Annalisa Costa
PhD - Dottorato in Studi Umanistici - Beni Culturali.
Dipartimento di Lettere e Filosofia
Università degli Studi di Trento
Via Tommaso Gar, 14 - 38122 Trento
La mia area di interesse è l'archeologia preistorica. Mi sono laureata in Lettere a “La Sapienza” di Roma con una tesi sulla preistoria del Vicino Oriente sul ruolo della decorazione nelle prime ceramiche neolitiche. Le tecniche di cottura della ceramica, esplorate attraverso l'uso dell'archeologia sperimentale, sono state invece il tema della tesi che mi ha permesso di specializzarmi in Archeologia preistorica presso l' Università degli Studi di Milano. Ho avuto esperienza in scavi di emergenza in diverse province della Lombardia (Brescia, Bergamo, Mantova e Cremona) e in scavi condotti da Università sia in Italia (Trentino, Puglia, Calabria e Sicilia) sia all’estero (Turchia, Svizzera). Ho collaborato con vari Musei (Museo Archeologico dell’Alto Mantovano di Cavriana, Museo civico archeologico di Ramacca), con il Dipartimento Lombardia e Valcamonica del CCSP partecipando ai campi di rilievo e all’ analisi delle incisioni rupestri in Valcamonica e diverse Associazioni culturali (Archeorama, Il Mondo Dentro, Amici della Natura). Mi sono occupata di ricerca, attività didattiche e laboratori. Negli ultimi anni ho approfondito la mia formazione con un dottorato di ricerca presso l’Università di Trento.
PhD: "Strutture di combustione a Lugo di Grezzana (VR). L'uso dell'archeologia sperimentale per l'interpretazione di processi archeologici".
Tutor: prof.ssa Annaluisa Pedrotti.
Diploma di Specializzazione (Post-graduated Specialization degree) in Archeologia-preistoria/protostoria, Università degli Studi di Milano. Tesi in Paletnologia, relatore Prof.ssa Annaluisa Pedrotti.
Laurea (Master degree) in Lettere, Facoltà di Scienze Umanistiche - Università "La Sapienza" di Roma. Tesi in Preistoria e Prostostoria del Vicino e Medio Oriente, relatore Marcella Frangipane.
Titolo tesi di laurea: "Caratteristiche e ruolo della decorazione nella ceramica neolitica della Cilicia e del litorale siriano tra VII e VI millennio a. C.
Dipartimento di Lettere e Filosofia
Università degli Studi di Trento
Via Tommaso Gar, 14 - 38122 Trento
La mia area di interesse è l'archeologia preistorica. Mi sono laureata in Lettere a “La Sapienza” di Roma con una tesi sulla preistoria del Vicino Oriente sul ruolo della decorazione nelle prime ceramiche neolitiche. Le tecniche di cottura della ceramica, esplorate attraverso l'uso dell'archeologia sperimentale, sono state invece il tema della tesi che mi ha permesso di specializzarmi in Archeologia preistorica presso l' Università degli Studi di Milano. Ho avuto esperienza in scavi di emergenza in diverse province della Lombardia (Brescia, Bergamo, Mantova e Cremona) e in scavi condotti da Università sia in Italia (Trentino, Puglia, Calabria e Sicilia) sia all’estero (Turchia, Svizzera). Ho collaborato con vari Musei (Museo Archeologico dell’Alto Mantovano di Cavriana, Museo civico archeologico di Ramacca), con il Dipartimento Lombardia e Valcamonica del CCSP partecipando ai campi di rilievo e all’ analisi delle incisioni rupestri in Valcamonica e diverse Associazioni culturali (Archeorama, Il Mondo Dentro, Amici della Natura). Mi sono occupata di ricerca, attività didattiche e laboratori. Negli ultimi anni ho approfondito la mia formazione con un dottorato di ricerca presso l’Università di Trento.
PhD: "Strutture di combustione a Lugo di Grezzana (VR). L'uso dell'archeologia sperimentale per l'interpretazione di processi archeologici".
Tutor: prof.ssa Annaluisa Pedrotti.
Diploma di Specializzazione (Post-graduated Specialization degree) in Archeologia-preistoria/protostoria, Università degli Studi di Milano. Tesi in Paletnologia, relatore Prof.ssa Annaluisa Pedrotti.
Laurea (Master degree) in Lettere, Facoltà di Scienze Umanistiche - Università "La Sapienza" di Roma. Tesi in Preistoria e Prostostoria del Vicino e Medio Oriente, relatore Marcella Frangipane.
Titolo tesi di laurea: "Caratteristiche e ruolo della decorazione nella ceramica neolitica della Cilicia e del litorale siriano tra VII e VI millennio a. C.
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http://laboratoriobagolini.it/2017/07/luso-del-fuoco-durante-il-neolitico-cotture-sperimentali-in-fossa-e-verifica-di-ipotesi-archeologiche-2/
Papers by Annalisa Costa
This paper presents the integral corpus of engraved rocks at Caneva and Berch (Municipality of Cimbergo, Adamello Regional Park, Valcamonica). Investigated from 2011 through several surveys leaded by Dipartimento Valcamonica e Lombardia (CCSP), the site is the only one with evidence of rock art located upstream on the eastern slope of middle Valle Camonica. It appears to be as a satellite area of the nearby Campanine, with similar chrono-tipological features (from the late Neolithic to the Christian Era). The 9 engraved surfaces recorded - with a total of 363 images (including 117 figuratives) - may refer to a more complex area, not all visible nowadays due to surfaces partially covered by walls or roads, uncultivated layers of land or discharges. More than others, this area reveals an interesting concentration of high level figurative representations, as shown in archaic phase engravings (Late Neolithic- Calcolithic I) of the R7 with praying figures, cup-marks, ritual paddles and topographic and in protohistoric phase (early and late Iron Age) in the R1 and R2 with inscriptions, huts-granaries and anthropomorphic figures. The presence of very typical features and the good workmanship execution suggest the important role that the site may have played in the symbolic ritual context of Valcamonica rock art.
Le strutture di combustione a terra sono ben attestate nella nostra penisola durante il Neolitico e variamente documentate (Cavulli 2008). Mentre i casi di strutture in fossa con riempimento in pietra (conosciute anche come strutture ad “empierrements” o “forni polinesiani”) sono numerosi, il tipo di struttura in fossa e senza riempimento in pietra è meno frequente: in Italia settentrionale è attestato a Santa Giustina di Baldaria (VR) durante il Neolitico antico e a La Vallona di Ostiglia (MN) in una fase più tarda del Neolitico.
Nel caso di Lugo di Grezzana la combustione avvenuta all’interno della buca è piuttosto evidente: sono presenti infatti tutte quelle tracce considerate identificative di processi di combustione (alterazioni termiche del suolo, presenza di carboni, ceneri, concotti e travi carbonizzate). Oggetto, finalità e tecnologia applicati a tale processo sono però difficili da definire. La dimensione delle strutture, la loro profondità e la consistente rubefazione delle pareti fa supporre cotture prolungate e/o reiterate quali potrebbero essere state quelle per la produzione della ceramica (Costa et al. cds). Non si escludono altre funzioni o la possibilità che si possa trattare di buche multifunzionali. Molti dubbi restano ancora da chiarire. Il fondo mostra una rubefazione meno marcata e omogenea che quella riscontrata sulle pareti; è inoltre del tutto assente nel record archeologico qualsiasi traccia di una copertura, per quanto sia plausibile ipotizzarne l’esistenza. La formulazione di alcune ipotesi di lavoro, dunque, ha dato vita ad una serie di attività di archeologia sperimentale che, attraverso la ricostruzione di tre strutture simili, mirano a migliorare le conoscenze sui processi di combustione e definire come conducono alla formazione di quelle tracce presenti nel record archeologico, ma non facilmente interpretabili attraverso l’analisi stratigrafica.
Le variabili che la sperimentazione si è proposta di testare sono: l’effetto di combustioni singole e ripetute; la possibilità di una cottura in ambiente riducente grazie alla presenza di una copertura straminea e di cotica erbosa; le modalità in cui travi carbonizzate si preservano sul fondo della buca (una di queste ha implicato l’uso di intonaco sulle pareti e di una ‘pavimentazione’ sul fondo con funzione isolante e rinfrangente del calore). Il lavoro ha permesso di acquisire nuovi dati riguardanti sia la formazione di specifiche tracce archeologiche sia la capacità termica raggiunta, utili alla corretta interpretazione delle strutture in esame.
FIRING PITS AT LUGO DI GREZZANA (VR)
At the early Neolithic site of Lugo di Grezzana (VR), Northern Italy, which relates to Fiorano culture (5300 – 4900/4700 cal BC) several firing pits have been found and recently studied.
The five firing pits investigated are morphometrically similar, with a circular or squared shape, often associated with vertical walls and a flat base. Dimensions are different and vary in diameter and deep. They present well defined characteristics that could be connected to fire use: infillings rich in charcoal and ash remains, strong rubefaction of the walls, oxidized sediments, artifacts and ecofacts modified by fire such as burnt clay, burnt beams, flint tools and small sherds. A possible function as pits used to fire pottery has been proposed.
The object described in this paper has been taken into consideration during a research that aimed to define contacts between Sicily and the central-western Mediterranean between the end of the Copper Age and the Early Bronze Age, contacts that are also extended on the coasts of the Iberian Peninsula, the "Midi" French and central Italy (northern Lazio and southern Tuscany).
The artifact consists of two terracotta, brown in colour, fragments and has a rectangular shape. It has just one impressed sign: a point. It is made in a simple way and marks follow an almost regular disposition in two vertical rows. Impressions of the same sign also occur in scattered distribution mainly in the right part of the upper face of the tablet and are unfortunately illegible. Lines are incised on the two edges of the object and are similar to those often observed in similar manufacts found in the Italian peninsula and abroad (the Carpathians and the lower Danube Region.).
The evidence of an enigmatic tablet found in this area may contribute to a redefinition of the southern boundaries of the geographical distribution of this type of find, until now commonly believed to be in Central Italy and to new considerations on contacts between Northern and Southern Italy during the ancient and middle Bronze Age.
DECORATION AS SYMBOLIC COMMUNICATION: THE CASTELLUCCIO PAINTED POTTERY.
This paper focuses on the analysis of a decorative design attested in Castelluccio painted pottery, the vertical series of rhomboidal elements. The different ways in which this motif is used, referring to its spatial distribution and its association with other decorative elements and different pottery shapes, it’s here examined."
Poster by Annalisa Costa
Il Riparo Cassataro si trova in contrada Picone nel comune di Centuripe (EN). Il sito è noto sin dagli anni ’70 per la presenza di pitture rupestri che sono state attribuite a un arco cronologico che va dall’epipaleolitco all’età del Bronzo Antico sulla base di confronti stilistici e del materiale di superficie rinvenuto nell’area circostante.
In accordo con la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Enna, nel 2019 è iniziata una campagna di rilievo strumentale e manuale del riparo, delle pitture e della lastra coppellata sottostante la parete decorata a figure rosse e nere. Le coppelle del Cassataro costituiscono le sole evidenze attualmente note nella Sicilia orientale di queste incisioni schematiche.
Il presente contributo, alla luce di nuove osservazioni effettuate sulla base di consolidate metodologie ed esperienze nello studio dei ripari, vuole offrire una integrazione, rilettura e proposta di confronti delle evidenze note.
Tutto il riparo e l’area di contrada Picone sono state oggetto di rilievo fotografico e fotogrammetrico multiscalare. Le immagini delle pitture sono state elaborate con tecniche di decorrelazione per il miglioramento di immagini raster (Dstretch) che ha delineato meglio le figure note e ne ha rivelate altre. La lastra orizzontale incisa è stata per la prima volta studiata attraverso un rilievo a contatto e tramite fotogrammetria tridimensionale. Lo studio della disposizione delle coppelle viene finalizzato anche alla ricerca di possibili asterismi celesti.
La posizione del riparo lungo la media valle del Simeto, in un territorio con consistenti tracce di frequentazione preistorica, rivela un ampio potenziale per lo studio dell’archeologia del paesaggio; recenti esplorazioni del territorio limitrofo, infatti, hanno rivelato nuove incisioni rupestri nel sito di Pietraperciata e su un supporto mobile rinvenuto a Monte Guazzarano.
La particolare conformazione del riparo, con tre naturali aperture laterali diversamente orientate (Nord, Est e Sud) ed una quarta apertura, anch’essa naturale, in direzione zenitale, è oggetto di uno studio di skyscape archaeology, che intende anche analizzare la possibile presenza di asterismi nel piano coppellato.
Lo studio del Cassataro costituisce dunque il punto di partenza per ricerche più approfondite e di ampio raggio.
http://laboratoriobagolini.it/2017/07/luso-del-fuoco-durante-il-neolitico-cotture-sperimentali-in-fossa-e-verifica-di-ipotesi-archeologiche-2/
This paper presents the integral corpus of engraved rocks at Caneva and Berch (Municipality of Cimbergo, Adamello Regional Park, Valcamonica). Investigated from 2011 through several surveys leaded by Dipartimento Valcamonica e Lombardia (CCSP), the site is the only one with evidence of rock art located upstream on the eastern slope of middle Valle Camonica. It appears to be as a satellite area of the nearby Campanine, with similar chrono-tipological features (from the late Neolithic to the Christian Era). The 9 engraved surfaces recorded - with a total of 363 images (including 117 figuratives) - may refer to a more complex area, not all visible nowadays due to surfaces partially covered by walls or roads, uncultivated layers of land or discharges. More than others, this area reveals an interesting concentration of high level figurative representations, as shown in archaic phase engravings (Late Neolithic- Calcolithic I) of the R7 with praying figures, cup-marks, ritual paddles and topographic and in protohistoric phase (early and late Iron Age) in the R1 and R2 with inscriptions, huts-granaries and anthropomorphic figures. The presence of very typical features and the good workmanship execution suggest the important role that the site may have played in the symbolic ritual context of Valcamonica rock art.
Le strutture di combustione a terra sono ben attestate nella nostra penisola durante il Neolitico e variamente documentate (Cavulli 2008). Mentre i casi di strutture in fossa con riempimento in pietra (conosciute anche come strutture ad “empierrements” o “forni polinesiani”) sono numerosi, il tipo di struttura in fossa e senza riempimento in pietra è meno frequente: in Italia settentrionale è attestato a Santa Giustina di Baldaria (VR) durante il Neolitico antico e a La Vallona di Ostiglia (MN) in una fase più tarda del Neolitico.
Nel caso di Lugo di Grezzana la combustione avvenuta all’interno della buca è piuttosto evidente: sono presenti infatti tutte quelle tracce considerate identificative di processi di combustione (alterazioni termiche del suolo, presenza di carboni, ceneri, concotti e travi carbonizzate). Oggetto, finalità e tecnologia applicati a tale processo sono però difficili da definire. La dimensione delle strutture, la loro profondità e la consistente rubefazione delle pareti fa supporre cotture prolungate e/o reiterate quali potrebbero essere state quelle per la produzione della ceramica (Costa et al. cds). Non si escludono altre funzioni o la possibilità che si possa trattare di buche multifunzionali. Molti dubbi restano ancora da chiarire. Il fondo mostra una rubefazione meno marcata e omogenea che quella riscontrata sulle pareti; è inoltre del tutto assente nel record archeologico qualsiasi traccia di una copertura, per quanto sia plausibile ipotizzarne l’esistenza. La formulazione di alcune ipotesi di lavoro, dunque, ha dato vita ad una serie di attività di archeologia sperimentale che, attraverso la ricostruzione di tre strutture simili, mirano a migliorare le conoscenze sui processi di combustione e definire come conducono alla formazione di quelle tracce presenti nel record archeologico, ma non facilmente interpretabili attraverso l’analisi stratigrafica.
Le variabili che la sperimentazione si è proposta di testare sono: l’effetto di combustioni singole e ripetute; la possibilità di una cottura in ambiente riducente grazie alla presenza di una copertura straminea e di cotica erbosa; le modalità in cui travi carbonizzate si preservano sul fondo della buca (una di queste ha implicato l’uso di intonaco sulle pareti e di una ‘pavimentazione’ sul fondo con funzione isolante e rinfrangente del calore). Il lavoro ha permesso di acquisire nuovi dati riguardanti sia la formazione di specifiche tracce archeologiche sia la capacità termica raggiunta, utili alla corretta interpretazione delle strutture in esame.
FIRING PITS AT LUGO DI GREZZANA (VR)
At the early Neolithic site of Lugo di Grezzana (VR), Northern Italy, which relates to Fiorano culture (5300 – 4900/4700 cal BC) several firing pits have been found and recently studied.
The five firing pits investigated are morphometrically similar, with a circular or squared shape, often associated with vertical walls and a flat base. Dimensions are different and vary in diameter and deep. They present well defined characteristics that could be connected to fire use: infillings rich in charcoal and ash remains, strong rubefaction of the walls, oxidized sediments, artifacts and ecofacts modified by fire such as burnt clay, burnt beams, flint tools and small sherds. A possible function as pits used to fire pottery has been proposed.
The object described in this paper has been taken into consideration during a research that aimed to define contacts between Sicily and the central-western Mediterranean between the end of the Copper Age and the Early Bronze Age, contacts that are also extended on the coasts of the Iberian Peninsula, the "Midi" French and central Italy (northern Lazio and southern Tuscany).
The artifact consists of two terracotta, brown in colour, fragments and has a rectangular shape. It has just one impressed sign: a point. It is made in a simple way and marks follow an almost regular disposition in two vertical rows. Impressions of the same sign also occur in scattered distribution mainly in the right part of the upper face of the tablet and are unfortunately illegible. Lines are incised on the two edges of the object and are similar to those often observed in similar manufacts found in the Italian peninsula and abroad (the Carpathians and the lower Danube Region.).
The evidence of an enigmatic tablet found in this area may contribute to a redefinition of the southern boundaries of the geographical distribution of this type of find, until now commonly believed to be in Central Italy and to new considerations on contacts between Northern and Southern Italy during the ancient and middle Bronze Age.
DECORATION AS SYMBOLIC COMMUNICATION: THE CASTELLUCCIO PAINTED POTTERY.
This paper focuses on the analysis of a decorative design attested in Castelluccio painted pottery, the vertical series of rhomboidal elements. The different ways in which this motif is used, referring to its spatial distribution and its association with other decorative elements and different pottery shapes, it’s here examined."
Il Riparo Cassataro si trova in contrada Picone nel comune di Centuripe (EN). Il sito è noto sin dagli anni ’70 per la presenza di pitture rupestri che sono state attribuite a un arco cronologico che va dall’epipaleolitco all’età del Bronzo Antico sulla base di confronti stilistici e del materiale di superficie rinvenuto nell’area circostante.
In accordo con la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Enna, nel 2019 è iniziata una campagna di rilievo strumentale e manuale del riparo, delle pitture e della lastra coppellata sottostante la parete decorata a figure rosse e nere. Le coppelle del Cassataro costituiscono le sole evidenze attualmente note nella Sicilia orientale di queste incisioni schematiche.
Il presente contributo, alla luce di nuove osservazioni effettuate sulla base di consolidate metodologie ed esperienze nello studio dei ripari, vuole offrire una integrazione, rilettura e proposta di confronti delle evidenze note.
Tutto il riparo e l’area di contrada Picone sono state oggetto di rilievo fotografico e fotogrammetrico multiscalare. Le immagini delle pitture sono state elaborate con tecniche di decorrelazione per il miglioramento di immagini raster (Dstretch) che ha delineato meglio le figure note e ne ha rivelate altre. La lastra orizzontale incisa è stata per la prima volta studiata attraverso un rilievo a contatto e tramite fotogrammetria tridimensionale. Lo studio della disposizione delle coppelle viene finalizzato anche alla ricerca di possibili asterismi celesti.
La posizione del riparo lungo la media valle del Simeto, in un territorio con consistenti tracce di frequentazione preistorica, rivela un ampio potenziale per lo studio dell’archeologia del paesaggio; recenti esplorazioni del territorio limitrofo, infatti, hanno rivelato nuove incisioni rupestri nel sito di Pietraperciata e su un supporto mobile rinvenuto a Monte Guazzarano.
La particolare conformazione del riparo, con tre naturali aperture laterali diversamente orientate (Nord, Est e Sud) ed una quarta apertura, anch’essa naturale, in direzione zenitale, è oggetto di uno studio di skyscape archaeology, che intende anche analizzare la possibile presenza di asterismi nel piano coppellato.
Lo studio del Cassataro costituisce dunque il punto di partenza per ricerche più approfondite e di ampio raggio.
Pits, morphometrically similar (circular or squared) with dimensions that vary from a minimum diameter of m 0,85 to a maximum one of m 2,10, may have had several functions: all experimentations evaluated the hypothesis about their use related with pottery firing and confirmed, that pits with bigger dimension (ES 473/03=920) could have been used for this purpose. They also allowed to observe several variables involved and to understand how each of them can influence results such as fire traces or thermal profiles of the structure.
SEM-EDXS and FT-IR analyses on both archaeological and experimental samples of fired sediments offered an interesting comparison that allowed to make several considerations that will be discussed in this paper.
LUOGO DELL’EVENTO: Cimbergo, località Caneva
DESCRIZIONE DELL’EVENTO: L‘amministrazione comunale di Cimbergo, il Dipartimento Vallecamonica del Centro Camuno di Studi Preistorici e la riserva naturale delle incisioni rupestri di Ceto Cimbergo e Paspardo, presenteranno la nuova area istoriata:
Sabato pomeriggio: passeggiata con visita guidata alle incisioni di Caneva
Sabato sera: convegno presso il Municipio con la presenza della Dott.ssa Annalisa Costa, archeologa.
VISITA POMERIDIANA —› ritrovo presso area attrezzata Cimbergo (inizio paese) ore 14:30
CONFERENZA SERALE —› ritrovo presso municipio Cimbergo ore 20:00
FOCOLARI, FORNI E FORNACI TRA NEOLITICO ED ETÀ DEL FERRO
Comprendere le attività domestiche e artigianali attraverso lo studio delle installazioni pirotecnologiche e dei residui di combustione
La scadenza per la ricezione delle proposte di contributo è fissata al 30 aprile 2021.
Numero 01/2020 - L'utilizzo dell'Archeologia Sperimentale nella ricerca italiana: esperienze, approcci, metodi e casi di studio.
Archeologie Sperimentali è una rivista scientifica internazionale che si rivolge ai ricercatori che utilizzano i metodi dell'Archeologia Sperimentale nello studio del passato, riproducendo a scopo di ricerca, in condizioni attualistiche o di laboratorio, processi antropici e naturali di interesse archeologico.
La rivista si propone come spazio di presentazione, confronto e discussione, con l'obiettivo di alimentare il dibattito metodologico e potenziare il dialogo multidisciplinare tra fonti di natura diversa (archeologica, storica, archeometrica, tecnologica, artigianale, antropologica, etnografica); il fine ultimo di Archeologie Sperimentali è la diffusione dell'utilizzo degli strumenti sperimentali nel mondo scientifico italiano, al fine di verificare, integrare o confutare le interpretazioni proposte dalle tradizionali discipline storico-archeologiche.
Il primo numero di Archeologie Sperimentali è dedicato all'utilizzo dei metodi dell'Archeologia Sperimentale nella ricerca italiana e sul record archeologico italiano; la call for papers si rivolge a studiosi e ricercatori che vogliano presentare contributi relativi alle seguenti tematiche:
Lo stato dell'Arte dell'Archeologia Sperimentale italiana;
Approcci metodologici e questioni tecniche;
Potenzialità, problematiche e limiti di un approccio sperimentale;
Tecnologie e catene operative;
Esperienze pluriennali e singoli casi di studio.
Le proposte di contributo per il numero 01/2020 dovranno essere presentate entro il 31 Ottobre 2019, inviando all'email redazione@archeologiesperimentali.it i testi redatti secondo le norme redazionali disponibibili cliccando qui o al tasto in fondo alla pagina. Sono accettati testi sia in lingua italiana che nelle principali lingue straniere. La rivista, digitale, consente di allegare ai contributi un ricco apparato documentario, costituito da illustrazioni e video.
I lavori saranno sottoposti ad una prima selezione da parte del Comitato Editoriale, che provvederà a trasmetterli a due referee specializzati, in un rigoroso processo di blind peer review.
The 2nd Call for papers is open now.
Send your abstracts for papers and posters to eac11@exarc.net before 15 January 2019. We aim to publish proceedings following on the conference. Abstracts should be maximum 200 words and in MSWord or similar format. The jury will only accept one abstract, either paper or poster, per person. Papers will take about 20 minutes, posters are presented on stage in 5 minutes.
Experimental archaeology encompasses controlled scientific experiments, as well as a vast array of ancient crafts, living history groups and educational activities for example in open-air museums. When results are related back to the archaeological record, the value of Experimental Archaeology is evident, as the information gained would be impossible to obtain from solely examining original artefacts.
The International Experimental Archaeology Conference encourages the exchange and sharing of new work in experimental archaeology. The #EAC11 aims to join scholars from around the globe in order to promote discussions, to improve knowledge, and to increase awareness to the different trends developed by the research world.
Eligible papers and posters should respect the following:
a) The scope of experimental archaeology as scientific research.
b) Projects which strongly relate to the archaeological record (original sources and end results).
c) Improving ways of promoting experimental archaeology in academic research.
d) How to communicate experiments to the academic community and to the public.