The perioperative administration of systemic intravenous lidocaine has been shown to be an effect... more The perioperative administration of systemic intravenous lidocaine has been shown to be an effective method in postoperative pain management with a favorable effect on pain scores, opioid consumption and recovery after surgery without any clear evidence of harm
Il presente contributo non ha la presunzione di assurgere al ruolo di “trattato”, ma si prefigge ... more Il presente contributo non ha la presunzione di assurgere al ruolo di “trattato”, ma si prefigge lo scopo di fornire un percorso volto alla risoluzione di una problematica spesso sottovalutata, ossia l’ipotermia in corso di intervento chirurgico e nell’immediato periodo postoperatorio. La finalità è pertanto quella di costituire un’agile guida metodologica, che non si limiti esclusivamente alle competenze dell’anestesista, ma che coinvolga e sensibilizzi anche le altre figure professionali, presenti in sala operatoria ed in Recovery Room. Sebbene siano già state redatte delle linee guida dedicate, nella pratica clinica il corretto mantenimento della normotermia non risulta ancora far parte del bagaglio culturale dell’anestesista rianimatore. Conseguentemente, questo testo è stato concepito in modo tale da seguire idealmente il percorso clinico del paziente, dall’ingresso in sala operatoria, al trasferimento in Recovery Room fino alla dimissione al reparto di appartenenza. Sono state sistematicamente indagate le ben note alterazioni metaboliche ed emogasanalitiche legate all’eventuale ipotermia, nonché quelle correlate alla farmacodinamica e farmacocinetica degli agenti anestetici comunemente utilizzati. Come logica conseguenza, si è posta particolare attenzione riguardo l’impatto sull’assetto emodinamico, respiratorio e coagulativo del paziente. Un’ulteriore indagine del nostro lavoro è stata rivolta al corretto monitoraggio ed al mantenimento della normotermia attraverso l’utilizzo di sistemi di riscaldamento attivo esterni ed all’infusione di fluidi preriscaldati: tali presidi consentono l’ottimizzazione della temperatura corporea in corso di intervento e nel periodo di degenza in Recovery Room, ove l’anestesista viene spesso interpellato per trattare il sintomo “brivido”. Due capitoli a margine riguardano le complicanze infettive a medio/lungo termine, correlabili all’ipotermia, e le indicazioni alla cosiddetta “ipotermia terapeutica”.
The perioperative administration of systemic intravenous lidocaine has been shown to be an effect... more The perioperative administration of systemic intravenous lidocaine has been shown to be an effective method in postoperative pain management with a favorable effect on pain scores, opioid consumption and recovery after surgery without any clear evidence of harm
Il presente contributo non ha la presunzione di assurgere al ruolo di “trattato”, ma si prefigge ... more Il presente contributo non ha la presunzione di assurgere al ruolo di “trattato”, ma si prefigge lo scopo di fornire un percorso volto alla risoluzione di una problematica spesso sottovalutata, ossia l’ipotermia in corso di intervento chirurgico e nell’immediato periodo postoperatorio. La finalità è pertanto quella di costituire un’agile guida metodologica, che non si limiti esclusivamente alle competenze dell’anestesista, ma che coinvolga e sensibilizzi anche le altre figure professionali, presenti in sala operatoria ed in Recovery Room. Sebbene siano già state redatte delle linee guida dedicate, nella pratica clinica il corretto mantenimento della normotermia non risulta ancora far parte del bagaglio culturale dell’anestesista rianimatore. Conseguentemente, questo testo è stato concepito in modo tale da seguire idealmente il percorso clinico del paziente, dall’ingresso in sala operatoria, al trasferimento in Recovery Room fino alla dimissione al reparto di appartenenza. Sono state sistematicamente indagate le ben note alterazioni metaboliche ed emogasanalitiche legate all’eventuale ipotermia, nonché quelle correlate alla farmacodinamica e farmacocinetica degli agenti anestetici comunemente utilizzati. Come logica conseguenza, si è posta particolare attenzione riguardo l’impatto sull’assetto emodinamico, respiratorio e coagulativo del paziente. Un’ulteriore indagine del nostro lavoro è stata rivolta al corretto monitoraggio ed al mantenimento della normotermia attraverso l’utilizzo di sistemi di riscaldamento attivo esterni ed all’infusione di fluidi preriscaldati: tali presidi consentono l’ottimizzazione della temperatura corporea in corso di intervento e nel periodo di degenza in Recovery Room, ove l’anestesista viene spesso interpellato per trattare il sintomo “brivido”. Due capitoli a margine riguardano le complicanze infettive a medio/lungo termine, correlabili all’ipotermia, e le indicazioni alla cosiddetta “ipotermia terapeutica”.
Uploads
Papers by Mitch Zul
Books by Mitch Zul
Sebbene siano già state redatte delle linee guida dedicate, nella pratica clinica il corretto mantenimento della normotermia non risulta ancora far parte del bagaglio culturale dell’anestesista rianimatore. Conseguentemente, questo testo è stato concepito in modo tale da seguire idealmente il percorso clinico del paziente, dall’ingresso in sala operatoria, al trasferimento in Recovery Room fino alla dimissione al reparto di appartenenza.
Sono state sistematicamente indagate le ben note alterazioni metaboliche ed emogasanalitiche legate all’eventuale ipotermia, nonché quelle correlate alla farmacodinamica e farmacocinetica degli agenti anestetici comunemente utilizzati. Come logica conseguenza, si è posta particolare attenzione riguardo l’impatto sull’assetto emodinamico, respiratorio e coagulativo del paziente.
Un’ulteriore indagine del nostro lavoro è stata rivolta al corretto monitoraggio ed al mantenimento della normotermia attraverso l’utilizzo di sistemi di riscaldamento attivo esterni ed all’infusione di fluidi preriscaldati: tali presidi consentono l’ottimizzazione della temperatura corporea in corso di intervento e nel periodo di degenza in Recovery Room, ove l’anestesista viene spesso interpellato per trattare il sintomo “brivido”.
Due capitoli a margine riguardano le complicanze infettive a medio/lungo termine, correlabili all’ipotermia, e le indicazioni alla cosiddetta “ipotermia terapeutica”.
Sebbene siano già state redatte delle linee guida dedicate, nella pratica clinica il corretto mantenimento della normotermia non risulta ancora far parte del bagaglio culturale dell’anestesista rianimatore. Conseguentemente, questo testo è stato concepito in modo tale da seguire idealmente il percorso clinico del paziente, dall’ingresso in sala operatoria, al trasferimento in Recovery Room fino alla dimissione al reparto di appartenenza.
Sono state sistematicamente indagate le ben note alterazioni metaboliche ed emogasanalitiche legate all’eventuale ipotermia, nonché quelle correlate alla farmacodinamica e farmacocinetica degli agenti anestetici comunemente utilizzati. Come logica conseguenza, si è posta particolare attenzione riguardo l’impatto sull’assetto emodinamico, respiratorio e coagulativo del paziente.
Un’ulteriore indagine del nostro lavoro è stata rivolta al corretto monitoraggio ed al mantenimento della normotermia attraverso l’utilizzo di sistemi di riscaldamento attivo esterni ed all’infusione di fluidi preriscaldati: tali presidi consentono l’ottimizzazione della temperatura corporea in corso di intervento e nel periodo di degenza in Recovery Room, ove l’anestesista viene spesso interpellato per trattare il sintomo “brivido”.
Due capitoli a margine riguardano le complicanze infettive a medio/lungo termine, correlabili all’ipotermia, e le indicazioni alla cosiddetta “ipotermia terapeutica”.