCIPELAGA, una città transfemminista e antispecista (TerraCorpiTerritorieSpaziUrbani)
Carta della città femminista (Non Una Di Meno – Padova)
Note per una risignificazione femminista dello spazio urbano. Dalla toponomastica allo sciopero transnazionale (Alina Dambrosio)
La potenza delle pratiche. Note sulla giornata ‘La libertà è una passeggiata’ (Isabella Pinto)
(in)Movement – su quello che si muove anche dentro. Azione
performativo-poetica di apertura alla giornata di studi (Paula Carrara)
Conference Presentations by Serena Olcuire
Territori e comunità: Le sfide dell'autogoverno comunitario / Atti dei Laboratori del VI Convegno della Società dei Territorialisti Castel del Monte (BA), 2020
From the point of view of post-earthquake territorial government, two sig-
nificant instances hav... more From the point of view of post-earthquake territorial government, two sig-
nificant instances have recently emerged in Montegallo, a small village nearby Monte Vettore: on one side the attempt to define an alternative to the institu- tional ‘perimetrations’, on the other side the self-built restoration proposal to obtain a common space from an ancient unused stable.
The ‘perimetration’ is an instrument adopted by the Order of the Commis- sioner No. 25 of 2017 for delimiting areas with specific characteristics, within which to develop specific Urban Restoration Plans for post-earthquake recon- struction. This instrument has been criticised by residents, who fear the long urban planning timeframe that could lead to the complete abandonment of en- tire villages. Therefore, a group composed of inhabitants and local technicians have proposed a ‘de-perimetration’, substituting it with direct reconstruction plans based on participatory processes.
The self-built restoration proposal concerns instead the village of Forca, which is uninhabited during the winter and heavily damaged by the earthquake (70% of the buildings are declared condemned). The comunanza (a kind of agrarian community) with some residents asked Emidio di Treviri research group to support them to start a process of “re-imagination” and self-built res- toration of a small building used as a stable in the past; nowdays the building is completely abandoned but seen by the inhabitants as a great opportunity to create a community space.
What is happening in Montegallo highlights some of the local population attempts to reclaim the local territory management. Furthermore, it allows to make remarks on the quality of decision-making process that have been pro- posed by the institutions: these processes are focusing on a specific approach that does not recognise the ‘collective aspects’ but only the ‘individual aspects’ indeed; also, it allows to make considerations about some forms of ‘seasonal dwelling’ to contrast the mountain abandonment.
Atti della XX Conferenza Nazionale SIU | URBANISTICA E/È AZIONE PUBBLICA. LA RESPONSABILITÀ DELLA PROPOSTA | Planum Publisher | ISBN 9788899237127 2065, 2017
In nome della sicurezza urbana stiamo assistendo a una serie di provvedimenti che si avvalgono de... more In nome della sicurezza urbana stiamo assistendo a una serie di provvedimenti che si avvalgono dell’arbitrario concetto di decoro per rimuovere dallo spazio pubblico oggetti e corpi che possano turbare le geografie morali della città. La prostituzione outdoor rientra nei fenomeni così perseguitati: un notevole sforzo creativo da parte di forze dell’ordine e amministrazioni produce escamotages per contenerla e controllarla attraverso la gestione spaziale (decreti, ordinanze, pattugliamenti).
Questo paper individua sinteticamente due paradigmi di governo spaziale della prostituzione, quello del contenimento e quello dell’esclusione, per poi analizzare la situazione italiana e la questione delle ordinanze, che stigmatizzano determinate condotte sessuali e perpetuano alcune rappresentazioni del corpo femminile. La conseguenza delle politiche di coercizione è lo spostamento delle sex workers in aree più periferiche o strade più buie. Si tratta di una geografia in perenne divenire, che cerca costantemente di forzare i limiti del proprio confinamento adottando tattiche di mobilità e resistenza, riaffermando il proprio diritto alla città e allo spazio pubblico. La lettura attraverso il filtro del genere permette di evidenziare come il governo spaziale della prostituzione si riveli l’ennesima strumentalizzazione dei corpi delle donne: in nome di questi vengono formulate politiche securitarie che sembrano non poter prescindere dalla negazione del diritto alla città degli stessi corpi, ma di altre
donne.
A brief contribution for the “Innovative Methods within Geographic Research” panel at the RGS-IBG... more A brief contribution for the “Innovative Methods within Geographic Research” panel at the RGS-IBG Annual International Conference 2017.
The contribution is born from a collective research path. It reflects on the invisibility of the role that feminism has played in the disciplines of architecture and urbanism in Italy, and raises some questions about the scope that contributions of gender and queer studies could have in the same fields.
L’accezione di sicurezza urbana che si è imposta nella contemporaneità ha spostato l’attenzione... more L’accezione di sicurezza urbana che si è imposta nella contemporaneità ha spostato l’attenzione dalla tutela del cittadino alla criminalizzazione delle marginalità sociali, riducendo la complessità della convivenza urbana a un problema di ordine pubblico. Negli ultimi anni stiamo assistendo a una canalizzazione di disagi e insicurezze nella condanna del degrado, attraverso quella serie di provvedimenti che mirano al chimerico concetto di decoro, perseguendo un’idea di città in cui marginalità e batteri sociali non si vedano.
La prostituzione outdoor rientra nei fenomeni così perseguitati: nonostante il suo esercizio sia legale in Italia, un notevole sforzo creativo da parte di forze dell’ordine e amministrazioni produce escamotages per contenerla e controllarla attraverso la gestione spaziale (decreti, ordinanze, pattugliamenti).
La conseguenza delle politiche di coercizione, esplicite o implicite, è lo spostamento dei sex workers in zone diverse, aree più periferiche o strade più buie, e al relativo adeguamento dei clienti. Si tratta di una geografia in perenne divenire, che cerca costantemente di forzare i limiti del proprio confinamento adottando tattiche di mobilità e resistenza, e che può essere strumentalizzata per innescare, assecondare o frenare i cambiamenti di alcuni brani di città.
Papers by Serena Olcuire
The many lives of degrado. ETNOGRAFIA E RICERCA QUALITATIVA. - ISSN 1973-3194. - 17:1(2024), pp. 143-166. , 2024
This contribution is rooted in an ethnographic exploration conducted in Rome aimed at investigati... more This contribution is rooted in an ethnographic exploration conducted in Rome aimed at investigating the urban geographies of street sex workers. Capturing the voices of those entangled in the phenomenon, including trans sex workers and their «neighbors», two case studies will exemplify the complex interactions between sex workers, residents, and urban spaces. In fact, while the city government strives to distance and confine the presences perceived as disturbing, degrado areas constitute a space of possibility for some non-normative subjectivities or practices. This potential extends beyond mere survival, encompassing the formation of diverse relationships. Drawing on literature from feminist and critical geography, urban studies, and political ecology, this contribution explores the relational ecologies of degrado, hoping that their recognition could redefine how policymakers understand and govern places that stimulate us to innovate the categories by which we recognize communal living.
Tedesco C., Marchigiani E. (a cura di, 2024) Partecipazione, inclusione e gestione dei conflitti nei processi di governo del territorio Atti della XXV Conferenza Nazionale SIU Transizioni, giustizia spaziale e progetto di territorio Cagliari, 15-16 giugno 2023, vol. 07 Planum Publisher e Società ..., 2024
Il contributo emerge dall’osservazione diretta di numerose esternalità positive delle pratiche di... more Il contributo emerge dall’osservazione diretta di numerose esternalità positive delle pratiche di autorganizzazione, riconoscibili e sostenibili dalle politiche urbane. Tra queste, la circolarità economica, la capacitazione e il coinvolgimento di soggetti tradizionalmente esclusi dalla vita pubblica, la possibilità di mettere in moto processi che coltivano la capacità di immaginarsi altrimenti, di formulare futuro per sé stessi e per il proprio territorio: tre dimensioni strettamente interconnesse, che insieme possono contribuire alla costruzione di forme di sviluppo locale sostenibile e integrato. A partire dal caso del Quarticciolo, borgata storica romana dove una rete di realtà autorganizzate ha elaborato un vero e proprio masterplan (Abbiamo un piano) per la rigenerazione del quartiere, il contributo espliciterà le diverse modalità con cui la rete ha dimostrato capacità di generare economie locali, coinvolgere soggettività tradizionalmente escluse dai processi decisionali, sollecitare l’immaginazione di futuro; presenterà, infine, alcune conclusioni sul lavoro del Laboratorio di Quartiere condotto dal LabSU (DICEA, Sapienza Università di Roma), finanziato dall’assessorato all’urbanistica del Comune di Roma, e sulla necessità di fare cerniera con le amministrazioni locali.
Selvario. Guida alle parole della selva, 2023
A partire da due casi (l'esplosione del torrente tombato a San Martino Valle Caudina e l'emersion... more A partire da due casi (l'esplosione del torrente tombato a San Martino Valle Caudina e l'emersione dei laghi freatici nella cave abusive di Castel Volturno), il contributo indaga la possibilità di sovversione da parte di un elemento naturale, attingendo a una letteratura che passa per l'ANT, il recupero di valore, l'estrattivismo e l'agency distribuita del desiderio.
Memorie in movimento a Tor Bella Monaca. Un approccio per ricercare il senso dei luoghi (Francesco Montillo, Edifir 2023), 2023
Il contributo interroga significati, potenzialità e prospettive di cambiamento nella ricostruzion... more Il contributo interroga significati, potenzialità e prospettive di cambiamento nella ricostruzione della memoria collettiva. A partire dall'esperienza del progetto "MeMo-Memorie in Movimento a Tor Bella Monaca", propone una riflessione sulle potenzialità di quelli che definisce 'contromonumenti' nel costruire capacità di aspirare a, immaginare e costruire futuri altri, una parte integrante di qualsiasi processo di rigenerazione urbana.
New Words New World, 2023
Il breve contributo riflette provocatoriamente su potenzialità e limiti delle pratiche di autorga... more Il breve contributo riflette provocatoriamente su potenzialità e limiti delle pratiche di autorganizzazione, sul ruolo delle politiche pubbliche nel soddisfare i bisogni di chi non ha risorse per permettersi l'autorganizzazione, sul meccanismo di assegnazione di fondi e finanziamenti che rispondono a bisogni diversi da quelli espressi dai territori.
Atti Della XXIV Conferenza Nazionale SIU - Società Italiana degli Urbanisti, Dare Valore ai Valori in Urbanistica, 2023
Il contributo proposto prende le mosse da una ricerca sulla possibilità delle pratiche artistiche... more Il contributo proposto prende le mosse da una ricerca sulla possibilità delle pratiche artistiche e culturali di offrirsi come strumenti di attivazione di processi e progettualità territoriali, guardando in particolare al caso delle cosiddette aree interne. Concentrandosi sul territorio italiano, dopo una prima fase di ricognizione, mappatura e selezione di casi studio, la ricerca ha esplorato alcune delle questioni che tali esperienze sollevano. Nonostante la difficoltà del riconoscimento dei possibili esiti territoriali di tali pratiche, che suggeriscono un ripensamento degli indicatori per la valutazione di impatto in favore di criteri e indicatori tendenzialmente qualitativi, il contributo raccoglie una breve lettura degli effetti territoriali riconosciuti durante la ricerca per poi approfondirne uno particolarmente rilevante per le discipline che si occupa del governo del territorio: la produzione di rappresentazioni e immaginari territoriali inediti, spesso alternativi a quelli dominanti, incoraggiando visioni di futuro autoctone, insolite e innovative.
Attraverso una breve descrizione di quattro casi studio, si espliciterà le modalità impreviste con cui le pratiche diventano indirettamente dispositivi di formazione e capacitazione collettiva per l’immaginazione e la trasformazione del proprio territorio. Anche e soprattutto alla luce delle recenti iniezioni di fondi comunitari e nazionali sulle aree interne, leggere come queste pratiche possano entrare potenzialmente in dialogo con altre politiche di intervento ambisce a contribuire a una loro integrazione nella cassetta degli attrezzi di progettisti e pianificatori.
New Metropolitan Perspectives. Post COVID Dynamics: Green and Digital Transition, between Metropolitan and Return to Villages Perspectives (Lecture Notes in Networks and Systems Volume 482, Springer), 2022
Among the consequences of multiple phenomena, including planetary urbanization, the long cycle of... more Among the consequences of multiple phenomena, including planetary urbanization, the long cycle of neoliberal policies, the rise of the platform economy and finally the pandemic crisis, has taken place a radical transformation of living – physical, social, and anthropological - linked to processes of increasing marginalization and peripheralization. Parallel to a decreasing ability of public authorities to regulate the economy and govern transformations, there is an evident and growing protagonism of civil society, whose very heterogeneous forms have often been unified through the ‘quasi-concept’ of ‘social innovation’. The paper aims to test the usefulness of this concept starting from the research-action approach adopted by LabSU - Laboratory of Urban Studies ‘Territori dell’abitare’ (DICEA, Sapienza University of Rome), and from three cases of application of this approach in the context of the suburbs of Rome. Starting from a process perspective in the interpretation of social innovation, the three cases in question suggest a series of inductive theoretical considerations. First of all, they show that the “Janus-face” of social innovation can be properly adopted and disambiguated only by understanding it as a dynamic and multidimensional process of societal change. As shown by the three cases described, characterized by a homogeneous context and very diverse processes, there are no universal formulas that have value regardless of the contingencies of contexts and processes, while it is crucial recognize the transformative capacities of the local actors and support of forms of self-organization that they put in place. In this sense, the role of the university takes on great importance both in discriminating between different practices and in making things happen, especially promoting horizontal and vertical collaboration and setting collaborative environments and lived spaces, be they physical or digital.
Tracce Urbane, 12, pp. 225-249, 2022
Le città sono oggi tendenzialmente disseminate di laboratori e reti sociali che mirano a farsi st... more Le città sono oggi tendenzialmente disseminate di laboratori e reti sociali che mirano a farsi strumento di aggregazione, progettazione e trasformazione del territorio, con l’intento non sempre facile di contribuire alla rigenerazione socio- territoriale di contesti periferici (Cellamare, 2019). A partire dalla riflessione su alcuni quesiti fondamentali relativi al tema della rigenerazione integrata dal basso, il contributo avanza alcune proposte interpretative e metodologiche elaborando quanto emerso dall’attività di ricerca-azione condotta dal LabSU- Laboratorio di Studi Urbani ‘Territori dell’abitare’ (DICEA, Sapienza Università di Roma) in tre quartieri della periferia di Roma: Centocelle, Quarticciolo e Tor Bella Monaca. In particolare, si mettono evidenza due elementi fondamentali: da un lato la necessità di immaginare, progettare e costruire nuovi spazi di convivenza, nuove modalità dell’abitare e nuove relazioni produttive a partire dalle esperienze e dai percorsi in atto nei territori; dall’altro l’importanza e la complessità del ruolo dell’Università nel favorire questi processi finalizzati alla costruzione di relazioni e collaborazione tra i diversi attori del territorio, sia orizzontalmente che verticalmente.
Today’s city is scattered with many social laboratories that tend to be an instrument of aggregation, planning and land transformation, with a difficult intent: helping the socio-territorial regeneration of places that have now become degraded (Cellamare, 2019). Starting from a reflection on some fundamental questions related to the theme of an integrated bottom-up urban regeneration, the paper advances some interpretative and methodological proposals, elaborating what emerged from the research-action activity carried out by the LabSU-Laboratory of Urban Studies ‘Territori dell’abitare’ (DICEA, Sapienza University of Rome), in three districts on the outskirts of Rome: Centocelle, Quarticciolo and Tor Bella Monaca. In particular, two fundamental issues are highlighted: on the one hand, the need to imagine, design and build new spaces for coexistence, new ways of living and new relations of production starting from the experiences and paths in place in the territories; on the other hand, the importance and complexity of the role of the university, in encouraging these processes aimed at building collaboration between the various local actors, both horizontally and vertically.
iQuaderni di U3 n.25, 2020
La rimozione di determinati corpi (e i relativi usi dello spazio) dalle strade delle città italia... more La rimozione di determinati corpi (e i relativi usi dello spazio) dalle strade delle città italiane ci interpella sulla concezione e sul governo dello spazio pubblico e della cultura civica urbana che questo esprime. Il contributo guarda al cosiddetto Daspo urbano, lo strumento di gestione della sicurezza urbana proposto dal noto Decreto Minniti del 2017, che attraverso una redistribuzione di potere agli amministratori locali lavora all’epurazione dagli spazi dei flussi urbani dei soggetti che, pur non avendo commesso reati, sono da considerarsi scomodi per la loro stessa presenza.
Il monitoraggio delle notizie pubblicate online (per sedici mesi a cavallo tra 2017 e 2018) ha permesso un’analisi dello strumento e delle prime modalità con cui è stato applicato, mettendone in luce duttilità ed efficacia: attraverso una delimitazione immateriale il Daspo urbano è potenzialmente attivo ovunque, sorta di panopticon urbano.
Le conclusioni suggeriscono come la gestione della pandemia da Covid19 abbia permesso a una collettività molto più ampia di sperimentare – seppur temporaneamente – il peso di politiche che comprimono la sfera dei diritti e delle libertà individuali, nessuno escluso.
The removal of certain bodies (and related uses of space) from the streets of Italian cities questions us about the governance of public space and the urban civic culture that this expresses. The contribution examines the so-called Daspo urbano, the tool for the management of urban security proposed by the well-known Decreto Minniti of 2017. Through a redistribution of power to local administrators, the Daspo works on the purge from the spaces of urban flows of subjects who, although they have not committed crimes, are to be considered inconvenient by their very presence.
The monitoring of online news (for sixteen months between 2017 and 2018) allowed an analysis of the tool and the first ways it was applied, highlighting its pliability and effectiveness: through an immaterial delimitation, the Daspo urbano is potentially active everywhere, as a sort of urban panopticon. Conclusions suggest how the management of the Covid19 pandemic has allowed a much wider community to experience – albeit temporarily – the weight of policies that compress the sphere of individual rights and freedoms, no one excluded.
Tracce Urbane, 12/2022, pp. 41-68, 2022
IL PAPER È DISPONIBILE ONLINE OPEN ACCESS SULLA PIATTAFORMA DI TRACCE URBANE
Riconoscendo la pot... more IL PAPER È DISPONIBILE ONLINE OPEN ACCESS SULLA PIATTAFORMA DI TRACCE URBANE
Riconoscendo la potenzialità trasformativa delle pratiche che ‘fanno città’ dal basso (Cellamare, 2019), come tradurre il fermento dal basso in un metodo strategico «per creare e guidare (una gamma di) futuri migliori per un luogo sulla base di valori condivisi»? (Albrechts e Balducci, 2013).Il contributo proposto, prendendo le mosse dallo studio di caso del Quarticciolo, borgata di edilizia pubblica romana, porta alla luce una forma virtuosa di rigenerazione urbana dal basso. Il processo, costruito con pratiche quotidiane di riappropriazione di spazi in disuso, mutualismo e capacitazione politica, si sta ora sperimentando nella costruzione di nuove, difficili interlocuzioni con alcune istituzioni di prossimità.La riflessione intende interrogare criticamente alcuni aspetti del processo in corso, a partire dall’analisi di alcuni strumenti di traduzione e mediazione tra ‘alto’ e ‘basso’ proposti e messi alla prova in questo contesto: un Manuale di futuro e un Polo civico.Se per un verso l’esperienza sollecita una riflessione sul ruolo che urbanistз e policy makers assumono in questa fase storica, disegnando processi e facendosi portatori di istanze ‘verso l’alto’, essa evidenzia anche un’importante debolezza di questo ambito di operazioni: come si creano le condizioni per innescare processi di innovazione trasformativa in ambiti dove l’energia sociale non ha trovato spazio, forma, voce? Come i processi locali possono informare strategie strutturate di scala vasta, come quella metropolitana, che ambisca a favorire un cambiamento sistemico e sul lungo periodo nelle modalità di riduzione dei divari territoriali?
in H. Bows, A. Fileborn (a cura di), Geographies of Gender-Based Violence: a multi-disciplinary perspective, Bristol University Press, Bristol, pp. 21-35. ISBN: 9781529214505, 2022
In this chapter, we outline some Italian feminist reflections and practices relating to the link ... more In this chapter, we outline some Italian feminist reflections and practices relating to the link between urban space and gender-based violence, focusing on the shift from an idea of security towards one of self-determination in public space. In order to map the Italian debate through our theoretical and empirical work, we will sketch out three meaningful dimensions. First, we outline the shift in the literature on women and LGBTQIA+ subjectivities and the city from an understanding of security to self-determination, by redefining the notion of gender-based violence. Then, we will describe certain feminist and transfeminist movements’ activities in urban spaces as an example of self-determination from below. Finally, we will propose some emerging insights from the contemporary pandemic context. By combining the experiences and contributions that we collected, we aim to provide a picture of a feminist city.
Sul fronte del sisma. Una inchiesta militante sul post-terremoto dell'Appennino centrale (2016-2017), 2018
La serie di eventi sismici che dal 24 agosto 2016 ha colpito l’Appennino centrale, investendo qua... more La serie di eventi sismici che dal 24 agosto 2016 ha colpito l’Appennino centrale, investendo quattro regioni, distruggendo migliaia di frazioni e lasciando decine di migliaia di persone senza casa, è uno dei disastri socio-naturali più significativi della storia recente d’Italia. Alla grave sequenza di scosse è succeduto il caos di un’emergenza che, tra risposte istituzionali equivoche e macerie immobili, ha lasciato segni indelebili sui territori colpiti. Le traiettorie degli sfollati si sono declinate a seconda delle rispettive capacità di accesso ai capitali relazionali, economici e culturali, mentre le aree colpite si sono trasformate in un campo di battaglia. Una battaglia combattuta a mezzo di ordinanze, installazioni temporanee, affitti e container. Una lotta per la sopravvivenza delle aree interne contro speculazione, abbandono e strategie di rilancio economico eterodirette.
Il paper presenta un'analisi critica della genesi e delle ricadute delle SAE, Soluzioni Abitative d'Emergenza messe in campo per la prima volta, e con enormi ritardi, per la seconda emergenza del sisma in centro Italia. Il lavoro è stato portato avanti dal collettivo di ricerca militante Emidio di Treviri.
Saperi territorializzati, 2021
Gli impatti dei cambiamenti climatici sulle aree non urbane sono sempre più evidenti, nonostante ... more Gli impatti dei cambiamenti climatici sulle aree non urbane sono sempre più evidenti, nonostante la carenza di ricerche sul tema; la stessa Strategia Nazionale per gli Adattamenti Climatici indica come le aree montane della penisola subiranno effetti tre volte superiori a quelli della media mondiale; l'incremento delle temperature comporta l'accelerazione del processo di ritiro dei ghiacciai, si accompagna a una significativa diminuzione delle precipitazioni estive (incidendo, dunque, sulle disponibilità idriche di aree a forte vocazione produttiva agricola) e all'incremento delle precipitazioni invernali (sempre più sotto forma di pioggia e non di neve); questo comporta trasformazio..
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Le voci delle diverse soggettività coinvolte – le sex worker, le soggettività trans, le cittadine e i cittadini di alcuni quartieri periferici di Roma – sono messe in dialogo con una ricostruzione delle politiche istituzionali sulla prostituzione in Europa e in Italia, ma anche con una riflessione sulle politiche di costruzione e governo dello spazio urbano attraverso un’ottica di genere, inserendosi così nel filone di studi che mirano a riconoscere la violenza strutturale che lo spazio urbano esercita su chi lo attraversa con un corpo femminile.
Aprire spazi. Dialoghi per interrogare e sovvertire la violenza strutturale dello spazio urbano (Chiara Belingardi, Federica Castelli, Serena Olcuire)
GENEALOGIE. Intessere racconti altri tra passato e futuro
Riandare alle origini per scardinare l’idea di città patriarcale e immaginare altre forme di urbanità possibili (Lidia Decandia)
Costruite per le donne, costruite dalle donne. Produzione di spazi femminili dai Women’s Building alle case delle donne (Claudia Mattogno)
Architetta non si nasce, lo si diventa (Chiara Belingardi)
IMMAGINARI. Interrogare l’esistente a partire dal desiderio
Città stellari (Federica Giardini)
Violenza e spazio urbano. Oltre la sicurezza, verso l’autodeterminazione (Federica Castelli)
Mappe del desiderio. Spazi safe e pratiche transfemministe di riappropriazione dell’urbano (Giada Bonu)
Città a misura di donne o donne a misura di città? La mappatura come strumento di governo e sovversione del rapporto tra sicurezza e genere (Serena Olcuire)
Soggettività molteplici nello spazio urbano (Cristina Mattiucci)
La città dei corpi indecorosi: femminismi, spazi urbani e politiche securitarie in Italia (Miriam Tola)
INVENZIONI. Mettiamoci i corpi, prendiamoci gli spazi
Lo spazio-corpo come laboratorio: the body strikes back (Rachele Borghi)
Presenze indecorose: pratiche femministe oltre le politiche securitarie. Intervista con Viola su Tuba Bazar (Fabio Bertoni, Simone Tulumello)
Comitati di quartiere e riproduzione sociale tra sperimentazione e contraddizioni (Sara Pierallini, Martina Tontodonati)
La città femminista che meritiamo di vivere (Lucha y Siesta)
ARCIPELAGA, una città transfemminista e antispecista (TerraCorpiTerritorieSpaziUrbani)
Carta della città femminista (Non Una Di Meno – Padova)
Note per una risignificazione femminista dello spazio urbano. Dalla toponomastica allo sciopero transnazionale (Alina Dambrosio)
La potenza delle pratiche. Note sulla giornata ‘La libertà è una passeggiata’ (Isabella Pinto)
(in)Movement – su quello che si muove anche dentro. Azione
performativo-poetica di apertura alla giornata di studi (Paula Carrara)
Conference Presentations by Serena Olcuire
nificant instances have recently emerged in Montegallo, a small village nearby Monte Vettore: on one side the attempt to define an alternative to the institu- tional ‘perimetrations’, on the other side the self-built restoration proposal to obtain a common space from an ancient unused stable.
The ‘perimetration’ is an instrument adopted by the Order of the Commis- sioner No. 25 of 2017 for delimiting areas with specific characteristics, within which to develop specific Urban Restoration Plans for post-earthquake recon- struction. This instrument has been criticised by residents, who fear the long urban planning timeframe that could lead to the complete abandonment of en- tire villages. Therefore, a group composed of inhabitants and local technicians have proposed a ‘de-perimetration’, substituting it with direct reconstruction plans based on participatory processes.
The self-built restoration proposal concerns instead the village of Forca, which is uninhabited during the winter and heavily damaged by the earthquake (70% of the buildings are declared condemned). The comunanza (a kind of agrarian community) with some residents asked Emidio di Treviri research group to support them to start a process of “re-imagination” and self-built res- toration of a small building used as a stable in the past; nowdays the building is completely abandoned but seen by the inhabitants as a great opportunity to create a community space.
What is happening in Montegallo highlights some of the local population attempts to reclaim the local territory management. Furthermore, it allows to make remarks on the quality of decision-making process that have been pro- posed by the institutions: these processes are focusing on a specific approach that does not recognise the ‘collective aspects’ but only the ‘individual aspects’ indeed; also, it allows to make considerations about some forms of ‘seasonal dwelling’ to contrast the mountain abandonment.
Questo paper individua sinteticamente due paradigmi di governo spaziale della prostituzione, quello del contenimento e quello dell’esclusione, per poi analizzare la situazione italiana e la questione delle ordinanze, che stigmatizzano determinate condotte sessuali e perpetuano alcune rappresentazioni del corpo femminile. La conseguenza delle politiche di coercizione è lo spostamento delle sex workers in aree più periferiche o strade più buie. Si tratta di una geografia in perenne divenire, che cerca costantemente di forzare i limiti del proprio confinamento adottando tattiche di mobilità e resistenza, riaffermando il proprio diritto alla città e allo spazio pubblico. La lettura attraverso il filtro del genere permette di evidenziare come il governo spaziale della prostituzione si riveli l’ennesima strumentalizzazione dei corpi delle donne: in nome di questi vengono formulate politiche securitarie che sembrano non poter prescindere dalla negazione del diritto alla città degli stessi corpi, ma di altre
donne.
The contribution is born from a collective research path. It reflects on the invisibility of the role that feminism has played in the disciplines of architecture and urbanism in Italy, and raises some questions about the scope that contributions of gender and queer studies could have in the same fields.
La prostituzione outdoor rientra nei fenomeni così perseguitati: nonostante il suo esercizio sia legale in Italia, un notevole sforzo creativo da parte di forze dell’ordine e amministrazioni produce escamotages per contenerla e controllarla attraverso la gestione spaziale (decreti, ordinanze, pattugliamenti).
La conseguenza delle politiche di coercizione, esplicite o implicite, è lo spostamento dei sex workers in zone diverse, aree più periferiche o strade più buie, e al relativo adeguamento dei clienti. Si tratta di una geografia in perenne divenire, che cerca costantemente di forzare i limiti del proprio confinamento adottando tattiche di mobilità e resistenza, e che può essere strumentalizzata per innescare, assecondare o frenare i cambiamenti di alcuni brani di città.
Papers by Serena Olcuire
Attraverso una breve descrizione di quattro casi studio, si espliciterà le modalità impreviste con cui le pratiche diventano indirettamente dispositivi di formazione e capacitazione collettiva per l’immaginazione e la trasformazione del proprio territorio. Anche e soprattutto alla luce delle recenti iniezioni di fondi comunitari e nazionali sulle aree interne, leggere come queste pratiche possano entrare potenzialmente in dialogo con altre politiche di intervento ambisce a contribuire a una loro integrazione nella cassetta degli attrezzi di progettisti e pianificatori.
Today’s city is scattered with many social laboratories that tend to be an instrument of aggregation, planning and land transformation, with a difficult intent: helping the socio-territorial regeneration of places that have now become degraded (Cellamare, 2019). Starting from a reflection on some fundamental questions related to the theme of an integrated bottom-up urban regeneration, the paper advances some interpretative and methodological proposals, elaborating what emerged from the research-action activity carried out by the LabSU-Laboratory of Urban Studies ‘Territori dell’abitare’ (DICEA, Sapienza University of Rome), in three districts on the outskirts of Rome: Centocelle, Quarticciolo and Tor Bella Monaca. In particular, two fundamental issues are highlighted: on the one hand, the need to imagine, design and build new spaces for coexistence, new ways of living and new relations of production starting from the experiences and paths in place in the territories; on the other hand, the importance and complexity of the role of the university, in encouraging these processes aimed at building collaboration between the various local actors, both horizontally and vertically.
Il monitoraggio delle notizie pubblicate online (per sedici mesi a cavallo tra 2017 e 2018) ha permesso un’analisi dello strumento e delle prime modalità con cui è stato applicato, mettendone in luce duttilità ed efficacia: attraverso una delimitazione immateriale il Daspo urbano è potenzialmente attivo ovunque, sorta di panopticon urbano.
Le conclusioni suggeriscono come la gestione della pandemia da Covid19 abbia permesso a una collettività molto più ampia di sperimentare – seppur temporaneamente – il peso di politiche che comprimono la sfera dei diritti e delle libertà individuali, nessuno escluso.
The removal of certain bodies (and related uses of space) from the streets of Italian cities questions us about the governance of public space and the urban civic culture that this expresses. The contribution examines the so-called Daspo urbano, the tool for the management of urban security proposed by the well-known Decreto Minniti of 2017. Through a redistribution of power to local administrators, the Daspo works on the purge from the spaces of urban flows of subjects who, although they have not committed crimes, are to be considered inconvenient by their very presence.
The monitoring of online news (for sixteen months between 2017 and 2018) allowed an analysis of the tool and the first ways it was applied, highlighting its pliability and effectiveness: through an immaterial delimitation, the Daspo urbano is potentially active everywhere, as a sort of urban panopticon. Conclusions suggest how the management of the Covid19 pandemic has allowed a much wider community to experience – albeit temporarily – the weight of policies that compress the sphere of individual rights and freedoms, no one excluded.
Riconoscendo la potenzialità trasformativa delle pratiche che ‘fanno città’ dal basso (Cellamare, 2019), come tradurre il fermento dal basso in un metodo strategico «per creare e guidare (una gamma di) futuri migliori per un luogo sulla base di valori condivisi»? (Albrechts e Balducci, 2013).Il contributo proposto, prendendo le mosse dallo studio di caso del Quarticciolo, borgata di edilizia pubblica romana, porta alla luce una forma virtuosa di rigenerazione urbana dal basso. Il processo, costruito con pratiche quotidiane di riappropriazione di spazi in disuso, mutualismo e capacitazione politica, si sta ora sperimentando nella costruzione di nuove, difficili interlocuzioni con alcune istituzioni di prossimità.La riflessione intende interrogare criticamente alcuni aspetti del processo in corso, a partire dall’analisi di alcuni strumenti di traduzione e mediazione tra ‘alto’ e ‘basso’ proposti e messi alla prova in questo contesto: un Manuale di futuro e un Polo civico.Se per un verso l’esperienza sollecita una riflessione sul ruolo che urbanistз e policy makers assumono in questa fase storica, disegnando processi e facendosi portatori di istanze ‘verso l’alto’, essa evidenzia anche un’importante debolezza di questo ambito di operazioni: come si creano le condizioni per innescare processi di innovazione trasformativa in ambiti dove l’energia sociale non ha trovato spazio, forma, voce? Come i processi locali possono informare strategie strutturate di scala vasta, come quella metropolitana, che ambisca a favorire un cambiamento sistemico e sul lungo periodo nelle modalità di riduzione dei divari territoriali?
Il paper presenta un'analisi critica della genesi e delle ricadute delle SAE, Soluzioni Abitative d'Emergenza messe in campo per la prima volta, e con enormi ritardi, per la seconda emergenza del sisma in centro Italia. Il lavoro è stato portato avanti dal collettivo di ricerca militante Emidio di Treviri.
Le voci delle diverse soggettività coinvolte – le sex worker, le soggettività trans, le cittadine e i cittadini di alcuni quartieri periferici di Roma – sono messe in dialogo con una ricostruzione delle politiche istituzionali sulla prostituzione in Europa e in Italia, ma anche con una riflessione sulle politiche di costruzione e governo dello spazio urbano attraverso un’ottica di genere, inserendosi così nel filone di studi che mirano a riconoscere la violenza strutturale che lo spazio urbano esercita su chi lo attraversa con un corpo femminile.
Aprire spazi. Dialoghi per interrogare e sovvertire la violenza strutturale dello spazio urbano (Chiara Belingardi, Federica Castelli, Serena Olcuire)
GENEALOGIE. Intessere racconti altri tra passato e futuro
Riandare alle origini per scardinare l’idea di città patriarcale e immaginare altre forme di urbanità possibili (Lidia Decandia)
Costruite per le donne, costruite dalle donne. Produzione di spazi femminili dai Women’s Building alle case delle donne (Claudia Mattogno)
Architetta non si nasce, lo si diventa (Chiara Belingardi)
IMMAGINARI. Interrogare l’esistente a partire dal desiderio
Città stellari (Federica Giardini)
Violenza e spazio urbano. Oltre la sicurezza, verso l’autodeterminazione (Federica Castelli)
Mappe del desiderio. Spazi safe e pratiche transfemministe di riappropriazione dell’urbano (Giada Bonu)
Città a misura di donne o donne a misura di città? La mappatura come strumento di governo e sovversione del rapporto tra sicurezza e genere (Serena Olcuire)
Soggettività molteplici nello spazio urbano (Cristina Mattiucci)
La città dei corpi indecorosi: femminismi, spazi urbani e politiche securitarie in Italia (Miriam Tola)
INVENZIONI. Mettiamoci i corpi, prendiamoci gli spazi
Lo spazio-corpo come laboratorio: the body strikes back (Rachele Borghi)
Presenze indecorose: pratiche femministe oltre le politiche securitarie. Intervista con Viola su Tuba Bazar (Fabio Bertoni, Simone Tulumello)
Comitati di quartiere e riproduzione sociale tra sperimentazione e contraddizioni (Sara Pierallini, Martina Tontodonati)
La città femminista che meritiamo di vivere (Lucha y Siesta)
ARCIPELAGA, una città transfemminista e antispecista (TerraCorpiTerritorieSpaziUrbani)
Carta della città femminista (Non Una Di Meno – Padova)
Note per una risignificazione femminista dello spazio urbano. Dalla toponomastica allo sciopero transnazionale (Alina Dambrosio)
La potenza delle pratiche. Note sulla giornata ‘La libertà è una passeggiata’ (Isabella Pinto)
(in)Movement – su quello che si muove anche dentro. Azione
performativo-poetica di apertura alla giornata di studi (Paula Carrara)
nificant instances have recently emerged in Montegallo, a small village nearby Monte Vettore: on one side the attempt to define an alternative to the institu- tional ‘perimetrations’, on the other side the self-built restoration proposal to obtain a common space from an ancient unused stable.
The ‘perimetration’ is an instrument adopted by the Order of the Commis- sioner No. 25 of 2017 for delimiting areas with specific characteristics, within which to develop specific Urban Restoration Plans for post-earthquake recon- struction. This instrument has been criticised by residents, who fear the long urban planning timeframe that could lead to the complete abandonment of en- tire villages. Therefore, a group composed of inhabitants and local technicians have proposed a ‘de-perimetration’, substituting it with direct reconstruction plans based on participatory processes.
The self-built restoration proposal concerns instead the village of Forca, which is uninhabited during the winter and heavily damaged by the earthquake (70% of the buildings are declared condemned). The comunanza (a kind of agrarian community) with some residents asked Emidio di Treviri research group to support them to start a process of “re-imagination” and self-built res- toration of a small building used as a stable in the past; nowdays the building is completely abandoned but seen by the inhabitants as a great opportunity to create a community space.
What is happening in Montegallo highlights some of the local population attempts to reclaim the local territory management. Furthermore, it allows to make remarks on the quality of decision-making process that have been pro- posed by the institutions: these processes are focusing on a specific approach that does not recognise the ‘collective aspects’ but only the ‘individual aspects’ indeed; also, it allows to make considerations about some forms of ‘seasonal dwelling’ to contrast the mountain abandonment.
Questo paper individua sinteticamente due paradigmi di governo spaziale della prostituzione, quello del contenimento e quello dell’esclusione, per poi analizzare la situazione italiana e la questione delle ordinanze, che stigmatizzano determinate condotte sessuali e perpetuano alcune rappresentazioni del corpo femminile. La conseguenza delle politiche di coercizione è lo spostamento delle sex workers in aree più periferiche o strade più buie. Si tratta di una geografia in perenne divenire, che cerca costantemente di forzare i limiti del proprio confinamento adottando tattiche di mobilità e resistenza, riaffermando il proprio diritto alla città e allo spazio pubblico. La lettura attraverso il filtro del genere permette di evidenziare come il governo spaziale della prostituzione si riveli l’ennesima strumentalizzazione dei corpi delle donne: in nome di questi vengono formulate politiche securitarie che sembrano non poter prescindere dalla negazione del diritto alla città degli stessi corpi, ma di altre
donne.
The contribution is born from a collective research path. It reflects on the invisibility of the role that feminism has played in the disciplines of architecture and urbanism in Italy, and raises some questions about the scope that contributions of gender and queer studies could have in the same fields.
La prostituzione outdoor rientra nei fenomeni così perseguitati: nonostante il suo esercizio sia legale in Italia, un notevole sforzo creativo da parte di forze dell’ordine e amministrazioni produce escamotages per contenerla e controllarla attraverso la gestione spaziale (decreti, ordinanze, pattugliamenti).
La conseguenza delle politiche di coercizione, esplicite o implicite, è lo spostamento dei sex workers in zone diverse, aree più periferiche o strade più buie, e al relativo adeguamento dei clienti. Si tratta di una geografia in perenne divenire, che cerca costantemente di forzare i limiti del proprio confinamento adottando tattiche di mobilità e resistenza, e che può essere strumentalizzata per innescare, assecondare o frenare i cambiamenti di alcuni brani di città.
Attraverso una breve descrizione di quattro casi studio, si espliciterà le modalità impreviste con cui le pratiche diventano indirettamente dispositivi di formazione e capacitazione collettiva per l’immaginazione e la trasformazione del proprio territorio. Anche e soprattutto alla luce delle recenti iniezioni di fondi comunitari e nazionali sulle aree interne, leggere come queste pratiche possano entrare potenzialmente in dialogo con altre politiche di intervento ambisce a contribuire a una loro integrazione nella cassetta degli attrezzi di progettisti e pianificatori.
Today’s city is scattered with many social laboratories that tend to be an instrument of aggregation, planning and land transformation, with a difficult intent: helping the socio-territorial regeneration of places that have now become degraded (Cellamare, 2019). Starting from a reflection on some fundamental questions related to the theme of an integrated bottom-up urban regeneration, the paper advances some interpretative and methodological proposals, elaborating what emerged from the research-action activity carried out by the LabSU-Laboratory of Urban Studies ‘Territori dell’abitare’ (DICEA, Sapienza University of Rome), in three districts on the outskirts of Rome: Centocelle, Quarticciolo and Tor Bella Monaca. In particular, two fundamental issues are highlighted: on the one hand, the need to imagine, design and build new spaces for coexistence, new ways of living and new relations of production starting from the experiences and paths in place in the territories; on the other hand, the importance and complexity of the role of the university, in encouraging these processes aimed at building collaboration between the various local actors, both horizontally and vertically.
Il monitoraggio delle notizie pubblicate online (per sedici mesi a cavallo tra 2017 e 2018) ha permesso un’analisi dello strumento e delle prime modalità con cui è stato applicato, mettendone in luce duttilità ed efficacia: attraverso una delimitazione immateriale il Daspo urbano è potenzialmente attivo ovunque, sorta di panopticon urbano.
Le conclusioni suggeriscono come la gestione della pandemia da Covid19 abbia permesso a una collettività molto più ampia di sperimentare – seppur temporaneamente – il peso di politiche che comprimono la sfera dei diritti e delle libertà individuali, nessuno escluso.
The removal of certain bodies (and related uses of space) from the streets of Italian cities questions us about the governance of public space and the urban civic culture that this expresses. The contribution examines the so-called Daspo urbano, the tool for the management of urban security proposed by the well-known Decreto Minniti of 2017. Through a redistribution of power to local administrators, the Daspo works on the purge from the spaces of urban flows of subjects who, although they have not committed crimes, are to be considered inconvenient by their very presence.
The monitoring of online news (for sixteen months between 2017 and 2018) allowed an analysis of the tool and the first ways it was applied, highlighting its pliability and effectiveness: through an immaterial delimitation, the Daspo urbano is potentially active everywhere, as a sort of urban panopticon. Conclusions suggest how the management of the Covid19 pandemic has allowed a much wider community to experience – albeit temporarily – the weight of policies that compress the sphere of individual rights and freedoms, no one excluded.
Riconoscendo la potenzialità trasformativa delle pratiche che ‘fanno città’ dal basso (Cellamare, 2019), come tradurre il fermento dal basso in un metodo strategico «per creare e guidare (una gamma di) futuri migliori per un luogo sulla base di valori condivisi»? (Albrechts e Balducci, 2013).Il contributo proposto, prendendo le mosse dallo studio di caso del Quarticciolo, borgata di edilizia pubblica romana, porta alla luce una forma virtuosa di rigenerazione urbana dal basso. Il processo, costruito con pratiche quotidiane di riappropriazione di spazi in disuso, mutualismo e capacitazione politica, si sta ora sperimentando nella costruzione di nuove, difficili interlocuzioni con alcune istituzioni di prossimità.La riflessione intende interrogare criticamente alcuni aspetti del processo in corso, a partire dall’analisi di alcuni strumenti di traduzione e mediazione tra ‘alto’ e ‘basso’ proposti e messi alla prova in questo contesto: un Manuale di futuro e un Polo civico.Se per un verso l’esperienza sollecita una riflessione sul ruolo che urbanistз e policy makers assumono in questa fase storica, disegnando processi e facendosi portatori di istanze ‘verso l’alto’, essa evidenzia anche un’importante debolezza di questo ambito di operazioni: come si creano le condizioni per innescare processi di innovazione trasformativa in ambiti dove l’energia sociale non ha trovato spazio, forma, voce? Come i processi locali possono informare strategie strutturate di scala vasta, come quella metropolitana, che ambisca a favorire un cambiamento sistemico e sul lungo periodo nelle modalità di riduzione dei divari territoriali?
Il paper presenta un'analisi critica della genesi e delle ricadute delle SAE, Soluzioni Abitative d'Emergenza messe in campo per la prima volta, e con enormi ritardi, per la seconda emergenza del sisma in centro Italia. Il lavoro è stato portato avanti dal collettivo di ricerca militante Emidio di Treviri.
In un contesto storico in cui le politiche gender-oriented sono sempre più ricorrenti nel lessico quotidiano, si propone uno sguardo critico che, a partire dal posizionamento transfemminista, e da alcune delle sue pratiche collettive nello spazio pubblico, evidenzia ne interroga i risvolti talvolta contraddittori e propone uno spostamento dal paradigma della sicurezza a quello dell’autodeterminazione.
This contribution collects some reflections on the relationship between gender and urban spaces, starting from the disciplinary intersection between planning and philosophy and the encounter between thought and activism.
In a historical context in which gender-oriented policies are more and more recurrent in the daily lexicon, a critical view is proposed which, starting from transfeminist posture and some of its collective practices in public space, questions its sometimes contradictory implications and proposes a shift from the paradigm of security to that of self-determination.
Open Access PDF at https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/17501
In questo contributo si propone un carosello di progetti che esplorano le potenzialità della strategia CIRCO di generare forme di abitare aperte alle categorie considerate più inaccettabili, come le sex worker, gli homeless e i migranti in transito, dimostrando come, in fondo, si possa davvero pensare una città per tutte e tutti.
Special Issue "Fare e conoscere, insieme: superare gli ostacoli e le sfide della ricerca-azione per rendere il mondo un posto migliore / To do and know something together: overcoming the challenges of action-research in making better urban worlds". Tracce Urbane. Italian Journal of Urban Studies, a cura di Katherine Lambert-Pennington e Laura Saija, 2020.
a cura di / dossier coordonné par / edited by // Elisabetta Risi, Riccardo Pronzato & Cristina Mattiucci
Guest artist / artiste présenté / artista ospite // Tommaso Vaccarezza
http://www.urbanisticatre.uniroma3.it/dipsu/?portfolio=civita