Books by Guillaume Alonge
Routledge, 2024
In the aftermath of the religious crisis triggered by the Protestant Reformation, the Catholic Ch... more In the aftermath of the religious crisis triggered by the Protestant Reformation, the Catholic Church set out to conquer faithful in new territories. The first missionaries to arrive in Japan were the Jesuits who were forced to adopt a different type of evangelization, with a bottom-up rather than a top-down approach. This volume shows that Japan turned out to be a land of experimentation and development of a global Catholicism, as well as an unprecedented laboratory of encounter between political, scientific and religious cultures in the age of the first globalization. It analyzes the different conversion strategies developed by the Jesuit fathers toward various groups, including samurai, Buddhist bonzes and Japanese peasants. A key step was the appropriation of sacred space by the missionaries: first in a violent way with the construction of large crosses and the destruction of temples, pagodas
and pagan idols, then through strategies more flexible and accommodating of replacing pre-existing cultural practices. To be attractive, the Jesuit fathers had to compromise with local culture and spirituality, but they were also forced, in some way, to simplify and modify their very way of understanding and living Christianity. This book also reflects on the reasons for the failure of this ambitious Catholic conversion project: the hostility of the Japanese ruling class, the irreducibility of a different culture and spirituality, but also, if not above all, the rise of internal rivalries in Catholicism between Jesuits, Franciscans and Dominicans. This book marks a significant contribution to the literature on the history of the Jesuits, Catholic missions and Christianity in Japan.
Viella, 2023
Décrivant l’arrivée des armées de François Ier dans la péninsule italienne, Michelet affirmait : ... more Décrivant l’arrivée des armées de François Ier dans la péninsule italienne, Michelet affirmait : « La découverte de l’Italie eut infiniment plus d’effet sur le seizième siècle que celle de l’Amérique ».
Si la thèse est discutable, il est certain que la destinée des espaces français et italien a été durablement transformée par les individus, les idées et les livres qui ont franchi les Alpes tout au long du siècle et que ces circulations ont touché tous les aspects de l’activité humaine, de la politique à l’art en passant par la guerre et la religion.
Anacharsis, 2023
Adam et Ève étaient-ils végétariens ? Le régime alimentaire qu’ils observaient au Paradis a-t-il ... more Adam et Ève étaient-ils végétariens ? Le régime alimentaire qu’ils observaient au Paradis a-t-il été cause de leur santé inaltérable, de leur longévité exceptionnelle, de leur coexistence harmonieuse avec les animaux ? Est-ce seulement après la Chute ou le Déluge que les humains, diminués, périssables, se sont mis à manger de la viande ? Ces questions ne sont pas seulement celles de naturopathes, de militants animalistes ou de prédicateurs évangéliques désireux de fonder leurs positions sur les origines de l’humanité.
La quête d’une diète idyllique, respectueuse de l’environnement et du monde animal, saine et pure, agite encore notre époque, parfois jusqu’à l’outrance ; et ces interrogations possèdent une histoire profonde. Entre le milieu du xviie siècle et le milieu du xviiie, des théologiens, historiens, philosophes, naturalistes et anatomistes se sont lancés dans de vigoureux débats sur le sujet. Une controverse qui a constitué un moment décisif de l’histoire des sciences et de l’alimentation. Ce livre a pour ambition de la restituer dans sa complexité et, surtout, dans son actualité.
Laterza, 2022
Questo libro affronta per la prima volta la storia complessiva del Beneficio di Cristo, unanimeme... more Questo libro affronta per la prima volta la storia complessiva del Beneficio di Cristo, unanimemente considerato il testo capitale della Riforma italiana, menzionato in moltissimi processi per eresia dal Veneto alla Sicilia e oggetto di una caccia spietata da parte del Sant’Ufficio romano, al punto che solo a metà Ottocento si scoprì l’unica copia superstite della prima edizione. Oltre a coglierne le molteplici assonanze con numerosi filoni eterodossi della cultura europea del primo Cinquecento, la ricerca contestualizza la redazione e ricezione del testo in un ampio quadro politico europeo, tra speranze di riforma della Chiesa, illusioni di pacificazione religiosa e di accordo con i protestanti, continui conflitti tra papa Paolo III Farnese e l’imperatore Carlo V. Lo studio di Firpo e Alonge affronta, sulla base di una documentazione nuova, il controverso problema di chi fu l’autore di quelle pagine e ne colloca la redazione sul crinale di eventi decisivi della storia religiosa e politica degli anni che fecero da sfondo alle prime convocazioni del concilio di Trento. Ne emergono i caratteri peculiari dell’eresia italiana, la sua originalità e le sue contraddizioni, nonché gli aspri conflitti che divisero i vertici della Chiesa su come affrontare la drammatica crisi scaturita dalla protesta di Lutero e sulle sue diramazioni anche al di qua delle Alpi.
Le volume s’interroge, à partir de plusieurs points de vu, sur la diplomatie franco-italienne pen... more Le volume s’interroge, à partir de plusieurs points de vu, sur la diplomatie franco-italienne pendant le XVIe siècle et sur le rôle que son évolution a joué dans la construction de nouveaux modèles politiques.
Presses Universitaires de Provence, Le temps de l'histoire, 2020
Donzelli, 2019
Cosa fa l’ambasciatore del re di Francia nella Venezia del Cinquecento: il diplomatico, l’umanist... more Cosa fa l’ambasciatore del re di Francia nella Venezia del Cinquecento: il diplomatico, l’umanista, l’eretico, l’uomo d’affari, la spia? Grazie alla sua posizione geografica strategica e alla sua rete commerciale, Venezia fu una porta verso l’«Altro», inteso sotto l’aspetto politico, culturale e religioso. Punto di osservazione privilegiato di questo mondo aperto fu l’ambasciata francese nella città del doge. Gli inviati francesi progettarono un’intesa politica e militare – scandalosa all’epoca – tra il re Cristianissimo e il peggior nemico della Cristianità, il sultano Solimano il Magnifico. Artefici di quell’«alleanza empia» furono perlopiù vescovi, che misero la loro cultura e il loro spirito tollerante a servizio di una politica spregiudicata. Basato su un ricco ventaglio di fonti – dalle corrispondenze private e ufficiali ai documenti inquisitoriali, dai racconti di viaggi alle cronache cittadine, dai libelli alle dediche degli umanisti –, il volume fa emergere la figura degli ambasciatori come uomini di frontiera a cavallo tra confessioni religiose e fedeltà politiche, attori di una circolazione di saperi, informazioni e libri nell’Europa del primo Cinquecento. Valenti umanisti e appassionati di antichità greco-romana, essi contribuirono infatti alla riscoperta da parte della corte di Francia dei tesori degli Antichi, dell’arte e della letteratura rinascimentale italiana. Uomini di cultura, ma anche uomini di potere, che attraverso il reclutamento di informatori e di spie, l’arruolamento di condottieri, la messa in circolazione di false notizie tentarono di condizionare l’andamento delle guerre d’Italia. Con rara ampiezza di sguardo e maestria di dettaglio, Guillaume Alonge ci conduce fin dentro i segreti di una delle corti più raffinate del l’Europa del Rinascimento, illuminando – come scrive Sergio Luzzatto nella sua prefazione – «il battutissimo spazio veneziano di una luce sorprendente».
Collaboratore di Giulio II, figura di spicco della corte di Urbino e poi della sua città natale, ... more Collaboratore di Giulio II, figura di spicco della corte di Urbino e poi della sua città natale, Genova, Federico Fregoso abbandonò in seguito i circuiti diplomatici per dedicarsi allo studio dei testi sacri e all’attività pastorale nella sua diocesi di Gubbio. Decisivo nella sua svolta spirituale fu l’incontro con l'evangelismo francese durante gli anni di esilio alla corte di Francesco I, quando a contatto con la cerchia di Margherita di Navarra e Jacques Lefèvre d'Etaples maturò una profonda crisi spirituale. Le sue letture, le sue frequentazioni, le sue convinzioni dottrinali e suoi scritti in odor di eresia gli attireranno alla fine della sua vita e dopo la sua morte i sospetti degli inquisitori, nonostante la porpora cardinalizia. Sullo sfondo delle vicende delle Guerre d’Italia, la sua parabola umana segue una traiettoria che va dalla politica alla religione, dallo Stato alla Chiesa, dal Rinascimento alla Riforma.
Papers by Guillaume Alonge
Studi storici, 2023
The Samurai of Christ. The Construction of a Jesuit Missionary Holiness
The article traces the c... more The Samurai of Christ. The Construction of a Jesuit Missionary Holiness
The article traces the career as martyr of the newly beatified Takayama Ukon, a Japanese daimyō converted to the Christian faith by Jesuit missionaries in the second half of the 16th century. An agent of Catholic proselytism among his subjects, Ukon already had a reputation for holiness when he died in exile in Manila in 1615. His trajectory appears
to be an effective and instructive metaphor for a counter-reforming Catholicism capable, outside Europe, of devising strategies of accommodation to the local culture in order to spread in a society perceived as hostile and immune to the political influence of Europeans.
It also provides an opportunity to reflect upon the process of constructing an alternative Jesuit missionary holiness through the valorization of a “martyrdom” without the effusion of blood – a martyr without martyrdom, in fact.
Les guerres d'Italie. Un conflit européen, dir. par D. Le Fur, Paris, Passés composés, 2022
Les guerres d'Italie. Un conflit européen, dir. par D. Le Fur, Paris, Passés composés,, 2022
Violenza sacra. 1. Forme e manifestazioni nella prima età moderna, a cura di Lucia Felici; Roma, Viella, 2022
Histoire, Économie & Société n° 4-2021, 2021
In Renaissance Europe, three Italy confront each other: an Italy of the Pope, an Italy of the Emp... more In Renaissance Europe, three Italy confront each other: an Italy of the Pope, an Italy of the Emperor, and an Italy of the « Most Christian ». Having lost its political autonomy, the nobility of the peninsula is trying to play another political role within these superpowers wanting to exercise their domination on the south of the Alps. The article examines two paradigmatic trajectories, that of the Veronese Ludovico di Canossa, ambassador of the King of France in Venice, and that of the Piedmontese Mercurino Arborio di Gattinara, chancellor of the Emperor. Despite their belonging to two opposing camps, the two Italians seem to pursue the same objective : to create the conditions for a political in-between between Valois and Habsburg which makes possible a form of autonomy for the peninsula despite the weakness of its state structures, and, for a religious in-between, halfway between Rome and Wittenberg.
Dans l’Europe de la Renaissance, trois Italie s’opposent : une Italie du Pape, une Italie de l’Empereur, et une Italie du Très Chrétien. Ayant perdu son autonomie politique, la noblesse de la péninsule tente de jouer encore un rôle politique au sein de ces superpuissances voulant exercer leur domination au sud des Alpes. L’article s’intéresse à deux trajectoires paradigmatiques, celle du Véronais Ludovico di Canossa, ambassadeur du roi de France à Venise, et celle du Piémontais Mercurino Arborio di Gattinara, chancelier de l’empereur. En dépit de leur appartenance à deux camps opposés, les deux Italiens semblent poursuivre un même objectif : créer les conditions pour un entre-deux politique entre Valois et Habsbourg qui rende possible une forme d’autonomie de la péninsule malgré la faiblesse de ses structures étatiques, et, pour un entre-deux religieux, à mi-chemin entre Rome et Wittenberg.
«Rivista Storica italiana», 2021/2, pp. 531-71 , 2021
This essay analyzes the strategies for the conquest of sacred space implemented by Jesuit mission... more This essay analyzes the strategies for the conquest of sacred space implemented by Jesuit missionaries in Japan in the Sixteenth century. In a first stage, thanks to the support of a part of the Japanese aristocracy, not hostile to Catholic missionaries (mostly for commercial reasons), the appropriation of the space was marked by the systematic raising of large wooden crosses in the Japanese countryside and cities. The subsequent anti-Christian repressive turn promoted by Toyotomi Hideyoshi forced the fathers to change strategy and fall back on a more prudent Christian recovery of ancient cults, especially of sacred trees in whose trunks wooden crosses appeared. In a third and final stage, the landscape of Christian Japan was characterized by real crosses, on which, however, the Japanese missionaries and faithful converted to the faith of a foreign God were martyred. Thus, different and competitive missionary strategies emerge at the time of the global Counter-Reformation Church.
L’articolo analizza le strategie di conquista dello spazio sacro messe in atto dai missionari gesuiti nel Giappone del XVI secolo. In una prima fase, grazie al sostegno di una parte dell’aristocrazia nipponica, non ostile ai missionari cattolici per ragioni per lo più commerciali, l’appropriazione dello spazio fu segnato dal sistematico innalzamento di grandi croci lignee nelle campagne e nelle città giapponesi. La successiva svolta repressiva anticristiana promossa da Toyotomi Hideyoshi costrinse i padri a mutare strategia, ripiegando su un più prudente recupero in chiave cristiana di antichi culti, in particolare di alberi sacri nei cui tronchi apparvero croci di legno. In una terza e ultima fase il paesaggio del Giappone cristiano fu connotato da croci vere e proprie, sulle quali però vennero martirizzati i missionari e i fedeli giapponesi convertiti alla fede di un Dio straniero. Emergono così diverse e concorrenziali strategie missionarie, al tempo della Chiesa della Controriforma globale.
in Guillaume Alonge, Raffaele Ruggiero (a cura di), Relations diplomatiques franco-italiennes dans l’Europe de la première modernité. Communication politique et circulation des savoirs, Lecce, Pensa Multimedia, pp. 345-72, 2020
in Guillaume Alonge, Raffaele Ruggiero (a cura di), Relations diplomatiques franco-italiennes dans l’Europe de la première modernité. Communication politique et circulation des savoirs, Lecce, Pensa Multimedia, pp. 13-29, 2020
in Dizionario Biografico degli italiani, 2017, vol. 90, pp. 293-294., 2017
in Dizionario Biografico degli italiani, 2017, vol. 90, pp. 291-293., 2017
in Dizionario Biografico degli italiani, 2017, vol. 90, pp. 284-286., 2017
in Dizionario Biografico degli italiani, 2018, vol. 93, pp. 714-716., 2018
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Books by Guillaume Alonge
and pagan idols, then through strategies more flexible and accommodating of replacing pre-existing cultural practices. To be attractive, the Jesuit fathers had to compromise with local culture and spirituality, but they were also forced, in some way, to simplify and modify their very way of understanding and living Christianity. This book also reflects on the reasons for the failure of this ambitious Catholic conversion project: the hostility of the Japanese ruling class, the irreducibility of a different culture and spirituality, but also, if not above all, the rise of internal rivalries in Catholicism between Jesuits, Franciscans and Dominicans. This book marks a significant contribution to the literature on the history of the Jesuits, Catholic missions and Christianity in Japan.
Si la thèse est discutable, il est certain que la destinée des espaces français et italien a été durablement transformée par les individus, les idées et les livres qui ont franchi les Alpes tout au long du siècle et que ces circulations ont touché tous les aspects de l’activité humaine, de la politique à l’art en passant par la guerre et la religion.
La quête d’une diète idyllique, respectueuse de l’environnement et du monde animal, saine et pure, agite encore notre époque, parfois jusqu’à l’outrance ; et ces interrogations possèdent une histoire profonde. Entre le milieu du xviie siècle et le milieu du xviiie, des théologiens, historiens, philosophes, naturalistes et anatomistes se sont lancés dans de vigoureux débats sur le sujet. Une controverse qui a constitué un moment décisif de l’histoire des sciences et de l’alimentation. Ce livre a pour ambition de la restituer dans sa complexité et, surtout, dans son actualité.
Papers by Guillaume Alonge
The article traces the career as martyr of the newly beatified Takayama Ukon, a Japanese daimyō converted to the Christian faith by Jesuit missionaries in the second half of the 16th century. An agent of Catholic proselytism among his subjects, Ukon already had a reputation for holiness when he died in exile in Manila in 1615. His trajectory appears
to be an effective and instructive metaphor for a counter-reforming Catholicism capable, outside Europe, of devising strategies of accommodation to the local culture in order to spread in a society perceived as hostile and immune to the political influence of Europeans.
It also provides an opportunity to reflect upon the process of constructing an alternative Jesuit missionary holiness through the valorization of a “martyrdom” without the effusion of blood – a martyr without martyrdom, in fact.
Dans l’Europe de la Renaissance, trois Italie s’opposent : une Italie du Pape, une Italie de l’Empereur, et une Italie du Très Chrétien. Ayant perdu son autonomie politique, la noblesse de la péninsule tente de jouer encore un rôle politique au sein de ces superpuissances voulant exercer leur domination au sud des Alpes. L’article s’intéresse à deux trajectoires paradigmatiques, celle du Véronais Ludovico di Canossa, ambassadeur du roi de France à Venise, et celle du Piémontais Mercurino Arborio di Gattinara, chancelier de l’empereur. En dépit de leur appartenance à deux camps opposés, les deux Italiens semblent poursuivre un même objectif : créer les conditions pour un entre-deux politique entre Valois et Habsbourg qui rende possible une forme d’autonomie de la péninsule malgré la faiblesse de ses structures étatiques, et, pour un entre-deux religieux, à mi-chemin entre Rome et Wittenberg.
L’articolo analizza le strategie di conquista dello spazio sacro messe in atto dai missionari gesuiti nel Giappone del XVI secolo. In una prima fase, grazie al sostegno di una parte dell’aristocrazia nipponica, non ostile ai missionari cattolici per ragioni per lo più commerciali, l’appropriazione dello spazio fu segnato dal sistematico innalzamento di grandi croci lignee nelle campagne e nelle città giapponesi. La successiva svolta repressiva anticristiana promossa da Toyotomi Hideyoshi costrinse i padri a mutare strategia, ripiegando su un più prudente recupero in chiave cristiana di antichi culti, in particolare di alberi sacri nei cui tronchi apparvero croci di legno. In una terza e ultima fase il paesaggio del Giappone cristiano fu connotato da croci vere e proprie, sulle quali però vennero martirizzati i missionari e i fedeli giapponesi convertiti alla fede di un Dio straniero. Emergono così diverse e concorrenziali strategie missionarie, al tempo della Chiesa della Controriforma globale.
and pagan idols, then through strategies more flexible and accommodating of replacing pre-existing cultural practices. To be attractive, the Jesuit fathers had to compromise with local culture and spirituality, but they were also forced, in some way, to simplify and modify their very way of understanding and living Christianity. This book also reflects on the reasons for the failure of this ambitious Catholic conversion project: the hostility of the Japanese ruling class, the irreducibility of a different culture and spirituality, but also, if not above all, the rise of internal rivalries in Catholicism between Jesuits, Franciscans and Dominicans. This book marks a significant contribution to the literature on the history of the Jesuits, Catholic missions and Christianity in Japan.
Si la thèse est discutable, il est certain que la destinée des espaces français et italien a été durablement transformée par les individus, les idées et les livres qui ont franchi les Alpes tout au long du siècle et que ces circulations ont touché tous les aspects de l’activité humaine, de la politique à l’art en passant par la guerre et la religion.
La quête d’une diète idyllique, respectueuse de l’environnement et du monde animal, saine et pure, agite encore notre époque, parfois jusqu’à l’outrance ; et ces interrogations possèdent une histoire profonde. Entre le milieu du xviie siècle et le milieu du xviiie, des théologiens, historiens, philosophes, naturalistes et anatomistes se sont lancés dans de vigoureux débats sur le sujet. Une controverse qui a constitué un moment décisif de l’histoire des sciences et de l’alimentation. Ce livre a pour ambition de la restituer dans sa complexité et, surtout, dans son actualité.
The article traces the career as martyr of the newly beatified Takayama Ukon, a Japanese daimyō converted to the Christian faith by Jesuit missionaries in the second half of the 16th century. An agent of Catholic proselytism among his subjects, Ukon already had a reputation for holiness when he died in exile in Manila in 1615. His trajectory appears
to be an effective and instructive metaphor for a counter-reforming Catholicism capable, outside Europe, of devising strategies of accommodation to the local culture in order to spread in a society perceived as hostile and immune to the political influence of Europeans.
It also provides an opportunity to reflect upon the process of constructing an alternative Jesuit missionary holiness through the valorization of a “martyrdom” without the effusion of blood – a martyr without martyrdom, in fact.
Dans l’Europe de la Renaissance, trois Italie s’opposent : une Italie du Pape, une Italie de l’Empereur, et une Italie du Très Chrétien. Ayant perdu son autonomie politique, la noblesse de la péninsule tente de jouer encore un rôle politique au sein de ces superpuissances voulant exercer leur domination au sud des Alpes. L’article s’intéresse à deux trajectoires paradigmatiques, celle du Véronais Ludovico di Canossa, ambassadeur du roi de France à Venise, et celle du Piémontais Mercurino Arborio di Gattinara, chancelier de l’empereur. En dépit de leur appartenance à deux camps opposés, les deux Italiens semblent poursuivre un même objectif : créer les conditions pour un entre-deux politique entre Valois et Habsbourg qui rende possible une forme d’autonomie de la péninsule malgré la faiblesse de ses structures étatiques, et, pour un entre-deux religieux, à mi-chemin entre Rome et Wittenberg.
L’articolo analizza le strategie di conquista dello spazio sacro messe in atto dai missionari gesuiti nel Giappone del XVI secolo. In una prima fase, grazie al sostegno di una parte dell’aristocrazia nipponica, non ostile ai missionari cattolici per ragioni per lo più commerciali, l’appropriazione dello spazio fu segnato dal sistematico innalzamento di grandi croci lignee nelle campagne e nelle città giapponesi. La successiva svolta repressiva anticristiana promossa da Toyotomi Hideyoshi costrinse i padri a mutare strategia, ripiegando su un più prudente recupero in chiave cristiana di antichi culti, in particolare di alberi sacri nei cui tronchi apparvero croci di legno. In una terza e ultima fase il paesaggio del Giappone cristiano fu connotato da croci vere e proprie, sulle quali però vennero martirizzati i missionari e i fedeli giapponesi convertiti alla fede di un Dio straniero. Emergono così diverse e concorrenziali strategie missionarie, al tempo della Chiesa della Controriforma globale.
collective. Il est frappant de constater que le Courtisan a une très longue genèse, avec plusieurs versions, plusieurs élaborations. Ce n’est que 20 ans après avoir commencé à l’écrire que Castiglione se décide – d’ailleurs à cause de contraintes indépendantes de lui – à le publier. Il est intéressant de remarquer qu’à l’élaboration éditoriale, et ensuite à la promotion de l’oeuvre dans toutes les cours d’Europe, prennent part les personnages du texte. Ces dernières décennies, l’histoire de la réception du Courtisan et l’utilisation du texte de la part des lecteurs européens
d’âge moderne ont fini par cacher ce que le Courtisan signifié pour son auteur et pour les hommes de son époque : avant tout une représentation générationnelle, et un instrument politique et culturel au service d’une stratégie d’autopromotion sociale.
The article focuses on a reflection on the concept of collective biography, resonated with another term, the term of generation. These two concepts can be useful tools for the historian, particularly with regard to certain historical moments of passage. The concrete case from which the reflection develops is that of the generation of the Courtisan, the generation of those men, aristocrats and gentlemen of Italy at the beginning of the Sixteenth Century who were confronted with the dramas of the Italian wars and the collapse of the small states of the
peninsula. Baldassar Castiglione chose several of these men as characters in his best-known work, The Book of the Courtier. In this case, therefore, the generational consciousness of the actors
and the self-representation of the generation is done through a literary text. A text that is configured as the experience of an autobiography which is not only an individual one, but a collective one as well. It is striking to note that the Courtier has a very long genesis, with several
versions, several elaborations. It was not until 20 years after he began to write that Castiglione decided –moreover because of constraints beyond his will– to publish it. It is interesting to note that some historical characters, described in the book, took part in the editorial development, and then the promotion of the work across all the courts of Europe. In recent decades, the story of the reception of the Courtier and the use of the text from the European readers of Modern Age
ended up hiding what the Courtier meant for its author and for the men of the time: the work meant to be above all a generational representation, and a political and cultural instrument at the service of a strategy of social self-promotion.
Abstract - La duchessa di Mantova Margherita Paleologo Gonzaga è figura poco studiata della vita religiosa, oltreché politica e culturale, dell’Italia del Cinquecento. A partire dallo studio della sua corrispondenza inedita il presente articolo ripercorre i suoi legami con alcuni protagonisti del mondo dell’evangelismo italiano, in particolare con il cardinale genovese Federico Fregoso, il vescovo di Verona Gian Matteo Giberti e il predicatore cappuccino, poi esule religionis causa, Bernardino Ochino. L’esempio e il magistero di quegli uomini spinse la duchessa ad appassionarsi dei temi spirituali allora al centro del dibattito teologico, ad assumere posizioni non tradizionali, a finanziare
la pubblicazione di libretti dedicati al tema dell’orazione mentale, e a impegnarsi direttamente, accanto al cardinal Ercole Gonzaga, nella riforma della vita religiosa del ducato, con una particolare predilezione
per i monasteri femminili. Margherita fu così al centro di una vasta rete di relazioni con uomini e donne rimasti nella cornice della Chiesa romana, come il frate domenicano Reginaldo Nerli, ma anche con figure vicine agli ambienti del dissenso religioso – è il caso dello stampatore Gabriele Giolito – o addirittura rivelatesi eterodosse, quali oltre ad Ochino l’ebraista Francesco Stancaro.
The duchess of Mantua Margherita Paleologo Gonzaga is an understudied figure of the Italian sixteenth century’s religious, political and cultural life. Through the analysis of her unpublished correspondence, this contribution investigates Margherita’s relationship with some of the most influential representatives of the so-called Italian Evangelism, such as the Genoese cardinal Federico Fregoso, the bishop of Verona Gian Matteo Giberti and the Capuchin preacher Bernardino Ochino, who in 1542 fled from Italy religionis causa. The example and teaching of these men fostered Margherita’s interest in the main spiritual themes and debates of the time, and led her to unconventional positions. For example, along with her brother-in-law, cardinal Ercole Gonzaga, she got involved in the reform of religious life within the Duchy, especially focusing on female monasteries; moreover, she financed the publication of books dealing with the topic of mental prayer. As a result of her actions, Margherita found herself at the centre of a huge network of relationships, both with men and women who lingered within the Roman Church, such as the Dominican friar Reginaldo Nerli, and with persons who were linked to the circles of religious dissent – it is the case of the printer Gabriele Giolito – or would even prove heterodox, as the mentioned Ochino or the hebraist Francesco Stancaro.
Wars. In particular, it deals with representatives of the King of France in Venice, a meeting point of political, cultural
and religious exchanges. In that confused moment, the diplomatic choices intertwined with the spiritual orientations of
men very often linked to the evangelical network of Marguerite of Navarre, king's sister, and partisans of a compromise
between the reform proposals of Luther and loyalty to the Church of Rome. The contribution discusses the complexity of
the situation at the court of France, where from the early 1520s there were opposing groups, with different geopolitical and
religious visions. Giovan Gioachino da Passano, Lazare de Baïf, Georges de Selve, Georges d'Armagnac, Guillaume Pellicier
or Antonio Rincon, Charles de Marillac and Vincenzo Maggi were the expression of a "Italy of the most Christian king"
composed of skilled political agents, engaged in delicate tractates with Italian powers and with Turks, refined humanists
and tormented believers.
Il presente contributo indaga la figura dell’ambasciatore nella prima metà del Cinquecento, nel pieno delle Guerre
d’Italia. Nel dettaglio si occupa dei rappresentanti del re di Francia a Venezia, centro di incontri e di scambi politici, culturali
e religiosi. In quella confusa stagione si sovrappongono scelte diplomatiche e orientamenti spirituali di uomini molto spesso
legati alla rete evangelica di Margherita di Navarra, sorella del re, e partigiani di un compromesso tra le istanze di riforma
proposte da Lutero e la fedeltà alla Chiesa di Roma. Emerge la complessità della situazione alla corte di Francia, dove fin
dai primi anni venti si contrapposero gruppi rivali, con diverse visioni geopolitiche oltreché religiose. Giovan Gioachino
da Passano, Lazare de Baïf, Georges de Selve, Georges d’Armagnac, Guillaume Pellicier o ancora Antonio Rincon, Charles
de Marillac e Vincenzo Maggi furono espressione di un’« Italia del Cristianissimo », composta nel contempo di abili agenti
politici, impegnati in delicati negozi con le potenze italiane e con il Turco, umanisti raffinati e credenti tormentati.
Keywords: Evangelism, Federico Fregoso, Ludovico di Canossa, Reform and Counter-Reformation, Confessional Identities
Résumé
Guillaume Alonge, Évangélismes croisés. Réforme épiscopale, renouveau spirituel et construction des frontières religieuses en France et en Italie au XVIe siècle
L’article s’intéresse au mouvement de réforme de l’Église qui se développe dans la première partie du XVIe siècle en Europe auquel on a donné le nom d’Évangélisme. Il s’agit d’un vaste champ de comportements qui fut celui d’une partie consistante des hiérarchies catholiques et de bon nombre d’humanistes de l’époque, convaincus de l’exigence d’une réforme radicale de la vie religieuse ancrée sur le rôle des évêques, plutôt que des papes, mais fidèles à une idée non schismatique de l’Église. L’attention se pose notamment sur deux évêques catholiques – le génois Federico Fregoso et le véronais Ludovico di Canossa – tous deux impliqués dans les tentatives de réforme et au centre de réseaux spirituels et politiques à mi-chemin entre la France et l’Italie, entre un catholicisme plus conservateur et la Réforme tolérante de certains humanistes.
Mots-clefs : évangélisme, Federico Fregoso, Ludovico di Canossa, Réforme et Contre-réforme, identités confessionnelles
Contacts: Guillaume.alonge@unine.ch
Gianluca.fruci@unipi.it
Guillaume Alonge e Raffaele Ruggero presentano il libro
"Rélations diplomatiques franco-italiennes dans l'Europe de la première modernité" (2020)
Link in accesso libero:
https://unive.zoom.us/j/85001611012
Contacts: Guillaume.alonge@unine.ch
Gianluca.fruci@unipi.it