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Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, Capo di Ponte QUADERNI. 2 ARTE RUPESTRE della VALLE CAMONICA Sito Unesco n. 94 2005 PIANO di GESTIONE a cura di RAFFAELLA POGGIANI KELLER, CARLO LIBORIO, MARIA GIUSEPPINA RUGGIERO ARTE RUPESTRE della VALLE CAMONICA Sito UNESCO n. 94 2005 PIANO di GESTIONE Edizione promossa e sostenuta da: Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Provincia di Brescia Comunità Montana di Valle Camonica Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano di Valle Camonica - BIM Comune di Capo di Ponte Comune di Ceto Comune di Cimbergo Comune di Darfo Boario Terme Maddalena Stefini Provincia di Brescia - Settore Turismo Elena Tironi Provincia di Brescia Settore Assetto Territoriale Parchi e V.I.A. Gian Claudio Vaira Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Elaborazione cartine, grafici e trattamento immagini Carlo Liborio e Maria Giuseppina Ruggiero (SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano) Cartografia Tino Pacchieni Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Coordinamento editoriale Raffaella Poggiani Keller Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Comune di Paspardo Redazione Raffaella Poggiani Keller Comune di Sellero Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Comune di Sonico Testi di Raffaella Poggiani Keller Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Coordinatore del Piano di Gestione Carlo Liborio e Maria Giuseppina Ruggiero SCA - Società Cooperativa Archeologica Segreteria tecnico-scientifica con contributi di: Angelo Maria Ardovino Ministero per i Beni e le Attività Culturali Dipartimento Innovazione, Ricerca, Organizzazione Tiziana Cittadini Centro Camuno di Studi Preistorici e Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo Sergio Cotti Piccinelli Comunità Montana di Valle Camonica Angelo Fossati Carlo Liborio e Maria Giuseppina Ruggiero SCA - Società Cooperativa Archeologica Apparato iconografico Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Centro Camuno di Studi Preistorici Dipartimento Valcamonica e Lombardia del CCSP Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica Comune di Sellero Apparato cartografico Provincia di Brescia-Ufficio cartografico Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano di Valle Camonica Copertina Lorenzo Mangili In allegato CD contenente: – Allegati 1-32 – Management Plan (English version with Figures, Tables, Enclosures, GIS) Cooperativa “Le Orme dell’Uomo” Salvatore Lentini CRAAC - Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali Claudio Nodari Traduzione inglese Arkadia Translation, Milano Jim Bishop Studio di architettura, Esine Ausilio Priuli Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica Cesare Ravazzi Edizione Stamperia Stefanoni, Bergamo 2007 CNR - Centro Nazionale delle Ricerche IDPA Umberto Sansoni e Silvana Gavaldo Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici In copertina: La stele Cemmo 4 (età del Rame, III millennio a.C.). Indice Prefazioni Premessa - cronistoria pag. 9 » 15 » 21 » » » » » » » » » » » » » » » » » » » 21 21 23 23 31 55 69 69 82 85 85 88 88 88 88 88 90 93 94 » 99 PARTE PRIMA Il Quadro di Riferimento Generale del Piano 1. Identificazione del significato universale 1.1 Motivazione del riconoscimento 1.2 Identità storica 1.2.1 Breve storia delle ricerche 1.2.2 Arte rupestre: tecniche di incisione e periodizzazione del fenomeno 1.3 Valori culturali 2. Identificazione degli ambiti territoriali 2.1 Ambito territoriale iscritto 2.2 Ambito territoriale esteso 3. Identificazione dei soggetti promotori 3.1 Soggetti pubblici 3.2 Soggetti privati 3.3 Accordi e intese 4. Identificazione del Soggetto Responsabile 5. Programmi e problematiche 5.1 Piani Urbanistici e Funzionali 5.2 Piani Settoriali e/o Integrati 5.3 Piani di Sviluppo Socio Economico 5.4 Piani Specifici per la Tutela del Sito PARTE SECONDA Il Sistema Informativo Territoriale 6. Analisi del patrimonio culturale 6.1 Beni culturali, musei, ambiente, archeologia, arte, storia, edifici 6.2 Cultura materiale: artigianato, prodotti tipici, risorse naturali 6.3 Cultura intangibile: eventi, produzione culturale, usi e costumi 6.4 Stato di conservazione del patrimonio » 99 » 99 » 107 » 114 » 114 5 6.4.1 Il patrimonio di arte rupestre. Stato di conservazione e interventi di restauro, documentazione e monitoraggio 6.4.2 Il patrimonio archeologico e storico-artistico 7. Analisi delle risorse 7.1 Risorse ordinarie per la conservazione Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, Capo di Ponte Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo Parco Comunale di Luine, Darfo Boario Terme Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, Capo di Ponte Parco Comunale di Sellero Parco pluritematico del “Còren de le Fate”, Sonico 7.2 Risorse naturali ed ambientali 7.3 Cultura intangibile 7.4 Risorse organizzative ed intellettuali 8. Analisi dei rischi e dei vincoli 8.1 Accessibilità e fruibilità dei beni 8.1.1 Accessibilità alla Valle e ai beni in generale 8.1.2 Accessibilità ai Parchi con Arte Rupestre e fruibilità 8.2 Sistema degli Indicatori e fattori di rischio 8.2.1 Fattori generali di rischio che si riflettono sul contesto ambientale 8.2.2 Fattori particolari di rischio determinati dal contesto culturale 8.3 Sistema degli Indicatori sulla pressione, causa/effetto 8.4 Mappa dei rischi, delle tutele e delle protezioni 8.5 Sistema degli Indicatori di governo, norme, interventi 8.6 Sistema di qualità storica da trasferire alla futura generazione 9. Analisi sociale ed economica 9.1 Gli Indicatori Demografici 9.2 Gli Indicatori dell’occupazione 9.3 Le attività produttive settoriali 9.4 Il turismo e le attività collegate 9.5 Le attività culturali 9.6 Attese ed Intenzioni dei portatori di interesse » » » » 118 138 142 142 » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » 142 144 148 148 148 148 148 150 154 159 159 159 160 170 170 171 172 172 173 174 174 175 176 176 177 180 182 PARTE TERZA Tutela e conservazione » 187 10. Piano degli interventi sulle strutture 10.1 Piano di intervento per l’adeguamento e la valorizzazione dei Parchi d’Arte Rupestre » 187 10.1.1 Adeguamento del riconoscimento formale dei parchi, a norma di legge 10.1.2 Adeguamento espositivo 10.1.3 Ricognizione della situazione conservativa del patrimonio d’arte rupestre all’interno dei Parchi d’Arte Rupestre 10.2 Piano di intervento per la realizzazione del Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica a Capo di Ponte 10.3 Piano di intervento per la valorizzazione dei siti archeologici pre-protostorici 10.4 Piano di intervento per il rilevamento, la documentazione e la valorizzazione degli altri siti d’arte rupestre della Valle Camonica non compresi nei Parchi d’Arte Rupestre 10.4.1 Piano di intervento per l’inserimento nel sistema GIS 6 » 189 » 189 » 190 » 194 » 196 » 199 » 200 » 200 10.4.2 Piano di intervento per la documentazione 10.4.3 Piano di intervento per la valorizzazione 10.5 Piano di intervento sulla rete dei percorsi storici 10.6 Piano di intervento per il ripristino paesaggistico del fondovalle 11. Piano degli interventi di manutenzione e restauro 12. Piano dei recuperi e delle protezioni 12.1 Piano di recupero del bosco e, più in generale, dell’ambiente naturale nel quale si trovano i Parchi d’Arte Rupestre 12.2 Piano delle protezioni all’interno dei Parchi d’Arte Rupestre 13. Piano d’adeguamento degli strumenti normativi ed urbanistici » » » » » » 200 201 204 206 210 215 » 215 » 216 » 218 PARTE QUARTA Il modello dello sviluppo culturale locale » 221 14. Piano della Ricerca scientifica e tecnologica 14.1 Progetto di studio paleoambientale 14.2 Piano della ricerca sull’arte rupestre 14.3 Piano di ricerca sui contesti archeologici preistorici e protostorici 14.4 Piano di studio sulla storia delle ricerche sull’arte rupestre. Analisi e studio degli Archivi storici 14.5 Progetto di documentazione del patrimonio intangibile 14.6 Editoria scientifica 14.7 Piano dei Convegni e delle iniziative culturali 14.8 Piano del monitoraggio ambientale 15. Piano di coinvolgimento delle comunità locali 15.1 Iniziative per il coinvolgimento delle scuole e delle Università 15.2 Iniziative di divulgazione del patrimonio mondiale “Arte Rupestre della Valle Camonica” 15.3 Promozione della conoscenza del Piano di Gestione 15.4 Altre iniziative 16. Piano delle accessibilità e permeabilità 16.1 La linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo come mezzo strategico di accessibilità al patrimonio delle incisioni rupestri 16.2 La segnaletica turistica lungo le strade della Valle Camonica 17. Piano della formazione e della diffusione 17.1 La formazione professionale » » » » 221 224 229 230 » » » » » » » 233 233 234 235 236 236 237 » » » » 238 238 240 240 » » » » 242 243 244 244 17.1.1 Corso per la formazione di personale tecnico con specifiche competenze in materia di ricognizione e restituzione digitale ai fini conservativi del patrimonio archeologico litico, con particolare riferimento alle incisioni rupestri 17.1.2 Corso per operatori per la manutenzione del verde nelle aree comprese nel Piano di Gestione per il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” 17.1.3 Corso per artigiani specializzati nelle lavorazioni tradizionali della Valle 17.1.4 Corso per la formazione e l’aggiornamento degli operatori didattici 17.1.5 Corso per operatori turistici 17.1.6 Corso di formazione per promoter turistici che richiamino ed indirizzino i flussi turistici verso la Valle Camonica 17.2 La diffusione 17.2.1 Utenza 17.2.2 Servizi offerti 17.2.3 Numero degli addetti alle attività didattiche e qualificazione 17.2.4 Materiale didattico-divulgativo ed editoria specifica » 244 » » » » 245 245 245 246 » » » » » » 246 247 250 253 256 256 7 17.3. Piani di intervento per la didattica e la divulgazione 17.3.1 Qualificazione professionale degli operatori didattici per il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” 17.3.2 Predisposizione di centri di accoglienza e didattica in Valle Camonica e nei Parchi d’Arte Rupestre 17.3.3 Adeguamento degli apparati didattici dei Parchi d’Arte Rupestre 17.3.4 Analisi dell’utenza dei Parchi d’Arte Rupestre 17.3.5 Progetti didattici per le scuole e i giovani residenti in Valle Camonica 17.3.6 Progetti didattici per le scuole e i giovani non residenti in Valle Camonica 17.3.7 Corsi di formazione per gli insegnanti 17.3.8 Visitatori di età prescolare 17.3.9 Divulgazione per gli adulti 17.3.10 Divulgazione per i disabili 17.3.11 Divulgazione per stranieri 17.3.12 Editoria 18. Piano dell’accoglienza del turismo culturale 19. Piano delle attività tipiche locali 20. Piano degli eventi e delle attività culturali 21. Piano del marketing territoriale 21.1 Obiettivi 21.2 Le azioni promozionali 21.3 Gli strumenti 21.4 La tempistica 21.5 I partners 21.6 Le modalità di finanziamento 22. Piano attuativo degli interventi » 256 » 257 » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » 258 258 259 259 260 260 260 260 261 261 261 262 265 265 266 266 267 271 271 272 273 273 PARTE QUINTA Controllo e monitoraggio del Piano di Gestione » 275 23. Premessa metodologica 24. Controllo delle azioni e delle opere di manutenzione e restauro 25. Controllo delle opere di riconversione 26. Controllo delle azioni e delle opere di prevenzione 27. Controllo delle azioni e delle opere di tutela 28. Controllo delle opere di trasformazione 29. Controllo delle azioni e delle opere di protezione 30. Controllo delle azioni e delle opere di valorizzazione 31. Monitoraggio delle fonti di inquinamento 32. Controllo e monitoraggio dei flussi e del carico antropico 33. Controllo e monitoraggio del consenso del residente Tabella: Gli Indicatori per il Controllo e il Monitoraggio del Piano di Gestione » » » » » » » » » » » » APPENDICE Allegato 28. Consuntivo Studi Arte Rupestre Valle Camonica e pubblicazioni Allegato 29. Piano degli Interventi descritti nelle Parti terza e quarta del Piano di Gestione » 291 » 293 8 275 279 280 281 281 282 282 283 283 285 286 288 » 317 Prefazioni Già dalla fine degli anni ’90 l’UNESCO cominciò a chiedere la presentazione dei Piani di Gestione dei siti che si proponevano per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. Tale richiesta era motivata dalla costatazione che, negli anni trascorsi dall’avvio dell’attuazione della Convenzione per la salvaguardia del Patrimonio Mondiale culturale e naturale del 1972, molti siti iscritti, benché formalmente tutelati, mostravano seri problemi di conservazione. Per affrontare questa situazione, si è voluto introdurre uno strumento ritenuto utile ad attuare forme di tutela attiva più efficaci. In Italia l’esigenza di pervenire alla redazione di Piani di Gestione si rese pressante quando, a partire dal 2001, tale strumento divenne obbligatorio per le nuove iscrizioni. Presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali si avviò dunque, da quell’anno, un duplice percorso per fare fronte a tale richiesta. L’Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, preposto all’attuazione della Convenzione, coordinò la redazione dei Piani di Gestione di tutte le nuove candidature presentate, utilizzando anche il risultato di alcune ricerche condotte con la collaborazione di esperti nel settore della conservazione, dell’urbanistica, della paesaggistica, dell’economia e della cultura. Sulla base anche di tale esperienza si avviò quindi il lavoro di un’apposita commissione, composta da docenti universitari delle discipline qui sopra ricordate, incaricata di predisporre le linee guida per la redazione dei Piani di Gestione anche di tutti i siti già precedentemente iscritti nella Lista. Tale lavoro è stato condotto in stretta collaborazione con i rappresentanti delle amministrazioni interessate e con i colleghi tecnici dell’Associazione Città Italiane Patrimonio UNESCO. Sviluppata attraverso numerosi incontri tecnici, tale attività ha avuto nelle quattro Conferenze Nazionali dei siti UNESCO italiani, finora svoltesi, un momento importante per l’illustrazione dell’avanzamento del lavoro e per lo scambio di esperienze tra i diversi soggetti coinvolti nella gestione. Questa attività ha avuto un importante riconoscimento a livello normativo con l’approvazione della Legge 20 febbraio 2006, n. 77 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’UNESCO” che, tra l’altro, definisce e prevede che siano approvati i Piani di Gestione dei siti UNESCO italiani.1 In questa fase, tutti i nostri siti sono pertanto impegnati nella stesura del Piano di Gestione, o l’hanno da poco conclusa. Si è così avviata una sperimentazione inedita ed interessante anche alla luce del numero e dell’importanza dei siti coinvolti in questo sforzo. Sicuramente il risultato che fino ad ora sembra essere il più in1 Art. 3. (Piani di Gestione) 1. Per assicurare la conservazione dei siti italiani UNESCO e creare le condizioni per la loro valorizzazione sono approvati appositi Piani di Gestione. 2. I Piani di Gestione definiscono le priorità di intervento e le relative modalità attuative, nonché le azioni esperibili per reperire le risorse pubbliche e private necessarie, in aggiunta a quelle previste dall’articolo 4, oltre che le opportune forme di collegamento con programmi o strumenti normativi che perseguano finalità complementari, tra i quali quelli disciplinanti i sistemi turistici locali e i Piani relativi alle aree protette. 3. Gli accordi tra i soggetti pubblici istituzionalmente competenti alla predisposizione dei Piani di Gestione e alla realizzazione dei relativi interventi sono raggiunti con le forme e le modalità previste dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, di seguito denominato «Codice». 9 teressante, nei casi di maggiore successo dell’iniziativa, è quello del coordinamento dei numerosi soggetti che a vario titolo hanno competenze nella gestione del territorio, delle città e del patrimonio culturale e paesaggistico.2 Questo particolare aspetto è stato fin dall’inizio alla base dell’impostazione italiana della metodologia per l’attuazione dei Piani di Gestione. Il Piano di Gestione, infatti, è stato concepito come un elaborato tecnico che costituisce lo strumento necessario per definire e rendere operativo un processo di tutela e di sviluppo, condiviso da più soggetti e formalizzato attraverso un accordo di programma o altro strumento di concertazione. Si tratta di una definizione legata alle esigenze poste dalla realtà culturale, istituzionale ed operativa italiana, in cui appare utile soprattutto coordinare le logiche settoriali dei diversi soggetti competenti, sia istituzionali sia privati, per il raggiungimento di obiettivi, da tutti concordati, e per pervenire ad un equilibrato rapporto tra conservazione e sviluppo. Il Piano di Gestione della Valle Camonica è stato uno dei primi ad essere completato, tra quelli dei siti iscritti prima del 2001. Il Piano è stato infatti presentato nell’ottobre 2005, e si è quindi subito posto come un riferimento per le tante Amministrazioni ancora al lavoro. Credo che proprio questo caso sia uno dei più significativi per illustrare il primo importante esito di tutta l’attività di costruzione di un processo condiviso, di cui si è precedentemente fatto cenno. La redazione del Piano ha comportato una intensa attività di collaborazione tra le Amministrazioni che a vario titolo sono l’espressione delle diverse competenze centrali e territoriali. In particolare, in questo caso si è concretizzato, attraverso il Piano, un programma di azioni approvato da tutti i soggetti competenti, che vede la conservazione dell’arte rupestre della Valle Camonica al centro una serie di attività concertate. Tutela e fruizione del patrimonio diventano così anche l’occasione per progettare uno sviluppo socio-economico legato alle valenze culturali eccezionali di questo territorio. Ritengo opportuno ricordare, in occasione della pubblicazione del Piano, anche l’importante ruolo svolto da Raffaella Poggiani Keller, che con grande competenza e grazie alla sua personale capacità di mediazione, è riuscita a portare a termine un lavoro concordato e condiviso da tutti in ogni fase. Credo che tale esempio di collaborazione tra le Amministrazioni pubbliche sia un interessante “buona pratica”, che illustra le possibilità di pervenire ad azioni coordinate per la valorizzazione del nostro patrimonio. Infine, mi piace sottolineare che il Piano di Gestione della Valle Camonica non è un semplice esercizio tecnico-accademico o un elenco di buone intenzioni. Dal momento della sua presentazione, molte della azioni previste sono state avviate ed alcune anche completate, come risulta possibile costatare nelle pagine del volume. Anche questo è un aspetto di non poco conto, in una realtà nazionale che spesso vede bloccate fin dalla nascita molte iniziative lodevoli, ma purtroppo non adeguatamente radicate nella realtà amministrativa ed economica. Nel rinviare ad una lettura del Piano per una visione completa dei molti contenuti e progetti, mi sembra utile, tra le tante azioni avviate o completate, sottolinearne alcune che, a vario titolo, rappresentano esempi di particolare interesse del lavoro svolto. Sul piano della conoscenza del patrimonio, il Catalogo Informatizzato per il Monitoraggio dell’Arte Rupestre, con le schede IRWeb, costituisce dal punto di vista metodologico, ma anche per l’attività già fatta, uno dei risultati più interessanti finora conseguiti. Tale interesse è stato poi anche sottolineato dall’attenzione suscitata negli incontri scientifici internazionali in cui è stato illustrato. In termini di valorizzazione e migliore fruizione dell’arte rupestre, mi sembra utile ricordare l’adeguamento in corso dei Parchi già aperti e il progettato allestimento del Parco di Sellero. Infine, sul versante della tutela e della gestione, ritengo importante ricordare il riconoscimento amministrativo dei parchi archeologici da parte della regione Lombardia nel luglio del 2006. Manuel Roberto Guido Responsabile dell’Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO del Ministero per i Beni le Attività Culturali 2 Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità Montane, gli Enti Parco o gli altri Enti pubblici istituzionalmente competenti a livello territoriale, gli Enti Ecclesiastici. 10 Le incisioni rupestri della Valle Camonica rappresentano un patrimonio unico nell’ambito dell’arte preistorica europea per continuità di realizzazione lungo tutto l’arco cronologico, dal Paleolitico alla romanizzazione, per complessità e varietà di rappresentazioni, per distribuzione omogenea sul territorio. Questo eccezionale complesso archeologico, costituito da oltre 140.000 figurazioni su più di 2000 rocce, ha giustamente costituito il primo sito italiano tutelato nella World Heritage List dell’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, a riconoscimento dell’opera di studio e di valorizzazione che una lunga serie di studiosi, da Gualtiero Laeng a Emmanuel Anati, ha portato avanti nell’ultimo secolo. La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, che non ha mai cessato di rivolgere la propria attenzione a questa tematica e di svolgere un ruolo di tutela attiva e di coordinamento scientifico nella Valle dal tempo della realizzazione, già nel 1955, del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, è stata particolarmente lieta di assumersi l’onore e l’onere di coordinare, su incarico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’elaborazione del Piano di Gestione, necessario a seguito di una precisa direttiva dell’UNESCO. L’opera che viene presentata ha visto come protagonista Raffaella Poggiani Keller e i suoi collaboratori, cui io stesso e i due miei predecessori, Angelo Maria Ardovino ed Elisabetta Roffia, abbiamo con ogni tranquillità affidato questa responsabilità. Si trattava non solo di coordinare tutte le realtà territoriali presenti e necessarie (Provincia, Comunità Montana, Consorzio BIM, Comuni), ma anche i diversi parchi delle incisioni rupestri ormai costituiti e le numerose istituzioni scientifiche che operano in Valle Camonica, a partire dal prestigioso Centro Camuno di Studi Preistorici: un’opera, come ci si può immaginare, tutt’altro che facile ma ormai indispensabile, perchè proprio la frammentazione delle iniziative ha sempre rappresentato il principale punto debole non solo della ricerca scientifica sulle incisioni rupestri ma anche per una loro valorizzazione adeguata all’importanza che rivestono nel patrimonio archeologico nazionale. Il Piano di Gestione affronta quindi anche tutte le problematiche connesse con l’arte rupestre camuna, sia riguardo al milieu territoriale dal punto di vista economico, sociale e culturale, sia riguardo evidentemente alle prospettive di organizzazione futura delle risorse disponibili per la conservazione, il restauro, la valorizzazione e lo studio del sito UNESCO. E tuttavia, nè poteva essere altrimenti, il Piano di Gestione parte dalla valutazione generale del significato dell’arte rupestre camuna ed è su questo tema che proprio la Soprintendenza per i Beni Archeologici, e Raffaella Poggiani in particolare, hanno svolto negli ultimi anni un ruolo essenziale, affiancando alla ricerca sulle rocce incise la ricerca sul territorio. È necessario infatti superare la fase della valutazione storico-artistica, antropologica o tipologica delle figurazioni sulle rocce per comprenderne il significato storico e culturale nei diversi periodi della preistoria camuna; questo è possibile solo con scavi archeologici e ricerche sul terreno che ci diano un quadro reale delle condizioni di vita, dell’organizzazione sociale, politica ed economica e, soprattutto, delle manifestazioni cultuali, cui certamente le incisioni rupestri sono legate. I primi risultati, sensazionali, dagli scavi del santuario megalitico di Ossimo, del recinto sacro attorno ai massi di Cemmo, degli insediamenti di Cevo - Dos Curù e di Temù, stanno dando un’immagine nuova della preistoria camuna, che si affianca alle coeve manifestazioni dell’arco alpino, dalla Val d’Aosta al Trentino, ma che certo rappresenta il sito europeo più comprensibile e fruibile al pubblico. 11 Compito comune della Soprintendenza e delle altre istituzioni coinvolte nel progetto è quindi di realizzare un forte modello di collaborazione per adeguare l’offerta culturale del sito UNESCO tanto alle esigenze turistiche quanto a quelle della ricerca scientifica. Luigi Malnati Soprintendente ad interim per i Beni Archeologici della Lombardia 12 Non è stato un percorso semplice quello che ha condotto gli Enti interessati alla gestione dei parchi archeologici d’arte rupestre della Valle Camonica a convergere intorno a un documento di analisi e di sintesi delle strategie di sviluppo del primo sito italiano riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Le difficoltà sono originate dalla natura speciale del Sito, che si identifica con il territorio di una intera vallata alpina, la Valle dei Camuni appunto, e comprende un grande patrimonio archeologico disseminato sul territorio, poco circoscritto, e gestito da enti diversi, con competenze, finalità, interessi non sempre convergenti. Ma altre complessità scaturivano dal sedimentarsi, negli operatori istituzionali e culturali, di sentimenti disinteressati all’aggregazione e al reciproco riconoscimento. La scelta dell’UNESCO, e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di aprire la sfida dei Piani di Gestione è stata una opportunità che il territorio della Valle Camonica ha saputo cogliere: con l’azione di coordinamento della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia è stato possibile avviare una riflessione tra tutti i soggetti che, sostenuti da tavoli tematici di lavoro e da una attenta segreteria tecnica, hanno messo a fuoco alcune priorità ed obiettivi: effettuare una mappatura conoscitiva della grande risorsa culturale dell’arte rupestre, difenderne il valore universale, rivitalizzarne la gestione mediante nuovi progetti e interventi di conservazione, valorizzazione, promozione e fruizione. Grazie al lavoro congiunto degli Enti per lo studio del P.d.G. si sono accesi nuovi riflettori, nuovi propositi, nuove volontà di rilancio del grande patrimonio d’arte rupestre del sito UNESCO, anche grazie all’approntamento di inediti strumenti tecnici e amministrativi: il Gruppo Istituzionale di Coordinamento per l’attuazione delle prime fasi del Piano è lo strumento per concretizzare alcune misure urgenti (di progettazione, di intervento, di promozione del patrimonio) e nel contempo portare a perfetto compimento il P.d.G. individuando il Soggetto Responsabile del Sito. L’impegno di tutti è volto in questa direzione: trovare un Soggetto Responsabile che possa rappresentare l’unicità del Sito, ma anche la ricchezza e la varietà degli apporti istituzionali, la convergenza delle strategie e degli interessi. Il cammino non è facile, ma è sicuramente utile al territorio, e porterà nuove prospettive di indagine e di sviluppo intorno al tema, sempre più attuale, delle modalità di gestione di quella risorsa, davvero unica e inesauribile per il nostro Paese, rappresentata dal patrimonio storico, artistico e culturale. Mario Rizza Presidente Gruppo Istituzionale di Coordinamento del Piano di Gestione del Sito UNESCO Arte Rupestre della Valle Camonica 13 Premessa - cronistoria La richiesta rivolta dall’UNESCO al Governo italiano (tenuto agli adempimenti derivanti dalla Convenzione sulla tutela del Patrimonio mondiale, culturale e naturale, Parigi 16 novembre 1972) di estendere l’obbligatorietà dei Piani di Gestione a tutti i siti del Patrimonio Mondiale iscritti prima del 2002 ha comportato la necessità di adeguare anche il sito n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, il primo sito italiano riconosciuto nel 1979 Patrimonio Mondiale dell’umanità. Nel 2004 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha dunque incaricato la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia di coordinare ogni necessaria iniziativa per la messa in regola del sito Unesco e l’elaborazione del Piano di Gestione, in collaborazione con gli Enti locali. In una prima fase, condotta nel primo semestre 2004, la Soprintendenza curò l’istruttoria per l’aggiornamento dei dati. Data la carente documentazione del patrimonio tutelato, per il quale all’atto del riconoscimento nel 1979 non era stata fornita la perimetrazione areale né erano stati elencati in modo esaustivo i beni, a sanatoria della situazione pregressa si concordò con il Ministero di procedere, in prima istanza, alla perimetrazione dei soli Parchi già oggetto, o in corso, di valorizzazione ed afferenti a diversi Enti proprietari e gestori (Stato, Comuni, Regione): • Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, Capo di Ponte • Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, Capo di Ponte • Parco Comunale di Luine di Darfo-Boario Terme, compreso nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro • Parco Archeologico Comunale di SeradinaBedolina, Capo di Ponte • Parco Comunale di Sellero • Parco Pluritematico “Còren de le Fate” di Sonico • Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Contestualmente alla perimetrazione dei sette Parchi su cartografia in varia scala (IGM 1:25.000; CTR 1:10.000; catastale 1:2000/1000), si avviò la definizione delle “buffer zone”, le aree-tampone, che in alcuni casi risultavano già individuate nei Piani dei Parchi o in Decreti di vincolo paesaggistico istituiti sulla base della L.1497/1939 negli anni Sessanta attorno ad alcune delle aree sottoposte a tutela archeologica (D.M. 14.4.1967 nei Comuni di Capo di Ponte e Ceto). In una seconda fase, nel giugno 2004, si è avviata l’elaborazione del Piano di Gestione per il quale il Ministero ha predisposto apposite “linee guida”, elaborate dalla “Commissione Consultiva per i piani di gestione dei siti UNESCO e per i sistemi turistici locali” e presentate nella Seconda Conferenza Nazionale I siti italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Piano di gestione e rapporto periodico, tenutasi a Paestum il 25-26 maggio 2004. Con le Circolari del 30 luglio 2004 n. 115 e del 21 dicembre 2004 n. 176 “Redazione dei Piani di gestione UNESCO”, a firma del Sottosegretario di Stato, On. Nicola Bono, sono state fissate le modalità e le fasi di lavoro, nonché le scadenze per l’elaborazione del Piano di Gestione, da concludersi entro aprile 2005 e comunque entro la fine dell’anno. Il Ministero per i Beni e le Attività CulturaliDipartimento per la Ricerca, l’Innovazione e 15 l’Organizzazione ha anche garantito il sostegno tecnico e scientifico all’iniziativa da parte del Gruppo di lavoro permanente per la Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (di recente ridefinito Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO), coordinato da Roberto Manuel Guido, che ha organizzato seminari e periodiche riunioni di verifica; inoltre ha offerto un importante supporto tecnico con la creazione di un gruppo di consulenza, coordinato da Felice Vertullo, che dopo avere elaborato le “linee guida” del modello di PdG, ha definito la strategia per la redazione del Piano e fornito lo schema cui adeguarsi in modo da rendere omogenea e unitaria l’operazione che vede coinvolti trentotto siti italiani. Grazie al sostanziale appoggio ed al supporto tecnico-scientifico predisposto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali sono stati notevolmente facilitati i lavori; di questo siamo grati al Ministero. Il Piano di Gestione prevede un processo di collaborazione istituzionale che coinvolge, oltre all’organo di tutela, gli Enti territoriali locali. In considerazione della vastità del territorio e della varietà dei beni (oltre 180 siti d’arte rupestre ubicati in 30 comuni della Valle Camonica) e, di conseguenza, del numero rilevante di Enti locali interessati alla formulazione del Piano di Gestione, Enti che non era pensabile di poter coinvolgere tutti singolarmente, dati i tempi stretti, si sono individuati come referenti principali, con i quali avviare un’intesa, gli Enti territoriali sovracomunali, con i quali la Soprintendenza aveva già avviato/realizzato, per questo e per altri settori del patrimonio archeologico, progetti e accordi di programma, ed i Comuni interessati dalla presenza dei Parchi sopra elencati. In data 20 dicembre 2004 è stata pertanto approvata una Dichiarazione di Intenti (All. 3), sottoscritta da: – Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (d’intesa con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia) – Provincia di Brescia – Comunità Montana di Valle Camonica – Consorzio Comuni del Bacino Imbrifero Montano di Valle Camonica (BIM) – Comuni di Darfo Boario Terme, Capo di 16 Ponte, Sellero, Sonico e Consorzio per le Incisioni Rupestri dei Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Ognuno degli Enti sopra elencati, sulla base dell’art. 4 della Dichiarazione di Intenti, ha nominato un rappresentante, delegato a partecipare al “Gruppo di Lavoro per l’elaborazione del Piano di Gestione”, finalizzato al perseguimento dei seguenti obiettivi prioritari: • tutelare e conservare il patrimonio d’arte rupestre della Valle Camonica, riconosciuto nel 1979 di interesse mondiale dall’UNESCO, considerandolo nel contesto archeologico e territoriale al quale è strettamente legato; • promuoverne e potenziarne la conoscenza, con interventi sistematici e coordinati di documentazione, di ricerca e di studio; • valorizzare il sito nelle forme e con gli strumenti più idonei, nel rispetto, prioritario e imprescindibile, dell’integrità e dell’identità del bene, all’interno del contesto territoriale e culturale nel quale esso è inserito; • svilupparne con sapienza l’inserimento nel circuito del turismo culturale e, più in generale, di un sistema turistico; • operare in modo da rendere compatibili tali priorità con lo sviluppo sostenibile del territorio, per il quale il sito arte rupestre costituisce elemento promotore di sviluppo economico e sociale. Dopo avere definito le linee generali del Piano di Gestione con gli Enti sopra indicati, al suddetto Gruppo di Lavoro si sono affiancate due Commissioni, su Tavoli separati e con funzioni di consulenza, per l’elaborazione di documenti sulla Ricerca Scientifica e sulla Didattica: – la Commissione per la Ricerca Scientifica, formata dalle Istituzioni culturali e scientifiche che si occupano in Valle dello specifico tema dell’arte rupestre e alle quali sia riconosciuto un ruolo autorevole nello studio delle incisioni (Centro Camuno di Studi Preistorici, Dipartimento Valcamonica e Lombardia dello stesso Centro; Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo”; Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica di Capo di Ponte) e, anche, dalle istituzioni che si occupano localmente di coordinamento e gestione di aree a tutela paesaggistico-ambientale di interesse sovracomunale (Parco dell’Adamello); – la Sottocommissione per la Didattica costituita dai Soggetti (in parte i medesimi) che svolgono attività didattica e di divulgazione sull’Arte Rupestre (Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo”; Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica di Capo di Ponte, Archeocamuni, Do.Net, Pro Loco di Capo di Ponte). I rappresentanti degli Enti, congiuntamente alla Segreteria Tecnico-Scientifica e Tecnica, incaricata della redazione del Piano di Gestione (incarico attivato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia nell’ambito del progetto Valcamonica preistorica finanziato nel Programma ordinario triennale 20042006 del Ministero), hanno partecipato nel primo semestre 2005 a periodiche riunioni di lavoro tenutesi, su convocazione della Soprintendenza, presso la sede della Comunità Montana di Valle Camonica in Breno. Tale Gruppo di Lavoro ha discusso, modificato, integrato, approvato e recepito il testo elaborato da parte del Coordinatore dei LL e della Segreteria Tecnico-Scientifica e comprensivo degli specifici contributi dei rappresentanti degli Enti, via via trasmesso ai Soggetti coinvolti per una valutazione preventiva e per ogni aggiunta, modifica, variazione ritenute necessarie, con periodica presa visione anche da parte dei responsabili politici degli Enti, quando non partecipanti di persona alle riunioni. Il medesimo Gruppo di Lavoro ha recepito nel Piano di Gestione il Piano della Ricerca scientifica e tecnologica e il Piano della formazione e diffusione, alla cui elaborazione hanno contribuito la Commissione per la Ricerca Scientifica e la Sottocommissione per la Didattica, di concerto con la Soprintendenza competente e con la Segreteria Tecnico-Scientifica. Il testo così elaborato si deve considerare perfettibile e aperto ad ulteriori approfondimenti e modifiche che via via si rendessero necessari: ad esempio, nella parte progettuale del Piano di Gestione (le Parti terza e quarta) alcuni Piani di Intervento sono articolati in forma compiuta, in alcuni casi in forma esecutiva, altri sono stati solo delineati e restano da elaborare in via definitiva ad opera di specifiche commissioni, da costituire. In sostanza il Piano di Gestione intende svolgere la funzione di strumento tecnico di orientamento e indirizzo utile all’azione dei numerosi Soggetti interessati, alla salvaguardia del patrimonio, alla promozione culturale ed alla valorizzazione del sito: uno strumento duttile che sappia fronteggiare via via l’evolversi della situazione e aiuti a gestire in modo tempestivo e sapiente lo sviluppo. In via preliminare il Piano di Gestione del sito n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, è stato presentato nella Terza Conferenza Nazionale dei siti italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO La strategia per la gestione dei siti italiani UNESCO, organizzata a Torino dal 20 al 22 maggio 2005. In via conclusiva, l’8 luglio 2005 (All. 30) il Piano di Gestione è stato approvato dagli Enti sottoscrittori della Dichiarazione di Intenti che ne hanno condiviso l’elaborazione e hanno collaborato alla creazione, per la prima volta, di un tavolo di concertazione per la tutela, la conservazione e la valorizzazione dell’Arte Rupestre della Valle Camonica, che certamente, di per sé, già costituisce un fatto positivo per l’affinamento di un metodo di lavoro comune e per l’individuazione delle strategie di intervento per il futuro del patrimonio. 8 luglio 2005 Raffaella Poggiani Keller Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia coordinatore del Piano di Gestione Aggiornamenti Nell’agosto 2005 il Piano di Gestione è stato pubblicato in rete: www.sitiunesco.org Con successive deliberazioni, nell’estate e nell’autunno 2005, i singoli Enti hanno formalmente approvato il Piano di Gestione nella sua forma finale (All. 30). L’11 dicembre 2006 gli Enti hanno sottoscritto il Protocollo di Intesa per l’attuazione delle prime fasi del Piano di gestione del sito Unesco n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, dando avvio alla definizione del Soggetto Responsabile del sito. 17 NOTE INFORMATIVE Comune di Capo di Ponte Francesco Manella (Sindaco) Gruppo di lavoro per l’elaborazione del Piano di Gestione del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” Giuseppe Composto Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (d’intesa con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia) Angelo Maria Ardovino, Elisabetta Roffia (Sindaco) (Soprintendenti, succedutisi, rispettivamente, fino al 31 gennaio 2005 e dal 1° febbraio 2005) Raffaella Poggiani Keller (Direttore archeologo coordinatore) Provincia di Brescia Aristide Peli (Assessore Area Innovazione Territorio - Settore Assetto Territoriale Parchi e V.I.A.) Elena Tironi delegata della Provincia di Brescia (Area Innovazione Territorio - Settore Assetto Territoriale Parchi e V.I.A.) Riccardo Minini (Assessore Area Sviluppo economico e sociale Settore Turismo) Sabrina Medaglia (Area Sviluppo economico e sociale - Settore Turismo) Maddalena Stefini (Area Sviluppo economico e sociale - Settore Turismo) Comunità Montana di Valle Camonica Giancarlo Maculotti (Assessore alla Cultura) Sergio Cotti Piccinelli (Servizio Cultura e Valorizzazione del territorio) Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano di Valle Camonica - BIM Francesco Manella (Consigliere) Comune di Darfo Boario Terme Francesco Abondio (Consigliere) Comune di Sellero Ezio Bartolomeo Laini Comune di Sonico Renata Pedrotti (Assessore alla Cultura, Turismo, Bilancio e Artigianato) Consorzio dei Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo Mario Rizza (Presidente) Tiziana Cittadini (Direttore della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo) Segreteria tecnico-scientifica Carlo Liborio (SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano) Maria Giuseppina Ruggiero (SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano) Sergio Cotti Piccinelli (Comunità Montana di Valle Camonica) Segreteria tecnica Gian Claudio Vaira (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) Tino Pacchieni (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) Hanno partecipato alla fase preliminare di intesa tra gli Enti: Angelo Maria Ardovino (allora Soprintendente per i Beni Archeologici della Lombardia) Edoardo Mensi (Presidente del Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano di Valle Camonica) Alessandro Bonomelli (Presidente della Comunità Montana di Valle Camonica) Cristina Ambrosini (Direzione Regionale per i Beni Culturali e PaesaggisticiMinistero per i Beni e le Attività Culturali) Marco Dossena e alla fase conclusiva di intesa tra gli Enti: Elisabetta Roffia (Presidente del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro) (Soprintendente Reggente per i Beni Archeologici della Lombardia) (Sindaco) 18 Hanno collaborato alla discussione e ai lavori: Commissione per la Ricerca Scientifica costituita da: Emmanuel Anati (Centro Camuno di Studi Preistorici) Tiziana Cittadini (Centro Camuno di Studi Preistorici) Andrea Arcà (Cooperativa “Le Orme dell’Uomo”) Angelo Fossati (Cooperativa “Le Orme dell’Uomo”) Ausilio Priuli (Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica) Umberto Sansoni (Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici) Silvana Gavaldo (Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici) Vittorio Ducoli (Direttore del Parco dell’Adamello) e Raffaella Poggiani Keller (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) Sottocommissione per la Didattica costituita da: Angelo Fossati Coordinamento per i rapporti con l’UNESCO Manuel Roberto Guido (Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Dipartimento per la Ricerca, l’Innovazione e l’Organizzazione Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO) con la collaborazione di Angela Maria Ferroni Coordinamento generale e consulenza tecnica e scientifica per i Piani di Gestione Commissione per i Piani di Gestione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, presieduta dal Sottosegretario di Stato, on. Nicola Bono, e coordinata da Felice Vertullo con la collaborazione di Anna Maria Trimarchi Stesura dei testi e redazione Raffaella Poggiani Keller (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) Carlo Liborio (SCA-Società Cooperativa Archeologica, Milano) Maria Giuseppina Ruggiero (SCA-Società Cooperativa Archeologica, Milano) Hanno collaborato alla stesura dei testi: Angelo Maria Ardovino (Cooperativa “Le Orme dell’Uomo”) Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Dipartimento Innovazione, Ricerca, Organizzazione (Parte terza, Piano degli interventi di manutenzione e restauro) Alberto e Chiara Galbiati Tiziana Cittadini (Archeocamuni) Centro Camuno di Studi Preistorici e Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (Parti prima e seconda: le notizie relative alla Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo e al Centro Camuno di Studi Preistorici e relative attività) Sergio Musatti (Do.Net, Museo della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo) Ausilio Priuli (Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica) Ilaria Zonta e collaboratrici (Associazione Pro Loco di Capo di Ponte) e Raffaella Poggiani Keller (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) con la collaborazione di Serena Solano (CRAAC - Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali) e la consulenza di Maria Giuseppina Ruggiero (SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano) Coordinamento dei Lavori per il Piano Raffaella Poggiani Keller (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) con la supervisione dei Soprintendenti A. M. Ardovino ed E. Roffia Sergio Cotti Piccinelli Comunità Montana di Valle Camonica (Parte quarta. 16. Piano delle accessibilità e permeabilità, 16.1. La linea ferroviaria Brescia-Edolo come mezzo strategico…; 19. Piano delle attività tipiche locali) Angelo Fossati Cooperativa “Le Orme dell’Uomo” (scheda sulla Cooperativa e sulle attività svolte) Salvatore Lentini CRAAC - Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali (Parte quarta. Piano della Ricerca scientifica e tecnologica, 14.5. Progetto di documentazione del patrimonio intangibile) Claudio Nodari Studio di architettura, Esine (All. 10. Capo di Ponte-Norme tecniche di attuazione) Ausilio Priuli Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica (scheda sul Museo e sulle attività svolte) 19 Cesare Ravazzi Maria Giuseppina Ruggiero CNR-IDPA (Parte quarta. Piano della Ricerca scientifica e tecnologica, 14.1. Progetto di studio paleoambientale) (SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano) Umberto Sansoni e Silvana Gavaldo Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici (scheda sul Dipartimento e sulle attività svolte) Maddalena Stefini Provincia di Brescia - Settore Turismo (Parte quarta. 21. Piano del marketing territoriale) Elena Tironi Provincia di Brescia - Settore Assetto Territoriale Parchi e V.I.A. (Parte seconda. 7.2 Risorse naturali e ambientali; Parte terza. 12. Piano dei recuperi e delle protezioni, 12.1. Piano di recupero del bosco; Parte quarta. 17. Piano della formazione e della diffusione, 17.2. Corso per operatori per la manutenzione del verde…) Gian Claudio Vaira Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (All. 4 - Regesto della Strumentazione Urbanistica; All. 27 - Manuale delle Buone Pratiche: Decalogo per la manutenzione delle rocce incise) Cartografia (GIS) Tino Pacchieni (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) con la collaborazione di: Gian Claudio Vaira (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) Ufficio cartografico della Provincia di Brescia Assessorato al Territorio, Parchi e V.I.A. Tiziana Cittadini (Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo), per la cartografia dei Parchi di competenza e in progettazione Claudio Nodari (Studio di architettura, Esine), estensore del PRG di Capo di Ponte e di Sellero (in corso) Donato Taboni (BIM - Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano di Valle Camonica) Uffici tecnici di Darfo - Boario Terme e di Angolo Terme Ufficio Tecnico di Sonico e Ausilio Priuli (Museo didattico d’Arte e Vita preistorica) e la consulenza tecnica di: Paola Melis (Studio di architettura, Milano) Elaborazione cartine, grafici e trattamento immagini Carlo Liborio (SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano) 20 con la collaborazione tecnica di: Tino Pacchieni (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) e la collaborazione informatica di: Thomas Scalera (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) Apparato iconografico Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Centro Camuno di Studi Preistorici Dipartimento Valcamonica e Lombardia del CCSP Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica Comune di Sellero Fonti Provincia di Brescia - Settore Turismo per i dati statistici sul turismo nella provincia e in Valle Provincia di Brescia - Ufficio cartografico per cartografia di base digitalizzata 1:50.000, CTR 1:10.0000 e Piano Sentieristico Provinciale vettorializzato Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano di Valle Camonica per cartografia di base digitalizzata e vettoriale di varie scale e aereo-ortofoto Comunità Montana di Valle Camonica per tutti i dati disponibili su progetti, statistiche, indagini socio-economiche Comune di Capo di Ponte per Normativa urbanistica Traduzione inglese Arkadia Translation, Milano Jim Bishop, cui si deve anche la revisione generale della versione inglese del Piano Finanziamenti L’onere finanziario per l’elaborazione del Piano di Gestione è stato assunto in toto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia - Ministero per i Beni e le Attività Culturali nell’ambito della programmazione annuale (Progetto Valcamonica preistorica. Scavo, documentazione e valorizzazione, anni 2004, 2005 e 2006). Un contributo per la traduzione è stato offerto dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia-MiBAC PARTE PRIMA Il Quadro di Riferimento Generale del Piano 1. IDENTIFICAZIONE DEL SIGNIFICATO UNIVERSALE 1.1 Motivazione del riconoscimento La Valle Camonica, una delle più estese valli d’Italia, situata nella parte nord-orientale della regione Lombardia, in provincia di Brescia (Figg. 1-2), è caratterizzata dal più ricco patrimonio mondiale di arte rupestre. L’Arte Rupestre della Valle Camonica venne inserita nel 1979, quale primo sito italiano, nella World Heritage List dell’UNESCO per l’unicità del fenomeno e per l’importanza del contributo scientifico che lo studio del patrimonio di incisioni ha apportato alla conoscenza della preistoria dell’Uomo. Allo stato attuale non è noto l’esatto iter dell’iniziativa, promossa per via di conoscenze e rapporti scientifici tra Enti, senza particolari for- Fig. 1. Ubicazione del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” (Lombardia, Italia). malizzazioni, come risulta evidente dalla Proposition d’Inscription presentata in data 24.1.1979 dall’Assessore alla Cultura della Regione Lombardia (nota UNESCO prot. n. 94 del 21.3.1979), con il supporto scientifico del Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte. Anche grazie all’attività svolta da questo Istituto, erano state individuate fin dagli anni ’50 centinaia di rocce istoriate e soprattutto si era ricostruito il quadro storico, culturale ed economico delle genti che le avevano prodotte, individuandone i collegamenti ed i contatti con i principali gruppi umani operanti in Europa. La richiesta di riconoscimento venne accolta proprio per la continuità temporale di queste manifestazioni artistiche ed il loro collegarsi con analoghi fenomeni documentati in Europa. Va ricordato che all’epoca la Soprintendenza competente per la tutela dei beni archeolo- Fig. 2. Ubicazione della Valle Camonica in Lombardia. 21 gici e responsabile dei siti (alcuni dei quali di proprietà demaniale e direttamente gestiti dallo Stato) e delle ricerche archeologiche, svolte sia direttamente sia in collaborazione, tramite autorizzazione o concessione, con il Centro Camuno, non fu coinvolta nell’iniziativa. Dalla documentazione disponibile risulta che l’iter fu breve (All. 1): ➢ 24 gennaio 1979: viene presentata la domanda da parte dell’Assessorato alla Cultura della Regione Lombardia; la proposta è sostenuta dal Centro Camuno di Studi Preistorici, impropriamente indicato come responsabile per la tutela e la conservazione del bene. ➢ 21 marzo 1979: l’UNESCO riceve la domanda e la registra con il numero d’ordine 94. ➢ 29 marzo 1979: l’ICOMOS (International Council of Monuments and Sites) trasmette all’UNESCO una nota nella quale giudica completa ed adeguata la documentazione per la candidatura della Valle Camonica. ➢ 10 aprile 1979: l’ICOMOS rimarca all’UNESCO la necessità di “aggiungere al dossier una carta specificamente elaborata per l’iscrizione al titolo di patrimonio mondiale, la quale delimiti e precisi le zone di interesse”. ➢ 22-26 ottobre 1979: la candidatura della Valle Camonica alla WHL viene presentata alla Terza Sessione della Convention Concerning The Protection Of The World Cultural And Natural Heritage, tenutasi al Cairo ed a Luxor. Il sito venne iscritto nel 1979 sulla base dei criteri III e VI, su segnalazione dell’ICOMOS (Proposta di Iscrizione del 10 aprile 1979). Si riportano le definizioni dei due criteri secondo le indicazioni generali dell’UNESCO e secondo le motivazioni specifiche dell’ICOMOS: – UNESCO, Criterio III: “porta una testimonianza unica o, per lo meno, eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà esistente o del passato”. – UNESCO, Criterio VI: “è direttamente o materialmente legato ad eventi o tradizioni in vita, con idee, con credi, con lavori artistici o letterari d’eccezionale valore universale”. – ICOMOS, Criterio III: “Le incisioni rupestri della Valle Camonica affondano le loro radici ad 8000 anni prima della nostra era. Non è neces22 – – – – – sario insistere sul carattere particolarmente prezioso delle manifestazioni umane che risalgono ad un periodo così antico”. ICOMOS, Criterio III: “Les gravures rupestres de Val Camonica s’échelonnent dans le temps sur les 8 millénaires qui ont précédé notre ère. Il n’est pas besoin d’insister sur le caractère éminemment précieux de manifestations humaines remontant à une si haute antiquité”. ICOMOS, Criterio III: “The rock engravings of Val Camonica stretch back over the 8 thousand years which precede our present era. It is unnecessary to accent the conspicuosly invaluable nature of human rendering which are of so great an antiquity. ICOMOS, Criterio VI: “Le incisioni rupestri della Valle Camonica costituiscono una straordinaria documentazione figurata sui costumi e sulle ideologie preistoriche. L’interpretazione, la classificazione tipologica e gli studi cronologici su questi petroglifi hanno apportato un contributo considerevole nei settori della preistoria, della sociologia e dell’etnologia”. ICOMOS, Criterio VI: “Les gravures rupestres de Val Camonica constituent une extraordinarie documentation figurée sur les moeurs et les mentalités préhistoriques. Le déchiffrage, le classement typologique et l’étude chronologique systématique de ces petroglyphes aboutit à un apport considérable dans les domaines de la préhistoire, de la sociologie et de l’ethnologie”. ICOMOS, Criterio VI: “The rock engravings of Val Camonica constitute an extraordinary figurative documentation of prehistoric customs and mentality. The systematic interpretation, topological classification, and the chronological study of these configurations in stone have brought about a considerable contribution to the fields of prehistory, sociology and ethnology”. Il riconoscimento del sito nella WHL ha quindi sancito nel 1979 l’importanza mondiale del patrimonio di arte rupestre della Valle Camonica. La creazione di un Piano di Gestione del sito rappresenta un momento di riflessione e di analisi sulla necessità di coinvolgere in un processo sinergico i diversi Enti presenti in Valle, per rendere compatibili le inderogabili esigenze di tutela, conservazione e valorizzazione del bene con uno sviluppo integrato del territorio. 1.2 Identità storica 1.2.1 Breve storia delle ricerche Nel 1914 Gualtiero Laeng, riprendendo una nota del 1909 (LAENG G. 1909, Scheda di segnalazione al Comitato Nazionale per la protezione del paesaggio e dei monumenti, Touring Club Italiano), segnalò per la prima volta al grande pubblico, sulla Guida d’Italia del Touring Club Italiano: Piemonte, Lombardia e Canton Ticino, Milano, Touring Club Italiano, p. 595, i due massi di Cemmo (Figg. 3-4). La notizia suscitò l’interesse di altri studiosi che giunsero in Valle per occuparsi di queste manifestazioni di arte preistorica (si veda la Bibliografia: All. 32). Negli anni ’20 e ’30 del XX secolo, le ricerche si estesero in altre località della Valle Camonica, ad opera di studiosi quali Giovanni Figg. 3-4. Situazione dei Massi di Cemmo all’atto della scoperta negli anni ’30 del XX secolo: sopra il Masso Cemmo 1, sotto il Masso Cemmo 2. 23 Fig. 5. Pianta del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS) con le rocce incise rilevate da E. Süss nel 1955. Fig. 6. Il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri a Capo di Ponte-località Naquane negli anni ’50 del XX secolo: particolare della roccia 1 o Grande Roccia. Marro, Paolo Graziosi, Raffaello Battaglia e Giuseppe Bonafini, che fu tra i primi a suggerire la realizzazione di un parco archeologico (BONAFINI G. 1932, Il Parco Nazionale Preistorico di Valcamonica, Brescia, 11/Dicembre, Brescia, pp. 24-30) (Figg. 5-6). Sempre negli anni ’30 la Valle Camonica, come altre località, non sfuggì ai tentativi del Terzo Reich di legittimare il concetto di razza ariana e le incisioni rupestri degli antichi Camuni attirarono l’attenzione dello studioso Franz Altheim, docente di Storia Antica all’Università di Berlino e fervido sostenitore delle teorie razziste (ALTHEIM; TRAUTMANN, in Bibliografia). 24 Dopo il silenzio dovuto alla Seconda Guerra Mondiale, le ricerche ripresero negli anni ‘50, grazie allo svizzero Hercli Bertogg (direttore del Museo di Coira: BERTOGG 1952, 1955, 1956, 1967), ed a studiosi locali quali Gualtiero Laeng ed Emanuele Süss (si veda la Bibliografia), che lavoravano per il Museo di Scienze Naturali di Brescia. Al Süss si deve la realizzazione della prima carta di distribuzione delle rocce incise della zona di Naquane (SÜSS 1956 a, b), premessa per l’istituzione nel 1955 del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Fig. 5), per volere dell’allora Soprintendente alle Antichità, Mario Mirabella Roberti. In quella occasione risultò fondamentale la collaborazione del Comune di Capo di Ponte e della Provincia di Brescia, che acquisirono i terreni e li donarono al Demanio statale (atto del 20 agosto 1963, ratificato dal DPR del 26 ottobre 1967, n. 1388 - All. 2). Nuovo e decisivo slancio alle indagini fu impresso da Emmanuel Anati che, giunto nel 1956 in Valle Camonica per comparare le incisioni rupestri camune con quelle del Monte Bego (Alpi Marittime francesi), si stabilì a Capo di Ponte, dove fondò nel 1964 il Centro Camuno di Studi Preistorici. Il suo gruppo di ricerca avviò sistematiche Fig. 7. Darfo Boario Terme, Luine. I sondaggi dello scavo n. 5, a ridosso della roccia 53 (da ANATI 1982 c, p. 90). Fig. 9. Capo di Ponte, Dos dell’Arca-scavo 1962. Roccia incisa sigillata da uno strato archeologico. Fig. 8. Capo di Ponte, Dos dell’Arca. Gli scavi dell’abitato preistorico e protostorico (rielaborato da ANATI 2004 b, p. 74). Fig. 10. Capo di Ponte, Dos dell’Arca-scavo 1962. Foto dello scavo con il muro di perimetrazione. campagne di studio delle rocce istoriate, con il metodo del “rilievo a contatto” ed utilizzando in alcuni casi caseina e nero-fumo per evidenziare le raffigurazioni incise (Il trattamento delle rocce istoriate in ANATI 1982 c, pp. 65-66 e Fig. 47). Negli anni ’60 Anati, oltre alle ricerche sull’arte rupestre, condusse anche, per conto della Soprintendenza alle Antichità della Lombardia, scavi archeologici a Luine, nel comune di Darfo Boario Terme (ANATI 1982 d), ed a Capo di Ponte, nelle località dei Massi di Cemmo (ANATI 1967 b, 1972 d) e di Dos de l’Arca (ANATI 1982 c, passim), sito dove furono messi in luce un abitato fortificato dell’età del Bronzo e del Ferro ed alcune rocce istoriate (Figg. 7-10). Le ricerche del Centro Camuno e del Dipartimento Valcamonica e Lombardia, fondato nel 1987 come Sezione del CCSP, continuano a tutt’oggi con annuali campagne di studio delle rocce incise, secondo piani annuali concordati con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, con la quale il 25 Fig. 11. Cartina dei ritrovamenti pre-protostorici della Valle Camonica. Nella cartina sono riportati i ritrovamenti e siti preistorici e protostorici, specificandone, attraverso simboli diversi, la tipologia e, con il colore, la cronologia. Tipologia dei ritrovamenti:  abitati;  tombe e necropoli; D luoghi di culto; ✱ grotte e ripari sotto roccia, che possono avere sia resti di sepolture sia tracce di frequentazione non meglio qualificabili; X i reperti sporadici, in genere manufatti metallici senza contesto. L’epoca dei ritrovamenti è indicata dal colore. Rosso: i siti pluristratificati; verde: età del Rame; viola: età del Bronzo; blu: età del Ferro. 26 Centro Camuno ha stipulato nel 1994 una Convenzione quinquennale. Ricerche sui siti con incisioni si devono anche, dagli anni Settanta, ad Ausilio Priuli del Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica di Capo di Ponte e, dal 1988, alla Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo”. Alle attività di ricognizione di superficie, condotte su tutto il territorio della Valle Camonica da parte dei diversi gruppi di ricerca, si deve la segnalazione ogni anno di nuove località con rocce incise. Ad oggi le località con rocce istoriate segnalate sono oltre 180, distribuite nella Bassa, Media e, seppure in minor quantità, Alta Valle, a volte correlate in un medesimo contesto o prossime a siti d’abitato plurisecolari, come Luine di Darfo Boario Terme e Dos de l’Arca di Capo di Ponte. Un consuntivo delle ricerche nei siti d’arte rupestre è sintetizzato nella Tabella allegata (All. 28, in Appendice) dove sono elencati per località gli studi e le indagini effettuati dai diversi Istituti di ricerca e gruppi di lavoro operanti in Valle Camonica. Dal confronto tra Elenco delle località con arte rupestre (infra, pp. 74-82) e Tabella degli studi (All. 28) è possibile desumere una valutazione sullo stato della ricerca. Fig. 12. Breno, Castello. L’area dello scavo (da FEDELE 1988 a, p. 41). Allo sviluppo dell’arte rupestre, tra la fine del Paleolitico e l’età del Ferro, con persistenze del fenomeno in età romana fino al Medioevo e oltre, si accompagna in Valle Camonica un popolamento diffuso, ancora troppo poco noto, che interessa prevalentemente la fascia collinare di mezza costa, ma si spinge anche all’interno delle valli laterali e alle alte quote per lo sfruttamento delle risorse (caccia, pascoli, affioramenti di rame e di ferro): ne sono indizio i ritrovamenti di abitati, di sepolture e luoghi di culto, di aree di lavoro minerario e di manufatti sporadici, in prevalenza metallici, che sono stati oggetto di studi di sintesi e di resoconti di scavo, soprattutto in anni recenti (Fig. 11; All. 32 - Bibliografia). Fig. 13. Ossimo, Anvòia. L’area dello scavo del sito cerimoniale eneolitico con monoliti istoriati e non (da FEDELE 1990 d, p. 202). In generale va sottolineato che la presenza diffusa e importante del fenomeno dell’arte rupestre ha comportato un interesse privilegiato per questo settore di studio a discapito di una visione globale del contesto territoriale e dei contesti archeologici che, seppure segnala- ti, non ebbero fino al 1980 equivalente attenzione, così che il quadro delle conoscenze sulla preistoria e protostoria camuna risulta ancor oggi piuttosto lacunoso. Prevalentemente solo a partire dal 1980 si è 27 Fig. 14. Rogno (BG), Coren dei Pagà. Sulla torre di roccia aveva sede un insediamento neolitico della Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata. potenziata, da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Soprintendenza Archeologica della Lombardia, la ricerca archeologica sui contesti non necessariamente collegati all’arte rupestre, nell’ambito di indagini preventive o di salvataggio (i numerosi interventi di tutela della Soprintendenza a Darfo Boario Terme - Luine e Corni Freschi, Cividate Camuno - Via Palazzo, Malegno, Ossimo-Passagròp e Pat, Capo di Ponte - Cemmo, Temù - Desèrt, Cevo - Dos del Curù e Dosso Andròla, Cedegolo - Dosso Poglia e altri minori) e di progetti di ricerca (gli scavi condotti da F. Fedele dell’Università di Napoli sulla collina di Breno, sede di un abitato, e nel sito di culto e cerimoniale di Ossimo-località Anvòia; le ricerche di M. Tizzoni dell’Università degli Studi di Bergamo nella miniera di Campolongo di Bienno; lo scavo delle Università di Trento e di Pisa al Coren Pagà di Rogno). Dalle ricerche condotte va emergendo un quadro di grande ricchezza e complessità nel quale è ora possibile delineare le modalità di popolamento della Valle, fin dalle epoche più antiche della preistoria (risale al Paleolitico la più antica capanna scoperta), e ricostruire i modi dell’abitare, i luoghi di culto, i luoghi del lavoro, meno le sepolture, che restano a tutt’oggi poco note. In particolare, si menzionano di seguito i principali interventi sui contesti archeologici preistorici e protostorici della Valle Camonica. Nuove ricerche furono promosse dalla Soprintendenza nell’area dei Massi di Cemmo, nel 1983 e nel 1984 (direzione R. De Marinis: DE MARINIS 1988 b), a seguito del ritrovamento fortuito, nel 1981, di un frammento di stele, la “Cemmo 3” (Figg. 49-50). A partire dal 1988 furono affidati alle Università, su concessione del Ministero, alcuni scavi di ricerca su contesti insediativi e cerimoniali. A Breno, sulla collina del Castello (Fig. 12), gli scavi diretti dal 1988 da F. Fedele (Università Federico II di Napoli) hanno portato al- Figg. 15-16. Cividate Camuno, Via Palazzo. Ai piedi della rupe su cui sorge, sui resti di un sito del Bronzo Finale e di un edificio di culto romano, la Chiesa di S. Stefano, sono stati portati alla luce, al di sotto di una domus romana, una capanna del Paleolitico Superiore, un piano di frequentazione del Mesolitico Antico e parte di un abitato neolitico su impalcato ligneo. 28 la luce un insediamento neolitico, perdurato anche nelle età del Bronzo e del Ferro (FEDELE 1988 a, 2003). Altre campagne di scavo furono avviate anche a Ossimo, in località Anvòia (Fig. 13), dove, tra 1988 e 2003, fu esplorato un santuario megalitico dell’età del Rame (FEDELE 1995, 2001). Gli scavi diretti da B. Bagolini dell’Università di Trento in collaborazione con G. Cremonesi dell’Università di Pisa hanno esplorato un particolare sito d’altura neolitico a Rogno (Fig. 14) (FERRARI, PESSINA 1997 a, b; FERRARI, PESSINA, VISENTINI 2003); M. Tizzoni dell’Università degli Studi di Bergamo ha avviato nel 1997 una ricerca internazionale sull’attività mineraria dell’età del Ferro nella miniera di Campolongo di Bienno (ANCEL et alii 2000; CUCINI TIZZONI et alii 2001). Nei medesimi anni le indagini condotte direttamente dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia sono divenute più intense e capillari, interessando diverse località della Valle e spesso in connessione con aree ricche di rocce incise (si veda All. 32 - Bibliografia e notizie in “NSAL”, 1988-2005): si è trattato di interventi sia di salvataggio, sia di indagine preventiva a grandi opere pubbliche, sia di ricerca programmata. Al 1988 risale la scoperta, a Cividate Camu- no (Figg. 15-16), dei resti di una capanna con livelli del Paleolitico Superiore (13.805 ± 440 anni da oggi) e di un livello di frequentazione del Mesolitico Antico (IX millennio a.C.): si tratta della più antica testimonianza della presenza umana in Valle Camonica (POGGIANI KELLER 1999 a, 2004 d); nello stesso sito nel Neolitico Medio-Tardo fu fondato un abitato, di cui si conservano resti di capanna su impalcato ligneo. Inoltre, partendo dalla Bassa Valle, si ricorda il rinvenimento di resti insediativi neolitici ed eneolitici nel Parco di Luine a Darfo Boario Terme (scavi 1999-2000: POGGIANI KELLER 2003); nel 1993 ad Ossimo, in località Passagròp, è stato messo in luce un sito con stele e massi-menhir dell’età del Rame; dal 1995 sempre ad Ossimo, in località Pat (Figg. 17-18), la Soprintendenza sta scavando un’area cerimoniale e funeraria megalitica dell’età del Rame, nei pressi della quale venne fondato un abitato dei Camunni durante l’età del Ferro (POGGIANI KELLER 1999 b, 2004 a, b, d). A Cemmo, dopo un intervento di scavo effettuato nel 1995 che ha portato al ritrovamento di un piccolo frammento di stele (Cemmo 5), nuove e importanti testimonianze sono emerse nel 2000, a seguito dei lavori di sistemazione dell’area per la realizzazione del Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo (Figg. 19- Fig. 17. Ossimo, località Pat. Sul pianoro si svilupparono un’area cerimoniale e funeraria megalitica dell’età del Rame, con tracce di frequentazione nelle età del Bronzo e del Ferro, e, nell’avanzata età del Ferro, un abitato dei Camunni. 29 Fig. 18. Ossimo, località Pat. Piattaforme dell’età del Rame connesse con l’allineamento di monoliti istoriati del santuario calcolitico. Fig. 19. Cemmo-Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo: panoramica del sito. 30 Figg. 20-21. Cemmo-Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo: a sinistra la buca di disattivazione del santuario pagano contenente cinque stele; a destra: il recinto protostorico che perimetra i massi, perdurato fino alla tarda età romana. 21). La Soprintendenza ha così avviato una serie di campagne di scavo, tuttora in corso, che hanno permesso di portare alla luce i resti di un santuario megalitico fondato nell’età del Rame e perdurato fino ad età tardo romana-altomedioevale (POGGIANI KELLER 2000 a). Tracce di frequentazione preistorica sono state rinvenute nel 1999 all’interno del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, nelle località de I Verdi (nella vicinanze della roccia 33) e del Baitello del Pedù (NSAL 1999-2000). Nell’Alta Valle Camonica, connotata da sporadiche evidenze archeologiche, rivestono particolare importanza i resti di una casa databile tra la fine del VI ed il V secolo a.C., scavati dalla Soprintendenza in località Desèrt a Temù nel corso del 2000 (POGGIANI KELLER, DE VANNA 2001). Nel 2004 sono stati indagati i resti di un abitato minerario della media età del Ferro, connessi con una lunga iscrizione in alfabeto nord-etrusco e con massi incisi con coppelle, a 2000 m di altezza sul livello del mare, a Cevo (Figg. 22-24); inoltre, uno scavo nel centro storico di Malegno ha portato alla scoperta dei resti di un abitato fondato nel Neolitico Tardo e perdurato fino alla media età del Ferro, quando si attesta nel sito una officina metallurgica per la lavorazione del bronzo. 1.2.2 Arte rupestre: tecniche di incisione e periodizzazione del fenomeno. Premessa L’arte rupestre della Valle Camonica costituisce il più importante complesso di questo genere di manifestazione del pensiero dell’uomo in ambito mondiale. Il patrimonio d’arte rupestre camuno, costituito da oltre 140.000 figurazioni incise distribuite su circa 2.400 rocce, rappresenta una straordinaria espressione della creatività dell’uomo attraverso i millenni, per un arco cronologico di oltre 8.000 anni, a partire dall’Epipaleolitico fino ad età storica, romana e medioevale. Il numero, la durata e la varietà delle incisioni contribuiscono a rendere eccezionale il valore del complesso. 31 Fig. 22. Cevo, Dos del Curù. Insediamento minerario della media età del Ferro. Figg. 23-24. Cevo, Dos del Curù. Iscrizioni camune dell’età del Ferro. Tecniche di incisione Le incisioni sono state realizzate su rocce classificabili come arenarie e conglomerati del Permiano Superiore: si tratta di materiali molto compatti, costituiti in prevalenza da quarzo, sui quali l’azione erosiva esercitata dal passaggio dei ghiacciai quaternari ha operato una “lisciatura” delle superfici. Su queste rocce gli antichi abitanti della Valle hanno inciso raffigurazioni che descrivono sia momenti della vita quotidiana (soprattutto scene di caccia e di agricoltura) sia aspetti della loro spiritualità (figure di divinità, scene di culto, manifestazioni rituali, quali, ad esempio, danze e pratiche di iniziazione). La maggior parte delle incisioni è stata realizzata con la tecnica detta “a martellina”, ottenuta picchiettando la superficie rocciosa con uno strumento di pietra, prima, e poi di metallo, che crea piccole concavità di forma circolare. Le figure possono essere definite da una linea di contorno a martellina o possono essere completamente campite con la martellinatura (Figg. 25-26). Un’altra tecnica adottata è quella chiamata “filiforme” o “a graffito”: in questo caso le raffigurazioni sono ottenute 32 Fig. 25. Esempi di campitura a martellina. Capo di Ponte, Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri: guerrieri incisi sulla Roccia 50. Fig. 26. Esempi di campitura a martellina: Capo di Ponte, Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina: figure di armati con corpo a linea di contorno incisi sulla Roccia 12 C di Seradina. Fig. 28. Berzo Demo, località Loa-Curva de le Bore: incisioni filiformi a solco (da ITINERA 2006, p. 88). Fig. 27. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Incisione filiforme a graffito sulla Roccia 37 di Foppe di Nadro. Fig. 29. Capo di Ponte, Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri. R. 1: uso della tecnica mista “a martellina” e filiforme nella figura del cervo. incidendo la superficie rocciosa con uno strumento a punta usato come un bulino che, se sfregato più volte sulla superficie, lascia il segno di un solco (Figg. 27-28). Non è raro trovare nel ricco repertorio dell’arte rupestre camuna figure realizzate con l’uso di entrambe le tecniche: in questo caso la tecnica filiforme è adottata per incidere alcuni dettagli delle figure (Figg. 29 e 81). camuna del 1975, l’arte rupestre risulta scandita dallo studioso in quattro gruppi stilistici principali corrispondenti al periodo preistorico (dall’Epipaleolitico all’età del Bronzo: stili Protocamuno, I-III), caratterizzato da un’arte schematica con figure isolate o raggruppate in composizioni di carattere simbolico (armi e altri manufatti), e al periodo protostorico (età del Ferro: stile IV), contraddistinto da un’arte naturalistico-narrativa con figure in movimento e descrizione di azioni (Fig. 30). Le istoriazioni dell’ultimo periodo possono essere attribuite alla popolazione dei Camunni (nome latino del popolo camuno), che le fonti storiche definiscono ora Reti (Strabone) ora Euganei (Plinio). Nel corso degli ultimi quindici anni questa scansione cronologica, tuttora valida nella sua struttura, è stata sottoposta a parziali revisioni, Periodizzazione dell’arte rupestre La prima articolata scansione tipologica e cronologica dell’arte rupestre camuna, condotta sull’analisi e lo studio dello stile, del contenuto e delle sovrapposizioni di migliaia di incisioni, si deve ad Emmanuel Anati, fondatore, nel 1964, del Centro Camuno di Studi Preistorici. Nel volume Evoluzione e stile nell’arte rupestre 33 Fig. 30. Tavola con periodizzazione dell’arte rupestre camuna (da ANATI 1994 a, p. 57). Fig. 31. Darfo Boario Terme, località Crape - R. 6. Grande figura di cervide attribuita al VII millennio a.C. (Protocamuno). 34 sia per il progredire degli studi di settore sia per i nuovi ed importanti ritrovamenti effettuati in Valle. La sequenza cronologica Alla fine delle glaciazioni il clima, l’ambiente e la fauna dell’arco alpino europeo mutano gradualmente, influenzando e modificando profondamente anche la vita dell’uomo. L’economia dei gruppi di cacciatori continua ad essere sostanzialmente di tipo predatorio: grazie alla diffusione dell’arco e delle frecce vengono cacciati animali di media e grossa taglia, quali il cervo ed il capriolo, tuttora presenti in Valle Camonica, o l’alce. Altre fonti di sostentamento sono la pesca e la raccolta di frutti selvatici. Le più antiche testimonianze della presenza umana in Valle risalgono al Paleolitico Superiore e al Mesolitico, come indicano una capanna con livelli del Paleolitico Superiore (datazione radiometrica GX-17274/1991: 13.805 ± 440 B.P.) e un bivacco del Mesolitico Antico (datazione radiometrica GX-18843 AMS/1993: 8820 ± 112 B.P.), scavati a Cividate Camuno (POGGIANI KELLER 1989 b, 1996 b, 1999 a, 2004 Fig. 32. Capo di Ponte, Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, R. 50. Esempi di figurazioni di oranti di diverse fasi, dal Neolitico alla fine dell’età del Bronzo. Fig. 33. Figure topografiche datate tra tardo Neolitico e prima età del Rame incise sulla R. 18, sett. A di Le Crus (da SANSONI, GAVALDO 1995 b, p. 22). 35 d). Altri ritrovamenti di questi periodi sono documentati al Castello di Breno (Paleolitico Superiore: FEDELE 1988 a) ed al cosiddetto “Riparo 2” di Foppe di Nadro (Mesolitico: ZANETTIN 1983; BIAGI 1983). Un sistema di bivacchi stagionali d’altura è stato rilevato infine sulla dorsale montana tra Valle Camonica e Valtrompia (BIAGI 1989 a, 1997). Incisioni rupestri attribuite dagli studiosi (in particolare ANATI 1982 c, pp. 139-153) a questo periodo sono documentate nella zona di Darfo Boario Terme, sulle rocce di Luine (ANATI 1982 d): si tratta di raffigurazioni, anche di notevoli dimensioni, che riproducono grandi animali, tra cui l’alce, trafitti da armi da caccia (Fig. 31). Le figure sono realizzate a linea di contorno ed eseguite con una martellinatura irregolare, ottenuta utilizzando pesanti strumenti di pietra, in alcuni casi rinvenuti ai piedi delle rocce istoriate. Con il Neolitico (VI-IV millennio a.C.) l’uomo passa da un’economia di sussistenza ad una di tipo produttivo, grazie all’introduzione dell’agricoltura e dell’allevamento. Altre importanti innovazioni sono la levigatura della pietra, la produzione di ceramica, la filatura e la tessitura e, nel Tardo Neolitico, l’introduzione dell’aratro. Sebbene siano ben documentate in Valle Camonica attestazioni archeologiche di età neolitica avanzata e, anzi, si sia rilevata in questo periodo la fondazione di abitati che perdureranno dal Neolitico fino alla protostoria (Lovere, Luine di Darfo Boario Terme, Cividate Camuno, Malegno, Breno, Dos de l’Arca di Capo di Ponte: POGGIANI KELLER 2003; 2004 d), per le incisioni rupestri di questo periodo, che pure nel passato sembrò di poter individuare (ANATI 1982 c, pp. 154-185), è ancora difficile indicare gli elementi caratterizzanti. Figure simbolo di questa fase sono i cosiddetti “oranti”, realizzati in modo molto schematico, con gambe e braccia piegate ad angolo retto e contrapposte: tali incisioni sono variamente interpretate come figure in atto di adorazione, di lamentazione o di danza (Fig. 32). Tra la fine del Neolitico e l’inizio dell’età del Rame sono datate alcune raffigurazioni geometriche (Figg. 33-35), nelle quali sono state riconosciute rappresentazioni topografiche (campi coltivati). L’attribuzione cronologica data dagli studiosi d’arte rupestre (ANATI 1982 c; ARCÀ 1999 a, b, c, 2201 b, 2004 b), è confermata dai ritrovamenti dello scavo in corso nel santuario megalitico di Ossimo-Pat: Fig. 34 (POGGIANI KELLER 2004 b, e). Figg. 34-35. A sinistra: Ossimo-Pat (BS). Pietra con figurazioni topografiche rinvenuta capovolta, forse riutilizzata, nel perimetro del tumulo A (datazione radiometrica calibrata: 3700-3500 a.C.). A destra: Caven, Teglio (SO). Figurazioni topografiche sulla Rupe dell’Alveo prossima al santuario megalitico dell’età del Rame di Caven. 36 Fig. 36. Cartina con diffusione delle composizioni monumentali calcolitiche in Italia Settentrionale. 37 Durante l’età del Rame (metà del IV-III millennio a.C.) la ricerca e la lavorazione del metallo e le altre importanti innovazioni tecnologiche e culturali rappresentate dall’introduzione del carro e dalla diffusione dell’aratro comportano l’esplorazione di nuovi territori, la capillare diffusione di insediamenti legati allo sfruttamento delle risorse e al controllo di vie di penetrazione, lo sviluppo dell’agricoltura, il potenziamento delle relazioni a lunga distanza. Accanto agli strumenti in pietra scheggiata e levigata, si diffonde gradualmente la metallurgia del rame, con la produzione di asce, pugnali ed alabarde. In questo periodo l’arte rupestre è caratterizzata da stele e massi-menhir incisi con figure simboliche e naturalistiche, innalzati in luoghi di culto e cerimoniali, che a volte potevano avere anche funzione sepolcrale primaria e/o secondaria. Il fenomeno, attestato in gran parte dell’Europa, dalle coste atlantiche alla penisola iberica sino all’Ucraina dal Neolitico all’età del Bronzo, è documentato nell’arco alpino nel corso dell’età del Rame in un’area compresa tra la Valle d’Aosta ed il Trentino/Alto Adige, con concentrazioni in aree circoscritte (in Valle d’Aosta e Vallese, in Valle Camonica e Valtellina (Lombardia), nel Trentino e in Alto Adige). In Italia la diffusione delle composizioni monumentali è inoltre nota anche in area appenninica, nella Lunigiana (Fig. 36). In Valle Camonica si osserva, a partire dal Neolitico avanzato (I metà del IV millennio a.C.), la fondazione di abitati duraturi, che controllano punti chiave dello sviluppo vallivo lungo l’asse principale dell’Oglio, da cui si diramano i percorsi verso la montagna. Nel volgere di alcuni secoli, cioè con l’età del Rame tra la seconda metà del IV ed il III millennio a.C., si fondano complessi monumentali di natura cultuale-cerimoniale di grande rilievo e del tutto particolari (Fig. 37) connotati da monumenti istoriati, in prevalenza massi-menhir ricavati da massi erratici, in minor numero stele. Essi sono ubicati sia lungo l’Oglio (ai Corni Freschi di Darfo - Boario; a Cemmo e a Cedegolo - Campolongo) sia nelle aree più interne percorse dal collegamento tra Valle Camonica e Val di Scalve, sull’altopiano di Ossimo-Borno (Cartina della Fig. 37, nn. 10-16). Il fenomeno assume in Valle Camonica (co38 me nella confinante Valtellina) dimensioni particolarmente evidenti, certamente peculiari e strettamente collegate alle manifestazioni d’arte rupestre che nel medesimo territorio trovano così feconda esplosione. Pertanto, alla luce degli scavi degli ultimi dieci anni, l’articolarsi di tanti siti di culto e cerimoniali, veri santuari frequentati per millenni, si pone come un aspetto nuovo e distintivo dell’arte rupestre della Valle Camonica, che risulta ora essere una delle aree europee più ricche di composizioni monumentali calcolitiche, con oltre ottanta monoliti istoriati appartenenti alle classi delle stele e dei massi-menhir, provenienti da 15 distinte località di ritrovamento: Corni Freschi di Darfo BoarioTerme; Piancogno - Dassine; Ossimo - Pat (Figg. 38-40), Passagròp, L’Anvòia Asinino, Via S. Carlo; Ossimo Inferiore - case Zendra e Feriti, Via S. Rocco; Borno - Valzel de Undine, Lazzaretto, Centro; Malegno - Ceresolo; Capo di Ponte - Cemmo (Figg. 41-42); Cedegolo - Campolongo (Fig. 47); Ceto - Foppe di Nadro). Ad un’analisi attenta dei dati di reperimento, ben 11 di queste località possono corrispondere ai siti di giacitura originaria (POGGIANI KELLER 2004 e). In quattro di essi sono stati effettuati scavi, tre ancora in corso da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici a Ossimo, nelle località Passagròp (FEDELE 1990 f; POGGIANI KELLER 1996 b; 1999 d) e Pat (POGGIANI KELLER 1996 c; 1999 b; 2002 e, f; 2004 b, d, e), e a Cemmo di Capo di Ponte (POGGIANI KELLER 2000 a; 2002 b), uno di recente concluso a Ossimo - località l’Anvòia (scavo in concessione da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali a F. Fedele dell’Università di Napoli “Federico II”: FEDELE 1990 f; 1995, 1999, 2001; FEDELE, FOSSATI, MARCHI 2001): questi siti, unitamente ad altri ipotizzabili sulla base dei ritrovamenti casuali di uno o più monumenti istoriati, connotano in modo del tutto particolare il paesaggio della valle (come della vicina Valtellina) e sono espressione ed esito della capillare occupazione, dal fondo valle alle alte quote, sviluppatasi dal tardo Neolitico, e di una duratura (ed esibita) presa di possesso del territorio. Monumentali e visibili da più parti, attraverso corridoi visuali creati ad hoc con il disboscamento artificiale di estese porzioni di bosco (Fig. 43), questi santuari all’aperto, caratteriz- in a Va l le Ca m on ic a ll Va l t e Fig. 37. Cartina con indicazione dei siti eneolitici della Valle Camonica e della vicina Valtellina: con il triangolo si evidenziano i luoghi di culto, con il punto i ritrovamenti isolati con composizioni monumentali in giacitura dislocata; con il quadrato gli insediamenti pluristratificati coevi. Il simbolo pieno segnala i contesti oggetto di indagine, il simbolo vuoto le località di rinvenimento che per numero e/o qualità dei ritrovamenti presuppongono l’esistenza di un contesto in situ, non indagato. Valle Camonica. Abitati: 1 - Lovere, Colle del Lazzaretto; 2 - Darfo Boario Terme, Luine; 3 - Cividate Camuno, Via Palazzo; 4 - Malegno, Via Cavour; 5 - Breno, Castello; 6 - Capo di Ponte, Dos dell’Arca; 23 - Capo di Ponte, Seradina. Siti di culto e cerimoniali (nn. 7-16, 20-21) e ritrovamenti sporadici (nn. 17-19): 7 - Darfo B. T., Corni Freschi; 8 - Capo di Ponte - Frazione Cemmo, Pian delle Greppe; 9 - Cedegolo, Campolongo; 10 - Piancogno, Dassine; 11 - Borno, Valzel de Undine; 12 - Ossimo inferiore, centro/S. Rocco; 13 - Ossimo superiore, Località Passagròp; 14 - Ossimo superiore, Località Anvòia/Asinino; 15 - Ossimo superiore, Località Pat; 16 - Malegno, Località Ceresolo (già indicata come Bagnolo); 17 - Ossimo superiore, centro abitato; 18 - Borno, centro; 19 - Borno, Località ignota; 20 - Ceto, Foppe di Nadro; 21 - Lozio, Camerata-Mulini; 22 - Paspardo, Plas Capitello dei due Pini. Valtellina. 1 - Teglio, Cornàl/Castelvetro; 2 - Teglio, Vangione; 3 - Teglio, Valgella; 4 - Teglio, Caven ; 5 - Teglio, Somasassa; 6 - Teglio-Frazione Boalzo, Località Fugarola; 7 - Teglio, Ligone; 8 - Chiuro, centro; 9 - Chiuro, Castionetto; 10 - Tirano ?; 11 - Teglio, Boalzo-fiume; 12 - Teglio; 13 - Teglio, Cànove. 39 Fig. 38. Allineamento di stele e massi incisi nel santuario calcolitico di Pat a Ossimo. zati da monumenti istoriati di varie dimensioni (altezze finora rilevate da metri 0,50 a m 2,95 ca.), marcano in modo duraturo il territorio, come osserva per altre aree europee Colin Renfrew (RENFREW C. 1984, L’archeologie sociale des monuments mégalithiques, “Pour la science”, 75, pp. 28-37), tanto che la loro presenza influenza e perpetua attraverso i millenni e le religioni, come i recenti scavi a Cemmo hanno mostrato, la vocazione del sito, da santuario preistorico a luogo di culto protostorico e romano, infine a sede di una pieve. La presenza di scorie di fusione in alcuni dei siti (Ossimo, località Passagròp e Pat) e l’apertura nei boschi di vaste aree a prato tramite la pratica dell’incendio all’atto di fondazione dei complessi, documentata negli scavi, suggeriscono le ragioni (sfruttamento minerario e allevamento) che possono aver motivato il precipuo interesse per l’occupazione di alcune zone interne e la conseguente connotazione sacra di alcuni spazi lungo i percorsi di penetrazione. Due di questi siti nel 2005 verranno valorizzati e aperti al pubblico: – sul sito di Anvòia di Ossimo, dove l’indagine si è conclusa nel 2003, è stato allestito il Figg. 39-40. A sinistra: Ossimo-Pat (BS). La stele “Pat 4”. A destra: “Pat 2” con focolari votivi. 40 Figg. 41-42. Cemmo (Capo di Ponte, BS), recinto e livelli dell’età del Rame e particolare di un frammento di stele (Cemmo 17), inserito alla base del muro. Parco archeologico di Anvòia con calchi di alcuni monumenti (aperto al pubblico il 28 maggio 2005: Fig. 44); – a Cemmo di Capo di Ponte i resti del santuario con i Massi 1 e 2 verranno valorizzati nel Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo (apertura al pubblico nell’ottobre 2005). Il ricco repertorio figurativo presente sui monumenti dell’età del Rame comprende armi, ornamenti, animali e figure umane (Figg. 45-50). La fauna selvatica è rappresentata da cervi, cerbiatte, stambecchi, camosci, volpi, lupi e cinghiali; quella domestica comprende cani, maiali e bovini, talora aggiogati in coppia all’aratro o al carro. Tra le figure simboliche 41 Fig. 43. I santuari di Pat, Anvòia, Passagròp e Ceresolo/Bagnolo si stagliano nell’ambito boschivo dell’altopiano di Ossimo-Borno (foto di G. Zerla). Fig. 44. L’allestimento del Parco Archeologico di Anvòia ad Ossimo con i calchi di alcuni monoliti istoriati (da FEDELE F., Asinino-Anvòia. Il Parco archeologico, Cerveno, 2006, p. 9). 42 Fig. 45. Particolare del masso Cemmo 2. spicca il disco solare, inciso in alto al posto del viso nei monumenti che richiamano maggiormente l’aspetto antropomorfo. Grazie allo studio delle armi, delle sovrapposizioni tra le figure e delle associazioni più ricorrenti (Figg. 49-50), sono state riconosciute due fasi cronologiche (DE MARINIS 1994 c), che gli scavi in corso rilevano in sequenza stratigrafica. La prima è detta anche «fase remedelliana», per le raffigurazioni di pugnali a lama triangolare e base rettilinea, che si confrontano con i pugnali rinvenuti nella necropoli di Remedello Sotto (BS), datati alla piena età del Rame (2800-2400 a.C.). La seconda fase (fine dell’età del Rame, 2400-2200 a.C.), è denominata «fase campaniforme», per i pugnali con lama triangolare lunga e stretta, lati lievemente inflessi e pomo ogivale, simili al tipo Ciempozuelos diffuso nella cultura del Vaso Campaniforme, denominazione derivata dalla forma a campana del vaso che la caratterizza e che si ritrova in gran parte dell’Europa. Le stele e i massi incisi della Valle Camonica sono stati interpretati come raffigurazioni di entità divine o eroiche, rappresentate nella fase più antica attraverso l’incisione di oggetti reali e simbolici ed in seguito con sembianze umane. I luoghi in cui erano posti tali simulacri si configurano, alla luce delle recenti ricerche, quali santuari all’aperto in cui dovevano svolgersi periodicamente cerimonie. Nel caso del santuario di Ossimo-Pat la presenza di tumuli fa supporre per il sito cerimoniale anche una valenza funeraria che induce a considerare alcuni dei monumenti incisi come raffigurazioni degli “antenati” (POGGIANI KELLER 2004 e). Durante l’età del Bronzo (II millennio a.C.) la tecnica metallurgica evolve ulteriormente con la scoperta della lega di bronzo, ottenuta aggiungendo al rame lo stagno. Si intensifica quindi la produzione di attrezzi da lavoro, di falcetti, di asce, pugnali, alabarde, spade, elmi, punte di lancia e, tra gli oggetti di uso personale, rasoi, pendagli, spilloni e fibule per fissare le vesti. 43 Fig. 46. I rilievi delle stele Cemmo 6, 8 e 11 (scavi 2000-2005). La Valle Camonica in questo periodo costituisce un’area periferica delle culture che si affermano nella Pianura Padana (cultura di Polada e cultura palafitticolo-terramaricola) e nel contempo è interessata da influssi che arrivano dall’area alpina. Significativi in questo senso sono gli scavi condotti a Dos dell’Arca di Capo di Ponte (scavi della Soprintendenza alle Antichità, anni ’60, affidati alla direzione di E. Anati) ed a Luine di Darfo (indagini e scavi del Centro Camuno, direzione di E. Anati, 44 1968-1970; scavi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, 19992000: Fig. 51), abitati di durata millenaria, dove le abitazioni insistono negli stessi luoghi delle rocce incise. La località Luine di Darfo BoarioTerme con i resti dell’abitato preistorico e protostorico e 102 rocce incise è dal 1976 Parco Comunale (ANATI 1982 d; CITTADINI 1989), di recente inglobato nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro. incisioni della Valle Camonica sono le palette (Figg. 56-57), interpretate nei modi più svariati: come remi, rasoi, specchi, vanghe e slitte, per indicarne solo alcuni. L’ipotesi più accreditata è comunque quella che identifica tali incisioni con le palette in bronzo, rinvenute nei corredi funerari, usate per raccogliere le ceneri dei defunti oppure la cenere del focolare domestico. Tra le altre raffigurazioni dell’età del Bronzo si segnalano anche le scene di aratura (Foppe di Nadro, R. 29), le figure di telai (Naquane, Roccia 1: Fig. 58) e gli oranti di tipo complessivamente ancora schematico ma caratterizzati dalla presenza di particolari anatomici (Fig. 59). Fig. 47. La stele 1 di Campolongo di Cedegolo. La maggior parte delle incisioni di questo periodo è rappresentata da raffigurazioni di armi, soprattutto pugnali, asce ed alabarde (Figg. 52-55). Le composizioni sono, in genere ma non sempre, costituite da gruppi di armi dello stesso tipo e sono state messe in relazione con la pratica dei ripostigli di manufatti metallici, da interpretare a volte come depositi votivi (FRONTINI 2001). Con il termine “ripostiglio” si intendono nuclei di oggetti metallici (materia prima, scorie di lavorazione, manufatti rotti ed integri), che venivano occultati in periodi di particolare difficoltà o pericolo (in questo caso appartenevano solitamente a fabbri). Diverso significato assumono le armi deposte nel letto dei fiumi e dei torrenti, interpretate come offerte alle divinità. Di recente è stato ipotizzato un legame tra le raffigurazioni di armi incise sulle rocce di Foppe di Nadro e la presenza nelle vicinanze di corsi d’acqua. Altri strumenti in bronzo raffigurati nelle Le incisioni dell’età del Ferro sono attribuite ai Camunni, l’antica popolazione della Valle Camonica citata dalle fonti storiche (Plinio, Nat. Hist. III, 133-134). Testimonianze archeologiche di insediamenti databili all’età del Ferro in valle provengono dagli scavi effettuati negli anni ’60 a Luine (Darfo BoarioTerme) e a Dos dell’Arca (Capo di Ponte) e dal ritrovamento fortuito di Valcamera di Borno (ANATI 1982 c, d; DE MARINIS 1989 b: Fig. 60). Di particolare interesse sono i resti della media età del Ferro del villaggio minerario d’alta quota di Cevo-Dos Curù (Fig. 61) e della casa scavata nel 2000 a Temù, in località Desèrt, ben documentata da scavi stratigrafici e analisi (scavi della Soprintendenza: POGGIANI KELLER, DE VANNA 2001): si tratta di una abitazione del tipo infossato, ad unico vano, che ha restituito reperti ceramici databili al VI-V sec. a.C. Questo modello permane in valle anche durante la fase di romanizzazione e oltre, come documentano i resti della casa rinvenuta a Pescarzo (Capo di Ponte), databile al I sec. a.C. (ROSSI 1999 a), e il villaggio di Berzo-Demo scoperto nel 2001 (scavi della Soprintendenza: “NSAL” 2001-2002, p. 52): Figg. 62-65. La maggior parte delle incisioni rupestri dell’età del Ferro in Valle Camonica è improntata ad uno stile naturalistico e descrittivo, caratterizzato da una resa sempre più dettagliata dei particolari anatomici e dal tentativo di riprodurre la dinamicità delle azioni raffigurate (Figg. 66-76). Dominante è la figura del guerriero, impe45 Fig. 48. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Il Capitello dei due Pini a PaspardoPlas (III millennio a.C.). Figg. 49-50. La stele Cemmo 3 e il rilievo con evidenziazione delle fasi di istoriazione: a sinistra fasi A e B, a destra tutte le fasi (da DE MARINIS 1994 b, p. 171). 46 Fig. 51. Darfo Boario Terme, Luine (BS). Scavi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, 1999. In quest’area si è rilevata una sequenza stratigrafica interessante: tardo Neolitico, età del Rame, tarda età del Bronzo. Fig. 52. Parco Comunale di Luine (Darfo Boario Terme, BS). Composizione di armi sulla Roccia 34. 47 Figg. 53-54. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Composizione di armi e particolare sulla Roccia 4 di Foppe di Nadro. Fig. 55. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Composizione di armi sulla Roccia 22 di Foppe di Nadro. 48 Fig. 56. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Figure di palette sulla Roccia 1. Fig. 57. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Particolare delle figure di palette sulla Roccia 4 di Dos Sottolaiolo. 49 Fig. 58. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Alcune figure di telai sulla Roccia 1. Fig. 59. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Figure di oranti attribuiti alla fine dell’età del Bronzo sulla Roccia 32. 50 Fig. 60. Tavola con i reperti ceramici della media età del Ferro provenienti da Valcamera di Borno (da DE MARINIS 1989 b, p. 115). 51 Fig. 61. Cevo-Dos Curù (BS). Una delle case del villaggio minerario d’alta quota della media età del Ferro. Figg. 62-63. Capo di Ponte (BS). La casa di Pescarzo e particolare della scala di accesso. Epoca della romanizzazione. gnato nelle diverse attività proprie del ceto aristocratico: il duello (Figg. 77-79), l’equitazione e la caccia (Figg. 80-82), interpretate come prove o riti di iniziazione sostenuti dai giovani dell’aristocrazia camuna per diventare adulti (FOSSATI 1991). Nei guerrieri la varietà delle armi (spade, scudi ed elmi: Figg. 83-85) e la precisione dei dettagli delle incisioni hanno permesso di instaurare confronti con i reperti archeologici rinvenuti negli scavi. Nelle scene di caccia la preda è rappresen52 tata quasi esclusivamente dal cervo; il cacciatore, talvolta a cavallo, è in alcuni casi aiutato da un cane (Figg. 86-88). Tra gli altri temi raffigurativi di questo periodo si possono ricordare a titolo esemplificativo anche gli edifici (Figg. 89-92), le scene di aratura (Fig. 93), le impronte di piede (Figg. 94-95) e gli uccelli acquatici (Figg. 96-97). È interessante notare che nelle scene di aratura il traino è ora effettuato da equini (Fig. 93) anziché da bovini, raffigurati nelle incisioni delle età precedenti. Figg. 64-65. Capo di Ponte (BS). A sinistra: ipotesi di ricostruzione della casa rinvenuta nella frazione di Pescarzo. A destra: alcuni reperti (da ROSSI 1999 a). Di grande rilievo è la comparsa nell’età del Ferro delle iscrizioni in alfabeto cosiddetto “nord-etrusco”/”norditalico”, localmente definito “di Sondrio” o “camuno”, talvolta chiaramente connesse a temi figurativi ricorrenti, quali ad esempio le barchette solari o le impronte di piede (PROSDOCIMI 1965; 1971 a, b; MANCINI 1980, 1982, 1984, 1991; TIBILETTI BRUNO 1978, 1990, 1992; MORANDI 2003 a, b, 2004 a, b, c): Figg. 98-99. Alla fine del I sec. a.C., con la definitiva conquista romana della Valle Camonica, si data la fondazione di Civitas Camunnorum, l’attuale Cividate Camuno che dal I sec. d.C. viene progressivamente monumentalizzata con la costruzione di importanti edifici pubblici, quali il teatro e l’anfiteatro (interamente scavati e valorizzati con la creazione, nel 2003, del Parco Archeologico del Teatro e Anfiteatro: MA- V. 2004, Il teatro e l’anfiteatro di Cividate Camuno, Firenze). Con l’occupazione della Valle da parte dei Romani e l’arrivo di nuovi modelli culturali, il ciclo dell’arte rupestre camuna si dovrebbe considerare concluso: ma la pratica di incidere le rocce non sembra scomparire del tutto, come documentano con certezza alcune iscrizioni latine (Figg. 100-101), e probabilmente perdurano anche figurazioni d’altro tipo nella tradizione di quelle protostoriche. Con l’affermarsi del Cristianesimo si diffonde, a partire dal IV secolo, una vera e propria “lotta” contro l’idolatria delle pietre incise (saxorum veneratio). Si ha infatti notizia di atti ufficiali che, fino all’XI secolo, testimoniano la volontà della Chiesa di estirpare dalle aree montane queste forme di culto pagano: la campagna iconoclastica si concretizza sia nella RIOTTI 53 Fig. 66. Parco Comunale di Luine (Darfo Boario Terme, BS). Figure di armati e cavalieri incisi sulla Roccia 46. pratica di incidere i simboli cristiani sulle rocce accanto alle raffigurazioni antiche (soprattutto croci: Figg. 102-107) sia nella fondazione di chiese e di edicole in prossimità dei siti preprotostorici. Interessanti a questo proposito sono i risultati dei recenti scavi condotti a Cemmo (Capo di Ponte) nell’area dei Massi (POGGIANI KELLER 2000 a): il santuario megalitico, fondato nell’età del Rame (III millennio a.C.) ed in uso fino all’età romana, viene sconsacrato tra tarda antichità e Alto Medioevo e in prossimità dell’antico luogo di culto pagano viene successivamente fondata la Pieve dedicata a S. Siro, il santo che, secondo la leggenda, portò il cristianesimo in Valle. Raffigurazioni di torri, castelli e chiese (Figg. 108-109), figure simboliche come i cosiddetti “nodi di Salomone”, chiavi e patiboli attestano il perdurare in età medievale e oltre della tradizione incisoria. Le affinate tecniche di rilevamento degli ultimi anni mostrano come in quest’epoca si faccia spesso ricorso alla tecnica di incisione a bulino, definita filiforme, praticata non solo sulle rocce, ma anche su monumenti ed edifici religiosi. Particolarmente ricco di incisioni medievali si è mostrato il sito di Campanine a Cimbergo (SANSONI 1993, 1997). Fig. 67. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Rappresentazione di villaggio sulla Roccia 6 di Foppe di Nadro. 54 Fig. 68. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Scene di duello sulla Roccia 6 di Foppe di Nadro. L’uso di incidere la superficie delle rocce continua anche nei secoli successivi, fino all’età moderna e contemporanea. Numerose sono le incisioni di età moderna che indicano i confini delle proprietà terriere o dei territori comunali, o che propongono nomi propri di persona o date, ma non mancano anche raffigurazioni nelle quali il senso artistico prevale sulla schematicità dell’incisione. Significativa per la diffusa presenza di figurazioni e iscrizioni di età storica recente è, ad esempio, la località Monticolo di Darfo Boario Terme, compresa nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro: qui numerose raffigurazioni di carattere religioso e devozionale, quali croci ed elaborati ostensori (Figg. 104-106), segnano ancora, nel corso del XVII e XVIII secolo, la diffusa pratica incisoria, una tradizione che non si spegne completamente neppure in età contemporanea, come si evince dall’iscrizione che commemora la realizzazione della ferrovia in Valle Camonica tra il 1904 ed il 1908 (Fig. 110), un modo antico per ufficializzare un evento storico del XX secolo! 1.3 Valori culturali L’arte rupestre della Valle Camonica costituisce per quantità di incisioni, per ricchezza iconografica ed excursus cronologico (le prime manifestazioni risalgono a circa 8000 anni prima della nostra era ma la pratica di incidere la superficie delle rocce prosegue, come detto, fino all’età medievale e oltre), un fenomeno assolutamente unico al mondo ed esemplare delle espressioni culturali dell’area alpina ed europea: si tratta di un vero e proprio grande museo all’aperto, esteso su tutta la Valle. Esso rappresenta pertanto un bene particolarmente prezioso che deve essere protetto e valorizzato per le generazioni presenti ed a venire. Le migliaia di incisioni rupestri della Valle costituiscono infatti una eccezionale testimonianza figurata della vita quotidiana e della spiritualità degli uomini antichi. Il loro studio continua ad apportare significativi contributi nei diversi settori della preistoria e protostoria, della storia antica, della storia delle religioni, della linguistica e glottologia, della sociologia e dell’etnologia e, in generale, dell’antropologia. 55 Fig. 71. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Carro a quattro ruote trainato da equidi sulla Roccia 23. Fig. 69. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Il “costruttore di carri” sulla Roccia 50. Fig. 72. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Scena di villaggio sulla Roccia 35. Fig. 70. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Il “ritorno dalla caccia” sulla Roccia 50. 56 Fig. 73. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). La “scena del fabbro” (figura a destra) sulla Roccia 35. Fig. 74. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Il “sacerdote che corre” sulla Roccia 35. Fig. 75. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Il dio Cernunnos sulla Roccia 70. Fig. 76. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte, BS). Scene di duello sulla Roccia 12 C, Seradina I. 57 Fig. 77. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Scena di duello sulla Roccia 50. Fig. 78. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Scena di duello sulla Roccia 63. Fig. 79. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte, BS). Scena di duello sulla Roccia 12 C, Seradina I. 58 Fig. 80. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte, Naquane, BS). Cavalieri sulla Roccia 1. Fig. 81. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Cavaliere sulla Roccia 50. 59 Fig. 82. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte, BS). Scena di caccia a cavallo sulla Roccia 12 C, Seradina I. Fig. 83. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Grande guerriero sulla Roccia 50. 60 Fig. 84. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Guerriero sulla Roccia 44. Fig. 85. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte, BS) - Roccia 50. Figure di armati. Fig. 86-88. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Scene di caccia al cervo con cacciatore a piedi o a cavallo, in alcuni casi aiutato da un cane, incise sulla Roccia 1. 61 Fig. 89. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte, BS). Figura di edificio sulla Roccia 1 (da SÜSS 1958). Fig. 90. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Edifici incisi sulla Roccia 24 di Foppe di Nadro. 62 Fig. 91. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Uno dei numerosi edifici incisi sulla Roccia 57. Fig. 92. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Raffigurazione di edificio con scala di accesso sulla Roccia 73. 63 Fig. 93. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte, BS). Scene di aratura con aratro trainato da equidi sulla Roccia 12 C, Seradina I. Figg. 94-95. A sinistra: Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Impronte di piede sulla Roccia 7 di Foppe di Nadro. A destra: Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Impronte di piedi sulla Roccia 50. 64 Fig. 96. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Raffigurazione di uccello acquatico sulla Roccia 7 di Foppe di Nadro. Fig. 97. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Raffigurazioni di uccelli acquatici sulla Roccia 1. Fig. 99. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Rilievo con trascrizione delle iscrizioni “camune” della Roccia 50. Fig. 98. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Iscrizione “camuna” sulla Roccia 22-23 di Foppe di Nadro. Fig. 100. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Iscrizione latina SAX SECO sulla Roccia 60 di Foppe di Nadro (da MARRETTA 2005, p. 105). 65 Fig. 101. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Iscrizione latina sulla Roccia 99. Figg. 102-103. Raffigurazioni di croci. (A sinistra: da PRIULI 1993, p. 239. A destra: da SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001, p. 22). 66 Fig. 104. Monticolo di Darfo (Darfo Boario Terme, BS). Composizione di età storica moderna con croci, ostensori, una bara, sigle onomastiche e date. Fig. 105. Monticolo di Darfo (Darfo Boario Terme, BS). Ostensori. Fig. 107. Cimbergo Scale (BS). Elemento floreale e data “1831”. Fig. 106. Monticolo di Darfo (Darfo Boario Terme, BS). Albero e croci. 67 Fig. 108. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Raffigurazioni di una torre sulla Roccia 26 di Campanine. Fig. 109. Raffigurazione di una chiesa (da SANSONI, GAVALDO 1995 b, p. 112) Fig. 110. Monticolo di Darfo (Darfo Boario Terme, BS). L’iscrizione che commemora la realizzazione della ferrovia in Valle Camonica tra il 1904 e il 1908. 68 2. IDENTIFICAZIONE DEGLI AMBITI TERRITORIALI 2.1 Ambito territoriale iscritto Nazione: Italia Regione: Lombardia Provincia: Brescia Nome del sito: Arte Rupestre della Valle Camonica Coordinate geografiche: il sito è stato definito attraverso due poligonali, che racchiudono rispettivamente l’area dei siti con Arte Rupestre e l’area che include i Parchi con Arte Rupestre (Fig. di p. 72). Dei vertici della poligonale, numerati da 1 a 9, partendo dall’angolo SE e procedendo in senso orario, sono indicate le coordinate Gauss-Boaga, Geografiche Roma40 e WGS84. Elenco dei punti delle due poligonali, che racchiudono rispettivamente l’area dei siti con Arte Rupestre e l’area che include i Parchi con Arte Rupestre: Lat. Long. = Φ = λ 1) PISOGNE Località: Monte Pontasio Foglio I.G.M.: 34, Breno Coord. Gauss Boaga (E/N): 1587817,22/5070814,70 Coord. Geografiche Roma40: Φ 45° 47’ 04,0121’’ λ -2° 19’ 21,5295’’ Cartina della Valle Camonica 69 2) PISOGNE Località: La Biosca Foglio I.G.M.: 34, Breno Coord. Gauss Boaga (E/N): 158659,57/5072958,99 Coord. Geografiche Roma40: Φ 45° 48’ 14,0034’’ λ -2° 20’ 13,7452’’ Bibliografia: ROSSI 1991, p. 163, n. 1278 3) ANGOLO TERME Località: a sud ovest della frazione Anfurro, lungo la statale che collega con Monti (Comune di Rogno) Foglio I.G.M.: 34, Breno Coord. Gauss Boaga (E/N): 1588021,13/5080503,44 Coord. Geografiche Roma40: Φ 45° 52’ 17,7835’’ λ -2° 19’ 05,7185’’ 4) BORNO Località: Casa vecchia dei Paiù Foglio I.G.M.: 34, Breno Coord. Gauss Boaga (E/N): 1593585,74/5089101,30 Coord. Geografiche Roma40: Φ 45° 56’ 53,6560’’ λ -2° 14’ 41,6359’’ Bibliografia: ROSSI 1991, p. 32, n. 137 5) CORTENO GOLGI Località: Cappelletta dell’Addolorata Foglio I.G.M.: 19, Tirano Coord. Gauss Boaga (E/N): 1598854,36/5113660,90 Coord. Geografiche Roma40: Φ 46° 10’ 06,5269’’ λ -2° 10’ 18,6300’’ Bibliografia: ROSSI 1991, p. 68, n. 520 70 6) VEZZA D’OGLIO Località: Sass de le Strie, croce del Plazza Foglio I.G.M.: 19, Tirano Coord. Gauss Boaga (E/N): 1607859,03/5120284,50 Coord. Geografiche Roma40: Φ Φ 46° 13’ 36,1441’’ λ -2° 03’ 13,4054’’ Bibliografia: ROSSI 1991, p. 204, n. 1734 7) SAVIORE DELL’ADAMELLO Località: presso la Malga Casentia Foglio I.G.M.: 19, Tirano Coord. Gauss Boaga (E/N): 1609713,90/5106136,17 Coord. Geografiche Roma40: Φ 46° 05’ 56,8218’’ λ -2° 01’ 58,6450’’ 8) BIENNO Località: Novel, sopra Campolaro Foglio I.G.M.: 34, Breno Coord. Gauss Boaga (E/N): 1602781,16/5085048,53 Coord. Geografiche Roma40: Φ 45° 54’ 37,6453’’ λ -2° 07’ 37,7757’’ Bibliografia: ROSSI 1991, p. 28, n. 100 9) SONICO Località: Pradasella Foglio I.G.M.: 19, Tirano Coord. Gauss Boaga (E/N): 1605425,34/5113272,82 Coord. Geografiche Roma40: Φ 46° 09’ 50,4110’’ λ -2° 05’ 12,6091’’ Bibliografia: ROSSI 1991, p. 195, n. 1641 Limiti del sito: il sito n. 94 della WHL “Arte Rupestre della Valle Camonica” si configura come un sito complesso, distribuito su un ambito territoriale vasto, all’interno della Provincia di Brescia. L’arte rupestre è infatti attestata in tutta la Valle Camonica, un grande comprensorio, esteso per più di 80 km, su una superficie di oltre 1300 kmq. Il profilo altimetrico va dai 200 m/slm del fondovalle ai 3539 m/slm della cima dell’Adamello. In ben 30 comuni dei 41 presenti in Valle sono attestate oltre 180 località con incisioni rupestri, per un totale – con una stima per difetto – di almeno 2000 rocce istoriate1, collocate in una fascia altimetrica compresa tra 200 e 1300 m/slm, pur non mancando attestazioni anche a quote prossime o superiori ai 2000 m/slm (Cevo-Dos del Curù, Pian della Regina, etc.). All’interno di questo ricchissimo patrimonio culturale sono stati creati, dal 1955 ad oggi, sette Parchi, variamente distribuiti tra Bassa, Media e Alta Valle Camonica; essi racchiudono i principali siti di arte rupestre. Un ottavo Parco, inaugurato il 28 maggio 2005 a Ossimo, località l’Anvòia, riguarda invece un sito cerimoniale dell’età del Rame indagato in modo esaustivo e presentato al pubblico come luogo, con ostensione dei calchi dei monoliti istoriati ed esposizione di documentazione didattica in posto e presso il Centro di accoglienza e didattico, prossimo al sito. Segue una breve descrizione dei 7 Parchi d’Arte Rupestre elencati secondo i criteri di proprietà statale e comunale. – Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, Capo di Ponte (proprietà statale e privata in corso di esproprio). È ubicato nella Media Valle, sul versante idrografico sinistro, ad una quota media compresa tra 350 e 600 m/slm. Comprende le località di Naquane, Còren del Valento, Bait del Pedù, I Verdi, Ronchi di Zir. All’interno del Parco sono presenti un Antiquarium e strutture di servizio (i depositi del materiale archeologico e uffici). Superficie del sito (comprendente anche l’area in corso di esproprio): 143.935 mq. – Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, Capo di Ponte - in corso di realizzazione, con apertura prevista il 6 ottobre 2005 (proprietà statale). È ubicato nella Media Valle sul versante idrografico destro, ad una quota di circa 400 m/slm. Superficie del sito: 8.125 mq. – Parco Comunale di Luine, Darfo Boario Terme (proprietà comunale). Il parco, situato nella Bassa Valle, è ubicato su una collina dominante la confluenza del torrente Dezzo nel fiume Oglio, sulla sponda idrografica destra della Valle, ad una quota media compresa tra 200 e 350 m/slm. Si estende nelle località di Luine, Crape e Simoni. È compreso all’interno del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro, istituito nel 2000-2001. Superficie del sito: 99.789 mq. – Parco Archeologico Comunale di SeradinaBedolina, Capo di Ponte - in corso di realizzazione, con apertura prevista l’8 ottobre 2005 (proprietà comunale). È ubicato nella Media Valle, sul versante idrografico destro, ad una quota media tra 370 e 540 m/slm. Comprende le località di Seradina (I, II e III, Corno di Seradina2) e Bedolina. Superficie del sito: 86.528 mq. – Parco Comunale di Sellero (proprietà mista: comunale e privata). Ubicato in Alta Valle, sul versante idrografico destro, ad una quota media compresa tra 500 ed 800 m/slm. Raggruppa le località di Carpene-Fradel-Berco, Preda Mola-Castello. Sono note anche altre concentrazioni di rocce ad IsùBarnil (a N del Parco) e a Pià d’Ort-Còren (a S, al confine con Capo di Ponte). Superficie del sito: 830.261 mq. 1 Già negli anni ’80 del secolo scorso si scriveva della presenza di 2400 rocce incise (Presentazione del Presidente WHC UNESCO, M. Parent, in ANATI 1982 c, p. 7). 2 Tra parentesi si indicano ulteriori denominazioni introdotte dal Centro Camuno di Studi Preistorici all’atto del rilevamento delle rocce incise, per indicare specifici raggruppamenti di rocce, cui fu attribuito ogni volta un numero progressivo da 1 in avanti. 71 La poligonale che definisce il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”. 72 Cartina della Valle Camonica con gli oltre 180 siti di arte rupestre documentati. 73 – Parco pluritematico del “Còren de le Fate”, Sonico (proprietà mista: comunale e privata). È ubicato in Alta Valle sul versante idrografico sinistro, ad una quota media compresa tra 650 e 1200 m/slm, all’interno del Parco dell’Adamello. Superficie del sito: 832.153 mq. Dos Custapeta, Dos Sottolaiolo, Deria (Comune di Paspardo). È collegato alla Riserva il Museo Didattico della Riserva Naturale Incisioni Rupestri Ceto, Cimbergo e Paspardo, ubicato nel centro storico di Nadro di Ceto. Superficie del sito: circa 2.685.803 mq. – Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (proprietà mista: consortile, comunale e privata). È ubicata nella Media Valle, sul versante idrografico sinistro, in parte in adiacenza, lungo il lato Nord-Ovest, al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, ad una quota media compresa tra 360 e 1000 m/slm. Comprende le località di Foppe di Nadro, Verdi, Zurla, Dos Cui, Castelliere (Comune di Ceto); Campanine-Figna (Comune di Cimbergo); In Vall-Castello-Canneto, Capitello dei Due Pini, Si fornisce qui di seguito una tabella con l’elenco globale delle località della Valle Camonica con arte rupestre. Il numero dei siti è passibile di modifiche in quanto si stanno rilevando alcune discrepanze nei toponimi usati per indicare un medesimo sito da parte di chi nel tempo fece le segnalazioni: con la realizzazione del GIS dei siti d’arte rupestre, in elaborazione da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (2005), si stanno effettuando accertamenti e apportando le necessarie correzioni. Elenco dei siti della Valle Camonica con arte rupestre (con l’asterisco * vengono indicati i siti in parte o in toto documentati; gli altri sono stati oggetto di sola segnalazione e mancano, ad oggi, di documentazione) N° Comune (provincia di BS) Località Riferimento CABS/Bibliografia 1 ANGOLO TERME Sorline 532 2* BERZO-DEMO Frazione Monte, Dosso Lòa 83 3* BERZO-DEMO Frazione Monte, Dos de la Crus 84 4 BERZO-DEMO Comparte, Plan Mister 85 5 BERZO-DEMO Sentiero verso la Malga Olda 86 6 BIENNO Cusen, Cima del Cerreto 94 7 BIENNO Novele, sopra Campolaro 100 8* BORNO Val del Fi o de l’Undine (a ca. 250 m a monte della confluenza del torrente omonimo con il Trobiolo (“Borno 1”); presso la sua confluenza con il Trobiolo, fra Borno e Ossimo Inf. (“Borno 4”); loc. Rocca (“Borno 5”) a Nord confluenza con Trobiolo) 9* 74 BORNO 125; 135; 141 Via S. Fermo, Casa vecchia dei Paiù (giacitura secondaria fr. stele) 137 138 10 BORNO Lovareno 11* BORNO Discarica in Loc. Lazzaretto (monumento in giacitura secondaria “Borno 6”) NSAL 1988-89 N° Comune (provincia di BS) Località 12* BRENO Lavarino di Mezzo, poco oltre l’abitato 181 13* BRENO Presso Fraz. Mezzarro, sotto il Monte Cerreto 183 14* BRENO Località Case Brusade (1 roccia) 189 15 BRENO En Plas (Piani di Astrio) (2 massi con coppelle) 16 BRENO Lazzaretto (1 roccia) ? 17 CAPO DI PONTE S. Rocco 18 CAPO DI PONTE Cereto-Cascina Laffranchi (32 rocce) 19* CAPO DI PONTE Seradina (I, Alta II, III, “Corno”, S. Siro) 241 20* CAPO DI PONTE Frazione Pescarzo, Dos del Mirichì 264 21* CAPO DI PONTE Fraz. Pescarzo - Redondo 273 22 CAPO DI PONTE Frazione Pescarzo - Convai SANSONI-GAVALDO 1995 23 CAPO DI PONTE Fraz. Pescarzo - Le Crus (già Giadeghe) SANSONI-GAVALDO 1995 24 CAPO DI PONTE Nigol (13 rocce) 277 25* CAPO DI PONTE Bedolina 278 26 CAPO DI PONTE Cascina Adamone (1) 281 27 CAPO DI PONTE Valserta (7 rocce) 275 28 CAPO DI PONTE Ronchi (8 rocce) 269 29 CAPO DI PONTE Pozzi, Perseghine, Longoprato (4 rocce) 276 30* CAPO DI PONTE Frazione Cemmo, località Pian delle Greppe 253 31* CAPO DI PONTE Dos dell’Arca 243 32* CAPO DI PONTE S. Salvatore 252 33* CAPO DI PONTE Loc. Piè, oltre la cascina Squaratti, ad E del fiume Oglio, tra il Monastero di S. Salvatore (a N) e Dos dell’Arca (a S) 258 Naquane (con la denominazione si indica l’area del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, che comprende anche le località Ronchi di Zir, Verdi e Coren del Valento) 261 34* CAPO DI PONTE e CETO Riferimento CABS/Bibliografia Consuntivo Le Orme 2005 Consuntivo Museo Didatt. 2005 241 35* CAPO DI PONTE Ronchi di Zir 262 36 CAPO DI PONTE Alla confluenza del torrente Re nel fiume Oglio 267 37 CAPO DI PONTE La Conoide (2 rocce) 270 75 76 N° Comune (provincia di BS) Località 38* CAPO DI PONTE Le Sante (2 rocce) 271 39 CAPO DI PONTE (o CETO ?: vd. ANATI 1982) Bait del Soc 266 40 CAPO DI PONTE/ CETO(?) Perseghina e Dos del Pater (“Piana degli Svedesi”) 41* CEDEGOLO Campolongo 42 CEDEGOLO Località imprecisata, “a mezz’ora circa dal paese di Grevo” Riferimento CABS/Bibliografia Consuntivo Dip. VC L 2005 SOLANO-MARRETTA 2004 342 43 CEDEGOLO Fraz. Grevo - Chigio, Dos de le Trenta Cruss 343-344 SOLANO-MARRETTA 2004 44 CEDEGOLO Fraz. Grevo - Moiolo 345 SOLANO-MARRETTA 2004 45 CEDEGOLO Fraz. Grevo - Pademla 345 SOLANO-MARRETTA 2004 46 CEDEGOLO Fraz. Grevo - Le Vasche, Pià de le Calamore SOLANO-MARRETTA 2004 47 CEDEGOLO Fraz. Grevo - Pezzucche SOLANO-MARRETTA 2004 48 CEDEGOLO Fraz. Grevo - Dosso Poglia SOLANO-MARRETTA 2004 ATS 2004 49 CEDEGOLO Fraz. Grevo - Fobbio SOLANO-MARRETTA 2004 50 CEDEGOLO Frazione Grevo, Pademo 346 51 CEDEGOLO Frazione Grevo, Panart 347 52 CEDEGOLO (al confine con Paspardo) I ladroni 349 53 CERVENO Izimelle (1 masso) 54* CETO I verdi Consuntivo Dip. VC L 2005 55* CETO Zurla 352 56* CETO Fraz. Nadro - Foppe di Nadro 354 57 CETO Dos Cuì, riparo 3 Foppe di Nadro 355 Itinera 1999, p. 72 (Fossati) N° Comune (provincia di BS) Località Riferimento CABS/Bibliografia 58 CETO Giarelli 359 59* CEVO Dos del Curù - Foppe 60 CEVO Le Corti 61* CIMBERGO Area ai piedi del Castello 365 62* CIMBERGO Scale di Cimbergo 366 63* CIMBERGO Campanine 367 64 CIMBERGO Mandoss 65* CIMBERGO Figna Consuntivo Dip. VC L 2005 66* CIMBERGO Bosc del Vicare Consuntivo Dip. VC L 2005 67 CIMBERGO Portole, tra Carè e Vidisole 68 CIMBERGO Piana di Cimbergo 69 CORTENO GOLGI Cappelletta dell’Addolorata, a 500 m da Santicolo 70 CORTENO GOLGI Valli di S. Antonio-Corna di Bus (2 rocce) 71* DARFO BOARIO T. Luine, Crape e Simoni (collina dominante la confluenza dei fiumi Oglio e Dezzo) 526 Lago Moro, presso Capo di Lago; terrazzi lungo la strada da Bessimo Sup. a Capo di Lago 531 72* DARFO BOARIO T. ATS 2001-2004 ATS 2004 Consuntivo Dip. VC L 2005 520 Consuntivo Museo Didatt. 2005 73* DARFO BOARIO T. Monticolo di Sacca 534 74* DARFO BOARIO T. Monticolo - Corni Freschi 535 75 DARFO BOARIO T. Castilì 536 76 DARFO BOARIO T. Gorzone 538 77 DARFO BOARIO T. Mazzunno Consuntivo CCSP 2005 78 DARFO BOARIO T. Monticelli (4 rocce) Consuntivo CCSP 2005 (località da ubicare) 79 EDOLO Fraz. Mu - Föbia 80 EDOLO Fraz. Mù, via Ramus n. 93 570 81 EDOLO Fraz. Mù, Rocca 571 82 EDOLO Fraz. Mu - Dos de la Desma Consuntivo Museo Didatt. 2005 77 N° Comune (provincia di BS) Località Riferimento CABS/Bibliografia 83 EDOLO Fraz. Mu - Foppe Consuntivo Museo Didatt. 2005 84 EDOLO Fraz. Mu - Trangolone, strada com. Edolo/ Monte Colmo, e strada dopo il bivio di via Vidilini Consuntivo Museo Didatt. 2005 85 EDOLO Fraz. Mu - Via Valeriana Consuntivo Museo Didatt. 2005 86 EDOLO loc. chiesa S. Clemente, sulla strada com. Edolo/Mola Consuntivo Museo Didatt. 2005 87 EDOLO Malga Mola Consuntivo Museo Didatt. 2005 88 EDOLO Baita Cuel Consuntivo Museo Didatt. 2005 89 EDOLO strada com. Edolo/Monte Colmo, dosso “Plate de Icc” Consuntivo Museo Didatt. 2005 90* ESINE Fraz. Plemo, loc. “I Broli”, presso la Rocca (5 rocce) 91 ESINE Fraz. Plemo-Rocca Novella (7 rocce) 92 ESINE Monticelli (4 rocce) 93 ESINE Dos del Roc (o Porcc?) (1 roccia) Consuntivo CCSP 2005 94 ESINE Fraz. Plemo - Fontana (1 roccia) Consuntivo CCSP 2005 95* LOZIO Baita in Località Camerata (fr. di stele in giacitura secondaria) Itinera 1999, p. 69 (Zerla); ATS 2005 96* MALEGNO Ceresolo (loc. nota come “Bagnolo” - Val d’Inferno/ propr. Baffelli e Ceresolo) Consuntivo CCSP 2005 595 963 e 964 97* MALONNO Odecla e Cornola (5 rocce) 98 MALONNO Cornola 99 MALONNO Castello 100 MONNO Località? (4 rocce) Consuntivo CCSP 2005 101 MONNO Mortirolo (1 roccia) Consuntivo Museo Didatt. 2005 102 OSSIMO Ossimo Sup., via Mignone n. 1 (propr. Zurla, giacitura secondaria) 1182 Asinino, fienile Bait d’Asnin (“Ossimo 1” in giacitura secondaria) 1183 103* 78 592 OSSIMO 974 Itinera 1999, p. 79 (Marchi) N° Comune (provincia di BS) Località 104* OSSIMO Asinino/Anvòia 105* OSSIMO Ossimo Inf.: via Dante (orto di casa Zendra-Feriti) e via S. Rocco (propr. Zendra) Riferimento CABS/Bibliografia 1195 NB: Asinino e Anvòia sono contigue e rappresentano il medesimo sito 1197 e 1198 106* OSSIMO Passagròp 1199 107* OSSIMO Pat 108 OSSIMO Delegnone (ai piedi della collina di S. Carlo) 109 PAISCO-LOVENO Loveno-Bait del Chic (1 masso) 110 PASPARDO Castello 1224 111* PASPARDO Dos di Costapede/Custapeta 1226 112* PASPARDO Plas - Capitello dei Due Pini 1227 113* PASPARDO Dos sotto Laiolo 1228 114* PASPARDO Dos Suliv 1229 115* PASPARDO Dos Baitì 1230 116* PASPARDO Deria o Deria Piana (presso il Dos Baitì) 1231 117 PASPARDO Baite di Codinoclo 1232 118 PASPARDO Rocca e l’Altar 1233 119* PASPARDO La Madonna 1234 120* PASPARDO Scale di Paspardo 1235 121 PASPARDO La Bosca 122 PASPARDO Vite - Deria (già “Vite - Val de Plha”) 123 PASPARDO Roccia di Pietro (pendici occidentali Monte Tredenus) 124 PASPARDO Valle di Fuos 125* PASPARDO In Valle 126 PASPARDO Castagneto (qui “Roccia degli Spiriti”, propr. Salari) (80 rocce) Consuntivo Le Orme 2005 127 PASPARDO Clef del Popomm (1 roccia) Consuntivo Le Orme 2005 Itinera 1999, p. 75 (Fossati) Consuntivo Coop. Le Orme 2005 Cit. Coop. Le Orme 2005 Cit. Coop. Le Orme 2005 79 N° Comune (provincia di BS) Località 128 PASPARDO Gras de le Pegore (2 rocce) 129 PASPARDO Paese (4 rocce) 130 PIANCAMUNO Beata SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 131 PIANCAMUNO Beata Paese SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 132 PIANCAMUNO Beata Torre SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 133 PIANCAMUNO Coren di S. Nicola SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 134 PIANCAMUNO Costa della Beata SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 135* PIANCOGNO Dassine 136 PIANCOGNO A monte della casa di Dosso, lungo il sentiero verso Balestrini e Calvarina 1274 e 1275 Varie località dalla valle del T. Trobiolo a N e la valle del T. Daen a S (individuati 21 raggruppamenti di rocce da 500 a 900 m slm): circondario del Santuario dell’Annunziata; Quattro Venti-Cà Noa; da Cà Noa a Mandulì; “sotto” Cà Noa; Ribalda; Valle del Daen da 500 a 700 m slm PRIULI 1993 137 80 PIANCOGNO Riferimento CABS/Bibliografia Consuntivo Le Orme 2005 Consuntivo CCSP 2005 1271 138 PIANCOGNO Malga Corvino (1 masso con coppelle) Itinera 1999, p. 68 (ZERLA) 139* PISOGNE La Biosca, presso il lago (prop. Evangelisti) 1278 140* PISOGNE Monte Pontasio 1280 141 PISOGNE Conca del Tet SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 142 PISOGNE Coren del diavolo SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 143 PISOGNE Coren di Marte SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 144 PISOGNE Coren Palazzo SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 145 PISOGNE Coren del Medel SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 146 PISOGNE Dos de la Regina SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 N° Comune (provincia di BS) Località Riferimento CABS/Bibliografia 147 PISOGNE Dos Seradino SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 148 PISOGNE Gippone SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 149 PISOGNE La Plagna SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 150 PISOGNE Monte Aguina SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 151 PISOGNE Mulino Rizzolo SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 152 PISOGNE Piè de l’Aden SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 153 PISOGNE Prevent SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 154 PISOGNE Saresa SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 155 PISOGNE Sonvico SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 156 PONTE DI LEGNO Montozzo Consuntivo Museo Didatt. 2005 157 PONTE DI LEGNO Viso Consuntivo Museo Didatt. 2005 158* SAVIORE Lago d’Arno Consuntivo Museo Didatt. 2005 159* SAVIORE Plot Campana (o della Campagna), lungo la strada per Fabrezza rif. 1546 160 SAVIORE Ronco (7 rocce) 161* SELLERO Castel Grande 1547 162* SELLERO Fradel-Berco 1548 163* SELLERO Preda Moela 1549 164 SELLERO Corna Sculta 1549 165 SELLERO (al confine con Berzo - Demo) Creda S. Zenone 1551 166* SELLERO Carpene 1552 167* SELLERO Isù 1553 168* SELLERO Barnìl 169* SELLERO Novelle 81 N° Comune (provincia di BS) Località Riferimento CABS/Bibliografia 170* SELLERO Costa Framuna 171* SELLERO (al confine Còren- Pià d’Ort con Capo di Ponte) 172* SELLERO Scianica 1556 173 SELLERO Ronco 1557 174 SONICO Rino - Loc. Gaderì 175 SONICO Dos de le Strie, o Villincampo 1639 176 SONICO Al Roc, o Parecolo 1640 177* SONICO Predasola (o Pradasella) 1641 178* SONICO Coren de le Fate e Cornel de l’Aiva (ambito del Parco comunale «Coren de le Fate») 1642 1554 274, 1555 SANSONI-GAVALDO 1995 1637 Itinera 1999, p. 45 (Priuli) 179 SONICO Plas (lungo il T. Grandi) Itinera 1999, p. 44 (Priuli) 180 SONICO Strada per Val Malga (le località Pos, edicola del Sant de le Plote, Faet) Itinera 1999, pp. 45-46 (Priuli) 181* VEZZA D’OGLIO Sass de le Strie, Croce del Plazza 1734 in Provincia di Bergamo 182* Rogno Còren Pagà (7 rocce) PRIULI 1999 CABS = ROSSI F. (a cura di) 1991, Carta archeologica della Lombardia. I. La Provincia di Brescia, Modena. ATS = Archivio Topografico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. 2.2 Ambito territoriale esteso Attorno ai principali siti d’arte rupestre (i 7 Parchi) è stata definita la “buffer zone”: essa comprende un’area geografica e storica omogenea, che raggruppa diversi livelli di interesse (geomorfologico, ambientale, paesaggistico, archeologico, storico) riconosciuti, se possibile, nell’ambito dei Piani Paesistici elaborati ex L. 431/1985 e recepiti dal recente Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Brescia. Data la distinta ubicazione dei sette principali Parchi di cui si compone il sito, si sottolinea che le relative “buffer zones” presentano caratteristiche parzialmente diverse: 82 – aree di rispetto paesaggistico definite da provvedimenti di vincolo ex L. 1497/1939 (attorno al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte, D.M. 14 aprile 1967); – aree geografico-morfologiche unitarie (Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, nel quale la “buffer zone” comprende anche siti di interesse archeologico per le rocce istoriate, al momento non inseriti nel Parco; Parco Comunale di Sellero; Parco pluritematico del “Còren de le Fate” di Sonico); – aree di collegamento tra vari siti lungo la viabilità storica di impianto antico e nell’ambito di Comuni contigui già consorziatisi come insieme omogeneo (Riserva Re- gionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo), dove non è scindibile l’area di interesse archeologico rispetto alla “buffer zone”; – ambito geografico di collegamento tra Parchi di varia tipologia, naturale e storico-archeologica, facenti capo ad un unico insieme amministrativo (Parco Comunale di Luine, ora inglobato nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro). Parco Comunale di Luine (Darfo Boario Terme): il perimetro della “buffer zone” relativa al Parco Comunale di Luine coincide con il perimetro del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro, all’interno del quale il Parco di Luine è inserito. Si tratta di un’area complessiva di circa 430 ettari, dei quali 131 insistono sul territorio del Comune di Angolo Terme e 299 interessano il territorio del Comune di Darfo Boario Terme. Il Parco del Lago Moro comprende l’intero specchio del lago con la zona collinare adiacente e include, oltre al Parco con incisioni rupestri di Luine, anche le colline delle Sorline, del Castellino e del Monticolo, interessate da resti archeologici e da rocce con incisioni. Superficie della “buffer zone”: 4.058.765 mq. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte): la “buffer zone” coincide, come detto, con l’area del vincolo paesaggistico, ex L. 1497/1939 (D.M. 14 aprile 1967). Superficie della “buffer zone”: 273.609 mq. La “buffer zone” del Parco Nazionale confina con quella della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo in un unicum continuo. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo: si è definita una nuova perimetrazione della Riserva e della relativa “buffer zone”, ambedue approvate da parte dell’Ente Gestore, il Consorzio per la Riserva Regionale Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, nella Conferenza dei Servizi del 23 marzo 2005. Superficie della “buffer zone”, costituita da due aree situate a W (C1) e a E (C3) della Riserva: 1.290.118 mq. Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo e Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte): il perimetro della “buffer zone”, che ingloba i due parchi, tra loro adiacenti, si spinge ad includere, oltre ad un ambito geografico e morfologico unitario, 83 84 alcune località d’arte rupestre poste a NW, non ancora inserite nel Parco Comunale ma destinate ad esserlo nei prossimi anni. La “buffer zone” di questi parchi si congiunge pure a quella del Parco Comunale del vicino Comune di Sellero, sì da creare un’unica grande zona di rispetto. Superficie della “buffer zone” per i due Parchi: 1.497.992 mq. Parco Comunale di Sellero: sono in corso di approvazione per l’inserimento nel Piano Regolatore del Comune (in corso di stesura) sia un ampliamento dell’area del Parco sia la creazione della “buffer zone”, che prevede l’estensione verso S fino ad agganciarsi alla “buffer zone” dei due Parchi sopra nominati del vicino comune di Capo di Ponte. Superficie della “buffer zone”: 746.064 mq. Parco Pluritematico del “Còren de le Fate”, Sonico: sono in corso di definizione con il Comune sia la perimetrazione del Parco sia la delimitazione della “buffer zone”, ambedue già ricadenti nel Parco Regionale dell’Adamello. Superficie proposta della “buffer zone”: circa 955.978 mq. 3. IDENTIFICAZIONE DEI SOGGETTI PROMOTORI Il Piano di Gestione qui presentato intende considerare la Valle Camonica non solo come luogo tradizionale di “conservazione della cultura storica” ma anche come realtà nella quale convergano tutte le sinergie utili allo sviluppo del sistema economico locale della Valle. 3.1 Soggetti pubblici Il Piano di Gestione prevede un processo di collaborazione istituzionale nel quale sono coinvolti gli Enti territoriali locali. Sulla base di una Dichiarazione di Intenti (All. 3), approvata e sottoscritta in data 20 dicembre 2004, gli attori principali sono rappresentati da: • Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (d’intesa con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggisti- ci della Lombardia), con funzioni di coordinamento; • Provincia di Brescia (alla quale la Regione Lombardia, sulla base della Deliberazione della Giunta Regionale n. 7/9393 del 14 giugno 2002. L.R. 1/2000, art. 4, comma 134, lett. a) - Sviluppo dei sistemi museali locali: approvazione dei criteri per l’assegnazione e l’erogazione dei contributi alle province e approvazione degli obiettivi e delle linee guida per l’elaborazione da parte delle province di studi di fattibilità comprensivi dell’individuazione di progetti pilota di gestione associata dei servizi, ha conferito nuove funzioni in materia di sistemi museali locali). • Comunità Montana di Valle Camonica; • Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano della Valle Camonica (BIM); Sono inoltre coinvolti anche i Comuni interessati dalla presenza di Parchi: • Capo di Ponte (Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, oltre ai due Parchi Nazionali); • Darfo Boario Terme (Parco Comunale di Luine); • Sellero (Parco Comunale) • Sonico (Parco pluritematico del “Còren de le Fate”) • Consorzio per le incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (Ente gestore della Riserva Regionale Naturale “Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo”). Ognuno degli Enti sopra elencati, sulla base dell’art. 4 della Dichiarazione di Intenti, ha nominato un rappresentante, delegato a partecipare al “Gruppo di Lavoro per la stesura del Piano di Gestione”. Non appena definite le linee generali del Piano di Gestione con gli Enti sopra indicati, si è costituito un secondo “Gruppo di Lavoro Tecnico-scientifico” di consulenza (denominato Commissione per la Ricerca Scientifica), aperto alle Istituzioni culturali e scientifiche che si occupano in Valle dello specifico tema dell’arte rupestre e alle quali sia riconosciuto un ruolo autorevole nello studio delle incisioni e, anche, alle istituzioni che si occupano localmente di coordinamento e gestione di aree a tutela paesaggistico-ambientale di interesse sovracomunale (Parco dell’Adamello). In questo “Gruppo di lavoro Tecnico-scientifico” operano, con funzioni di sottocommissione (Sotto85 86 87 commissione per la Didattica), anche i Soggetti che svolgono attività didattica sull’arte rupestre. Il Gruppo di lavoro risulta, per le due componenti di cui si è detto (ricerca scientifica e didattica) talora svolte dai medesimi soggetti, così composto: • Centro Camuno di Studi Preistorici e relative filiazioni (Dipartimento Valcamonica e Lombardia) • Cooperativa Archeologica “Le orme dell’Uomo” • Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica di Cemmo (Capo di Ponte) • Parco dell’Adamello • Archeocamuni • Do.Net • Pro Loco di Capo di Ponte con l’apporto di consulenza anche di Altri, impegnati in ricerche e indagini (un esperto della scuola dell’obbligo). 3.2 Soggetti privati Da definire in una seconda fase, successiva all’elaborazione del Piano di Gestione. 3.3 Accordi e intese Come sopra specificato in data 20 dicembre 2004 è stato formalizzato il Gruppo di Lavoro per l’elaborazione del Piano di Gestione, attraverso l’approvazione e la sottoscrizione di una Dichiarazione di Intenti da parte di tutti i soggetti pubblici a vario titolo interessati alla tutela, all’amministrazione ed alla gestione del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” (All. 3). sponsabile del sito Arte Rupestre della Valle Camonica, che abbia prioritariamente funzioni di coordinamento e di definizione delle linee guida di tutte le attività che riguardano il sito e condivida il disegno strategico alla base del Piano di Gestione, recependo le normative nazionali, regionali e provinciali in materia di Beni Culturali; 2. la definizione di un Sistema Museale Territoriale, che comprenda anche i Parchi ed i siti d’arte rupestre (in accordo con la Provincia-Assessorato alla Cultura); 3. il coordinamento con il Sistema Turistico. Dopo attenta discussione con i soggetti pubblici che hanno condiviso l’elaborazione del Piano di Gestione, si è ritenuto opportuno rimandare ad una fase successiva l’individuazione del Soggetto Responsabile, ritenendo utile un periodo preventivo di applicazione pratica e di verifica del Piano di Gestione. A conclusione dell’elaborazione del Piano di Gestione il consesso di Enti che ha partecipato alla sua stesura ne condivide con un documento formale (All. 30) gli obiettivi, i programmi, le strategie ed i tempi di attuazione e si impegna a dare attuazione ai Piani di Intervento in ogni ambito di gestione del territorio e di programmazione di attività di propria competenza. 5. PROGRAMMI E PROBLEMATICHE Nella formulazione del Piano di Gestione, si sono esaminati, recependone le indicazioni utili, tutti i Piani d’ambito e interesse locale vigenti, che si elencano di seguito, suddividendoli per categorie: 5.1 Piani Urbanistici e Funzionali 4. IDENTIFICAZIONE DEL SOGGETTO RESPONSABILE Una corretta politica di gestione del sito comporta, di necessità, una condivisione degli obiettivi che richiede la partecipazione, in condizioni di parità, di tutti i soggetti attivi sul territorio. Tra gli obiettivi primari si possono indicare: 1. la costituzione di un Soggetto Giuridico re88 Piani Regolatori Generali (PRG) Comunali: sono stati esaminati tutti i Piani Regolatori Generali Comunali dei comuni in cui ricadono i Parchi e le relative “buffer zone”, compreso il PRG in corso di elaborazione del Comune di Sellero. Si vedano a questo proposito le Schede del Regesto della Strumentazione Urbanistica Comunale (All. 4), con indicazioni specifiche per i singoli Parchi e per le aree del Patrimonio e le relative “buffer zone”. 1. 2. 3. 4. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina 89 1. Parco Comunale di Luine (linea verde), parte del più esteso Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro (linea gialla). Si sottolinea che i Piani Regolatori Generali dei comuni compresi nel territorio del Parco dell’Adamello devono recepire la normativa del Parco entro due anni dalla pubblicazione del Piano del Parco dell’Adamello edito nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia del 29 novembre 2001 (2º supplemento straordinario al n. 48, D.g.r. 29 ottobre 2001 - n. 7/6632: Approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Regionale dell’Adamello, art. 19, comma 2, L.r. 30 novembre 1983, n. 86 e successive modifiche e integrazioni). 5.2 Piani Settoriali e/o Integrati Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR): il progetto di legge per il governo del territorio individua nel Piano Territoriale Regionale lo strumento per costruire una visione territoriale regionale. In attesa che venga appro90 vata la nuova legge, la Regione Lombardia ha avviato (ma non concluso) il processo di costruzione del Piano attraverso il confronto interno all’Ente ed esterno (Enti locali, ordini ed associazioni professionali, semplici cittadini). A partire dal 2002 è stato avviato un processo di costruzione del Piano che ha comportato finora: • un lavoro preliminare per l’impostazione del quadro strategico generale, consistito nell’elaborazione, con le altre Direzioni Generali, del Documento Programmatico; • un importante momento di confronto con il mondo esterno, attuato nel corso del XXIV Congresso INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) dal tema “Città e regioni metropolitane in Europa” (Milano, 25-28 giugno 2003); • la redazione, ad opera della Regione Lombardia, del Documento Strategico: una proposta per il confronto, che contiene gli ele- Parco Comunale di Sellero. menti e i temi “forti” del Piano e la strutturazione del Quadro di riferimento territoriale delle conoscenze e delle programmazioni strategiche. Il processo sopra descritto, costruito attraverso un percorso trasversale, partecipato e condiviso internamente all’Ente e con gli altri soggetti coinvolti nel governo del territorio (Provincia e Comuni), costituirà il risultato di un lavoro nato da un consenso allargato, attraverso momenti di confronto esterno. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Brescia (PTCP): il PTCP della Provincia di Brescia, pubblicato in data 22 dicembre 2004 e attualmente vigente, ha competenza sulle materie di carattere territoriale e deve essere considerato uno strumento per armonizzare gli interventi della Provin- cia sul territorio, unificandone i criteri e gli obiettivi. Il PTCP rappresenta uno strumento fondamentale di riferimento per una corretta organizzazione e gestione del territorio. Esso recepisce gli indirizzi stabiliti dalla Regione Lombardia con la L.r. 5 gennaio 2000, n. 1 “Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia. Attuazione del D.L.vo 31 marzo 1998, n. 112 (conferimento di funzioni e compiti amministrativi dallo Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59)” e fissa i limiti normativi ed operativi che i Comuni dovranno rispettare nella definizione dei Piani Regolatori Generali. Il PTCP definisce criteri d’indirizzo sugli aspetti pianificatori di livello sovracomunale e fornisce indicazioni sui temi paesistici, ambientali e culturali: obiettivi generali sono la 91 Parco Pluritematico del “Còren de le Fate” di Sonico. sostenibilità ambientale dello sviluppo e la valorizzazione dei caratteri paesistici locali e delle risorse territoriali, ambientali, culturali, sociali ed economiche. Il PTCP della Provincia di Brescia si articola in tre Quaderni, uno costituito dal Documento Preliminare (Quaderno 1), uno dal Progetto Preliminare di Piano (Quaderno 2) ed uno dal Progetto Definitivo (Quaderno 3). 92 Il Progetto Definitivo è costituito dalla Relazione, dalle Norme tecniche di attuazione, dalla Disciplina per la tutela e la valorizzazione delle componenti del paesaggio della Provincia, dagli Elenchi dei beni storico culturali individui, dal Piano viario provinciale, dal Regolamento per il funzionamento della Conferenza dei Comuni e delle Comunità Montane, e dalle Tavole del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Il Quaderno 1 è stato distribuito ai Sindaci e alla Regione nell’estate del 2001, il Quaderno 2 nella primavera del 2003. Al 2004 risale la Delibera del Consiglio Provinciale (n. 21 del 22 aprile 2004), con la quale è stato approvato il Progetto Definitivo del PTCP. Il 22 dicembre 2004 viene pubblicata nel BUR la Deliberazione Consiliare di Approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (n. 21 del 22 aprile 2004), che lo rende pienamente operativo, ai sensi della L.r. 1/2000, art. 3, comma 31. Il PTCP della Provincia di Brescia, partendo da un’analisi tecnica delle unità ambientali presenti, ha inoltre identificato 72 “ecomosaici”, cioè ambiti territoriali omogenei dal punto di vista del funzionamento ecologico che sono alla base delle successive scelte del progetto di rete ecologica provinciale. Ciascun ecomosaico coinvolge uno o più comuni, e potrà rappresentare un fattore di riferimento per mettere in atto iniziative comunali o intercomunali di riqualificazione e certificazione della qualità ambientale (ad esempio attraverso i Parchi Locali di Interesse Sovracomunale - PLIS, le Agende 21 locali, l’Eco - Management and Audit Scheme - EMAS etc.). Nell’ambito dei Progetti Strategici individuati dal PTCP di interesse provinciale, si segnala per la formulazione di progetti futuri per la Valle Camonica il Progetto Strategico per la valorizzazione dei “Sentieri della Guerra di Liberazione Nazionale”. Di interesse più generale è il Progetto Strategico per la promozione dello sviluppo sostenibile locale attraverso la messa a sistema dei Beni Culturali e Naturali. Tra i Progetti Strategici di Iniziativa Locale il PTCP registra il “Piano Integrato di Sviluppo Locale del Comprensorio di Monte Campione, della Bassa Valle Camonica e del Sebino”. 5.3 Piani di Sviluppo Socio Economico Piano di Sviluppo Socio Economico (PSSE) delle Comunità Montane: l’esempio della Comunità Montana di Valle Camonica (2001). La Comunità Montana di Valle Camonica si è dotata nel 2001 di un Piano di Sviluppo So- cio Economico (PSSE). Infatti le Comunità Montane, per pianificare le attività ed individuare le linee di sviluppo, sono tenute a redigere (sulla base del Testo Unico degli Enti Locali, D.Lvo. 267/2000 e, soprattutto, della L.r. 6/2002 “Disciplina delle Comunità Montane”) il Piano di Sviluppo Socio Economico (PSSE), nel quale sono raccolte le analisi sociali ed economiche svolte sul territorio ed è suggerita una serie di interventi indispensabili, da realizzare attraverso piani annuali. Il PSSE, se compatibile con gli indirizzi programmatici della Regione, viene approvato dalla Provincia, che lo recepisce come parte integrante dei propri programmi (L.r. 13/1993, art. 18, comma 6 e 7). A sua volta il PSSE contribuisce alla formazione del PTCP sopra descritto (D.L.vo n. 267/2000, art. 28, comma 4). La Comunità Montana di Valle Camonica ha approvato con la delibera del 12 ottobre 2001 n. 30 il proprio Piano di Sviluppo Socio Economico. Tale PSSE è stato poi approvato dalla Provincia di Brescia con delibera del 4 febbraio 2002 n. 9. Il PSSE individua degli Obiettivi Generali finalizzati ad un miglioramento generalizzato delle condizioni di vita della popolazione e della qualità dei servizi e si pone degli Obiettivi Strategici, indicando le azioni progettuali. Per ciascuna azione viene fornita una Scheda Progettuale, che contiene gli ambiti di intervento, le motivazioni, i contenuti, la gestione del progetto, il grado di priorità ed i tempi di attuazione, i risultati attesi, le risorse necessarie ed i riferimenti legislativi. Il Piano, sulla base di un’analisi del territorio e degli aspetti socio-economici, ha individuato tre aree e le relative possibili strategie di intervento: – un’area marginale, che comprende comuni interessati da fenomeni quali calo demografico, erosione delle dotazioni dei servizi locali, mancato decollo turistico e conseguente spopolamento verso il fondovalle, invecchiamento della popolazione. Due possibili strategie di investimento sono rappresentate dalla promozione del turismo, dalla rivalutazione del comparto agro-zootecnico, con una continua attenzione alla salvaguardia dell’ambiente. I comuni della Valle che ricadono nell’area 93 marginale sono: Prestine, Ossimo, Losine, Lozio, Ono S. Pietro, Sellero, Cedegolo, Cevo, Saviore, Paisco Loveno, Berzo Demo, Malonno, Corteno Golgi, Monno, Incudine, Vezza d’Oglio, Vione, Temù. – un’area di sviluppo consolidato, caratterizzata da una marcata vocazione turistica (Ponte di Legno) ed industriale (Pian Camuno, Artogne, Gianico, Angolo Terme, Borno, Braone, Cerveno). In questo caso gli obiettivi strategici sono rappresentati dallo sviluppo della ricettività, dalla riqualificazione ambientale e dal miglioramento dei servizi alle imprese. – un’area di attrazione, che ha i propri punti di forza nell’offerta ambientale e culturale, che si traducono in una buona dotazione di servizi (soprattutto il sistema dei collegamenti) e in una potenzialità nel settore turistico (invernale, sportivo, culturale, naturalistico e congressuale). Il rafforzamento di tali capacità sembra il modello di sviluppo migliore per questa area. Sono compresi nell’area di attrazione i comuni di Darfo Boario Terme, Esine, Piancogno, Berzo Inferiore, Bienno, Cividate Camuno, Breno, Malegno, Niardo, Ceto, Cimbergo, Paspardo, Capo di Ponte, Sonico ed Edolo. 5.4 Piani Specifici per la Tutela del Sito Finora non esiste un Piano generale e prescrittivo omogeneo per la tutela del sito d’arte rupestre della Valle Camonica, articolato in una miriade di singole realtà tra loro molto diverse per estensione, per proprietà e per assetto giuridico. Va innanzitutto precisato che tutti i siti con incisioni rupestri, in quanto patrimonio di interesse archeologico, sono sottoposti alla legislazione statale di tutela dei beni culturali (D.L.vo del 22 gennaio 2004 n. 42) al cui rispetto sono tutti tenuti. Per i principali siti d’arte rupestre costituitisi in Parchi (i 7 sopra descritti), inoltre, i diversi Enti gestori (Stato, Comuni, Consorzio di Comuni) solo in parte si sono dotati di Piani e questi sono di vario tipo per iter procedurale di riconoscimento e articolazione della pianificazione adottata, come di seguito descritto. 94 Piani dei Parchi (PdP) Per ora solo i Parchi Nazionali e la Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo dispongono di Piani pluriennali ed annuali. Per i Parchi Nazionali e, in generale, per il sito “Arte Rupestre della Valle Camonica” sottoposto alla tutela del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per “Piani” si intende la programmazione (progetti, interventi e gestione) periodicamente definita ed approvata nell’ambito del bilancio dello Stato, secondo le finalità stabilite dalla legge di tutela (D.L.vo 24 gennaio 2004 n. 42). Per la Riserva il Piano è stato approvato una tantum all’atto di costituzione della Riserva nel 1988 ed elenca obiettivi, metodi e normative generali alle quali adeguare i progetti di intervento annuali. Nel 2005 ne è in corso la revisione. Piani triennali ed annuali per i Parchi Nazionali (Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo) e per il sito “Arte Rupestre della Valle Camonica” I Parchi Nazionali sono perimetrati con atti formali, a seguito dell’acquisizione della proprietà al Demanio statale registrata su apposita cartografia (CTR 1:10.000; catastale 1:2000, con Tavola di rilevamento topografico delle rocce, Tavola dei percorsi, Tavola dei Vincoli ex L. 1089/1939 e 1497/1939, Tavola delle proprietà e delle aree in corso di esproprio), ma non dispongono di un atto costitutivo e neppure di un Piano specifico per la tutela in quanto direttamente gestiti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali cui sono attribuite le funzioni di tutela del patrimonio culturale (art. 4, c. 1 del D.L.vo del 22 gennaio 2004 n. 42), esercitate non solo all’interno dei Parchi Nazionali ma nell’ambito di tutto il territorio, per il tramite dei suoi organi periferici (nella fattispecie, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) e sulla base della normativa vigente, il D.L.vo recante il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” del 22 gennaio 2004 n. 42. Per la Valle Camonica è attuato in modo continuativo, all’interno di una programmazione triennale via via sottoposta all’approvazione del superiore Ministero, un Piano annuale (esso pure sottoposto all’approvazione del Ministero), articolato in vari progetti (sia specifici per i Parchi sia per l’intero ambito territoriale della Valle e quindi per il sito “Arte Rupestre della Valle Camonica” nel suo complesso), inerenti gli specifici settori di intervento sul patrimonio archeologico e le attività connesse con la sua valorizzazione e divulgazione, come di seguito indicato: 1. Manutenzione. Rientrano in questa voce tutti gli interventi di manutenzione ordinaria sul patrimonio archeologico e sulle strutture didattiche e di accoglienza del pubblico, nonché sul patrimonio edilizio (muri di confine e terrazzamento, case agricole, case e servizi dei Parchi, Antiquarium) all’interno delle proprietà demaniali; 2. Restauro. Comprende tutti gli interventi di conservazione del bene arte rupestre e del patrimonio archeologico in generale, eseguiti non solo all’interno dei Parchi Nazionali, ma anche all’esterno, in tutto il territorio della Valle Camonica, in proprietà pubbliche e private; 3. Documentazione e Catalogazione. Comprende tutti i lavori di rilevamento topografico, documentazione fotografica (fotogrammetria, riprese fotografiche e digitali, riprese laser), grafica, schedatura e catalogazione, condotti sulle incisioni, sul patrimonio archeologico connesso e sui contesti archeologici della Valle Camonica; 4. Scavo e Indagini archeologiche e attività connesse (comprese le analisi paleoambientali, sui materiali, radiometriche etc.). Riguarda tutti gli interventi di ricerca, scavo e indagine sui contesti archeologici e d’arte rupestre della Valle Camonica. 5. Valorizzazione. Sono compresi tutti gli interventi, ordinari e straordinari, per la divulgazione ed edizione del patrimonio archeologico, per la realizzazione/ristrutturazione/allestimento di Parchi e Musei Nazionali, per l’aggiornamento degli apparati didattici dei Parchi Nazionali, per l’organizzazione di mostre e convegni. Questo Piano di interventi, modulato in base alle finalità della legislazione statale di tutela, è in vigore, in modo continuativo e strutturato, senza soluzioni di continuità, fin dal 1955 quando fu sottoposta a tutela dello Stato la prima area d’arte rupestre con l’istituzione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri in Capo di Ponte (la documentazione relativa è conservata agli atti, presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia; per gli anni 1979-2004, seguenti il riconoscimento del sito “Arte Rupestre della Valle Camonica” nel patrimonio mondiale UNESCO, si allega il consuntivo, distinto per voci: All. 5). Piano della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo Il Piano attualmente in vigore è stato approvato con Deliberazione della Giunta Regionale in data 3 novembre 1992 - n. 5/29143: è in corso una revisione del Piano, del quale si prevede l’approvazione entro il 2005. Nel presente lavoro si recepiscono già le modifiche proposte dall’Ente Gestore, in accordo con gli Enti locali e con la Soprintendenza competente (modifica dei confini, aggiornamento della normativa di tutela). Il Piano della Riserva Regionale nasce dalla stretta relazione che intercorre tra ambiente naturale (vegetale ed animale), morfologia del luogo ed interventi antropici (in cui ricadono anche le incisioni rupestri). In particolare, per comprendere il fenomeno artistico preistorico, che tante testimonianze ha lasciato all’interno della Riserva, è indispensabile partire dall’ambiente che accoglie questo patrimonio. È quindi necessario sottoporre a particolare tutela tutti gli aspetti, ambientali, vegetazionali ed antropici, presenti nell’area della Riserva, in quanto elementi che hanno contribuito a creare il contesto nel quale l’arte rupestre si è sviluppata. Il Piano si compone di uno studio delle persistenze storico-archeologiche, completato da schede delle singole aree con arte rupestre; di un’analisi degli aspetti geologici e naturalistici della Riserva, con schede delle aree con rilevanze faunistiche e vegetazionali di particolare valore; di uno studio forestale della Riserva, articolato in una analisi delle consistenze dei boschi, delle azioni antropiche in atto ed in una serie di proposte di gestione del bosco. Tra gli obiettivi del Piano della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo: la salvaguardia e la conservazione del patrimonio ambientale, archeologico ed etnografico, la valorizzazione del patrimonio nel rispetto della sua conservazione, la regolamentazione e l’incentivazione della ricerca scientifica e l’integrazione del territorio 95 nel contesto locale, anche attraverso interventi di educazione ambientale e di recupero delle attività economiche. Il territorio della Riserva è stato suddiviso in due aree: l’area A, nella quale sono documentate testimonianze archeologico-ambientali e rilevanze vegetazionali ed etnografiche, e l’area B, nella quale l’accesso è del tutto interdetto a causa della particolare rilevanza archeologico-ambientale. Una componente fondamentale del Piano è costituita dalla regolamentazione delle attività antropiche, consentite solo nella zona A (utilizzazioni forestali, pascolo, attività agricole, raccolta di funghi e di frutti del sottobosco, raccolta di castagne, ricerca scientifica ed attività didattica, attività edilizia per la sola manutenzione); viene poi indicata una normativa di attuazione con divieti, limitazioni e regolamentazioni delle attività sopra elencate. Il Piano è corredato da un apparato cartografico (in scala 1:5000), suddiviso per tematiche, che comprende: 1. Tavola delle aree omogenee/sintesi degli studi interdisciplinari 2. Tavola dell’azzonamento, degli accessi e della percorribilità 3. Tavola degli interventi di conservazione, di dotazione e di valorizzazione 4. Tavole della modifica dei confini 5. Tavola delle aree da acquisire Il Piano individua anche alcuni interventi complementari all’area protetta: la creazione del Museo della Riserva, che attualmente si articola su 600 mq. con spazi anche per l’accoglienza dei gruppi, e la realizzazione di strutture ricettive (attualmente la Riserva dispone di due foresterie e di tre strutture di accoglienza). Piano territoriale di coordinamento del Parco Regionale dell’Adamello Il Parco dell’Adamello si trova al centro della catena alpina, nelle Alpi Retiche, e comprende tutto il versante lombardo del gruppo dell’Adamello, nella porzione nord-orientale della provincia di Brescia. Posto sul versante sinistro orografico della Valle Camonica, si estende per circa 51.000 ettari, dal Passo del Tonale a quello di Crocedomini; a est confina con il Trentino-Alto Adige. Dal Tonale, verso sud, i comuni territorialmente interessati al 96 Parco sono: Ponte di Legno, Temù, Vione, Vezza d’Oglio, Incudine, Edolo, Sonico, Malonno, Berzo Demo, Cedegolo, Cevo, Saviore dell’Adamello, Paspardo, Cimbergo, Ceto, Braone, Niardo, Breno e Prestine. L’importanza del Parco dell’Adamello è accresciuta dalla sua posizione, perché esso funge da ponte tra i due parchi che gli sono limitrofi: al suo limite orientale si trova il Parco trentino Adamello-Brenta, al limite settentrionale il Parco dello Stelvio, a sua volta limitrofo del Parco Nazionale Svizzero dell’Engadina. Ne risulta così un’area protetta di 250.000 ettari, la più grande delle Alpi, nel cuore dell’Europa. Poiché alcuni dei Parchi d’Arte Rupestre (Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, Parco pluritematico “Coren de le Fate” di Sonico) sono compresi all’interno del Parco dell’Adamello, che, anzi, promosse la creazione del secondo dei due, il Parco pluritematico di Sonico, si fa qui riferimento anche al Piano territoriale di coordinamento del Parco Regionale dell’Adamello. Il Parco Regionale dell’Adamello è stato istituito con la L.r. 16 settembre 1983, n. 79 (Istituzione del Parco Naturale dell’Adamello) e successive modifiche e integrazioni (L.r. 1 dicembre 2003 - n. 23, Istituzione del Parco Naturale dell’Adamello). Il territorio del Parco fu vincolato paesisticamente ai sensi dell’art. 146, comma primo, lettera f) del D.L.vo 490/1999, successivamente sostituito dall’attuale D.L.vo del 22 gennaio 2004 n. 42. Il Piano territoriale di coordinamento del Parco Regionale dell’Adamello, classificato come parco montano e forestale, è stato approvato con Deliberazione della Giunta Regionale in data 29 ottobre 2001 - n. 7/6632. Gli obiettivi che l’istituzione del Parco intende perseguire ed attuare tramite il Piano, sono: • tutelare la biodiversità, conservare ed incrementare le potenzialità faunistiche, floristiche, vegetazionali, geologiche, idriche, ecosistemiche e paesaggistiche dell’area; • garantire un uso dei suoli e dei beni compatibile con le qualità naturalistiche; • tendere alla conservazione e ricostituzione dell’ambiente; • realizzare l’integrazione tra uomo e ambiente naturale mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici, architettonici e delle attività agro-silvopastorali e tradizionali; • promuovere e disciplinare la fruizione dell’area a fini scientifici, culturali, educativi e ricreativi. Il Piano ha effetti di Piano paesistico coordinato ai sensi dell’art. 57 del D.L.vo 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti Locali, in attuazione del capo I della Legge 15 marzo 1997, n. 59), con i contenuti paesistici del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ed è approvato ai sensi e con i contenuti delle leggi regionali 16 settembre 1983, n. 79 e 30 novembre 1983, n. 86 (Piano regionale delle aree regionali protette. Norme per l’istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale) e successive modifiche e integrazioni. All’interno del Parco Regionale, con Legge Regionale 1 dicembre 2003, n. 23, è stato individuata l’area a Parco naturale, soggetta alla disciplina di cui alla Legge 394/91. Il Piano delimita il territorio del Parco individuandone il perimetro, con le modifiche, rispetto al perimetro approvato con la L.r. 79/1983, necessarie per il migliore assetto del Parco stesso; inoltre individua e propone le aree a Riserva Naturale e le aree a Parco Naturale. La disciplina di tali aree ha valore ed effetti di Piano Territoriale Regionale ai sensi dell’art. 16 della L.r. 86/1983 e successive modifiche e integrazioni. Sembra inoltre importante sottolineare che tutte le disposizioni sono immediatamente vincolanti ai sensi dell’art. 18, comma quarto della L.r. 86/1983: pertanto i Comuni adeguano entro due anni dalla entrata in vigore del Piano, approvato con Deliberazione della Giunta Regionale in data 29 ottobre 2001 - n. 7/6632, i rispettivi strumenti urbanistici generali alle previsioni del PTC del Parco. Gli strumenti attuativi del Piano sono rappresentati da: • Piani di attuazione per settori funzionali (corpi idrici e acque, zone umide e torbiere, conservazione e gestione della fauna selvatica, attività piscatoria, gestione del bosco, attività agro-silvo-pastorale, attività agricola di fondovalle, usi civici, agriturismo, turismo, aree sciabili, tutela storico-monumentale, ritrovamenti archeologici e testimonianze della I guerra mondiale, edificato esterno alle zone di interesse antropico, recinzioni, campeggi, viabilità, parcheggi, piste e sentieri, prevenzione incendi, zone a vincolo idrogeologico e a rischio geologico, cave e discariche, impianti tecnici e adeguamenti infrastrutturali); • Piano di Gestione (ha validità triennale ed è articolato in piani attuativi annuali) • regolamenti di esecuzione • interventi di iniziativa pubblica dell’Ente gestore e dei Comuni • interventi convenzionati • pareri obbligatori • autorizzazioni, concessioni, denunce All’interno del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Regionale dell’Adamello sono inoltre individuate le Norme di Comportamento, suddivise in diversi articoli: Prescrizioni generali, Transito con mezzi motorizzati e sorvolo aereo, Transito equestre e ciclistico, Raccolta di flora spontanea e di frutti epigei, Tutela della fauna minore, Raccolta di minerali e fossili. L’apparato cartografico è rappresentato da una Planimetria generale dell’area del Parco, costituita da ventisei fogli in scala 1:10.000. La gestione del Parco è affidata alla Comunità Montana di Valle Camonica. Piano del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro (Angolo Terme e Darfo Boario Terme) Il Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro è stato riconosciuto con la deliberazione della Giunta Regionale del 27 aprile 2000, n. 6/49730. Successivamente l’Amministrazione Provinciale di Brescia, con propria deliberazione del 22 luglio 2003, n. 305, perimetra definitivamente l’area interessata al Parco, che insiste sul territorio dei Comuni di Angolo Terme e di Darfo Boario Terme. I due Comuni interessati hanno aderito al progetto del Parco con apposite deliberazioni dei rispettivi organi. Il Parco, nel sistema territoriale di Valle Camonica, nasce dalla volontà di valorizzare e tutelare l’ambiente nel rispetto delle politiche dell’assetto territoriale già esistenti ed è uno strumento valido per innescare un processo di sviluppo locale che valorizzi l’uso sostenibile delle risorse culturali e turistiche presenti nell’area. 97 L’obiettivo primario del Parco è quello di predisporre un sistema territoriale di riferimento, le cui linee di sviluppo rappresentano il giusto coordinamento politico e territoriale tra le amministrazioni coinvolte, in stretta collaborazione con tutti gli enti comprensoriali di zona. A tale proposito è stata approvata dai rispettivi Consigli Comunali (deliberazioni n. 77 del 16 dicembre 2002 per Darfo Boario Terme e n. 8 del 3 marzo 2003 per Angolo Terme) una Convenzione che ha come scopo principale l’organizzazione territoriale del Parco e la gestione congiunta dell’attività amministrativa, tecnica, manutentiva, di salvaguardia e di vigilanza dell’area protetta. La Convenzione prevede l’individuazione di un Ente Gestore del Parco, determinato dal Comitato di Coordinamento dei Sindaci, che si avvale della collaborazione di un Comitato Tecnico Scientifico consultivo. L’organo deliberante dell’Ente Gestore del 98 Parco è il Comitato di Coordinamento formato dai Sindaci o loro delegati; delibera su tutte le attività inerenti il raggiungimento delle finalità della Convenzione. Dal punto di vista politico-gestionale la definizione del Parco consente una cooperazione operativa con il Consorzio dei Laghi d’IseoEndine e Moro, che mette in sinergia le esperienze regionali in materia di laghi. Il Parco per la sua peculiarità ambientale consente di strutturare un sistema di fruibilità turistica in cui le potenzialità attrattive sono costituite dalle risorse naturali e archeologiche presenti, quali sono per esempio le incisioni rupestri del Parco di Luine. Il processo di sviluppo locale si configura anche nella capacità di inserire l’intero Parco in un ben preciso circuito turistico, dove il paesaggio e gli elementi di forte naturalità ne rappresentano i fattori primari per la sua promozione. PARTE SECONDA Il Sistema Informativo Territoriale 6. ANALISI DEL PATRIMONIO CULTURALE 6.1 Beni culturali, musei, ambiente, archeologia, arte, storia, edifici Nell’ambito del “Progetto delle conoscenze del Sito”, è importante evidenziare che la Valle Camonica possiede un ricco patrimonio storico e culturale di immenso valore e assai articolato. Percorsa dal fiume Oglio, è la più vasta delle valli bresciane e, oltre all’arte rupestre, raccoglie importanti testimonianze di carattere storico, archeologico ed artistico, quali i siti archeologici di Cividate Camuno e Breno, testimonianze di rilievo della civiltà romana (ROSSI F., La media Valcamonica romana, in MARIOTTI V. 2004, Il teatro e l’anfiteatro di Cividate Camuno, Firenze), e Capo di Ponte, polo dell’arte rupestre, con gli innumerevoli altri siti dislocati dalla Bassa Valle (ad esempio, Luine di Darfo Boario Terme) alla Media, all’Alta, i vari castelli medievali, gli edifici religiosi, i centri storici (VIAZZI L. 1979, Storia illustrata della Valcamonica, Torino; AA.VV. 1990, Conoscere la Valle Camonica, a cura della Comunità Montana di Valle Camonica, edit. De Agostini, Novara) e le testimonianze della prima Guerra Mondiale (BELOTTI W. 2004, La guerra bianca: il suo territorio, le sue genti, vol. I, Dallo Stelvio al Garda, Breno/Brescia). Di un certo rilievo sono poi le testimonianze dell’attività mineraria per lo sfruttamento degli affioramenti di siderite e calcopirite, conosciuti e coltivati dalla preistoria e protostoria (ad esempio, la miniera di Bienno-Campolongo: ANCEL et alii 2000) fino ad età moderna (MACULOTTI G. 1988, I signori del ferro: attività protoindustriali nella Valle Camonica dell’Ottocento, Breno; BONTEMPI F. 1989, Economia del ferro: miniere, forni e fucine in Valle Camonica dal XV al XIX secolo, Breno; FRANZONI O., SGABUSSI G.C. 1999, Le miniere della Valle Camonica. Fonti e territorio, Breno; Iidem 2000, La sorgente dei metalli. Le miniere di Valle Camonica tra Otto e Novecento, Breno). Si ricorda tra l’altro che le officine siderurgiche della Bassa Valle erano strettamente legate, per quanto concerne l’approvvigionamento della materia prima, alle miniere della vicina Valle di Scalve. Nell’Alta Valle Camonica, a Malonno, si conserva un antico forno fusorio, risalente all’incirca al XVI sec.: è uno dei più importanti documenti di archeologia industriale in area camuna e rappresenta una testimonianza tangibile di quell’«economia del ferro» che, tra il XVI e il XIX secolo, rivestì un ruolo di primo piano per la gente della Valle. Da segnalare che di recente (2005) è stata avviata dal Comune di Sellero la valorizzazione di alcuni siti minerari, per i quali è prevista la realizzazione di un Parco minerario in località Carona, contigua al Parco Comunale di Arte Rupestre. Ancor viva è la tradizione dei mulini ad acqua, con macine in pietra locale utilizzate per la produzione di farine, documentati fin dal Medioevo in tutta la Valle, da Pisogne a Ponte di Legno. Per epoche più recenti sembra utile ricordare alcuni esempi di archeologia industriale, come le storiche centrali elettriche dismesse di Cedegolo (già aperta al pubblico) e della frazione di Isola, nel comune di Cevo: nell’ambito del recupero di queste testimonianze si segnala che il Comune di Sonico si sta attivando per consentire l’apertura al pubblico della Centrale Edison di Sonico. 99 Archeologia In Valle Camonica, oltre all’arte rupestre che costituisce il Bene peculiare della Valle e che è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (contrassegnato dai Parchi elencati nel presente Piano di Gestione, Parte prima - Il Quadro di Riferimento Generale del Piano, Identificazione degli ambiti territoriali, Ambito territoriale iscritto), sono presenti altre importanti testimonianze archeologiche, eccezionalmente conservatesi, che documentano la frequentazione dell’area in epoca romana (Fig. 111). Per la civiltà romana è riconosciuta come polo particolarmente importante, per l’eccezionale qualità e conservazione dei resti archeologici, l’area di Cividate Camuno dove ha sede il Museo Nazionale della Valcamonica, dedicato alla civiltà romana (Fig. 112), e dove sono valorizzate o in corso di valorizzazione due aree archeologiche: • il Parco Archeologico del Teatro e dell’Anfiteatro romano di Cividate Camuno (aperto nel 2003 a seguito di un Accordo di Programma tra la Regione Lombardia, il Mini- stero per i Beni e le Attività Culturali ed il Comune di Cividate Camuno, approvato il 9 febbraio 2005) (Fig. 113); • il Parco Archeologico del Santuario di Minerva di Breno (in allestimento, apertura prevista nel 2005-2006). Denominazione Tipologia Proprietà Museo Archeologico Cividate Camuno Nazionale della Valle Camonica Archeologico Statale Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica Capo di Ponte Archeologico Statale (in corso di realizzazione, apertura prevista per il 2008) Museo Etnografico del ferro, delle arti e delle tradizioni popolari Bienno Etnografico Civico (riconosciuto come Museo dalla D.G.R. 5 novembre 2004, n. 7/19262) Mulino Museo Bienno Etnoantropologico Privato Museo Etnografico Ossimo Etnografico Privato Museo ’L Zuf Vione Etnografico Civico Museo Parrocchiale d’arte sacra Ponte di Legno Artistico Privato (ecclesiastico) Museo della Guerra Bianca in Adamello Temù Storico Privato (riconosciuto come Raccolta Museale dalla D.G.R. 5 novembre 2004, n. 7/19262) Museo Civico Camuno Breno Composito Civico (riconoscimento rinviato alla conclusione dei lavori di ristrutturazione; rif. dalla D.G.R. 5 novembre 2004, n. 7/19262) 100 Comune Inoltre nel maggio 2005 è stato inaugurato il Parco Archeologico di Anvòia a Ossimo (Fig. 44), per la valorizzazione di un sito archeologico cerimoniale dell’età del Rame indagato tra 1988 e 2003 con uno scavo condotto dall’Università “Federico II” di Napoli su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Sul sito sono posizionati calchi di alcuni dei monoliti istoriati ivi rinvenuti. Musei Tra i musei presenti in Valle Camonica è possibile distinguere tra musei che raccolgono testimonianze archeologiche relative all’intera Valle e musei a carattere locale, soprattutto etnografici, strettamente legati alle tradizioni del territorio. Elenco dei Musei per tipologia: Denominazione Comune Tipologia Proprietà Museo d’auto e moto d’epoca “Nostalgia Club” Breno Specializzato Privato Museo “Le fudine” Malegno Specializzato Civico Mostra permanente “Camillo Golgi” Corteno Golgi Specializzato Privato Museo “Beato Innocenzo” Berzo Inferiore Casa-museo Privato Fig. 111. Cartina con i Parchi e i Musei archeologici della Valle Camonica. 101 Fig. 112. Cividate Camuno (BS), Museo Nazionale della Valcamonica. Fig. 113. Cividate Camuno (BS), Parco Archeologico del Teatro e dell’Anfiteatro Romano. Tra i Musei civici o privati della Valle Camonica (esclusi pertanto i Musei Nazionali) solo il Museo Etnografico del ferro, delle arti e delle tradizioni popolari di Bienno è stato riconosciuto provvisoriamente come Museo con Deliberazione della Giunta Regionale del 5 no102 vembre 2004, n. 7/19262; la medesima Deliberazione ha anche conferito il riconoscimento di Raccolta Museale al Museo della Guerra Bianca in Adamello a Temù. Non è stata accolta la candidatura della Collezione del Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte, perché non presentava le “caratteristiche peculiari di un istituto museale”. Infatti le collezioni temporaneamente in studio presso il centro sono destinate, via via, a conclusione dello studio, ad essere esposte nei musei di pertinenza. Sembra importante ricordare il progetto di realizzazione del Museo dell’Energia Idroelettrica di Valle Camonica a Cedegolo, che prevede il recupero della Centrale e del sito per creare un Polo Museale sul modello degli Science Center. Alla base di questa iniziativa, che vedrà la sua conclusione nel 2008, c’è la volontà di conservare un edificio storico dell’industria idroelettrica lombarda per farne un Centro di diffusione della cultura scientifica, fornire al grande pubblico conoscenze sulla produzione di energie e sulle problematiche connesse e, infine, conservare e valorizzare la memoria del lavoro in ambiente montano. Si segnalano anche, all’interno delle aree a Parco del sito Arte Rupestre (Figg. 114-115): Denominazione Comune Tipologia Proprietà Museo Didattico della Riserva Naturale Incisioni Rupestri Ceto, Cimbergo e Paspardo Ceto, loc. Nadro Archeologico Pubblico (riconosciuto come Museo dalla D.G.R. 5 novembre 2004, n. 7/19262). Lo stabile è di proprietà del Comune di Ceto (50%) e del Consorzio (50%). Antiquarium del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri Capo di Ponte, loc. Naquane Archeologico Statale Suddivisione dei Musei della Valle Camonica per tipologia della proprietà: Musei statali Musei civici Musei privati Totale Musei 3 5 7 15 Dalla tabella si evince una considerevole componente di iniziativa privata, indice del forte interesse della comunità valliva per la salvaguardia e la conservazione delle tradizioni locali. Suddivisione dei Musei della Valle Camonica per tipologia delle collezioni: Archeologico Artistico Casa-museo Composito Etnografico Specializzato Storico 4 1 1 1 4 3 1 Si ricordano infine strutture private che, per il loro carattere eminentemente didattico e per l’assenza al loro interno di collezioni di materiale archeologico, non possono rientrare nella lista dei musei sopra proposta, sebbene svolgano attività divulgativa, rivolta soprattutto alle scolaresche, da considerare in certo senso complementare alla visita ai siti e ai Musei; alle due dedicate all’archeologia sperimentale, di recente si è aggiunto un terzo centro didattico sui temi ambientali, come di seguito elencato: Edifici di interesse storico, artistico e architettonico Nell’ambito del ricco patrimonio che vanta oltre duecento strutture (All. 6, Elenco del Patrimonio storico artistico diffuso), di grande pregio, sia per il valore architettonico sia per le opere d’arte che ospitano, si distinguono alcuni edifici di carattere religioso, ad esempio: • l’oratorio dei Disciplini a Montecchio di Darfo Boario Terme (secc. XIV-XV) • la chiesa di S. Maria Assunta di Esine (sec. XV) Denominazione Comune Tipologia Proprietà Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica e Archeodromo Capo di Ponte, loc. Cemmo Didattico Privato Archeopark Darfo Boario Terme Didattico Privato Graffiti Park Capo di Ponte Didattico Privato 103 Figg. 114-115. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte (Naquane, BS). L’Antiquarium. 104 Fig. 116. Capo di Ponte (BS). Il monastero di S. Salvatore (sec. XI). • la chiesa di S. Maria Annunciata a Bienno (secc. XV-XVI) • la chiesa di S. Maria della Neve a Pisogne (sec. XVI) • la chiesa di S. Antonio a Breno (secc. XIVXVI) • il monastero di S. Salvatore a Capo di Ponte (sec. XI) (Fig. 116) • la pieve di S. Siro a Capo di Ponte (sec. XI) (Fig. 117) Grande interesse storico rivestono anche le vestigia di alcuni castelli medievali: • il Castello di Gorzone (Darfo Boario Terme) • il Castello di Breno • il Castello di Lozio • il Castello di Cimbergo Inoltre molti comuni della Valle conservano nuclei storici che ricalcano perfettamente gli impianti urbanistici ed architettonici di epoca medievale. Ambiente Le aree naturali protette, che rappresentano un’altra importante risorsa ambientale e turistica della Valle Camonica, comprendono diverse realtà: Fig. 117. Capo di Ponte (BS). La pieve di S. Siro (sec. XI). 105 • la Riserva Naturale Regionale del Giovetto a Borno (675 ha) • il Parco di Interesse Sovracomunale del Lago Moro ad Angolo terme e Darfo Boario Terme (430 ha) • il Parco di Interesse Sovracomunale del Barberino a Cividate Camuno (106 ha) • il Parco Regionale dell’Adamello (51.000 ha) (Figg. 118-119) • la Riserva Naturale Regionale delle Valli di S. Antonio a Corteno Golgi (256 ha) • il Parco Nazionale dello Stelvio (134.620 ha) Si osserva che la Riserva Naturale del Giovetto si estende in parte anche nella provincia di Bergamo; la parte lombarda del Parco Nazionale dello Stelvio, compresa nelle province di Sondrio e Brescia, ha un’estensione di 60.126 ettari (la restante parte si sviluppa nel TrentinoAlto Adige). Fig. 118. Il Lago d’Arno dal Passo di Campo, m. 2288 slm (da V. MARTINELLI, Adamello. Il tempo dei pionieri, Bolzano, 1992, p. 123). Altre risorse legate all’ambiente sono costituite dagli Osservatori, tra i quali si segnalano l’Osservatorio Eco-Faunistico Alpino dell’Aprica e l’Osservatorio Faunistico al Rifugio Baitone, nel massiccio dell’Adamello (comune di Sonico). Inoltre si ricorda che all’Orto Botanico di Paisco, l’unico finora allestito in Valle, si dovrebbe a medio termine aggiungere l’Orto Botanico progettato ad Angolo Terme, all’interno del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro. Da tutto il quadro sopra delineato emerge che attualmente non esistono in Valle forme diffuse di gestione in rete dei suddetti beni e di integrazione di risorse, attività ed esperienze. Nel Piano di Sviluppo Socio Economico della Comunità Montana di Valle Camonica, 2001 (Volume I, pag. 76), viene citato il Sistema Museale della Valle Camonica, con il Museo Camuno di Breno come punto di riferimento: ad oggi però il Museo di Breno è in fase di riallestimento per il trasferimento in una nuova sede più adeguata e pertanto ha sospeso da alcuni anni le sue attività. La stessa procedura di riconoscimento del Museo (Deliberazione Giunta Regionale del 20 dicembre 2002, n. 11643 “Criteri e linee 106 Fig. 119. Baita presso “La Todesca” (da V. MARTINELLI, Adamello. Il tempo dei pionieri, Bolzano, 1992, p. 203). guida per il riconoscimento dei musei e delle raccolte museali in Lombardia, nonché linee guida sui profili professionali degli operatori dei musei e delle raccolte museali in Lombardia, ai sensi della L.r. 5 gennaio 2000, n. 1, comma 130-131”) è stata rinviata al completamento dei lavori e all’avvio del servizio secondo i nuovi indirizzi nazionali e regionali come indicato nella Deliberazione della Giunta Regionale del 5 novembre 2004, n. 7/19262. Attualmente (2005) non è stato ancora definito il Sistema Museale della Valle Camonica, previsto dalla vigente normativa regionale. 6.2 Cultura materiale: artigianato, prodotti tipici, risorse naturali La Valle Camonica vanta una lunga storia, testimoniata direttamente dall’iconografia rupestre, di utilizzo e sfruttamento delle risorse del territorio, che hanno consolidato attività produttive, usi, modalità organizzative del lavoro e della vita particolarmente significativi e ancora oggi documentati in un ricco patrimonio di siti industriali, tradizioni, prodotti tipici. La lavorazione del ferro (Figg. 120-121), tuttora praticata soprattutto nella Media Valle (si ricordino le fucine-museo di Bienno) ha segnato per secoli non solo l’economia ma il paesaggio stesso della Valle Camonica: si tratta di una attività millenaria praticata già nella protostoria e sviluppata in seguito dai Romani. Le miniere, i forni, le fucine, le industrie siderurgiche erano distribuite, prima delle gravi crisi produttive degli anni ’80 e ’90 del XX secolo che hanno notevolmente ridimensionato il peso economico e sociale del comparto, lungo tutto il corso della Valle, e rappresentavano la produzione principale (e di interesse persino internazionale) dell’intero territorio camuno. Oggi la tradizione dei magli è particolarmente documentata nel bellissimo borgo di Bienno (Fig. 122), dove sono state allestite varie fucinemuseo, fino a poco tempo fa ancora produttive. Importante a tale proposito anche lo sforzo di valorizzazione della tradizione mineraria in corso a Sellero, con l’allestimento di specifici siti e percorsi. La lavorazione della pietra, come quella del legno (documentata da prodotti di alto livello artistico tra il XV ed il XVIII secolo), sembra sostanziare la storia stessa di questa Valle, dalla preistoria ai giorni nostri, ed è evidente senza dubbio in alcune ferite inferte al territorio, ma anche nella qualità degli edificati, delle opere monumentali, nel pregiato lavoro artistico reso possibile dalla presenza di queste produzioni (Fig. 123). Le cave di marmo di Vezza d’Oglio (già in uso in età romana) si affiancavano ai forni per la produzione di calce – calchère – particolarmente attivi nell’area della Concarena, alle varie cave di pietra distribuite sul territorio, fornendo un reticolo di attività imprenditoriali significative anche se non preponderanti. Oggi la lavorazione della pietra e del Figg. 120-121. La lavorazione del ferro: catenacci con piastra lavorata e inferriata (da W. BELOTTI, I segni dell’Uomo. Alla scoperta dell’architettura rurale nelle valli camune del Parco Nazionale dello Stelvio, Breno-BS, 2005, pp. 119, 127). 107 legno è ricondotta in Valle Camonica soprattutto al livello artigianale, anche di artigianato artistico, ed è valorizzata da specifiche forme associative. L’industria idroelettrica è un altro significativo segmento della produzione locale, a supporto dello sviluppo siderurgico un tempo e ora autonoma e significativa risorsa produttiva. Le centrali di Sellero e Edolo rivestono una valenza nazionale e sono sostenute da un vastissimo circuito di canali, dighe, bacini artificiali che hanno profondamente mutato il paesaggio naturale, soprattutto in quota. La centrale di Edolo è oggi visitabile da parte del pubblico che può disporre di visite guidate ad una delle centrali sotterranee più grandi e rilevanti d’Europa. Parimenti tutta la tradizione del lavoro idroelettrico verrà raccolta e sintetizzata nel nuovo Museo dell’Industria Idroelettrica in fase di realizzazione nella ex “Centrale Bresciana” alle porte di Cedegolo, nell’ambito del Museo provinciale dell’Industria e del Lavoro intitolato ad E. Battisti. Sicuramente la lavorazione della terra e Fig. 122. Bienno (BS), maglio storico. Fig. 123. La lavorazione del legno. Scala di accesso e ballatoio in legno finemente lavorata (da W. BELOTTI, I segni dell’Uomo. Alla scoperta dell’architettura rurale nelle valli camune del Parco Nazionale dello Stelvio, Breno-BS, 2005, p. 75). 108 l’allevamento degli animali hanno rappresentato per millenni, insieme alla caccia, il contesto fondamentale e quasi esclusivo dell’economia camuna, fonti uniche di sussistenza per le popolazioni locali (Figg. 124-127). Per certi versi oggi, soprattutto dopo la crisi dell’industria siderurgica, si assiste ad un nuovo graduale ritorno all’agricoltura, temperato da un approccio più scientifico, meno improvvisato, più appropriato alle caratteristiche del territorio, volto a valorizzare le risorse specifiche e le valenze tradizionali della Valle. Numerosi enti e sodalizi locali sono da tempo impegnati non solo in un’opera di valorizzazione dei prodotti ma anche di recupero delle tradizioni e delle varietà tipiche di questo territorio. Vale la pena insistere su questo, e presentare anche solo una parte della vasta serie di prodotti agroalimentari oggi riscoperti. I prodotti tipici enogastronomici sono infatti una grande risorsa, in quanto espressione immediata, tangibile e quotidiana della cultura di una comunità e documentazione storica di attività, usi, costumi e tradizioni strettamente legati alla geografia ed alla morfologia del Figg. 124-127. L’economia d’allevamento e pastorale: malga, prodotti caseari ed enogastronomici; capre bionde dell’Adamello. territorio. Nel caso della Valle Camonica, essi sono autentica e spesso ben conservata memoria di gesti e ritualità legati all’agricoltura ed alle attività lavorative come la pastorizia e la silvicoltura. I prodotti lattiero-caseari sono sicuramente i più rappresentativi in termini quantitativi, ottenuti sia con solo latte bovino sia con solo latte caprino, oppure misti fra loro in percentuali diverse. Tra questi prodotti possiamo annoverare il formaggio Silter per il quale è in corso la richiesta di riconoscimento della certificazione DOP (Denominazione di Origine Protetta), che è un formaggio semi-duro, semi-grasso, ottenuto con solo latte di vacca, scremato per affioramento, che può essere consumato tenero dopo circa 100 giorni di stagionatura, oppure grattugiato dopo più di un anno di stagionatura. La Formagella è un formaggio tenero, gras109 so, ottenuto con latte intero di vacca, pronto al consumo dopo 15/20 giorni di stagionatura, dalla forma cilindrica e dal peso medio di 1-2 kg. Ne viene prodotta, in particolare dal Consorzio CISSVA (Caseificio Sociale di Valle Camonica e del Sebino) di Capo di Ponte, anche una forma a “rosa camuna”, così denominata, che richiama originalmente il patrimonio culturale della Valle e che per questo si è imposta con maggior facilità sul mercato. Il Casolet dell’Adamello è un formaggio tenero, semi-grasso ottenuto con latte vaccino scremato per affioramento, pronto al consumo dopo 15/20 giorni di stagionatura e dalle caratteristica forma triangolare. Numerosi sono i formaggi di capra, il più particolare dei quali è il Fatulì, ottenuto con latte di capra della razza autoctona “Bionda dell’Adamello” (Fig. 127), tutelata da una specifica Associazione di produttori. Il fatulì viene fatto affumicare su grigliati posti nelle cappe dei camini bruciando oltre alla legna anche rami verdi di ginepro. Le molteplici varietà di “casoncelli” rappresentano un primo piatto della tradizione camuna: le ricette sono tramandate di generazione in generazione con nomi ed ingredienti diversi per ciascun paese. Da segnalare i caicc di Breno, i casunsei di Ono San Pietro e Lozio, i cadonhei della Bassa Valle e i calsù dell’Alta Valle, ripieni di cotechino e patate. Particolarissimi i calsuncei di Monno, dall’insolita forma a barchetta ripieni di Spec, che non è il salume trentino ma un farina abbrustolita nel burro ricchissima di proteine. Tra i prodotti a base di carne, vanno ricordati la Salsiccia di castrato, prodotta in special modo a Breno da carne di castrato ovino impastata con spezie e con brodo ottenuto dalla bollitura delle ossa. Con la carne di capra vengono prodotte inoltre delle salsicce e la Berna, ottenuta essiccando la carne al sole. Altro prodotto tipico ed unico della Valle Camonica è senza dubbio il cuz, caratteristico di Corteno Golgi, in Alta Valle, ottenuto con carni di ovino adulto cotte a lungo in recipienti di rame. Si consuma con polenta soda e mascherpa, una ricotta di capra affumicata. Si tratta di una vera curiosità di storia gastronomica di probabile origine ungherese. Il vino è da secoli un prodotto tipico del territorio camuno, anche se in questi ultimi 110 decenni la coltivazione ha subito un forte declino. La Comunità Montana di Valle Camonica, con gli altri enti territoriali, ha lavorato per incentivare la coltivazione di qualità, soprattutto tra i giovani, e ha operato per l’ottenimento, nell’anno 2003, della certificazione IGT (Indicazione Geografica Tipica) del vino prodotto in Valle. Uno specifico Consorzio di produttori vitivinicoli sostiene l’opera di valorizzazione delle produzioni e si sta attivando per la gestione di una cantina sociale. Alla produzione del vino si affianca anche quella dei distillati: le grappe (classiche o aromatizzate con bacche e frutti di bosco) gli amari e gli infusi alcolici, prodotti con erbe di alta montagna. La castagna, detta in Valle “la farina dei poveri”, è presente da sempre nell’economia, nell’alimentazione e nella cucina locali. Un apposito Consorzio è attivo per la sua valorizzazione mediante la produzione di derivati della castagna, di distillati, di dolci e di biscotti particolarmente apprezzati dal mercato. Infine un particolare valore di nicchia hanno in Valle Camonica le produzioni di miele, frutti, piccoli frutti, erbe e tisane, risultato di numerosi studi, progetti e sperimentazioni in campo che stanno dando oggi alcuni significativi, seppur ancora parziali, risultati. Ma tra le attività tipiche sedimentate nell’economia della Valle Camonica vanno ricordate anche quelle termali, legate un tempo a svariate località (Ponte di Legno, Prestine, Angolo Terme) ed oggi sostanzialmente da ricondursi all’insediamento industriale di Darfo Boario Terme, centro termale di primaria importanza, la cui acqua è rinomata per gli effetti curativi e depurativi, ampiamente usata anche da Alessandro Manzoni. Il termalismo non è l’unica attività presente in Valle Camonica dal particolare risvolto turistico e ricettivo. Altre numerose località hanno infatti strutturato una capacità specifica di promuovere le risorse del proprio territorio: l’Alta Valle Camonica è sicuramente l’esempio più significativo di una proposta incentrata sul turismo invernale e della neve. Il turismo culturale invece è fenomeno più recente, ma assume particolare rilievo soprattutto alla luce delle potenzialità che esprime per una valorizzazione complessiva dell’immenso patrimonio storico, artistico, naturale del territorio camuno. Segue una tabella riassuntiva, tratta e rielaborata dal Piano di Sviluppo Socio Economico, Volume I, Comunità Montana di Valle Camonica, 2001, pagg. 90-95, con i Progetti a valenza co- munitaria relativi alla promozione ed allo sviluppo dell’artigianato, dei prodotti tipici e delle risorse naturali. Si tratta di progetti realizzati tra il 2002 ed il 2003: Tabella tratta da: Piano di Sviluppo Socio Economico della Comunità Montana di Valle Camonica, 2001. Progetto Aiuto innovativo agli investimenti nell’artigianato per valorizzare le risorse locali Descrizione L’intervento ha consentito di finanziare 12 artigiani della Valle, nelle tipologie di lavoro tradizionali (ferro, legno, pietra), attraverso l’acquisto di macchinari, adeguamento degli impianti, arredi ed opere edili connesse alla realizzazione degli spazi espositivi. Costi Competenza L. 1.500.257.919 (F.E.S.R.). Cofinanziamento privati del 30%. Gruppo di Azione Locale (GAL) Promozione dei prodotti locali Realizzazione di eventi promozionali e formativi rivolti agli operatori del settore per incentivare il consumo dei prodotti locali, attraverso l’organizzazione di corsi volti ad una conoscenza approfondita dei nostri prodotti e l’organizzazione di manifestazioni eno-gastronomiche fuori dalla Valle per ampliare l’area di promozione e conoscenza dei prodotti. L. 500.000.000 (FEAOG/O). Cofinanziamento enti del 50% Comunità Montana di Valle Camonica Recupero e valorizzazione delle risorse naturali nella Valle dell’Allione Realizzazione di un Giardino Botanico, con annesso laboratorio didattico, alla periferia del centro abitato di Paisco Loveno, lungo la strada statale n. 294 del Passo del Vivione. Il Giardino sarà una fedele riproduzione, in miniatura, del paesaggio naturale della Valle, con tutte le caratteristiche tipiche delle stazioni del piano montano e nivale. L. 240.000.000 (FEAOG/O). Cofinanziamento enti del 80% Gruppo di Azione Locale (GAL) Recupero e valorizzazione delle risorse naturali (nel Parco dell’Adamello) Realizzazione di due osservatori faunistici nel Parco dell’Adamello, ristrutturazione del fabbricato “Malga Aviolo” e ripristino di alcuni tratti del sentiero ad esso adducente (Comune di Edolo) per adibirlo ad osservatorio faunistico. Realizzazione di materiale promozionale-divulgativo. L. 650.000.000 (FEAOG/O). Cofinanziamento enti del 50% Comunità Montana di Valle Camonica Metodi innovativi di inserimento professionale Corso di preparazione per addetti e nuovi operatori sull’accoglienza. Corso di preparazione per addetti e nuovi operatori su menù alpini e sulla cucina camuna. Corso di avviamento alla conoscenza dei materiali, delle tecniche, dei design ed alle nuove tendenze dell’arredamento in ferro, pietra e legno. L. 229.244.110 (FSE). Cofinanziamento enti del 20% Gruppo di Azione Locale (GAL) 111 Progetto Descrizione Costi Competenza Interventi di manutenzione territoriale diffusa Interventi di manutenzione delle opere idrauliche esistenti; gli interventi di ripulitura e risagomatura degli alvei fluviali, le opere di sistemazione forestale e le opere di sistemazione della viabilità minore. I comuni interessati sono quelli di Cevo, Corteno Golgi, Edolo, Incudine, Niardo, Saviore dell’Adamello, Sonico, Vezza d’Oglio. L. 4.599.000.000 (Regione Lombardia, legge 102/90, “Valtellina”) Comunità Montana di Valle Camonica Sistema produttivo. Area agro-zootecnica Realizzazione di un centro servizi in comune di Edolo per la promozione commerciale di prodotti agricoli tipici locali. L. 4.629.463.841 di cui L. 2.700.000.000 a carico della legge 102/90 Comunità Montana di Valle Camonica Sistema produttivo. Area forestale Miglioramenti boschivi, sistemazione della viabilità forestale, sistemazione dei tracciati esistenti nei comuni di Cevo, Corteno Golgi, Edolo, Incudine, Niardo, Saviore dell’Adamello, Sonico, Vezza d’Oglio. L. 4.000.000.000 (Regione Lombardia, legge 102/90, “Valtellina”) Comunità Montana di Valle Camonica Sistema insediativo ambientale. Attuazione e gestione dei parchi regionali ed interventi di tutela ambientale Realizzazione del Programma degli interventi del Parco dell’Adamello: • centro di educazione ambientale in val Saviore: acquisto di immobile a Cevo • recupero ed attrezzatura di sentieristica e viabilità minore • riqualificazione di aree di importanza didattica • acquisto di immobile in quota • realizzazione di una serra per la produzione di flora locale e installazione di una Stazione Meteorologica L. 2.525.000.000 (Regione Lombardia, legge 102/90, “Valtellina”) Comunità Montana di Valle Camonica Sistema insediativo ambientale. Attuazione e gestione dei parchi regionali ed interventi di tutela ambientale Realizzazione del Programma degli interventi del Parco dell’Adamello: miglioramento delle aree attrezzate completamento delle sede decentrata del Parco di Vezza L. 625.000.000 (Regione Lombardia, legge 102/90, “Valtellina”) Comunità Montana di Valle Camonica L. 1.350.000.000 (Regione Lombardia, legge 102/90, “Valtellina”) Comunità Montana di Valle Camonica Sistema insediativo Realizzazione del Programma degli ambientale. interventi del Parco dell’Adamello: Attuazione e • allestimento delle strutture ricettive gestione dei parchi nell’area Sonico-Edolo. Realizzazione regionali ed di un campeggio e di un centro interventi di tutela informativo Realizzazione di un ambientale castagneto dimostrativo e di un vivaio delle varietà castanili locali. Recupero delle attrezzature della sentieristica e viabilità storica 112 Progetto Descrizione Costi Competenza Sistema insediativo ambientale. Attuazione e gestione dei parchi regionali ed interventi di tutela ambientale Realizzazione del Programma degli interventi del Parco dell’Adamello: • realizzazione di laboratorio di fitopatologia forestale a Edolo L. 200.000.000 (Regione Lombardia, legge 102/90, “Valtellina”) Comunità Montana di Valle Camonica Studi di mercato prodotti agricoli locali Ricognizione generale sui prodotti agricoli con verifica delle caratteristiche produttive e delle modalità di commercializzazione attraverso notizie bibliografiche e statistiche nonché l’effettuazione di interviste e la compilazione di questionari su campioni dei prodotti. Indicazioni programmatiche in merito alle linee guida ed agli interventi di sostegno e di sviluppo del settore. L. 294.000.000 Leader II Azione 12 Cofinanziamento Comunità Montana di Valle Camonica del 20% Comunità Montana di Valle Camonica Studi di mercato prodotti silvicoli locali Ricognizione generale sulla filiera boscolegno, correlata ad un’analisi del mercato a livello regionale, nazionale ed europeo, con l’obiettivo di fornire alla Comunità Montana di Valle Camonica precise indicazioni in merito alla situazione del mercato, all’evoluzione dello stesso ed agli eventuali interventi strutturali di sostegno. L. 240.000.000 Leader II Azione 13 Cofinanziamento Comunità Montana di Valle Camonica del 20% Comunità Montana di Valle Camonica Assistenza tecnica alla caseificazione Risoluzione delle difficoltà oggettive che gli allevatori hanno nella trasformazione del latte in prodotti con qualità buona e costante nell’arco di tutto l’anno. Progetti obiettivo 5b Comunità Montana di Valle Camonica Gestione degli alpeggi Progetti obiettivo 5b Censimento delle malghe al fine del miglioramento qualitativo del latte, della riduzione dei tempi di lavoro e del miglioramento della qualità di vita dei monticatori. Comunità Montana di Valle Camonica Assistenza tecnica per il miglioramento del settore lattiero Far produrre latte che rientri nei parametri igienico-sanitari stabiliti dalla direttiva CEE 92/46 e aumentare la produttività delle singole bovine mantenendo alta la qualità. Progetti obiettivo 5b Comunità Montana di Valle Camonica Migliorare la resa di caseificazione e la Miglioramento qualità dei formaggi prodotti attraverso della qualità del una serie mirata di interventi latte prodotto per l’attività dei caseifici turnari Progetti obiettivo 5b Comunità Montana di Valle Camonica Progetti obiettivo 5b Comunità Montana di Valle Camonica Tecniche di gestione del patrimonio caprino con particolare riferimento alla trasformazione casearia Fornire un quadro generale del patrimonio caprino e delle tecniche di gestione e di trasformazione oggi impiegate in Val Camonica. 113 6.3 Cultura intangibile La Valle Camonica presenta uno straordinario e ricco patrimonio “intangibile”, trasmesso oralmente per generazioni attraverso credenze, devozioni, pratiche e “saperi” che raccontano un mondo caratterizzato da un inestricabile intreccio tra fisico e meta-fisico, reale e “magico”. Tali testimonianze ci forniscono una chiave di lettura essenziale per comprendere la geografia dell’immaginario e la percezione del territorio “agito”, ma anche le attività economiche, l’etica e la cultura condivise dalle comunità della Valle negli ultimi secoli. Se da un lato la definitiva scomparsa della società contadina e la trasformazione del sostrato economico e sociale della Valle, a partire dal dopoguerra, hanno privato il canale della trasmissione orale della sua funzionalità e della sua stessa ragione d’essere, dall’altro hanno posto nei termini di esigenza diffusa l’urgenza del recupero della “memoria”: recupero che è però per lo più avvenuto in maniera frammentaria, affidato ad appassionati ed eruditi mossi dall’intento di raccogliere le “curiose” tradizioni e le superstizioni folkloriche (Figg. 128-129), più che di condurre una ricerca sistematica e capillare, finalizzata alla creazione di un quadro di insieme coerente e scientificamente utilizzabile. Oggi risulta invece evidente la profonda compenetrazione tra tradizione orale, cultura materiale e documentazione storico-archivistica ed il ruolo essenziale della prima nella ricostruzione della percezione e dell’uso tradizionale del territorio e dei beni culturali in esso contenuti. L’attento studio della cultura intangibile si presenta così come uno strumento unico ed indispensabile per integrare, verificare e capire le conoscenze provenienti dalla ricerca storico-archeologica. La possibilità di tale ricostruzione è però oggi affidata a pochi informatori, depositari del sapere ereditato dai genitori ma non più ritrasmesso alle generazioni successive, informatori che rappresentano una parte non cospicua della popolazione della Valle e che, per ragioni anagrafiche, sono in rapida diminuzione, rendendo quanto mai urgente l’avvio di una sistematica raccolta finalizzata alla conservazione di un’enorme mole di dati e conoscenze, altrimenti destinata alla definitiva scomparsa. Un archivio digitalizzato di interviste (oltre 114 200 ore di registrazione) per la raccolta del materiale folkloristico e della cultura orale (bote, credenze e tradizioni, pratiche simbolico-rituali) è conservato presso il Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali (CRAAC), fondato nel 2003 da un gruppo di ricercatori con diverse esperienze di studio e specializzazioni (archeologia, storia, antropologia, archivistica). Eventi, produzione culturale, usi e costumi La promozione della cultura locale in Valle Camonica passa anche attraverso numerose iniziative sui diversi aspetti culturali, sulla tradizione dei mestieri e su quella etnografica che, nel corso dell’anno, attirano l’attenzione dei turisti e della popolazione locale (una elencazione delle principali manifestazioni è offerta nell’Analisi delle Risorse, infra, 7.3, p. 150). Particolare importanza all’interno di questo tema riveste l’organizzazione, da parte dei Comuni e delle Associazioni culturali locali, delle numerose mostre che, nell’arco dell’anno, trattano gli argomenti più diversi, dall’archeologia all’arte, dalla storia alle tradizioni locali. Tra le altre manifestazioni si devono segnalare anche gli eventi musicali (dai concerti di musica classica, contemporanea, leggera ed etnica alle esibizioni dei gruppi musicali bandistici, ai cori), gli eventi teatrali (dai grandi classici alle commedie dialettali) e le manifestazioni letterarie (letture teatrali e poetiche). Di grande richiamo sono anche le manifestazioni sportive, che in tutte le stagioni dell’anno impegnano i valligiani e numerosi turisti in competizioni di livello internazionale. Un capitolo a parte è rappresentato dalle manifestazioni folkloristiche, spesso associate ad iniziative di promozione della cultura enogastronomica, e dalle mostre-mercato, che sempre più, soprattutto nella stagione estiva, attirano in molte località della Valle un gran numero di visitatori e di turisti. 6.4 Stato di conservazione del patrimonio La tutela e la conservazione del patrimonio culturale della Valle rappresentano un obiettivo primario dello Stato Italiano (che opera attraverso le Soprintendenze e le Direzioni regionali) e delle Amministrazioni locali e si Fig. 128. Manifestazione folkloristica. Fig. 129. Rappresentazione della Via Crucis. 115 concretizzano in interventi di varia natura su tutte le tipologie di Beni Culturali presenti sul territorio. In particolare il patrimonio d’arte rupestre, in quanto bene culturale archeologico, è sottoposto alla normativa statale di tutela (D.L.vo del 22 gennaio 2004, n. 42) che attribuisce al Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) ed ai relativi organi periferici (le Soprintendenze per i Beni Archeologici, coordinate dalle Direzioni Regionali) le funzioni di tutela (art. 4, c. 1). Al medesimo Ministero è riservato, ai sensi del D. L.vo sopra citato, art. 88 c. 1, anche lo svolgimento delle ricerche archeologiche (e, in genere, delle opere per il ritrovamento dei beni archeologici), per le quali il MiBAC può avvalersi della collaborazione di altri Soggetti (art. 89, c. 1 del predetto D.L.vo) cui può dare in concessione l’esecuzione delle ricerche. Lo Stato, che opera sul luogo del sito n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” tramite la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (con sede in Milano, Via E. De Amicis, 11), ha competenze specialistiche e relativo personale tecnico-scientifico e tecnico (archeologi, restauratori, architetti, topografi, fotografi, informatici) nei settori della tutela, della ricerca archeologica, della manutenzione e del restauro, della documentazione e della valorizzazione di siti all’aperto e di musei e dispone al suo interno, nelle sedi centrale e locali della Lombardia, di specifici uffici tecnici, di un centro di catalogazione, di laboratorio fotografico, di archivio, di biblioteca specialistica e di laboratorio di restauro (che per il restauro delle rocce con incisioni ha definito le metodiche di intervento e monitoraggio con l’ICRIstituto Centrale del Restauro del MiBAC, avvalendosi anche della collaborazione di Istituti di ricerca nazionali, come indicato infra). Questi servizi sono ubicati presso la sede centrale e il personale tecnico e specialistico ivi impiegato, in collaborazione con quello operante sul territorio, svolge opera di consulenza, interna ed esterna, per i progetti di intervento nel sito UNESCO, fornendo indicazioni agli altri Enti gestori dei Parchi e assumendo la direzione dei lavori specialistici di conservazione/tutela/ricerca archeologica ai sensi della legislazione vigente. L’esecuzione dei lavori è affidata, tramite incarichi, a ditte specializzate che operano sotto la direzione della Soprintendenza. 116 Per la gestione e manutenzione del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, comprensivo dei sette Parchi descritti e degli altri siti non ancora strutturati, diffusi sull’intero areale della Valle, ci si avvale pertanto di personale sia interno alla Pubblica Amministrazione sia esterno, in numero e misura molto diseguale, come si può dedurre dai bilanci degli Enti di Gestione (si veda Parte Seconda, 7. Analisi delle risorse, 7.1 Risorse ordinarie per la conservazione). Ne consegue che mentre lo Stato, per i siti sottoposti alla sua diretta gestione e per gli interventi di sua competenza (nei settori della tutela, della conservazione e del restauro, della ricerca, della catalogazione e della valorizzazione) dispone di personale interno ed esterno in numero adeguato, gli Enti locali gestori dei Parchi ne mancano quasi totalmente disponendo di poche risorse umane per la conservazione del sito, di cui invece curano con grande attenzione la promozione. Tutti i sette parchi attualmente compresi all’interno del sito UNESCO n. 94, già costituiti o in corso di costituzione, oltre ad essere sottoposti alla tutela di legge, sono regolati da specifiche disposizioni amministrative (Regolamento, per i Parchi Nazionali; Delibere Comunali e Delibere Regionali di approvazione dei Piani, per i Parchi Comunali), recepite negli strumenti urbanistici locali (Piani Regolatori Generali e Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia). Inoltre, ai sensi della legislazione di tutela italiana (in vigore fin dagli inizi del XX secolo e quindi di molto precedente al riconoscimento UNESCO), la Soprintendenza per i Beni Archeologici esamina qualsiasi progetto di intervento nel sito del patrimonio mondiale (opere pubbliche, lavori degli Enti locali, interventi di privati), a tutela dei siti archeologici e d’arte rupestre e delle aree considerate a rischio, individuate e cartografate nella Carta archeologica della Lombardia. I. La Provincia di Brescia, a cura di F. Rossi, Modena 1991, via via aggiornata. Presso la sede della Soprintendenza in Milano si trova l’Archivio topografico e documentario dei beni archeologici di tutta la Lombardia: l’Archivio, che comprende in modo continuativo, a partire dal 1909, tutta la documentazione archeologica, dispone, per la Fig. 130. L’ambientazione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e di parte della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri, Capo di Ponte-Ceto (BS). Valle Camonica, della documentazione topografica totale dei siti archeologici della Valle e della relativa storia del ritrovamento e delle ricerche (oltre 2700 foto tra B/N e diapositive, oltre 5000 fotografie digitali e 3700 rilievi grafici, tra rilievi a contatto su polietilene, fogli di restituzione, frottage e copie). Sono confluiti nell’Archivio della Soprintendenza anche l’archivio storico della Soprintendenza alle Antichità del Veneto, della Lombardia e della Venezia tridentina e l’archivio di disegni e foto dell’arte rupestre della Valle Camonica del prof. V. Fusco, già docente di Paletnologia e Paleontologia umana dell’Università degli Studi di Milano. Per quanto riguarda la documentazione figurativa dell’arte rupestre della Valle Camonica la maggior parte della documentazione è conservata presso il Centro Camuno di Studi Preistorici, l’istituzione scientifica, fondata nel 1964, che a partire dalla metà degli anni Cinquanta si è occupata (in modo non esclusivo) della ricerca sull’arte rupestre della Valle Camonica con campagne annuali, autorizzate Fig. 131. Parco pluritematico del “Còren de le Fate”, località Cornèl de l’Aiva (Sonico). dalla competente Soprintendenza ed eseguite in regime di concessione e, più recentemente, dal 1994, di convenzione. A questa Istituzione storica, cui si deve il merito di avere divulgato a livello internazionale la conoscenza dell’arte rupestre della Valle Camonica, e alla sua filiazione Dipartimento per l’arte rupestre della Valle Camonica e di 117 Lombardia si sono affiancati più recentemente altri Soggetti (Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica di Capo di Ponte, dal 1975, e la Cooperativa “Le Orme dell’Uomo”, dal 1992). I gruppi di ricerca sopra elencati hanno a volte svolto, su richiesta degli Enti locali, opera di consulenza e direzione scientifica di Parchi di Enti locali (il CCSP per la Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto Cimbergo e Paspardo, per il Parco di Sellero, per il Parco di Luine; il Museo didattico per il Parco pluritematico di Sonico). 6.4.1 Il patrimonio di arte rupestre. Stato di conservazione e interventi di restauro, documentazione e monitoraggio Le rocce con incisioni sono ubicate in aree prevalentemente boschive, estese in modo diffuso sui versanti destro e sinistro della Valle, fino alle alte quote (Figg. 130-131). Pertanto sono soggette in forte misura ai rischi climatici e ambientali, sia naturali sia antropici (aumento dell’inquinamento, peggioramento della stabilità dei suoli con conseguente accelerazione dei fenomeni erosivi), che creano seri fenomeni di degrado delle superfici rocciose istoriate, con rischio della perdita del bene dichiarato patrimonio mondiale dall’UNESCO se non si procede con interventi tempestivi e qualificati di conservazione. Oltre ai danni causati dalla vegetazione infestante e da muschi e licheni che da sempre crescono nelle fessurazioni e sulla superficie rocciosa, si è accertato l’acutizzarsi, negli ultimi anni (dal 1990 ca.), di fenomeni di degrado biologico, indotto dal forte inquinamento (Figg. 132-133). Il degrado di natura biologica è causato da erbe infestanti e vegetazione varia, da licheni, del tipo foglioso e pulvirulento, da muschi e da alghe, per lo più di tipo cianoficeo (Figg. 134-136). Queste, con il loro reticolo di filamenti, causano nel tempo un’azione disgregante sulla superficie lapidea danneggiando in modo irreversibile le parti nelle quali sono presenti incisioni. Strettamente connesso al degrado biologico è il sistema ambientale della roccia: l’inserimento in un parco o in un bosco incolto può incidere in maniera profondamente diversa sull’intensità e la tipologia dell’attacco biologico, oltre che sulla formazione degli eventuali depositi terrosi ed organici. Certamente allo sviluppo di questo tipo di Fig. 132. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Licheni sulla Roccia 32. 118 Fig. 133. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte, BS). Muschi sulla Roccia 54. Fig. 134. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Alghe cianoficee sulla Roccia 1 prima del restauro. 119 Figg. 135-136. Ingrandimento al microscopio x 500 e x 1000 dei filamenti algali (foto CNR Centro “Gino Bozza” per il Degrado della Pietra). degrado contribuisce in maniera determinante anche la conformazione della roccia: una forte inclinazione che favorisce l’azione del dilavamento, come pure le concavità della superficie, zone preferenziali di ristagno, sono tutti fattori che incidono sull’incremento dell’attacco biologico. L’intensità dell’attacco biologico è inoltre in stretta relazione con la particolare natura della roccia: ad esempio la Bassa Valle (Luine) è contraddistinta geologicamente dalla presenza della cosiddetta Pietra Simona, che ha una composizione mineralogico-petrografica più friabile e a grana più grossa rispetto al Verrucano Lombardo che caratterizza il resto della Valle. Un altro non trascurabile problema conservativo delle rocce è rappresentato dalla deadesione e dalla erosione del materiale lapideo, fenomeni che si manifestano sotto forma di scagliature, esfoliazioni e distacchi con possibili perdite dei particolari incisi (Figg. 137-138). Molto spesso i distacchi sono noti e accettati 120 nella memoria al punto che non è possibile stabilire, tranne nei casi dove sono visibili tracce inconfutabili delle incisioni, se ad essi corrispondessero effettivamente aree istoriate oppure porzioni di roccia fin dall’inizio non idonee per le incisioni. L’intensità dell’erosione è correlata ad alcuni essenziali fattori: natura geologica e conformazione (inclinazione e orientamento) della roccia, escursioni termiche, attacco biologico, contesto ambientale (contiguità con alberi, vegetazione, terra), azione svolta dal calpestio (danno antropico), eventuali interventi di protezione e salvaguardia. Si è accertato anche che il sistema di evidenziazione per contrasto delle incisioni tramite stesura di caseina e nero-fumo, preliminare al rilievo grafico delle raffigurazioni (metodo di rilevamento ideato dal Centro Camuno di Studi Preistorici) favorisce la formazione di microorganismi. Per questa ragione il sistema, che già la Soprintendenza aveva vietato dalla metà degli anni Ottanta del XX secolo, fu, a seguito delle analisi condotte sui materiali e sulle rocce trattate, definitivamente vietato. Il degrado biologico e quello di tipo fisicomeccanico delle rocce non si possono scindere da quello di natura antropica (calpestio, vandalismi e pulitura non appropriata delle rocce). La pressione dovuta al flusso di visitatori/turistico, se non opportunamente guidato (e questo si verifica nelle numerose aree d’arte rupestre sparse sul territorio vallivo e non inserite in Parchi), può generare danneggiamenti da calpestio e da vandalismi. L’entità del bene arte rupestre, la sua enorme diffusione su un’area molto estesa, la situazione estremamente variata delle condizioni di giacitura e di conservazione e, di conseguenza, la responsabilità della tutela di un patrimonio mondiale di tale portata, ha pertanto determinato lo sviluppo di studi sistematici sugli aspetti conservativi e di specifici programmi di ricerca per una corretta valutazione dei rischi da parte dell’organo di tutela, la Soprintendenza, che si è trovata a fronteggiare fenomeni di diffuso degrado delle rocce con incisioni, in parte indotti anche da interventi inadeguati del passato da parte dei primi rilevatori d’arte rupestre (uso di prodotti chimici per la pulitura delle superfici, esecuzione di calchi, rimozione del terreno di copertura). Fig. 137. Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo (Capo di Ponte, BS). Particolare del Masso Cemmo 1 con fenomeni di esfoliazione. Fig. 138. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane). Fenomeni di esfoliazione sulla Roccia 1. 121 A partire dal 1992, quindi, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia per fronteggiare in modo adeguato il fenomeno e predisporre, sulla base delle analisi e delle ricognizioni di cui si è detto sopra, un Piano di conservazione e restauro secondo metodiche appropriate, ha promosso specifici rilevamenti, analisi e studi sistematici sulla situazione di conservazione delle rocce con incisioni, sulle cause di degrado e sui livelli e natura dell’inquinamento. Tali analisi e studi erano finalizzati alla conoscenza articolata su varie località d’arte rupestre della Valle Camonica, alla conseguente individuazione di una metodica di intervento e all’avvio di un Piano sistematico di restauro (restauri delle rocce, con metodi di intervento concordati con l’ICR-MiBAC erano già in corso dal 1980 nell’ambito del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte). Alle indagini collaborarono i più qualificati Istituti italiani di ricerca e di analisi nel campo del degrado della pietra e del restauro (ICR, CNR) come specificato infra. Le analisi e ricognizioni condotte hanno permesso di osservare che le rocce in migliore stato di conservazione sono sicuramente quelle site nelle aree protette (i Parchi), dove la manutenzione ordinaria è svolta con continuità e dove il rischio calpestio viene eliminato con la realizzazione di passerelle. Se ne deduce l’importanza fondamentale di una corretta e costante manutenzione, la sola che garantisca efficacia nel tempo agli interventi di restauro via via realizzati, senza la quale rischiano di perdere efficacia anche i più rigorosi restauri. Interventi di restauro La descritta situazione di degrado si può contenere solo con onerosi e sempre più consistenti interventi di manutenzione del territorio (fatto che coinvolge una pluralità di Enti) e di manutenzione e restauro delle rocce. Data l’accelerazione del fenomeno va ipotizzato in futuro il ricorso al periodico interro di alcune rocce per salvaguardarle dal degrado. Lo Stato, se si escludono gli interventi isolati del Comune di Darfo Boario Terme sulla Roccia 34 del Parco Comunale di Luine nel 1999 e quello in corso (2005) da parte del Consorzio della Riserva sulle Rocce 6 e 7 della 122 Riserva Regionale di Ceto, Cimbergo e Paspardo, è l’unico ente che abbia finora stanziato fondi per la tutela e la conservazione del sito con piani annuali di restauro (All. 5.1 e 2). La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, infatti, dal 1980 procede con campagne di restauro annuali delle rocce (Figg. 139-141). La documentazione degli interventi di restauro è conservata negli Archivi della Soprintendenza, che nel 1997 ha creato l’Archivio per il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre, ideando un sistema di catalogazione informatizzata denominato IR, successivamente rielaborato, per l’uso via Internet e Intranet, nel sistema IRWeb, finalizzato alla mappatura e documentazione storica e conservativa del patrimonio, con il ricorso a moderne tecniche di rilievo, quali la fotogrammetria e la fotografia digitale, come meglio specificato infra. L’Archivio per il monitoraggio comprende anche una parte relativa alla storia del restauro nel sito (curata dalla restauratrice D. Costantini, sotto la direzione di R. Poggiani Keller) con la cronistoria degli interventi eseguiti sulle varie rocce, la documentazione dello stato di conservazione nel tempo, l’elenco dei prodotti usati per il restauro (se noto). Rapporti annuali sugli interventi ed i metodi di conservazione del patrimonio d’arte rupestre sono editi sulla rivista “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, 1981-2005. La Soprintendenza intende continuare e potenziare le attività inerenti la tutela e la conservazione con: 1. sistematici interventi di restauro per la conservazione delle rocce con incisioni rupestri; 2. prosecuzione delle campagne di documentazione digitale e fotogrammetrica finalizzate alla catalogazione informatizzata delle incisioni a fini conoscitivi e conservativi; 3. potenziamento dell’Archivio per il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre creato nel 1997. Intende inoltre: 4. sviluppare la collaborazione con gli Enti locali anch’essi chiamati, per la loro parte, ad avviare interventi di restauro sui beni di loro proprietà sotto la direzione scientifica dell’organo di tutela, la Soprintendenza; 5. proporre specifici progetti di catalogazione Fig. 139. Darfo Boario Terme (BS). Il masso dei Corni Freschi prima del restauro. Fig. 140. Darfo Boario Terme (BS). Il cantiere di restauro allestito nel 2002. Fig. 141. Darfo Boario Terme (BS). Il masso dei Corni Freschi dopo il restauro e particolare della composizione di alabarde incise. 123 delle Incisioni Rupestri nell’ambito dei Piani pluriennali di catalogazione, statali e regionali, utilizzando il sistema di catalogazione IR e IRWeb realizzato dalla Soprintendenza e recepito come il sistema ufficiale di catalogazione dell’arte rupestre dal MiBAC-ICCD. Ciò al fine di procedere in modo esaustivo alla mappatura conservativa delle rocce con incisioni. Le azioni della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) L’azione della Soprintendenza rivolta all’arte rupestre si è sviluppata principalmente, come sopra descritto, nella tutela del patrimonio, sia di proprietà dello Stato sia di proprietà degli Enti locali e di soggetti privati, compatibilmente con i finanziamenti disponibili nei programmi triennali ed annuali approvati dal superiore Ministero. Questa attività di tutela si è concretizzata attraverso interventi programmati pluriennali, mirati alla documentazione e alla conservazione delle incisioni, secondo un protocollo di metodi e procedure messi a punto dopo attenti studi e sulla base delle esperienze acquisite, anche con la collaborazione di Istituzioni nazionali altamente qualificate. Il problema principale della tutela investe il restauro dei beni, che deve essere effettuato con personale qualificato (restauratori diplomati, con specializzazione nel restauro della pietra) sulla base di una documentazione preventiva dello stato di conservazione e di un monitoraggio continuo della sua evoluzione. Queste esigenze di tutela del patrimonio delle incisioni rupestri hanno determinato nel tempo una serie di azioni che si possono riassumere in tre punti principali: 1. documentazione del bene; 2. monitoraggio; 3. restauro 1-2) La documentazione del bene ed il relativo monitoraggio. La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia ha avviato nel 1997 un programma di archiviazione informatizzata (IR-Incisioni Rupestri) che comprendesse, oltre agli aspetti tecnico-scientifici ed amministrativi, soprattutto quelli legati al monitoraggio conservativo. Questa iniziativa scientifica, che conclude un lungo periodo di studio e sperimentazione per l’informatizzazione delle incisioni rupestri (la scheda IR 3 studiata nel 1984; il progetto di catalogazione Petra elaborato nel 1989 nell’ambito del Progetto di valorizzazione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte finanziato dalla Legge 449/19874), rappresenta una novità nell’ambito dello studio dell’arte rupestre perché ha previsto fin dall’inizio la creazione di un archivio, periodicamente aggiornabile ed implementabile, di fatto aperto a tutti e disponibile anche per la consultazione on-line (IRWeb). All’interno di questo archivio, è riservata particolare e specifica attenzione al monitoraggio dello stato conservativo delle rocce, considerato elemento strategico fondamentale ed imprescindibile per una politica di gestione del bene su periodi di media e lunga durata. A questo proposito si sottolinea che l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazio- 3 Nel 1984, su incarico dell’ICCD-Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, la Soprintendenza Archeologica della Lombardia aveva elaborato due modelli di scheda IR: uno, per l’arte rupestre su roccia (scheda IR ideata da R. De Marinis), l’altro, per le stele (ideata da R. Poggiani Keller). 4 Nel 1989, nell’ambito di un articolato progetto per la valorizzazione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e dell’area dei Massi di Cemmo, finanziato con fondi straordinari del Ministero sulla Legge 449/1987, fu affrontato il problema di creare una banca dati delle incisioni rupestri, fino allora mancante, sperimentando su una significativa campionatura la scheda IR, la sopra citata scheda cartacea ideata nel 1984. Partendo pertanto dalle schede IR, fu elaborato un programma di archiviazione informatizzata, denominato “Petra”, che prevedeva l’organizzazione dei dati in sette archivi tra loro complementari: l’archivio rocce, l’archivio scene, l’archivio figure, l’archivio grafico, l’archivio fotografico, l’archivio bibliografico e l’archivio conservazione. Vi lavorò un gruppo, coordinato da R. Poggiani Keller della Soprintendenza e formato da vari specialisti (Bertucci dell’Università di Genova, R. De Marinis dell’Università degli Studi di Milano, A. Fossati della Cooperativa “Le Orme dell’uomo”, M. Simões de Abreu, L. Jaffe, M.G. Ruggiero, la Ikonos con C. Modi e C. Baruffi). In quell’occasione fu stilato anche un dizionario terminologico che ha costituito la base per i successivi lessici. Questo programma di archiviazione fu poi interrotto nel 1990, così come fu interrotto il rilievo a contatto delle incisioni (il principale sistema usato fino agli anni Novanta per documentare le incisioni), per l’urgenza di trovare metodi di rilevamento più consoni, vale a dire più obiettivi e più adeguati e rapidi per fronteggiare un numero così cospicuo di testimonianze. 124 ne del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha riconosciuto, nel luglio 2003, che l’applicazione IRWeb è compatibile con il proprio sistema catalografico, anche in ragione della “connessione tra dati identificativi dei beni ed il monitoraggio del loro stato conservativo” e per lo stretto rapporto tra l’apparato documentario e la struttura delle informazioni che il sistema garantisce. Il Progetto IR (Incisioni Rupestri) (Figg. 142-143) Il sistema di catalogazione delle rocce incise, ideato e realizzato nel 1997 dalla Soprintendenza, è applicabile non solo al patrimonio della Valle Camonica ma in generale a tutte le manifestazioni di arte rupestre (si pensi che in Lombardia rocce incise sono presenti anche nelle province di Sondrio, Bergamo, Como, Lecco e Varese) ed ha previsto fin dall’inizio l’utilizzo di moderne tecniche di rilievo, quali la fotogrammetria e la fotografia digitale5. Fig. 142. Il progetto IR (1997-2002). Schermata iniziale e Scheda di Roccia del data-base. Fig. 143. Rilievo fotogrammetrico e grafico con quadrettatura del Masso Cemmo 2. 5 L’ideazione del progetto si deve ad A.M. Ardovino, all’epoca Soprintendente Archeologico della Lombardia, la direzione a R. Poggiani Keller, che aveva coordinato anche il precedente progetto Petra. F. Iozzi ha curato la consulenza informatica, la realizzazione e la gestione del software. La sperimentazione, la compilazione, lo sviluppo e la promozione del database sono stati realizzati da C. Liborio e da M.G. Ruggiero della SCA-Società Cooperativa Archeologica di Milano. La restauratrice L. Ghedin ha seguito gli aspetti legati alle problematiche conservative; i rilievi fotogrammetrici sono stati realizzati dalla ditta FOART di Parma; al progetto hanno collaborato i geometri della Soprintendenza M. Pacchieni e C. Vaira. 125 Fig. 144. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte - Naquane). La Roccia 9 durante le fasi del rilievo e, sotto, il rilievo della roccia con le sezioni. gio completo e, quindi, permette di evitare l’insorgere o l’aggravarsi di situazioni di degrado che potrebbero danneggiare il bene e pregiudicarne la conservazione per le generazioni future. Nel Progetto IR sono confluiti i risultati dei precedenti interventi avviati dalla Soprintendenza nel 1984 (scheda IR, in accordo con l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione - ICCD) e nel 1989 (progetto di catalogazione Petra) e concordati con l’ICCD e con l’Istituto Centrale per il Restauro - ICR (Ministero per i Beni e le Attività Culturali). Rispetto ai metodi di catalogazione dell’arte rupestre adottati da altre istituzioni presenti in Valle Camonica (infra), il Progetto IR si distingue perché prende in esame tutta la superficie della roccia e non solamente le aree con incisioni o, addirittura, le singole incisioni: questo criterio è di assoluta importanza in considerazione del fatto che un’analisi dettagliata di tutta la roccia consente un monitorag126 Per l’archiviazione dei dati, finalizzata al monitoraggio conservativo e ad una pianificazione degli interventi conservativi, secondo le indicazioni della Carta del Rischio (Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ICR), è stato elaborato un database relazionale, in grado di gestire sia le informazioni tecnico-scientifiche ed amministrative sia le immagini ed i rilievi e continuamente aggiornabile. L’acquisizione degli elementi di analisi del monitoraggio prevede una procedura per passi successivi: 1. acquisizione dei dati sul campo 2. ricerca ed acquisizione dei dati archivistici e bibliografici 3. elaborazione delle immagini digitali 4. elaborazione grafica informatizzata dei dati conservativi 5. compilazione del database 1) Acquisizione dei dati sul campo Fondamentale per l’acquisizione dei dati è il rilievo fotogrammetrico della roccia, che consente di ottenere rilievi, anche tridimensionali e quotati (utili per eventuali ricostruzioni anche in scala), con livelli di precisione molto elevata. I dati fotogrammetrici sono in seguito elaborati al computer in modo da ottenere una pianta vettorializzata del perimetro, sulla quale viene sovrapposta una griglia, basata su quadrati di 50 x 50 cm di lato (denominati “zone”): in questo modo è possibile posizionare con precisione le singole raffigurazioni incise all’interno della superficie della roccia. A questo punto si procede con il rilievo fotografico sul campo, che consiste in una serie di diverse battute di riprese, che permettono di documentare le zone, le raffigurazioni e le scene, intendendo con questo termine un insieme di raffigurazioni che concorrono a definire un’azione (ad esempio: danza, duello, etc.) o un’entità qualificabile come un insieme unitario (ad esempio: campi coltivati e sentieri; villaggio). Contestualmente al rilievo fotografico vengono raccolti i dati necessari alla compilazione delle schede descrittive della roccia quali, ad esempio, la morfologia, le misure, l’orientamento, lo stato di conservazione della superficie rocciosa, la quantità, la tipologia e la leggibilità delle incisioni. 2) Ricerca ed acquisizione dei dati archivistici e bibliografici Parallelamente alla raccolta dei dati sul campo si procede all’acquisizione delle informazioni presenti negli archivi della Soprintendenza ed alla ricerca bibliografica. Giova ricordare che presso la sede della Soprintendenza si trovano l’Archivio Topografico, che racco6 glie tutti i documenti relativi ai siti di interesse archeologico della Lombardia, l’Archivio del Restauro, l’Archivio Grafico e quello Fotografico; è inoltre edita la Carta Archeologica della Provincia di Brescia (ROSSI 1991) con la schedatura di tutti i ritrovamenti archeologici. Per quanto concerne l’arte rupestre della Valle Camonica al momento sono disponibili, come detto sopra, circa 3700 rilievi grafici, 2700 foto in bianco e nero e diapositive ed oltre 5000 foto digitali. 3) Elaborazione delle immagini digitali Ad ogni immagine realizzata sul campo corrisponde un file, in formato JPEG, uno dei formati indicati dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione per l’archiviazione informatizzata di reperti archeologici. Tutti i file sono inseriti in un archivio informatizzato, attualmente localizzato a Milano, nella sede centrale della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. L’archivio è strutturato secondo precisi parametri: provincia, comune, località, tipologia della foto (Panoramica, per Zona, per Scena e per Raffigurazione), sigla della roccia, descrizione schematica del contenuto della foto. Ogni file di immagine è contraddistinto da una sigla che rimanda alla struttura dell’archivio (ad esempio: C:\ARCHIVIO IR\BS\Ceto\Foppe di Nadro\Raffigurazioni\FDN037-Z26 antropomorfo.jpg). 4) Elaborazione grafica informatizzata dei dati conservativi Gli aspetti conservativi, oltre ad essere descritti in modo così dettagliato, sono stati anche visualizzati in appositi file che contengono la vettorializzazione dello stato conservativo della zona di roccia esaminata. Nel corso del Progetto IR è stato infatti messo a punto un metodo per documentare e visualizzare graficamente la localizzazione e la tipologia dei danni, utilizzando il software AutoCAD: tale metodologia, testata fin dal 1997, è stata presentata nel corso del III Convegno Regionale a Como nell’ottobre 19996. Sulle foto digitali i limiti dei diversi tipi di danno sono evidenziati attraverso simboli grafici (Figg. 145-146) e ciascuna tipologia di danno viene archiviata su POGGIANI KELLER, GRASSI, LIBORIO, RUGGIERO 2001; POGGIANI KELLER, LIBORIO, PACCHIENI, RUGGIERO 2001. 127 Fig. 145. Alcuni dei simboli grafici usati per l’elaborazione informatizzata dei dati conservativi. un layer7, contraddistinto da un colore specifico. L’uso delle fotografie digitali permette, nel corso dei monitoraggi successivi, di visualizzare e verificare l’eventuale progressione dei danni e quindi di stabilire se procedere o meno con l’azione di restauro. I file così ottenuti sono stati raccolti in un Archivio di Monitoraggio dell’Arte Rupestre presso la sede della Soprintendenza. 5) Compilazione del database Del software di archiviazione IR sono state realizzate nel 1999, su base Access, due versioni: una per la compilazione e l’altra per la sola consultazione. La prima è strutturata per l’immissione e l’eventuale modifica dei dati, con campi descrittivi a compilazione libera, campi del tipo “presenza/assenza” e campi con menù a tenda, nei quali si possono selezionare solo voci predefinite; l’altra versione Fig. 146. Esempio di vettorializzazione dei danni su una zona della Roccia 1 (Roccia della Mappa) di Bedolina (Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, Capo di Ponte-BS). 7 I layer di AutoCAD sono l’equivalente dei lucidi sovrapposti utilizzati nel disegno manuale: essi consentono di organizzare in maniera efficiente gli elementi del disegno, mantenendoli separati in gruppi logici distinti. Oltre a facilitare l’organizzazione dei disegni, i layer consentono di controllarne più agevolmente la visualizzazione. È possibile, ad esempio, disattivare uno o più layer per rimuovere temporaneamente dal disegno i dettagli in esso contenuti, e riattivarli al momento della stampa. 128 consente solamente di accedere all’archivio dei dati. Le terminologie dei danni propri delle superfici rocciose incise (rischio intrinseco) e del contesto ambientale (rischio estrinseco) sono tratte dalla Carta del Rischio del Patrimonio Culturale – Consorzio Metis – realizzata dall’Istituto Centrale del Restauro del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed adattate alle particolari caratteristiche dei beni8. Per le ricerche incrociate all’interno degli archivi è stato realizzato un apposito software che permette di effettuare ricerche su un solo argomento (ad esempio, tipo di scena), o su parametri multipli (ad esempio, tipo di scena + cronologia + località). Questa versione è strutturata in sette schede descrittive, cinque delle quali collegate ad immagini digitali, ed in una sottomaschera: • • • • • • • • Scheda di Roccia Sottomaschera Altri Dati Scheda di Zona Scheda di Scena Scheda di Raffigurazione Quadro Conservativo di Zona Quadro Conservativo della Roccia Quadro Storico della Roccia. La Scheda di Roccia La Scheda di Roccia costituisce il punto cardine dell’archivio poiché da essa dipendono tutte le altre schede. La roccia, che viene identificata attraverso una sigla che fa riferimento alla località ed alla numerazione progressiva, viene descritta nelle sue caratteristiche morfologiche. Nella parte destra della schermata compare una fotografia panoramica della roccia ed è possibile visualizzare, attraverso un collegamento ipertestuale, il rilievo vettorializzato della roccia con la griglia della quadrettatura. Dalla Scheda di Roccia si accede alla sottomaschera Altri dati, che contiene i riferimenti topografici ed amministrativi specifici. La Scheda di Zona Questa scheda prevede una breve descrizione delle incisioni presenti, con le note relative alle condizioni di acquisizione del fotogramma e con indicazioni su eventuali sovrapposizioni tra le incisioni: anche qui è presente una foto digitale della zona esaminata ed è possibile attivare la visualizzazione della quadrettatura della roccia. La Scheda di Scena Nella Scheda di Scena, collegata anch’essa alla Scheda di Roccia, si trovano i campi con i codici di identificazione, il tipo di scena, la datazione e la descrizione. Nella parte sinistra della schermata si trovano l’elenco delle raffigurazioni che costituiscono la scena e l’elenco delle relative zone. Nella parte destra è visibile l’immagine digitale della scena. La Scheda di Raffigurazione Attivabile dalla Scheda di Scena, la Scheda di Raffigurazione, comprende, oltre ai codici identificativi, anche i campi relativi alla datazione, alla tecnica ed alla tipologia dell’incisione, al tipo di raffigurazione ed alle note descrittive. Anche in questo caso la scheda è completata dall’immagine della raffigurazione. Il Quadro Storico della Roccia Sono previsti campi per la definizione del supporto, per la data della scoperta e le misure della roccia, per la descrizione morfologica, per una sintesi dei contenuti, oltre alla cronologia e ad una serie di informazioni d’archivio (bibliografia, documentazione fotografica e grafica presente negli archivi). Il Quadro Conservativo della Zona Accessibile dalla Scheda di Zona, si articola in due pagine: la prima, denominata Dati, riporta una serie di campi relativi allo stato di conservazione, alle differenti tipologie di danno ed agli interventi di restauro già effettuati o in corso sulla specifica porzione della roccia. Facendo riferimento alla Carta del Rischio del Patrimonio Culturale sono state individuate ed adattate le terminologie dei danni (rischio intrinseco) propri delle superfici rocciose incise, come di seguito descritte. 8 Gli aspetti conservativi e l’adattamento delle terminologie dei danni alle rocce incise sono stati curati da A.M. Ardovino. 129 Lista delle tipologie di danno applicabili alle superfici lapidee con arte rupestre A Danni strutturali 1 2 3 4 5 Deformazioni Lesioni Lesioni passanti Deformazioni e lesioni Deformazioni e lesioni passanti B Disgregazione materiale 1 2 3 4 5 Ossidazione/corrosione Disgregazione/polverizzazione di leganti Disgregazione/polverizzazione del materiale costituente Erosione Crosta nera C Umidità 1 2 3 4 5 6 Infiltrazione Risalita capillare Acqua di percolazione Condensa Ristagno Efflorescenza salina D Attacchi biologici 1 2 3 4 5 Macroflora/vegetazione Animali/insetti Microflora e macroflora Macroflora e insetti Microflora, macroflora e insetti E Alterazioni degli strati superficiali 1 2 3 4 5 Distacchi tra gli strati Fessurazioni/scagliature Incrostazioni/concrezioni Depositi superficiali/affumicamento Vandalismi F Parti mancanti 1 2 3 Rotture/mancanze precedenti Perni, catene e vincoli asportati Rotture e asportazioni di vincoli I danni riscontrati nelle singole zone permettono di compilare poi nel Quadro Conservativo della Roccia i campi relativi al livello di gravità di ciascun tipo di danno e, di conseguenza, il grado di urgenza dell’intervento conservativo da mettere in atto. L’acquisizione di questi dati risulta pertanto di straordinaria importanza per la programmazione a breve, medio e lungo termine delle attività di restauro delle rocce. La seconda pagina del Quadro Conservativo della Zona, denominata Immagini, permette 130 di inserire due foto con le condizioni della roccia prima e dopo l’intervento di restauro, per facilitare una periodica verifica della roccia sotto l’aspetto conservativo. Il Quadro Conservativo della Roccia Il Quadro Conservativo della Roccia fornisce, in due pagine, informazioni relative all’utilizzazione, alle caratteristiche morfologiche dell’area nella quale è collocato il bene e notizie sugli interventi di restauro. Particolare attenzione viene dedicata infatti al contesto ambientale nel quale le rocce sono inserite, poiché si è accertato quanto i fattori ambientali incidano negativamente sullo stato di conservazione. In particolare, nella Pagina 1 sono contenute, tra l’altro, indicazioni sulla manutenzione alla quale la roccia è soggetta, sui sistemi di protezione, di sicurezza, sulle attrezzature di fruizione (passerelle, pannelli didattici, etc.) e sulla morfologia del territorio circostante. La scheda è completata, nella Pagina 2, da indicazioni sui diversi interventi conservativi effettuati, da riferimenti alla gravità ed alla diffusione dei danni riscontrati, dalla segnalazione del grado di urgenza degli interventi da realizzare. Nella scheda vengono anche segnalate le modalità di acquisizione dei dati sugli interventi, che può essere visiva, bibliografica o archivistica. Nel Quadro Conservativo della Roccia confluiscono molte voci relative ai fattori di rischio estrinseco. Possono influire sullo stato di conservazione del bene (“rischio estrinseco”): a) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. il contesto di localizzazione/ utilizzazione: parco archeologico; residenza attività produttiva/agricoltura/pascolo attività produttiva/industria attività produttiva/artigianato attività produttiva/servizi bene mobile ricoverato al chiuso bene mobile musealizzato bene mobile sistemato all’aperto cantiere di scavo in attività in abbandono b) l’accessibilità al pubblico c) il carico annuo dei visitatori d) la periodicità e la tipologia della manutenzione e) i sistemi di protezione dagli agenti atmosferici 1. coperture stagionali 2. recinzioni 3. sbadacchiature 4. tettoie 5. assente f) 1. 2. 3. 4. 5. 6. i sistemi di sicurezza: copertura impianti antifurto impianti antincendio parafulmine recinzione assente g) 1. 2. 3. 4. 5. 6. le attrezzature di fruizione: impianti didascalici fissi pedane pedane e impianti didascalici fissi passerelle passerelle e impianti didascalici fissi assente h) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. la custodia dell’area archeologica continua continua solo diurna solo agli accessi continua solo notturna discontinua discontinua solo diurna discontinua solo notturna assente i) l’esposizione agli agenti atmosferici: 1. totale 2. parziale l) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. la contiguità a fattori ambientali dannosi: Area a pascolo Corso d’acqua Falda Humus Sentiero Sorgente Stagno Strada Strutture moderne Terrapieno Terreno agricolo Vegetazione m) la prossimità a fattori ambientali dannosi, posti nel raggio di 50 m: 1. Area a pascolo 2. Corso d’acqua 3. Falda 4. Humus 5. Sentiero 6. Sorgente 7. Stagno 131 8. 9. 10. 11. 12. Strada Strutture moderne Terrapieno Terreno agricolo Vegetazione n) la percolazione delle acque Tutti i dati relativi agli aspetti conservativi, visualizzati in appositi file che contengono la vettorializzazione dello stato conservativo, confluiscono in un Archivio di Monitoraggio dell’Arte Rupestre presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. L’acquisizione dei dati di “rischio intrinseco ed estrinseco” per tutto il patrimonio di arte rupestre della Valle Camonica permetterà di attuare una efficace politica di tutela del bene e, quindi, di preservare l’identità storica del sito anche per le generazioni future. Inoltre il ricorrere di determinati fenomeni di degrado o di danno consentirà l’identificazione di parametri nei quali contenere i processi di gestione e valorizzazione del bene, con il fine ultimo di non svilire il bene stesso. Sulla base delle diverse situazioni si potrà ad esempio intervenire sulle capacità di carico di tipo fisico, regolando il numero massimo di visitatori o realizzando un sistema di gestione dei percorsi di visita che non comprometta l’integrità ed i valori universali del bene. rendere possibile l’inserimento dei dati anche a distanza9: dal punto di vista formale quindi IRWeb è la naturale evoluzione di IR perché ne mantiene l’originaria struttura in sette schede, con i medesimi campi e i medesimi lessici per la compilazione; anche la procedura di acquisizione dei dati sul campo è identica. Naturalmente, grazie alla flessibilità del sistema, sarà possibile implementare le voci da compilare sulla base delle esigenze che emergeranno in corso d’opera. La nuova applicazione IRWeb, è stata realizzata utilizzando gli standard attualmente più diffusi, al fine di permettere il riutilizzo dei dati in versioni future: • Database: Interfaccia al database SOAP, engine SQL compliant • Interfacce: XHTML, XHTML strict per versioni conformi WAI (Web Accessibility Initiative) • Linguaggio applicativo: PHP 5.0 Il Progetto IRWeb (Le Incisioni Rupestri in Internet) (Figg. 147-148) Si basa su una struttura distribuita client/ server in grado di funzionare efficientemente sia su una rete interna ad alta velocità (Intranet) che su un web server remoto (Internet) ed è caratterizzata da una particolare semplicità di utilizzo, grazie ad una interfaccia e ad una veste grafica molto intuitive. Inoltre nel software è stato inserito un manuale on-line che ne rende agevole la compilazione e la consultazione. Un ulteriore punto di forza è rappresentato dal fatto che l’accesso ai dati dell’archivio è immediato: non è infatti necessaria l’installazione di alcun software sulle postazioni client poiché è sufficiente un qualsiasi browser web (ad esempio Internet Explorer), normalmente presente su tutti i personal computer. A partire dal gennaio del 2003 la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia ha avviato un progetto di sviluppo del database IR, per renderlo fruibile anche in reti Intranet ed Internet (IRWeb). Da qui la necessità di potenziare il software in modo da In vista dell’inserimento dei dati via Internet è stata prestata particolare attenzione alla sicurezza del sistema, attraverso l’introduzione di un accesso personalizzato che si basa sulla distinzione dei tipi di utenti in diverse categorie: Le schede conservative di Zona e di Roccia, per la specificità dei temi trattati, possono essere compilate solamente da restauratori qualificati. 9 La consulenza informatica per la messa in rete dell’applicazione è stata curata da D. Vitali e F. Tumiatti. La consulenza scientifica, il test e l’implementazione dei dati è stata effettuata da C. Liborio e da M.G. Ruggiero della SCA - Società Cooperativa Archeologica di Milano. Gli aspetti legati alla conservazione ed al restauro delle rocce sono stati curati dalla restauratrice A. Sechi. I rilievi fotogrammetrici sono stati realizzati dalla ditta FOART di Parma; al progetto hanno collaborato i geometri della Soprintendenza M. Pacchieni e C. Vaira. La direzione è di R. Poggiani Keller. 132 Tipo di utente Livello di accesso Livello di gestione Admin Amministratore del sistema gestione degli utenti; modifiche al d-base; validazione delle schede compilate da altri utenti Superuser Superutente interno del sistema visualizzazione del d-base; implementazione del d-base; validazione delle schede compilate da altri utenti Cuser Common user o utente standard del sistema visualizzazione del d-base; implementazione del d-base; Guest Ospite o utente semplice visualizzazione del d-base; Fig. 147. Il progetto IRWeb (dal 2003). Home page del portale www.irweb.it e dell’archivio.irweb.it Fig. 148. http://archivio.irweb.it: la scheda di Roccia. La scelta del profilo per la visualizzazione dei dati avviene al momento della registrazione dell’utente o del gruppo di utenti (login). L’amministratore sceglie tra diverse interfacce: • Compilatore • Standard • Studenti • altre interfacce che presentano un set ridotto di tutti i dati raccolti su una roccia, in modo da creare schede conformi a standard meno dettagliati. Al momento del login l’utente, in modo completamente trasparente, accederà al sistema tramite l’interfaccia che gli è stata assegnata. Si possono ovviamente creare interfacce Un aspetto di fondamentale importanza di questo nuovo d-base è rappresentato dal fatto che tutte le schede, comprese quelle compilate via Internet, sono temporaneamente archiviate in una apposita Lista di Validazione. In questo modo sarà possibile verificare l’omologazione dei dati e la procedura di inserimento e soltanto dopo il controllo da parte dei Superutenti interni del sistema di tutti i dati immessi queste schede saranno definitivamente inserite nell’archivio IRWeb. Questo sistema di va133 lidazione ha anche lo scopo di tutelare le schede relative a rocce inedite e in corso di studio, garantendo la riservatezza dei dati fino all’edizione del lavoro. Particolare attenzione è stata inoltre posta alle procedure di sicurezza dei dati con back-up giornalieri e procedure veloci di ripristino. Alla fase di progettazione del software è seguita quella di verifica, sia dei contenuti trasferiti dalla precedente versione sia delle modalità di inserimento e di consultazione dei dati. Nel 2003 l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (ICCD) ha riconosciuto la compatibilità di IRWeb con il proprio sistema catalografico. A partire dal 2005 il sistema, è stato adattato, dal punto di vista della grafica ai parametri per l’accessibilità e l’usabilità, indicati da MINERVA (MInisterial NEtwoRk for Valorising Activities in digitisation) per la qualità dei siti Web pubblici culturali. Per quanto riguarda l’accessibilità dei contenuti il sistema seguirà le indicazioni della Legge Stanca (legge n. 4 del 9 gennaio 2004), che reca le disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici. Infine sembra importante sottolineare che IRWeb si interfaccia al database tramite un WEB SERVICE, che consente di esportare dal database, previa autenticazione ed autorizzazione, i dati in forma “grezza”, per riutilizzarli in altre applicazioni. 3) Restauro. Nel corso degli oltre vent’anni (1979-2004) dalla Dichiarazione di Interesse del sito UNESCO la Soprintendenza ha realizzato numerosi interventi che si elencano nell’Allegato 5 e sui quali sono disponibili rapporti annuali. Dal 1980 si realizzano progetti di restauro delle rocce, con interventi di pulitura, consolidamento e restauro, finanziati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e curati da restauratori diplomati e specializzati nel restauro della pietra. Si stima che la cifra spesa dalla Soprintendenza per i restauri e la manutenzione ordinaria delle rocce all’interno dei Parchi Nazionali nel periodo 1980-2004 sia stata di circa € 750.000,00. 134 Gli interventi sono condotti in modo sistematico nei Parchi Nazionali; la Soprintendenza si è assunta inoltre l’onere di interventi anche in aree di proprietà private (Corni Freschi di Darfo Boario Terme; località Bedolina di Capo di Ponte, “Roccia della Mappa”; località Seradina di Capo di Ponte, rocce A, B e C) ed ha promosso campagne di restauro in proprietà pubbliche comunali dirigendo gli interventi finanziati dagli Enti gestori (Parco di Luine, Riserva Regionale) con l’intento di diffondere la cultura della manutenzione e del restauro per conservare un patrimonio sempre più soggetto a degrado, principalmente per l’inquinamento atmosferico. Tutte le campagne di restauro sono condotte ed organizzate in modo da conciliare le esigenze conservative con quelle della fruizione, dando la priorità quindi alle rocce ubicate lungo i percorsi di visita all’interno dei Parchi. Sul tema del restauro si veda infra in Mappa dei rischi, delle tutele e delle protezioni (Parte Seconda, 8. Analisi dei Rischi e dei Vincoli, p. 159 ss.). Le azioni della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) in collaborazione con gli Enti locali Nel periodo compreso tra la fine degli anni ’90 ed il 2001 in Valle Camonica sono stati attuati diversi progetti di catalogazione dei beni culturali diffusi in Valle, progetti in parte finanziati dall’Unione Europea e in parte da Enti Locali. I settori interessati spaziano dalla realizzazione di banche-dati delle incisioni rupestri, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici, e degli edifici storici della Valle ad attività di restauro di chiese e di fabbricati ubicati nei centri storici, dal recupero e dalla valorizzazione delle risorse agro-forestali al censimento delle strutture dell’edilizia alpina. Ai fini dell’analisi dello stato di conservazione del patrimonio dei beni culturali della Valle Camonica si ricordano due importanti progetti realizzati tra il 1999 ed il 2001 nell’ambito delle attività finanziate dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (F.E.S.R.). Il primo progetto (Progetto Leader II, Azio- ne 5, Sostegno alle Iniziative Etnografiche) nasce in collaborazione con il sistema di monitoraggio informatizzato dello stato conservativo delle incisioni rupestri, avviato dalla Soprintendenza. Il Progetto IR è stato testato nell’ambito del progetto europeo Leader II-Azione 5, a seguito di Accordo di programma stipulato in data 18 maggio 1999 tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, il BIM-Bacino Imbrifero Montano dei Comuni della Valcamonica ed il Gruppo di Azione Locale di Valle Camonica. Nell’ambito di questo progetto sono state catalogate, dalla SCA-Società Cooperativa Archeologica di Milano (su incarico della Soprintendenza), cinquanta rocce incise ubicate nella Media ed Alta Valle Camonica ed è stata creata una workstation in Valle Camonica, a Breno, presso il Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano, nella quale sono state inserite le schede delle rocce catalogate e monitorate. Tale workstation si propone di funzionare come sede locale per la catalogazione e la consultazione del patrimonio di arte rupestre in connessione con l’archivio informatizzato centrale collocato presso la sede della Soprintendenza a Milano. Nell’ambito del progetto è stato realizzato anche il sito Internet www.voli.bs.it/ir-incisionirupestri, accessibile anche dal sito www.pal.voli.bs.it Come più avanti specificato (La catalogazione dei beni storico-artistici da parte degli Enti locali), il secondo progetto Leader II, Azione 7 (Inventario e valorizzazione di edifici storici) ha riguardato la creazione di un archivio finalizzato alla conoscenza degli edifici di interesse storico e architettonico diffusi in Valle Camonica. Altre iniziative di catalogazione per l’arte rupestre In Valle Camonica operano da anni diverse strutture di ricerca, tra le quali si segnalano il Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte (CCSP), la Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo” di Cerveno ed il Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica di Capo di Ponte. Il Centro Camuno di Studi Preistorici è un Istituto di Ricerca (associazione privata con rendicontazione da presentare al Ministero per i Beni e le Attività Culturali) che dal 1964 studia l’arte rupestre della Valle Camonica (e del mondo), raccogliendone dati e documentazione. Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con piani annuali concordati di ricerca, ha condotto esplorazioni sull’arte rupestre, individuando e portando alla luce centinaia di superfici istoriate, molte delle quali attualmente costituiscono il patrimonio archeologico dei Parchi e delle Riserve archeologiche con arte rupestre. Negli archivi del Centro Camuno di Studi Preistorici sono presenti materiali documentaristici inerenti la ricerca sull’arte rupestre degli ultimi 50 anni tra cui oltre 250.000 immagini e documenti relativi alla scoperta e allo studio dell’arte preistorica camuna (e mondiale), a partire dagli anni ’50 fino ad oggi. Il materiale (fin dagli anni ’70) è stato collocato in 4 database, ora confluiti in un unico Archivio Informatizzato che gestisce sia i dati territoriali localizzativi dell’arte rupestre camuna (la localizzazione delle rocce istoriate è stata fatta attraverso il recupero delle coordinate satellitari con il sistema GPS) sia i dati fotografici, di rilevamento delle singole rocce e di scheda informativa. In questo nuovo Archivio sono confluiti i seguenti database: Il Progetto di “Georeferenziazione dell’Arte Rupestre della Valle Camonica”, che individua con coordinate satellitari ogni roccia istoriata ritrovata. I Comuni ad oggi interessati dal progetto sono: Pisogne (in corso di realizzazione), Darfo Boario Terme (in corso di realizzazione), Pian Camuno (in corso di realizzazione), Ceto (completato), Cimbergo (completato) e Paspardo (realizzato in parte), Capo di Ponte (completato, con l’esclusione delle rocce comprese nel Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri), Sellero (realizzato in parte) e Grevo (completato). Con una procedura concordata di recente con la Soprintendenza e applicata per il Parco in corso di realizzazione a Seradina e Bedolina, le superfici istoriate sono localizzate sul terreno attraverso placchette di riconoscimento a numerazione progressiva e poi su cartografia vettorializzata, consentendo quindi la rintracciabilità (in futuro anche in caso di ricopertura del terreno) delle superfici istoriate e l’individuazione delle zone incise, dato questo fondamentale per la programmazione consapevole del territorio oltre che per 135 la ricerca. Alla data del 1° gennaio 2005 sono state localizzate e inventariate circa 1900 superfici istoriate. Il Progetto è stato supportato finanziariamente dalla Regione Lombardia nell’ambito del SIRBeC (Sistema Informativo Regionale Beni Culturali) e costituisce un momento fondamentale per la salvaguardia fisica di questo patrimonio. Inventario Arte Preistorica Italiana (IAPI), su finanziamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è un database di oltre 4.000 schede riguardanti l’arte preistorica italiana (compresa la Valle Camonica), tuttora in fase di aggiornamento ed integrazione. L’informatizzazione si è basata sulla progettazione ex-novo e implementazione in forma prototipale di un database sviluppato su piattaforma Microsoft Windows™. L’applicazione possiede una struttura gerarchica che mima le schede SA e RA definite dall’ICCD (Istituto Centrale del Catalogo e della Documentazione). Il database prevede inoltre la possibilità di esportare i dati inseriti e convogliarli su supporti informatici standard definiti dall’ICCD. Principali caratteristiche dell’applicazione: struttura con Schede di Sito Archeologico e Schede di Reperto Archeologico (“oggetto” artistico) contenuto nel sito (1 o molti); possibilità di query per ogni campo definito (geografia, cronologia, tipologia, etc.), anche di tipo multiplo (per es. ricerca di specifici oggetti per regione geografica che contemporaneamente rispondano a determinati criteri); possibilità di query mediante key-words (secondo una lista in gran parte derivata dall’originale elenco utilizzato nell’archivio WARA); archivio immagini allegate ad ogni singolo reperto (1 o più immagini); archivio coordinate GPS disponibili per ogni reperto (puntiforme o perimetrale, implementato solo per l’arte rupestre della Valle Camonica); report di riepilogo o selettivi. WARA (Word Archive of Rock Art), un data-base sull’Arte Rupestre Mondiale, che raccoglie 1500 schede su siti con arte rupestre, consentendo una visione complessiva del fenomeno, dalla sua nascita alle caratteristiche ancestrali e regionali del fenomeno. È prevista la creazione di un unico Archivio nel quale confluiranno tutti i dati attualmente conservati nel WARA e nello IAPI e la ricca documentazione iconografica. 136 La Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo” sin dalla sua fondazione nel 1988 ha perseguito l’obiettivo di condividere i risultati delle proprie ricerche anche attraverso campagne di catalogazione informatizzata delle incisioni, che sono state rilevate e studiate. Il gruppo di studiosi che fondò la Cooperativa era anche stato il primo, nel 1987, a realizzare la prima catalogazione informatizzata di una zona di arte camuna, l’area rupestre di Dos Sottolaiolo (che presentava sette rocce istoriate), mentre ancora lavorava presso il Centro Camuno di Studi Preistorici. La zona venne pubblicata per le edizioni della Cooperativa nel 1988. La prima scheda EUGA, particolarmente adatta per la catalogazione informatizzata dell’arte rupestre dell’area camuno-valtellinese-lago di Garda, venne realizzata nel 1990, a seguito dell’incontro di tre esperienze catalografiche diverse: la schedatura fino ad allora condotta secondo l’esperienza del Centro Camuno, il modello di scheda realizzato dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia nel 1989 (Petra), la schedatura adottata da diversi enti nelle Alpi Occidentali. Con la scheda EUGA (vi sono la scheda roccia e la scheda figura) vennero catalogate numerose rocce istoriate dell’area di Vite-Deria, area di ricerca in cui si sono concentrati gli sforzi della Cooperativa dal 1990 sino ad oggi. Sempre con la schedatura EUGA venne schedata, nel 1995, la Rupe Magna di Grosio, in Valtellina, tracciati catalografici accolti in questo caso anche dal SIRBec Regionale (Sistema Informativo Regionale Beni Culturali), lavoro condotto dalla Cooperativa per il Consorzio Incisioni Rupestri di Grosio, finanziato dalla Regione Lombardia con autorizzazione e direzione della Soprintendenza Archeologica della Lombardia. Alla fine degli anni ’90 la Cooperativa Archeologica ha partecipato al Progetto EuroPreArt insieme ad un gruppo di lavoro composto da enti universitari, musei ed associazioni archeologiche di tutta Europa (oltre alla Cooperativa: l’Instituto Politecnico di Tomar, Portogallo; il Centro Universitario Europeo per il Patrimonio Culturale di Ravello, Italia; il Consejo Superior de Investigaciones cientìficas di Madrid, Spagna; l’Asociaciòn Cultural Colectivo Barbaòn, Extremadura, Spagna; l’Università di Liegi, Belgio; l’Università di Gotland, Svezia; l’University College di Dublino, Irlanda; il Centro Studi e Museo di Arte Preistorica di Pinerolo, Italia; l’Associazione Archeo Jovem, Portogallo). Il progetto EuroPreArt venne finanziato dall’Unione Europea, Programma Educazione e Cultura 2000. I primi risultati di questo progetto catalografico furono presentati al XIV Congresso dell’Unione Internazionale delle Scienze Preistoriche e Protostoriche (UISPP) di Liegi nel Settembre 2001. Le schede presentate da sette paesi europei furono 806 (schede di roccia/grotta incisa o dipinta) con più di 2700 immagini: le schede sono disponibili on line alla pagina www.europreart.net. Oltre ad aver curato le schede di alcune rocce delle Alpi occidentali, la Cooperativa ha implementato le schede dell’area camuno-valtellinese, per un numero complessivo di 80. Nel corso del 2003 sono state create anche la scheda di area (es: Valcamonica) e la scheda di sito (es: Foppe di Nadro), catalogazione che è in corso di realizzazione da parte dei vari enti succitati. Il prossimo passo sarà la realizzazione della scheda di figura. A Capo di Ponte si trova il Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica di Capo di Ponte, un laboratorio di archeologia sperimentale fondato nel 1975 da Ausilio Priuli, che custodisce una ricca documentazione di rilievi (circa 1.000), foto (circa 35.000 diapositive, comprensive dell’arte rupestre di altre località italiane e straniere, e 2.000 foto digitali), calchi e frottages che illustrano l’arte rupestre camuna dal Paleolitico fino all’avvento del Cristianesimo. Nell’ambito delle attività di ricerca scientifica condotta dal Museo, particolare attenzione è stata dedicata all’individuazione ed all’elaborazione di nuove metodologie di schedatura e catalogazione delle incisioni rupestri, non solo camune, ma anche alpine e italiane. Per evitare danneggiamenti delle rocce incise e dei documenti e per realizzare riproduzioni il più possibile fedeli e quindi fruibili in termini scientifici, sono stati elaborati e adattati ad ogni specifica esigenza il metodo del frottage e della riproduzione fotografica a luce radente artificiale. I risultati delle attività di ricerca e di rilevamento delle manifestazioni di arte preistorica camuna, italiana e di molti altri paesi è confluita in una Banca dati-immagini multimediale dell’arte preistorica camuna, nata nel 1989 presso il Museo. Le iniziative sopra descritte appaiono sostanzialmente finalizzate allo studio degli aspetti iconografici e cronologici dell’arte rupestre, mentre affrontano solo marginalmente gli aspetti conservativi, che risultano invece di fondamentale importanza per poter preservare nel tempo questo patrimonio, unico al mondo per ricchezza ed estensione. Inoltre, negli studi sopra citati, l’analisi delle incisioni è limitata il più delle volte a singole porzioni della roccia e non al contesto complessivo nel quale esse sono inserite. Per tale motivo il software IRWeb è stato realizzato utilizzando la Carta del Rischio del Patrimonio Culturale, dalla quale sono state attinte le terminologie relative ai rischi intrinseci ed estrinseci delle superfici lapidee, poi adattate alle particolari caratteristiche delle rocce incise. Inoltre la metodologia che sta alla base di IRWeb è basata su un approccio di tipo “topografico”, che prevede la suddivisione della roccia in “zone” e consente, pertanto, di ubicare e localizzare sempre con precisione le singole raffigurazioni all’interno del palinsesto lapideo. Innovativo risulta infine anche l’utilizzo dell’elaborazione grafica informatizzata, tramite vettori, dei dati conservativi, efficace per documentare e visualizzare graficamente la localizzazione e la tipologia dei danni e programmare gli interventi di restauro. Il monitoraggio conservativo delle rocce incise: obiettivi e risultati attesi Nell’ottica di una sempre più efficace politica di integrazione e ottimizzazione delle risorse e delle iniziative culturali si auspica la creazione di un Catalogo condiviso, nel quale fare confluire tutti i dati attualmente disponibili sull’arte rupestre della Valle Camonica. Nel corso dell’elaborazione del presente Piano di Gestione il Gruppo di lavoro tecnicoscientifico, formato da Centro Camuno di Studi Preistorici, Dipartimento Valcamonica e Lombardia, Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo” e Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica, ha convenuto sull’esigenza di aderire alla catalogazione IRWeb per un catalogo unificato dell’arte rupestre. Il Catalogo unificato si propone come obiettivo primario il continuo monitoraggio 137 dello stato di conservazione delle rocce incise e rappresenta lo strumento ideale per coniugare la conoscenza e la tutela del bene con lo sviluppo integrato delle risorse della Valle. 6.4.2 Il patrimonio archeologico e storico-artistico La catalogazione dei beni storico-artistici da parte degli Enti locali Il progetto Leader II, Azione 7, Inventario e valorizzazione di edifici storici ha riguardato, nel periodo 1999-2001, la creazione di un archivio finalizzato alla conoscenza dei numerosi edifici di interesse storico e architettonico diffusi in Valle Camonica. Anche per questo ricco patrimonio è stata avviata la compilazione di schede della Carta del Rischio per verificarne lo stato di conservazione ai fini di una pianificazione conservativa mirata. Per il triennio 2002-2004 il Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano ha proseguito l’attività di catalogazione degli edifici di interesse storico-artistico della Valle affiancando alla compilazione di nuove schede della Carta del Rischio la compilazione di schede “A - Beni Architettonici” del SIRBeC (Sistema Informativo Regionale Beni Culturali) della Regio- ne Lombardia. Tale sistema concorre, insieme alle Soprintendenze presenti sul territorio e ai sistemi informativi di altre Regioni, alla realizzazione del Catalogo Unico Nazionale. Anche le schede del SIRBeC, conservate sia presso la Regione Lombardia sia presso il Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano, prevedono, accanto alla tradizionale documentazione fotografica (B/N e diapositive), l’uso della fotografia digitale. Gli interventi di valorizzazione e restauro dei beni archeologici e storico-artistici da parte degli Enti locali, in collaborazione con le Soprintendenze La Valle Camonica possiede, come detto, oltre all’arte rupestre un ricco patrimonio storico e culturale di immenso valore che lo Stato e le Amministrazioni locali provvedono a tutelare, a conservare ed a valorizzare con interventi e progetti di varia natura. In particolare, tra il 2002 ed il 2003 sono stati realizzati alcuni progetti a valenza comunitaria che hanno interessato il restauro di edifici sacri nei comuni di Breno, Bienno, Niardo, Capo di Ponte ed Edolo. Per la valorizzazione del patrimonio archeologico e dei siti archeologici di età romana della Media Valle Camonica è stato invece Tabella tratta da: Piano di Sviluppo Socio Economico della Comunità Montana di Valle Camonica, 2001 Progetto Descrizione Costi Competenza Restauro degli edifici Comune di Breno - Chiesa di S. Antonio; Comune di Bienno - Chiesa di S. Maria; Frati Minori Cappuccini Convento dell’Annunciata; Parrocchia di Breno - Chiesa di S. Valentino; Parrocchia di Breno - Chiesa di S. Maurizio; Parrocchia di Niardo - Chiesa di S. Giorgio; Parrocchia di EdoloChiesa di S. Maria; Parrocchia di Capo di Ponte - Chiesa di S. Rocco. L. 1.177.478.980 (F.E.S.R.). Cofinanziamento enti del 50%. Gruppo di Azione Locale (GAL) Ristrutturazione della casa natale del Beato Innocenzo da destinare a centro culturale intercomprensoriale Si tratta del recupero di alcuni fabbricati ubicati nel centro storico del Comune di Niardo; il centro si propone quale elemento propulsivo per la divulgazione e lo sviluppo di percorsi tematici inerenti il turismo religioso. L. 1.600.000.000 Comune di Niardo l. 102/90 ex art. 13 L. 600.000.000 fondi comunali Totale L. 2.777.478.980 138 promosso un Accordo di Programma tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e gli Enti locali (Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica, Comune di Cividate Camuno, di Breno, di Berzo Inferiore, di Bienno), adottato il 20 maggio 2003 e definitivamente sottoscritto il 9 febbraio 2005. Nell’ambito di questa iniziativa sono stati programmati numerosi interventi che vanno dal restauro alla realizzazione di percorsi di visita, come sotto specificato. Tabella elaborata sulla base di dati forniti dalla Comunità Montana di Valle Camonica. Titolo dell’Intervento Costo dell’Intervento Tipologia di Finanziamento Soggetti Attuatori Stato di attuazione Apertura al € 3.523.268,97 pubblico del Teatro e dell’Anfiteatro di Cividate Camuno – MiBAC Fondi Lotto 98-2000: € 2.877.697,85; – Regione Lombardia FRISL, Iniziativa 93-95: € 645.571,12 Comune di Cividate Camuno Completato Restauro e sistemazione a Parco Archeologico del Santuario di Minerva in Breno € 916.820,52 – Contributo della Fondazione CARIPLO, anno 2002 alla Provincia di Brescia e al Comune di Breno: € 413.165,52 – MiBAC Fondi 8‰, anno 2003: € 480.655,00 – Contributo della Fondazione CARIPLO, anno 2003 al MiBAC: € 23.000,00 Comune di Breno; Ministero per i Beni e le Attività Culturali Completato Studio di fattibilità del modello gestionale € 20.000,00 Regione Lombardia L.r. 39/1974 - anno 2005 Provincia di Brescia Presentazione entro fine 2005 Percorso ciclo € 728.000,00 pedonale DarfoBreno, con galleria in territorio di Cividate Camuno – Provincia di Brescia e Comune di Cividate Camuno: € 228.000,00 (50% ciascuno anno 2004); – Regione Lombardia- Fondo AdPQ: € 500.000,00 Provincia di Brescia Inizio lavori entro novembre 2004 Arredo urbano di € 573.422,09 Piazza Fiamme Verdi, via Lungoglio, via Ponte Vecchio e Piazza Bertolassi (Cividate Camuno), previa verifica e scavo archeologico, di intesa con la Soprintendenza – Regione Lombardia- Fondo AdPQ: € 200.000,00; – Regione Lombardia l.r.39/1991: € 86.711,09 – Comune di Cividate Camuno: € 286.711,00 Comune di Cividate Camuno Progetto definitivo ed esecutivo entro il 2004; appalto ed inizio lavori nel 2005 Acquisto di un € 1.446.079,31 edificio sito in Cividate Camuno con destinazione formativo-culturale ed incubatore di impresa – Comune di Cividate Camuno (Mutuo Cassa Depositi e Prestiti): € 1.446.079,31 Comune di Cividate Camuno Stipulato contratto preliminare d’acquisto da parte del Comune di Cividate Camuno 139 Titolo dell’Intervento Costo dell’Intervento Tipologia di Finanziamento Soggetti Attuatori Stato di attuazione Sistemazione di parte del Castello di Breno a centro di informazione e divulgazione archeologica II Lotto € 310.000,00 – Regione Lombardia l.r.39/1984: € 155.000,00 – CARIPLO: € 70.000,00 – Camera di Commercio di Brescia: € 75.000,00 – Comune di Breno: € 10.000,00 Comune di Breno Fine lavori agosto 2004 Sistemazione di parte del Castello di Breno a centro di informazione e divulgazione archeologica III Lotto € 270.000,00 – Regione Lombardia FRISL, 2002-2004 Iniziativa b) Beni e infrastrutture culturali ai sensi l.r. 33/91: € 141.755,50 – Camera di Commercio di Brescia: € 51.645,70 – Comune di Breno: € 76.598,80 Comune di Breno Progetto esecutivo esistente; appalto ed inizio lavori nel 2005 e fine lavori entro il 31-12-2005 Totale € 7.787.590,89 Nell’ambito dell’Accordo sono stati altresì stanziati fondi per la realizzazione di itinerari culturali nei Comuni di Bienno e di Berzo Inferiore non interessati alla gestione integrata Stato-Enti locali, come di seguito specificato. Tabella elaborata sulla base di dati forniti dalla Comunità Montana di Valle Camonica. Titolo dell’Intervento Costo dell’Intervento Tipologia di Finanziamento Soggetti Attuatori Stato di attuazione Ristrutturazione e restauro conservativo della fucina “Ex Comensoli” in via Artigiani e recupero funzionale della fucina da ferro “Già Franzoni” in via Artigiani € 480.435,41 – Regione Lombardia FRISL, 2002-2004 Iniziativa b) Beni e infrastrutture culturali ai sensi l.r. 33/91: € 286.015,44; – Comune di Bienno: € 91.551,47; – Comunità Montana: € 102.868,50 Comune di Bienno Lavori già iniziati; fine lavori entro il settembre 2004 Sistemazione € 125.000,00 straordinaria del Vaso Re e percorso culturale didattico “Vaso Re” – Regione Lombardia, l.r. 39/91 € 62.500,00; – Comune di Bienno: € 62.500,0 Comune di Bienno Progetto esecutivo esistente; appalto ed inizio lavori nel novembre 2004 e fine lavori entro il 30-062005 Recupero conservativo dei ruderi del sito storico di S. Michele (Berzo Inferiore) € 249.922,74 – Regione Lombardia, l.r. 39/91: € 100.000,00; – Comune di Berzo Inferiore: € 149.922,74 Comune di Berzo Inferiore Progetto esecutivo esistente; inizio lavori nel 2005 e fine lavori entro il 31-12-2005 Totale € 855.358,15 140 della Valle Camonica: la valorizzazione delle sue tradizioni storiche e culturali, il potenziamento dei servizi ai cittadini e delle capacità attrattive del territorio. Tra il 2001 ed il 2004 sono stati promossi interventi di recupero del patrimonio storico-artistico della Valle con il finanziamento degli interventi di seguito descritti. La Comunità Montana di Valle Camonica tra il 2001 ed il 2004 ha destinato gran parte delle risorse derivanti dalla Legge Regionale sulla Montagna (L.r. 10/98), per il finanziamento di interventi proposti dalle amministrazioni comunali della Valle Camonica, con la precisa volontà di sostenere la progettazione delle infrastrutture riconosciute prioritarie da ogni singola realtà locale. La Comunità Montana è dunque impegnata a riaffermare la vera prospettiva di sviluppo Tabelle elaborate sulla base di dati forniti dalla Comunità Montana di Valle Camonica. Anno 2001 Descrizione dell’intervento Importo del Progetto Contributo della Comunità Montana Intervento nel Comune di Malegno - Restauro di manufatti presso il Museo locale “Le Fudine” € 12.911,42 € 3.747,15 Totale € 12.911,42 € 3.747,15 Anno 2002 Descrizione dell’intervento Importo del Progetto Contributo della Comunità Montana Ristrutturazione e restauro conservativo della Fucina Museo “Ex Comensoli-Africani” sita in via Artigiani a Bienno € 205.197,00 € 102.598,50 Totale € 205.197,00 € 102.598,50 Anno 2003 Descrizione dell’intervento Importo del Progetto Contributo della Comunità Montana Progetto di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo della Torre Medioevale a Cividate Camuno € 209.165,04 € 104.582,00 Totale € 209.165,04 € 104.582,00 Anno 2004 (interventi da realizzare nel 2005-2006) Soggetto richiedente Descrizione dell’intervento Importo del Progetto Contributo della Comunità Montana Parrocchia di S. Maria Nascente Edolo Lavori di recupero e restauro conservativo della Chiesa di S. Sebastiano € 217.355,60 € 50.000,00 Parrocchia di S. Andrea Apostolo Malegno Restauro e risanamento conservativo della Chiesa di S. Andrea € 223.710,40 € 50.000,00 141 Soggetto richiedente Descrizione dell’intervento Importo del Progetto Contributo della Comunità Montana Comune di Losine Restauro conservativo della Chiesetta € 121.800 di S. Maria, loc. Tezze € 40.480,00 Parrocchia dei SS. Gregorio e Fedele Cortenedolo Lavori di recupero e restauro conservativo del santuario di S. Sebastiano e S. Rocco € 161.954,10 € 50.000,00 Parrocchia S. Martino Vezza d’Oglio Restauro e risanamento conservativo della Chiesa di S. Antonio da Padova in loc. Cormignano € 69.787,10 € 24.554,16 Comune di Bienno Rifacimento tetto e locali soprastanti la Chiesa della Maddalena - Colle Cristo Re € 64.432,80 € 19.800,00 Parrocchia di S. Lorenzo a Sonico Restauro conservativo del Santuario Madonna di Pradella € 180.000,00 € 50.000,00 Parrocchia SS. Faustino e Giovita a Darfo Boario Terme Manutenzione straordinaria, adeguamento impianti della Chiesa di S. Bernardo a Pellalepre € 173.500,00 € 50.000,00 Parrocchia di S. Michele Arcangelo a Gianico Restauro dell’organo del Santuario della Madonna del Monte € 115.000,00 € 44.000,00 Parrocchia di S. Antonio Abate a Pian Camuno Restauro e consolidamento del pronao della Chiesa di S. Giulia € 14.548,00 € 4.840,00 Parrocchia di S. Lorenzo a Angolo Terme Restauro e risanamento conservativo del Santuario “Madonna della Visitazione” € 90.714,64 € 36.285,86 Totale € 1.431.802,64 € 419.960,02 7. ANALISI DELLE RISORSE 7.1 Risorse ordinarie per la conservazione Sono di seguito elencati per ciascun Parco gli investimenti annuali per il triennio 20022004 relativi alla gestione, alla manutenzione, alla conservazione, alla ricerca ed alla valorizzazione. Si ricorda che la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia destina ogni anno parte dei propri fondi alla conservazione, alla tutela, alla valorizzazione ed alla ricerca non solo all’interno dei Parchi Nazionali ma anche, più in generale, nei siti di arte rupestre e sui contesti archeologici preistorici e protostorici in tutto il territorio della Valle. 142 Non vengono qui presi in esame i bilanci della Soprintendenza relativi al restante patrimonio archeologico di età romana e altomedievale presente in Valle. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, Capo di Ponte La Soprintendenza provvede alla manutenzione ordinaria, al restauro, alla documentazione delle rocce incise, alle indagini archeologiche ed alla gestione dei Parchi Nazionali della Valle Camonica, con fondi erogati dal Ministero sulla base di progetti annuali inseriti in Piani triennali. Il bilancio annuale dell’anno 2002 ha compreso le seguenti voci di spesa, per complessivi € 519.333,88: Titolo Importo euro Manutenzione e gestione dei Parchi € 15.490,00 Funzionamento (acqua/luce/riscaldamento/telefono/materiali di facile consumo etc.) € 10.000,00 Manutenzione delle aree a verde € 11.213,88 Indagini archeologiche, documentazione, restauro e valorizzazione (nell’intera Valle Camonica) € 67.140,00 Restauro del Masso dei Corni Freschi - Darfo Boario Terme € 15.490,00 Spese per il personale (circa) € 400.000,00 TOTALE € 519.333,88 Il bilancio annuale dell’anno 2003 ha compreso le seguenti voci di spesa, per complessivi € 588.042,00: Titolo Importo euro Manutenzione e gestione dei Parchi € 25.820,00 Funzionamento (acqua/luce/riscaldamento/telefono/materiali di facile consumo etc.) € 10.000,00 Manutenzione delle aree a verde € 12.472,00 Indagini archeologiche, documentazione, restauro e valorizzazione (nell’intera Valle Camonica) € 67.140,00 Scavo archeologico e valorizzazione del Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo € 56.810,00 Mostra “Incisioni e siti rupestri in Valcamonica. Nuove prospettive di ricerca”, Milano 14 ottobre 2003 - 9 gennaio 2004 € 15.800,00 Spese per il personale (circa) € 400.000,00 TOTALE € 588.042,00 Il bilancio annuale dell’anno 2004 ha compreso le seguenti voci di spesa, per complessivi € 535.737,00: Titolo Importo euro Manutenzione e gestione dei Parchi € 20.660,00 Funzionamento (acqua/luce/riscaldamento/telefono/materiali di facile consumo etc.) € 10.000,00 Manutenzione delle aree a verde € 12.787,00 Indagini archeologiche, documentazione, restauro e valorizzazione (nell’intera Valle Camonica) € 72.300,00 143 Titolo Importo euro Scavo archeologico e valorizzazione del Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo € 30.990,00 Edizione di un opuscolo nell’ambito della Grande Rassegna Espositiva “Moda, costume e bellezza nell’Italia antica”, promossa dalla Direzione Generale per i Beni Archeologici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali € Spese per il personale (circa) € 384.000,00 TOTALE € 535.737,00 Le spese per il personale statale addetto ai Parchi nel 2004 si riferiscono a n. 19 unità a tempo pieno (1 assistente tecnico-scientifico, 17 addetti alla vigilanza, 1 addetto alle lavorazioni) ed 1 unità a tempo parziale (direttore). A questi si devono aggiungere le unità amministrative, il personale tecnico e l’addetto alla sicurezza la cui spesa non è scorporabile e quindi non indicata, in quanto si tratta di personale operante nella sede centrale della Soprintendenza, seppure con competenze anche sui Parchi Nazionali. Totale Spese Triennio 2002-2004: € 1.643.112,88 Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo L’Ente gestore della Riserva è il Consorzio Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo che, per quanto riguarda il personale, ha attivato Convenzioni con Enti locali per l’utilizzo congiunto delle risorse umane e dei servizi. 5.000,00 In particolare sono stati affidati al Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte, tramite una Convenzione, la Direzione Scientifica della Riserva, la gestione della Ricerca, della Banca Dati e dei servizi medio-alti di informazione. Il Direttore della Riserva nominato è Dipendente dal Centro Camuno, che ne garantisce in tal modo la continuità delle prestazioni. La Società Do.Net, con specifica Convenzione della durata di 6 anni, si occupa della gestione ordinaria dell’area museale (sia aperta che chiusa) fornendo i seguenti servizi: custodia, pulizia, manutenzione del patrimonio, vigilanza, biglietteria ed informazione, promozione turistica a fronte (come pagamento per queste prestazioni) dell’utilizzo degli spazi museali (biglietteria, servizi educativi, ristoro), purché svolti nell’ambito dei fini statutari del Museo-riserva. Il Comune di Ceto incarica, con delibera, un proprio dipendente a svolgere attività di Segreteria ed Amministrazione del Consorzio. Il bilancio annuale dell’anno 2002 ha compreso le seguenti voci di spesa, per complessivi € 101.869,80: Gestione Ordinaria Capitolo Gestione ordinaria 144 Titolo Importo euro Copertura finanziaria € 10.000,00 (fondi provenienti dall’Assessorato Pianificazione ambiente e Gestione Parchi legge 86/83 Contributo Conto Corrente anno 2002) Interventi in Conto Capitale Capitolo Titolo Importo euro Copertura finanziaria Interventi di dotazione strutturale della Riserva Manutenzione straordinaria € 20.658,24 (fondi provenienti dall’Ass. Pianificazione ambiente e Gestione Parchi legge 86/83) Creazione Passerella € 14.711,56 (fondi propri del Consorzio provenienti dai 3 Comuni, dalla Comunità Montana di Valle Camonica e dall’Assessorato Culture della Regione Lombardia sulla Legge 39) Attività didattiche Progetto Comunicazione / I Lotto area museale € 10.700,00 (fondi propri del Consorzio provenienti dai 3 Comuni e dell’Assessorato Culture RL) Interventi di ricerca, Inventariazione, Studi Aggiornamento Cartografia ed inventario delle superfici istoriate € 5.800,00 Campagna di scavi e ricerche area di Zurla e Pla de Plaha € 30.000,00 (fondi provenienti dall’Ass. Pianificazione ambiente e Gestione Parchi legge 86/83 Contributo Conto Corrente anno 2001 e del Centro Camuno di Studi Preistorici - Dipartimento Valle Camonica e dalla cooperativa “Le orme dell’Uomo”) TOTALE € 91.869,80 Il bilancio annuale dell’anno 2003 ha compreso le seguenti voci di spesa, per complessivi € 376.269.00: Gestione Ordinaria Capitolo Titolo Gestione ordinaria Importo euro Copertura finanziaria € 7.000,00 (fondi provenienti dall’Ass. Pianificazione ambiente e Gestione Parchi legge 86/83 Contributo Conto Corrente anno 2003) Interventi in Conto Capitale Capitolo Titolo Importo euro Copertura finanziaria Interventi di dotazione strutturale della Riserva Creazione servizi igienico-sanitari all’interno della Riserva € 80.000,00 (fondi provenienti dall’Ass. Pianificazione ambiente e Gestione Parchi legge 86/83 Contributo Conto Capitale anno 2003) 145 Capitolo Attività didattiche Titolo Importo euro Copertura finanziaria Dotazione sedia elevatrice per portatori di Handicap € 4.000,00 (fondi provenienti dai 3 Comuni e dalla Comunità Montana di Valle Camonica) Realizzazione del progetto di nuovo allestimento museale € 8.000,00 (fondi provenienti dall’Assessorato alle Culture della Regione Lombardia) Revisione Piano Riserva € 10.000,00 (fondi provenienti dall’Ass. Pianificazione ambiente e Gestione Parchi legge 86/83 Contributo Conto Capitale anno 2003) Creazione area e strutture di accoglienza (restauro n. 3 cascinali) € 216.769,00 (Fondi provenienti dall’Unione Europea nell’ambito dell’ob. 2 / aree protette e compartecipati finanziariamente dai 3 Comuni) Festa della Preistoria nei 3 Paesi € 3.500,00 (fondi provenienti dalla Provincia di Brescia e dai 3 Comuni della Riserva) € 25.000,00 Camera di Commercio, Industria ed Artigianato di Brescia Interventi di Ricerca, Restauro di rocce istoriate Inventariazione, Studi Aggiornamento Cartografia ed inventario delle superfici istoriate € 5.000,00 Campagna di scavi e ricerche area di Zurla e Paspardo € 10.000,00 (fondi provenienti dall’Ass. Pianificazione ambiente e Gestione Parchi legge 86/83 Contributo Conto Corrente anno 2003 e del Centro Camuno di Studi Preistorici-Dipartimento Valle Camonica e dalla cooperativa “Le orme dell’Uomo”) TOTALE € 369.269,00 Il bilancio annuale dell’anno 2004 ha compreso le seguenti voci di spesa, per complessivi € 239.500,00: Gestione Ordinaria Capitolo Gestione ordinaria 146 Titolo Importo euro Copertura finanziaria € 20.000,00 (fondi provenienti dall’Ass. Pianificazione ambiente e Gestione Parchi legge 86/83 Contributo Conto Corrente anno 2004) Interventi in Conto Capitale Capitolo Titolo Interventi di dotazione strutturale della Riserva Dotazioni dell’Area di Accoglienza di € 130.000,00 Figna (sistemazione I parte strada, unitamente ai allacciamenti idrici ed elettrici) successivi 3 interventi Accordo Quadro StatoRegione Apertura di una nuova area di visita al “Capitello due Pini - Dos di Custapeta - Triplane” a supporto della visita dell’area di Dos di Custapeta Accordo Quadro StatoRegione Manutenzione piazzola di accoglienza ed informazioni a Foppe di Nadro Accordo Quadro StatoRegione Sistemazione dei terrazzamenti limitrofi ai tre cascinali, pulizia del castagneto e collegamento pedonale delle tre strutture Accordo Quadro StatoRegione Attività didattiche Interventi di Ricerca, Inventariazione, Studi Importo euro Copertura finanziaria Manutenzione straordinaria del viottolo di accesso alla Riserva: settore di Foppe di Nadro. € 40.000,00 (fondi provenienti dall’Ass. Pianificazione ambiente e Gestione Parchi legge 86/83 Contributo Conto Capitale anno 2004) Creazione della pannellonistica didattica dell’area archeologica di Campanine € 7.000,00 (fondi provenienti dall’Assessorato alle Culture della Regione Lombardia) Progetto didattico “A scuola con la Riserva” € 3.500,00 (fondi propri del Consorzio provenienti dai 3 Comuni) Festa della Preistoria nei 3 Paesi € 3.000,00 (fondi provenienti dalla Provincia di Brescia e dai 3 Comuni della riserva) Aggiornamento Cartografia ed inventario delle superfici istoriate € 6.000,00 Campagna di scavi e ricerche area di Zurla e Paspardo € 10.000,00 (fondi provenienti dall’Ass. Pianificazione ambiente e Gestione Parchi legge 86/83 Contributo Conto Corrente anno 2004 e del Centro Camuno di Studi Preistorici-Dipartimento Valle Camonica e dalla cooperativa “Le orme dell’Uomo”) TOTALE € 219.500,00 147 Nel bilancio annuale della Riserva non è compresa la spesa per il personale (1 addetto alla didattica ed 1 alla sorveglianza, a tempo pieno), fornito dalla società Do.Net che gestisce i servizi della Riserva. Questo capitolo di spesa, pari a circa € 40.000,00 all’anno, è finanziato attraverso gli introiti derivanti dalle attività e dai servizi al pubblico. Inoltre altre attività ed iniziative non comprese nei bilanci vengono di volta in volta promosse e sostenute da Sponsor e/o Enti locali, quali ad esempio i Comuni che compongono il Consorzio. Per l’anno 2005 la Riserva prevede una serie di interventi che riguardano la creazione di un’Area di Accoglienza a Figna (per la quale saranno restaurati dei cascinali), la sistemazione della sentieristica nell’area del Capitello dei Due Pini, la dotazione di servizi igienici per l’area di Foppe di Nadro, la creazione di un’area attrezzata per i portatori di handicap motori e visivi e la georeferenziazione della sentieristica storica. Totale Spese Triennio 2002-2004: € 717.638,80 Parco Comunale di Luine, Darfo Boario Terme Gli investimenti annuali, in carico all’Amministrazione Comunale per la gestione ordinaria del Parco, ammontano a circa € 26.000,00 (anno 2003) e comprendono la spesa per il personale addetto alla vigilanza ed alla manutenzione (1 unità) e per le attività di custodia, di sorveglianza e di manutenzione. Totale Spese Triennio 2002-2004: € 72.000,00 luppo della Valle Camonica, del Sebino e della Valle Cavallina, di Darfo Boario Terme-BS, su fondi del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per lo Sviluppo, Legge 236/93). Parco Comunale di Sellero Nessuna spesa (non è previsto un bilancio per il Parco, non ancora allestito). Parco pluritematico del “Còren de le Fate”, Sonico Nessuna spesa (non è previsto un bilancio per il Parco). Per il 2005 il comune di Sonico intende investire circa € 5.000,00 per un progetto da realizzare con le scolaresche per sensibilizzare le nuove generazioni alla conoscenza e al rispetto del patrimonio di arte rupestre. L’iniziativa prevede un corso teorico ed una parte pratica articolata in visite e in attività di pulizia dell’area del Parco pluritematico del “Còren de le Fate”. Si ricorda che l’allestimento del Parco, che è compreso nell’area del Parco dell’Adamello, è stato promosso e sostenuto dall’amministrazione di quest’ultimo Ente. I fondi per i Parchi comunali sopra citati sono stanziati in quota parte dalla Regione Lombardia, dai singoli Comuni, dalla Comunità Montana di Valle Camonica e dal BIM (Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero di Valle Camonica). Non è possibile quantificare eventuali elargizioni di Enti bancari o privati che, per quanto noto, sono generalmente finalizzate all’edizione di testi e all’organizzazione di Convegni. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, Capo di Ponte 7.2 Risorse naturali ed ambientali Il Parco è in corso di costituzione e non dispone ancora di fondi di bilancio annuali per il personale, per la manutenzione e per la valorizzazione. Per la sua realizzazione (creazione di percorsi di visita, allestimento di pannelli e di supporti didattici, edificazione delle strutture di accoglienza visitatori) il Comune di Capo di Ponte dispone per il 2005 di un finanziamento straordinario di € 520.000,00 (erogato dalla SECAS S.p.A. - Società di Intervento per lo Svi- Il territorio della Provincia di Brescia è molto vasto ed è articolato in tre ambiti differenti: la pianura, la fascia prealpina e la fascia alpina. Il territorio montano è amministrativamente organizzato in cinque comunità montane: Valle Camonica, Valle Trompia, Valle Sabbia, Alto Garda Bresciano e Sebino Bresciano. Il territorio della Valle Camonica è ricco di emergenze naturalistiche. Questa ricchezza è sancita dalla presenza sul territorio camuno di 17 Siti di Interesse Comunitario (Direttiva Ha- 148 bitat 42/93/CEE) e quattro Zone di Protezione Speciale (Direttiva Uccelli 79/409/CEE). La presenza di un Parco Nazionale (il Parco Nazionale dello Stelvio) e di un Parco Regionale (Parco Regionale dell’Adamello) oltre che di un Parco Locale di Interesse Sovracomunale (il Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Barberino) fa sì che il territorio del versante orografico sinistro della Valle Camonica sia per lo più sottoposto a regimi di tutela, seppure, di diverso livello. Situazione opposta è quella del versante orografico destro della Valle Camonica che vede la presenza di due Riserve regionali ai suoi estremi settentrionale e meridionale (la Riserva Naturale delle Valli di S. Antonio a nord e quella dei Boschi del Giovetto a sud) e del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro al- l’estremità meridionale, senza avere peraltro alcun livello di protezione nella sua porzione centrale sebbene essa sia adiacente al Parco Regionale delle Orobie Bergamasche e al Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi. La fascia prealpina, insieme al fondovalle del corso superiore del fiume Oglio, è stata classificata tra le Aree di rilevanza ambientale ai sensi della L.r. 86/83. La Valle Camonica ha una superficie boschiva costituita in prevalenza da resinose e da latifoglie governate a ceduo, mentre le fustaie di latifoglie sono poco diffuse. Attualmente in Valle Camonica operano diversi Consorzi Forestali che coprono la totalità del territorio, garantendo una gestione razionale del bosco di proprietà comunale: N. Denominazione Anno di costituzione Anno di riconoscimento Comuni soci Superficie 1 Consorzio Forestale Alta Valle Camonica 1994 1996 n. 7 38.036 ha 2 Consorzio Forestale Valle Allione 1996 1997 n. 6 + E.R.S.A.F. (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste) 13.441 ha 3 Consorzio Forestale Pizzo Camino 1998 1998 n. 6 + E.R.S.A.F. (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste) 12.001 ha 4 Consorzio Forestale Bassa Valle Camonica 1999 1999 n. 9 18.512 ha 5 Consorzio Forestale Pizzo Badile 2000 2001 n. 7 16.882 ha 6 Consorzio Forestale Due Parchi 2002 2004 n. 6 28.379 ha I comuni soci dei Consorzi Forestali della Valle Camonica sono: 1. Consorzio Forestale Alta Valle Camonica: Berzo Demo; Cedegolo; Cevo; Corteno Golgi; Edolo; Saviore; Sonico 2. Consorzio Forestale Valle dell’Allione: Capo di Ponte; Cerveno; Malonno; Ono S. Pietro; Paisco Loveno; Sellero 3. Consorzio Forestale del Pizzo Camino: Angolo Terme; Borno; Lozio; Malegno; Ossimo; Piancogno 4. Consorzio Forestale Bassa Valle Camonica: Artogne; Berzo Inferiore; Bienno; Cividate Camuno; Darfo Boario Terme; Esine; Gianico; Pian Camuno; Prestine 5. Consorzio Forestale del Pizzo Badile Camuno: Braone; Breno; Ceto; Cimbergo; Losine; Niardo; Paspardo 6. Consorzio Forestale Due Parchi: Incudine; Monno; Ponte di Legno; Temù; Vezza d’Oglio; Vione 149 I Consorzi hanno molteplici finalità, tutte di estrema importanza per la manutenzione del patrimonio boschivo e per la gestione delle problematiche idrogeologiche e rappresentano uno strumento di sviluppo occupazionale per la Valle. Inoltre presso la Comunità Montana di Valle Camonica a Breno è presente una sede operativa dell’ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste), un Ente strumentale della Regione Lombardia, istituito con la L.r. n. 3/2002, che svolge attività tecniche e promozionali per lo sviluppo dei settori agricolo, forestale e del territorio rurale. Le risorse idriche rappresentano un capitolo importante nell’economia della Valle: numerosi laghi, sia naturali sia artificiali, sono sfruttati per la produzione di energia idroelettrica. I principali bacini artificiali in alta quota sono quelli alimentati dai torrenti Avio (Avio, Benedetto, Venerocolo, Pantano d’Avio), Remulo (Baitone, Lungo, Rotondo, Bianco) e Poia (Dosazzo, Salarno, Arno). A questi si possono aggiungere le grandi vasche di accumulo idrico situate presso le centrali elettriche di Edolo e di S.Fiorano, a ridosso del corso dell’Oglio. Va osservato che tale sistema di invaso e di accumulo idrico incide negativamente sull’equilibrio idrologico della Valle, sia perché riduce in modo considerevole la portata di deflusso dei torrenti sia perché sposta ciclicamente masse di acqua da un bacino all’altro per le necessità della produzione idroelettrica. Va precisato comunque che le modalità di prelievo delle acque dai bacini in alta quota sono regolate secondo i parametri di portata fissati dall’Autorità di Bacino del Po. 7.3 Cultura intangibile: eventi, produzione culturale, usi e costumi Grazie alle Istituzioni culturali presenti in Valle (Istituti di ricerca, Università, Musei e Istituzioni di tutela) e all’impegno di promozione culturale assunto dagli Enti territoriali (Comunità Montana di Valle Camonica e BIM) e dai Comuni, si organizzano in Valle e per la Valle, anche in sedi esterne provinciali, regionali, nazionali e internazionali, qualificate ini150 ziative, alcune delle quali costituiscono da tempo un appuntamento periodico e atteso. Inoltre ogni Comune della Valle promuove nel corso dell’anno mostre di artisti locali e in occasione della festa patronale organizza eventi abbinati alla degustazione di prodotti tipici. Iniziative connesse con il patrimonio d’arte rupestre 2002-2004 Si enumerano di seguito le iniziative connesse con il patrimonio d’arte rupestre e, in senso lato, archeologico, precisando se si tratta di appuntamenti periodici o di iniziative una tantum, legate a scoperte, approfondimenti delle ricerche, attività di divulgazione e valorizzazione. Le iniziative riportate si riferiscono al triennio 2002-2004. Convegni e giornate di studio A partire dal 1968 si sono tenuti in Valle Camonica (e in taluni anni anche all’estero) convegni internazionali sull’arte rupestre organizzati dal Centro Camuno di Studi Preistorici e denominati Valcamonica Symposium (per la lista dei 21 Symposia si veda l’All. 7). 2002 • XX Valcamonica Symposium “Recent Perspectives on the Documentation and Presentation of Rock Art”, tenutosi a Tanum (Svezia). 2004 • XXI Valcamonica Symposium “Arte preistorica e tribale. Nuove scoperte, nuove interpretazioni, nuovi metodi di ricerca”, tenutosi a Darfo Boario Terme dall’8 al 14 settembre 2004. • Le pietre degli dei. Statue-stele dell’età del Rame in Europa. Lo stato della ricerca, Congresso Internazionale, Brescia 16-18 settembre 2004, con escursione di studio in Valle Camonica, organizzato da: Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, Università degli Studi di Milano, Civico Museo Archeologico di Bergamo, Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo”. • Foppe di Nadro sconosciuta: dalla cartografia GPS alle analisi più recenti. Prima giornata di studio sulle incisioni rupestri della Riserva Regionale di Ceto, Cimbergo e Paspardo, organizzata dal Museo della Riserva a Ceto, il 26 giugno 2004. Mostre archeologiche 2002 • “La cultura è uno spazio aperto”, IV Settimana della Cultura, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che prevede aperture straordinarie dei parchi e musei nazionali con ingresso gratuito, dal 15 al 21 aprile. 2003 • 40.000 anni di arte contemporanea, mostra documentaria organizzata dal Centro Camuno di Studi Preistorici a Bruxelles, presso la sede del Parlamento Europeo, dal 18 al 27 marzo 2003. È in previsione una edizione a Brescia, presso il Palazzo del Broletto, nel periodo dal 1° dicembre 2005 al 26 febbraio 2006. • “La cultura è uno spazio aperto”, V Settimana della Cultura, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che prevede aperture straordinarie dei parchi e musei nazionali con ingresso gratuito, dal 5 all’11 maggio. • Incisioni e siti rupestri in Valcamonica. Nuove prospettive di ricerca, mostra organizzata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia con la sponsorizzazione della Banca CARIPLO (14 ottobre 2003 - 9 gennaio 2004), presso la sede della Soprintendenza a Milano. La mostra è stata curata da R. Poggiani Keller (Soprintendenza) e da C. Liborio e M.G. Ruggiero (SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano). 2004 • La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia ha partecipato nel 20032004 alla Grande Rassegna Espositiva Moda, Costume e Bellezza nell’Italia Antica, promossa dalla Direzione Generale per i Beni Archeologici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con l’iniziativa Aspetti del costume incisi sulla pietra. Una storia di 5000 anni, un percorso, dedicato al tema, nel Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte e illustrato dal catalogo: LIBORIO C. - RUGGIERO M. G., Aspetti del costume incisi sulla pietra. Una storia di 5000 anni, Bergamo 2003. • 100 anni di ricerca in Valcamonica: esposizione documentaria organizzata dal Centro Camuno di Studi Preistorici sulle tappe della scoperta, dello studio e della valorizzazione dell’arte preistorica della Valcamonica • • • • (sedi: Boario Terme, dal 1° al 30 settembre 2004 e Milano, dal 7 al 27 febbraio 2005). Il viaggio nel labirinto, mostra documentaria organizzata dal Centro Camuno di Studi Preistorici (Boario Terme, BS - dicembre 2004 - gennaio 2005). “Le arti, i monumenti e il paesaggio”, VI Settimana della Cultura, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che prevede aperture straordinarie dei parchi e musei nazionali con ingresso gratuito, dal 24 al 30 maggio. La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia ha partecipato, nel 2004, con reperti provenienti da complessi d’arte rupestre della Valle Camonica (il santuario megalitico di Ossimo-Pat) alla Mostra internazionale Guerrieri Principi ed Eroi fra il Danubio e il Po dalla Preistoria all’Alto Medioevo, organizzata dalla Provincia Autonoma di Trento, a Trento - Castello del Buonconsiglio, 19 giugno - 7 novembre 2004 (Catalogo Guerrieri Principi ed Eroi fra il Danubio e il Po dalla Preistoria all’Alto Medioevo, a cura di F. MARZATICO e P. GLEIRSCHER, Trento 2004). La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia ha preso parte nel 20042005 alla Grande Rassegna Espositiva Cibi e sapori nell’Italia Antica, promossa dalla Direzione Generale per i Beni Archeologici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con l’iniziativa Cibo per gli Dei, una mostra dedicata al tema delle offerte alimentari nelle manifestazioni di culto dei popoli camuni tra tarda età del Ferro ed epoca imperiale. La sede della mostra era il Museo Archeologico Nazionale di Cividate Camuno (BS). Altre manifestazioni culturali e promozionali della Valle Si elencano le principali iniziative, in particolare quelle che hanno assunto carattere periodico e che si distinguono per essere originali e/o emblematiche dei caratteri specifici dell’identità della Valle Camonica. Mostre d’arte e di pittura • Premio d’arte nazionale Città di Darfo Boario Terme: l’iniziativa, di portata nazionale, si svolge ogni anno nella prima settimana di 151 settembre nel centro storico di Darfo Boario Terme. • Concorso di Pittura Estemporanea, a Darfo Boario Terme: ogni anno, tra luglio e settembre, una frazione della città diventa il soggetto di composizioni pittoriche estemporanee di artisti che dipingono “in loco”. • “Aspettando Santa Lucia” - Concorso di pittura e di disegno per l’infanzia, organizzato dal Comune di Darfo Boario Terme nei mesi di novembre e dicembre. Manifestazioni religiose • “Crucifixus - Festival di Primavera, teatro, musica e tradizioni del sacro”: rassegna che coinvolge numerosi comuni della Valle Camonica ed alcune località delle province di Brescia e Bergamo. L’iniziativa si propone di ritrovare una memoria collettiva nel patrimonio della tradizione teatrale medievale e rinascimentale. • A Cerveno è tipica la Via Crucis vivente, realizzata ogni dieci anni con il coinvolgimento dell’intera popolazione del paese: la preparazione della rappresentazione sacra richiede circa un anno. Questa manifestazione assume un significato particolare anche in ragione del fatto che a Cerveno si trova il Santuario della Via Crucis, dove si possono ammirare le statue a grandezza naturale, realizzate in legno e gesso nel XVIII secolo dagli scultori Beniamino Simoni e da Donato e Grazioso Fantoni. Musica e teatro • Il Canto delle Pietre: rassegna di musica medievale organizzata nell’ottobre 2004, presso la Pieve di San Siro, dal Comune di Capo di Ponte e dall’Assessorato alle Culture della Regione Lombardia. • Ogni anno tra luglio e agosto nel Comune di Sonico nei pressi del Parco “Còren de le Fate” viene messo in scena uno spettacolo teatrale serale che richiama riti medievali. Il percorso per l’occasione è illuminato con torce a petrolio collocate ai lati della strada. • Rassegna Teatrale, organizzata nel periodo tra dicembre ed aprile presso il Centro Congressi ed il Teatro San Filippo di Darfo Boario Terme. 152 • Teatro itinerante, durante il periodo estivo, nella città di Darfo Boario Terme e relative frazioni. • “Famiglie a teatro” - rassegna teatrale per bambini che si svolge a Darfo Boario Terme, presso il Teatro San Filippo, da novembre a febbraio. • “Dallo Sciamano allo Showman” - Festival della canzone comica d’autore, ospitato al Centro Congressi di Darfo Boario Terme nel mese di settembre. • Festival “Città in musica”, a Darfo Boario Terme: la rassegna, che va da marzo a gennaio, prevede numerose manifestazioni concertistiche, musicali e canore, anche di carattere sacro. • “Piccoli grandi artisti: alla scoperta di nuovi talenti”: circuito provinciale di musica, danza, canto ed espressione corporea, organizzato nel mese di settembre presso il Centro Congressi di Darfo Boario Terme. • Concerti di musica jazz organizzati nel mese di luglio 2004 presso il Parco Archeologico del Teatro e dell’Anfiteatro romano a Cividate Camuno dalla locale Pro Loco e dal CRAAC (Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali). • “Viaggio notturno attraverso l’Eneide”, spettacolo teatrale organizzato presso l’Anfiteatro Romano di Cividate Camuno dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, in collaborazione con la Pro Loco e con il Liceo C. Golgi di Breno (primavera 2004). Cinema • “Montagne al Cinema”: rassegna cinematografica di settore e incontri con alpinisti di fama internazionale, organizzata nel mese di giugno a Darfo Boario Terme. • Rassegna di cinema d’essai, presso il cinema Garden di Darfo Boario Terme nel periodo primaverile. Mostre-mercato • Mostra-mercato di Pescarzo: con le mostremercato di Bienno e di Pisogne rappresenta un evento culturale e turistico di straordinaria importanza per la Valle dal 2000. L’iniziativa, promossa con lo slogan “Immaginarti”, si svolge con cadenza annuale nei primi dieci • • • • giorni del mese di agosto, con centinaia di espositori e molteplici iniziative collegate, che hanno attirato in tutte le edizioni migliaia di visitatori (nel 2002: 8000 presenze; nel 2003: 10000; nel 2004: 11000), a conferma dell’importanza di questo appuntamento, divenuto periodico e di grande attrazione. In contemporanea alla rassegna sono previste visite guidate al ricco patrimonio preistorico ed artistico, religioso e naturalistico di Capo di Ponte, a cura della Pro Loco. Si svolge normalmente a cavallo tra i mesi di luglio e di agosto. Mostra-mercato di Bienno: la rassegna fa parte dell’iniziativa “Immaginarti” e si propone di promuovere la tipicità dell’arte e dei mestieri tradizionali della zona, utilizzando come spazi espositivi e laboratori i cortili, le cantine e gli androni del centro storico. Le serate dell’esposizione sono inoltre animate dagli attori di un gruppo teatrale e da musicisti e strumentisti. Mostra-mercato di Pisogne: fa parte del circuito delle mostre-mercato itineranti di Pescarzo e di Bienno ed offre, nel mese di agosto, oltre che esempi significativi della tradizione artigianale camuna anche alcune attrazioni internazionali (nel 2003, ad esempio, ha ospitato i soffiatori di vetro provenienti dal Marocco e le tessitrici di tappeti dal Pakistan). Mostra-mercato di Sellero “Dal Medioevo al Terzo millennio”: rassegna che si svolge tra i mesi di giugno e luglio, affiancata da iniziative culturali (concerti di musica medievale) ed eno-gastronomiche, con degustazione di prodotti tipici locali. Mostra-mercato “Sapori d’autunno”: mostra-mercato dell’arte e dell’artigianato, organizzata a Sellero (località Novelle), nel mese di ottobre. Rassegne zootecniche • Rassegna Bovina a Sonico: ogni due anni viene organizzata nel mese di ottobre questa manifestazione nel corso della quale gli allevatori di Sonico portano il bestiame che viene selezionato da un esperto. L’Amministrazione Comunale con fondi propri e offerti da sponsor locali riconosce a tutti i partecipanti contributi e premi. All’iniziativa prendono parte le scolaresche per assi- • • • • • stere a dimostrazioni di antichi mestieri e per la degustazione di prodotti locali. Rassegna zootecnica di Darfo Boario Terme, località Isola, nel mese di aprile, con esposizione di ovini, caprini, equini e bovini. Alla rassegna è abbinata la degustazione di prodotti tipici della Valle. Manifestazione Zootecnica dell’Alto Sebino a Rogno, nel mese di aprile, con esposizione di bovini di razza frisona e bruna alpina, soggetti a valutazioni e di ovi-caprini solamente in esposizione. Rassegna Zootecnica di Primavera “La capra bionda dell’Adamello”, organizzata in Val Saviore con il contributo del Parco dell’Adamello, della Comunità Montana di Valle Camonica e delle Amministrazioni comunali della Val Saviore. La manifestazione ha come finalità principale la tutela e la valorizzazione di questa razza autoctona dell’area dell’Adamello. Mostra della razza Bruna, Edolo: organizzata nel mese di novembre presso il Centro Zootecnico, con rassegna bovina e dei settori artigianali e commerciali connessi. Alpeggiando, Vezza d’Oglio: fiera di prodotti tipici organizzata nel mese di agosto. Eventi folkloristici e sagre • Sagra del Porsèl e Festa del lardo: giornate di intrattenimenti e degustazioni dei diversi salumi tipici ottenuti dal maiale (in dialetto locale “porsèl”), che si svolgono ad Ossimo Superiore nel mese di dicembre. • Mangialonga, manifestazione organizzata nel mese di aprile nel territorio del Comune di Ossimo. La manifestazione prevede un interessante percorso con un alternarsi di soste per la degustazione di piatti e prelibatezze locali e di una serie di rievocazioni di varie epoche (la Preistoria, il Medioevo, il Cinquecento, l’Ottocento e l’età contemporanea). • Carnevale cittadino di Darfo Boario Terme, con sfilata di carri allegorici e gruppi in maschera. Manifestazioni sportive • Raduno scialpinistico “Rally dell’Adamello”: si tratta di una gara di sci-alpinismo a tecnica classica nata nel 1960, giunta alla sua 45ª 153 • • • • • • • • • edizione (aprile 2005). Il Massiccio dell’Adamello, con i suoi famosi ghiacciai (mediamente a quote intorno ai 3000 metri), costituisce il terreno su cui si sviluppa il percorso. Il comune di Pontedilegno e/o il Passo del Tonale sono le località di partenza e/o di arrivo della gara. Raduno scialpinistico Lunarally “Al chiar di luna”: tradizionale raduno scialpinistico che attira ogni anno numerosi appassionati di questa disciplina al Passo Tonale, nel mese di febbraio. Raduno scialpinistico del Mortirolo: manifestazione non competitiva che si tiene a Monno nel mese di marzo. È giunta quest’anno alla 18ª edizione. Caspolada (o Ciaspolada) al chiaro di luna: suggestiva manifestazione sportiva dedicata agli appassionati delle caspe (racchette da neve), organizzata a Vezza d’Oglio nel mese di gennaio. L’edizione del 2005 ha visto la partecipazione di 3000 iscritti. Skyrace Sentiero 4 luglio (o Maratona del Cielo), a Corteno Golgi: gara di skyrunning (corsa su mulattiere e sentieri di alta quota) della lunghezza di 42,195 km (con un dislivello in salita di 2750 m e, in discesa, di 2880 m), che si svolge nel mese di luglio sulle montagne dell’Alta Valle Camonica. Cross di Vallecamonica: corsa campestre internazionale organizzata nel mese di dicembre dalla Atletica Valle Camonica di Darfo Boario Terme. Nel 2004 si è svolta la 12ª edizione. Meeting Nazionale di Atletica per disabili, Darfo Boario Terme: l’iniziativa, giunta nel 2004 alla 13ª edizione, favorisce l’integrazione dei disabili nel mondo dello sport. Brixia Tour, gara internazionale di ciclismo per professionisti che nel mese di luglio fa tappa a Darfo Boario Terme. Cronoscalata Boario Terme-Angolo, valida per il campionato regionale di ciclismo: nel 2004 si è tenuta nel mese di ottobre. Hunter & Field, gara nazionale di tiro con l’arco. Nell’aprile 2004 il Gruppo Arcieri Alabarde Camune ha curato lo svolgimento della 6ª edizione. 7.4 Risorse organizzative ed intellettuali Le iniziative, quali eventi, produzione culturale, usi e costumi, descritte in dettaglio al 154 paragrafo precedente, sono state realizzate con il sostegno finanziario degli Enti locali, che partecipano attivamente alla promozione del proprio territorio e delle sue risorse culturali e produttive. In alcuni casi queste iniziative vengono realizzate grazie a contributi economici erogati dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Brescia e dagli Istituti Bancari. Importante, ma sicuramente ancora sottostimato, è anche il contributo degli sponsor locali. Le risorse intellettuali sono molteplici e costituite, oltre che dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, che è l’organo di tutela del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, da Istituzioni di ricerca, Associazioni e Cooperative, attive da tempo sul territorio nel promuovere iniziative di divulgazione e attività di presentazione del patrimonio culturale, tramite pubblicazioni, mostre ed incontri. • La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (alla quale sono demandate per legge, a partire dagli inizi del Novecento, la tutela e la ricerca archeologica) è presente stabilmente in Valle Camonica dal 1955, quando fondò il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte, il primo parco archeologico italiano, che pose le basi per la valorizzazione del patrimonio d’arte rupestre che si era venuto scoprendo dal 1909. A questa prima sede si sono aggiunti nel 1965 l’Area demaniale dei Massi di Cemmo, in corso di trasformazione in Parco Archeologico Nazionale (2005), nel 1981 il Museo Nazionale di Cividate Camuno (per la civiltà romana), nel 2003 il Parco Archeologico del Teatro e dell’Anfiteatro di Cividate Camuno. Nel 2006 è prevista l’apertura al pubblico della nuova Area Archeologica nazionale del Santuario di Minerva a Breno, nel 2008 si prevede l’apertura del nuovo Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica in Capo di Ponte. Attraverso questa rete di Musei, Aree e Parchi Archeologici nazionali, la Soprintendenza ha costituito un sistema integrato (con il sistema dei Parchi archeologici e dei Musei di varia tipologia locali) di centri di valorizzazione del patrimonio archeologico della Valle che afferiscono a due poli principali: il polo dell’arte rupestre, che si sviluppa principalmente nella Fig. 149. Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia (“NSAL”), anno 1999-2000; Rivista di Scienze Preistoriche, anno 1999-2000; Aspetti del costume incisi sulla pietra. Una storia di 5000 anni, 2003; Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri. Guida ai percorsi di visita, 2005. 155 Media Valle ma in stretta relazione con la pluralità dei siti d’arte rupestre diffusi su tutta la Valle, e il polo della civiltà romana che si sviluppa nell’area della Civitas Camunnorum (Cividate Camuno e Breno). Per lo svolgimento delle funzioni di tutela e valorizzazione e per le ricerche archeologiche, istituzionalmente condotte su tutto il territorio di competenza ai sensi della vigente legislazione (D. L.vo del 22 gennaio 2004, n. 42, art. 4 c. 1; art. 88 c. 1), la Soprintendenza dispone di personale interno specialistico (archeologi, restauratori, architetti, topografi, fotografi, informatici) e, nelle sedi locali, di specifici uffici tecnici e servizi. Secondo piani pluriennali approvati e finanziati dal superiore Ministero, la Soprintendenza conduce ogni anno interventi, programmati e di salvataggio, nei settori di competenza: – ricerca archeologica, con scavi e indagini su contesti di varia tipologia, anche d’arte rupestre (come i santuari megalitici con stele e massi istoriati calcolitici) ma sempre con particolare attenzione al contesto; – restauro delle rocce con incisioni; – documentazione e catalogazione del patrimonio d’arte rupestre (schedatura IR e IRWeb), a fini soprattutto conservativi; – valorizzazione, con allestimento di mostre, musei e sezioni espositive, Parchi e Aree archeologiche; edizione di contributi scientifici in varie sedi. I risultati di dette ricerche, integrate da indagini e analisi specialistiche (analisi paleobotaniche, dendrocronologiche, datazioni radiometriche, studi geologici, archeometallurgici etc.) di volta in volta ritenute utili per lo studio multidisciplinare dei contesti e affidate a Istituti scientifici e specialisti (Università, CNR, Laboratori), sono pubblicate annualmente nel “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia” (“NSAL”), 1981-2005, su Riviste scientifiche (Fig. 149), Atti di Convegni e monografie, in Italia e all’estero. Delle Istituzioni, Associazioni e Cooperative operanti sull’arte rupestre si ricordano: • Centro Camuno di Studi Preistorici (CCSP), Capo di Ponte: fondato nel 1964 da E. Anati e strutturato con personale dipendente, svolge 156 attività di studio sull’arte rupestre, con annuali campagne di ricerca in vari siti d’arte rupestre della Valle, secondo Piani quinquennali ed annuali approvati periodicamente dalla competente Soprintendenza, con la quale il Centro ha stipulato una Convenzione quinquennale nel 1994. A queste iniziative partecipano anche équipes internazionali. Inoltre svolge attività didattica e di divulgazione, organizzando tra l’altro mostre, incontri, seminari e congressi, anche internazionali (Symposia). Il Centro diffonde la conoscenza e l’interesse per le civiltà antiche attraverso la realizzazione e la pubblicazione di studi nella Rivista periodica del Centro, il “Bollettino del Centro Camuno di Studi Preistorici” (edito dal 1967) e nelle collane editoriali curate dal Centro (“Archivi”, dal 1968; “Studi Camuni”, dal 1972; Edizioni del Centro, dal 1965; “Valcamonica Symposia”, dal 1970) (Fig. 150). Il Centro Camuno di Studi Preistorici dispone di un sito Internet: www.ccsp.it • Nel 1987 è stato creato il Dipartimento Valcamonica e Lombardia, una sezione del Centro che si occupa di ricerca sull’arte rupestre nell’arco alpino. Il Dipartimento Valcamonica e Lombardia dispone di un sito Internet: www.simbolisullaroccia.it • Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica, Capo di Ponte: nato nel 1975 per volontà di A. Priuli, il Museo ha tra le proprie attività, legate all’arte rupestre della Valle Camonica, la ricerca e la didattica, con particolare attenzione all’archeologia sperimentale. Inoltre vanta la pubblicazione di numerose opere di carattere scientifico e divulgativo. Il Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica è visitabile in Internet all’indirizzo: www.intercam.it/valcam/assoc/archeo/archeo.htm • Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo”, Cerveno: si tratta di una struttura costituita nel 1988 da un gruppo di archeologi e ricercatori, attiva nei settori della ricerca, della didattica, della divulgazione e dell’editoria legate all’arte rupestre della Valle Camonica e di altre zone del mondo (Fig. 151). La Cooperativa organizza mostre, incontri, convegni e giornate di studio ed ha creato e gestisce uno dei siti Internet sull’arte rupestre più visitati. Inoltre svolge ogni anno campagne di ricerca sull’arte rupestre, promosse dal Comune di Paspardo, secondo un Piano di Intervento approvato dalla competente Soprintendenza. La Cooperativa Archeologica “Le Orme del- Fig. 150. Alcune delle pubblicazioni edite dal Centro Camuno di Studi Preistorici: Bollettino del Centro Camuno di Studi Preistorici, Archivi, Studi Camuni, Valcamonica Symposia. 157 Fig. 151. Alcune pubblicazioni della Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo”. l’Uomo” dispone di un sito Internet: www.rupestre.net • SCA-Società Cooperativa Archeologica, Milano: la SCA - Società Cooperativa Archeologica dal 1994 riunisce un gruppo di archeologi di diversa formazione, laureati in paletnologia, etruscologia, archeologica greco-romana, egittologia e archeologia fenicio-punica. Dal 1996, per conto della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, la SCA ha verificato e sviluppato il database IR (Incisioni Rupestri) per la catalogazione del patrimonio d’arte rupestre della Valle Camonica e, più in generale, della Lombardia. A partire dal 2003 cura la progettazione, lo sviluppo e l’implementazione dell’applicazione IRWeb, che costituisce la naturale evoluzione del d-base IR per le reti Intranet e Internet. La SCA - Società Cooperativa Archeologica dispone di un sito Internet: www.scaweb.it • Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali (CRAAC), Gorzone: composto da ricercatori locali, il Centro si occupa dello studio delle Alpi centrali in chiave storica e interdisciplinare (archeologia, storia, antropologia, scienze demologiche, storia dell’arte, della religione e delle attività economiche). Promuove 158 progetti di ricerca e valorizzazione del territorio e svolge attività di divulgazione e di didattica. Il Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali è visitabile in Internet all’indirizzo: www.voli.bs.it/craac In Valle operano altre strutture che si dedicano prevalentemente alla didattica ed alla divulgazione: • Associazione Pro Loco, Capo di Ponte: costituita nel 1967, promuove le realtà archeologiche, storiche, culturali e naturalistiche della Valle, offrendo servizi di visite guidate sia alle scuole sia ai turisti. L’ Associazione Pro Loco di Capo di Ponte dispone di un sito Internet: www.proloco.capo-di-ponte.bs.it • Archeocamuni, Capo di Ponte: attiva dal 1989, opera nel settore della didattica e della divulgazione rivolta soprattutto alla scuola primaria e secondaria, offrendo percorsi di visita e laboratori di argomento archeologico e naturalistico. L’attività è completata da pubblicazioni specifiche per le scolaresche. La Archeocamuni è visitabile in Internet all’indirizzo: www.digilander.libero.it/archeocamuni • Archeodromo, Capo di Ponte: collegato al Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica, dal 1993 offre la ricostruzione di un villaggio tardo neolitico dove le scolaresche si accostano all’archeologia sperimentale e rivivono la vita quotidiana degli antichi abitanti della Valle. L’Archeodromo è visitabile in Internet all’indirizzo: www.intercam.it/valcam/assoc/archeo/ archeo.htm • ArcheoPark, Darfo Boario Terme: su un’area di 10.000 mq offre la possibilità di rivivere il passato attraverso ricostruzioni di insediamenti preistorici (grotta paleolitica, ripari sotto roccia, fattoria neolitica, villaggio palafitticolo, castelliere, case di tronchi, labirinto) e laboratori di archeologia sperimentale. L’Archeopark dispone di un sito Internet: www.archeopark.net • Do.Net, Ceto: società di servizi per il turismo, ha in affidamento, mediante convenzione, la gestione turistico-didattica del Museo della Riserva e della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Le proposte didattiche della Do.Net sono disponibili all’indirizzo web: www.arterupestre.it/arterupestre /proposte.html • Parco tematico Museo Giardino Alpino-Graffitipark, Capo di Ponte: è uno spazio aperto dotato di laboratori per l’archeologia sperimentale ed arte preistorica, che illustra anche gli aspetti più tipici della geologia e della flora alpina della Valle. Il Museo Giardino AlpinoGraffitipark dispone di un sito Internet: www.graffitipark.it 8. ANALISI DEI RISCHI E DEI VINCOLI 8.1 Accessibilità e fruibilità dei beni 8.1.1 Accessibilità alla Valle e ai beni in generale La Valle Camonica è raggiungibile tramite la linea ferroviaria Brescia-Edolo F.N.M.E. (Ferrovie Nord Milano Esercizio) e, in auto, attraverso tre arterie: la S.S. 39 dell’Aprica, la S.S. 42 del Tonale e della Mendola e la ex S.S. 510 Sebina Orientale. La Strada Statale 42 è in stretta relazione con le autostrade A4 Milano-Venezia e A22 Modena-Brennero: essa congiunge in direzione Sud-Ovest la Valle Camonica a Bergamo e, in direzione Nord-Est, al Trentino Alto-Adige attraverso il passo del Tonale. Dal punto di vista viabilistico la S.S. 42 pre- senta alcuni aspetti di criticità, costituiti essenzialmente dall’attraversamento di numerosi centri abitati e dal sostenuto volume di traffico che ne condiziona e ne limita la scorrevolezza: il progetto di ammodernamento in corso mira a ridurre l’impatto del traffico sui centri abitati ed a migliorare l’accessibilità alla Valle. Questo progetto, le cui fasi iniziali risalgono agli anni ’70, è stato realizzato nel tempo per singoli lotti e, a tutt’oggi, non è ancora stato ultimato. Il tratto della S.S. 42 che attraversa Capo di Ponte e Sellero (variante Capo di Ponte-Sellero) è stato oggetto di revisione e modifica a seguito della richiesta, da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, di individuare un tracciato più rispettoso della tutela delle rocce incise. È stato quindi studiato un nuovo percorso che passa in galleria, a profondità tale da non manomettere e danneggiare il patrimonio d’arte rupestre. È prossimo quindi l’inizio del cantiere per la realizzazione del lotto. Un ulteriore collegamento con l’autostrada A4 è costituito dalla ex S.S. 510 che, correndo parallela alla sponda orientale del Lago d’Iseo, permette di raggiungere Brescia. Inoltre un secondo percorso, di interesse paesaggistico (S.S. 469 Sebina Occidentale), corre sulla sponda occidentale, tra le località di Sarnico (a sud) e Castro, presso Lovere (a nord). Per la straordinaria bellezza dei paesaggi che attraversano, si segnalano i tracciati stradali (particolarmente graditi ai turisti transalpini, soprattutto tedeschi) che collegano la Valle Camonica con l’area del Lago d’Idro (Passo di Croce Domìni, Passo del Gaver e Passo del Maniva). La Valle Camonica è collegata alla Valtellina attraverso il Passo dell’Aprica (1181 m), percorso dalla Strada Statale n. 39, e da passi transitabili nel periodo estivo quali il Mortirolo (1896 m) ed il Gavia (2621 m). È possibile raggiungere la Valle di Scalve (Bergamo) da Sud percorrendo da Darfo Boario Terme la Strada Provinciale n. 294, che affianca il tracciato della Via Mala, realizzata nella seconda metà dell’Ottocento e particolarmente suggestiva, e da Nord attraverso il Passo Vivione (1828 m), aperto durante la stagione estiva. Volendo utilizzare i servizi di pullman è possibile fare riferimento alle seguenti autolinee: 159 • Autolinea F.N.M.A. (Ferrovie Nord Milano Autoservizi), linea Brescia-Edolo (www.ferrovienord.it); • Autolinea S.A.B., linea Milano-Bergamo-Lovere-Ponte di Legno (www.sab-autoservizi.it). Nell’ambito dei collegamenti ferroviari è in fase di studio un progetto, denominato “Una linea verso l’Europa. Il futuro della Linea Ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo nella rete alpina dei trasporti”, che mira a rinnovare, potenziandolo, il sistema ferroviario della Valle Camonica ed ad inserirlo in un contesto europeo (AA.VV, Una linea verso l’Europa. Il futuro della Linea Ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo nella rete alpina dei trasporti, Atti del Convegno, 31 maggio - 1° giugno 2002, Centro Congressi Darfo Boario Terme). 8.1.2 Accessibilità ai Parchi con Arte Rupestre e fruibilità Sono tutti raggiungibili percorrendo la S.S. 42, da cui si diparte la viabilità interna diretta ai vari centri della Valle. La presenza dei Parchi è segnalata lungo le strade di accesso in modo disomogeneo e carente. Poiché le modalità di accesso ai diversi Parchi con Arte Rupestre della Valle Camonica sono molto differenti da località a località, sembra opportuno indicare di seguito i parametri fondamentali considerati nel descriverne accessibilità e fruibilità: 1. parcheggi 2. percorsi di visita (anche attrezzati per portatori di handicap motorio) 3. passerelle 4. apparati didattici (pannelli, opuscoli divulgativi, pubblicazioni, supporti audiovisivi ed informatici, siti web) 5. attività didattica (visite guidate, laboratori, lezioni in classe, etc.) Per quanto riguarda il punto 1), al momento solo il Parco di Luine (Darfo Boario Terme) e la Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo dispongono di un’ampia area destinata al parcheggio di pullman e auto. Un parcheggio in località Cemmo, che servirà sia il Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo sia il Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, è previsto nel Progetto Esecutivo di quest’ultimo parco. Tutte le aree a Parco della Valle Camonica fino ad ora individuate sono dotate di percorsi di visita che agevolano la fruizione delle rocce incise, con caratteristiche ed offerte differenti. Lungo i percorsi di visita, per le rocce caratterizzate da dimensioni notevoli o da una pendenza accentuata sono state predisposte apposite passerelle che consentono passaggi in sicurezza, una migliore lettura delle incisioni ed una efficace salvaguardia delle rocce dal calpestio; in corrispondenza delle rocce più importanti sono disponibili pannelli esplicativi (in alcuni casi anche in lingua inglese: Parchi Nazionali di Capo di Ponte, Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, Parco di Luine). Purtroppo, a causa della particolare natura dei luoghi, i Parchi non sono visitabili, o lo sono con molta difficoltà, da parte dei portatori di handicap visivi o di disabilità motoria. In alcuni casi è possibile consultare siti Internet dedicati o che contengano riferimenti al tema dell’arte rupestre locale, come sotto specificato. 1) Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, Capo di Ponte (Figg. 152-156) Presso la Chiesa delle Sante è disponibile una piccola area a parcheggio, dove possono accedere, ma non sostare, anche i pullman. Nel 1989 sono stati realizzati cinque percorsi di visita che si snodano all’interno del Parco per circa 3 Km. Alcune delle rocce ubicate lungo i percorsi sono dotate di pannelli didattici (in italiano e in inglese) sia di carattere generale sia relativi alle raffigurazioni più significative; è inoltre possibile consultare – a richiesta – una guida in codice Braille dei testi dei pannelli. Su alcune rocce (la n. 1, la n. 35, la n. 50 e la n. 57), sono state posizionate passerelle in legno che agevolano la lettura delle incisioni. Il Parco ospita anche un Antiquarium: nella sala inferiore sono esposte temporaneamente10 le stele Cemmo 3 e Cemmo 4, rinvenute 10 I reperti sono destinati ad essere esposti nel costituendo Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica a Capo di Ponte. 160 Fig. 152. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). I cinque percorsi di visita che si snodano nel Parco per circa 3 km. Fig. 153. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). La Roccia 50 con uno dei pannelli didattici. 161 Fig. 154. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). I pannelli didattici presso la Roccia 1. Fig. 155. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). L’interno dell’Antiquarium. 162 nel corso dello scavo 1983-84 a Cemmo, e due massi con iscrizione in carattere nord-italici provenienti da Cevo (Fig. 23) e da Grevo. L’attività didattica all’interno del Parco è svolta da associazioni e cooperative locali. L’ingresso al Parco, sulla base del D.M. 11 dicembre 1997, n. 507 e del D.M. 28 settembre 1999, n. 375 è gratuito per: – cittadini italiani e dell’Unione Europea che non abbiano compiuto i 18 anni o che abbiano superato i 65 anni; – gruppi di studenti delle scuole italiane statali e non statali e degli altri stati dell’Unione Europea accompagnati dai loro insegnanti; – guide turistiche nell’esercizio della loro attività professionale; – interpreti turistici; – personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; – membri dell’International Council of Museums (I.C.O.M.); – docenti e studenti della facoltà di Architettura, Conservazione dei Beni Culturali, Scienze della Formazione e dei corsi di laurea in Lettere o Materie Letterarie con indirizzo archeologico o storico-artistico delle facoltà di Lettere e Filosofia; – docenti e studenti delle Accademie di Belle Arti. Le riduzioni sul biglietto di ingresso sono applicate a: – cittadini italiani e dell’Unione Europea di età compresa tra i 18 e i 25 anni; – docenti delle scuole statali con incarico a tempo indeterminato. Per i cittadini non facenti parte dell’Unione Europea si applicano a condizioni di reciprocità le disposizioni sull’ingresso gratuito e sulle riduzioni. Presso la Biglietteria del Parco sono disponibili ed offerti gratuitamente gli opuscoli pubblicati dalla Soprintendenza, che guidano il visitatore alla scoperta delle rocce incise. All’esterno del Parco, in corrispondenza dell’ingresso, si trova un piccolo book-shop a gestione privata, con pubblicazioni di settore e gadgets. Il sito ufficiale del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri è consultabile all’indirizzo provvisorio, in attesa che venga ultimato l’esame di Fig. 156. Il sito ufficiale del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri con la sezione dedicata ai disabili visivi (versione dell’anno 2003). MINERVA (Ministerial NetWork for Valorising Activities in digitation) del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali: www.soprintendenza-archeologica.lombardia.it/parchivalcamonica Il sito, realizzato nel 2003 dalla Soprintendenza per valorizzare e rendere noto al vasto pubblico il ricco patrimonio di incisioni rupestri della Valle Camonica, presenta il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di 163 Ponte (loc. Naquane) ed il Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo. Nel sito sono stati presentati i cinque percorsi di visita del Parco di Naquane, che si snodano attraverso sentieri facilmente percorribili, con la possibilità di visualizzare l’immagine panoramica di una o più rocce e di alcune delle figure incise e leggerne una breve descrizione. Oltre ai percorsi è possibile conoscere le attività svolte in questi anni dalla Soprintendenza per la catalogazione informatizzata delle incisioni rupestri, per la tutela e la conservazione dell’arte rupestre. Il sito si prefigge anche di offrire agli insegnanti tutti i dati per una corretta fruizione dei beni: note di cronologia, scelta di alcune rocce tra le più rappresentative all’interno dei percorsi di visita, analisi di alcune raffigurazioni tra le più significative del repertorio iconografico camuno, confronti tra incisioni e oggetti della cultura materiale, etc... Di particolare rilievo è la sezione accessibile ai portatori di handicap visivo (non vedenti e ipovedenti), realizzata in collaborazione con l’Istituto dei Ciechi di Milano, uno dei centri all’avanguardia per la didattica e i servizi informatici rivolti a questa categoria di utenti disabili. Il sito dei Parchi è stato realizzato nel 2003 ed è in linea, almeno per la versione dedicata ai portatori di handicap visivo, con la Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”. La grafica (Fig. 156) è stata realizzata con il software Flash, che ha permesso di inserire in alcune pagine delle piccole animazioni. Tale software non è però attualmente leggibile dai normali screen reader adottati dai non vedenti, come hanno dimostrato alcuni tentativi di lettura condotti nel luglio 2003 con i responsabili del Servizio Informatico dell’Istituto dei Ciechi di Milano, composto da vedenti e da non vedenti. In accordo con i consulenti dell’Istituto si è quindi ritenuto opportuno realizzare una versione del sito in formato HTML. Parallelamente all’analisi dei testi si è cercato di elaborare un sistema di lettura delle immagini che consentisse ai non vedenti di percepire le raffigurazioni incise sulle rocce e che al tempo stesso fosse basato su uno dei sistemi di percezione tattile convenzionalmente adottati dai Centri Didattici per Non Vedenti. Da una ricerca condotta nella pri164 mavera 2003 è emerso che alcuni siti permettevano la stampa di immagini per non vedenti mediante l’utilizzo di una stampante Braille. La verifica diretta di tale metodo con l’uso di una stampante Braille ha dimostrato che non è, per ora, possibile applicare tale procedimento alle incisioni: il profilo delle raffigurazioni è infatti molto articolato e la linea Braille che si ottiene non è di facile comprensione. Inoltre, dai dati in possesso dall’Istituto dei Ciechi, è risultato che il numero dei non vedenti che dispongono di stampanti Braille è ancora molto limitato, visti gli alti costi di questa strumentazione. Date queste premesse, si è ritenuto opportuno adottare il metodo del rilievo ottenuto con la tecnica del fusore (la cosiddetta “tecnica Minolta”). Le fotografie digitali delle incisioni selezionate sono state quindi vettorializzate con il software AutoCAD: le immagini così ottenute seguono il profilo della figura incisa. Ciascuna raffigurazione è stata esaminata e appositamente rielaborata con la consulenza tiflologica del Centro Materiale Didattico dell’Istituto dei Ciechi di Milano e, infine, abbinata a didascalie per ipovedenti e in codice Braille per non vedenti. Tutte le immagini sono state salvate in formato pdf e collegate a brevi descrizioni in formato HTML. In questo modo qualsiasi non vedente che visita il sito può, attraverso il collegamento specifico, stampare le immagini e chiedere al centro dell’Unione Italiana Ciechi più vicino di poterle fotocopiare a rilievo con l’idoneo supporto. Si ricorda infine che, per il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri è disponibile anche una copia in codice Braille dei testi dei pannelli didattici esposti nel parco. Tale testo, consultabile sul posto, è stato segnalato nel sito nella sezione “informazioni”. 2) Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, Capo di Ponte (proprietà statale): in corso di realizzazione (apertura programmata per il 6 ottobre 2005). (Fig. 157) Sull’area è in corso uno scavo archeologico che definirà le strutture da valorizzare definitivamente nell’ambito del Parco, che avrà un unico percorso di visita, con un’area di esposizione di pannelli all’ingresso e pannelli lungo il percorso. Fig. 157. Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo (Capo di Ponte, BS). L’allestimento del Parco inaugurato nell’ottobre del 2005. 165 Fig. 158. Parco Comunale di Luine (Darfo Boario Terme, BS). Panoramica dell’ingresso ed esempi di pannelli didattici. Il sito ufficiale del Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo è consultabile all’indirizzo: www.soprintendenza-archeologica. lombardia.it/parchivalcamonica. Il sito web è stato realizzato nel 2003 dalla Soprintendenza per ovviare in parte alla impossibilità di visitare il Parco, che è in fase di realizzazione. L’area demaniale dei Massi di Cemmo, che rappresentano la prima testimonianza di arte rupestre segnalata al pubblico nel 1914, fu istituita nel 1965 per la salvaguardia dei due massi incisi nell’età del Rame (III millennio a.C.). A seguito di un esproprio, l’area è stata ampliata a formare un Parco Archeologico, attualmente in corso di definizione per importanti ritrovamenti archeologici 166 effettuati nel 2000 durante i lavori di sistemazione, e tuttora in corso. I recenti scavi stanno portando alla luce i resti di un santuario megalitico connotato da strutture murarie e dalla presenza di stele, alcune integre e altre frammentarie. Le nuove indagini hanno purtroppo ritardato i lavori per la realizzazione del Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo e, pertanto, per rendere noti i risultati preliminari, il sito è stato strutturato in modo tale da illustrare ai visitatori le novità dei recenti scavi inserite nel quadro più ampio della storia delle ricerche archeologiche, condotte a Cemmo dal 1930 al 2000, e della ricostruzione storica dell’area dei Massi dalla preistoria fino al medioevo. 3) Parco Comunale di Luine, Darfo Boario Terme (proprietà comunale) (Fig. 158) È disponibile un’ampia area a parcheggio. Alcune rocce sono dotate di pannelli didattici. Sono stati ideati tre percorsi di visita, della lunghezza complessiva di circa 3 Km, distinti per aree (A, B, C). In corrispondenza dell’ingresso si trova un Centro Servizi, che espone documentazione iconografica sull’arte rupestre. All’interno del Centro Servizi saranno disponibili pubblicazioni di settore. L’attività didattica all’interno del Parco è svolta da associazioni e cooperative locali. L’ingresso al Parco è gratuito. È disponibile il sito: www.darfoboarioterme.net (non è un sito dedicato specificamente al Parco di Luine ma è il sito del Comune; le notizie sul parco si trovano all’interno, sotto la voce “Vivere la città”) 4) Parco Archeologico Comunale di Seradina Bedolina, Capo di Ponte (proprietà comunale): apertura programmata per l’8 ottobre 2005 (Fig. 159) È prevista la possibilità di accedere al Parco attraverso due ingressi, uno per l’area di Seradina ed uno per l’area di Bedolina. Il progetto comprende anche la realizzazione di pannelli illustrativi. È disponibile il sito www. capodiponte.bs.it (non è un sito dedicato; si trovano notizie solo all’interno del sito, sotto la voce “Storia e Arte, Incisioni rupestri”). 5) Parco Comunale di Sellero (proprietà mista: comunale e privata) Il Parco, per il quale è in corso di definizione il progetto di valorizzazione, sarà a breve termine allestito con la sistemazione dei percorsi, con la dotazione di apparati didattici e di fruizione. Particolare cura verrà data anche al suo collegamento con l’area mineraria in corso di valorizzazione a Nord (località Carona), attraverso un percorso storico pluritematico. L’ingresso al Parco è gratuito. È disponibile il sito: www.comune.sellero. bs.it (non è un sito dedicato; si trovano notizie solo all’interno del sito, sotto la voce “Turismo, arte rupestre”). Fig. 159. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte, BS). L’allestimento del Parco inaugurato nell’ottobre del 2005. 167 6) Parco pluritematico del “Còren de le Fate”, Sonico (proprietà mista: comunale e privata) (Fig. 160) 4) Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (proprietà mista: consortile, comunale e privata) (Fig. 161) Alcune rocce sono dotate di pannelli didattici e di passerelle per agevolare la lettura delle incisioni. Vista la particolare morfologia del luogo, peraltro particolarmente suggestivo dal punto di vista ambientale, è in corso lo studio di un progetto per rendere più agevole il raggiungimento delle rocce incise e per migliorare i collegamenti interni. L’ingresso al Parco è gratuito. Sono disponibili i siti: www.comune.sonico.bs.it (non è un sito dedicato; si trovano notizie solo all’interno del sito, sotto la voce “Turismo, arte rupestre”) e www.parcoadamello.it La Riserva ha il punto di ingresso (a pagamento) a Nadro, ove ha sede il Museo didattico, ed accessi a Cimbergo (per Campanine-Figna) e Paspardo (per il Capitello, In Vall e Sottolaiolo). Nei Punti di accesso di Nadro, Campanine-Cimbergo e Sottolaiolo-Paspardo sono presenti parcheggi organizzati anche per l’accoglienza di autobus. Per facilitare la visita alla Riserva, sono stati individuati degli itinerari di visita che consentono, in poche ore o più tempo, di prendere visione dei molteplici aspetti della Riserva: ambiti archeologici, etnografici ed ambientali. Fig. 160. Parco pluritematico del “Còren de le Fate” (Sonico, BS). L’allestimento del Parco. 168 Fig. 161. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Pannelli didattici lungo i percorsi di visita e ricostruzione di una capanna. I percorsi sono segnalati da cartelli, mentre le più importanti superfici istoriate hanno accanto pannelli riproducenti i settori istoriati; le rocce 24 e 27 di Foppe di Nadro sono anche dotate di passerelle per agevolare la lettura delle incisioni. All’interno della Riserva esistono ricostruzioni a grandezza naturale di capanne riprodotte dalle figure dell’arte rupestre. Al di fuori alla Riserva, collocato nel centro storico di Nadro (comune di Ceto), in un nucleo rurale cinquecentesco, si trova il Museo Didattico della Riserva Naturale Incisioni Rupestri Ceto, Cimbergo e Paspardo, che espone documentazione sull’arte rupestre e svolge attività didatti- ca (riconosciuto provvisoriamente come Museo dalla Deliberazione Giunta Regionale 5 novembre 2004, n. 7/19262). La gestione scientifica è affidata per convenzione al Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte. Per i disabili è stata acquistata una sedia ad autosollevamento, che consente l’accesso alla parte espositiva. Presso il Museo, dove è possibile acquistare pubblicazioni di settore, sono presenti un servizio di proiezioni audiovisive ad integrazione della visita, sussidi informativi multimediali (saletta multimediale), un servizio di bar ed una saletta per la sosta dei gruppi. Oltre alla struttura museale, la Riserva ha a 169 disposizione (al 31 dicembre 2004) per le proprie attività statutarie anche: – n. 2 foresterie per ospitare volontari, studiosi, studenti, rispettivamente a Nadro e a Paspardo; – n. 3 strutture per l’accoglienza (a pagamento) a Figna di Campanine, all’interno della Riserva. L’attività didattica all’interno della Riserva è stata affidata, mediante specifica Convenzione della durata di 6 anni (rinnovabile), alla società Do.Net, che si occupa anche della gestione ordinaria dell’area museale (sia aperta che chiusa), con: servizio di custodia, servizio di pulizia, servizi di manutenzione del patrimonio, servizio di vigilanza, servizio di biglietteria ed informazione, promozione turistica. Il sito ufficiale della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo è consultabile all’indirizzo: www.arterupestre.it Ciascun Parco provvede alla gestione dei servizi di biglietteria e di accoglienza, con personale proprio e modalità differenti. All’interno dei Parchi le attività didattica e turistica sono svolte da personale di cooperative, società e associazioni che operano nel territorio. Nel corso dell’anno gli Enti preposti alla gestione dei parchi promuovono diverse iniziative culturali (mostre, incontri, seminari, etc..) senza tuttavia coordinarsi. 8.2 Sistema degli Indicatori e fattori di rischio Nell’analisi dei fattori di rischio per il patrimonio di arte rupestre della Valle Camonica sembra essenziale considerare con attenzione lo stretto rapporto che intercorre tra il bene e l’ambiente circostante, nel quale la presenza antropica gioca come sempre un ruolo di grande rilievo. Si propone di seguito una casistica, naturalmente implementabile, dei fattori di rischio che possono interferire con la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, identificati attraverso una lettura critica del territorio della Valle. In particolare si è fatta una distinzione tra i fattori di rischio di tipo “ambientale” e di tipo “culturale”. 170 8.2.1 Fattori generali di rischio che si riflettono sul contesto ambientale Con questa definizione si intendono i fattori di rischio determinati dall’uomo e dalle sue attività, i cui effetti hanno ripercussioni sulla qualità dell’ambiente e, di conseguenza, sullo stato di conservazione del patrimonio di arte rupestre, indipendentemente dalla sua valorizzazione. Rischi legati agli interventi antropici In questo elenco rientrano quei fattori di rischio che sono direttamente legati alla presenza ed alle attività svolte dall’uomo che, se effettuate in assenza di precise regolamentazioni, possono determinare danni anche ingenti al patrimonio di arte rupestre. Sono state individuate le seguenti voci: • attività agricola, con particolare riferimento ai lavori di aratura, che possono intercettare superfici rocciose con incisioni ancora interrate. Va comunque notato che, di converso, anche l’abbandono delle pratiche agricole o silvo-pastorali può rappresentare un aspetto critico, in quanto può facilmente favorire la crescita incontrollata della vegetazione boschiva in aree con presenza di arte rupestre; • attività di disboscamento e di gestione dei boschi, anche in relazione alla problematica degli incendi; • attività estrattive (cave e miniere) e di scavo; • urbanizzazione, intesa come espansione edilizia e costruzione di infrastrutture (strade, metanodotti, elettrodotti, acquedotti, centrali idroelettriche). Per quanto concerne la presenza di elettrodotti nelle vicinanze delle aree con arte rupestre, si precisa che la Valle è interessata da numerose linee ad alta tensione: questa situazione risale peraltro in gran parte ad un momento precedente l’iscrizione del sito nella Lista del Patrimonio Mondiale (1979), salvo per il nuovo tracciato dell’elettrodotto 380 kV S. Fiorano - Robbia, tra l’Italia e la Svizzera, per il quale il posizionamento dei tralicci è stato concordato e verificato puntualmente con la Soprintendenza, con indagini preventive di prospezione e di scavo. In questa occa- • • • • • sione, a tutela del bene Arte Rupestre e dei contesti archeologici, sono stati chiesti ed ottenuti spostamenti di alcuni tralicci (Fig. 170). Per quanto riguarda elettrodotti realizzati in passato, si è pure chiesto ed ottenuto lo spostamento di alcune tratte che passavano in prossimità delle aree con rocce incise del Parco Archeologico Comunale di SeradinaBedolina e del Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, entrambi nel comune di Capo di Ponte. Si precisa che la Valle Camonica rappresenta un corridoio tecnologico di primaria importanza, percorso fin dagli inizi del XX secolo da una serie di linee elettriche, il cui tracciato è stato modificato proprio in funzione della tutela dell’arte rupestre e può essere ulteriormente migliorato: attività industriali e relative emissioni nel territorio di agenti inquinanti; discariche sia di rifiuti urbani sia per materiali inerti; dissesto idrogeologico, innescato da attività antropiche di vario tipo; circolazione delle acque, superficiali e sotterranee; incendi. Rischi legati alla qualità dell’ambiente Si tratta di fattori strettamente connessi alle problematiche della conservazione e determinati in gran parte dalla presenza dell’uomo. Tra i principali si possono indicare: • l’inquinamento dell’aria, causato dal traffico stradale, dagli impianti di riscaldamento e dalle emissioni industriali; • le piogge acide, fenomeno peraltro monitorato costantemente in Valle a fini ambientali per il controllo dello stato di salute del patrimonio boschivo (Osservatorio Ambientale presso la Riserva Naturale Regionale “Boschi del Giovetto di Paline” a Borno); • l’inquinamento elettromagnetico, dovuto alla presenza di radiazioni prodotte soprattutto dagli elettrodotti; • la dispersione delle acque in prossimità di aree con arte rupestre, sia per la qualità delle acque disperse sia per la capacità di incanalamento, in relazione alle problematiche del dissesto idrogeologico; • il dissesto idrogeologico naturale (frane, erosione dei versanti e conseguenti fenomeni di depositi di colluvio che obliterano le rocce incise) e causato dall’uomo (frane dovute ad attività incontrollate di disboscamento o di sbancamento). • gli incendi provocati sia da cattiva manutenzione del territorio con conseguente maggiore incidenza di formazione di focolai di autocombustione, sia da interventi antropici, indiretti (legati a casualità) o diretti (atti di vandalismo). 8.2.2 Fattori particolari di rischio determinati dal contesto culturale Questa categoria comprende potenziali fattori di rischio per la conservazione del bene che derivano dalle modalità di gestione e di valorizzazione del patrimonio di arte rupestre. Sono stati individuati alcuni elementi di criticità che, in mancanza di una gestione controllata, possono causare danni di varia natura ed entità e che permettono di effettuare un’analisi finalizzata a commisurare il livello di uso e sfruttamento antropico alle capacità di carico del bene: Elementi di criticità di tipo fisico: • eccessiva concentrazione di visitatori intorno a rocce particolarmente famose per le raffigurazioni su di esse incise; • • • • • Elementi di criticità di tipo culturale: carenza di indicazioni sulle modalità di visita (cioè una sorta di “decalogo di comportamento” per il visitatore); esecuzione di interventi impropri di rilievo delle incisioni, con evidenziazione tramite contrasto (caseina, nerofumo); realizzazione di calchi delle incisioni; danneggiamenti per asportazione volontaria di porzioni di rocce incise; degrado delle superfici lapidee, dovuto al fatto che vengono portate alla luce più rocce di quante possano essere fatte oggetto di manutenzione. Elementi di criticità di tipo sociale: • scarsa coscienza dell’importanza del bene; • atti di vandalismo conseguenti alla scarsa coscienza del bene; 171 • sbilanciamento della tipologia dei visitatori. Da un’analisi condotta sul Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte risulta predominante il pubblico scolastico (infra, p. 253) e in particolare della scuola primaria (un tempo scuola elementare) che, secondo le indicazioni della Riforma della Scuola (Legge 28 marzo 2003, n. 53 e D.L.vo del 19 febbraio 2004, n. 59), prevede lo studio della preistoria e delle antiche civiltà nelle classi III e IV; • limitata apertura al turismo internazionale (infra, p. 264), imputabile a fattori di varia natura (ad esempio la scarsa promozione dell’arte rupestre della Valle Camonica nei circuiti turistici internazionali, le carenze di ricettività e di viabilità della Valle). 8.3 Sistema degli Indicatori sulla pressione, causa/effetto Nell’ambito del Sistema degli Indicatori sulla pressione sono stati individuati alcuni parametri, legati all’azione dell’uomo, che hanno relazioni di causa/effetto sullo stato di conservazione del patrimonio d’arte rupestre. Centri urbani ed industrie: • distanza delle zone urbanizzate ed industrializzate dai siti con arte rupestre, anche con riferimento al degrado dell’immagine della Valle e del landscape; • uso e sfruttamento dei siti per attività antropiche locali (agricoltura, allevamento, taglio del legname, etc.). Infrastrutture: • presenza di strade, elettrodotti, etc. in prossimità di siti con arte rupestre. Valorizzazione: • pressione turistica (flusso, quantità, educazione ambientale e rispetto del sito, etc.). 8.4 Mappa dei rischi, delle tutele e delle protezioni La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, organo periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali cui competono le funzioni di tutela del sito, ai sensi della vigente legislazione (D. L.vo 22 gennaio 172 2004, n. 42), come descritto nella Parte Seconda, p. 122 ss. e All. 5, ha avviato nel 1980 annuali campagne di restauro delle rocce con incisioni all’interno dei Parchi Nazionali, dopo avere concordato con l’ICR-Istituto Centrale del Restauro i metodi di intervento, ha promosso e coordinato anche gli interventi di restauro e manutenzione, per ora assai ridotti, delle aree a parco con rocce incise, gestite da Enti locali (Parco Comunale di Luine, Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo), ed ha affrontato con propri finanziamenti restauri su rocce di proprietà privata (a Capo di Ponte nelle località Bedolina e Seradina; a Darfo Boario Terme nella località Sacca - Corni Freschi). Inoltre, come sopra anticipato, ha condotto analisi per una valutazione dei rischi, in collaborazione con istituti specialistici nazionali, ed ha messo a punto un sistema di mappatura dello stato di conservazione del patrimonio d’arte rupestre (IR e IRWEB), descritto nella Parte Seconda, 6.4 Stato di conservazione del patrimonio. Analisi e studi dei rischi A partire dal 1990, sulla base dei risultati dei primi dieci anni di intervento e constatate la varietà delle situazioni e l’avanzare dei fenomeni di degrado (dovuti principalmente ad un aumento dell’inquinamento atmosferico), si sono rilevate la necessità e l’urgenza di affrontare il problema del degrado attraverso uno studio sistematico multidisciplinare. Sono stati effettuati, quindi, specifici rilevamenti, analisi e studi sulla situazione di conservazione delle rocce con incisioni, sulle cause di degrado e sui livelli e natura dell’inquinamento, finalizzati ad una conoscenza diversificata condotta su varie località d’arte rupestre della Valle Camonica (e della vicina Valtellina, pure interessata dal fenomeno dell’arte rupestre), alla conseguente individuazione di una metodica adeguata di intervento e all’avvio di un Piano sistematico di restauro da estendere a vari siti camuni, prima mai fatti oggetto di intervento (restauri delle rocce erano effettuati, dal 1980, solo nell’ambito del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte). Alle indagini hanno collaborato i più qualificati Istituti di ricerca nazionali, come sotto specificato. I progetti di studio, tra loro collegati, sono stati due, il primo promosso dalla Soprintendenza nel 1992, il secondo promosso nel 1997 dall’ICR (Istituto Centrale del Restauro) e dall’ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nell’ambito del Progetto Nazionale della Carta del Rischio del Patrimonio Culturale Italiano, come di seguito descritto. 1. Commissione di studio sul degrado delle rocce incise, 1992 Promossa dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia, la Commissione ha effettuato una serie di ricognizioni, campionature ed analisi (litologiche, biologiche, chimiche, vegetazionali, climatiche etc.) per definire la situazione geologica, litologica e conservativa dei principali siti d’arte rupestre della Valle Camonica, verificare le cause ed i tipi di inquinamento, isolare le cause di degrado (fisicomeccanico, biologico), individuare le specie infestanti diffuse sulle rocce, definire i prodotti più idonei (già validati dall’ICR per il restauro della pietra) per eliminarle, testarli su rocce e monumenti a litologia diversificata (Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte; Area dei Massi di Cemmo; area di Bedolina; area di Seradina; Parco Comunale di Luine; stele e massi-menhir calcolitici da varie località camune) e monitorare i risultati. Come noto, infatti, il problema della conservazione dell’arte rupestre della Valle Camonica è molto pressante in quanto le rocce sono costantemente esposte agli agenti atmosferici. Il degrado al quale esse sono sottoposte è di tipo essenzialmente biologico e fisico-meccanico: i due fenomeni, biodeteriogeno ed erosivo, spesso compresenti, agiscono nella maggior parte dei casi sinergicamente. La Commissione era costituita da: • Soprintendenza Archeologica della Lombardia • Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali della Regione Autonoma Valle d’Aosta (un chimico esperto di problemi di degrado) • Soprintendenza per i Beni Storico-Artistici di Venezia (una biologa esperta di microorganismi) • Istituto Centrale del Restauro • Centro per lo studio delle cause di deperimento e dei metodi di conservazione delle opere d’arte “Gino Bozza” (CNR-Centro Nazionale delle Ricerche, Milano) • Azienda Servizi Municipalizzati di Brescia (un chimico e una geologa). In questa commissione il Centro di Studio “Gino Bozza” effettuò analisi mineralogiche per definire le caratteristiche della litologia e l’entità dei fenomeni di degrado. L’ASM (Azienda Servizi Municipalizzati) di Brescia eseguì il rilevamento sistematico delle condizioni climatiche e dello stato dell’aria e degli inquinanti attraverso una stazione di rilevamento mobile posizionata per sei mesi all’interno del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte. 2. Nel 1997 è stata realizzata dall’ICR e dall’ICCD del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nell’ambito della Carta del Rischio del Patrimonio Culturale Italiano, una schedatura sperimentale su alcune rocce della Bassa e Media Valle Camonica (Luine, Naquane, Cemmo, Seradina e Bedolina) e della vicina Valtellina (Grosio) (Progetto diretto da A.M. Ferroni - ICR). Questa iniziativa, mirata all’analisi degli aspetti conservativi, ha messo in evidenza come il degrado biologico e quello di tipo fisicomeccanico delle rocce siano strettamente connessi con quello di natura antropica (calpestio, vandalismi e pulitura delle rocce da parte di personale non specializzato). Dall’analisi si è potuto evincere che le rocce in migliore stato di conservazione sono quelle site nelle aree protette dove si svolgono con regolarità interventi di manutenzione e di restauro, per i quali ci si avvale esclusivamente di restauratori esperti nel trattamento delle superfici lapidee, muniti di Diploma per l’esercizio della professione, come richiesto dalla vigente legislazione. 8.5 Sistema degli Indicatori di governo, norme, interventi I Parchi ed i beni che costituiscono il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” ricadono in territori normati da una serie di strumenti di pianificazione territoriale 173 (PTPR, PTCP), locale (PSSE), comunale (PRG) e specifica dei Parchi (PdP), cogente e puntuale; inoltre sono sottoposti alla normativa statale di tutela (D.L.vo 42/2004). Non risulta ad oggi disponibile uno studio sull’eventuale scostamento tra interventi effettuati sul territorio a vario titolo da parte di Enti e privati e adesione e rispetto delle norme di governo del territorio e di tutela. È da auspicare che, fatta salva la normativa di tutela del bene archeologico arte rupestre, in modo omogeneo e partecipato, tutti gli enti locali recepiscano all’interno dei propri Piani e Strumenti Urbanistici e di governo del territorio precisi indicatori ed elaborino norme modulate sulle varie e diverse situazioni di rapporto tra bene arte rupestre e territorio circostante: – vicinanza del bene all’area urbanizzata. Si ritiene in particolare che siano prioritariamente da sottoporre ad attenta ricognizione e normate sia quella parte di Valle dove il bene arte rupestre è maggiormente lambito dall’espansione urbanistica sia tutti i margini dei centri abitati; – interferenza tra bene e opere pubbliche (strade, ferrovie, elettrodotti, metanodotti, opere idroelettriche), con conseguenze dirette (realizzazione di nuove opere) e indirette (necessità di periodiche manutenzioni); – rapporto tra bene e viabilità storica, in quanto questa può essere passibile di ripristini o modifiche (allargamenti di sede stradale, messa in sicurezza etc.); – relazione del bene (questo vale soprattutto per le manifestazioni d’arte schematica diffuse in alta quota) con piste da sci e con strutture di accoglienza e di accessibilità alla montagna (rifugi, impianti di risalita); – inserimento del bene in aree boschive, soggette a periodiche opere di manutenzione ordinaria o straordinaria (taglio del bosco con ricorso ad apertura di strade di accesso ai mezzi, di posa di teleferiche per trasporto del legname); – inserimento del bene in aree agricole soggette ad arature, bonifiche agrarie, opere di terrazzamento e di irrigazione; – vicinanza del bene a cave attive o individuate come risorsa. standard di intervento: richiesta di parere agli organi competenti di governo del territorio e di tutela, valutazione della situazione, disposizione di eventuali approfondimenti e ricerche, rilascio di parere con prescrizioni, indagini archeologiche preventive, assistenza e controllo dei lavori, verifica dei risultati. Ove il bene va a collidere con l’espansione edilizia e la realizzazione di grandi opere pubbliche, va costruita e rispettata una procedura La Valle Camonica è un territorio montano situato a nord della provincia di Brescia, dai confini del Lago d’Iseo fino ai valichi alpini 174 8.6 Sistema di qualità storica da trasferire alla futura generazione Il Piano di Gestione individua le strategie da mettere in atto per dare soluzione alle problematiche relative alle tutela, alla conservazione ed alla valorizzazione del patrimonio di arte rupestre della Valle Camonica: si tratta, da un lato, di conservare i Beni per renderli fruibili da parte delle future generazioni e, dall’altro, di renderli utilizzabili dalle generazioni presenti, per conciliare lo sviluppo culturale e quello economico. Il Piano di Gestione diventa quindi un vero e proprio strumento dinamico di programmazione e pianificazione del territorio, in grado di adattarsi all’evolversi delle realtà culturali, sociali ed economiche. Nel caso specifico dell’arte rupestre della Valle Camonica il recupero dell’identità culturale da parte delle popolazioni locali rappresenta un elemento fondamentale del progetto di valorizzazione e di integrazione nella realtà dei luoghi. La coscienza delle proprie radici culturali scaturisce infatti da un processo di conoscenza e dall’acquisizione consapevole del valore culturale e storico del proprio territorio. In questa ottica sembra quindi indispensabile coinvolgere i giovani, partendo dalla scuola primaria per arrivare fino a quanti si affacciano al mondo del lavoro, per fare sì che il patrimonio di conoscenza dell’arte rupestre e delle tradizioni locali possa essere trasferito alle nuove generazioni. Va sottolineato peraltro che la Valle conserva a tutt’oggi un importante patrimonio di tradizioni locali (cultura intangibile), che affondano le loro radici nel fenomeno dell’arte rupestre. 9. ANALISI SOCIALE ED ECONOMICA del Tonale e dell’Aprica. Presenta, dal punto di vista socioeconomico, le caratteristiche tipiche delle aree montane alpine: tendenza allo spopolamento e all’abbandono degli antichi nuclei abitati, in particolare dei paesi di gronda; progressivo impoverimento delle condizioni economiche e crescenti difficoltà ad innescare positivi processi di sviluppo. Tali condizioni sono ulteriormente aggravate da una situazione infrastrutturale fortemente deficitaria, con collegamenti difficoltosi con i centri urbani di rilevanza provinciale, con una non facile permeabilità interna tra i vari nuclei abitati a causa della particolare conformazione della Valle e per la presenza di una linea ferroviaria strutturalmente inadeguata. Per queste ragioni la Valle Camonica fatica, di fronte alla crisi di alcuni tradizionali settori industriali e manifatturieri – nel recente passato la siderurgia, oggi il tessile – ad attivare i necessari processi di riconversione e ammodernamento, che non possono non far leva nell’immediato futuro sulle potenzialità di un patrimonio archeologico, storico, artistico e ambientale di assoluto interesse, riconosciuto a vario titolo con l’istituzione di parchi archeologici, di parchi e riserve naturali, tra i quali il Parco nazionale dello Stelvio e il Parco Regionale dell’Adamello, di luoghi di conservazione e fruizione quali svariati musei nazionali e regionali. Sono la natura e le caratteristiche di questo patrimonio a fare della Valle Camonica un punto di riferimento non solo per la Provincia di Brescia, ma per l’intera Regione Lombardia, che ha scelto la Rosa Camuna quale suo emblema istituzionale e che ha attivato, congiuntamente agli enti locali e con la partecipazione di vari Ministeri, rilevanti progetti di promozione e valorizzazione turistica delle risorse del territorio, con la prospettiva di significative ricadute economiche e occupazionali. Le collaborazioni e le sinergie in atto tra i vari Enti, una rinnovata attenzione di tutta la comunità sul patrimonio culturale ereditato da diecimila anni di storia, sono le necessarie premesse per uno sviluppo economico e sociale proiettato verso nuove e ambiziose sfide. 2000) è coerente con i valori riscontrabili nelle altre province lombarde aventi i capoluoghi localizzati lungo le grandi direttrici infrastrutturali est-ovest: Milano - Bergamo - Brescia e, nella regione Veneto, Verona. La fascia centrale del territorio lombardo è interessata da un addensamento della popolazione residente, mentre la fascia settentrionale alpina e prealpina e la fascia meridionale, a vocazione prevalentemente agricola, registrano una diminuzione degli abitanti. ...omissis... L’analisi in dettaglio della provincia di Brescia mette in evidenza il progressivo spopolamento delle zone montane e del comune capoluogo mentre si rileva l’aumento della popolazione residente nei comuni della fascia collinare e della pianura, dove i valori di variazione si avvicinano alla media provinciale... omissis... ... nei comuni montani si riscontra un aumento del numero dei nuclei famigliari con valori prossimi alla media provinciale, mentre il frazionamento dei nuclei famigliari si intensifica nelle zone della bassa Val Trompia e della bassa Val Camonica. In questa zona l’incremento del numero dei nuclei famigliari è giustificato dal contestuale aumento della popolazione residente... omissis...” (tratto da: Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Brescia, Quaderno 1, Documento Preliminare, a cura di Marcello Vittorini, 2001). L’analisi demografica relativa alla Valle Camonica si basa sui dati censuari e sul confronto fra la Bassa, la Media e l’Alta Valle e la provincia di Brescia nel periodo compreso tra 1961 e 1999. L’analisi del movimento tendenziale di fondo della popolazione della Comunità Montana di Valle Camonica permette di effettuare alcune previsioni sulle tendenze di lungo periodo della popolazione. 9.1 Gli Indicatori Demografici “La variazione della popolazione residente in provincia di Brescia nell’ultimo trentennio (1971- Grafico tratto da: Piano di Sviluppo Socio Economico della Comunità Montana di Valle Camonica, 2001. 175 Le previsioni, che tengono conto delle diverse dinamiche demografiche delle sub-aree (Bassa, Media e Alta Valle Camonica) nelle quali può essere divisa la Valle, sono state condotte su un arco di tempo di 50 anni, articolato in periodi di 10 anni. Dopo una flessione tra gli anni 1961 e 1971, il grafico evidenzia una tendenza lievemente crescente, anche se con oscillazioni, fra il 1971 ed il 1999. Tali trend permettono comunque di ipotizzare un andamento crescente con un progressivo e contenuto aumento della popolazione complessiva nei prossimi anni (previsione di aumento decennale di circa 600 unità). Tale tendenza di fondo risente naturalmente di andamenti interni contrastanti fra loro e peculiari delle diverse sub-aree. In generale infatti sono stati riscontrati una crescita della popolazione del fondovalle ed un esodo dai comuni più montani, posti nell’Alta Valle. 9.2 Gli Indicatori dell’occupazione In considerazione della particolare conformazione geografica della Valle, per poter effettuare una corretta analisi degli indicatori dell’occupazione è necessario fare riferimento alle diverse sub-aree nelle quali può essere articolata la Valle Camonica (Bassa, Media e Alta Valle) ed ai relativi comparti produttivi (agricoltura, manifatturiero, costruzioni, commercio e servizi, attività turistica) che caratterizzano ciascuna area. La Bassa e Media Valle, dove sono localizzate le maggiori aree industriali (comuni di Darfo Boario Terme, Pian Camuno, Esine e Breno), anche grazie alle caratteristiche geografiche che permettono una migliore accessibilità, godono di maggiori potenzialità per uno sviluppo economico più ampio rispetto all’Alta Valle. Sono invece i comuni delle valli laterali o posti a mezza costa quelli che, al momento, risentono in maggior misura della crisi occupazionale, poiché risultano maggiormente danneggiati dal sistema viario. Le località di alta quota con attività turistiche, localizzate soprattutto nell’Alta Valle, e quelle di fondo valle con un tessuto vitale di imprese produttive, presentano complessivamente minori problemi. Va infine evidenziato che negli ultimi anni appare sempre più in crescita il fenomeno del176 la “deindustrializzazione”, che ha portato ad un considerevole ridimensionamento delle unità produttive, favorendo lo sviluppo di unità operative sempre più piccole. 9.3 Le attività produttive settoriali I principali settori produttivi della Valle Camonica sono costituiti dall’industria e dall’artigianato: in particolare il cosiddetto “comparto manifatturiero” è incentrato sulla fabbricazione e sulla lavorazione di prodotti in metallo e sull’industria tessile e dell’abbigliamento, mentre la produzione riconducibile all’artigianato è molto più articolata. Accanto a quello manifatturiero spicca il “comparto delle costruzioni”, che risulta essere il più consistente nell’ambito delle attività produttive della Valle Camonica. Di peso marginale appaiono invece il “comparto estrattivo”, limitato ai comuni di Malonno, Capo di Ponte, Esine, Lozio, ed in misura marginale a Ponte di Legno, Borno, Niardo, Darfo Boario Terme e Pian Camuno e quello legato alla produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua. Per quanto concerne il terziario va osservato che ha raggiunto un ruolo sempre più importante nel sistema produttivo ed occupazionale della Valle, con particolare riferimento al “comparto del commercio” (soprattutto supermercati e, in misura minore ma in espansione, i centri commerciali). Questa situazione rende ovviamente difficoltosa la sopravvivenza dei piccoli esercizi commerciali, presenti soprattutto nei comuni di mezza costa e delle valli laterali. Si segnala infine che i comuni di Berzo Inferiore, Bienno, Breno, Cividate Camuno, Esine, Piancogno e Prestine appartengono al Distretto Industriale n. 9 “Camuno Sebino” (art. 36 della Legge 5 ottobre 1991 n. 317 e art. 3 della Legge Regionale 22 febbraio 1993 n. 7), che ha come peculiari caratteristiche la produzione metallurgica e quella tessile. Per quanto concerne gli aspetti produttivi legati alle risorse ambientali, l’agricoltura in Valle Camonica è il settore di attività più importante in termini di occupazione del territorio: la Superficie Agricola Totale costituisce, secondo i dati del censimento dell’Agricoltura del 1990, il 70% della superficie territoriale dell’intera Valle. Tale superficie è composta in maniera prevalente (80% circa) da boschi e prati e pascoli, cui seguono seminativi (per la quasi totalità costituiti da foraggio destinato al reimpiego aziendale per l’alimentazione dei bovini) e coltivazioni arboree permanenti (vite e melo), diffuse solo nella Media e Bassa Valle. L’allevamento prevalente è quello dei bovini, cui segue quello degli ovicaprini: ancora abbastanza diffusa in Valle è la pratica dell’alpeggio, con oltre 150 malghe. 9.4 Il turismo e le attività collegate La Regione Lombardia, con la L.R. n. 8 del 14 aprile 2004 “Norme per il turismo in Lombardia”, ha recepito in parte le indicazioni dell’art. 5 della Legge n. 135/2001 che individua nei Sistemi Turistici Locali (STL) un modello per valorizzare le risorse di ambiti territoriali omogenei ed aumentare l’offerta turistica attraverso la creazione di forme associative tra soggetti pubblici e privati. Nello specifico la Regione Lombardia non ha richiamato espressamente il principio dell’art. 5 sui Sistemi Turistici Locali ma ha istituito Sistemi Turistici che ne seguono le basi. Secondo l’art. 3, comma 1 della suddetta legge “si definisce sistema turistico l’insieme di programmi, progetti e servizi orientati allo sviluppo turistico del territorio e all’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici della produzione e dell’enogastronomia locale”. La promozione e la realizzazione dei Sistemi Turistici sono demandate alle autonomie locali e funzionali, alle imprese del settore turistico in forma singola o associata, alle associazioni imprenditoriali di categoria, nonché ad altri soggetti che abbiano come scopo il perseguimento dello sviluppo sociale ed economico del territorio (art. 3, comma 2): le Linee di indirizzo per i Sistemi Turistici sono state definite ed approvate con la d.g.r. 16 dicembre 2004 n. 7/19893. Le Province, che concorrono alla definizione delle politiche regionali, promuovono e coordinano i Sistemi Turistici, svolgono le funzioni in precedenza attribuite alle Apt (sciolte in base all’art. 11 della L.R. 8/2004) e concedono, in base a criteri regionali, i nulla osta per la creazione delle strutture IAT (Informazione e Accoglienza Turistica). Sono invece ancora in vigore le Pro Loco secondo la L.R. 16/2001 (Nuova disciplina relativa all’albo regionale e all’attività delle Associazioni Pro Loco), che possono dare vita, in modo autonomo o con altre istituzioni, a strutture di informazione e di accoglienza turistica finalizzate a migliorare la fruizione del territorio. Attualmente in Valle sono attive 26 Pro Loco su un totale di 41 comuni. Di queste, 15 aderiscono, come Consorzio delle Pro Loco Camuno - Sebine, al Progetto InVallecamonica (www.invallecamonica.it), il Portale Turistico Camuno realizzato per rendere accessibile in rete le informazioni di natura turistica, realizzato anche con finanziamenti europei (Leader II, Azione 10, sistemi di teleinformazione). Per quanto concerne lo svolgimento di visite guidate la Regione Lombardia (Bollettino Ufficiale, 1° Supplemento Straordinario al n. 48 del 23 novembre 2004, Allegato B: Questioni evidenziate dal processo di riconoscimento e indirizzi regionali, lettera D, Altri indirizzi regionali, punto 1), ha fornito degli indirizzi sulla distinzione tra le guide turistiche e gli operatori dei servizi didattici ed educativi dei musei, stabilendo che l’attività di didattica museale si differenzia da quella disciplinata dalla L.r. 65/86. A questo riguardo solo il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte è incluso nel Primo elenco dei siti che possono essere illustrati solo da guide specializzate, in attuazione del Decreto Presidente della Repubblica 13-12-1995 (Deliberazione della Giunta Regionale della Lombardia del 20 settembre 1996, n. 18263). La Valle Camonica possiede un ricco patrimonio storico-artistico ed ambientale che la rende un’importante meta turistica sia a livello provinciale sia a livello regionale e nazionale. Il turismo riveste quindi un ruolo di primo piano nell’ambito delle attività produttive, dell’organizzazione territoriale e dello sfruttamento delle risorse. Il sistema turistico della Valle Camonica si può suddividere nelle seguenti tipologie (Figg. 162-163): • turismo invernale • turismo estivo, di impronta naturalisticosportiva • turismo culturale • turismo termale • turismo congressuale 177 Il turismo invernale e quello estivo di impronta naturalistico-sportiva si legano soprattutto alla sub-area dell’Alta Valle, mentre nella Media Valle si concentra l’offerta di turismo culturale connesso all’arte rupestre (con quattro parchi su sette) ed ai beni archeologici e storico-artistici (ad esempio il Teatro e l’Anfiteatro di Cividate Camuno, la Pieve romanica di S. Siro ed il Monastero di S. Salvatore a Capo di Ponte, i castelli di Cimbergo e di Breno, etc.). La sub-area della Bassa Valle si caratterizza per la presenza delle rinomate stazioni termali di Darfo Boario Terme e di Angolo Terme, alle quali è associata una buona disponibilità di strutture alberghiere, anche di alto livello. A Darfo Boario Terme ha sede anche un importante Centro Congressi polifunzionale, dotato di sofisticate tecnologie e progettato per ospitare congressi, incontri sportivi, manifestazioni, mostre e spettacoli. Il turismo è il settore il cui peso economico appare in crescita e sicuramente con potenzialità ancora non espresse totalmente. Questo da- to emerge con chiarezza dall’analisi delle affluenze turistiche in Valle Camonica (presenze nelle strutture alberghiere ed extra-alberghiere) in confronto a quelle registrate per la provincia di Brescia (Istogramma a p. 179, All. 8, Tabelle delle affluenze turistiche nella Provincia di Brescia e in Valle Camonica tra il 2001 ed il 2004. Fonte: Provincia di Brescia - Assessorato al Turismo - Ufficio promozione e statistica). Fig. 162. Tipologie del sistema turistico della Valle Camonica: turismo invernale, estivo e termale. 178 Fig. 163. Turismo culturale: in alto il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri; in basso affresco di Girolamo di Romano, detto il Romanino (Brescia 1484/87 - 1566 circa). Il sistema ricettivo camuno è caratterizzato in generale da una disponibilità sicuramente potenziabile di strutture e di posti letto, attualmente distribuiti sul territorio in modo non omogeneo. L’offerta ricettiva, ad esclusione di Darfo Boario Terme e di Ponte di Legno, è costituita prevalentemente da alberghi di categoria media o medio-bassa. Poco diffusi, e sicuramente inferiori alla domanda, risultano i residences, così come i campeggi e le aziende agrituristiche. Di difficile valutazione ed analisi è il fenomeno delle seconde case date in affitto ai turisti. Nell’ambito del turismo culturale assume un ruolo di rilievo il pubblico scolastico, che costituisce oltre i due terzi delle presenze annualmente registrate. Nel 2004 si registra un notevole calo, presumibilmente imputabile alla Riforma della Scuola (Legge 28 marzo 2003, n. 53 e D.L.vo del 19 febbraio 2004, n. 59): esemplificativo risulta il progressivo calo delle presenze scolastiche tra 2002 (32.012), 2003 (27.395) e 2004 (20.132) nel Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Istogramma a p. 180), con una diminuzione tra 2002 e 2004 del 37% circa dei giovani visitatori. Nella Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, dove c’è una registrazione tramite biglietto degli accessi si nota che, ad un incremento delle presenze tra il 2002 e il 2003 (3.906 nel 2002 e Affluenze turistiche della Provincia di Brescia e della Valle Camonica. 179 Affluenze scolastiche al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte e alla Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cinbergo e Paspardo nel periodo 2002-2004. 4.226 nel 2003 pari a circa +8%), segue un calo di 5,3% nel 2004 (pari a 3.999 presenze). Attualmente l’attività didattica in Valle, nei Musei e nei Parchi con arte rupestre, è svolta da personale di cooperative, società ed associazioni, che si organizzano in modo autonomo. Al momento è noto un solo caso di affidamento, da parte di un Ente Gestore, dei servizi di accoglienza museale a società e cooperative attraverso gare o trattative private: la Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, che ha una Convenzione con il Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte per la gestione scientifica dell’area, ha affidato mediante Convenzione alla Società Do.Net (individuata tramite Bando) la gestione ordinaria della propria area. Con uno specifico Accordo sono stati definiti i reciproci diritti/doveri e le modalità di svolgimento dell’incarico, che spazia dal servizio di manutenzione ordinaria, all’informazione, all’apertura, al controllo (del museo e del Parco), ai servizi didattici. Sarebbe auspicabile anche in questo settore l’adesione degli Enti locali agli indirizzi forniti dalla Regione Lombardia nell’ambito dell’educazione al patrimonio museale attraverso il riconoscimento della figura professionale del Responsabile dei Servizi Educativi del Museo e del Territorio e dell’alta professionalità richiesta per gli operatori didattici (d.g.r. 20 dicembre 2002, n. 7/11643, Criteri e linee 180 guida per il riconoscimento dei musei e delle raccolte museali in Lombardia, nonché linee guida sui profili professionali degli operatori dei musei e delle raccolte museali in Lombardia, ai sensi della l.r. 5 gennaio 2000, n. 1, commi 130-131, Allegato B - “Linee guida sui profili professionali degli operatori dei musei e delle raccolte museali”). La Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo tramite la Società Do.Net si avvale della collaborazione, per i propri servizi didattici, di personale formatosi in un corso FSE (Fondo Sociale Europeo) per Addetti al Turismo Culturale, con preparazione specifica per l’accoglienza delle scuole e l’attivazione di progetti didattici. 9.5 Le attività culturali Il Sistema Bibliotecario Nell’ambito delle attività culturali rientra a pieno titolo il Sistema Bibliotecario Comprensoriale della Valle Camonica, istituito nel 2001 grazie al contributo della Comunità Montana, del Consorzio BIM e della Provincia di Brescia. Il Sistema è basato su un meccanismo di condivisione dei dati di 14 biblioteche ed offre un servizio di promozione attiva della fruizione culturale e letteraria. Presso la Comunità Montana di Valle Camonica a Breno è conservato anche il Fondo Tesi Valle Camonica, che raccoglie, a partire dall’Anno Accademico 1962/63, circa 300 elaborati realizzati presso diverse Università italiane. Il Sistema Museale A fronte di un Sistema Bibliotecario già da tempo attivo, la Valle Camonica non si è ancora dotata, d’intesa con la Regione e la Provincia, di un Sistema Museale che possa promuovere la conoscenza al grande pubblico del patrimonio storico e culturale della Valle. L’istituzione dei Sistemi Museali Locali fa capo infatti alla Legge Regionale 1/2000 art. 4 comma 134, lett. a): Sviluppo dei sistemi museali locali: approvazione dei criteri per l’assegnazione e l’erogazione dei contributi alle province e approvazione degli obiettivi e delle linee guida per l’elaborazione da parte delle province di studi di fattibilità comprensivi dell’individuazione di progetti pilota di gestione associata dei servizi, il cui adempimento spetta alla Provincia di Brescia - Assessorato alla Cultura, che allo stato attuale non ha ancora definito le linee del Sistema Museale Territoriale della Valle Camonica, che si dovrà articolare sia come sistema territoriale multidisciplinare sia come sistema tipologico (il sistema archeologico, il sistema storico artistico etc.) in relazione all’intera provincia. In genere si assiste, in altre Province della Lombardia che hanno già strutturato i sistemi museali, ad una messa in comune dei Servizi dei singoli musei (Didattica, Editoria divulgativa, Consulenze specialistiche, etc.), che mantengono tuttavia la loro autonomia gestionale. La Regione Lombardia infatti considera obiettivo prioritario “l’incentivazione dell’esercizio associato, ritenuto lo strumento idoneo per garantire l’erogazione di servizi al pubblico secondo criteri di qualità totale, economicità, efficienza ed efficacia. L’obiettivo è l’acquisizione condivisa di beni e servizi e di prestazioni di personale specializzato, in generale per tutti i musei ma particolarmente nel caso di quelli situati in comuni di minori dimensioni demografiche” (Delibera Giunta Regionale del 20 dicembre 2002, n. 7/11643, 2.3). Ad oggi la Comunità Montana di Valle Camonica-Assessorato alla Cultura sta studiando il problema. Il Sistema informativo territoriale Nella seconda metà del 2000, nell’ambito delle attività previste nel progetto “Costituzione del Sistema Informativo Territoriale”, è stato istituito il Sistema Informativo Territoriale (SITAR) della Valle Camonica (Iniziativa Comunitaria LEADER II, cofinanziata dalla Comunità Europea - Fondo FESR). Il SITAR permette di gestire e consultare l’archivio territoriale dei dati geografici e descrittivi dei Comuni della Valle Camonica ricadenti nel Piano di Azione Locale (36 Comuni della Media ed Alta Valle Camonica). Lo scopo è quello di fornire uno strumento per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione dei dati socio-economici, geografici ed ambientali del territorio della Valle Camonica. Il Sistema è progettato secondo il modello client/server. Il server è localizzato presso la sede del Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano della Valle Camonica (BIM) e fornisce i servizi di gestione logica e fisica dei dati. I client possono consultare in rete locale (Intranet) o remota (Internet) i dati dell’archivio utilizzando gli strumenti di accesso e ricerca predisposti dall’amministratore del sistema. L’archivio del SITAR è costituito da: • dati territoriali ed ambientali in formato vettoriale o raster estesi ai Comuni di riferimento; • documentazione ipertestuale costituita da documenti in formato pdf (Portable Document Format) e pagine HTML; • metadati (schede di informazioni delle caratteristiche dei dati). I dati sono strutturati su tre livelli: ambiti informativi, progetti, elementi informativi. Allo stato attuale delle conoscenze non esiste un Sistema Informativo del Sito (SIS), che comprenda tutti i dati sociali, economici e culturali della Valle. Queste iniziative hanno comunque contribuito ad una gestione integrata della politica culturale del territorio. Le Università Ad Edolo la Facoltà di Agraria dell’Università Statale degli Studi di Milano ha attivato un Corso di Valorizzazione e Tutela dell’Ambiente e del Territorio Montano, che risulta essere fino ad oggi l’unico del genere in Italia e intende nel tempo porsi come punto di riferimento specialistico per il bacino centro-alpino, sud e trans-alpino. Tra i vari obiettivi va segnalata la formazione di professionisti che siano in grado di operare nei vari aspetti connessi con l’organizzazione dell’attività produttiva montana, con 181 particolare riferimento alla salvaguardia dell’equilibrio territoriale, alla difesa dell’ambiente ed allo sviluppo rurale. Gli Archivi storici e comunali Tra il 2003 e il 2004 la Comunità Montana ha promosso il censimento degli archivi storici e di deposito dei comuni della Valle Camonica. Per ciascun comune sono riportati i dati del soggetto conservatore, la sede dei depositi, i soggetti produttori dei fondi archivistici, i complessi documentari e la struttura del complesso. Tale studio costituisce la prima indagine sistematica condotta in Valle negli ultimi quindici anni e rappresenta uno strumento indispensabile per avviare in futuro iniziative di valorizzazione dei fondi archivistici. Presso la Scuola Elementare di Cividate Camuno si trova l’Archivio Storico Ghislandi, gestito dall’omonimo Circolo Culturale. L’Archivio, dal 1990 aperto alla pubblica consultazione, raccoglie tra l’altro una serie di registrazioni del periodo della II Guerra Mondiale e diversi Fondi, tra i quali si segnalano quello della Società Operaia di Breno, quello sulla nascita e sullo sviluppo del settore idroelettrico in Valle (Fondo Energia Elettrica), quello sul disastro della diga del Gleno, quello sulle miniere e sui forni fusori. Altro archivio di sicuro interesse è l’Archivio Panzerini, conservato presso la Biblioteca Civica di Cedegolo, con documenti riguardanti l’antica famiglia camuna dalla quale prende il nome e notizie sulle attività economiche legate alle miniere di ferro ed ai forni fusori. La Biblioteca Civica di Breno ospita invece l’Archivio don Romolo Putelli, che contiene numerosi documenti raccolti dallo storico camuno, relativi alla storia della Valle Camonica. Inoltre sono presenti in Valle Archivi specialistici che hanno assunto il valore di archivi storici, come quello del Centro Camuno di Studi Preistorici in Capo di Ponte, formatosi a partire dal 1964 (ma con un nucleo risalente agli anni Cinquanta) e attualmente in corso di riordino e informatizzazione. Un posto a sé occupa infine l’Archivio di foto e documenti raccolto sull’arte rupestre anche da due privati, i fratelli Maffessoli di Capo di Ponte, attualmente in corso di ricognizione per l’allestimento di due mostre sulla Storia delle ricerche dell’arte rupestre della Valle Camonica. 182 9.6 Attese ed Intenzioni dei portatori di interesse Si enucleano qui di seguito, in forma sintetica, i principali temi relativi alle attese ed alle intenzioni dei portatori di interesse, che verranno sviluppati nella Parte terza e quarta sotto forma di Piani, cioè progetti operativi di intervento. Parte terza Conoscenza del sito • Sembra fondamentale attuare una strategia per la conoscenza del Sito, basata sulla incentivazione della ricerca e sulla organizzazione di un sistema articolato di documentazione che preveda: 1. un sistema di catalogazione in un Catalogo Informatizzato per il Monitoraggio dell’Arte Rupestre (C.I.M.A.R.), nel quale fare confluire tutti i dati attualmente noti sulle rocce poste all’interno dei Parchi, con una particolare attenzione agli aspetti conservativi; 2. una raccolta e verifica di tutte le segnalazioni relative a località con arte rupestre al di fuori dei Parchi, in vista di una loro perimetrazione ed inserimento nel programma di compilazione del C.I.M.A.R.; 3. la documentazione sistematica ed esaustiva di tutto il patrimonio non ancora documentato e catalogato, da effettuare secondo un Piano pluriennale di intervento; 4. un’attività costante e programmata di monitoraggio dello stato di conservazione delle rocce ubicate sia all’interno delle aree a Parco sia all’esterno, finalizzato alla programmazione degli interventi di restauro; 5. un Sistema Informativo Georeferenziato, nel quale far confluire tutti i dati raccolti nel C.I.M.A.R. Il Sistema Informativo permetterà di comparare e combinare i differenti tipi di dati ai fini di attuare un’efficace politica di pianificazione degli interventi di tutela, conservazione, valorizzazione del patrimonio. Conservazione ed integrità del sito • Sembra fondamentale attuare una strategia per la conservazione del bene Arte Rupestre della Valle Camonica, visto nel suo contesto ambientale, paesaggistico, storico e urbanistico: 1. organizzando un Piano di Conservazione e Restauro basato sui dati del monitoraggio conservativo confluiti nel Catalogo Generale dell’Arte Rupestre (stesura di un “Manuale di Buone Pratiche” della manutenzione; pianificazione degli interventi di restauro, distinguendo tra manutenzione ordinaria e straordinaria; metodologie di intervento; definizione delle qualifiche degli operatori del restauro, etc.); 2. estendendo la politica di conservazione del bene anche a tutte le aree con arte rupestre al di fuori degli attuali sette Parchi; 3. facendo sì che le necessità di conservazione e tutela, così come delineate e descritte nel presente Piano di Gestione, siano condivise e recepite da tutti gli strumenti di gestione e pianificazione del territorio, nei loro diversi livelli di definizione, per la salvaguardia del patrimonio; 4. incrementando il controllo e la sorveglianza dei siti dei Parchi con personale in numero adeguato all’estensione delle aree; 5. generalizzando, ove possibile, l’adozione di passerelle di legno (con standard di realizzazione conformi agli standard definiti dalla WHL), per evitare il calpestio delle rocce; 6. sensibilizzando i visitatori e gli abitanti del territorio ad una maggiore attenzione verso l’integrità del bene. • Di grande importanza è anche l’attuazione di una strategia per la salvaguardia e conservazione della Valle Camonica: 1. facendo sì che le necessità conservative e di tutela del paesaggio in cui si colloca il patrimonio di arte rupestre siano condivise da tutti gli strumenti di gestione del territorio (ad es. Piani Paesistici, Piani Regolatori, etc.) e siano sentite come prioritarie, al fine di portare ad un mi- glioramento del contesto territoriale e alla sua salvaguardia. Per questo sono urgenti interventi di ripristino e di “restauro” paesaggistico, che ridefiniscano in modo apprezzabile il distretto culturale Valle Camonica, che appare ora molto degradato nella parte di fondo valle, il primo impatto che si offre al visitatore dell’arte rupestre; 2. adeguando i progetti infrastrutturali (ad es., strade e linee elettriche) alle esigenze di salvaguardia del bene e del paesaggio nel quale si inseriscono. Parte quarta Turismo Il turismo in Valle Camonica Una corretta strategia di gestione del turismo deve essere attuata per valorizzare il sito e questo obiettivo può essere raggiunto: 1. seguendo ed applicando i principi dell’ICOMOS per un turismo sostenibile, che permetta di raggiungere un equilibrio tra la conservazione del sito e lo sviluppo turistico; 2. creando Centri di Accoglienza – o Centri di Servizi – per i turisti, che offrano tutte le informazioni sull’arte rupestre, sulle diverse offerte di turismo in Valle, sui collegamenti con la rete viaria e dei trasporti. Questi Centri, attrezzati per accogliere anche disabili, dovrebbero disporre, tra le dotazioni minime, di servizi igienici, di centri di primo soccorso, di telefoni pubblici ed Internet-point nonché di aree-gioco per i bambini; 3. aumentando l’offerta dei trasporti, locali e regionali; 4. potenziando le infrastrutture viarie, stradali e ferroviarie; 5. ideando un “Treno dei Graffiti”; 6. coordinando il sistema di gestione del sito con il Sistema Museale e con il Sistema Turistico; Il turismo nei Parchi Particolare attenzione deve essere posta alla gestione dei flussi turistici all’interno delle aree a Parco, con l’obiettivo di conciliare le 183 esigenze di valorizzazione e promozione con la necessità di tutelare e conservare il bene. Premesso che tutti i Parchi devono essere adeguati agli standard minimi previsti dalla legislazione vigente, questo risultato può essere ottenuto: 1. migliorando l’accessibilità ai Parchi con la creazione di nuovi parcheggi, tenendo in considerazione anche le esigenze dei disabili (posti riservati); 2. creando un Biglietto Integrato per la visita dei Parchi della Valle e dei Musei statali e locali, eventualmente collegato a facilitazioni economiche per i trasporti; 3. ottimizzando gli orari di apertura ed il giorno di chiusura delle aree a Parco; 4. creando una rete di bookshop; 5. diversificando l’offerta turistica grazie all’abbinamento delle visite all’arte rupestre con: • il turismo montano; • il turismo lacustre; • il turismo termale; • il turismo congressuale; • il turismo artistico locale (creazione di percorsi a tema); • la visita agli altri siti di interesse archeologico e storico-artistico, di epoca romana, medioevale etc.; • la cultura materiale locale (collegamento con le mostre-mercato, con le iniziative eno-gastronomiche, etc.); • la cultura intangibile (collegamento con gli eventi e con le iniziative per la valorizzazione delle tradizioni e degli usi locali). Servizi Didattici La tutela e la conservazione del bene passano anche attraverso la sensibilizzazione delle generazioni più giovani e la formazione degli insegnanti appare una necessità imprescindibile, anche alla luce dei recenti cambiamenti che la Riforma della Scuola (Legge 28 marzo 2003, n. 53 e D.L.vo del 19 febbraio 2004, n. 59) ha introdotto nei programmi di insegnamento. Tra le esigenze prioritarie si segnala la necessità di: 1. monitorare la qualità del Servizio Didattico attualmente svolto in Valle, aderendo alle 184 linee-guida che la Regione Lombardia ha definito in questi anni per i Servizi Educativi del Museo e del Territorio; 2. formare il personale didattico su standard omogenei e riconosciuti a livello regionale o nazionale; 3. aggiornare periodicamente gli insegnanti, al fine di migliorare il collegamento con le realtà scolastiche locali; 4. realizzare editoria di qualità, differenziata per le varie utenze (anche pre-scolare) e con veste grafica omogenea e riconoscibile. Formazione professionale Nell’ambito della politica di gestione del sito assume particolare significato il coinvolgimento della popolazione locale, che si attua con la formazione di figure professionali che partecipino al processo di conoscenza, di conservazione e di valorizzazione del sito. Ad esempio: 1. tecnici per la ricognizione ed il monitoraggio dello stato di conservazione dell’arte rupestre; 2. personale per il monitoraggio dei beni culturali e dell’ambiente (si veda il progetto di Catalogazione Beni Architettonici promosso da BIM - rif. SIRBec e Carta del Rischio, 2002-2005); 3. promoter turistici che richiamino ed indirizzino i flussi turistici verso la Valle Camonica; 4. operatori didattici; 5. guide e operatori turistici in grado, rispettivamente, di gestire e/o richiamare il flusso dei visitatori anche su percorsi turistici di ampio raggio, non solo all’interno della Valle ma anche della Provincia; 6. operatori per la manutenzione del verde nelle aree comprese nel Piano di Gestione per il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”; 7. artigiani specializzati nelle lavorazioni tradizionali della Valle. Non priva di positive ricadute risulterebbe sicuramente una forma di collaborazione con la sede di Edolo della Facoltà di Agraria dell’Università Statale degli Studi di Milano e con l’Università di Brescia, per l’organizzazione di corsi e seminari dedicati alla formazione di personale specializzato. Collaborazioni con le realtà produttive locali All’interno della politica di gestione del sito sembra rivestire un ruolo significativo anche la creazione di un rapporto sinergico con le realtà produttive locali, che si dovrebbe concretizzare nella: • attuazione di politica di condivisione di obiettivi ed interessi con il settore industriale, artigianale e del terziario, promossa attivando rapporti di sponsorizzazione, soprattutto per quanto concerne la promozione del turismo culturale. Promozione Le attività di promozione del sito Arte Rupestre possono apportare un considerevole contributo allo sviluppo della Valle Camonica, sia per quanto riguarda la visibilità a livello nazionale ed internazionale sia per gli aspetti legati al rilancio economico della Valle. Tra gli strumenti promozionali da privilegiare si segnalano: • la creazione di un Sito Internet dedicato, che faccia capo alla “struttura” di Coordinamento del sito (da definire); • l’ideazione di un Logo del Sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, per valorizzarne l’immagine; • il collegamento con altri siti UNESCO tipologicamente affini, sotto forma, ad esempio, di gemellaggi; • lo sviluppo di un’attività divulgativa e pro- mozionale concertata, che porti alla creazione di una linea editoriale omogenea e riconoscibile, alla nascita di siti web caratterizzati da una veste grafica coerente, alla realizzazione di una cartellonistica stradale caratterizzata da contenuti ed immagine allineati ai principi condivisi. Nell’ambito della programmazione condivisa dovrà rientrare anche la pianificazione degli eventi culturali come mostre, convegni, seminari e cicli di conferenze. Appare infatti funzionale ai fini della ricerca scientifica, della valorizzazione e promozione del patrimonio, della sua divulgazione e dello sviluppo dell’economia locale distribuire tali iniziative nell’arco dell’anno, evitando – come è accaduto talvolta in passato – che eventi analoghi si svolgano a poche settimane di distanza l’uno dall’altro. I vantaggi di questa attività di programmazione sinergica, nella quale saranno coinvolti tutti gli Enti che svolgono ricerche in Valle, saranno: • attribuire il giusto rilievo agli eventi; • presentare all’esterno un’immagine di coordinamento delle iniziative; • contribuire a potenziare il settore del turismo, distribuendo il carico della domanda lungo l’intero anno; • ottimizzare le risorse di sponsorizzazione; • accrescere il processo di conoscenza dell’arte rupestre, in modo che diventi un momento di sereno confronto e scambio tra studiosi di settore, con il coinvolgimento di un’utenza più ampia. 185 PARTE TERZA Tutela e conservazione Nella Parte terza si illustrano gli interventi – pianificati/progettati/auspicati/suggeriti – sul patrimonio d’arte rupestre e sul relativo contesto territoriale e infrastrutturale (sinteticamente elencati anche nell’Allegato 29 in Appendice). 10. PIANO DEGLI INTERVENTI SULLE STRUTTURE Nel caso del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valcamonica” si intendono per “strutture” i Parchi (1 - Piano di intervento per l’adeguamento e la valorizzazione dei Parchi d’Arte Rupestre, infra). Essi costituiscono i principali centri dell’arte rupestre, unitamente a tutte le componenti ad essi strettamente connesse: le strutture informative e promozionali, cioè i centri d’informazione e didattici posti all’ingresso dei parchi (Parco Comunale di Luine e costituendo Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina), e le strutture espositive (Musei, Antiquaria), ubicate sia all’interno dei parchi (l’Antiquarium presente nel Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte) sia all’esterno (il Museo della Riserva nel centro storico di Nadro, collegato alla Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo). Il costituendo Museo Nazionale delle Preistoria della Valle Camonica, in corso di allestimento a Capo di Ponte nella settecentesca Villa Agostani e la cui apertura al pubblico è programmata per il 2008 (2 - Piano di intervento per la realizzazione del Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica, infra), rientra anch’esso nel complesso delle “strutture” col- legate all’arte rupestre e, più in generale, all’archeologia preistorica e protostorica della Valle. Questa si articola ulteriormente in una serie di importanti contesti archeologici passibili di essere con il tempo valorizzati e resi visitabili nell’ambito della “rete dei percorsi storici”, pure essi di importante interesse per qualità e grado di conservazione (5 - Piano di intervento sulla rete dei percorsi storici). Numerosi sono i siti archeologici che potrebbero essere oggetto di un piano di valorizzazione a medio termine, per offrire una visione della Valle Camonica come “Valle delle Incisioni” e anche degli uomini che le hanno prodotte nei millenni, dei loro abitati, delle necropoli, dei luoghi di culto e delle sedi delle attività economiche. Di questi siti, alcuni sono già in corso di valorizzazione, nell’ambito di progetti avviati dalle comunità locali in accordo con la Regione Lombardia e le competenti Soprintendenze, per i Beni Archeologici e per i Beni Architettonici e il Paesaggio, con il coordinamento della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici (3 - Piano di intervento per la valorizzazione dei siti archeologici pre-protostorici). Da tutti questi interventi, già programmati e in parte realizzati, risulterà, nell’arco di cinque anni, un sistema assai articolato che, facendo perno sul complesso dei Parchi d’Arte Rupestre e dei siti con incisioni via via valorizzati e inseriti nei percorsi di visita, si colleghi strettamente con gli altri siti e musei archeologici della Valle. Ne risulterà sicuramente arricchito per il visitatore il quadro di conoscenza e di comprensione della Valle Camonica, caratterizzata come noto da grande complessità per la durata del fenomeno “arte rupestre” fino ad 187 età storica avanzata e per le sue connessioni con gli altri aspetti culturali in senso lato. Il centenario della scoperta dell’arte rupestre nel 2009 potrebbe essere assunto come tappa doverosa di questo ampio e ricco programma. Questo “sistema archeologico dell’arte rupestre e della preistoria e protostoria camuna” sarà ulteriormente arricchito nel tempo con la valorizzazione degli altri numerosi siti d’arte rupestre elencati in premessa (Parte prima, Elenco dei siti con arte rupestre, pp. 74-82), distribuiti dalla Bassa all’Alta Valle, dal fondovalle alle alte quote, e in parte già oggi visitabili (4 - Piano di intervento per il rilevamento, la documentazione e la valorizzazione degli altri siti d’arte rupestre della Valle Camonica). L’importanza storico-culturale del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” trova inoltre un logico completamento nel Museo Nazionale della Civiltà Romana di Cividate Camuno, nei resti della romanizzazione (la casa camuna di Pescarzo) e nei complessi archeologici di età romana, alcuni dei quali di carattere monumentale (il Teatro e l’Anfiteatro di Cividate Camuno ed il Santuario di Minerva a Breno). Il sito si configura quindi come molto più articolato e complesso di quanto la semplice denominazione “arte rupestre” lasci intendere: esso va infatti considerato e conosciuto nelle sue relazioni con i contesti archeologici coevi e successivi, e va letto nel suo sviluppo diacronico come fenomeno che ha connotato in modo del tutto peculiare la Valle, così da chiarire anche certi suoi esiti moderni. Va insomma visto come un “ecomuseo”, un insieme inscindibile di storia e natura, di cultura e di tradizioni, un palinsesto territoriale di grande significato e con una sua propria identità. Particolare attenzione andrà pertanto riservata non solo alle espressioni d’arte rupestre ma a tutto l’ambito archeologico territoriale nei suoi vari aspetti: la trama dei percorsi storici, i contesti archeologici, i segni di devozione, di memoria o di negazione legati all’arte rupestre (edicole religiose – “santelle” –, oratori, chiese; credenze e leggende; toponimi). Il Piano di Gestione del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” deve inoltre considerare tra gli obiettivi primari anche il recupero dei valori paesaggistici della 188 Valle, in quanto essi risultano strettamente connessi con le testimonianze d’arte rupestre, la cui comprensione non può prescindere dal contesto territoriale dove sono collocate. Ne deriva che il Piano degli interventi sulle strutture, intese qui come i Parchi d’Arte Rupestre finora costituiti, deve prevedere anche interventi finalizzati ad un ripristino paesaggistico all’esterno dei Parchi e dei siti d’arte rupestre. Particolare attenzione dovrà essere dedicata soprattutto al fondovalle (6 - Piano di intervento per il ripristino paesaggistico del fondovalle), che risulta pesantemente compromesso per alcuni tratti da una disordinata edificazione (industriale, artigianale e residenziale), da infrastrutture di grande impatto fisico e visivo (la Strada Statale 42) e da una fitta serie di elettrodotti, peraltro strategici per lo sviluppo nazionale (Figg. 168-172). La Valle Camonica costituisce infatti un corridoio tecnologico di primaria importanza, percorso fin dagli inizi del XX secolo da una serie di linee elettriche, i cui tracciati sono stati modificati proprio in funzione della tutela dell’arte rupestre e possono essere ulteriormente migliorati. Si individuano pertanto come obiettivi del Piano: 1. coordinamento degli interventi in sintonia tra tutti i Parchi d’Arte Rupestre della Valle Camonica (di pertinenza di vari Enti e dello Stato), per il riconoscimento della natura giuridica di parchi archeologici, l’adeguamento dello standard delle strutture e la dotazione dei servizi necessari; 2. creazione del Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica a Capo di Ponte, con funzione, oltre che espositiva, di raccordo, documentazione e orientamento al patrimonio d’arte rupestre e archeologico della Valle; 3. stretto collegamento nella pianificazione con il sistema museale della Valle Camonica, in corso di definizione da parte della Provincia ai sensi della vigente normativa regionale, e, più in generale, con l’articolata realtà archeologica della Valle. L’inserimento dei Parchi d’Arte Rupestre nella rete del sistema museale, territoriale e tipologico, potrà favorire anche la “gestione congiunta” di alcuni servizi di assistenza culturale e di ospitalità per il pubblico (didattico, di divulgazione, di promozione turistica, di accoglienza) per rendere omogenea la qualità dei servizi offerti e per promuovere lo sviluppo del turismo culturale; 4. allargamento dell’azione di valorizzazione a tutti i siti d’arte rupestre, in quanto espressione del patrimonio mondiale tutelato; 5. coordinamento degli interventi sui Parchi e siti d’Arte Rupestre con il Piano di valorizzazione dei contesti archeologici e dei percorsi storici; 6. recupero dei valori paesaggistici. Si propongono quindi i seguenti Piani di intervento: 1. Piano di intervento per l’adeguamento e la valorizzazione dei Parchi d’Arte Rupestre; 2. Piano di intervento per la realizzazione del Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica; 3. Piano di intervento per la valorizzazione dei siti archeologici pre-protostorici; 4. Piano di intervento per il rilevamento, la documentazione e la valorizzazione degli altri siti d’arte rupestre della Valle Camonica non compresi nei Parchi d’Arte Rupestre; 5. Piano di intervento sulla rete dei percorsi storici; 6. Piano di intervento per il ripristino paesaggistico del fondovalle. I Piani 1-5 si possono sviluppare e concludere in un arco di tempo non superiore ai cinque anni, mentre il Piano 6 richiede condivisione di intenti di poteri forti e sovraterritoriali, investimenti piuttosto consistenti e il coinvolgimento partecipato delle comunità locali, che inducono a prevedere un arco di tempo di 10 anni. Nel “Piano degli Interventi descritti nelle Parti terza e quarta del Piano di Gestione” (All. 29) si sintetizzano le voci dei singoli Piani, i tempi di realizzazione, gli Enti preposti o promotori, i finanziamenti stimati e le possibili fonti di finanziamento. 10.1 Piano di intervento per l’adeguamento e la valorizzazione dei Parchi d’Arte Rupestre La situazione dei Parchi d’Arte Rupestre compresi nel sito UNESCO n. 94 (descritti nelle Parti prima e seconda del presente Piano di Gestione) è molto discontinua per grado di adeguamento amministrativo, di progettazione, di allestimento generale, di predisposizione degli apparati didattici e didascalici e di strutture e/o apparati per l’informazione e l’esposizione. Ne deriva che è necessario predisporre un Piano articolato che comprenda la serie di azioni necessarie per portare tutti i Parchi esistenti, nell’arco di cinque anni (2005-2009), alla conclusione dell’iter amministrativo di riconoscimento e all’adeguamento degli apparati didattici, espositivi e di accoglienza del pubblico, nello spirito di una valorizzazione del bene che sia rispettosa della sua identità, come riconosciuta nella dichiarazione UNESCO del 1979, consona alla sua conservazione e rispondente a corretti criteri di fruizione. Questo Piano dovrà svolgersi in piena sintonia e stretto coordinamento tra tutti i Parchi d’Arte Rupestre della Valle Camonica (di pertinenza di vari Enti e dello Stato), con periodiche verifiche sullo stato d’avanzamento dei lavori, su eventuali criticità e sulla conseguente necessità di predisporre dei correttivi, da parte del consesso degli Enti gestori dei Parchi e degli Enti preposti alla tutela, alla valorizzazione ed alla pianificazione territoriale. La sequenza di azioni risulta così scandita nel tempo, in ordine di priorità: 10.1.1 Adeguamento del riconoscimento formale dei parchi, a norma di legge È necessario portare, in primo luogo, tutti i Parchi ad un livello omogeneo, consono alla qualifica di “parchi”, a volte rimasta allo stadio di definizione senza l’assunzione di concrete azioni per il loro completamento: è il caso dei Parchi di Sonico e di Sellero, nonché di quello, in corso di allestimento, di Seradina-Bedolina, costituiti con deliberazione comunale, per i quali non è stato chiesto o ottenuto il riconoscimento da parte della Regione Lombardia, l’Ente che “disciplina la fruizione dei beni presenti negli istituti e nei luoghi della cultura non appartenenti allo Stato o dei quali lo Stato abbia trasferito la disponibilità sulla base della normativa vigente” (D.L.vo del 22 gennaio 2004 n. 42, art. 102, c.2). Pare questa l’occasione per cercare di adeguare la normativa regionale in materia di parchi con il riconoscimento della natura di parchi archeologici, propria dei Parchi d’Arte Rupestre, sia per il Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina di Capo di Ponte, il Parco comunale di Sellero e il Parco plurite189 matico “Còren de le Fate” di Sonico sia per Parchi già da tempo riconosciuti dalla Regione Lombardia con definizioni diverse da quella di “Parco Archeologico” e dotati di Piano, come la Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (o il Parco Regionale dell’Adamello). Infatti la Regione Lombardia non ha ancora recepito la definizione di parco archeologico che la legislazione statale in materia di beni culturali, fin dal 1999 (D.L.vo 490/1999) e più recentemente (D.L.vo del 22 gennaio 2004 n. 42, art. 101 Istituti e luoghi della cultura, comma e) ha invece adottato (“parco archeologico”, un ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all’aperto). Per questa ragione ancora oggi i Parchi d’Arte Rupestre della Valle Camonica, ad esclusione di quelli nazionali direttamente gestiti dallo Stato, sono definiti Aree Protette, in base alla normativa regionale (L.R. n. 86/1983), con le relative conseguenze: difficoltà a vedersi finanziate opere di conservazione e restauro, di ricerca e documentazione del patrimonio archeologico. In altri casi, come avvenuto per la Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, la Regione Lombardia ha riconosciuto solo ad una parte della Riserva, cioè il Museo Didattico della Riserva Naturale, la qualifica di “museo” (riconoscimento della d.g.r. del 5 novembre 2004, n. 7/19262). Si ravvisa pertanto l’urgenza di pervenire ad un adeguamento (riconoscimento della natura di “parco archeologico”), da parte della Regione Lombardia (analogamente a quanto di recente fatto in materia di Parchi archeologici, in modo apprezzabile, dalla Regione Lazio con la L.R. n. 18 del 9 dicembre 2004), sia per i Parchi ancora privi del riconoscimento (il Parco Archeologico Comunale di SeradinaBedolina di Capo di Ponte, il Parco Comunale di Sellero) sia per la Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, già da tempo riconosciuta dalla Regione Lombardia (con Delibera del Consiglio Regionale 2 marzo 1988, n. IV/938) e dotata di Piano (Piano approvato con d.g.r. del 3 novembre 1992, n. 5/29143)11. 10.1.2 Adeguamento espositivo Contestualmente all’adeguamento amministrativo bisogna procedere all’allestimento dei Parchi che ancora ne sono privi (il Parco Comunale di Sellero) e all’adeguamento dei percorsi e degli apparati espositivi, come di seguito evidenziato per ogni parco: 1. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, Capo di Ponte Il Parco, che è stato fondato nel 1955 e fatto oggetto di un sistematico intervento di allestimento nel 1989 (Figg. 152-155), via via aggiornato nel tempo, necessita di interventi diffusi di miglioramento e adeguamento dei percorsi e degli apparati espositivi, di seguito indicati: • sostituzione della targa esistente all’ingresso con una aggiornata e omogenea che menzioni l’appartenenza al sito UNESCO; • ripristino dei versanti, soggetti ad erosione in alcune zone particolarmente sottoposte all’impatto antropico dei visitatori (sentieri con radici esposte, tratti di percorso scosceso da sostituire possibilmente con tracciati alternativi più acclivi); • proseguimento della sistemazione dei percorsi per favorire l’accesso ai disabili e completamento dell’allestimento di un tratto del percorso per ciechi e ipovedenti, con appositi pannelli che integrino la versione in codice Braille ora a disposizione; • non appena concluso il procedimento di esproprio dei terreni di proprietà privata esistenti all’interno del perimetro (2006), il Parco dovrà dotarsi di ulteriori apparati didattici (pannelli) che finora non era stato possibile collocare su terreno privato; • creazione di un punto di sosta al coperto, per accogliere e riparare i visitatori in caso di pioggia o per quanti desiderano concedersi una pausa nel corso della visita del Parco; esso potrebbe svolgere anche la funzione di centro di informazione dove presentare ai gruppi di visitatori il Parco; • creazione di un posto di ristoro all’interno del Parco, per permettere la sosta dei visitatori che vogliano impegnarsi in una visita 11 Il Parco Comunale di Luine a Darfo Boario Terme rientra nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro. Il Parco pluritematico “Còren de le Fate” di Sonico rientra nel Parco Regionale dell’Adamello. 190 prolungata del Sito che, con le sue 104 rocce, rappresenta uno dei più cospicui complessi d’arte rupestre della Valle; • una volta concluso l’esproprio, si potrà procedere con il completamento della recinzione del Parco sul lato Sud, dove confina con la Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Con la Riserva sarebbe anche opportuno studiare un sistema di passaggio dei visitatori da un Parco all’altro, sia per chi viene da Naquane (Parco con ingresso a pagamento) sia per chi sale da Foppe di Nadro, lungo il percorso storico che collega già ora le due località (Fig. 167). Si rammenta che l’ampliamento del Parco a seguito dell’esproprio comporterà l’allestimento espositivo (pannelli didattici, creazione di percorsi, etc.) della nuova area. 2. Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, Capo di Ponte Il Parco, in corso di allestimento, verrà inaugurato nell’ottobre 2005, con gli apparati necessari già predisposti (Fig. 157). È in progetto, con la collaborazione dell’Istituto dei Ciechi di Milano e della SCA-Società Cooperativa Archeologica, anche la dotazione espositiva minima per ciechi e ipovedenti, eventualmente da ampliare a breve termine. 3. Parco Comunale di Luine, Darfo Boario Terme Il Parco, di recente inglobato nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro, è stato migliorato negli anni scorsi con la creazione di percorsi, attrezzati con apparati didattici, ed è stato dotato di un Centro informativo e di esposizione didattica (Fig. 158). Nel 2005, con il Piano pluriennale degli interventi nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro (per una cifra complessiva di € 8.610.280,00 in 5 anni), approvato dalle due Amministrazioni comunali di Darfo Boario Terme e di Angolo Terme che gestiscono detto Parco, sono stati previsti nei prossimi anni i seguenti specifici lavori nel Parco di Luine: l’adeguamento del Centro-Parco e la valorizzazione del patrimonio d’arte rupestre (spesa prevista € 350.000,00). In attesa quindi di definire il progetto relativo, che dovrà affrontare in via prioritaria il problema della conservazione delle rocce incise, si elencano alcuni interventi migliorativi per l’adeguamento espositivo e altri preparatori per elaborare un apposito Piano della conservazione: • riconoscimento formale del Parco Comunale di Luine da parte della Regione (con le modalità sopra richiamate che ne riconoscano la natura di “parco archeologico”); • va evidenziata con apposita targa l’appartenenza del Parco al patrimonio mondiale UNESCO; • risulta inoltre necessario potenziare il numero dei pannelli ad illustrazione delle rocce incise che sono poco visibili, data la natura litologica (conglomerato, localmente definito Pietra Simona) e lo stato di conservazione (necessitano con urgenza di interventi di pulitura e restauro, come sotto specificato); • si suggerisce di attrezzare i percorsi anche per visite notturne, per attirare i turisti che frequentano nel periodo estivo le vicine terme. Dovrà essere studiato un adeguato sistema di illuminazione delle rocce a luce radente che, come noto, offre la migliore leggibilità delle incisioni; • si ritiene opportuno creare i necessari collegamenti tematici con il restante territorio del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro, dove esistono altre importanti aree con arte rupestre (la località Monticolo di Darfo Boario Terme e la località Sorline di Angolo Terme); • è urgente procedere alla ricognizione e mappatura della situazione conservativa delle rocce, per predisporre un adeguato Piano di Manutenzione e Restauro delle rocce, che risultano poco leggibili per la presenza estesa di micro-organismi (Piano degli interventi di manutenzione e restauro); • sembra infine di grande importanza per lo sviluppo delle visite la costruzione della strada di accesso che l’Amministrazione comunale ha progettato per collegare direttamente la zona delle terme, nel centro di Boario, al Parco di Luine. Questo percorso faciliterebbe l’accesso a piedi al Parco per chi già fosse a Darfo o vi giungesse con la ferrovia; • è necessario estendere il perimetro del Par191 co fino a comprendere sia le rocce prossime al parcheggio della Chiesa sia quelle nei pressi della cava di pietra simona. 4. Parco Archeologico Comunale di SeradinaBedolina, Capo di Ponte Il Parco, in corso di allestimento, verrà inaugurato nell’ottobre 2005, con gli apparati necessari già predisposti (Fig. 159). L’Amministrazione Comunale, per parte sua, si è impegnata ad individuare la forma istituzionale di gestione più idonea in funzione del contesto territoriale comunale o comprensoriale. Inoltre sono da risolvere e concludere i seguenti interventi: • riconoscimento formale del Parco, da parte della Regione (con le modalità sopra richiamate che ne riconoscano la natura di “parco archeologico”); • ampliamento dei confini con una definizione del perimetro del Parco che sia consona alla sua identità culturale e geografica e non solo alla proprietà (comunale, per recente acquisizione). In tal senso si raccomanda che i confini del Parco vengano estesi a comprendere le aree con rocce incise poste a Nord-Ovest (località Dos del Mirichì e Redondo) e a Nord-Est (la rupe di S. Rocco); • è necessario procedere alla ricognizione e mappatura della situazione conservativa delle rocce, per predisporre un adeguato Piano di Manutenzione e Restauro delle rocce (Piano degli interventi di manutenzione e restauro); • predisposizione delle dotazioni didattiche (il progetto è già stato presentato alla Regione Lombardia ma non è stato ancora finanziato); • studio di un progetto per ripristinare l’antica viabilità storica tra il Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina e il Parco Comunale di Sellero, utilizzando i percorsi storici esistenti che attraversano le “buffer zone” definite attorno ai due Parchi; • entro il 2006 verrà realizzato un collegamento pedonale tra il Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo ed il Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, dotato di segnaletica omogenea verso i due Parchi e comprensivo di due aree di parcheggio. 192 5. Parco Comunale di Sellero Questo Parco, che pure presenta caratteri di unicità nel panorama dell’arte rupestre, è in itinere, sia dal punto di vista del riconoscimento giuridico sia per quanto concerne la creazione dei percorsi e la dotazione espositiva. Risulta anche opportuno ampliarne i confini a comprendere aree contigue e di superficie non estesa con rocce incise. In tal senso va precisato che l’Amministrazione comunale ha già recepito, nell’elaborazione del nuovo Piano Regolatore Generale, queste indicazioni, come pure quelle sulla definizione di un’area circostante al Parco Comunale come “buffer zone”. L’Amministrazione Comunale, per parte sua, si è impegnata ad individuare la forma istituzionale di gestione e di valorizzazione più idonea in funzione del contesto territoriale comunale o comprensoriale. Si elencano gli interventi da programmare: • riconoscimento formale, da parte della Regione, del Parco Comunale (con le modalità sopra richiamate che ne riconoscano la natura di “parco archeologico”); • ampliamento dei confini del Parco per inglobare le contigue località con rocce incise di Isù-Barnil, immediatamente a Nord, e Pià d’Ort-Coren, a Sud, al confine con Capo di Ponte; • creazione di percorsi di visita e di ogni necessaria dotazione didattica ed espositiva per l’accoglienza dei visitatori e l’illustrazione del patrimonio d’arte rupestre; • nella fase di attuazione di quanto sopra, si rende necessario procedere anche alla ricognizione ed alla mappatura della situazione conservativa delle rocce, per predisporre un adeguato Piano di Manutenzione e Restauro, preliminare all’apertura al pubblico del Parco (Piano degli interventi di manutenzione e restauro). 6. Parco pluritematico del “Còren de le Fate”, Sonico Il Parco, allestito non molti anni orsono (Fig. 160), è un’area tematica archeologica ricadente nel Parco dell’Adamello. Questo spiega perché non disponga di una perimetrazione propria e manchi anche del riconoscimen- to regionale come Parco con incisioni rupestri. Ubicato in un luogo di grande bellezza ambientale e paesaggistica, il Parco tuttavia soffre di un difficile accesso, dovuto alla morfologia del territorio. Si elencano gli interventi da programmare: • riconoscimento formale, da parte della Regione, del Parco (con le modalità sopra richiamate che ne riconoscano la natura di “parco archeologico”); • definizione dei confini del Parco che, in via preliminare, sono stati tracciati sommariamente nell’ambito dei lavori per il Piano di Gestione, per il quale si è definita in modo più puntuale invece la “buffer zone”; • apposizione agli ingressi di apposite targhe che indichino il Parco e menzionino la sua appartenenza al patrimonio mondiale UNESCO; • sistemazione dei pannelli esistenti che risultano in alcuni casi deteriorati; • sistemazione in alcuni punti ammalorati della passerella in legno esistente sulla Roccia 1; • studio di un percorso di accesso più acclive, se possibile, o segnalazione ai visitatori della notevole difficoltà di accesso all’area; • nella fase di attuazione di quanto sopra si rende necessario procedere anche alla ricognizione e mappatura della situazione conservativa delle rocce per predisporre un adeguato Piano di Pulitura e Restauro, che risulta, ad un recente sopralluogo, necessario (Piano degli interventi di manutenzione e restauro). 7. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo La Riserva è l’unico dei parchi gestiti dagli Enti locali che disponga di un Piano articolato, con una precisa definizione degli interventi da effettuare per la documentazione e lo studio, la conservazione dell’ambiente boschivo, la dotazione, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio. Nel 2005 risulta inoltre progettata la “creazione di un percorso di visita didattica a rocce istoriate con arte rupestre preistorica, con dotazioni per disabili motori e visivi” nell’area di Dos Sottolaiolo, prossima alla Strada Provinciale e facilmente accessibile. La Riserva risulta adeguata per le dotazioni espositive (Fig. 161) (comprensive anche del Museo della Riserva, ubicato all’esterno, nel centro storico di Nadro), ma si ravvisano alcuni interventi per la manutenzione generale dell’area che, data l’estensione e la carenza di personale, risulta poco curata: • maggiore attenzione dovrà essere dedicata alla manutenzione dell’area (taglio e pulizia del bosco), almeno della fascia circostante la viabilità storica che collega i diversi siti d’arte rupestre presenti nella Riserva; • si dovrà affrontare, secondo un Piano da effettuarsi per lotti, la sistemazione o, meglio, il ripristino della viabilità storica che attraversa il Parco, connotandola in modo peculiare. L’estensione della Riserva (290 ha) favorisce, come peraltro rilevato e auspicato dalla Direzione della Riserva, il binomio visita alle incisioni-passeggiate nel Parco (oltre che a piedi, anche in bici e a cavallo lungo le strade interne), che può costituire una particolarità di questo Parco rispetto ad altri dove la tutela delle rocce incise e la natura dei luoghi impongono un approccio diverso; • andrà predisposto un progetto per adeguare l’accesso e la valorizzazione delle rocce delle aree di Vite-Deria, oggetto negli anni scorsi di interventi sistematici di rilevamento e catalogazione, agli standard delle altre zone già valorizzate della Riserva; • poiché nella Riserva il primo intervento di pulitura e restauro delle rocce è iniziato nel 2005, a fronte di una situazione conservativa non ottimale che necessiterebbe di un Piano pluriennale di intervento e, comunque, di una sistematica azione di pulitura e restauro, si rende necessario procedere anche qui alla ricognizione e mappatura della situazione conservativa delle rocce per predisporre un adeguato Piano di Intervento (Piano degli interventi di manutenzione e restauro); • come si è segnalato descrivendo il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, andrebbe studiato un opportuno sistema di passaggio dei visitatori tra i contigui Parco Nazionale e Riserva, lungo il percorso storico che collega già ora le due località; • infine, in corrispondenza dei vari accessi della Riserva, si dovranno posizionare apposite targhe, omogenee a quelle degli altri 193 Parchi, che indichino la Riserva e i suoi percorsi e ricordino la sua appartenenza al patrimonio mondiale UNESCO. Recependo le indicazioni emerse nel corso dell’elaborazione del Piano di Gestione, il Consiglio di Amministrazione del Consorzio dei Comuni della Riserva in data 10 giugno 2005 ha predisposto ed approvato con deliberazione n. 7/2005, e relativa modifica integrativa del 18 luglio 2005, il Piano decennale degli investimenti della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, prevedendo i seguenti lavori, per una spesa pari a € 3.084.402,00: – infrastrutture viarie e di supporto alla visita (€ 1.085.000,00) – infrastrutture di accoglienza (€ 1.277.652,00) – dotazioni didattiche e museali (€ 241.000,00) – interventi di documentazione, monitoraggio e conservazione del patrimonio archeologico e ambientale (€ 480.750,00) Conclusioni Per rendere percepibile che i vari Parchi costituiscono una rete, pertinente al sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, dovranno essere realizzati pannelli omologhi all’ingresso dei Parchi e predisposto all’interno di ogni Parco un pannello di richiamo agli altri. Inoltre si raccomanda come buona pratica, nell’adeguamento espositivo dei Parchi d’Arte Rupestre già esistenti e nell’ambito dell’allestimento dei nuovi parchi e dei siti archeologici, di prestare particolare attenzione alla predisposizione di ogni idonea dotazione per l’accesso ai disabili motori e visivi. Per quanto riguarda i portatori di handicap visivo si ricorda, ad esempio, quanto progettato dalla Riserva Regionale e dal Parco Nazionale dei Massi di Cemmo nel 2005. Si ricorda inoltre che, nel caso dei Parchi Nazionali è disponibile il sito Internet ufficiale consultabile all’indirizzo www.soprintendenzaarcheologica.lombardia.it/parchivalcamonica, per il quale è stata realizzata una apposita sezione dedicata ai non vedenti. Inoltre presso il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte è disponibile una copia in codice Braille dei testi dei pannelli didattici esposti nel Parco. 194 10.1.3 Ricognizione della situazione conservativa del patrimonio d’arte rupestre all’interno dei Parchi d’Arte Rupestre Come si è segnalato trattando dei singoli Parchi al punto 2 - Adeguamento espositivo, il Piano di adeguamento delle strutture presuppone anche una ricognizione sistematica della situazione conservativa delle rocce con incisioni, che costituiscono il fulcro dei Parchi d’Arte Rupestre: le problematiche legate agli aspetti conservativi saranno affrontate nell’apposito Piano degli interventi di manutenzione e restauro (Parte terza, 11, p. 210 ss.). Tuttavia si sottolinea come intervento preliminare e strettamente collegato al Piano di adeguamento delle strutture, la necessità di effettuare una ricognizione ed una mappatura dello stato di conservazione delle rocce incise, patrimonio immobile nei sette Parchi sopra elencati. Ad oggi la ricognizione a fini conservativi e gli interventi conseguenti di restauro sono stati effettuati con il sistema IRWeb nei soli Parchi Nazionali (il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e il Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo a Capo di Ponte, rispettivamente con 104 rocce e 13 monumenti incisi) ed è in corso nel costituendo Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (oltre 200 rocce). Si raccomanda che anche nei restanti Parchi, che vedono la presenza di 750 rocce (120 nel Parco di Luine, circa 450 nella Riserva Regionale, circa 140 nel Parco Comunale di Sellero, 40 nel Parco pluritematico “Còren de le Fate” a Sonico) si proceda in modo sistematico e a breve (entro il triennio 20062008) alla ricognizione con il programma di archiviazione informatizzata (IRWeb), finalizzato al monitoraggio conservativo. A questo proposito va ricordato che la Commissione per la Ricerca scientifica del presente Piano di Gestione ha deciso di adottare il sistema IRWeb come Catalogo Informatizzato per il Monitoraggio dell’Arte Rupestre (C.I.M.A.R.), nel quale far confluire tutti i dati disponibili sull’arte rupestre della Valle Camonica. Il costante aggiornamento di tale Catalogo IRWeb, che verrà progressivamente esteso a tutte le rocce della Valle, permetterà la definizione di programmi di conservazione organici, con l’ottimizzazione degli investimenti. Le azioni conseguenti a questa ricognizione interessano anche il Piano degli interventi di manutenzione e restauro (Piano operativo, punto 1, p. 214). Fig. 164. In alto: ubicazione del Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica rispetto ai Parchi d’Arte Rupestre, situati a Capo di Ponte; in basso: l’edificio di Villa Agostani prima del restauro. 195 Fig. 165. L’edificio di Villa Agostani (Capo di Ponte, BS) dopo il restauro e particolare della grande sala espositiva al secondo piano. 10.2 Piano di intervento per la realizzazione del Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica a Capo di Ponte (Figg. 164-165) L’esigenza di realizzare un Museo per illustrare il patrimonio archeologico preistorico e protostorico della Valle Camonica (tutto di proprietà dello Stato ai sensi della vigente legi196 slazione) si data alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso e nasce dalla constatazione che il fenomeno “arte rupestre” andava contestualizzato attraverso la valorizzazione dei contesti e dei complessi archeologici coevi, fino ad allora non esposti in sedi museali. Inoltre in quegli anni andava aumentando il numero e la tipologia degli scavi di ricerca e di emergenza/salvataggio, condotti dalla Soprinten- denza per i Beni Archeologici e da Università che svolgevano campagne di scavo in concessione, in accordo con la Soprintendenza e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Da queste e dalle nuove ricerche emergono ricchissimi complessi archeologici e numerosi monumenti istoriati calcolitici che, a distanza di quasi venti anni dalla nascita di questa particolare attenzione ai contesti, mostrano un quadro culturale di grande ricchezza e varietà, dal Paleolitico Superiore alla Romanizzazione. Tra il 1989 ed il 1996 furono effettuate dalla Soprintendenza assidue ricerche per individuare un edificio adatto ad ospitare le raccolte museali12 e che avesse nel contempo una collocazione e spazi adeguati all’accoglienza dei turisti intenzionati ad integrare la visita ai Parchi d’Arte Rupestre. Finalmente nel 1996, grazie alla collaborazione del Comune di Capo di Ponte (nella persona dell’allora Sindaco R. Ghetti), fu individuato un edificio idoneo di proprietà della Parrocchia, sito nel centro storico, in adiacenza alla Chiesa parrocchiale, denominato Villa Agostani, un tempo sede di un seminario vescovile e da anni non utilizzato (Fig. 164). La ex villa Agostani, detta anche del Sacro Cuore, localizzata in Via di S. Martino, è stata ottenuta in uso dallo Stato (tramite convenzione con la Parrocchia) ed è dal 1997 in corso di ristrutturazione da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, con finanziamenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per l’allestimento di un grande museo e di un centro di documentazione e orientamento: il Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica. La posizione del costituendo museo, un edificio su tre piani con ampio cortile e vasto giardino, è centrale rispetto ai Parchi di Arte rupestre presenti nella zona, che costituiscono il più cospicuo polo d’arte rupestre della Valle (Fig. 164). Infatti un notevole flusso di visitatori diretti ai parchi archeologici (Parco Archeologico Nazionale delle Incisioni Rupestri, Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina) è attratto in tutto l’arco dell’anno nell’area, con ovvio beneficio anche per l’economia locale. Era quindi necessaria una struttura di riferimento, sia culturale sia organizzativo, che preparasse e orientasse la visita ai diversi siti archeologici della Valle, destinati alla valorizzazione (si veda il punto 3 Piano di intervento per la valorizzazione dei siti archeologici pre-protostorici, pp. 198-199). Inoltre appariva ormai improrogabile la necessità di ordinare ed aprire al pubblico la vasta raccolta di materiali pertinenti alla preistoria e protostoria della Valle Camonica, in deposito presso la Soprintendenza. La scelta di villa Agostani sembra a questi fini tra le più felici: i suoi locali rispondono infatti ai requisiti di prestigio richiesti, in quanto facenti parte di un complesso di antica origine, adiacente alla monumentale Chiesa parrocchiale di S. Martino. Si tratta di un lungo corpo di fabbrica che fiancheggia la strada lungo la quale corre un alto muro di cinta che delimita il cortile, su cui affaccia il fronte principale, porticato, con archi ribassati poggianti su pilastri in pietra (Fig. 165). I profili delle modanature dei pilastri e quelli delle finestre nella zona centrale della facciata permettono di datare attorno al XVI secolo l’impianto che ha originato l’edificio attuale. La struttura fu oggetto di un intervento nel XVIII secolo che conferì un assetto unitario a preesistenze di evidente eterogeneità, anche se probabilmente già riunite in un unico complesso residenziale e agricolo. L’edificio, sito nel centro storico di Capo di Ponte, è in una posizione facilmente raggiungibile dai turisti; il cortile, cintato verso la strada e completato da un porticato coperto a piano terra, costituisce un ideale luogo di raccolta e di accoglienza per la visita, anche per piccoli gruppi e comitive. Si può prevedere che la presenza di un museo-centro di orientamento possa rendere più completa e proficua l’esperienza della visita sotto il profilo culturale e, stimolando un turismo più consapevole e meno frettoloso (pecca che caratterizza generalmente il turismo culturale diretto ai Parchi camuni), possa incrementare anche le attività economiche locali che da tale turismo traggono beneficio. La nuova destinazione, da collegio vescovile 12 La ricerca fu svolta dalla Soprintendenza Archeologica d’intesa con il superiore Ministero che, tramite un suo Ispettore Centrale (Dott.ssa C. Laviosa), esaminò via via le proposte. 197 a sede del Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica, avviata nel 1997 e di cui è prevista la conclusione nel 2008, ha reso necessarie opere di sistematica manutenzione e di adeguamento e adattamento alle funzioni museali cui l’edificio è destinato. I lotti dei lavori eseguiti hanno interessato gli anni 1997-1999 e 2002, per le cifre seguenti: – 1997: L. 200.000.000 (pari ad € 103.291,20) – 1998: L. 200.000.000 (pari ad € 103.291,20) – 1999: L. 450.000.000 (pari ad € 232.405,20) – 2002: € 154.940,00 La spesa complessiva dell’intervento di completamento prevista per il periodo 20052008 è stimata in € 1.400.000,00, così ripartita, secondo i progetti presentati nel luglio 2004 e nel luglio 2005 al superiore Ministero per i Beni e le Attività Culturali: – 2005: € 200.000,00; – 2006: € 400.000,00; – 2007: € 400.000,00; – 2008: € 400.000,00. L’allestimento museale si svilupperà, su una superficie globale di oltre 2000 mq, al piano terra e negli spazi aperti contigui e al secondo piano, mentre ai servizi ed alle attività museali (uffici, sala per mostre temporanee e conferenze, sala multimediale, depositi) sono destinati il primo piano e parte del secondo. Lo sviluppo del percorso, in parte condizionato dalle necessità espositive13, prevede, indicativamente, i seguenti temi: La dimensione del sacro nel corso dei millenni. Santuari e siti cerimoniali preistorici (stele e massi istoriati dell’età del Rame; i siti di culto e cerimoniali di Cemmo, Campolongo di Cedegolo, Borno Valzel de Undine, Malegno Ceresolo, Ossimo Anvòia, Pat e Passagròp, Ossimo inferiore etc.); – Il primo popolamento della Valle • La capanna di Cividate Camuno e la frequentazione dei ripari sotto roccia di Foppe di Nadro, nel Paleolitico • La stazione di Cividate Camuno ed i bivacchi d’altura nel Mesolitico • Le tracce di frequentazione neolitiche – Gli abitati: topografia e tipologia dal tardo Neolitico alla romanizzazione • Rogno, Coren Pagà • Luine, Darfo Boario Terme • Cividate Camuno e Malegno, un abitato a controllo del passaggio sul fiume • Breno, Castello • Capo di Ponte, Dos dell’Arca • Borno, Valcamera • Temù, Desèrt • La casa camuna di Pescarzo – I luoghi del lavoro • I bivacchi ed i siti della transumanza preistorici e protostorici (vari siti d’altura; Cevo-Dos del Curù) • La miniera di rame di Campolongo di Bienno • Un abitato minerario di VI-V secolo a.C. a Cevo • L’officina metallurgica di Malegno – Le sepolture • Le deposizioni funerarie dell’età del Rame nei ripari sotto roccia di Foppe di Nadro • I tumuli di Pat • Le tombe di Breno – Aspetti e luoghi di culto • La rete dei santuari megalitici • I santuari d’altura (Dosso Poglia di Cedegolo; Cividate Camuno S. Stefano etc.) • Le deposizioni votive alle acque (Lago d’Arno etc.) • Le tracce del sacro: relazioni tra arte rupestre e depositi votivi (reperti sporadici significativi; le raffigurazioni di armi di Luine…) • Le tracce del sacro nei contesti domestici • Un Brandopferplätze (?) a Le Sante di Capo di Ponte Il percorso museale si collegherà, con l’aiuto di supporti multimediali, ai siti d’arte rupestre e archeologici rappresentati nell’ambito del museo e direttamente visitabili, suggerendo anche percorsi di visita tematici. 13 Il complesso di oltre ottanta stele e massi istoriati calcolitici, provenienti da santuari e siti cerimoniali in corso di scavo sull’altopiano di Ossimo e Borno e a Cemmo e da rinvenimenti fortuiti, non può che trovare collocazione nelle sale e negli spazi aperti del piano terra. 198 10.3 Piano di intervento per la valorizzazione dei siti archeologici pre-protostorici Dei siti archeologici che potrebbero essere oggetto di un Piano di valorizzazione a medio termine, per offrire una visione complessiva ed articolata della preistoria e protostoria della Valle Camonica, vista sotto il profilo dell’arte rupestre e delle realtà archeologiche ad essa collegate, si citano, ad esempio, i seguenti contesti, pertinenti ad abitati, luoghi di culto e cerimoniali o funerari, a strutture per attività di estrazione mineraria e metallurgica: • l’abitato del Castello di Breno; • i santuari megalitici in corso di scavo a Ossimo; • il sito di culto d’altura di Dosso Poglia a Cedegolo; • l’abitato di Dos dell’Arca a Capo di Ponte; • l’abitato dell’età del Ferro di Temù; • la casa di Pescarzo; • la miniera di rame dell’età del Ferro di Campolongo di Bienno; • il complesso minerario di Cevo. Di questi alcuni sono già in corso di valorizzazione: – nell’ambito di progetti generali di restauro e valorizzazione di aree ed edifici storici: • il Castello di Breno, insediato dal Neolitico all’età del Ferro (FEDELE 1988 a, 2003), a cura del Comune, 2004-2005 (Accordo di programma Media Valcamonica, 9 febbraio 2005); – nell’ambito di progetti di indagine archeologica e studio: • il sito d’altura di Dosso Poglia di Cedegolo, frequentato nell’età del Rame (scavi a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, 20042005), in corso di valorizzazione a cura della società Terna (Trasmissione Elettricità Rete Nazionale S.p.A.), con la collaborazione della Soprintendenza e del Parco dell’Adamello (Protocollo di Intesa, 2005); • l’abitato del VI-V secolo a.C. di Temù (POGGIANI KELLER 2001), con un intervento di scavo promosso dal Comune di Temù, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, 2005-2006; Inoltre va ricordato che nel Programma Ordinario Triennale della Soprintendenza, finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è compreso un Progetto di indagine e valorizzazione dei siti archeologici pre-protostorici della Valle Camonica, per un impegno di spesa complessivo di € 227.000,00 (Piano triennale). – nell’ambito di progetti di ricerca e scavo condotti in concessione dall’Università e in parte finanziati dagli Enti locali: • la miniera della prima età del Ferro di Campolongo di Bienno, scavata dall’Università degli Studi di Bergamo, nell’ambito di una collaborazione internazionale (ANCEL et al. 2000) e con finanziamenti del Comune di Bienno; • il sito cerimoniale calcolitico di Anvoia di Ossimo, scavato tra 1995 e 2003 (FEDELE 1990 f, 1995, 1999, 2001; FEDELE, FOSSATI, MARCHI 2001), dove è stato inaugurato il Parco del sito (Parco Archeologico di Anvòia), promosso dal Comune di Ossimo, con finanziamento regionale. Tra gli altri contesti noti e da tempo indagati, si ravvisa l’opportunità di valutare un progetto di acquisizione e di valorizzazione dell’area del Dos dell’Arca in Capo di Ponte, attualmente di proprietà privata: per la vicinanza al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, per l’imponenza degli apparati murari (Figg. 8-10), a suo tempo rilevati nello scavo condotto, per conto della Soprintendenza, da E. Anati (ANATI 1979), e per la lunga durata di vita dell’insediamento, dal Neolitico all’età del Ferro, si presta ad essere trasformata in Area Archeologica, per esemplificare la tipologia degli abitati preistorici e protostorici della Valle. La contiguità ad un Parco di Arte Rupestre già esistente e generatore di un grande flusso turistico ne rende ancora più auspicabile, e appetibile, la valorizzazione. Infine, per tutti i restanti contesti archeologici pre-protostorici, editi nella Carta archeologica della Lombardia. I. La Provincia di Brescia (ROSSI 1991) e documentati nell’Archivio Topografico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, si procederà con la mappatura ed il rilevamento topografico tramite GIS (progetto della Soprintendenza per i Beni Archeologici, 2006-2007), analogamente a quanto progettato, nel 2005-2006, per i siti d’arte rupestre, o che afferiscono alle ze199 lative “buffer zone”, a completamento di quanto elaborato col presente Piano di Gestione (GIS dei Parchi d’Arte Rupestre). Il GIS dei siti d’arte rupestre si integrerà, dove esistente, con la georeferenziazione delle singole rocce con incisioni realizzata dal Centro Camuno di Studi Preistorici nei siti elencati nella Parte seconda del presente Piano di Gestione. SIRBec della Regione Lombardia (Sistema Informativo Regionale Beni Culturali): i dati di questo lavoro dovranno confluire nel progetto GIS della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. Si descrivono di seguito gli interventi: 10.4.1 Piano di intervento per l’inserimento nel sistema GIS 10.4 Piano di intervento per il rilevamento, la documentazione e la valorizzazione degli altri siti d’arte rupestre della Valle Camonica non compresi nei Parchi d’Arte Rupestre I siti d’arte rupestre presenti nella Valle Camonica, come risulta dall’Elenco dei siti d’arte rupestre della Parte prima (pp. 74-82), sono oltre 180: sono già costituiti o in corso di costituzione in Parchi circa 70; 17 località hanno restituito stele e massi istoriati calcolitici, delle quali almeno 11 costituiscono siti di culto e cerimoniali di epoca calcolitica (e quindi passibili o di esaustivi interventi di scavo archeologico con conseguente bonifica dell’area o di particolari interventi di valorizzazione, come è avvenuto per il sito di Anvòia di Ossimo, trasformato in Parco). I siti d’arte rupestre esterni ai Parchi sono tutti connotati dalla presenza di rocce con incisioni in numero molto vario, da poche rocce ad alcune decine. Molti di questi siti con rocce incise si trovano in prossimità dei centri abitati moderni, altri sono invece dislocati in zone impervie, in ambiente boschivo, dove la vegetazione rende difficoltosi l’accesso e la visibilità. Si rendono pertanto urgenti e indifferibili alcuni interventi, da effettuare al più presto (2005-2007), di rilevamento topografico tramite GPS delle aree di pertinenza, finalizzato alla creazione di un GIS (infra, punto 10.4.1), di documentazione preliminare della consistenza e dello stato di conservazione (infra, punto 10.4.2), operazioni indispensabili per una successiva valorizzazione dei siti, che in alcuni casi già si prefigura (infra, punto 10.4.3). Si ricorda che per le singole rocce, di cui all’elenco nella tabella dell’All. 28, è stata effettuata negli ultimi anni la georeferenziazione, da parte del Centro Camuno di Studi Preistorici (CCSP), nell’ambito di un progetto di catalogazione 200 Con il presente Piano di Gestione si è proceduto in via prioritaria alla perimetrazione dei Parchi d’Arte Rupestre, alla definizione delle relative “buffer zone”, tramite GIS, e all’elaborazione di un data-base (Parte seconda, 2.2. Ambito territoriale esteso). Si intende di seguito procedere, con lo stesso metodo, al rilevamento dei singoli siti d’arte rupestre interni alle “buffer zone” e di tutti quelli esterni, provvedendo contestualmente anche a creare un Archivio di foto aeree georeferenziate (progetto della Soprintendenza per i Beni Archeologici, 2005-2006). Il lavoro si completa con la georeferenziazione delle singole rocce, realizzata dal CCSP (vedi supra). 10.4.2 Piano di intervento per la documentazione Oltre alla formazione dell’Archivio di foto aeree georeferenziate di cui sopra, il rilevamento dei siti d’arte rupestre sarà accompagnato da documentazione preliminare dello stato di conservazione delle rocce e schedatura informatizzata con sistema IRWeb (progetto della Soprintendenza per i Beni Archeologici, 2005-2006). A questo proposito si sottolinea come debba rientrare nelle “buone pratiche” l’adozione, da parte di ogni progetto di ricerca condotto sui siti inediti o dei quali aggiornare i dati, delle seguenti fasi inscindibili di intervento: • rilevamento topografico del sito (secondo le specifiche indicate nell’All. 27 - Manuale delle buone pratiche - Protocollo del rilevamento); • esecuzione della catalogazione preliminare informatizzata (Scheda di Roccia e Altri Dati, Quadro Conservativo della Roccia, Quadro Storico della Roccia), con il sistema IRWeb, dell’intero complesso di rocce incise all’interno del sito (Fig. 147); ciò al fine di implementare con dati esaustivi il Catalogo informatizzato per il monitoraggio dell’Arte Rupestre (C.I.M.A.R.), finalizzato alla mappatura ed alla documentazione storica e conservativa del patrimonio (vedi Piano degli Interventi di manutenzione e restauro, infra, pp. 210-215), per predisporre quanto segue:  avviare, contestualmente alla documentazione preliminare delle rocce, un Piano di conservazione delle medesime, che individui le operazioni utili e opportune per la loro pulitura, funzionale alla fase di documentazione e di studio;  effettuare il rilievo e la catalogazione informatizzata completa delle rocce con il sistema IRWeb (Scheda di Zona, Quadro Conservativo della Zona, Scheda di Scena, Scheda di Raffigurazione), con specifico riguardo anche alla documentazione e alla mappatura dello stato di conservazione delle singole porzioni di roccia. L’analisi degli aspetti conservativi sarà svolta da restauratori con specifiche competenze nel settore del restauro di materiali lapidei;  valutare l’opportunità di procedere ad interventi di valorizzazione del sito per la visita ed elaborare un progetto che coinvolga la Soprintendenza competente, il Gruppo di Ricerca, l’Ente locale, eventuali Enti gestori del sito, se esso afferisce ad un Parco o altro;  elaborare contestualmente il Piano definitivo di Conservazione delle rocce e, in generale, del sito;  studiare e pubblicare integralmente i dati;  promuovere il sito e comunicare i risultati delle ricerche con modi e strumenti adeguati alla diffusione presso un pubblico diversificato. Si ricorda che questo iter, negli ultimi anni, è stato indicato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia ai ricercatori nel momento del rilascio di autorizzazioni, concessioni e convenzioni. 10.4.3 Piano di intervento per la valorizzazione Le ricerche in corso da parte di Istituti di Ricerca (Centro Camuno di Studi Preistorici, Cooperativa “Le Orme dell’Uomo”, Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica, Università Federico II di Napoli), di studiosi autorizzati e della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia prefigurano e rendono auspicabili successivi interventi di valorizzazione di alcuni dei siti oggetto delle ricerche, in particolare di quelle località di proprietà pubblica che meglio si prestano a progetti di apertura alla visita, seppure non siano strutturati a Parco. Alcuni di questi siti sono prossimi ai Parchi già costituiti o sono stati oggetto di pluriennali campagne di ricerca che ne hanno documentato la consistenza, rilevato e studiato le singole rocce, pubblicato in parte o in toto i risultati. Si elencano di seguito i siti che in tempi brevi (2006-2008) potrebbero essere oggetto di progetti di valorizzazione: 1. Darfo Boario Terme, località Monticolo e Corni Freschi, e Angolo Terme, località Sorline. Nell’ambito del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro, all’interno del quale si sviluppa anche il Parco Comunale di Luine, si trovano due importanti siti con arte rupestre di età storica avanzata (Medioevo e secoli successivi): una in località Monticolo, nel Comune di Darfo Boario Terme, e l’altra in località Sorline, nel Comune di Angolo Terme. Nel Piano pluriennale degli interventi (2005-2009), predisposto nel 2005 dalle due Amministrazioni che gestiscono il Parco Locale di Interesse Sovracomunale, sono previste alcune opere generali per favorire l’accessibilità e l’accoglienza del Parco: realizzazione di parcheggi e di aree di sosta attrezzate, creazione di percorsi e manutenzione della viabilità esistente, acquisizione e ristrutturazione di strutture per realizzare il Centro Parco e il Centro Polifunzionale, azioni di promozione. Inoltre sono stati programmati interventi funzionali ad una migliore fruizione dei due siti d’arte rupestre: in particolare, il Comune di Angolo Terme fa rientrare la valorizzazione di Sorline in un più esteso Piano di accessibilità e valorizzazione didattica dell’area; il Comune di Darfo Boario Terme prevede espressamente la realizzazione di un percorso panoramico e l’adeguamento degli accessi ai siti archeologici (€ 360.000,00) e il recu201 pero del percorso e la sistemazione ambientale ed archeologica della collina del Monticolo (€ 1.600.000,00). Rientrano nell’intervento del Monticolo anche l’acquisizione e la valorizzazione dell’area nella quale si colloca il masso dei Corni Freschi, eccezionale monumento dell’età del Rame (assimilabile per tipologia ai Massi di Cemmo), che la Soprintendenza ha restaurato nel 2002-2003. In questo modo si risolveranno i gravi problemi di tutela del masso, che viene utilizzato come palestra di roccia (free-climbing), nonostante i ripetuti divieti. Sia Sorline sia il Monticolo costituiranno, una volta valorizzati e aperti al pubblico, un importante polo espositivo dell’arte rupestre di età storica avanzata, del tutto particolare e complementare rispetto al Parco di Luine, che conserva incisioni di età preistorica e protostorica. 2. Capo di Ponte, località S. Rocco. Si tratta di una grande roccia ubicata sulla riva destra dell’Oglio all’ingresso, per chi proviene da Nord, del Comune di Capo di Ponte, lungo la Strada Statale 42, poco prima del ponte sul fiume Oglio. Questa roccia ben si presta ad un intervento di valorizzazione (documentazione, restauro, dotazione espositiva e presentazione) sia per la sua posizione lungo una strada di grande comunicazione, all’ingresso di Capo di Ponte (che costituisce il grande polo dell’arte rupestre della Valle Camonica), sia per la contiguità al Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, che in futuro dovrebbe ampliare la propria perimetrazione, fino a comprenderla. Intervento a cura del Comune di Capo di Ponte, con la supervisione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. 3. Berzo-Demo, località Lòa. Segnalato da tempo (PRIULI 1984 a) il sito, che è compreso nel Parco Naturale dell’Adamello, nel 2004 è stato oggetto di interventi di ricognizione e documentazione informatizzata da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, che ne continuerà la documentazione anche nel 2005. La Soprintendenza, insieme al Parco Naturale dell’Adamello, ha in studio 202 un progetto di valorizzazione del sito nell’ambito di un Percorso Pluritematico (elaborato conservato agli Atti nell’Archivio della Soprintendenza). Quest’area presenta, oltre alle rocce incise, di grande importanza per una serie di iscrizioni in alfabeto norditalico, associate a figure di armati con punte di lancia, numerose strutture e testimonianze della Prima Guerra Mondiale e zone a valenza ambientale, riconosciute dalla Comunità Europea quale sito di Interesse Comunitario ai sensi della Direttiva Habitat (torbiere d’altura). Il progetto di Percorso Pluritematico può essere attuato entro il 2006, a cura del Parco Regionale dell’Adamello, in collaborazione con il Comune di Berzo Demo, la Soprintendenza e con il Museo della Guerra Bianca di Temù. 4. Edolo, località Föbia, Mù Rocca e Via Valeriana. La posizione di Edolo al crocevia dei percorsi verso e dalla Valtellina e verso e dal Trentino, lo rende un centro di particolare interesse archeologico e storico, come conferma anche l’imponente Rocca di Mù. Nel territorio sono note numerose, anche se non estese, presenze di arte rupestre, distribuite soprattutto lungo il versante orientale, in continuità naturale con le presenze riconosciute a Sonico, comprese per buona parte nel Parco pluritematico di “Còren de le Fate”. In particolare appaiono di facile valorizzazione, in quanto raggiungibili da strade carrabili e prossime al paese, le seguenti località: – Föbia, dove sono presenti rocce con coppelle e una roccia con composizioni topografiche forse di età tardo-neolitica; – la Rocca (come pure i pianori circostanti), di interesse medioevale e già meta di percorso turistico, che presenta anche rocce con coppelle, una delle quali, all’aspetto una sorta di altare, è posta in posizione dominante la conca di Edolo e la valle che sale verso il Passo dell’Aprica; – Mù: al margine orientale della frazione e lungo il percorso dell’antica “via Valeriana”, è visibile un masso erratico con una composizione planimetrica e segni di devozione; – Dos de la Desma, dove compaiono nume- rose rocce con coppelle, una delle quali, ubicata in località Trangolone, è agevolmente raggiungibile e di facile lettura. Progetto da predisporre. 5. Pisogne. Il sistematico lavoro di documentazione e studio condotto in anni recenti nell’intero comune (SANSONI - MARRETTA - LENTINI 2001) costituisce la base per un possibile progetto di valorizzazione di alcune delle località rilevate. Progetto da predisporre. 6. Piancogno, località Annunciata. Rilevamenti sistematici hanno mostrato l’estesa presenza, in area particolarmente dirupata, di molte rocce con incisioni e iscrizioni nord-italiche (PRIULI 1993), che l’Amministrazione comunale, consorziatasi con altri Comuni contigui (Borno, Ossimo etc.), sta progettando di valorizzare. 7. Cedegolo, frazione Grevo. La ricognizione capillare dei siti d’arte rupestre, prevalentemente di età storica (SOLANO - MARRETTA 2004), ha mostrato l’esistenza di Fig. 166. Grevo (BS), strada dei “sentieri neri”. Fig. 167. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Percorso storico da Capo di Ponte a Nadro. 203 alcuni contesti, tutti con poche rocce incise, ma dislocati lungo percorsi storici in ottimo stato di conservazione e colleganti aree di rilievo paesaggistico e ambientale, per i quali è allo studio, da parte dell’Amministrazione comunale, di concerto con il Parco dell’Adamello e la Soprintendenza per i Beni Archeologici, un progetto di valorizzazione che comprende anche il sito archeologico di Dosso Poglia, in corso di indagine da parte della Soprintendenza (vd. supra). 10.5 Piano di intervento sulla rete dei percorsi storici (Figg. 166-167) Una fitta rete di percorsi storici attraversa la Valle Camonica, mette tra loro in comunicazione i numerosi siti d’arte rupestre ed i siti archeologici e per alcuni tratti segue e perpetua tratturi e piste già in uso fin dal Mesolitico antico (lo dimostrano i bivacchi stagionali rilevati dagli archeologi lungo i crinali ed i passi: BIAGI 1989 a, 1997). Essa si dirama verso le valli laterali, segna le relazioni susseguitesi nei millenni tra i territori contigui, costituisce insomma, nel suo attuale assetto, la trama su cui si svilupparono nel tempo i sistemi insediativi, le attività, gli scambi ed i commerci. Una rete di questo genere, per buona parte ancora ben rilevabile e conservata, è documentata e studiata per ambiti geografici e cronologici di età storica moderna in alcune opere di recente edizione (AA.VV. 1997, Viaggiare in Valle Camonica, Breno (Brescia); COMENSOLI D. 2000, Sui sentieri della Vallecamonica. Le più belle passeggiate ed escursioni in alta e media valle, Clusone). Mancano però a tutt’oggi una capillare ed esaustiva ricognizione ed una catalogazione che consentano di inserire i singoli percorsi in un quadro cronologico attendibile e articolato e facilitino il riconoscimento di eventuali impianti di interesse archeologico. Un patrimonio culturale di tale importanza per la comprensione delle testimonianze d’arte rupestre e archeologiche va pertanto conosciuto, schedato e studiato con particolare attenzione, per riconoscerne le epoche di impianto ed uso e per cogliere ed approfondire la relazione con la distribuzione dei siti d’arte rupestre e archeologici. 204 In questo senso si è facilitati da una campagna di documentazione dei sentieri già avviata dalla Provincia di Brescia a partire dal 2000 e che ha prodotto il Piano Sentieristico Provinciale (approvato con delibera di Consiglio provinciale n. 28/2002). La definizione del Piano Sentieristico Provinciale ha visto il coinvolgimento, attraverso una fase interlocutoria e di verifica, dei soggetti che, a diverso titolo, si occupano di sentieristica nel territorio locale: Comunità montane, Enti parco, Club Alpino Italiano (CAI), singoli Comuni nonché l’Associazione Nazionale Alpini (A.N.A.) ed il Comando truppe alpine. L’elaborazione dei dati e delle informazioni raccolte ha portato alla definizione delle linee di percorrenza portanti della rete sentieristica provinciale, secondo criteri di accessibilità, pregio ambientale, valore paesaggistico, valore storico e culturale, omogenea distribuzione sul territorio, in relazione alla vocazione escursionistica dei diversi ambiti territoriali. Il Piano ha individuato delle direttrici principali di media e breve percorrenza, che rivestono un’importanza di carattere provinciale, in quanto possono costituire una sorta di maglia portante per i sentieri locali, e che servono da collegamento con i nodi dei servizi del trasporto pubblico. I tracciati dei singoli percorsi di interesse provinciale e regionale individuati nel Piano sono stati resi disponibili su supporto informatico. Attualmente la Provincia di Brescia (Settore Assetto territoriale, Parchi e V.I.A.-Valutazione Impatto Ambientale) sta avviando un progetto di razionalizzazione e verifica dell’insieme degli interventi attuati sulla rete sentieristica provinciale attraverso la gestione delle informazione relative alle necessità di manutenzione ordinaria e straordinaria dei diversi sentieri tramite l’utilizzo del software SENTIERI.GIS ideato dal Club Alpino Italiano (CAI). Per quanto riguarda la Valle Camonica, il Piano Sentieristico Provinciale ha individuato i seguenti percorsi tematici localizzati su tracciati già storicamente esistenti (la descrizione di alcuni dei percorsi elencati si trova anche in BELOTTI W. 2004, La guerra bianca: il suo territorio, le sue genti. Una proposta di turismo culturale, Vol. 1 Dallo Stelvio al Garda. Alla scoperta dei manufatti della prima guerra mondiale, Breno/Brescia): • Sentiero storico delle Bocchette di Val Massa, che interessa il Comune di Ponte di Legno, è riferito alla presenza di una delle meglio conservate e rappresentative testimonianze della Guerra Bianca, lo sbarramento in pietra della Bocchetta di Val Massa; • Sentiero archeo-venatorio di Vezza d’Oglio: illustra un percorso alla scoperta dei “roccoli” storici utilizzati un tempo per la cattura degli uccelli migratori. L’architettura a verde dalle singolari fogge, ottenute grazie alla conoscenza approfondita delle specie vegetali ed a spiccate capacità manuali, rende queste opere dei bellissimi esempi dell’antico rapporto uomo/natura; • Sentiero faunistico del Dosso di Turicla, in Comune di Edolo, percorso dedicato all’osservazione della fauna selvatica; • Sentiero glaciologico della Val d’Avio, in Comune di Temù: offre interessantissimi spunti di osservazione sui fenomeni glaciali attivi e sulla morfologia del paesaggio dovuta ad attività glaciali pregresse; • Sentiero forestale di Corteno, che si sviluppa nel territorio del Comune di Corteno Golgi: il percorso illustra gli elementi più significativi del paesaggio forestale bresciano, sia dal punto di vista naturalistico-ambientale sia da quello tecnico-colturale; • Sentiero archeo-industriale dell’energia elettrica: individuato nei Comuni della Valle di Saviore, mira ad illustrare i diversi tipi di opere del sistema di utilizzo delle acque del massiccio dell’Adamello che costituiscono il complesso idroelettrico del “Poglia”; • Sentiero archeologico delle incisioni rupestri, che interessa i comuni del Sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”: dedicato all’arte rupestre, individua il collegamento tra lo storico Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte e gli altri siti oggi meno conosciuti; • Sentiero archeo-industriale della Valle dei Magli: si sviluppa nel Comune di Bienno ed si prefigge di mettere in interconnessione gli elementi naturali e gli elementi antropici legati alla millenaria attività di lavorazione del ferro. Per parte sua, anche il Parco dell’Adamello intende approfondire il rilevamento e lo studio della viabilità storica all’interno del perimetro del Parco (comunicazione personale del Direttore del Parco, dicembre 2004). Visti i progetti avviati non resta che sottolineare l’importanza di portare a conclusione il progetto della Provincia di Brescia-Settore (Settore Assetto territoriale, Parchi e V.I.A. Valutazione Impatto Ambientale). In considerazione della complessità di tale ricerca, è auspicabile tuttavia la costituzione di una Commissione di studio multidisciplinare che espressamente contempli al suo interno la presenza di archeologi, per correlare, in un quadro storico complessivo, l’arte rupestre ed i beni archeologici della Valle Camonica alla rete dei percorsi storici. Studi di questo tipo sono da tempo svolti in altre aree alpine14, in prevalenza per le età romana e medioevale, come risulta nel Catalogo della Mostra AttraVerso le Alpi. Uomini. Vie. Scambi nell’antichità, curato dall’Archäologisches LandesMuseum Baden - Wüttemberg, Stoccarda 2002. Per la Valle Camonica per altro si annovera già uno studio sulla viabilità romana (GRILLI A. 1997, Tracciato romano in Valle Camonica, in AA.VV., Viaggiare in Valle Camonica, Breno /Brescia, pp. 53-62) e più recentemente attenzione particolare, ed esemplare, è stata dedicata alla documentazione delle strade storiche nel rilevamento dell’arte rupestre nel circondario di Grevo (SOLANO S. - MARRETTA A., a cura di, 2004, Grevo. Alla scoperta di un territorio fra archeologia e arte rupestre, “Archivi”, vol. 15, Edizioni del Centro). Ne consegue che sono ormai maturi i tempi, stante il rilevamento in corso Sentieri.GIS, per condurre uno studio specialistico sulla viabilità antica della Valle Camonica che consenta di seguirne lo sviluppo diacronico e di indi- 14 Ad esempio, in Svizzera A. Planta da pioniere avviò, oltre trenta anni orsono, la sistematica ricognizione delle strade dei Grigioni, ricostruendo la rete delle strade romane (PLANTA A. 1976, Die römische Iulierroute, “Helv. Arch.”, 7, pp. 16-25): si vedano bibliografia relativa e aggiornamenti in RAGHET J. 2002, Resti di strade e vie romane nell’area alpina dei Grigioni, in AttraVerso le Alpi. Uomini. Vie. Scambi nell’antichità, a cura dell’Archäologisches LandesMuseum Baden-Wüttemberg, Stoccarda, pp. 59-66. Si ricorda che anche in Austria gli studi furono sviluppati dalla prima metà del Novecento da H. Bulle: bibliografia in POLL J. 2002, Tracce di antiche vie nel Tirolo settentrionale - “I solchi carrai”, ibidem, pp. 73-81. 205 viduarne eventuali impianti pre-protostorici e romani. Oltre alle testimonianze d’arte rupestre (particolarmente indicative per la lunga durata del fenomeno, dalla preistoria all’età storica moderna), altri indicatori risultano particolarmente significativi per il riconoscimento e la datazione dei percorsi storici: 1) la funzione di collegamento tra luoghi ed aree assolta storicamente da alcuni percorsi particolarmente favorevoli dal punto di vista morfologico; 2) la distribuzione dei materiali archeologici estranei alla cultura materiale locale (oggetti di importazione dal Nord e dal Sud delle Alpi; manufatti in materie prime estranee all’area alpina; prodotti di officine lontane etc.); 3) i sistemi insediativi collegati agli assi di penetrazione (in Valle Camonica si può isolare un modello insediativo di lunga durata, con inizio nel tardo Neolitico, e un secondo, di abitati monofase della media età del Ferro); 4) i ritrovamenti lungo i valichi, cui si può sovente attribuire una valenza cultuale (i “Passfünde”): depositi votivi di oggetti e complessi metallici, costruzioni particolari; 5) la presenza di crocevia strategici che generano presenze archeologiche particolari (santuari e luoghi di culto); 6) la frequentazione a raggio locale dei luoghi legata ad attività economiche – quali la caccia, l’alpeggio, la pastorizia transumante, l’estrazione mineraria e la lavorazione metallurgica – a loro volta connesse con pratiche di culto. Prendendo ad esempio analoghi studi condotti in area alpina, lo studio archeologico della viabilità antica della Valle Camonica, dalle piste preistoriche alle strade romane e oltre, comprenderà le seguenti fasi di lavoro: 1) la ricognizione bibliografica e archivistica; 2) lo studio delle fonti, dei dati archeologici, comprese le testimonianze d’arte rupestre, e della cartografia storica; 3) la ricognizione e documentazione dei singoli percorsi; 4) la schedatura; 5) il riscontro sulla toponomastica; 6) le verifiche archeologiche sui tracciati; 7) lo studio complessivo; 206 8) l’edizione dei risultati; 9) contestualmente, l’elaborazione di un progetto di valorizzazione dei percorsi storici, con particolare attenzione alle modalità di manutenzione e ripristino. Si stima che il Piano per lo studio archeologico dei percorsi storici, da definire meglio nella sua articolazione con uno specifico progetto da parte di una Commissione di studio, possa svilupparsi e concludersi nell’arco di dieci anni (2006-2015) e debba coinvolgere molteplici professionalità (archeologi esperti dei diversi periodi, uno storico, un geografo, esperti di cartografia antica, di toponomastica, di archivi, di storia dell’architettura, un topografo e altri ancora che si rendessero necessari). 10.6 Piano di intervento per il ripristino paesaggistico del fondovalle Il Piano di Gestione del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” deve riservare particolare attenzione all’immagine offerta dalla Valle Camonica al visitatore del patrimonio mondiale, che giunge attraverso le strade di comunicazione, in particolare, la S.S. 42 o attraverso la ferrovia Brescia-Edolo, sia da Nord sia da Sud. Il panorama del fondovalle appare in vari tratti pesantemente compromesso e disordinato, a causa di una invasiva edificazione, artigianale, industriale e residenziale, e di infrastrutture di notevole impatto che hanno reciso le connessioni visive ed ecologiche tra fondovalle e versanti sui quali si sviluppano in genere i siti d’arte rupestre: tra tutte la S.S. 42 con i suoi viadotti ed i tralicci dei vari elettrodotti (Fig. 168), che fanno della Valle Camonica un corridoio tecnologico di importanza nazionale. La variante alla S.S. 42, il cui progetto risale agli anni ’70, è stata realizzata nel tempo per singoli lotti e, a tutt’oggi, non è ancora stata ultimata. Il tratto che attraversa Capo di Ponte e Sellero (variante Capo di Ponte-Sellero), progettato senza tenere in considerazione la presenza del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, è stato bloccato nel 1999 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, che ha richiesto la revisione del tracciato a tutela delle rocce incise. È stato quindi studiato un Fig. 168. Esempi di infrastrutture di impatto ambientale: i viadotti della S.S. 42 e i tralicci degli elettrodotti ad alta tensione. 207 Fig. 169. Modifiche apportate alla S.S. 42 nell’area prossima al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte, BS). Fig. 170. Modifica del tracciato dell’elettrodotto 380 Kv S. Fiorano - Robbia, in località Dosso Poglia con lo spostamento del traliccio n° 9. 208 nuovo percorso che passa in galleria, a profondità tale da non manomettere e danneggiare il patrimonio d’arte rupestre (Fig. 169). Per quanto concerne la presenza di elettrodotti nel sito UNESCO, si precisa che in effetti la Valle è interessata dalla presenza di numerose linee di alta tensione ma questa situazione risale ad un momento precedente l’iscrizione del sito nella Lista del Patrimonio Mondiale. Tuttavia è da notare che, ove sono stati realizzati nuovi tracciati, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha chiesto e ottenuto azioni correttive ai tracciati elettrici già esistenti, con notevoli miglioramenti dei percorsi in corrispondenza del Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina e dell’area del Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo. Inoltre si possono citare, come situazioni emblematiche del degrado paesaggistico e ambientale del fondovalle: i capannoni industriali e artigianali allo sbocco della Galleria di Breno, per chi procede da Sud verso Nord; l’estesa area artigianale all’ingresso del paese di Capo di Ponte per chi arriva da Sud (Fig. 171) e, per chi arriva da Nord, il disordinato presentarsi di recinzioni arrugginite, aree incolte e piazzali, etc.; la concentrazione di edifici industriali in corrispondenza di Sellero, soprattutto dall’accesso Sud (Figg. 168-172). Come noto, per le grandi opere pubbliche le attuali modalità di progettazione consentono una verifica preventiva dei progetti preliminari, che vengono sottoposti all’esame e alle osservazioni dei vari Enti territoriali e delle Soprintendenze competenti nell’ambito delle Conferenze dei Servizi. Tuttavia quanto realizzato nel passato, soprattutto gli interventi edilizi soggetti all’approvazione dei singoli Comuni, non può essere modificato, ma solo “corretto” con interventi di ripristino/risanamento del paesaggio, con “i suoi caratteri derivanti dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni” (come recita l’art. 131, c. 1 Salvaguardia dei valori del paesaggio del D.L.vo 22 gennaio 2004 n. 42). Purtroppo in Valle Camonica il delicato rapporto tra Uomo e Natura in certi tratti è andato perduto. La legislazione vigente (D.L.vo 22 gennaio 2004 n. 42, art. 143, Piano paesaggistico, c. 2 b) prevede espressamente, tra gli obiettivi di qualità paesaggistica da definirsi con i Piani paesaggistici “la previsione di linee di sviluppo urbanistico ed edilizio compatibili con i diversi livelli di valore riconosciuti e tali da non diminuire il pregio paesaggistico del territorio, con particolare attenzione alla salvaguardia dei siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO ….”. Alla luce di quanto sopra, il ripristino delle parti più degradate del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” dovrebbe diventare uno degli obiettivi primari del Piano di Gestione, con la stesura di un apposito Piano del ripristino ambientale e paesaggistico, da affidare ad una équipe multidisciplinare di specialisti: un progetto che permetta di procedere al “recupero e alla riqualificazione ……. delle aree sottoposte a tutela compromesse o degradate, al fine di reintegrare i valori preesistenti ovvero di realizzare nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati con quelli” (art. 143, c. 2 c, del D.L.vo 22 gennaio 2004, n. 42). Il Piano dovrebbe: • correggere e trasformare, più in generale, quella che è stata finora una “crescita” non controllata in uno “sviluppo sostenibile”, come definito nella Conferenza di Rio de Janeiro 1992 (UNED-United Nations Conference on Environment and Development); • progettare una migliore integrazione tra insediamenti produttivi di fondovalle e reti, da un lato, e il piede del versante vallivo, dall’altro, mediante interventi di mitigazione ambientale15; • individuare strumenti di pianificazione sovracomunale che permettano il ripristino e le azioni di gestione territoriale per la conservazione di ambiente e paesaggio. 15 Si vedano: BATTISTI C. 2004, Frammentazione ambientale connettività reti ecologiche, Provincia di Roma - Assessorato alle politiche agricole, ambientali e Protezione civile, Roma; JONGMAN R., PRUGNETTI G. 2004, Ecological Networks and Greenways. Concept, Design, Implementation, Cambridge University Press, Cambridge; MALCEVSCHI S., BISOGNI L.G., GARIBOLDI E. 1996, Reti ecologiche ed interventi di miglioramento ambientale, Milano; NEGRI J. (edit.) 2001, Reti ecologiche. Azioni locali di gestione territoriale per la conservazione dell’ambiente, “Quaderni di Gargnano”, Centro studi “Valerio Giacobini”, Milano. Appaiono esemplari alcuni progetti multidisciplinari per interventi di mitigazione ambientale condotti e in corso da parte del Centro per lo studio del Territorio dell’Università degli Studi di Bergamo (FERLINGHETTI R., MARCHESI E. 2002, Reti ecologiche in aree urbane a forte criticità. Due casi nel bergamasco, Atti 97° Congresso della Società Botanica Italiana, Università degli Studi di Lecce, 24-27 settembre 2002, Lecce). 209 Fig. 171. L’area artigianale all’ingresso del paese di Capo di Ponte (BS). Fig. 172. La concentrazione di edifici industriali in corrispondenza di Sellero (BS). Operativamente le Azioni da intraprendere in via prioritaria sono: 1 - l’elaborazione, da parte di qualificati specialisti del settore, di un progetto preliminare comprendente: a - la ricognizione e la mappatura della situazione; b - l’individuazione di linee di indirizzo per uno sviluppo sostenibile della Valle; c - la predisposizione di progetti esecutivi di mitigazione ambientale su un’articolata campionatura di situazioni emblematiche. Questo intervento si ritiene possa essere concluso entro il 2007. 2 - intervento di valorizzazione a fini turistici delle strade statali. Oltre a quanto ricordato in premessa, un secondo aspetto di forte impatto sul quale intervenire è rappresentato dai numerosi cartelloni pubblicitari di ogni forma, dimensione e supporto, che fiancheggiano la S.S. 42, interponendosi alla visione del paesaggio della Valle per chi percorre la strada. Anche in questo caso si ravvisa l’urgenza di individuare tutte le necessarie soluzioni per la tutela del sito UNESCO, ai sensi della vigente legislazione per la tutela dei Beni Culturali e del paesaggio (D.L.vo del 22 gennaio 2004, n. 42, art. 153, Cartelli pubblicitari). Nel corso della redazione del presente Piano, l’Assessorato al Turismo della Comunità Montana di Valle Camonica ha avviato intese con l’ANAS per la Valorizzazione a fini turistici delle strade statali della Valle Camonica. Si costituirà quindi a breve una Commissione tecnica di progettazione, coordinata dalla Comunità Montana e formata da ANAS, Provincia di Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica, Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero di Valle Camonica (B.I.M.) e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, per l’elaborazione di un progetto complessivo. Per i lavori della Commissione è fissato il termine dell’aprile 2006. 210 11. PIANO DEGLI INTERVENTI DI MANUTENZIONE E RESTAURO Il patrimonio delle rocce incise della Valle Camonica è soggetto naturalmente a numerosi problemi conservativi, che riguardano tanto le singole rocce quanto gli insiemi ed i comprensori in cui esse si trovano. È noto infatti che le incisioni si trovano su arenarie di vari tipi; pietre con questa caratteristica sono soggette a fenomeni di deadesione tra uno strato e l’altro, e ovviamente, il più esposto alla deadesione, qualunque ne sia la causa, è lo strato superficiale. Poiché le incisioni, quale che sia, nel corso dei secoli o dei millenni, lo strumento adoperato per praticarle, sono fatte con una tecnica a risparmio, “en réserve”, asportando solo lo strato superficiale in modo che ne risulti una figura o una linea tramite il contrasto tra lo strato più alto ed il fondo del successivo, è evidente che la perdita anche di un solo strato è irreparabile, perché significa necessariamente la perdita della raffigurazione. Il Piano di conservazione è quindi una corsa contro il tempo, in cui bisogna affrontare numerosi problemi tecnici a tre diversi livelli, e cioè salvaguardia, manutenzione e restauro conservativo, distribuendo il lavoro su numerosi piani organizzativi, a livello di amministrazioni statali e locali coinvolte. Definiamo salvaguardia l’intervento indiretto sul bene, cioè che non riguarda direttamente la materia, ma il suo contesto; nel caso delle incisioni rupestri della Valle Camonica abbiamo tre tipi di intervento di salvaguardia: 1) salvaguardia ambientale, cioè relativa a tutto il comprensorio; 2) salvaguardia puntuale, cioè relativa ad una roccia, o anche ad un insieme di rocce spazialmente e geometricamente definito, come ad esempio un parco; 3) salvaguardia dei manufatti mobili. La salvaguardia ambientale prevede l’eliminazione dei fattori di degrado da registrarsi su scala geografico-ambientale: piogge acide, inquinamento da residui di lavorazioni di ferro, opere pubbliche, in particolare a livello di elettrodotti e strade, interferenti con le rocce o comunque in grado di produrre inquinamento. Si tratta di problemi che in buona parte esulano dalla competenza degli Enti coinvolti nella gestione del patrimonio delle rocce incise della Valle Camonica, se non per l’autorizzazione alle opere “nuove” che interferiscano fisicamente o siano tangenti a beni soggetti a vincolo o inseriti in aree protette. Riguardano, invece, più direttamente e più da vicino gli enti preposti alla tutela del territorio o allo sviluppo dei settori industriale e terziario. Il Soggetto Responsabile del sito UNESCO può, prevalentemente, indirizzare raccomandazioni preventive ovvero segnalazioni di fenomeni di degrado in atto. La salvaguardia puntuale, di una roccia o di un gruppo di rocce, o anche di un insieme più vasto, purché delimitato, prevede il controllo dell’irraggiamento solare, l’arginatura del terreno circostante e lo smaltimento delle acque reflue, il corretto disegno dei sentieri e dei viali di accesso, l’adozione di passerelle, ringhiere, parapetti calcolati non solo in funzione della sicurezza dei visitatori ma anche della limitazione dell’accesso incontrollato alle superfici rocciose più facilmente calpestabili. Il controllo dell’irraggiamento solare, che non deve essere eccessivo, in modo da non provocare surriscaldamento delle arenarie e conseguenti rotture per dilatazione anomala, ma non va del tutto eliminato, per evitare fenomeni di eccessiva umidità, e quindi di formazione di vegetazione invasiva di sottobosco, può essere ottenuto tramite un adeguato controllo delle specie arboree attigue. Vanno innanzitutto eliminate le piante che possano avere con il tempo sviluppi degli apparati radicali tali da portare alla rottura della roccia; le specie compatibili, cioè che non presentino questo problema, possono variare in relazione alle quote in cui si trovano le rocce ed alla loro posizione rispetto ai punti cardinali. La normale vegetazione boschiva delle pendici vallive della Valle Camonica, caratterizzata da betulle a quote più alte e da normale bosco ceduo a quelle inferiori, va benissimo. Sono sconsigliabili invece gli alberi da frutto, come anche altri esperimenti con specie non autoctone occasionalmente tentati. Altra preoccupazione è evitare il ristagno sulle rocce delle acque che, in caso di temperature particolarmente rigide, possono ghiacciare e produrre crepe nelle arenarie già intaccate; il problema si risolve regolando e modellando opportunamente il terreno a monte ed a valle delle rocce, in modo da evitare che l’acqua ristagni sulla superficie rocciosa e da assicurare un suo rapido deflusso. Quanto al tracciato corretto di sentieri, viali, passerelle e ringhiere, qui se ne parla non tanto per evitare che essi stessi siano fonte di danni, per interferenze con i beni da tutelare dovute ad errori di progettazione, o per i problemi di sicurezza dei visitatori, che sono questioni di primaria importanza ma da trattare altrove, quanto perché a questo livello della salvaguardia va posto il problema della prevenzione del danno antropico o, più semplicemente, del vandalismo. A questo proposito si premette che, a causa della dispersione del patrimonio in gran parte della Valle, la prevenzione va attuata soprattutto tramite strumenti di persuasione, e soprattutto tramite una capillare campagna informativa, non solo presso la popolazione scolastica locale o potenzialmente interessata a gite o altri contatti, ma in tutti i punti di segnalazione turistica: Uffici Informazioni, Pro Loco, agenzie diverse, ma anche locali, alberghi, ecc…. È di fondamentale importanza anche la prevenzione attuata mediante una dissuasione meccanica, cioè attraverso la messa in opera di ostacoli che impediscano l’accesso alle rocce 211 più importanti o più esposte o anche, in casi meno pericolosi, di ostacoli solo simbolici, che ricordino i divieti. Quanto alla salvaguardia dei beni mobili, come le cosiddette “stele”, essi sono pochi e tutti ricoverati presso i depositi della Soprintendenza o altri luoghi sicuri; sono inoltre destinati ad essere esposti nel nuovo Museo Archeologico Nazionale della Preistoria della Valle Camonica, in Capo di Ponte, o in altri luoghi equivalenti. Non presentano quindi particolari problemi di salvaguardia. La manutenzione è la somma delle operazioni, escluse quelle di restauro scientifico e conservativo, necessarie per mantenere il valore patrimoniale di un bene (manutenzione ordinaria), o ripristinarlo (manutenzione straordinaria). Sono oggetto di manutenzione, per quanto riguarda le rocce incise ed i complessi immobiliari di cui fanno parte, innanzitutto i lavori di manutenzione delle opere di salvaguardia discusse in precedenza, poi quelli, parimenti esterni, relativi alla viabilità di accesso ai parchi, aree protette, nonché i lavori di manutenzione di musei, Antiquaria, impianti di ogni genere destinati al pubblico di fruitori delle incisioni rupestri, depositi di materiale archeologico. Sono inoltre interventi di manutenzione gli interventi di potatura di piante e cespugli, sfalcio, rimozione di vegetazione superiore (con esclusione dei muschi e dei microrganismi, che sono trattati nel restauro) dalle rocce e dalle immediate vicinanze. Rientrano nella manutenzione anche gli interventi di pulizia dei parchi e, infine, anche il corretto mantenimento dei sistemi di gestione informatizzata di rilevamento delle condizioni ambientali e delle condizioni di conservazione delle rocce incise. Vanno invece escluse dalla manutenzione alcune tipologie di interventi che su altri monumenti, diversi dalle rocce incise, vi sarebbero sicuramente comprese. Tra questi, al primo posto, l’eliminazione di piccole radici che infestano gli strati litici interessati dalle raffigurazioni; si tratta di un’operazione particolarmente delicata, che pare più opportuno affrontare direttamente in sede di restauro. Le stesse ragioni di opportunità si possono applicare anche per alcune puliture, non ultima la rimozione di danni antropici, quali vernici, 212 olio di mezzi agricoli e simili, finiti sulle rocce per vandalismo ma anche soltanto per incuria o sbadataggine. La conservazione si attua attraverso una politica di restauro conservativo, svolta in una prima fase, attraverso la ricognizione e documentazione, e, in una seconda fase, con un intervento materico diretto sul Bene. Va esclusa, data la particolare tipologia delle incisioni e la tecnica generale di lavorazione ”a risparmio”, il ricorso a interventi di restauro a valenza formale, quali l’integrazione, il trattamento delle lacune, o simili. È invece ampiamente ammissibile, nei rari casi in cui se ne presentasse la necessità, il raccostamento di frammenti staccatisi, soprattutto se per cause fortuite o vandaliche. Dovrebbe essere ovvio, ma alcune sciagurate ipotesi circolate anni or sono obbligano alla precisazione, che la conservazione delle rocce incise, eccetto le stele o i cippi o comunque i monumenti mobili, è una conservazione in situ. Le raffigurazioni costituiscono parte di un’unità maggiore, e cioè la roccia istoriata. A sua volta la roccia è parte di un insieme di rocce ed interagisce con un paesaggio circostante, con le sue acclività naturali ed i suoi boschi. Paesaggio e rocce formano un solo contesto culturale, e si qualificano reciprocamente. Ogni asportazione di figure da questo contesto è insensata, oltre che snaturante le figure stesse, che sono adagiate su superfici tridimensionali che non sono apprezzabili se ripresentate su un piano orizzontale o su una parete, bidimensionali. Indubbiamente l’asportazione è tecnicamente possibile, per la singola figura, purché con la tecnica dello stacco, cioè del taglio di più strati fino a profondità tale da ricavare un frammento molto compatto, mentre la tecnica dello strappo, cioè dell’asportazione dei soli strati aventi valenza artistica, è ovviamente da escludersi su questi materiali litici; ma va esclusa da qualsiasi prassi, se non in casi gravissimi di distruzione della roccia, in cui comunque il monumento sia da considerarsi perduto e non ci sia altro da fare che recuperarne i pezzi. Quanto all’asportazione di rocce intere, ed al loro trasferimento in altro sito, ad esempio al fine di consentire un’opera pubblica, essa è esclusa dalla delicatezza dell’assetto territoriale della Valle, certo diverso da quello del deserto nubiano in cui simili interventi sono stati realizzati alcuni decenni fa. Il restauro conservativo delle rocce prevede raramente operazioni di preconsolidamento precedenti la pulitura, perché è molto raro che le arenarie compatte di buona parte della Valle degradino in quelle forme pulverulente che renderebbero invece tale prassi necessaria. La pulitura da concrezioni terrose di vario genere non presenta su questi tipi di pietra particolari difficoltà, e neppure quella da particellato atmosferico inquinato da residui industriali (ad esempio sali ferrosi provenienti da fonderie): purché gli operatori siano qualificati (vedi infra) queste operazioni sono collaudate ed eseguibili senza particolari problemi. Molto maggior impegno richiedono invece la pulitura da agenti biologici ed il consolidamento. Gli agenti biologici inquinanti sono sia superficiali sia endogeni, risiedendo normalmente all’interno della roccia ed uscendo all’esterno solo in presenza di condizioni speciali. Dando per scontato che la manutenzione elimini il grosso della vegetazione intrusiva, in sede di restauro occorre provvedere innanzitutto alla rimozione di muschi, alghe, funghi e licheni superficiali (che possono anche stratificarsi gli uni sugli altri); poi si procederà alla rimozione di apparati radicali che abbiano attaccato direttamente la superfice litica superiore, quella che reca a risparmio le incisioni, o peggio, minaccino l’adesione tra questo e quello sottostante. La pulitura biologica a questo punto – e ciò caratterizza le rocce della Valle Camonica – prosegue con l’estrazione degli agenti inquinanti esistenti in profondità tramite, ovviamente, l’azione di speciali detergenti. Infatti le rocce camune presentano sovente delle colonie di alghe annidate in profondità: esse, dette cianoficee, sfruttano la fotosintesi prodotta da altri organismi e occasionalmente si riproducono e migrano in superficie, riempiendo le rocce colpite di macchie di colore rosso. Il consolidamento pure ha la sua difficoltà, rientrando in una categoria di interventi tra le più difficoltose per i restauratori, e cioè il consolidamento dell’arenaria all’aperto. Vi si provvede comunque con l’applicazione di leganti inorganici o sintetici, secondo le metodologie e le direttive dell’Istituto Centrale per il Restauro. La qualificazione degli operatori e dei progettisti coinvolti negli interventi del Piano va- ria a seconda della natura delle opere. Le operazioni di salvaguardia e di manutenzione rientrano in via ordinaria all’interno delle normali tipologie di lavori edilizi o, in alcuni casi, di forniture di servizi; non vi sono quindi norme ristrette né nella scelta delle ditte contraenti né dei progettisti. È tuttavia importante raccomandare la presenza, tra i progettisti, di archeologi, per la migliore individuazione dei beni e delle priorità. È parimenti importante che le strutture amministrative coinvolte nella gestione dei Parchi e dei complessi che ospitano le rocce incise (Stato, Consorzi, etc..) si dotino di personale operaio interno, onde potere procedere alle lavorazioni più urgenti in amministrazione diretta, oltre che per garantire una certa continuità di conoscenze pratiche, o se si vuole di know how, che l’avvicendarsi nelle opere manutentive di troppe imprese diverse potrebbe anche non assicurare. Per la programmazione degli interventi di salvaguardia, manutenzione e restauro è inoltre necessario disporre di tecnici addetti alla ricognizione e restituzione digitale ai fini conservativi delle incisioni rupestri, opportunamente preparati con appositi corsi ed impiegati dalle strutture cointeressate alla gestione che, partendo dall’opera di catalogazione informatizzata delle rocce incise (o integrandola), segnalino tutti gli inconvenienti e tutti i problemi di degrado, di qualsiasi tipo e livello, ponendosi come aiuto tecnico indispensabile per restauratori ed archeologi. Gli interventi di restauro vero e proprio sulle rocce incise sopra descritti ricadono appieno tra gli interventi di restauro da compiersi da parte di restauratori. Per “restauratore” si intende il professionista così definito dal Decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali n. 294 del 3 agosto 2000, concernente l’individuazione dei requisiti di qualificazione dei soggetti esecutori dei lavori di restauro e manutenzione dei beni mobili e delle superfici decorate di beni architettonici, così come modificato dal Decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali n. 420 del 24 ottobre 2001, e cioè il professionista che ha conseguito un diploma di abilitazione all’esercizio della professione di restauratore, rilasciato dalle scuole facenti capo al Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Istituto 213 Centrale per il Restauro, Opificio delle Pietre Dure e collegati), o di Diploma Regionale integrato da specifico percorso formativo. Solo i restauratori così definiti e qualificati possono essere esecutori e responsabili degli interventi di restauro conservativo, ferma restando, ovviamente, la possibilità di avvalersi di aiuti di professionalità diverse ed inferiori. Le attività dei restauratori, che non devono comunque prescindere dalla presenza dell’archeologo, cui spetta l’onere della individuazione dell’importanza dei beni e delle priorità di intervento, si espletano tanto nel campo della progettazione tanto in quello dell’esecuzione degli interventi. Infatti, in deroga alle norme di carattere generale sui Lavori Pubblici dell’ordinamento giuridico italiano, che separano nettamente la funzione del progettista da quella dell’esecutore dei lavori, quelle di settore per i Beni Culturali, ed in particolare il D. L.vo 22 gennaio 2004 n. 30, prevedono che la progettazione di dettaglio possa essere affidata al medesimo restauratore che esegue l’opera; prevedono inoltre che gli “interventi di particolare complessità o specificità”, come possono sicuramente essere considerati in gran parte quelli di restauro dell’arenaria delle rocce incise, debbano essere preceduti dalla compilazione di schede tecniche, sulla base delle quali organizzare la gara, redatte da restauratori (diversi, ovviamente, da quelli che partecipano alla gara per l’affidamento dei lavori). Anche in questo caso è comunque necessario l’apporto progettuale preliminare dell’archeologo per la corretta individuazione dei beni e delle priorità. Gli organi deputati all’approvazione degli interventi di salvaguardia e manutenzione sono i singoli Enti responsabili della gestione dei singoli Parchi o complessi. Va da sé che per il Parco, il complesso di rocce o la roccia riconosciuti di interesse archeologico ai sensi della legislazione nazionale di tutela, in ultimo il D. L.vo 42/2004, l’autorizzazione spetta al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e per esso alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. Gli interventi di restauro sulle rocce incise, essendo invece interventi diretti sul bene di evidente interesse culturale, indipendentemente dal fatto che su ciascuna roccia sia o no 214 intervenuto uno specifico provvedimento di assoggettamento alla legislazione italiana di tutela dei Beni Culturali, necessitano comunque dell’autorizzazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e per esso della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. Naturalmente, fermo restando il processo autorizzatorio sopra descritto, è quanto mai opportuno che tutti gli interventi di salvaguardia, manutenzione e restauro, indipendentemente dai soggetti che li eseguono, che possono essere tutti gli Enti statali e locali coinvolti nella gestione del patrimonio delle rocce incise, purché dotati delle funzioni di amministrazione aggiudicatrice o di stazione appaltante, siano coordinati tra loro, al fine di ottimizzare tanto i periodi di esecuzione delle opere, quanto il reperimento e la distribuzione dei relativi fondi. Piano operativo Come descritto nella Parte terza. Piano delle strutture, punto 10.1.3 (p. 194), per alcuni dei Parchi d’Arte Rupestre che formano l’oggetto del sito UNESCO (i Parchi di Enti locali), non si conosce la situazione generale di conservazione del patrimonio, sul quale, salvo per isolati casi (citati nella Parte seconda, 6.4. Stato di conservazione del patrimonio), non sono stati condotti interventi di restauro. Pertanto risulta urgente e prioritario elaborare il Piano di ricognizione della situazione conservativa del patrimonio d’arte rupestre. Esso prevede, per ogni Parco e, in estensione a medio termine, per tutti i siti d’arte rupestre della Valle Camonica, le seguenti operazioni: 1 - la ricognizione e la mappatura della situazione conservativa delle rocce, comprendente la catalogazione preliminare informatizzata (Scheda di Roccia e Altri Dati, Quadro Conservativo della Roccia, Quadro Storico della Roccia), con il sistema IRWeb, dell’intero complesso di rocce incise all’interno del Parco. La schedatura, già realizzata per i Parchi Nazionali e in corso (2005) per il Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, interesserà in via prioritaria, entro il triennio 2006-2008, i restanti Parchi che vedono la presenza di 750 rocce (120 nel Parco di Luine, circa 450 nella Ri- serva Regionale, circa 140 nel Parco Comunale di Sellero compresa la buffer zone, 40 nel Parco pluritematico “Còren de le Fate” a Sonico). Contestualmente e in successione (2006-2010) la ricognizione riguarderà tutti i siti d’arte rupestre compresi nella Tabella della Parte prima (pp. 74-82) e di altri che dovessero nel tempo essere scoperti. La schedatura IRWeb andrà ad implementare il Catalogo Informatizzato per il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre (C.I.M.A.R.) e costituirà la base per la seconda fase del Piano: 2 - l’elaborazione di un adeguato Piano di Manutenzione e Restauro delle rocce, distinto per Parco e per sito. Nell’ambito della catalogazione svolta da archeologi specializzati, l’analisi degli aspetti conservativi sarà svolta da restauratori con specifiche competenze nel settore del restauro di materiali lapidei, coadiuvati nel rilevamento e documentazione del patrimonio da operatori specializzati (preparati con il Corso per personale tecnico con specifiche competenze in materia di ricognizione e restituzione digitale ai fini conservativi del patrimonio archeologico litico, con particolare riferimento alle incisioni rupestri, di cui alla Parte Quarta, All. 19). Sarà cura dell’ente di tutela (la Soprintendenza per i Beni Archeologici), sulla base dell’esperienza di catalogazione preliminare informatizzata (Scheda di Roccia e Altri Dati, Quadro Conservativo della Roccia, Quadro Storico della Roccia) con il sistema IRWeb, finora condotta, effettuare l’analisi dei costi, indicando un costo a corpo, per roccia. Il Piano di ricognizione dello stato di conservazione delle rocce si svolgerà nell’arco di un triennio (2006-2008) per i Parchi già costituiti e dovrà essere ultimato per il 2010 per i restanti siti. Contestualmente si procederà, là dove la verifica è attuata ed è già avviata la seconda fase (Piano di Manutenzione e Restauro delle rocce), con il programma di restauro delle rocce. 3 - per i siti ed i Parchi dove si è già effettuata la fase 1, vale a dire i due Parchi Nazionali, si procederà alla fase 3, che prevede il monitoraggio dello stato di conservazione delle rocce (con: aggiornamento del C.I.M.A.R. e allestimento di una centralina di rilevamento della qualità dell’aria per lo studio del degrado delle rocce); 4 - manutenzione ordinaria delle rocce incise, secondo le indicazioni del Manuale delle Buone Pratiche (All. 27). 12. PIANO DEI RECUPERI E DELLE PROTEZIONI In una politica generale di recupero dei valori intrinseci del territorio nel quale si colloca e con il quale interagisce il bene “Arte Rupestre della Valle Camonica”, rientra anche il recupero del paesaggio di cui si è trattato, come tema generale, nel capitolo “Piano degli interventi sulle strutture” al punto 6 - Piano di intervento per il ripristino paesaggistico del fondovalle. Anche il tema del ripristino della viabilità storica, strettamente connesso ai Parchi, ma anche al tema dei “recuperi”, è già stato trattato nello stesso capitolo al punto 5 - Piano di intervento sulla rete dei percorsi storici. In questo capitolo sono richiamate e descritte, invece, le specifiche e puntuali seguenti azioni, da mettere in atto nell’ambito dei Parchi d’Arte Rupestre, oggetto del presente Piano di Gestione: 1 - Piano di recupero del bosco e, più in generale, dell’ambiente naturale nel quale si trovano i Parchi d’Arte Rupestre; 2 - Piano delle protezioni all’interno dei Parchi d’Arte Rupestre (recinzioni perimetrali, recinzioni puntuali di tutela del bene, passerelle, coperture-tettoie…). 12.1 Piano di recupero del bosco e, più in generale, dell’ambiente naturale nel quale si trovano i Parchi d’Arte Rupestre Nel corso dell’elaborazione del Piano di Gestione è emersa la necessità di redigere un “Piano del Bosco”, che regolamenti le modalità di intervento sulle aree boschive presenti all’interno dei Parchi d’Arte Rupestre e, al tempo stesso, si ponga il fine di tutelare ed eventualmente migliorare, con opportuni interventi, il contesto boschivo e naturale, dato lo stretto 215 connubio tra natura e cultura che caratterizza i siti d’arte rupestre della Valle Camonica. Tale Piano dovrà, in linea generale, prevedere norme che prestino particolare attenzione alla tutela delle rocce nell’allestimento dei cantieri di taglio degli alberi e nella individuazione delle specie arboree autoctone. Sembra infatti opportuno evitare l’insediamento di specie con produzione di frutti che, una volta a contatto con la roccia, possano macchiarne le superfici o che producano semi piccoli, i quali possono penetrare nelle fessurazioni delle rocce e quindi favorire la nascita di nuovi esemplari, generando o acuendo i fenomeni di distacco delle superfici rocciose. Grande attenzione dovrà essere poi dedicata anche alla riduzione dell’apparato radicale degli alberi, tenendo presente che le radici non devono danneggiare le rocce ma devono essere abbastanza forti per sostenere l’albero. A questo proposito, e in un disegno più generale di tutela dell’assetto boschivo, si prevede di utilizzare, come modello per il Piano del Bosco, il documento realizzato all’inizio del 2005 dal Parco dell’Adamello specificamente per la Riserva Regionale delle Incisioni di Ceto, Cimbergo, Paspardo (DUCOLI A. 2005, Le tipologie forestali della riserva delle Riserva Regionale delle Incisioni di Ceto, Cimbergo, Paspardo. Analisi quali-quantitativa e indicazioni gestionali propedeutiche alla redazione del Piano di Gestione Forestale). Le indicazioni generali emerse da questo attento lavoro, nel quale dovrebbero essere inserite anche le norme per la manutenzione delle aree prossime alle rocce con incisioni, dovranno essere estese anche agli altri Parchi d’Arte Rupestre individuati nel Piano di Gestione, per i quali si auspica e raccomanda la redazione di analoghi, specifici, Piani. Medesimi accorgimenti potranno in futuro essere adottati per gli altri siti d’arte rupestre disseminati sul territorio vallivo, con un Piano generale e di dettaglio, mirato, che veda coinvolti gli Enti di tutela dell’ambiente (Provincia-Assessorato per il Territorio, Parchi e V.I.A., Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio, Parco dell’Adamello, Consorzi forestali, Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste-ERSAF), l’ente di tutela del patrimonio d’arte rupestre e archeologico (la Soprintendenza per i Beni Archeologici), con la consulenza della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano (sede di Edolo). Quest’ultima potrebbe opportunamente sviluppare e approfondire, in collaborazione con gli Enti sopra citati e con la Soprintendenza competente per la tutela del patrimonio archeologico, le metodiche di intervento e manutenzione dell’ambiente e del paesaggio nell’ambito del sito “Arte Rupestre della Valle Camonica” e formare le professionalità adatte allo scopo (vedi Piano della formazione e diffusione, infra). Al fine di dare attuazione a quanto sopra descritto, la Comunità Montana di Valle Camonica, nel cui ambito si svolge la qualificata attività del Parco dell’Adamello, attiverà ogni necessaria iniziativa per l’elaborazione di un Piano di tutela dell’assetto boschivo connesso con i Parchi ed i siti d’arte rupestre che non si siano già dotati di un Piano del Bosco. 12.2 Piano delle protezioni all’interno dei Parchi d’Arte Rupestre (recinzioni perimetrali, recinzioni puntuali di tutela del bene, passerelle, coperture-tettoie…) Particolare attenzione dovrà essere riservata a qualsiasi intervento, anche di minima entità, da realizzare in prossimità delle rocce con incisioni, sia per perimetrarle sia per agevolarne la percorribilità e la visione (Fig. 173). Pertanto gli Enti gestori ed i progettisti sottoporranno al prescritto parere della Soprintendenza competente i progetti di realizzazione di recinzioni perimetrali delle aree a Parco, protezioni attorno alle rocce tutelate, passerelle (da realizzarsi in legno16) e coperture-tettoie in genere. Si ricorda che l’uso di passerelle (Fig. 173) è specificatamente raccomandato ogniqualvolta si verifichino l’esigenza di protezione della roccia (da non sottoporre a calpestio, in quanto usurante) e la necessità di rendere agevole e sicuro l’attraversamento di punti scoscesi e sdrucciolevoli. 16 Il legno è infatti il materiale che offre i migliori risultati sia per quanto riguarda l’impatto visivo sia, soprattutto, per la tutela del bene: per queste ragioni la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia prescrive l’uso esclusivo di questo materiale. 216 Fig. 173. Esempi di passerelle sulle rocce. Dall’alto: la Roccia 1 del Parco pluritematico del “Còren de le Fate” a Sonico (BS); la Roccia 1 del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte (BS); le Rocce 6-7 di Foppe di Nadro nella Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). 217 Per qualsiasi elemento di supporto necessario alla costruzione delle recinzioni puntuali delle rocce incise, delle passerelle o di eventuali coperture-tettoie, dovrà essere individuato di volta in volta il più adeguato sistema di ancoraggio, per non danneggiare la superficie lapidea. Poiché è auspicabile rendere omogenei ed appropriati questi interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio di arte rupestre all’interno dei Parchi, sembra opportuno avvalersi, per la stesura dei progetti o per la progettazione diretta, della consulenza del Gruppo Tecnico, formato da personale della Soprintendenza per i Beni Archeologici, che da anni opera nell’ambito dei Parchi di Arte Rupestre della Lombardia. Infatti i tecnici impiegati possiedono notevole competenza ed hanno maturato una lunga esperienza nella realizzazione delle passerelle, soprattutto per ciò che concerne le tecniche di costruzione e di adattamento alle singole situazioni morfologico-ambientali ed i parametri di sicurezza. Per individuare in tempi brevi gli interventi da programmare nei singoli parchi è urgente e indifferibile che il Gruppo di lavoro del Piano di Gestione conduca sistematici sopralluoghi in tutti i Parchi d’Arte Rupestre, per verificare le necessità e le urgenze e predisporre in forma definitiva, entro il 2005, il Piano delle protezioni. Per detto Piano è da prevedere una programmazione di interventi quinquennale (2006-2010). 13. PIANO D’ADEGUAMENTO DEGLI STRUMENTI NORMATIVI ED URBANISTICI Nell’elaborare il presente Piano di Gestione si sono esaminati gli strumenti di governo territoriale, in particolare i Piani Regolatori Generali (PRG) e, ove esistenti, i Piani dei Parchi, per ora redatti solo dai Parchi Nazionali, dalla Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo e dal Parco dell’Adamello, nel cui perimetro ricadono alcuni dei siti d’arte rupestre sul versante sinistro della Valle. Nell’ambito dei PRG dei Comuni della Valle Camonica si sono riscontrate una generaliz218 zata presa d’atto della presenza delle aree con arte rupestre, per lo meno di quelle unanimamente note perché già perimetrate per la valorizzazione, e la definizione di una normativa di tutela, per lo più coincidente con la più estesa tutela del patrimonio boschivo e/o agrario, nel quale in genere si collocano i siti d’arte rupestre. Quando i Comuni ricadono nell’ambito del perimetro del Parco dell’Adamello, si rileva una normativa cogente di tutela del paesaggio e dell’ambiente, alla quale i Comuni sono tenuti ad adeguarsi in un tempo stabilito (due anni). Solo una parte dei siti risulta inoltre sottoposta a decreti di vincolo archeologico da parte del competente Ministero per l’importante interesse, ai sensi della vigente legislazione statale di tutela. La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia ha tuttavia avviato un Piano di adeguamento dei vincoli, contestuale alla perimetrazione dei siti con sistema GIS (da realizzare nel corso del triennio 2005-2007). L’occasione offerta dalla stesura del Piano di Gestione ha comportato uno sforzo di omologazione della normativa di tutela sia delle aree con arte rupestre sia delle buffer zone, queste ultime espressamente perimetrate per il Piano di Gestione e pertanto passibili d’essere recepite dagli strumenti urbanistici locali e sottoposte a specifiche prescrizioni. Quindi per una condivisione costruttiva, da parte degli Enti locali, delle scelte di tutela dell’arte rupestre in quanto patrimonio archeologico e del suo contesto territoriale, sono state elaborate per i Parchi ed i siti d’arte rupestre (e sono specificatamente state assunte nell’ambito della Normativa di Piano per i Parchi che attualmente ne dispongano) poche sintetiche norme, rimandando sempre alla legislazione nazionale di tutela, in ultimo il D. L.vo 42/2004: – per le aree di accertato interesse archeologico si prescrive che qualsiasi intervento di trasformazione sia sottoposto a preventivo parere della competente Soprintendenza; – per le aree a rischio archeologico, considerate tali in quanto non ancora indagate, ancorché prossime ad altre di accertato interesse, o presumibilmente a rischio per analogia topografica e tipologica con altre meglio note, egualmente si prescrive che qualsiasi intervento di trasformazione sia sotto- posto a preventivo parere della competente Soprintendenza; – per le aree prossime ad aree di accertato interesse archeologico comprese nell’ambito di Parchi di Arte Rupestre e per le buffer zone, si dà prescrizione di comunicazione dei lavori progettati alla competente Soprintendenza, che si riserva di effettuare verifiche e indagini. A tutela dei beni e dei valori ambientali e paesaggistici dei Parchi d’Arte Rupestre e delle buffer zone, fatta salva la vigente legislazione di tutela sopra citata, si indica ad esempio l’articolata normativa di tutela ambientale e paesaggistica già codificata nel Piano del Parco Regionale dell’Adamello (All. 9), nel cui ambito ricadono alcuni, o parti, dei Parchi d’Arte Rupestre ubicati sul versante idrografico sinistro della Valle Camonica (ad esempio, la Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, che pure dispone nel suo Piano, ora in corso di aggiornamento, di analoga normativa). Per rendere immediatamente operative le norme sopra descritte si sta lavorando al loro inserimento nei seguenti strumenti: – nei seguenti Piani Regolatori Generali (PRG), in corso di elaborazione o passibili di modifica e varianti: • il PRG di Sellero (in corso di elaborazione), nel quale ricade il Parco Comunale di Sellero; • il PRG di Darfo Boario Terme, nel quale ricade il Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro (che costituisce la buffer zone del Parco di Luine); • il PRG di Angolo Terme Terme, nel quale ricade il Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro (che costituisce la buffer zone del Parco di Luine); – nei Piani, in corso di aggiornamento o in corso di stesura, riguardanti i Parchi d’Arte Rupestre già costituiti: • Piano della Riserva Regionale delle Inci- sioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (in corso di aggiornamento e di ridefinizione); • Piano del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro, che è stato assunto come buffer zone del Parco Comunale di Luine, ma che comprende anche al suo interno i siti d’arte rupestre di Sorline (Angolo Terme) e del Monticolo (Darfo Boario Terme), ambedue prossimi ad una valorizzazione del patrimonio archeologico. Il Parco Pluritematico del “Còren de le Fate” di Sonico, che costituisce una zonizzazione archeologica all’interno del Parco dell’Adamello, condivide già la normativa di tutela paesaggistica e ambientale del Piano del Parco dell’Adamello. Sono in corso di adeguamento, per quanto riguarda il solo recepimento della zonizzazione del costituendo Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina e la relativa buffer zone, gli strumenti urbanistici del Comune di Capo di Ponte, il quale dispone di un PRG (All. 10) che già riconosce e norma in modo esemplare le aree con arte rupestre, recependo le prescrizioni della Legge Regionale n. 12 dell’11 marzo 2005 “Legge per il governo del territorio”. La buffer zone di Seradina-Bedolina è stata collegata, in un unico ambito paesaggistico e ambientale, a quelle dei contigui Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo e Parco Comunale di Sellero. Tale scelta, proposta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, è stata condivisa dai due Comuni di Capo di Ponte e di Sellero e dai progettisti. Questo modo di operare “dal basso”, per così dire, intervenendo direttamente in corso d’opera sugli strumenti urbanistici e sui Piani dei Parchi, sottoposti a revisione o in fase di stesura, è sembrato poter facilitare la condivisione delle scelte tra organo di tutela ed Enti locali. 219 PARTE QUARTA Il modello dello sviluppo culturale locale 14. PIANO DELLA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA* Da molti decenni esiste una strategia di ricerca per l’“Arte Rupestre della Valle Camonica”, perseguita dalle Istituzioni di tutela e scientifiche. Dalla collaborazione tra Istituzioni nasce anche questo Piano della Ricerca, che è stato condiviso dai Soggetti che operano sul territorio a diversi livelli – ricerca e studio, divulgazione e valorizzazione del patrimonio –, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, competente per la tutela e la ricerca sui beni archeologici. Per definire le linee della ricerca nell’ambito del Piano di Gestione del sito, la Soprintendenza, cui è stato affidato l’incarico di coordinare il Piano, ha costituito un “Gruppo di Lavoro Tecnico-Scientifico” (la Commissione per la Ricerca Scientifica), che ha visto, come si è detto in Premessa, la presenza degli Istituti e dei gruppi di ricerca, che si occupano in Valle dell’arte rupestre: il Centro Camuno di Studi Preistorici (Emmanuel Anati; Tiziana Cittadini); il Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici (Umberto Sansoni e Silvana Gavaldo); la Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo” (Angelo Fossati e Andrea Arcà); il Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica (Ausilio Priuli). Al Gruppo di Lavoro ha fornito la sua consulenza anche il Parco dell’Adamello (V. Ducoli), organismo che si occupa localmente di coordinare e gestire aree a tutela paesaggistico-ambientale di interesse sovracomunale. Premessa sulla situazione delle ricerche Le ricerche e gli studi sull’arte rupestre della Valle Camonica hanno una lunga e ricca tradizione a partire dal 1909, quando il geografo G. Laeng segnalò per la prima volta le incisioni e diede inizio ad una stagione di studi che è ininterrottamente proseguita, come si desume dalla Bibliografia (All. 32), nel corso di tutto il XX secolo, contribuendo a rendere noto a livello mondiale questo straordinario patrimonio. Le prime ricerche sistematiche hanno inizio nel 1930, coordinate dall’allora Soprintendenza alle Antichità, che avvia anche opere di protezione delle incisioni (nell’area dei Massi di Cemmo a Capo di Ponte: cronistoria in POGGIANI KELLER 2000 a) e procede con il vincolo per l’importante interesse archeologico di vaste aree nel Comune di Capo di Ponte, dove nel 1955 fonda il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, con la collaborazione degli Enti locali. All’opera di tutela, di ricerca e di valorizzazione condotta dalla Soprintendenza si affianca nel 1964 il Centro Camuno di Studi Preistorici (CCSP), con sede in Capo di Ponte, fondato e diretto da E. Anati, che conduce sistematiche campagne di ricerca e studio sull’arte rupestre, svolte su concessione del Ministero, e contribuisce a rendere noto a livello internazionale il patrimonio attraverso la Rivista “Bollettino del Centro Camuno di Studi Preistorici” (edito dal 1967) e le collane editoriali “Archivi” (dal 1968), “Studi Camuni” (dal 1972), Edizioni del Centro (dal 1965), “Valle Camonica Symposia” (dal 1970). Il Centro ha con- * All’elaborazione del Piano ha contribuito la Commissione per la Ricerca Scientifica. 221 corso negli anni anche alla valorizzazione dei Parchi di Luine e della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, nonché al riconoscimento del patrimonio da parte dell’UNESCO. Nella Valle si sono susseguite in anni recenti ricognizioni, mirate al ritrovamento di nuove testimonianze d’arte rupestre, anche da parte di altri gruppi di lavoro: il Dipartimento Valle Camonica e Lombardia-CCSP, la Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo”, il Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica. Contestualmente si sono svolti anche scavi su contesti archeologici con testimonianze d’arte rupestre, condotti direttamente dalla Soprintendenza o, con l’istituto della concessione, da Università. A partire dal 1992, la Soprintendenza Archeologica della Lombardia ha inoltre effettuato specifici rilevamenti, analisi e studi sistematici sulla situazione di conservazione delle rocce con incisioni, sulle cause di degrado e sui livelli e natura dell’inquinamento, finalizzati ad una valutazione dei rischi del patrimonio e all’avvio di un Piano sistematico di conservazione e restauro e di documentazione a fini conservativi. Ai programmi di ricerca e indagine e allo studio hanno collaborato i più qualificati Istituti italiani di ricerca e di analisi nel campo del degrado della pietra e del restauro (Istituto Centrale del Restauro del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Consiglio Nazionale delle Ricerche - Centro “G. Bozza” di Milano, con la collaborazione di studiosi delle Soprintendenze di Venezia e di Aosta): rendiconti sui restauri e sulle indagini sono stati pubblicati sul “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia” (“NSAL”), dal 1981, e in articoli su Riviste scientifiche nazionali e su Atti di Convegni (in Bibliografia, All. 32). Le indagini sul campo e gli studi intrapresi sui metodi di documentazione delle incisioni si sono tradotti inoltre nella formulazione, da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, del sistema di catalogazione informatizzata denominato IR (Incisioni Rupestri), successivamente rielaborato, per l’uso via Internet e Intranet, nel sistema IRWeb, finalizzato alla mappatura ed alla documentazione storica e conservativa del patrimonio delle rocce incise (Parte seconda, pp. 124-134). Inoltre la Soprintendenza ha perseguito e potenziato, soprattutto a partire dal 1980, gli scavi stratigrafici e gli studi dei contesti e della cultura materiale, con il fine di sviluppare lo studio delle relazioni tra arte rupestre e contesti archeologici, per una conoscenza più articolata del popolamento preistorico e protostorico della Valle Camonica connesso con l’arte rupestre. Gli studi e le ricerche condotti dalla Soprintendenza, che in alcuni casi si è avvalsa anche della collaborazione di Istituti universitari (Università degli Studi di Pisa, di Trento, di Venezia e di Napoli), hanno dilatato il periodo di frequentazione preistorica della Valle, che risulta insediata almeno dal Paleolitico Superiore (Parte prima, pp. 28-29), e hanno arricchito il panorama dell’arte rupestre camuna con la scoperta di importanti santuari megalitici del IV-III millennio a.C., con monoliti istoriati che partecipano del fenomeno del megalitismo mediterraneo e atlantico e collocano la Valle Camonica tra le aree europee più ricche di queste manifestazioni (Parte prima, pp. 38-43). Resoconti annuali delle ricerche (edite su Riviste scientifiche e Atti di Convegni: in Bibliografia - All. 32) sono reperibili nel “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, nelle annate dal 1981 al 2005. Più in generale, la situazione dei contesti archeologici della Valle Camonica, dai quali non si può prescindere se si vuole comprendere appieno il fenomeno dell’arte rupestre, è documentata in Carta archeologica della Lombardia. I. La Provincia di Brescia, a cura di F. Rossi, Modena 1991, ove sono schedati tutti i ritrovamenti archeologici e d’arte rupestre della Valle fino a quella data; gli aggiornamenti successivi sono disponibili presso l’Archivio Topografico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (ATS). 17 Nella Tabella All. 28 viene attribuito ai singoli siti il medesimo numero utilizzato nell’elenco dei siti d’arte rupestre presente nella Parte prima del PdG; pp. 74-82: in questo modo si può agevolmente rilevare lo stato degli studi, sito per sito. 18 La tabella, denominata Consuntivo Studi Arte Rupestre Valle Camonica, comprende anche le attività di ricerca e di catalogazione con il sistema IRWeb, che la SCA-Società Cooperativa Archeologica svolge in Valle Camonica, per incarico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, dal 1997. 222 La disamina di quanto fatto, che per l’arte rupestre si è voluto semplificare e riassumere, sito per sito17 (All. 28), è stata compilata con l’aiuto di tutti i Soggetti scientifici operanti in Valle18 (tabella che può essere utilmente confrontata con la Tabella-Elenco dei siti d’arte rupestre della Parte prima). Il raffronto tra quanto segnalato e noto a diversi livelli di conoscenza e quanto studiato ed edito, l’analisi dei contesti archeologici e la constatazione dei problemi ancora aperti su molti aspetti del popolamento, della cronologia, delle relazioni culturali, portano a sottolineare e raccomandare innanzitutto che il Piano della Ricerca Scientifica e Tecnologica persegua i seguenti obiettivi: 1) dare sistematicità alle ricerche già svolte e a quelle future, con particolare e prioritaria attenzione alle seguenti azioni: a) completamento dei lavori di schedatura delle rocce avviati e non conclusi nei vari siti d’arte rupestre; b) ricognizione e schedatura integrale di quelli non ancora indagati, mediante schedatura IRWeb per implementare il C.I.M.A.R.-Catalogo Informatizzato per il Monitoraggio dell’Arte Rupestre; c) relativo studio ed edizione integrale sito per sito; d) ricognizione e schedatura a fini conservativi del patrimonio d’arte rupestre, secondo le modalità indicate nella Parte terza (10.1 - Piano di intervento per l’adeguamento e la valorizzazione dei Parchi d’Arte Rupestre; 10.4 - Piano di intervento per il rilevamento, la documentazione e la valorizzazione degli altri siti d’arte rupestre della Valle Camonica non compresi nei Parchi d’Arte Rupestre); e) inoltre, al fine di rendere omogenea la documentazione e catalogazione del patrimonio per una condivisione e messa in rete dei dati, si dovrà anche procedere, con un Piano concordato tra Soprintendenza competente e Regione Lombardia-SIRBeC, all’implementazione nel C.I.M.A.R., con la schedatura preliminare IRWeb, di tutto il pregresso, operazione questa da effettuare in collaborazione con gli Istituti e gli studiosi che hanno svolto indagini specifiche e documentate nei vari siti, a seguito di autorizzazione della competente Soprintendenza; 2) inquadrare i siti archeologici e d’arte rupestre nel contesto territoriale più ampio, attraverso lo studio e la ricostruzione paleoambientale, elaborata 3) 4) 5) 6) 7) sulla base dei dati paleobotanici emersi dagli scavi recenti, integrati da specifiche ricerche negli “archivi naturali” (depositi lacustri e torbiere), da effettuare con apposito progetto (del CNR, descritto infra: 14.1); potenziare lo studio dei contesti archeologici, sia quelli in stretta relazione con le rocce con incisioni sia quelli esterni ai siti d’arte rupestre, ma comunque ad essa connessi, sempre perseguendo una rigorosa metodologia di ricerca e indagine stratigrafica d’alto dettaglio (che sta dando importanti risultati anche su contesti archeologici di estrema labilità e complessa interpretazione, come i santuari megalitici in corso di scavo nel Comune di Ossimo ed a Capo di Ponte, in località Cemmo); completare con il GIS la mappatura dei siti d’arte rupestre e archeologici, per cogliere le relazioni territoriali, topografiche e funzionali e trarne utili indicazioni in termini di conoscenza predittiva e di tutela preventiva del territorio vallivo; riflettere sulla storia delle ricerche finora svolte attraverso un secolo per individuare le linee di sviluppo di quelle future, che dovranno tendere ad una maggiore articolazione dello studio su più fronti multidisciplinari, con la collaborazione di specialisti di varie discipline (storia, storia delle religioni, antropologia, estetica, arte, tradizioni e folklore, vari settori dell’archeologia, epigrafia, etc). Come primo atto, nel 2005, a cura della Soprintendenza è stata raccolta la bibliografia completa dei contributi sull’arte rupestre camuna, con oltre 1200 titoli (All. 32): Bibliografia sull’arte rupestre e sui contesti e ritrovamenti preistorici e protostorici della Valle Camonica, a cura di A. MARRETTA e R. POGGIANI KELLER, “Quaderni del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri”, Capo di Ponte, 1, 2005 (Fig. 174). avviare, di conseguenza, la ricognizione, la documentazione e lo studio degli archivi storici presenti sul territorio e presso Università e Istituti scientifici italiani; avviare un Piano scientifico di documentazione e studio della cultura intangibile, che al pari dei contesti archeologici può aiutare a capire il significato delle espressioni d’arte rupestre. Naturalmente lo studio e la documentazione dell’arte rupestre comprendono anche tutti i contributi, in corso di elaborazione da par223 Fig. 174. A. MARRETTA e R. POGGIANI KELLER, a cura di, Bibliografia sull’arte rupestre e sui contesti e ritrovamenti preistorici e protostorici della Valle Camonica, “Quaderni del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri”, Capo di Ponte, 1, 2005. te dei vari gruppi di ricerca, su temi monografici (l’arte schematica, le case, le arature, gli oranti, le impronte di piedi, le iscrizioni, etc.), che non si ritiene di dovere considerare nell’ambito di questa programmazione perché coinvolgono l’individualità della ricerca. 14.1 Progetto di studio paleoambientale Uno studio complessivo sul contesto territoriale in cui si sviluppa il fenomeno dell’arte rupestre, che affonda le sue radici nel Paleolitico, secondo la determinazione cronologica indica- ta da E. Anati nei suoi studi, non può prescindere dalla ricostruzione paleoambientale. I dati emersi dagli scavi recenti offrono per questo numerosi dati paleobotanici che, integrati dai dati raccolti negli “archivi naturali” (depositi lacustri e torbiere), consentono di ricostruire la vegetazione e le sue trasformazioni causate da variazioni climatiche e da azioni antropiche. La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, che ha già acquisito molti dati dagli studi paleobotanici fatti eseguire sui depositi pre-protostorici scavati dal 1980, ha chiesto al Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali (IDPA)19, Sezione di Milano di elaborare un progetto pluriennale sullo studio dell’evoluzione dell’ambiente nella Media Valle Camonica. Il progetto, che si presenta qui in forma definitiva, è denominato “La storia dell’ambiente della Media Valle Camonica e l’impatto delle popolazioni umane dopo l’ultima deglaciazione” ed è stato messo a punto da Cesare Ravazzi20 e si svilupperà nell’arco di cinque anni (2006-2010). Lo studio opera su una selezione di archivi naturali opportunamente scelti nell’area di indagine, nel caso specifico la Media Valle Camonica. Sulle successioni sedimentarie di laghetti, torbiere, pozze e zone umide, si avvia una ricerca stratigrafica dettagliata, che comprende: 1) carotaggio del deposito, fino alla sua base, con prelievo di carote di 5-10 cm di diametro; 2) studio palinologico, cioè studio del polline fossile intrappolato nei sedimenti. Questa analisi rivela la composizione dei boschi, la presenza di pascoli, la quantità di bovini e ovini anche in tempi preistorici e/o storici, ma per i quali non esiste documentazione scritta, nonché le altre attività dell’uomo (incendio, colture di cereali, costruzione di strade, etc.) 3) studio macrobotanico, cioè analisi di semi, frutti, legni e foglie ammassati nei laghi e nelle torbiere, sia per cause naturali (es. alluvio- 19 Il CNR è l’ente preposto alla ricerca in Italia e svolge attività in tutti i settori, dalla medicina alla fisica alla geologia (www.cnr.it). L’IDPA - Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali è composto da 28 ricercatori esperti nei settori della Geologia (evoluzione delle Alpi; georisorse: geotermia, acque sotterranee e superficiali; sismicità della Terra, pietre ornamentali, dissesto idrogeologico, frane, alluvioni), delle Scienze Naturali (botanica, ecologia vegetale, studio degli ambienti del passato applicati all’archeologia e alla storia dell’uomo e del territorio), del Clima e delle sue variazioni, della Chimica Ambientale, dell’informatica applicata alle Scienze. Coaudiuvati da 3 tecnici e da 4 amministratori, i ricercatori dell’IDPA operano sia a livello internazionale che territoriale. 20 Ricercatore del CNR–IDPA, Sezione di Milano, Sede di Dalmine; docente di Palinologia presso l’Università di Milano; docente di Geologia del Quaternario presso l’Università Milano Bicocca. 224 ni) sia in relazione al taglio dei boschi, all’incendio, alla pulizia di strame dai prati, all’eliminazione di acque reflue dalle stalle, etc. 4) studio specifico sui carboni (“studio antracologico”), ove si ritrovino focolari preistorici; 5) studio dei parassiti (“indagine paleoparassitologica”) dei sedimenti e dei coproliti (escrementi fossili) rinvenuti, che permette di scoprire quali animali frequentavano pozze, laghetti e torbiere e il loro stato di salute. Le indagini sopra elencate saranno corredate da datazioni radiocarboniche. Obiettivo e motivazione del progetto, studi precedenti e in corso In Valle Camonica sono presenti, lungo il fondovalle, tra Breno ed Edolo, e nelle aree di passo, numerose torbiere e depositi di antichi laghi esistiti a partire dall’ultima deglaciazione, avvenuta circa 16.000-17.000 anni fa. Vi sono quindi buone potenzialità di docuNome della torbiera/lago mentare le diverse fasi della storia dell’ambiente, con particolare riguardo all’impatto e alle attività delle popolazioni camune, a partire dal Paleolitico Superiore, attraverso il Mesolitico e il Neolitico, fino all’età dei metalli e ai nostri giorni. Si potrebbero approfondire la storia dei boschi, la diffusione dei pascoli, la domesticazione delle piante, l’estensione e la localizzazione delle colture, l’azione degli incendi e delle attività minerarie sulla vegetazione. Questi studi, iniziati in Valle Camonica in via pionieristica da A. Horowitz negli anni ’60 (HOROWITZ A. 1975, Holocene pollen diagrams and paleoenvironments of Valle Camonica, Northern Italy, “BCCSP”, 12, Capo di Ponte, Edizioni del Centro, pp. 29-34) non sono ancora stati adeguatamente approfonditi e soprattutto non è stato esaminato in modo specifico un archivio naturale situato in prossimità delle aree frequentate dalle popolazioni camune21. Di seguito vengono proposti alcuni di questi siti e i principali motivi di interesse archeobotanico: Obiettivi salienti documentabili tramite uno studio stratigrafico-archeobotanico Studi esistenti22 Torbiera presso Lago Nero di Passo Gavia (Comune di Ponte di Legno) L’optimum climatico olocenico in alta quota e l’origine dei pascoli e degli alpeggi PhD Amelia Aceti, in corso (vedi ACETI et al., 2004) Torbiere del Passo del Tonale (Comune di Ponte di Legno) Origine ed evoluzione degli alpeggi HOROWITZ (1963); GEHRIG (1997), entrambi a bassa risoluzione Torbiera di Malga Saline presso il Mortirolo Origine ed evoluzione degli alpeggi GEHRIG (1997), a bassa risoluzione 21 L’Università di Zurigo ha svolto una tesi di dottorato (GEHRIG R. 1997, Pollenanalytische unter suchungen zur vegetations – und klimageschichte des Val Camonica (Norditalien), Dissertationes Botanical, Band 276, Berlin-Stuttgart) che comprende uno studio a bassa risoluzione di alcune torbiere importanti della Valle Camonica. Inoltre S. Frattini (FRATTINI S., 1997, Torbiere ed altre zone umide nel Parco dell’Adamello e nelle Orobie bresciane, Milano) ha svolto un censimento delle torbiere e di altre zone umide presenti nel Parco dell’Adamello e nelle Orobie Bresciane, evidenziando aree di notevole interesse per la ricerca paleoambientale. Alcuni di questi siti sono adatti per uno studio più approfondito ad alta risoluzione degli intervalli di maggiore importanza per la frequentazione antropica. Il CNR–IDPA in collaborazione con l’Institute of Plant Sciences dell’Università di Berna ha condotto recentemente uno studio della torbiera di Pian di Gembro (PINI R. 2002, A high-resolution Late Glacial-Holocene pollen diagram from Pian di Gembro (Central Alps, Northern Italy) – Vegetation History and Archaeobotany, 11, pp. 251-262), che può offrire una significativa base di dati per il territorio dell’Alta Valle Camonica. Inoltre un dottorato di ricerca CNR-Università di Milano Bicocca è attualmente in corso sulle torbiere di alta quota del passo Gavia (estremo settentrionale del territorio camuno). 22 Oltre alla bibliografia alla nota precedente: ACETI A., PINI R., RAVAZZI C., TANZI G. 2004, Early Holocene vegetation and climate change at high altitude in the central Italian Alps, XI International Palinological Congress, Granada (Spain), 4-9 luglio 2004. Riassunti, p. 492; ACETI A., PINI R., RAVAZZI C., TANZI G. 2004, Environmental change during the Holocene. Study of high altitude peat-bogs in the italian central Alps, 32° International Geological Congress, Firenze, 20-28 agosto 2004. Scientific session 254, abstract (part 2), p. 1145. 225 Nome della torbiera/lago Obiettivi salienti documentabili tramite uno studio stratigrafico-archeobotanico Studi esistenti22 Torbiera di Pian di Gembro (Comune di Aprica) Storia della vegetazione e del clima nell’Alta Valle dalla deglaciazione all’attuale Studio svolto dal CNR IDPA (PINI, 2002) Torbiera di Palù di Sonico I (Comune di Sonico) Storia dell’ambiente lungo il fondovalle della Media Valle Camonica tra il Paleolitico superiore e il Mesolitico GEHRIG (1997), solo tardiglaciale Torbiere di Palù di Sonico II-III, e torbiere Regore (Comune di Sonico) Storia dell’ambiente e delle attività agricole e pastorali lungo il fondovalle della Media Valle Camonica dal Neolitico all’età Romana Nessuno (vedi FRATTINI, 1997) Torbiera Caret del Pra del Cucù (presso Loritto, Comune di Malonno) L’ambiente montano della Media Valle Camonica tra il Paleolitico Superiore e l’attuale, con particolare riguardo a colture e pascoli di media montagna Nessuno (vedi FRATTINI, 1997) Torbiera di Mezzo Clevo (Comune di Cedegolo) L’ambiente montano della Media Valle Camonica tra il Paleolitico Superiore e l’attuale, con particolare riguardo a colture e pascoli di media montagna Nessuno (vedi FRATTINI, 1997) Torbiera La Goia (presso Berzo) L’ambiente montano della Media Valle Camonica tra il Paleolitico Superiore e l’attuale, con particolare riguardo a colture e pascoli di media montagna Nessuno (vedi FRATTINI, 1997) Torbiera Goi de Pagasà (Comune di Malonno) Origine ed evoluzione degli alpeggi. Impatto sul limite degli alberi Nessuno (vedi FRATTINI, 1997) La ricerca è orientata allo studio degli archivi naturali più importanti situati lungo l’asse della valle, in un’area interessata da vari gruppi di incisioni rupestri. Inoltre si ritiene indispensabile approfondire la ricerca di altri siti utili a documentare l’evoluzione del fondovalle, con particolare riguardo alla regione di Cividate Camuno - Breno - Capo di Ponte. – – Prospetto delle attività previste: – prospezione con carotieri a doccia e scelta dei luoghi più appropriati dove eseguire le perforazioni (attività svolta interamente con le attrezzature disponibili presso il CNR-IDPA); – perforazione a carotiere russo (4 o più carote parallele), attività svolta interamente con le attrezzature disponibili presso il 226 – – CNR-IDPA. Ove ritenuto opportuno, potranno essere eseguiti carotaggi a percussione, tramite accordo con l’Institute of Plant Sciences dell’Università di Berna, che da anni collabora con il CNR-IDPA nella ricostruzione dell’evoluzione ambientale delle Alpi e della Pianura Padana; datazioni C14 su macroresti selezionati tramite setacciatura; conferimento di un assegno di ricerca annuale rinnovabile con concorso pubblico presso il CNR-IDPA, per lo studio pollinico e dei macroresti vegetali contenuti nelle carote; elaborazione informatica tramite l’integrazione con i dati archeologici (CNR-IDPA e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia); presentazione dei risultati sotto forma di: relazione finale, grafici, tabelle, ricostruzioni del paleoambiente della Valle per fine- stre temporali scelte a rappresentare gli intervalli in cui si sono verificate le maggiori trasformazioni climatiche e ad opera delle popolazioni insediate nella Valle; – organizzazione di un convegno in occasione della pubblicazione dei risultati. Prodotti del progetto Al termine di ogni anno di attività saranno predisposti rapporti di avanzamento che illustreranno lo stato delle ricerche. Al termine del ciclo di attività saranno realizzati i seguenti prodotti: a. Scientifici (rapporti finali e pubblicazioni scientifiche) – sarà prodotto un rapporto finale CNR che conterrà la storia del territorio, del paesaggio vegetale e delle attività umane, a partire dai momenti più antichi, che sarà possibile documentare in base ai depositi studiati. Si ritiene che, per la Media Valle Camonica, potrà essere realizzata una ricostruzione estesa agli ultimi 14.500 anni (dal Paleolitico Superiore ad oggi). Il rapporto finale consisterà in un elaborato scritto corredato da grafici, tabelle, documentazione fotografica, prodotto sia in versione cartacea sia digitale; – per alcune finestre temporali di speciale rilevanza saranno prodotte carte paleoambientali della Media Valle che illustreranno la distribuzione ricostruita e la composizione della vegetazione naturale, delle aree colturali, dei pascoli e delle aree umide, nonché degli elementi geomorfologici e geologici (estensione stimata dei ghiacciai, del lago d’Iseo, dell’alveo del fiume Oglio; principali aree di attività dei versanti); – saranno realizzate pubblicazioni scientifiche rivolte a garantire la massima diffusione internazionale. b. Reperti fossili – i reperti di fossili vegetali rinvenuti durante le indagini saranno resi disponibili per la musealizzazione nelle sedi indicate dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. c. Culturali-divulgativi – si indicano qui di seguito le principali forme di divulgazione culturale che possono essere realizzate al termine del triennio di attività, secondo le modalità concordate con gli Enti locali: • pubblicazioni divulgative in formato cartaceo (libri, pieghevoli); • pubblicazioni Internet (files pdf o realizzazione di sito web); • itinerari sul territorio, realizzazione di cartellonistica; • conferenze, incontri con la popolazione; • mostra/e itinerante/i; • musealizzazione. Competenze da utilizzare e collaborazioni Le competenze riguardanti geomorfologia, stratigrafia e cronologia, palinologia e paleobotanica, analisi paleoecologica, pedologia sono disponibili presso l’Istituto proponente, il CNR-IDPA, sede di Dalmine. La Comunità Montana e gli altri Enti locali sono competenti per la cartografia del territorio, nonché per le disposizioni amministrative, la legislazione riguardante la valorizzazione del territorio, etc. In particolare si ritiene opportuno che la fase di realizzazione di iniziative di ricaduta socioculturale (pubblicazioni, pieghevoli, cartelli segnalatori e itinerari sul territorio, musealizzazione) si svolga in collaborazione con gli Enti locali (Comunità Montana di Valle Camonica, Parco Regionale dell’Adamello; i Comuni interessati in modo specifico dall’iniziativa; ERSAF; Regione Lombardia; Provincia di Brescia). Collaborazioni Scientifiche previste con Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia; Dipartimento di Scienze della Terra, Università Statale degli Studi di Milano; Dipartimento di Scienze Geologiche e Geotecnologiche, Università degli Studi di Milano Bicocca; Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio, Università degli Studi di Milano Bicocca; Institute of Plant Sciences, Università di Berna; Laboratorio di Archeobiologia, Museo Civico Archeologico di Como - Sezione di Botanica; Museo Civico di Scienze Naturali, Brescia; Regione Lombardia, Servizio Geologico. 227 Previsione di finanziamento del progetto quinquennale Settore di indagine Voci dettagliate Finanziamento richiesto Finanziamento Note agli enti CNR sostenitori Personale CNR a tempo intederminato (tempo dedicato e missioni) € 10.000,00 Unità di personale a tempo € 50.000,00 determinato (laureati che saranno assunti tramite un assegno di ricerca distribuito su un quinquennio e che svolgeranno le analisi al microscopio) Prospezione, carotaggio Attrezzatura Analisi pollinica Materiali e reagenti Datazioni 25 datazioni radiometriche La formula dell’assegno di ricerca consente di evitare la tassazione della borsa. Le somme possono essere erogate sotto forma di contributo e non sono gravate da IVA. La fruizione di un assegno di ricerca presso il CNR dà luogo ad un titolo. L’importo totale comprende la gestione amministrativa del borsista. € 3.000,00 € 700,00 € 500,00 Le datazioni radiometriche forniscono l’età dei reperti con precisione di 10-40 anni e quindi sono necessarie per realizzare la ricostruzione cronologica dei siti studiati. Si svolgono presso laboratori specializzati in Svezia o in USA. € 8.500,00 Ricostruzione ambientale Elaborazione informatica € 2.500,00 tramite l’integrazione con i dati archeologici € 2.500,00 Organizzazion e convegni presentazione risultati Personale CNR (in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) € 4.000,00 TOTALI € 61.700,00 € 20.000,00 Restano esclusi dalla stima elencata l’edizione di testi scientifici e di materiale divulgativo, a stampa e multimediale, e le iniziative di promozione ed esposizione (mostre, allestimenti di siti all’aperto, di musei e di percorsi). 228 14.2 Piano della ricerca sull’arte rupestre La disamina su quanto finora concluso23 nel campo degli studi sull’arte rupestre della Valle Camonica, presentata nella tabella dell’All. 28 (in Appendice), mostra con sufficiente chiarezza lo stato di fatto della ricerca e le modalità di intervento che hanno caratterizzato i progetti di studio: ricerche nei singoli siti raramente esaustive di tutto il complesso delle rocce presenti; ricerche reiterate negli stessi siti da più gruppi di studio, anche a distanza di pochi anni con inutile sovrapposizione; siti segnalati da anni o decenni ma privi di qualsiasi documentazione; interi complessi catalogati da tempo e mai pubblicati. Questi sono i principali problemi cui si dovrà porre rimedio, con la collaborazione unanime di tutte le équipes operanti sul territorio, per raggiungere il primo degli obiettivi posti in premessa al Piano della Ricerca scientifica e Tecnologica: dare sistematicità alla ricerca ed agli studi, con documentazione totale dei siti d’arte rupestre, secondo un Piano articolato e scandito per tappe, al fine di esaurire almeno la fase 1.a e 1.b, cioè la catalogazione delle rocce, sito per sito, per dare corso, contestualmente e di seguito, alla fase 1.c dell’edizione. Come risulta infatti dall’Elenco dei siti con arte rupestre, che costituisce premessa e parte integrante del presente Piano, ad oggi si conoscono 182 siti d’arte rupestre, ulteriormente suddivisibili in: – n. 15 località di ritrovamento di stele e massi incisi calcolitici (ad oggi oltre 80 monumenti o frammenti di monumenti); di esse almeno 11 sono da considerare siti di culto e cerimoniali24, mentre le altre 4 come località secondarie di ritrovamento di monumenti o parti di monumenti in giacitura dislocata in quanto riutilizzati25 (Fig. 37); – n. 167 sono i siti con rocce incise (in numero variante da una a oltre 100 rocce). Tralasciando di considerare i siti di culto e cerimoniali calcolitici con stele e massi (15), già tutti studiati ed editi o in corso di scavo e, via via, in corso di edizione in questi anni, dei restanti 167 siti d’arte rupestre indicati nell’Elenco, risultano documentati con schedatura preliminare 58 siti, con schedatura totale n. 51 e non studiati 58. A ciò si deve aggiungere che le modalità di schedatura finora usate sono diverse per scheda, metodo di documentazione e accessibilità dei dati (si veda Parte Seconda, 6.4 Stato di conservazione del patrimonio). Da questo calcolo ragionieristico, ma necessario, risulta schedato in via preliminare circa il 35% dei siti con rocce incise, in modo completo solo circa il 30%. Di queste, solo un numero esiguo sono state oggetto di pubblicazione esaustiva. In proposito si segnalano, come esemplari per il modo sistematico di documentazione ed edizione, i lavori su Luine (ANATI 1982 d), Sellero (SANSONI 1987 b), Piancogno (PRIULI 1993), Pià d’Ort (SANSONI, GAVALDO 1995 b), Sonico (PRIULI 1999), Pisogne e Piancamuno (SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001), Grevo (SOLANO, MARRETTA 2004) e Foppe di Nadro (MARRETTA 2005). In considerazione di quanto sopra, si rendono necessarie le seguenti azioni, oggetto di un Piano condiviso di studio ed edizione che la Commissione per la Ricerca Scientifica provvederà quanto prima ad elaborare: 1 - dare conclusione ai lavori di ricognizione avviati, con il completamento, in via prioritaria della documentazione e catalogazione dei siti soggetti a schedatura preliminare o integrale, ma non ancora completata, secondo un programma pluriennale, che entro giugno 2006 dovrà essere elaborato in collaborazione con i vari gruppi di lavoro. Per la schedatura delle rocce con incisioni sarà adottato il programma di archiviazione informatizzata IRWeb (sia nella forma preliminare sia nella forma completa), in modo da costituire nel tempo il Catalogo Informatizzato per il Monitoraggio dell’Arte Rupestre (C.I.M.A.R.). Per le modalità di documentazione (inquadramento e rilevamento topo- 23 La disamina si riferisce esclusivamente agli studi effettuati negli ultimi quaranta anni, cioè da quando si sono condotte campagne di rilevamento e ricerca organizzate nei vari siti d’arte rupestre. 24 Sono i siti di Borno-Dos Averta/Valzel de Undine; Capo di Ponte-Cemmo; Malegno-Ceresolo/Bagnolo; OssimoAsinino/Anvòia; Ossimo Inferiore; Ossimo-Passagròp; Ossimo-Pat; Piancogno-Dassine; Cedegolo-Campolongo; Darfo Boario Terme-Corni Freschi; Ceto-Foppe di Nadro. 25 Sono le località di Borno-centro urbano Via S. Fermo; Borno-Lazzaretto; Ossimo Superiore - Via S. Carlo; Lozio. 229 grafico della roccia, ripresa fotografica digitale, rilievo) e di catalogazione IRWeb (scheda preliminare, scheda completa) e la sequenza ed i modi di esecuzione delle operazioni da svolgere, si rimanda a quanto descritto nel Piano degli interventi sulle strutture, 1.3 e 4.1-2, nel Piano degli interventi di manutenzione e restauro e nel “Manuale delle Buone Pratiche” (All. 27). La messa in rete della documentazione e dei dati della catalogazione favorirà il proficuo confronto tra studiosi e l’aggiornamento degli studi; 2 - provvedere all’edizione dei siti studiati. Al fine di programmare il Piano delle edizioni e quantificarne tempi, consistenza ed attori, la Commissione per la Ricerca Scientifica redigerà un “Piano pluriennale delle edizioni dei siti d’arte rupestre della Valle Camonica”, cui dare corso nel prossimo decennio; 3 - condurre la ricognizione e la schedatura integrale dei siti d’arte rupestre non ancora indagati. Anche per questa azione sarà cura della Commissione per la Ricerca Scientifica, entro il 2006, indicare un Piano di massima con i siti, gli Istituti di ricerca ed i tempi previsti, con particolare attenzione alla scelta, in via prioritaria, dei siti prossimi ad aree di urbanizzazione o passibili di trasformazione o in stato di conservazione precaria. Per i siti che non siano stati oggetto in precedenza di schedatura, si utilizzerà il programma di archiviazione informatizzata IRWeb, in modo da costituire nel tempo un Catalogo condiviso Informatizzato per il Monitoraggio dell’Arte Rupestre (C.I.M.A.R.) a fini conservativi, come previsto nel Piano di intervento sulle strutture (Parte Terza). In generale si richiama la necessità di procedere in modo sistematico ed uniforme negli interventi di studio, documentazione e valorizzazione dell’arte rupestre, secondo la sequenza di operazioni già delineata nel “Piano di adeguamento delle strutture” (Parte Terza) e qui di nuovo richiamata: – rilevamento topografico – documentazione e schedatura – studio – edizione – e, contestualmente, adeguati interventi di conservazione e valorizzazione. Per il rilevamento topografico ci si ade230 guerà al GIS realizzato dalla competente Soprintendenza per i siti d’arte rupestre e archeologici della Valle Camonica e per la georeferenziazione delle singole rocce al modello elaborato dal Centro Camuno di Studi Preistorici, secondo le modalità concordate con la Soprintendenza e richiamate nel Manuale delle Buone Pratiche (All. 27). Si è più volte sottolineata la necessità di contestualizzare il fenomeno dell’arte rupestre per comprenderne meglio il significato e le connessioni con le vicende storiche della Valle: a tal fine si suggeriscono alcune linee di indagine nel seguente Piano di ricerca sui contesti archeologici preistorici e protostorici della Valle Camonica. Si ritiene tuttavia di sottolineare l’importanza, per il futuro, di avviare studi sugli aspetti meno noti del fenomeno arte rupestre d’età storica che non declina né si esaurisce con la romanizzazione della Valle e neppure con la diffusione del Cristianesimo, ma conserva nel tempo, anche in secoli vicini alla nostra epoca, la sua importanza, segnando e accompagnando le vicende storico-politiche, religiose, devozionali e umane, anche recenti, della Valle (SANSONI 1997 c). Da questa constatazione emerge l’opportunità di studiare le testimonianze d’arte rupestre in senso diacronico, potenziando la ricerca anche sui complessi finora considerati marginali e di scarso interesse perché di età recente (si pensi a siti come Sorline di Angolo, Campanine di Cimbergo, Monticolo di Darfo Boario Terme e altri, di particolare interesse anche per lo studio della “cultura intangibile”). 14.3 Piano di ricerca sui contesti archeologici preistorici e protostorici La Valle Camonica preistorica e protostorica è conosciuta ed è stata studiata prevalentemente per l’estesa e consistente presenza di manifestazioni d’arte rupestre a volte correlate in un medesimo contesto o prossime a siti d’abitato plurisecolari (si pensi, ad esempio, a Luine di Darfo Boario Terme, a Seradina e Dos dell’Arca di Capo di Ponte). Ne deriva che un serio lavoro di ricerca e di approfondimento del quadro storico generale presuppone una attenzione nuova ai contesti archeolo- gici coevi all’arte rupestre, non solo a quelli di età preistorica e protostorica, ma anche a quelli delle epoche successive, quando il fenomeno appare meno facilmente individuabile e databile, ma non scompare. Va sottolineato infatti che l’opera di tutela del Sito UNESCO n. 94 si basa sulla conoscenza sempre più approfondita del territorio, offerta dalle indagini archeologiche sui contesti: una più estesa e puntuale attenzione a tutti gli aspetti archeologici consente infatti di programmare le future ricerche di approfondimento e di salvaguardia e di indirizzare i progetti di valorizzazione del sito, sì da offrire un quadro sempre più articolato ed esauriente del patrimonio archeologico complessivo (aree d’arte rupestre, santuari megalitici, luoghi di culto d’altura, abitati, necropoli, siti della transumanza, luoghi del lavoro e delle attività, aree di sfruttamento minerario etc.). Alcuni di questi siti sono stati oggetto di studi di sintesi e di resoconti di scavo, soprattutto in anni recenti (per tutti, ANCEL et alii 2000; DE MARINIS 1982 d, 1984, 1989 b; BIAGI 1989 a, 1997; FEDELE 1988 a-b, 1990 f, 2003; FERRARI, PESSINA 1997 a-b; POGGIANI KELLER 1999 a-c, 2000 a, 2003, 2004 b-e; POGGIANI KELLER, DE VANNA 2001). Con il potenziamento da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, della ricerca archeologica sui contesti, il quadro di conoscenza si è notevolmente arricchito (vedi Parte prima, 1.2. Identità storica). La realizzazione del nuovo Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica, il cui allestimento si intende concludere nel 2008, comporta nel triennio 2005-2006 il completamento dello studio dei complessi finora scoperti, anche di quelli scavati ormai oltre trenta anni orsono e pubblicati solo parzialmente, come Dos dell’Arca (ANATI 1982 c, passim) e Luine di Darfo Boario Terme (ANATI 1982 d; DE MARINIS 1989 b). Per quanto riguarda gli insediamenti si osserva la presenza di abitati di lunga durata posti in posizione strategica per il controllo delle vie di transito e delle risorse. Questi vennero fondati in aree prima non occupate in un periodo compreso tra tardo Neolitico e prima età del Rame, tra la prima e la seconda metà del IV millennio a.C., caratterizzato da aspetti della Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata e dalla Cultura di Lagozza (segnato dalla comparsa della ceramica a stampiglia tipo Breno), e rimasero nel medesimo sito fino alla fine dell’età del Ferro, mostrando una notevole stabilità. Agli abitati di lunga durata si affiancano abitati di limitata durata, tutti della media e seconda età del Ferro, per ora individuati soprattutto nell’Alta Valle. La dislocazione topografica degli insediamenti mostra una certa variabilità, pur prevalendo gli abitati su altura. Dell’organizzazione e della struttura dei medesimi si può dire ben poco: mentre per l’età del Bronzo non si hanno per ora indicazioni sulla tipologia delle strutture abitative, in mancanza di specifiche indagini sui contesti, per l’età del Ferro si sono rilevate case singole ad unico vano infossato, con struttura perimetrale in pietra e alzato in legno. Il modello della casa infossata ad unico vano, la cosiddetta “casa alpina”, perdura anche in fase di avanzata romanizzazione (I sec. a.C.), come si è osservato nella casa camuna di Pescarzo (Figg. 11, n. 11; 62-65), destinata a breve ad essere valorizzata e aperta al pubblico. Spesso nell’ambito degli abitati si sono rinvenute tracce di attività metallurgica: la frequenza di attività fusorie nei contesti insediativi induce a considerarla una delle attività precipue in Valle, in ragione delle risorse esistenti, e può spiegare anche l’ubicazione in zone per nulla acclivi di alcuni insediamenti (ad ed., Temù-Desèrt). Uno studio della dislocazione delle risorse minerarie e dei percorsi storici, date le evidenze note, costituisce certamente una pista per lo studio del popolamento protostorico. Indicativo in tal senso appare il ritrovamento di tracce di sfruttamento minerario di filoni di rame intorno al IX/VIII sec. a.C., individuate a Bienno-Campolongo (Fig. 11, n. 26) e la scoperta di un villaggio minerario ad oltre 2000 metri di altezza s.l.m. a Cevo, associato anche a manifestazioni d’arte rupestre (massi con coppelle) e iscrizioni camune (Figg. 22-24, 61). Se conosciamo poco degli abitati, ancor meno ci è noto delle necropoli (le sepolture eneolitiche sotto riparo a Foppe di Nadro; la necropoli ad inumazione di Breno-Val Morina, datata al V-IV sec. a.C.), che rimangono tra gli aspetti archeologici meno noti della Valle Camonica. 231 Va sottolineata l’importanza di completare lo studio dei pochi resti antropologici finora scoperti e riferibili al complesso eneolitico di Foppe di Nadro, pertinente ad un periodo di grandi trasformazioni e segnato dal movimento, anche su lunghe distanze, di gruppi umani. • Capo di Ponte, Le Sante • Capo di Ponte, Dos dell’Arca; • Capo di Ponte, Seradina (recupero e studio dei reperti dei sondaggi CCSP) • Darfo Boario Terme, Luine; • Malegno, Via Cavour. I luoghi di culto e cerimoniali. La fondazione, nel IV millennio a.C., di abitati duraturi che controllano punti nodali dello sviluppo vallivo, genera nel corso di pochi secoli il costituirsi, anche in aree più interne, di complessi monumentali di natura cultuale-cerimoniale di grande rilievo (Fig. 37). Sono i santuari megalitici connotati da allineamenti di stele e massi istoriati, eretti nell’età del Rame e talora rimasti in uso fino ad età storica, come stanno mostrando gli scavi della Soprintendenza a Ossimo- Località Passagròp e Località Pat e a Cemmo di Capo di Ponte (Fig. 11, rispettivamente i nn. 31, 15 e 16), dove vanno emergendo importanti testimonianze di rituali e aspetti cerimoniali. 3 - analisi specialistiche su classi di materiali emerse nei recenti scavi e particolarmente significative per la conoscenza degli aspetti antropologici della popolazione camuna e di alcune delle principali attività economiche: • studio dei resti antropologici del riparo di Foppe di Nadro e di Malegno (2005); • analisi metallografiche dei complessi di fonderia e delle scorie provenienti dagli insediamenti di Lovere (dall’età del Rame al Bronzo Finale), di Malegno (età del Rame, Bronzo Antico, media età del Ferro), dalla fossa di fusione dell’abitato di VI-V secolo a.C. di Temù-Desèrt, dai santuari megalitici di Ossimo-Passagròp e Pat, Capo di Ponte-Cemmo (età del Rame) (2004-2006). • ricerche finalizzate all’individuazione e campionatura di filoni metalliferi sfruttati nell’antichità (2006-2008); • analisi dei resti antracologici e paleobotanici provenienti dai contesti cultuali di Ossimo e Cemmo, testimonianze di eccezionali pratiche di culto (focolari votivi), nell’ambito dei santuari preistorici (2004-2006). Il Piano di ricerca sui contesti preistorici e protostorici camuni comprende i seguenti interventi, già avviati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici, a volte in collaborazione con gli Enti territoriali, nel triennio 20052007: 1 - aggiornamento della carta archeologica della Valle Camonica, comprendente: • la mappatura tramite GIS dei contesti archeologici, come anticipato nel Piano di intervento sulle strutture (Parte terza) (2005-2006); • nuove prospezioni per la documentazione di segnalazioni pregresse e l’individuazione di contesti nuovi (2006-2007), anche in riferimento ai percorsi storici, già oggetto di specifico progetto di ricerca (Parte terza, 10.5 Piano di intervento sulla rete dei percorsi storici); 4 - indagini archeologiche sui contesti pre-protostorici, secondo quanto indicato nel Piano Triennale 2005-2007 di Indagine e Valorizzazione della Valle Camonica, predisposto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, con finanziamento complessivo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali di € 227.000,00. 2 - schedatura e studio dei complessi archeologici destinati all’esposizione nell’ambito del Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica in Capo di Ponte. È previsto nel corso del prossimo triennio 2005-2007 lo studio dei seguenti complessi: • Temù/Desèrt (studio finanziato dal Comune di Temù al fine di pubblicare i risultati delle ricerche condotte nel 2001); In questo ambito si ravvisa l’importanza di approfondimenti e verifiche anche sui contesti d’arte rupestre, da effettuare con scavi stratigrafici specialistici d’alta definizione, al fine di chiarire funzioni e cronologia di alcuni siti (Ponte di Legno - Lago di Viso; Breno Mezzarro; ripari di Capo di Ponte - Piè; Ceto Foppe di Nadro; Cedegolo - Campolongo etc.). 232 14.4 Piano di studio sulla storia delle ricerche sull’arte rupestre. Analisi e studio degli Archivi storici. Riflettere sulla storia delle ricerche finora svolte sull’arte rupestre, attraverso un secolo (1909-2009), dovrebbe favorire il necessario rinnovamento dei metodi di ricerca, che dovranno tendere ad una maggiore articolazione dello studio su più fronti multidisciplinari, con l’apertura a specialisti di varie discipline. A tal fine, nell’ottobre 2005 la Soprintendenza ha organizzato, in collaborazione con il Comune di Capo di Ponte, per festeggiare i cinquant’anni di fondazione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, un Convegno sulla Storia delle ricerche sull’arte rupestre (Fig. 175; All. 11). Questa iniziativa costituisce l’occasione per avviare, a partire dal 2005, una serie di studi storici che comprenderanno la ricognizione, la documentazione e lo studio degli archivi storici presenti sul territorio e presso Università e Istituti scientifici italiani, da condursi in collaborazione con la competente Soprintendenza archivistica. Si individuano in via prioritaria i seguenti Archivi, segnalando quelli nei quali sono già avviati o conclusi lavori di ricognizione e studio: – Archivio G. Marro, Torino (ricognizione eseguita da T. Doro e G. Brunod: BRUNOD, DORO 1991); – Archivio P. Graziosi, Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Firenze (studio in corso di conclusione a cura della prof. A. Vigliardi, emerito dell’Università di Firenze); – Archivio G. Bonafini; – Archivio di A. Süss, Brescia; – Archivi Fratelli Maffessoli, Capo di Ponte (ricognizione e studio sono programmati a partire dal 2005, promossi dal Comune di Capo di Ponte nell’ambito delle iniziative sulla storia delle ricerche sull’arte rupestre per la celebrazione del Cinquantenario di fondazione del Parco Nazionale Incisioni Rupestri, 1955-2005: Fig. 177); – Archivio dell’Ateneo di Brescia; – Archivio del Museo di Scienze Naturali di Brescia; – Archivio Borgna, Pinerolo. Inoltre, sono da considerare Archivi storici anche: – Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, Milano. Esso comprende documenti (ATS - Archivio Topografico), rilievi e disegni (ADS - Archivio Disegni), fotografie (AFS - Archivio Fotografico) di oltre un secolo (dalla fine del XIX secolo ad oggi), cioè da quando lo Stato assunse la tutela dei beni archeologici. Nel 2004 è stata completata la ricognizione di tutto l’Archivio della Soprintendenza relativo alla Valle Camonica ed è stata completata l’informatizzazione dei dati iconografici. – Archivio del Centro Camuno di Studi Preistorici, Capo di Ponte, formatosi a partire dal 1964, con documentazione (soprattutto fotografie) anche degli anni Cinquanta. Il CCSP ha avviato nel 2005 il riordino e l’informatizzazione del proprio Archivio storico (progetto presentato nel 2005 alla Fondazione CARIPLO). È all’esame il riconoscimento come Archivio Storico da parte della Soprintendenza per i Beni Archivistici. 14.5 Progetto di documentazione del patrimonio intangibile La dimensione simbolica delle credenze e il profondissimo strato mitico e rituale da cui esse scaturiscono sono un tema sul quale storici e antropologi si sono soffermati: la trattazione che ne fa C. Ginsburg in Storia notturna. Una decifrazione del sabba, Torino 1989, è esemplare e illuminante. In Valle Camonica questo filone di studi teso alla documentazione del patrimonio di tradizioni, ancor oggi molto vivo, è stato perseguito negli anni anche dal Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici. Più recentemente, l’importanza e la ricchezza di informazioni desumibili attraverso uno studio della micro-geografia del territorio, che consideri contemporaneamente cultura tangibile ed intangibile, è emersa in maniera significativa nel corso dei progetti e delle esperienze condotte dal Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali di Gorzone (CRAAC). È stato infatti possibile analizzare specifici siti e incisioni rupestri di epoca storica alla luce delle credenze e della lettura popolare del territorio, integrando la documentazione storico-archivistica. Nel corso delle ricerche è stata poi documenta233 ta l’esistenza di devozioni, credenze e processioni, ancora non registrate dalla letteratura locale, ed è stata evidenziata la particolare importanza di queste nella definizione del territorio “agito”, dell’identità delle singole comunità, e dei beni storico-culturali in esso presenti. Ne deriva che è di fondamentale importanza un progetto di documentazione del Patrimonio intangibile in quanto esso è correlato con la conoscenza e la comprensione dell’arte rupestre. Il progetto si sviluppa nei seguenti punti (All. 12): 1 - la ricostruzione e la mappatura sistematica dei tracciati rogazionali e processionali dei paesi della Valle (elemento basilare per la ricostruzione della definizione del territorio degli ultimi secoli); 2 - la ricostruzione e la mappatura sistematica dei luoghi significativi dell’immaginario, in particolare santelle (cioè le edicole religiose, con particolare attenzione agli ex-voto), cappelle votive, “campi dei morti” e luoghi di accadimenti miracolosi o straordinari; 3 - la ricostruzione sistematica della toponomastica tradizionale, nella sua evoluzione storica, e dell’uso economico del territorio (boschi, coltivi e pascoli, terrazzamenti, miniere, carbonili, calchere – fosse per la produzione di calce – e mulini, vie di comunicazione, etc.); 4 - la raccolta sistematica di interviste di interesse etno-antropologico (archiviate in formato digitale), per documentare specifiche credenze, racconti (bote) e leggende, preghiere e filastrocche, pratiche di medicina popolare; 5 - il rilevamento sistematico delle incisioni e dei graffiti di epoca storica su roccia o su affresco e comparazione con la documentazione archivistica e orale; 6 - lo studio del patrimonio folklorico, raccolto in prospettiva storica ed in chiave interdisciplinare; 7 - la creazione di un archivio digitale e multimediale di accesso pubblico, liberamente fruibile da ricercatori e appassionati, al fine di favorire la circolazione e lo scambio delle informazioni. È auspicabile che gli Enti di riferimento del Piano di Gestione individuino una sede pubblica ove conservare la documentazione via via raccolta. 234 14.6 Editoria scientifica Esiste ed è ormai consolidata un’articolata editoria scientifica che fa capo alle Istituzioni scientifiche che operano in Valle: in particolare, il Centro Camuno di Studi Preistorici ed il Dipartimento pubblicano più collane editoriali (Rivista, Atti di Convegni, Monografie tematiche, Edizioni dei siti). La Soprintendenza per i Beni Archeologici, oltre al “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pubblica dal 2005 i “Quaderni del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri”. Non si può quindi che sottolineare l’importanza di continuare su questa linea, potenziando, come detto in premessa, l’edizione del moltissimo materiale inedito. Un Piano dell’editoria scientifica dovrebbe pertanto perseguire due finalità, una di immagine, l’altra di contenuti: 1 - studiare una veste grafica omogenea che permetta di identificare tutte le pubblicazioni scientifiche relative al sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, pur mantenendo all’interno dell’immagine comune la caratterizzazione specifica di ogni Istituzione/Museo/Parco, che disporranno di un proprio logo identificativo. Il progetto grafico per la linea editoriale scientifica (come per quella divulgativa di cui si dice nel Piano della formazione e diffusione, infra, pp. 261-262) può essere affidato al medesimo Studio incaricato di creare il logo del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, salvo progettazione mediante concorso; 2 - procedere in modo sistematico, con un Piano editoriale condiviso, all’edizione dell’inedito, la cui consistenza sarà rilevabile non appena verrà completata da parte della Commissione per la Ricerca Scientifica la relativa tabella. Tale elaborato potrà costituire la base del Piano di edizioni del patrimonio arte rupestre, cui è auspicabile e doveroso dar corso con cadenze regolari nel prossimo quinquennio (2005-2009). Agli studi di documentazione sistematica dei siti d’arte rupestre, la cui edizione rientra nelle esigenze prioritarie del presente Piano di Gestione per evidenti finalità di tutela del patrimonio, si affiancheranno gli studi tematici, per i quali pure si dispone fin da ora di una serie di titoli forniti dai gruppi di ricerca: Arature e ierogamie, Capanne, Impronte di piede, Figurazioni mitologiche, Arte schematica non figurativa. Per dare cadenza regolare alla pubblicazione dei complessi si propone che entro giugno 2006 venga predisposto il Piano pluriennale (2006-2009) delle edizioni, che si articolerà in Piani annuali, con priorità per l’edizione completa dei siti. 14.7 Piano dei Convegni e delle iniziative culturali Si è più volte rilevata la vivacità di iniziative connesse con l’arte rupestre da parte di Enti locali e Istituzioni (Mostre; Convegni; Incontri e cicli di conferenze). Per svolgere un’azione più incisiva e costruttiva per la conoscenza del patrimonio, la sua diffusione e il coinvolgimento della popolazione locale, si ritiene opportuno che: – le iniziative rientrino in un Piano condiviso e – si articolino in modo equilibrato nel corso dell’anno, con alcuni appuntamenti fissi che risultano già da tempo consolidati. Sarà compito del Soggetto responsabile del sito (ma in attesa della sua definizione il compito potrà essere assunto nell’ambito del Tavolo di Concertazione delle iniziative presso un Ente sovracomunale, come la Comunità Montana di Valle Camonica) definire un calendario pluriennale di massima, puntando su alcune iniziative forti che costituiscano appuntamenti reiterati e attesi. Partendo inoltre dalla constatazione della straordinaria durata del “fenomeno arte rupestre”, che lambisce la contemporaneità ed ha costituito sempre nel tempo una forma di espressione tradizionale in Valle, uno dei temi dei prossimi convegni potrebbe essere dedicato alla cronologia per poi passare, nei successivi appuntamenti, a trattare lo studio dell’arte rupestre di età medievale e di età storica moderna e delle sue connessioni con altre manifestazioni culturali, etnografiche, devozionali. Inoltre vanno potenziate le iniziative espressamente dedicate alla popolazione locale (conferenze, incontri, corsi di aggiornamento per chi opera nel settore), sia per tenerla informata e partecipe delle novità, dell’avanzamento delle ricerche e delle iniziative in corso, sia per tener vivo l’interesse nei confronti del Bene UNESCO e per conservare la coscienza del valore storico del patrimonio culturale della Valle. È auspicabile anche che si scardini il monotematismo delle iniziative nel sito d’arte rupestre, studiando alcune manifestazioni che, partendo dal grande e unico patrimonio d’arte rupestre della Valle e puntando sul particolare contesto di riferimento che fonde in modo inscindibile Storia e Natura, sviluppino il tema dell’arte contemporanea: esperienze come Arte e Natura, la Land art, il Paesaggismo, potrebbero trovare fervido terreno e ricche suggestioni per rinnovare il valore e il significato universale dell’arte rupestre camuna e attualizzare la tradizione, ininterrotta nei secoli, di incidere la pietra. Più pragmaticamente, iniziative di questo tipo potrebbero anche porsi come contributo per la correzione/mitigazione del degrado del fondovalle di cui si è detto nella Parte terza: progetti di architettura di paesaggio potrebbero infatti aiutare a ricreare, là ove perduto, il rapporto di continuità, fisica e concettuale, tra il fondovalle ed i versanti vallivi lungo i quali si sviluppano i siti d’arte rupestre. O, anche, si potrebbe affidare alla progettazione di un paesaggista la realizzazione di interventi per guidare il visitatore nei percorsi d’arte rupestre: un esempio significativo e assai interessante di questo tipo di progettazione, che riesce con interventi minimali a “ordinare il paesaggio”, sottolineandone le geometrie naturali e servendosene come filo conduttore, è costituito dal lavoro realizzato dai due architetti norvegesi J. O. Jensen & Børre Skodvin, per la creazione di aree di sosta attrezzate lungo gli itinerari turistici norvegesi (1995-1998; www.jsa.no). Anche per questo Piano, come per il precedente Piano dell’editoria, è opportuno elaborare Piani pluriennali delle iniziative, per una scelta equilibrata delle tematiche, una giusta evidenza delle manifestazioni ed una cadenza regolare nell’arco dell’anno. Si tratterà di Piani quadriennali/quinquennali in caso di iniziative di grande respiro, da organizzare con la collaborazione di Enti ed Istituti nazionali e internazionali, biennali per le altre manifestazioni. 235 Parte delle iniziative culturali rientrano anche nel Piano degli eventi e delle attività culturali (infra, pp. 265-266). 14.8 Piano del monitoraggio ambientale Come è stato sottolineato nella Parte seconda del presente Piano di Gestione, tra i fattori di rischio che possono mettere a repentaglio l’integrità e la conservazione del bene “Arte Rupestre” spiccano quelli legati alla presenza ed alle attività dell’uomo, in particolare l’inquinamento atmosferico provocato dalle diverse emissioni gassose, non necessariamente prodotte nelle immediate vicinanza dei siti, che dà luogo, tra le altre cose, al fenomeno delle piogge acide. Tale fenomeno si traduce nel degrado delle superfici rocciose con conseguente progressiva riduzione delle incisioni. Da anni in Valle Camonica, presso la Riserva Naturale Regionale “Boschi del Giovetto di Paline” in comune Borno, gestita dall’Ente Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura e delle Foreste (ERSAF), è stata installata un’area di osservazione permanente per il controllo dello stato di salute degli ecosistemi forestali, inserita nel Programma CONECOFOR (Controllo Ecosistemi Forestali) avviato nel 1995 dal Corpo Forestale dello Stato. Il Programma viene svolto nell’ambito di analoghe iniziative internazionali (Integrated Cooperative Programme I.C.P. Forest e I.C.P.Integrated Monitoring), finalizzate al controllo e monitoraggio degli ecosistemi forestali. L’area di osservazione permanente del Giovetto fa parte della cosiddetta “Rete di Livello II”, costituita da una serie di siti di monitoraggio intensivo distribuiti in tutta Italia. In quest’area, come in altre due della regione lombarda (LOM1, a Bagni di Masino-SO, e LOM3, a Moggio-LC) vengono effettuate diverse ricerche (clima, analisi delle sostanze inquinanti che giungono con la pioggia e con il vento, flora e fauna, condizione degli alberi e altro ancora) che non solo servono a tenere sotto controllo lo stato di salute dei nostri boschi ma anche ad approfondire le conoscenze dei diversi elementi che sono alla base della loro esistenza. Sembra pertanto opportuno avviare in tempi brevi un progetto di collaborazione con questa realtà, per la realizzazione di una rete di Centri 236 di Raccolta Dati, sotto forma di campionatori e strumenti di misura dedicati, che permetteranno di controllare con sistematicità la qualità dell’aria e delle deposizioni atmosferiche contribuendo all’attività di monitoraggio dello stato di conservazione delle rocce incise ed alla definizione degli interventi di salvaguardia. In questo senso sono già stati presi accordi tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici e l’ERSAF, per giungere al posizionamento di una di queste centraline di rilievo dei dati proprio all’interno del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte, nel quale erano già state condotte ricerche di questo tipo nel 1992 (presso la roccia 33), in collaborazione con l’Azienda Servizi Municipalizzati di Brescia, aventi l’obiettivo di verificare gli effetti dell’inquinamento ambientale (piogge acide) sulle rocce incise. 15. PIANO DI COINVOLGIMENTO DELLE COMUNITÀ LOCALI Il recupero dell’identità culturale da parte delle popolazioni locali costituisce una fase fondamentale del progetto di valorizzazione e di integrazione nella realtà dei luoghi. La coscienza delle proprie radici culturali scaturisce infatti da un processo di conoscenza e dall’acquisizione consapevole del valore culturale e storico del territorio della Valle Camonica. Sembra quindi indispensabile attivare specifici progetti per le nuove generazioni, partendo dalla scuola primaria per arrivare fino ai giovani che si affacciano nel mondo del lavoro, mentre il recupero delle tradizioni potrà avvenire con il coinvolgimento degli anziani. In particolare la strategia vincente per coinvolgere i giovani sembra quella di proporre loro progetti che si integrano concretamente con la conoscenza e la valorizzazione del territorio, come dimostra il successo ottenuto dall’iniziativa realizzata dalla Scuola Elementare Statale “Romolo Galassi” di Angolo Terme per la promozione turistica del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro negli anni scolastici 2003-04 e 2004-05 (All. 13). Il progetto ha coinvolto l’intera scuola e numerosi esperti che hanno affiancato, ciascuno con la propria professionalità, i ragazzi nel- l’elaborazione delle diverse azioni finalizzate alla promozione turistica del Parco: dall’ideazione del logo al pieghevole informativo, da un libro cartonato ai pannelli in legno e ai bassorilievi in ceramica per la creazione di un “sentiero fantastico”; sono state poi progettate apposite bacheche ed una serie di segnali e cartelli per indicare le varie località di interesse della zona. Si tratta di una delle sei iniziative che si inseriscono nell’attività del Centro Coordinamento Servizi Scolastici della Valle Camonica (C.C.S.S.), il quale riunisce in rete le scuole statali e paritarie della Valle, con progetti rivolti agli studenti o che riguardano l’aggiornamento dei docenti e del personale non docente. Nell’ambito del Piano di coinvolgimento delle comunità locali sono stati ideati alcuni progetti, rivolti a diverse tipologie di pubblico, per la promozione e la diffusione della conoscenza dell’arte rupestre e degli obiettivi del Piano di Gestione del Sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, di seguito sinteticamente esposti (per i dettagli si vedano i relativi allegati). 15.1 Iniziative per il coinvolgimento delle scuole e delle Università Per gli studenti delle scuole primarie e secondarie, in accordo con le indicazioni della recente Riforma della Scuola (Legge 28 marzo 2003, n. 53 e D.L.vo del 19 febbraio 2004, n. 59), si prevede di realizzare nel quinquennio prossimo (2005-2009) una serie di attività didattiche rivolte alle scuole della Valle Camonica, per migliorare la conoscenza della storia delle antiche popolazioni della Valle, delle manifestazioni della vita quotidiana e dell’ideologia. a) A questo riguardo è stato ideato uno specifico progetto dal titolo “Adotta una Roccia” (All. 14), che mira a sensibilizzare le nuove generazioni nei confronti del ricco patrimonio di arte rupestre che la loro Valle ospita. Questo progetto è stato definito sul modello dell’iniziativa “Un monumento da adottare”, avviata in Lombardia nel 1997 e conclusa nel 2001 in collaborazione con la Fondation Pégase, istituita presso il Parlamento Europeo di Bruxelles. b) Saranno anche attivati corsi di formazione rivolti agli insegnanti, sia della Valle Camonica sia della Provincia di Brescia, in collegamento con l’Ufficio Scolastico Regionale e con il Centro Coordinamento Servizi Scolastici della Valle Camonica (C.C.S.S.), sui temi dell’archeologia, dell’arte rupestre e della storia dell’arte in terra camuna. Nell’ambito di questi corsi verranno tra l’altro illustrati i risultati delle più recenti indagini sui contesti archeologici della Valle Camonica e della ricostruzione storico-antropologica che ne risulta. c) Per unire la Valle Camonica ad altre realtà europee, utilizzando anche le moderne tecnologie, si verificherà la possibilità di far aderire le scuole della Valle all’iniziativa “eTwinning” promossa dalla Comunità Europea e volta ad “incoraggiare il gemellaggio tra scuole in Europa attraverso l’uso di Internet”. Inaugurata nel gennaio 2005 a Bruxelles dal Commissario responsabile per l’istruzione, la formazione, la cultura e il multilinguismo, tale iniziativa potrebbe permettere di collegare una o più scuole della Valle Camonica con scuole di altri paesi europei nei quali esiste un patrimonio di arte rupestre (Francia, Spagna, Gran Bretagna, Svezia, Austria). Gli obiettivi principali di questo progetto, rivolto alle scuole di ogni ordine e grado, sono rappresentati dallo scambio di esperienze, dalla promozione del dialogo interculturale e dal consolidamento della dimensione europea dell’educazione. Tale iniziativa potrebbe di riflesso avere anche una ricaduta sul turismo scolastico straniero in Valle, come sembra dimostrare l’esperienza degli incontri estivi sull’archeologia per insegnanti stranieri (si veda a questo proposito per il 2005 l’incontro rivolto agli insegnanti austriaci dal Dirigente Scolastico di Capo di Ponte, con il contributo finanziario della Provincia di Brescia). d) Si segnala infine che per il 2005 la Comunità Montana di Valle Camonica ha emanato un Bando per studenti camuni finalizzato a sostenere la frequenza a campagne di ricerca ed esplorazione di nuovi siti archeologici (All. 15). Il bando ha lo scopo di sostenere, mediante l’erogazione di contributi economici, le azioni di soggetti pubblici e privati finalizzate a coinvolgere giovani studenti di età compresa tra i 15 e 25 anni, residenti in Valle Camonica, in campagne di 237 ricerca ed esplorazione di nuovi siti archeologici, preventivamente autorizzate dai competenti organi di tutela ai sensi della vigente legislazione (D.L.vo n. 42/2004). Verificati i risultati, l’iniziativa verrà reiterata negli anni venturi. 15.2 Iniziative di divulgazione del patrimonio mondiale “Arte Rupestre della Valle Camonica” Per aumentare il livello di conoscenza del vasto patrimonio di arte rupestre della Valle e per diffondere la coscienza della sua importanza a livello mondiale nelle popolazioni locali, è necessario mettere in atto una serie di iniziative che, reiterate nel tempo, possano costituire degli appuntamenti attesi e generatori di condivisione di identità, siano occasione di incontro e relazione con l’esterno e portatori di benefici tangibili all’economia locale, maturino insomma in loco la coscienza di essere possessori di un patrimonio apprezzato dal mondo, spingano quindi alla sua tutela e alla valorizzazione consapevole. Si citano, a titolo esemplificativo, alcuni progetti di divulgazione: a) a partire dal 2005 è stato ideato, dall’Assessorato alla Cultura della Comunità Montana di Valle Camonica, un progetto denominato “Archeoweek” (All. 16), che si prefigge di istituire, con cadenza annuale, una serie di momenti di incontro a carattere divulgativo sull’archeologia, analizzata non solo dal punto di vista scientifico e della ricerca sul campo ma anche da quello antropologico, filosofico e psicologico. L’idea è quella di coinvolgere, oltre ad archeologi e storici dell’arte, anche personaggi noti al grande pubblico (opinionisti e personalità di spicco del mondo della letteratura, della politica e dello spettacolo), ai quali affidare l’analisi di tematiche generali e di ampio respiro, che hanno come filo conduttore l’evoluzione del pensiero e dei comportamenti umani, dalla preistoria ad oggi. b) altri appuntamenti culturali nazionali ed europei già da tempo noti e celebrati (anche in Valle) possono costituire occasioni di condivisione di progetti culturali d’am238 pio respiro, nei quali l’unicità del patrimonio culturale d’arte rupestre della Valle Camonica trovi espressione e diventi ulteriore occasione per essere conosciuto. Si ritiene quindi indispensabile aderire alle diverse iniziative culturali che vengono promosse nell’arco dell’anno dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali: • Settimana della Cultura • Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica • Grandi Rassegne della Direzione Generale del Ministero c) sembra opportuno infine pianificare e promuovere anche l’adesione ai seguenti appuntamenti: – le Giornate del Patrimonio Culturale Europeo (“European Heritage Days”), promosse dal Consiglio d’Europa e organizzate su base nazionale nel mese di settembre in tutta Europa. Per il 2005 è stata organizzata l’iniziativa “Del Bene e del Bello” (All. 17), promossa dalla Comunità Montana di Valle Camonica e dal Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano di Valle Camonica (BIM), in collaborazione con le Soprintendenze competenti, le Amministrazioni comunali, le Pro Loco ed il Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI); – le Giornate del Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI); – le Giornate Europee dei Parchi (nel 2005 erano il 20-21 maggio) 15.3 Promozione della conoscenza del Piano di Gestione Per quanto riguarda la promozione della conoscenza del Piano di Gestione del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, esso è stato presentato in prima istanza nell’ambito della VII Settimana della Cultura, indetta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il periodo dal 16 al 22 maggio 2005 ed alla III Conferenza Nazionale dei Siti Italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, “La strategia per la gestione dei siti italiani UNESCO” (Torino, 20-22 maggio 2005). Dopo questa presentazione su scala nazionale, che conclude il lavoro condiviso di elabo- Fig. 175. Il programma del Convegno “Arte rupestre della Valle Camonica. Storia delle ricerche. Protagonisti, tendenze, prospettive attraverso un secolo”, Capo di Ponte (BS), 6-8 ottobre 2005. razione dei Piani di Gestione di tutti i siti UNESCO italiani, coordinati dall’Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Dipartimento per la Ricerca, l’Innovazione e l’Organizzazione) e dalla Consulta Nazionale UNESCO e sistemi turistici locali, il Piano di Gestione è stato illustrato pubblicamente in Valle Camonica il giorno 8 ottobre 2005. Inoltre si prevede di realizzare una serie di iniziative che, in modo capillare e mirato, permettano di illustrare alle comunità locali il lavoro realizzato, gli obiettivi, le azioni progettate e le prospettive di sviluppo del territorio che da esso possono scaturire. Gli obiettivi del Piano di Gestione sono presentati anche agli studiosi d’arte rupestre in occasione dei congressi e convegni organizzati nel corso del 2005 in Valle Camonica, qui di seguito elencati: – Congresso “Rupestre.DOC. L’arte rupestre della Valle Camonica 1955-2005. Tecniche, metodi di studio e documentazione: storia e prospettive” (Breno, 25-26 Giugno 2005); – Convegno “Arte rupestre della Valle Camonica. Storia delle ricerche. Protagonisti, tendenze, prospettive attraverso un secolo” (Capo di Ponte, 6-8 ottobre 2005), organizzato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, in collaborazione con il Comune di Capo di Ponte, per celebrare il 50° anniversario della istituzione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte: la terza giornata è dedicata alla pre239 sentazione del Piano, con la partecipazione anche dell’Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (Figg. 175-176). Nell’occasione (8 ottobre 2005) verranno presentate l’edizione integrale del Piano ed una sua versione ridotta, di carattere divulgativo. Al Convegno inoltre si affiancano le seguenti iniziative e manifestazioni: • Inaugurazione del Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, 6 ottobre 2005; • Visita al cantiere del Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica, 7 ottobre 2005; • Visita al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, Capo di Ponte, dove è allestita la Mostra sui ritrovamenti archeologici dell’area prossima al sito “Ritrovamenti archeologici intorno al Parco”, 7 ottobre 2005; • Inaugurazione del Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, 8 ottobre 2005; • Ciclo di conferenze da tenersi in varie località della Valle, nel periodo compreso tra l’autunno del 2005 e l’inverno del 2006, nell’ambito delle manifestazioni legate alla celebrazione del 50° anniversario della istituzione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte (Fig. 177). Il tema del ciclo di conferenze sarà rappresentato dalle ricerche archeologiche sui contesti preistorici e protostorici in Valle. – Conferenze Stampa, che si svolgeranno a Brescia ed a Milano nell’inverno 2005-2006, in date e sedi da definirsi via via, per la presentazione del Piano di Gestione del sito. – Convegno Internazionale sui Piani di Gestione, che verrà organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali ad Assisi. – “IV Convegno sull’arte schematica non figurativa nell’Arco Alpino”, organizzato per i giorni 28-30 ottobre 2005 a Saviore dal Comune di Saviore dell’Adamello e dal Centro Camuno di Studi Preistorici - Dipartimento Valle Camonica e Lombardia: in questa sede, oltre al contenuto del Piano di Gestione, saranno presentati i risultati delle campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza nelle località di Ossimo - Pat, di Cevo-Dos del Curù e di altri contesti lombardi con arte schematica. 240 Fig. 176. Un momento del Convegno. 15.4 Altre iniziative Un ulteriore punto di contatto e di coinvolgimento della popolazione locale è rappresentato da un’iniziativa sviluppata, in materia di segnaletica turistica, dalla Provincia di Brescia, Assessorato al Turismo, che nel 2004 ha approvato, con la determina n. 2940, un bando pubblico per “Contributi a fondo perduto ai comuni della provincia di Brescia per la realizzazione ed installazione di cartellonistica bilingue. Adozione e pubblicazione del bando e impegno di spesa” (dove per bilingue si intende italiano e dialetto). A tale bando, scaduto il 31 gennaio 2005, hanno aderito per la Valle Camonica i comuni di Angolo Terme, Borno, Capo di Ponte, Ceto e Lozio. In particolare il Comune di Capo di Ponte ha presentato un progetto comprendente anche la realizzazione di cartellonistica bilingue espressamente dedicata all’arte rupestre. Per il 2005 è previsto un nuovo bando il cui contenuto riguarderà in modo più mirato la cartellonistica turistico-culturale. 16. PIANO DELLE ACCESSIBILITÀ E PERMEABILITÀ Poiché l’efficacia e l’applicazione del presente Piano di Gestione dipendono anche da una adeguata politica di interventi che abbiano per obiettivo il miglioramento dell’accessi- Fig. 177. Il programma delle manifestazioni legate alla celebrazione del 50° anniversario della istituzione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte (BS). 241 bilità alla Valle Camonica e dei collegamenti al suo interno tra i diversi luoghi di interesse culturale, viene proposto un Piano delle accessibilità e della permeabilità che privilegia l’utilizzo della linea ferroviaria, soprattutto in considerazione del limitato impatto sull’ambiente, in particolare per quanto concerne l’inquinamento che questo mezzo di trasporto e di comunicazione garantisce. Un secondo progetto riguarda il miglioramento della segnaletica e della cartellonistica stradale, finalizzato alla valorizzazione turistica dei siti di interesse culturale e, in particolare, di quelli con arte rupestre, al momento non adeguata. 16.1 La linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo come mezzo strategico di accessibilità al patrimonio delle incisioni rupestri La linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo (Ferrovie Nord Milano Esercizio-FNME) rappresenta una infrastruttura fondamentale per garantire e facilitare l’accessibilità al patrimonio mondiale delle incisioni rupestri della Valle Camonica. Non solo il treno scorre lungo tutto l’asse di fondovalle interessando quasi tutti i paesi ospitanti i parchi e i siti di arte rupestre, ma il mezzo ferroviario permette il trasporto “sostenibile” dei gruppi organizzati e delle scolaresche, superando i limiti strutturali della viabilità montana, ulteriormente aggravati dalle criticità specifiche della viabilità camuna. Tuttavia un utilizzo del treno conforme alle sue potenzialità, per favorire la fruizione ottimale del patrimonio archeologico, necessita di un ri-orientamento complessivo dell’organizzazione e della logistica, con una rivisitazione degli orari, delle percorrenze, delle fermate, delle modalità di percorrenza dei tratti dalle stazioni ai siti d’arte rupestre. L’Amministrazione Provinciale sta definendo, nell’ambito della programmazione complessiva del trasporto pubblico in Valle Camonica, anche a seguito della delega assegnata dalla Regione Lombardia in materia, una proposta integrata di trasporto gomma-rotaia che parte dalla centralità del trasporto ferroviario, sul quale convergerà un reticolo di comunicazioni con le vallate laterali grazie all’apporto di autobus e di linee su gomma. 242 La ferrovia Brescia-Iseo-Edolo dunque mantiene e manterrà l’assoluta priorità tra i mezzi di comunicazione e trasporto in Valle Camonica, che verranno tutti assegnati a una ditta concessionaria mediante una gara di evidenza pubblica. Pertanto, la scelta di mantenere la strategicità del trasporto ferroviario dovrà essere pienamente considerata nell’ambito dei progetti gestionali del sito UNESCO. Si dovrà redigere uno specifico progetto di interrelazione tra ferrovia e siti, dove considerare orari, fermate, tariffe, tipologie dei mezzi (garantendo ad esempio l’accesso ai disabili, aspetto fondamentale per la presenza delle scolaresche), modalità integrate di trasporto dalle stazioni di partenza alle porte dei vari Parchi d’arte rupestre. Un dato di fatto che va subito registrato è la generale lontananza dei Parchi e dei Musei archeologici dalle stazioni ferroviarie, e comunque l’assoluta mancanza di un loro collegamento in sicurezza. Tale carenza va superata con una progettazione specifica in grado di garantire, nel medio termine, la presenza di piste pedonali – quali passerelle, percorsi alternativi, corridoi pedonali – oltre ad un servizio di autobus e automezzi a chiamata. La necessità di razionalizzare e potenziare l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico nell’ambito di una politica di management della mobilità dovrà trovare la condivisione delle amministrazioni locali e comprensoriali, coordinate dall’Amministrazione Provinciale di Brescia, titolare delle specifiche competenze. Dopo aver potenziato e migliorato il servizio della linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo sarà possibile utilizzare il treno come strumento di valorizzazione e di fruizione del patrimonio dei siti di arte rupestre della Valle Camonica. Nel progetto “Il treno dei graffiti” (All. 18) appositi laboratori didattici realizzati sul treno diventeranno un prezioso strumento di apprendimento per gli studenti che si avvicinano al tema dell’arte rupestre. In questa ottica si inserisce l’iniziativa attuata dall’Assessorato alla Cultura e da quello ai Lavori pubblici del Comune di Capo di Ponte, in collaborazione con l’Associazione Pro Loco e la Biblioteca Civica “Don Ottavio Tempini”, denominata “Disegna/crea l’ingresso di Capo di Ponte”. Si tratta di un Bando per raccogliere idee grafiche e proposte per la realizzazione di una rotonda e di un sovrappasso pedonale all’ingresso del paese, che permetta di oltrepassare in totale sicurezza la S.S.42 e raggiungere il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri. Il concorso di idee, svoltosi nei mesi di gennaiomarzo 2005, è stato rivolto agli studenti delle scuole medie, delle scuole superiori, agli studi tecnici (geometri, architetti, ingegneri e grafici), agli artisti e a tutti gli appassionati e liberi cittadini, senza alcun vincolo di età o residenza. 16.2 La segnaletica turistica lungo le strade della Valle Camonica Nella Parte seconda del presente Piano di Gestione (8.1.2 Accessibilità ai Parchi con Arte Rupestre e fruibilità, pp. 160 ss.) è stato evidenziato che la presenza dei Parchi d’Arte Rupestre in Valle Camonica è segnalata lungo le strade di accesso alla Valle ancora in modo disomogeneo e soprattutto carente. Mancano inoltre chiare segnalazioni che indichino l’appartenenza dell’arte rupestre della Valle Camonica alla Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (World Heritage List). Pertanto, per consentire la più ampia fruizione turistica di queste risorse, è indispensabile promuovere la conoscenza dei siti, in particolare lungo le reti principali di comunicazione e viabilità, mediante il posizionamento di idonea segnaletica e cartellonistica informativa, che permetta l’immediato riconoscimento e localizzazione delle emergenze di carattere archeologico, artistico e naturalistico. Si è quindi ritenuto opportuno a tale proposito elaborare un Piano della segnaletica turistica lungo le strade statali (in particolare la Strada Statale 42 “Del Tonale e della Mendola”), in grado di restituire un’immagine unitaria del comprensorio Valle Camonica. Pertanto la Comunità Montana ha preso contatti, nel febbraio 2005, con il Capo Compartimento dell’ANAS S.p.A. della Lombardia (ex “Ente Nazionale per le Strade”), per definire gli aspetti del progetto di valorizzazione delle località e dei beni di rilevante interesse turistico presenti nell’area. Attualmente, a seguito del documento “Condivisione di intenti per la valorizzazione della S.S. 42”, sottoscritto da Comunità Montana, ANAS, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia e Provinvia di Brescia, si è costituita una Commissione Tecnica di Progettazione per la stesura di un elaborato preliminare. La prossima apertura di un lungo tratto della nuova S.S. 42 tra Breno ed Edolo potrà costituire la prima occasione per una progettazione efficace e mirata della segnaletica stradale. In linea generale si possono comunque elencare una serie di interventi ritenuti indispensabili per migliorare la visibilità dei Parchi d’Arte Rupestre:  collocazione, in posizioni strategiche lungo la S.S. 42, di cartelli con l’elenco dei Parchi visitabili, la segnalazione dell’uscita relativa e l’indicazione delle distanze. I cartelli dovranno contenere i loghi dell’UNESCO, della World Heritage List (WHL) e del Soggetto Responsabile del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”;  realizzazione di apposite aree di accoglienza, definite “Aree di Benvenuto”, situate alla confluenza in Valle delle strade di accesso ed attrezzate con ampio parcheggio, servizi igienici ed aree gioco (si veda infra il Piano della accoglienza del turismo culturale, pp. 262-264);  posizionamento di cartelli in prossimità dei Parchi, lungo le strade di immediato accesso e nelle vicinanze. Caratteristiche della segnaletica dei Parchi con Arte Rupestre Per i Parchi d’Arte Rupestre della Valle Camonica sembra indispensabile omologare tutta la segnaletica, sia quella che permette di raggiungere le aree a Parco dalle strade di grande comunicazione (ad esempio la S.S. 42) sia quella legata ai percorsi interni, indicando sempre l’appartenenza alla World Heritage List ed il Soggetto Responsabile per la gestione del sito UNESCO n. 94. Poiché, al momento, la Regione Lombardia non ha ancora recepito la definizione di Parco Archeologico adottata dalla legislazione nazionale (D. L.vo 42/2004), non esistono di fatto norme che codifichino le caratteristiche della segnaletica per le aree archeologiche, mentre per le aree regionali di interesse naturalistico, protette ai sensi della L.r. 86/83 (Piano Generale delle aree regionali protette. Norme per l’istituzione 243 e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale) è stata emanata una Deliberazione della Giunta Regionale (la n. 7/17173 del 16 aprile 2004), che ha appunto approvato il “Sistema della segnaletica nelle aree protette regionali”. Tale Sistema risulta articolato in: • Simboli (Tipologia A); • Cartelli perimetrali e informativi e segnali di direzione (Tipologia B); • Cartelli comportamentali (Tipologica C); • Pannelli informativi (Tipologia D); • Segnaletica sentieri (Tipologia E). A tutt’oggi in Valle Camonica sono interessate da questa Deliberazione Regionale la Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, il Parco Pluritematico di Còren delle Fate a Sonico (in quanto rientra nel Parco Regionale dell’Adamello) e il Parco Comunale di Luine (compreso nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro). In occasione dei festeggiamenti per i Cinquant’anni del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e dell’inaugurazione dei due nuovi Parchi (Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo e Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina) di Capo di Ponte nell’autunno 2005 si è provveduto ad uniformare e adeguare la segnaletica, omologando i cartelli ed i riferimenti alla World Heritage List. 17. PIANO DELLA FORMAZIONE E DELLA DIFFUSIONE* 17.1 La formazione professionale Per conciliare le esigenze legate alla tutela ed alla conservazione del patrimonio di arte rupestre con il problema della crisi occupazionale che investe soprattutto il mondo giovanile, sembra importante mettere in atto progetti di formazione professionale, affinché il Piano di Gestione possa avere una concreta ricaduta economica ed occupazionale sul territorio. Qui di seguito si illustrano brevemente alcuni corsi che, quando attivati, potranno dare una risposta concreta alle esigenze occupazionali della popolazione locale. Si precisa che, al momento, solo il Corso per personale tecnico con competenze in arte rupestre ha già avuto l’approvazione ed il finanziamento da parte della Fondazione CARIPLO (Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde). 17.1.1 Corso per la formazione di personale tecnico con specifiche competenze in materia di ricognizione e restituzione digitale ai fini conservativi del patrimonio archeologico litico, con particolare riferimento alle incisioni rupestri Queste nuove figure professionali, che non si sostituiranno agli archeologi ed ai restauratori ma li affiancheranno, provvederanno a tenere costantemente aggiornato il quadro conservativo delle rocce incise, al fine di implementare l’Archivio per il monitoraggio delle rocce incise (IRWeb), ideato e gestito dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, che costituirà la base per le azioni di cui alla Parte quinta del presente Piano di Gestione. I tecnici effettueranno sopralluoghi regolari alle rocce con incisioni ed alle aree che le contengono, collaborando alla loro individuazione e, realizzando una accurata documentazione (anche con l’ausilio di tecnologie digitali), contribuiranno all’acquisizione dei dati utili all’adozione di misure e/o di piani di salvaguardia e di monitoraggio ai fini conservativi. Il personale formatosi in questo corso potrà quindi essere impiegato nel progetto di Catalogo Unico, finalizzato all’arricchimento del quadro delle conoscenze di arte rupestre dell’intera Valle Camonica ed al monitoraggio conservativo. Inoltre, grazie alle competenze tecniche acquisite in materia di rilevamento ai fini conservativi di materiale litico, gli operatori potranno svolgere la loro attività professionale anche in ambiti diversi da quello strettamente archeologico (Beni architettonici, in particolare). A questo proposito si sottolinea che il Piano di Gestione per il sito UNESCO n. 94 ha recepito il “Progetto per un Corso di Tecnico di Ricognizione e Restituzione Digitale ai fini conservativi del patrimonio archeologico litico * All’elaborazione del Piano ha contribuito la Sottocommissione per la Didattica. 244 della Lombardia”, proposto nel 2005 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia e finanziato dalla Fondazione CARIPLO della Cassa di Risparmio della Provincie Lombarde (All. 19). 17.1.2 Corso per operatori per la manutenzione del verde nelle aree comprese nel Piano di Gestione per il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” È praticamente inevitabile che le rocce incise, essendo collocate in un contesto naturale, subiscano gli effetti che le modificazioni ambientali comportano, direttamente ed indirettamente, sulla conservazione e la fruizione delle stesse. Per questo motivo è particolarmente importante che il territorio in generale e nello specifico l’ambiente naturale in cui sono collocate le singole rocce vengano gestiti tenendo conto della presenza delle rocce con incisioni. In particolare si dovrà porre attenzione alla gestione del bosco e della vegetazione in genere, sia nell’ottica della creazione e del mantenimento di un adeguato scenario paesistico sia nell’ottica di evitare che la presenza o l’assenza di determinate specie favorisca l’erosione, il danneggiamento od una cattiva fruizione delle rocce istoriate (scalzamenti di parte di roccia dovuti all’affioramento di radici, proliferazione di vegetazione rupicola, eccessiva ombreggiatura o eccessivo soleggiamento, etc.). Oltre a ciò si dovranno considerare con attenzione anche tutti quegli interventi di manutenzione territoriale (sistemazioni idraulicoforestali, viarie, etc.) che, anche se eseguiti a distanze apparentemente “di sicurezza”, potrebbero avere comunque ricadute più o meno a breve termine sullo stato di conservazione delle incisioni. Poiché fino ad oggi non sono mai stati definiti parametri operativi per i tecnici che operano nelle aree a verde in prossimità di siti con arte rupestre, sembra necessario avviare la formazione di nuove figure professionali, che permettano di conciliare le esigenze della gestione del territorio con quelle della tutela dei beni archeologici. In quest’ottica le istituzioni più qualificate sembrano essere l’Istituto Superiore di Edolo, un tempo noto come Scuola Forestale, ed il Corso di Laurea in Gestione del Territorio Montano della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano, con sede anch’esso ad Edolo. Il coinvolgimento di entrambi i livelli di formazione servirà ad ottenere figure professionali che, pur con responsabilità diverse, possano lavorare in accordo per gestire nel modo più idoneo e consapevole gli ambiti territoriali che ospitano i siti archeologici d’arte rupestre. In particolare la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano (sede di Edolo) intende attivarsi per sviluppare, nell’ambito dei corsi esistenti, le tematiche specifiche che riguardano l’ambiente ed il paesaggio in rapporto all’arte rupestre. 17.1.3 Corso per artigiani specializzati nelle lavorazioni tradizionali della Valle Come illustrato nella Parte seconda del presente Piano di Gestione, la Comunità Montana di Valle Camonica ha promosso tra il 2002 e il 2003 numerosi progetti a valenza comunitaria per la promozione e lo sviluppo dell’artigianato, dei prodotti tipici e delle risorse naturali della Valle. Numerosi sono comunque gli attori (Consorzi di settore, Centri di Formazione Professionale, Società di formazione) che già si muovono sul territorio su questo specifico tema, particolarmente importante per il recupero delle tradizioni e dei prodotti locali, con azioni per l’accrescimento professionale della popolazione, soprattutto giovanile. 17.1.4 Corso per la formazione e l’aggiornamento degli operatori didattici Per quanto riguarda l’ambito della diffusione, intesa come divulgazione del messaggio culturale, nel corso dell’analisi delle risorse condotta nella Parte II del presente Piano di Gestione è stato riscontrato che in Valle Camonica esistono numerose strutture che operano nell’ambito della didattica e della comunicazione rivolta a scolaresche e turisti. Per rendere omogenea l’offerta ed approfondire alcune tematiche della didattica e della divulgazione, è stato elaborato un corso di formazione ed aggiornamento del personale didattico operante in Valle. 245 Il corso è strutturato per moduli che vanno dall’acquisizione di nozioni sull’arte rupestre e, più in generale, sull’archeologia ed i beni culturali della Valle Camonica, alla comunicazione anche multimediale, fino alla gestione di impresa, per consentire ai partecipanti di proseguire con un più alto profilo professionale l’attività nelle strutture presso le quali già operano o di crearne una propria (All. 20). Particolare attenzione verrà dedicata alle problematiche dello sfruttamento e della gestione dell’ambiente in relazione alla tutela ed alla conservazione del patrimonio di arte rupestre. 17.1.5 Corso per operatori turistici Le risorse turistiche della Valle Camonica, nella loro molteplicità e varietà sono un dato di fatto che non ha ancora imboccato, nella sua completezza, la strada giusta per essere valorizzato ed organizzato per la fruizione di un turismo che porti sviluppo economico in armonia con il territorio sul quale le risorse insistono. Come più volte affermato il patrimonio ambientale, storico-artistico e culturale della Valle è da sempre un tutt’uno con il territorio ma, solo parzialmente e con azioni sporadiche, è stato letto come risorsa turistica. Parte del mancato sviluppo turistico della Valle Camonica si può quindi imputare alla mancanza di consapevolezza del suo valore come proposta turistica. Nel momento di definire le linee di valorizzazione del territorio diventa indispensabile pensare alla formazione di operatori turistici, con particolare riguardo all’arte rupestre ed al turismo montano. È tuttavia arduo circoscrivere la figura degli operatori turistici, poiché tali sono tutti coloro che agiscono nei vari settori e nelle varie fasi che intercorrono tra la definizione, la proposta e la messa in atto di un’offerta turistica. Albergatori e ristoratori sono naturalmente operatori turistici, ma lo sono anche le guide e gli accompagnatori, le nuove figure professionali sportive, etc. Si possono considerare “operatori turistici in senso lato” anche gli operatori museali, i gestori di esercizi pubblici, bar e negozi, i privati che offrono ospitalità in Bed & Breakfast e le Aziende Agrituristiche. Infine possono diventare operatori turistici tutte le persone con le quali un turista viene a contatto in qualche momento della sua vacanza mentre “vive il territorio” 246 ed acquisisce quella serie di esperienze che, sommate, diverranno una bella vacanza in luoghi interessanti o una vacanza da dimenticare. Per dare risposte concrete a queste esigenze, si possono individuare tre diverse tipologie di corsi: • agli operatori turistici propriamente detti saranno dedicati corsi di approfondimento e di aggiornamento, con uscite sul territorio per acquisire nuove conoscenze o per sperimentare in modo diretto quelle teoriche. Lingue straniere, archeologia e storia dell’arte, psicologia dell’accoglienza, nozioni di marketing ma anche valorizzazione delle risorse locali all’interno della loro offerta turistica costituiranno senza dubbio materie di primario interesse; • le persone che sono state definite “operatori turistici in senso lato”, dovranno essere orientate verso corsi di formazione che sviluppino con particolare attenzione i temi della conoscenza del territorio e dell’accoglienza. È infatti nei dettagli che si vede la qualità di una proposta: la diffusione di una consapevolezza di operare in un’area di grande interesse turistico riuscirà a creare quella particolare atmosfera di luogo di vacanza che ancora non si respira in Valle Camonica; • ai giovani in cerca di occupazione saranno offerti corsi per la formazione di nuove figure professionali, nella fattispecie operatori in grado di creare pacchetti turistici che coinvolgano le varie risorse del territorio e, individuando i vari target di riferimento, divengano proposte effettivamente adatte al mercato. Questi operatori saranno in grado di trovare il giusto punto di incontro tra tipologia della domanda e dell’offerta e potranno operare individualmente, come supporto ad Enti locali e territoriali nelle attività e negli eventi turistici, oppure collaborare con Agenti di Viaggio e Tour Operator. 17.1.6 Corso di formazione per promoter turistici che richiamino ed indirizzino i flussi turistici verso la Valle Camonica Si tratta di ideare ed attuare, in collaborazione con gli Istituti Scolastici di Istruzione Superiore presenti in Valle e le Agenzie per la Formazione, un corso volto a creare la figura di un operatore specializzato nella promozione del territorio. La figura professionale che ne scaturirà dovrà essere in grado di comunicare e divulgare, in modo accattivante ed anche in lingua straniera, il ricco patrimonio turistico della Valle Camonica, con particolare riguardo all’arte rupestre, facendo interagire tra loro le molteplici risorse presenti. Il promoter turistico dovrà quindi essere in grado di individuare una puntuale strategia di marketing e mettere in atto una serie di azioni per raggiungere l’obiettivo di richiamo e di indirizzo dei flussi turistici verso la Valle. Il corso di formazione si configura come strumento indispensabile per raggiungere una professionalità altamente qualificata, basata sulla più ampia ed approfondita conoscenza, non solo teorica, delle risorse del territorio, siano esse storico-artistiche, culturali (tangibili ed intangibili), ambientali, sportive etc. Alla conoscenza del territorio dovranno poi far seguito capacità linguistiche, relazionali, comunicative e divulgative, che potranno essere acquisite con l’assistenza di esperti del settore. La sociologia del turismo e l’analisi dei dati statistici e delle tendenze dei possibili mercati di riferimento serviranno a completare la formazione professionale del “promoter”. Le azioni del promoter potranno essere svolte a più livelli e spaziare dalla provincia di Brescia a tutto il territorio nazionale ed internazionale. Il promoter divulgherà sia l’immagine del territorio della Valle Camonica sia i servizi veri e propri individuati nelle varie offerte predisposte, in forma singola e/o in “pacchetti” dagli operatori turistici. Il promoter potrà individuare azioni di divulgazione mirata o partecipare ad occasioni collettive, come fiere e borse turistiche in Italia ed all’estero. 17.2 La diffusione Per “diffusione” si intende sostanzialmente la divulgazione, che è strettamente correlata con la didattica dei Beni Culturali. Si è ritenuto pertanto opportuno elaborare uno specifico Piano della didattica e della divulgazione che tenesse conto delle strutture che da anni operano in Valle e, al contempo, della necessità di adeguare gli standard locali a quelli riconosciuti in ambito regionale e nazionale. Premessa Il Decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42, nell’art. 101, ripreso dal precedente D.L.vo del 29 ottobre 1999, n. 490, art. 99, definisce gli Istituti e i luoghi della cultura e al c. 2 e) equipara il “Parco Archeologico” ad un Museo all’aperto (“...ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come Museo all’aperto”). Il Parco Archeologico condivide pertanto le “finalità di educazione e di studio” proprie del “Museo” (ibidem, art. 101 c. 2 a), finalità sulle quali Stato e Regioni, negli ultimi dieci anni, hanno proposto indirizzi e costituito Gruppi di Lavoro. In tema di educazione al patrimonio culturale e di didattica museale, nel 1996 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha istituito la Commissione di Studio per la Didattica del Museo e del Territorio (D.M. 16 marzo 1996), che ha condotto indagini e promosso ricerche per individuare i compiti istituzionali prioritari dei Responsabili dei Servizi Educativi. Nel 1998 è stato creato dal Ministero il Centro per i Servizi Educativi del Museo e del Territorio (D.M. 28 marzo 1998), con il compito di coordinare e documentare in ambito nazionale le attività svolte dai Servizi Educativi delle Soprintendenze; inoltre il Centro propone indirizzi metodologici, modelli organizzativi, orientamenti circa il reclutamento e la formazione degli operatori, il reperimento e la gestione delle risorse, la valutazione scientifica delle strategie adottate. L’Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei Musei”, emanato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali il 10 maggio 2001, ha in seguito definito gli obiettivi di qualità per la gestione e lo sviluppo dei Musei; la funzione didattica dei Musei è stata individuata con riferimento alla figura professionale del Responsabile/operatore di servizi educativi (Tabella 1 in Appendice – Individuazione delle principali figure museali con riferimento ai contenuti professionali individuati dai contratti collettivi vigenti), per il quale sono anche elencati gli standard (Tabella 2 in Appendice – Individuazione figure professionali – riferimenti per standard; Responsabile/operatore ai servizi educativi: Diploma di Laurea in discipline attinenti la tipologia del Museo – specializzazione in Pedagogia – compro247 vata esperienza in campo educativo – corsi di formazione specifici). A questo Atto hanno fatto seguito Atti specifici da parte delle singole Regioni: per la Lombardia fondamentale è la Deliberazione della Giunta Regionale del 20 dicembre 2002, n. 7/11643 “Criteri e linee guida per il riconoscimento dei Musei e delle raccolte museali in Lombardia, nonché linee guida sui profili professionali degli operatori dei Musei e delle raccolte museali in Lombardia, ai sensi della L.r. 5 gennaio 2000, n. 1, commi 130-131”, nella quale i requisiti minimi 6 e 11 prevedono la presenza del Responsabile dei servizi educativi e di spazi idonei per lo svolgimento delle attività educative e culturali26. Sul tema dei servizi educativi la Regione Lombardia aveva avviato fin dal 1998 una serie di iniziative, tra le quali grande rilievo assume la costituzione del Gruppo di lavoro per la promozione, il coordinamento e la verifica di attività educative nell’ambito del patrimonio culturale, ancor oggi operante. Il Gruppo, istituito con Decreto del Direttore Generale Cultura della Regione Lombardia il 17 agosto 1998, è formato da personale scientifico di Musei di varie tipologie, da rappresentanti del mondo della scuola, da esperti di educazione al patrimonio culturale, da un rappresentante dell’ICOM Italia (International Council of Museums), da un funzionario della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e Demoetnoantropologici di Milano e da un rappresentante dell’Ufficio Scolastico per la Lombardia. Le finalità del Gruppo sono: – monitorare e coordinare le attività di educazione al patrimonio culturale realizzate sul territorio regionale27; – documentare, verificare e valutare le esperienze svolte; – predisporre progetti nel settore; – individuare canali di informazione e di diffusione sia dei progetti sia dei prodotti; – stabilire rapporti con altri partner; – coordinare le proprie azioni con quelle di altri gruppi di lavoro della Regione afferenti a beni e servizi museali; – fornire indicazioni su standard di qualità per la produzione di mostre e dei relativi cataloghi; – dare indicazioni sulla formazione degli operatori didattici. Tra i risultati più importanti del Gruppo si segnala la definizione dei profili di competenza degli operatori di biblioteche e Musei, tra i quali figura anche quello del Responsabile dei servizi educativi del Museo e del territorio (si veda la d.g.r. 20 dicembre 2002, n. 7/11643 e in particolare l’Allegato B - “Linee guida sui profili professionali degli operatori dei Musei e delle raccolte museali”). Le linee guida sono state definite sulla base di quanto emerso dalla ricerca condotta dalla Regione Lombardia nel 2001 sulle professionalità operanti nei Musei lombardi28. Le competenze della figura professionale del “Responsabile dei servizi educativi” riguardano essenzialmente la pedagogia e la normativa scolastica, affiancate a conoscenze generali di Museologia ed a conoscenze specifiche sulle collezioni (normativa, metodologie e procedure specialistiche sull’analisi delle risorse del territorio, la ricerca, le tecniche di allestimento). Si richiede inoltre la conoscenza di tecniche del lavoro in rete e della gestione degli atti di cooperazione interistituzionale. Tali competenze vengono richieste per l’attuazione di processi portanti che sono uno dei fattori di sviluppo dei Musei. 26 Deliberazione della Giunta Regionale del 20 dicembre 2002, n. 7/11643, Requisito minimo 6: “Il corretto funzionamento dei Musei/raccolte museali rende necessaria la disponibilità di figure professionali prioritarie, che hanno il valore di standard di riferimento. I Musei/raccolte museali devono avere un direttore e/o un conservatore, il responsabile tecnico addetto alla sicurezza, il personale addetto alla sicurezza, il personale addetto ai servizi di custodia. Il responsabile dei servizi educativi è indispensabile per i Musei, ma la sua presenza è raccomandata anche per le raccolte museali”. Requisito minimo 11: “I Musei devono garantire l’organizzazione di attività educative e di attività culturali coerenti con il programma del Museo ed essere dotati dei relativi spazi, eventualmente in condivisione con altri Musei. È raccomandato che tali attività siano sviluppate anche dalle raccolte museali, ma in questa fase non sono considerate requisiti minimi”. 27 La Regione Lombardia ha svolto un’indagine nell’anno 2001 sui servizi educativi presenti nei Musei Lombardi attraverso una scheda. I risultati dell’indagine e la relativa scheda sono editi in AA.VV. s.d., Atti della Quarta Giornata di Studio Musei e servizi educativi in Lombardia. Sistema Standard Qualità, Milano, Museo della Scienza e della Tecnologia, 5 dicembre 2002. 28 Satef S.r.l., a cura di, Le professionalità operanti nel settore dei servizi culturali: i Musei lombardi, Regione Lombardia, I.R.e.F., Milano, ottobre 2001. 248 La D.g.r. 20 dicembre 2002, n. 7/11643 indica quali requisiti per l’accesso all’incarico di Responsabile dei servizi educativi i titoli individuati dal D.M. 10 maggio 2001, Tabella 2: Diploma di Laurea in discipline attinenti la tipologia del Museo – specializzazione in Pedagogia – comprovata esperienza in campo educativo – corsi di formazione specifici. Oltre che nell’ambito del Gruppo di lavoro per la promozione, il coordinamento e la verifica di attività educative nell’ambito del patrimonio culturale, il tema della qualità dei Servizi Educativi all’interno dei Musei è stato oggetto di dibattito in seminari e giornate di studio, nel corso delle quali, fin dal 1996, è stata messa in evidenza e ribadita l’importanza della presenza di un servizio educativo strutturato all’interno dei Musei e di personale qualificato per il loro corretto funzionamento. In molti casi la presenza di tali servizi ha contribuito ad incrementare in modo sensibile la partecipazione attiva da parte del pubblico, non solo scolastico, alla vita stessa dei Musei. Dal momento che la funzione educativa rientra tra i compiti istituzionali dei Musei, ne risulta che al Museo stesso spettano la definizione delle linee di indirizzo delle attività ed il controllo sulla qualità ed i risultati raggiunti. Negli ultimi anni in Italia è stata registrata la tendenza da parte di alcuni Musei Nazionali e Soprintendenze (ad esempio il Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini” di Roma, la Soprintendenza Archeologica di Pompei, i Musei Capitolini) a gestire il servizio di attività didattica, che rientra tra i servizi aggiuntivi (D.L.vo 42/2004, art. 117 - Servizi aggiuntivi, comma e), in forma indiretta, attuandola attraverso l’affidamento diretto o concessione a terzi “mediante procedure ad evidenza pubblica/gara” (D.L.vo 42/2004, art. 115 - Forme di gestione). I soggetti che gestiscono le attività di valorizzazione devono assicurare i livelli di qualità fissati in modo uniforme da Ministero, Regioni, Enti pubblici territoriali e Università (D.L.vo 42/2004, art. 114 - Livelli di qualità). Esaminando alcuni capitolati di gare espletate in questi anni per l’affidamento dell’attività didattica si osserva che viene prestata particolare cura nella definizione dei titoli professionali degli operatori didattici e che la qualificazione professionale degli addetti costituisce uno dei punti fondamentali per l’aggiudicazione della gara. Anzi, la Soprintendenza Archeologica di Pompei nel Disciplinare di Gara per la procedura di pubblico incanto per la gestione del servizio di guida e assistenza didattica, bandita nel dicembre 2004, ha posto addirittura quale “requisito indispensabile per la partecipazione alla gara” il possesso da parte degli operatori del diploma di “Laurea in Lettere classiche con indirizzo archeologico, Laurea in Conservazione dei Beni culturali con indirizzo archeologico o, infine, Laurea specialistica in discipline archeologiche, per quanti abbiano intrapreso gli studi universitari nell’ambito del nuovo ordinamento; in tutti i casi il curriculum di studi deve essere di tipo archeologico-classico”. Accanto ai titoli di studio costituisce requisito oggetto di punteggio anche l’esperienza maturata dagli operatori nel settore didattico, esperienza che deve essere comprovata da idonee certificazioni. Anche i risultati dell’indagine condotta nel 2001 dal Gruppo di Lavoro sui Servizi educativi della Regione Lombardia indicano che le modalità di gestione del Servizio Educativo nei Musei Lombardi possono essere di diversa natura: prevale sicuramente il modello della gestione diretta da parte del Museo, ma una quota significativa è affidata in esterno, mediante convenzione o gara. Nel caso di affidamento esterno è emerso che il parametro economico non deve essere quello prioritario ma che rappresentano requisiti fondamentali la competenza nelle varie discipline e le capacità comunicative e didattiche degli operatori (si veda ad esempio il capitolato del Comune di Milano, che procede ormai dal 1995 all’affidamento della gestione del servizio didattico a terzi mediante gara di appalto, sia per le Civiche Raccolte Archeologiche e Numismatiche sia per le Raccolte d’Arte Applicata ed il Castello29). Inoltre la durata della Convenzione o dell’appalto deve essere tale da consentire la necessaria continuità nell’offerta e nelle attività: alle Civiche Raccolte è di 3 anni mentre la Convenzione stipulata dal Museo di Storia Naturale è di 5 anni; la durata dell’appalto per la Soprintendenza Archeologica di Pompei è invece di 4 anni. 29 AA.VV. s.d., Atti della Quarta Giornata di Studio Musei e servizi educativi in Lombardia. Sistema Standard Qualità, Milano, Museo della Scienza e della Tecnologia, 5 dicembre 2002, pp. 118-130 e in particolare gli artt. 3 e 4. 249 Restano comunque compiti imprescindibili dei Musei la formazione e l’aggiornamento specifico degli operatori del servizio educativo sulle collezioni e sui beni, in relazione all’alta professionalità richiesta. Per quanto riguarda la Valle Camonica, nel corso degli incontri per il presente Piano di Gestione con il “Gruppo di Lavoro Tecnico-scientifico”, in particolare la Sottocommissione per la Didattica, è stata condotta un’analisi su chi opera in campo didattico nella Valle sullo specifico tema dell’arte rupestre e si sono raccolti dati (relativamente agli anni 2002-2004) sui servizi offerti, sui temi trattati, sulla tipologia di approccio (visite guidate, attività sperimentali, attività di laboratorio), sulle strutture e servizi didattici esistenti, sul numero e la qualifica degli addetti, sul numero e la tipologia degli utenti. Ne è emerso innanzitutto che l’attività didattica viene svolta sempre da personale esterno ai Parchi d’Arte Rupestre, non esistendo all’interno dei Parchi “servizi educativi per gli utenti” definiti e strutturati secondo le indicazioni del D.M. 10 maggio 2001 (Ambito VII, Rapporti del Museo con il pubblico e relativi servizi, Accesso al pubblico, Condizioni preliminari di accessibilità e fruibilità, 3 - Servizi speciali per gli utenti). Fa eccezione il Museo Didattico della Riserva, che costituisce il servizio didattico collegato con la Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, gestito con Convenzione, della durata di 6 anni, da una Società privata (la Do.Net), alla quale sono affidati oltre alla didattica anche altri servizi (vigilanza, manutenzione, promozione turistica e accoglienza). Negli altri Parchi l’attività didattica, sia rivolta alle scuole sia a gruppi di adulti o a visitatori isolati, è condotta, senza alcun controllo né indirizzo da parte degli Enti Gestori dei Parchi, da associazioni e gruppi operanti sul territorio. Gli operatori didattici che svolgono la loro attività in Valle (Archeocamuni, Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’uomo”, Do.Net.30, Pro Loco di Capo di Ponte, Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica - Archeodromo e GraffitiPark, Archeopark e, a partire dal 2004, Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali30 CRAAC31) hanno fornito una serie di dati non strutturati (All. 21), dai quali si possono comunque trarre alcuni spunti interessanti che di seguito si riassumono. 17.2.1 Utenza L’analisi della tipologia dei visitatori che utilizzano i servizi didattici e di divulgazione per organizzare la propria visita in Valle Camonica non può prescindere da una valutazione comparata di questi dati con quelli dei Parchi d’Arte Rupestre e, più in generale, dei flussi turistici registrati nella Valle. Anche se le cifre sono state ottenute con modalità non omogenee e per finalità differenti, questa comparazione può permettere di cogliere eventuali linee di tendenza omogenee o discordanze da sottoporre ad ulteriore analisi e verifica. Il quadro che emerge dai dati forniti mostra che tra il 2002 e il 2004 si registra anche presso i servizi didattici della Valle Camonica un calo dei visitatori complessivi, pari al 17%, così come osservato per i Parchi d’Arte Rupestre, dove nello stesso periodo il calo è stato del 24,8%. L’utente principale delle strutture che offrono servizi didattici è naturalmente il pubblico scolastico, che costituisce oltre il 73% del totale dei visitatori (78% nel 2002; 80% nel 2003; 73% nel 2004); il pubblico di adulti è rappresentato per il 12-14% da turisti italiani e solo per il 2-3% da quelli stranieri. Le nazioni indicate sono l’Olanda, il Belgio, la Germania, la Svizzera, la Francia e la Gran Bretagna. Il confronto per il solo 2004 con i dati forniti dalla Provincia di Brescia, Assessorato al Turismo, Ufficio Promozione e Statistica mostra che, rispetto al numero dei turisti stranieri che raggiunge la Valle (133.146 presenze, pari ad un incremento del 10,91% rispetto al 2003), solo una piccola percentuale (2.312 presenze, pari a 1,7%) ricorre a guide locali per visitare i luoghi d’arte. Giova segnalare infine l’attenzione posta dall’Archeopark nei confronti delle Scuole Materne, dei Grest (Gruppi Estivi) e dei porta- La Do.Net opera, tramite Convenzione, all’interno della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo: i dati sulle affluenze sono stati inseriti nei grafici relativi ai Parchi d’Arte Rupestre. 31 Il CRAAC opera prevalentemente presso il Parco Archeologico Nazionale dell’Anfiteatro e Teatro romani di Cividate Camuno. 250 tori di handicap (anche visivo), che ampliano il quadro delle tipologie di utenti; nella voce “gruppi vari” sono compresi gruppi dell’Università Popolare o della Terza Età, che si suppone possano essere presenti anche tra le cifre fornite dalle altre strutture, sebbene il dato non sia stato evidenziato nel corso della raccolta dei questionari. Per quanto concerne in particolare il pubblico scolastico (Istogramma di p. 252) va ribadito che nel corso del 2004 si è verificato in Valle un deciso calo delle affluenze, imputabile all’entrata in vigore del nuovo ordinamento scolastico (Riforma della Scuola: L. 28 marzo 2003, n. 53 e D.L.vo del 19 febbraio 2004, n. 59), che prevede lo studio della preistoria e Affluenze dei visitatori che utilizzano i servizi didattici e di divulgazione in Valle Camonica. Fig. 178. Scolaresche in visita al Parco Comunale di Luine (Darfo Boario Terme, BS). 251 Affluenze dei visitatori presso il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, il Parco Comunale di Luine e la Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Affluenze dei visitatori che utilizzano i servizi didattici e di divulgazione in Valle Camonica, suddivisi per tipologia. delle antiche civiltà limitato alle classi III-V della Scuola Primaria (ex Elementare). Il fenomeno riguarda sia i Parchi d’Arte Rupestre sia le strutture che offrono servizi didattici e di divulgazione: si noti che, comunque, i dati di affluenza non coincidono (–21,6% per le 252 strutture con servizi didattici e –32,8% per i Parchi d’Arte Rupestre), a testimonianza dell’esistenza di scolaresche, ma anche di adulti, che raggiungono la Valle ed utilizzano i servizi didattici ma non visitano i Parchi. Per il Parco Nazionale delle Incisioni Ru- Tipologia dei visitatori del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte e della Riserva Regionale delle Incisioni di Ceto, Cimbergo e Paspardo nel periodo 2002-2004. pestri sono disponibili i dati storici di affluenza dei visitatori, qui sotto sintetizzati in un grafico per gli anni 1971-2003 (p. 254). Questi dati continuano ad essere annualmente raccolti ed elaborati sulla base di diversi parametri (tipologia, età, provenienza dei visitatori, singoli o per gruppi). Pur con le dovute cautele, dettate dalle differenti modalità di registrazione dei dati da parte dei diversi enti, si tratta di valori notevoli: per il solo 2004 si nota in Valle Camonica un calo complessivo dei visitatori nei Parchi di Arte Rupestre di oltre il 20%, a fronte di un aumento delle presenze di turisti in Valle dell’ordine del 6% circa (periodo 20022004). Anche la Valle Camonica è quindi partecipe di quell’anomalia osservata in Italia per i siti UNESCO dove si rileva un aumento complessivo dei visitatori sul territorio diffuso ma un calo nelle aree effettivamente inserite nella Lista del Patrimonio Mondiale (dato segnalato alla III conferenza dei Siti UNESCO Italiani, Torino, 20-22 maggio 2005). 17.2.2 Servizi offerti Tutte le strutture che svolgono attività didattica in Valle offrono un variegato programma di itinerari tematici sull’arte rupestre, operando però talora su singoli Parchi, in particolare il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte, e non su tutti quelli attivi sul territorio. La promozione alle scuole non è limitata a quelle della Valle e della Provincia di Brescia ma, attraverso opuscoli e siti Internet dedicati (si veda a questo proposito il capitolo “Risorse organizzative ed intellettuali” nella Parte seconda del Piano di Gestione e l’All. 22 con la lista dei Links Utili), mira a raggiungere anche istituti didattici dislocati in altre aree ed altre regioni, offrendo programmi differenziati che 253 Affluenza dei visitatori nel Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, Capo di Ponte (1971-2003). impegnano le scuole per più tempo (mezza giornata, una giornata e due o tre giornate). Nel corso degli anni il crescente interesse verso l’archeologia sperimentale, che permette ai bambini (ma non solo) di accostarsi alla conoscenza del mondo antico attraverso il “saper fare”, ha spinto quasi tutte le strutture ad attivare uno o più laboratori presso le proprie sedi o ad allestire spazi idonei. Gli argomenti sviluppati attraverso i laboratori sono soprattutto la simulazione dello scavo archeologico e la produzione metallurgica, ma non mancano altre iniziative come il rilievo delle incisioni, la produzione ceramica, il tiro con l’arco, la filatura e la tessitura, il suono e la danza, etc. Di norma l’attività del laboratorio si affianca alla visita ai Parchi d’Arte Rupestre, impegnando così le scuole a trascorrere in Valle tutta la giornata; peraltro solo una piccola parte delle scolaresche (circa il 3%) soggiorna in Valle per più giorni. Accanto alle visite dedicate all’arte rupestre, che rappresentano circa il 90%, tutte le strutture didattiche, per offrire ai fruitori proposte più articolate, hanno attivato nel corso degli anni anche percorsi naturalistici e/o itinerari alla scoperta delle bellezze storico-artistiche diffuse in Valle. 254 Degno di nota è il crescente interesse verso le testimonianze di epoca storica, e in particolare di età romana, con un incremento del 7% tra il 2002 ed il 2004, da imputare senza dubbio alla valorizzazione del Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica ed alla recente apertura del Parco Archeologico del Teatro e dell’Anfiteatro romano, ambedue a Cividate Camuno. All’interno del quadro delineato, un posto particolare è senza dubbio occupato dall’Archeopark che, da solo, registra nel triennio in esame in media il 49% di tutte le visite in Valle effettuate da strutture didattiche (45% nel 2002; 48% nel 2003 e 55% nel 2004) ed è l’unico ad aver subìto un contenuto calo dei visitatori: ad un aumento del 3,6% tra 2002 e 2003 segue infatti un decremento del 2,4% tra 2003 e 2004. Questi dati sono verosimilmente da attribuire da un lato al fascino offerto dalla ricostruzione degli ambienti in cui visse l’uomo preistorico e dalla possibilità di sperimentarne alcune attività e dall’altro all’efficacia della promozione, che in questo caso risulta particolarmente estesa e funzionale. Accanto alle forme di promozione tradizionale e all’impiego del sito Internet (strumento che offre ampia visibilità e che peraltro è utilizzato anche dalle altre strut- Strutture didattiche e di divulgazione: confronto tra le affluenze e le presenze per più giorni. ture operanti in Valle), sono stati adottati anche il passaggio su riviste dedicate ai ragazzi in abbinamento a sconti e promozioni e il collegamento con altre strutture didattiche non della Valle (ad esempio l’Associazione Didattica Museale che opera a Milano al Museo di Storia Naturale), per offrire progetti didattici comuni. Inoltre, ad oggi, l’Archeopark è l’unica struttura che dispone di cartelloni pubblicitari lungo la Strada Statale 42, già a partire dall’altezza di Trescore Balneario (BG). A fronte di tutto questo va però messo in evi- denza che, ad un esame dettagliato del programma didattico offerto alle Scuole Primarie dall’Archeopark, la visita ad uno dei Parchi d’Arte Rupestre (a scelta tra il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte, il Parco Comunale di Luine e l’area di SeradinaBedolina) compare nel programma di visita di un giorno come una “alternativa” pomeridiana ai laboratori didattici offerti dalla struttura. La visita al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte o all’area di Seradina-Bedolina è inserita nel programma di uno e di Strutture didattiche e di divulgazione: presenze di visitatori secondo le varie tipologie di itinerari. 255 due giornate, sebbene esista anche la possibilità di trascorrere due intere giornate all’Archeopark, visitando soltanto le strutture didattiche dell’area senza uscite sul territorio. 17.2.3 Numero degli addetti alle attività didattiche e qualificazione Le strutture didattiche si avvalgono di un numero variabile di operatori: da un minimo di 6 ad un massimo di 30, con una media di 1415. L’indotto complessivo è di 86 persone ma a questo dato devono essere aggiunti altri 8-12 operatori della Do.Net, i cui dati di affluenza sono stati riportati nell’analisi dei Parchi alla voce Riserva Regionale, dal momento che tale struttura svolge l’attività didattica per conto della Riserva tramite apposita Convenzione. L’attività didattica svolta con le scuole e i gruppi dalla Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo” e, a partire dal 2004, anche dal Centro Ricerche Antropologiche Alpi CentraliCRAAC, rappresenta soltanto uno dei settori di intervento delle due strutture accanto alla ricerca scientifica, anche con campagne di rilevamento sul territorio, e all’organizzazione di mostre e convegni, e non si configura come in altri casi, quale attività principale o esclusiva. Il lavoro degli operatori non è continuativo nel corso dell’anno ma risulta concentrato nei mesi autunnali e primaverili, quando le scuole effettuano le “uscite” sul territorio, e legato al clima. Il problema della variabilità del clima e della conseguente necessità di offrire un riparo ai ragazzi in caso di pioggia è stato in parte risolto con l’attivazione dei laboratori didattici, che permettono di “trasferire” al coperto almeno una parte delle attività didattiche e di evitare così la rinuncia alla visita da parte delle scuole. Per quanto riguarda poi il fenomeno del basso numero di turisti stranieri, esso potrebbe indicare sia una scarsa attività da parte degli operatori didattici nel corso dell’estate sia una limitata propensione dei turisti adulti ad avvalersi di esperti per visitare i luoghi d’arte, motivata in parte anche dalla scarsa visibilità delle strutture didattiche stesse. Gli operatori didattici solo in pochi casi possiedono il Diploma di Laurea con indirizzo archeologico e/o l’abilitazione a guida turistica (ai sensi della L.R. n. 65 del 10 dicembre 256 1986, funzione poi delegata alle province con la L.R. n. 1 del 5 gennaio 2000, art. 44), ma hanno comunque seguito corsi di aggiornamento sull’arte rupestre e di comunicazione didattica svolti dai responsabili delle medesime strutture e/o corsi FSE (Fondo Sociale Europeo) per Addetti al Turismo Culturale, con preparazione specifica per l’accoglienza delle scuole e l’attivazione di progetti didattici. 17.2.4 Materiale didattico-divulgativo ed editoria specifica Anche in questo caso tutte le strutture didattiche e divulgative che operano in Valle Camonica dispongono di materiale didattico proprio, costituito da opuscoli per l’approfondimento delle tematiche affrontate nel corso degli incontri e da schede di verifica per i ragazzi. 17.3 Piani di intervento per la didattica e la divulgazione Al termine di questa analisi si propongono qui di seguito alcuni Piani di intervento per la didattica e la divulgazione, che inevitabilmente si intrecciano con altri Piani di valorizzazione del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, in particolare con quello degli Interventi sulle strutture, con il Piano del coinvolgimento delle comunità locali, con il Piano della Formazione, con il Piano della accoglienza del turismo culturale e con quello del Marketing territoriale. Si deve innanzitutto sottolineare che, pur riconoscendo il valore didattico delle suggestive riproduzioni frutto dell’archeologia sperimentale diffuse in Valle Camonica, si ritiene di fondamentale importanza per il presente Piano di Gestione riaccostare il visitatore alla conoscenza diretta del Bene Culturale, e quindi dei Parchi d’Arte Rupestre, punto di partenza imprescindibile per qualsiasi ricostruzione storica. Fa riflettere il confronto dei dati delle affluenze turistiche all’Archeopark con quelli del vicino Parco Comunale di Luine (Istogramma a pag. 257), anche se per quest’ultimo va forse segnalata la mancanza di una accurata registrazione dei visitatori. Il dato appare ancora più stridente se a questi valori si aggiungono le cifre dello IAT (Informazione Accoglienza Turi- stica) di Darfo Boario Terme sulle presenze del turismo che, in questo centro, è essenzialmente di tipo termale. È auspicabile quindi che tale divario venga almeno in parte colmato da un più stretto legame tra l’Archeopark ed il Parco Comunale di Luine e dall’attuazione delle misure previste per il Parco nel Piano di intervento per l’adeguamento e la valorizzazione dei Parchi d’Arte Rupestre (Parte terza del Piano di Gestione, p. 191). Tra gli interventi che potrebbero incentivare il turismo al Parco Comunale di Luine si segnalano il restauro delle rocce incise (da cui deriverebbe una loro migliore leggibilità), il potenziamento degli apparati didascalici, la realizzazione di un adeguato sistema di illuminazione per visite notturne, da effettuare soprattutto nel periodo estivo per attirare i turisti delle terme, ed il collegamento tematico con il Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro, dove esistono altre importanti aree con arte rupestre (la località Monticolo di Darfo Boario Terme e la località Sorline di Angolo Terme, per le quali sono previsti a medio termine interventi di valorizzazione). 17.3.1 Qualificazione professionale degli operatori didattici per il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” Secondo la riforma del sistema scolastico in atto in Italia, le scuole primarie e secondarie dovranno intrattenere relazioni più strette con il territorio e con le sue risorse culturali, intro- ducendo i Musei nel percorso educativo, anche attraverso una serie di esperienze formative (Legge 28 marzo 2003, n. 53 e D.L.vo del 19 febbraio 2004, n. 59). Le novità del mondo della scuola e la crescita del settore della didattica museale, oltre che un prevedibile aumento di interesse del turismo culturale per il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” a seguito delle azioni messe in atto dal presente Piano di Gestione, rendono indispensabile per gli operatori didattici che operano in Valle Camonica aggiornare la propria formazione, per adeguarsi alle esigenze del mercato e poter offrire un servizio qualificato all’utenza. Al tempo stesso è opportuno prevedere in futuro l’organizzazione periodica, con cadenza annuale, di corsi di preparazione per operatori didattici, al fine di rispondere in modo adeguato alle richieste, secondo le indicazioni che emergeranno dal monitoraggio del sito sulla tipologia dei visitatori (quantità, provenienza, età, attese, etc.). Risulta pertanto urgente e prioritaria la qualificazione del personale, che per comodità suddivideremo in due categorie: a) personale già operante nel campo della didattica da almeno due anni in Valle Camonica, con prestazioni continuative sul tema dell’arte rupestre, documentate dal curriculum vitae; a) personale intenzionato a dedicarsi alla professione e dotato dei requisiti di base (titolo di studio: Diploma di Laurea in Lettere con indirizzo archeologico, in Conservazione dei Beni culturali con indirizzo archeologi- Flusso dei visitatori all’Archeopark ed al Parco Comunale di Luine anni 2002-2004. 257 Presenze turistiche a Darfo Boario Terme e visite all’Archeopark ed al Parco Comunale di Luine anni 2003-2004. co o, infine, Diploma di Laurea specialistica in discipline archeologiche, per quanti abbiano intrapreso gli studi universitari nell’ambito del nuovo ordinamento, Storia dell’Arte, Architettura). Per quanto riguarda il personale di cui al punto a), esso dovrà conseguire, entro tre anni dalla conclusione del Piano di Gestione (2006-2008), gli standard minimi di qualificazione (se non ne dispone già), attraverso la partecipazione ad un corso di aggiornamento a ciò espressamente dedicato, sopra descritto. Inoltre si prevede di avviare un Tavolo di discussione con la Regione e le Province, che permetta di riconoscere la figura della Guida Turistica Specialistica legata ai Sistemi Turistici tematici. Per il Sistema Turistico della Valle Camonica, ancora da definire, questa figura dovrebbe essere strettamente connessa all’arte rupestre, patrimonio che trova in Valle Camonica la sua espressione più caratteristica tanto da essere inserito dall’UNESCO nella World Heritage List. Infine, per l’aggiornamento costante degli operatori e delle guide già formate saranno predisposti, con cadenza annuale, corsi o seminari che permettano di conoscere i risultati delle più recenti ricerche archeologiche, storiche e naturalistiche condotte in Valle, in modo che possa poi essere offerto ai visitatori un quadro storico-culturale sempre aggiornato. 258 17.3.2 Predisposizione di centri di accoglienza e didattica in Valle Camonica e nei Parchi d’Arte Rupestre Come proposto nel Piano della accoglienza del turismo culturale, saranno predisposti in Valle Centri di Accoglienza per fornire informazioni alle diverse tipologie di fruitori: scuole, turisti italiani e stranieri, per i quali sarà realizzato materiale in lingua inglese e tedesca. All’interno dei Parchi d’Arte Rupestre, ove non già presenti, si ritiene opportuno approntare spazi dedicati all’attività didattica, intesi come aula didattica/di accoglienza dei visitatori, accompagnati dagli operatori e/o laboratorio, il cui uso sarà soggetto a regolamentazione da parte degli Enti gestori. 17.3.3 Adeguamento degli apparati didattici dei Parchi d’Arte Rupestre Nel Piano di Intervento sulle strutture è stato dato largo spazio agli interventi per l’adeguamento e la valorizzazione dei Parchi d’Arte Rupestre (Parte terza, 1.2 Adeguamento espositivo, pp. 190-194), che al momento risultano disomogenei anche per quanto concerne gli apparati didattici, informativi e di accoglienza del pubblico. Nel suddetto Piano sono state quindi individuate per ciascuno dei sette Parchi le azioni da attuare per migliorarne l’acces- sibilità e la fruizione. Un ulteriore punto di riferimento per orientare i visitatori alla scoperta dei numerosi siti archeologici della Valle sarà in futuro rappresentato dal Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica a Capo di Ponte, del quale è prevista l’apertura nel 2008 (Parte terza, pp. 194-198). Accanto agli spazi espositivi, che si articoleranno su una superficie di oltre 2000 mq, ed agli uffici sono previsti spazi per ospitare eventi ed attività didattiche e divulgative (una sala per mostre temporanee e conferenze ed una sala multimediale). 17.3.4 Analisi dell’utenza dei Parchi d’Arte Rupestre Per poter monitorare e valutare con parametri omogenei gli interventi di valorizzazione e di promozione dell’arte rupestre del sito UNESCO n. 94 sarà realizzato un apposito questionario da distribuire, in momenti precisi e concordati a priori, nei Parchi d’Arte Rupestre, nei Musei Nazionali attivi in Valle, nei Musei Civici e Privati, nei luoghi d’arte, nei Centri di Accoglienza e nelle strutture didattiche e ricettive. Il questionario dovrà essere rivolto non solo ai turisti italiani ma anche a quelli stranieri e quindi dovrà essere reso disponibile almeno in lingua inglese. Lo scopo è quello di acquisire elementi conoscitivi sulla tipologia del “pubblico” ed il grado di soddisfazione, per poter elaborare strategie di intervento promozionale efficaci. 17.3.5 Progetti didattici per le scuole e i giovani residenti in Valle Camonica Uno dei temi fondamentali del Piano di Gestione è il recupero dell’identità culturale da parte delle popolazioni locali e, in particolare, delle nuove generazioni, alle quali spetta il compito di acquisire la consapevolezza dell’importanza del valore culturale e storico del Patrimonio di arte rupestre della Valle Camonica. Nel Piano di coinvolgimento delle comunità locali (Parte terza) sono stati pertanto proposti alcuni progetti che coinvolgono i giovani residenti, dalla scuola primaria alla secondaria e fino all’Università, per approfondire la conoscenza delle antiche popolazioni della Valle attraverso il contatto diretto con il Bene Culturale e cioè con le rocce incise. Fig. 179. Home page del sito www.etwinning.net, iniziativa promossa dalla Comunità Europea e volta ad “incoraggiare il gemellaggio tra scuole in Europa attraverso l’uso di Internet”. I progetti, descritti in dettaglio nella Parte quarta, Piano di coinvolgimento delle comunità locali e Piano del Marketing territoriale, sono: • Adotta una Roccia (All. 14) che, sul modello dell’iniziativa “Un monumento da adottare”, vuole sensibilizzare i giovani nei confronti del patrimonio di arte rupestre camuno; • “eTwinning”, iniziativa promossa dalla Comunità Europea e volta ad “incoraggiare il gemellaggio tra scuole in Europa attraverso l’uso di Internet” (Fig. 179); • partecipazione alla Rete Nazionale Italiana delle Scuole Associate all’UNESCO, per coinvolgere le scuole della Valle ai progetti internazionali e nazionali (sia su temi di ambito culturale sia di argomento naturalistico e sociale); • bando per sostenere la frequenza di studenti camuni, di età compresa tra i 15 e 25 anni, a campagne di ricerca di siti archeologici, preventivamente autorizzate dai competenti organi di tutela ai sensi della vigente legislazione (D.L.vo n. 42/2004) (All. 15). Il Bando è stato emanato dalla Comunità Montana di Valle Camonica per il 2005 e, verificati i risultati, sarà reiterato nel tempo. 259 Particolare attenzione dovrà essere dedicata alla didattica rivolta alle Scuole Secondarie di II grado (ex Superiori), sicuramente la fascia di età più difficile da accostare ai Parchi e ai Musei. In questo caso si dovranno incentivare programmi come quelli promossi dal Centro Coordinamento Servizi Scolastici della Valle Camonica (C.C.S.S.), tra i quali si evidenzia il progetto del Liceo di Breno che ha realizzato un CDROM sul Parco del Teatro e Anfiteatro romano di Cividate Camuno. Per i ragazzi dell’ultimo anno, che si affacciano al mondo del lavoro, potrebbe essere interessante illustrare in una sorta di “dietro le quinte” le diverse professionalità impegnate all’interno dei Parchi, descrivendone competenze e qualifiche nei settori della manutenzione, della conservazione e del restauro, della catalogazione, della promozione e della didattica, della direzione. 17.3.6 Progetti didattici per le scuole e i giovani non residenti in Valle Camonica Si suggeriscono qui di seguito alcune iniziative rivolte alle scuole, anche straniere, per offrire ai ragazzi momenti di incontro su temi di carattere ambientale e culturale: • sul modello dell’iniziativa “Scuola Natura” potrebbe essere realizzata in Valle Camonica l’iniziativa Scuola-Archeologia-Natura, rivolta in particolare agli studenti delle Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di I grado. Nel corso di un soggiorno di studio di una settimana saranno offerti itinerari didattici di argomento archeologico, storico e naturalistico, alla scoperta del ricco patrimonio della Valle. • per le Scuole Secondarie di II grado potrebbero essere istituiti scambi culturali attraverso convenzioni pluriennali con istituti scolastici di altre regioni d’Italia e di nazioni europee, in particolare quelle del circuito dell’arte rupestre (Francia, Spagna, Portogallo, etc.). Durante questi scambi culturali, della durata di una settimana, si dovranno prevedere visite guidate ai Parchi d’Arte Rupestre, attività, scambi di materiale, momenti di illustrazione dei reciproci territori per scoprire analogie e differenze. Potranno essere presi come riferimento i Progetti Scolastici europei Arion e Comenius. 260 17.3.7 Corsi di formazione per gli insegnanti Accanto ai progetti per il coinvolgimento dei ragazzi si ritiene fondamentale attivare anche corsi di formazione rivolti agli insegnanti, sui temi dell’archeologia, dell’arte rupestre e della storia dell’arte in Valle Camonica. I corsi, destinati ai docenti sia della Valle Camonica sia della Provincia di Brescia, saranno realizzati in stretto collegamento con l’Ufficio Scolastico Regionale e con il Centro Coordinamento Servizi Scolastici della Valle Camonica (C.C.S.S.). 17.3.8 Visitatori di età prescolare Una delle fasce di età da accostare all’arte rupestre è senza dubbio quella di età prescolare, per la quale solo di recente in Valle sono stati elaboratori alcuni percorsi. Si tratta di un segmento di utenza difficile da gestire perché i processi cognitivi di “costruzione del tempo” non sono ancora acquisiti ma, rispetto agli adolescenti, i bambini percepiscono in modo totale l’esperienza della quale sono protagonisti. Analogamente a quanto viene realizzato in diversi Musei italiani e stranieri, sia archeologici sia storico-artistici, si può quindi istituire un primo contatto tra il bambino, le immagini e le tecniche utilizzate dall’arte rupestre sotto forma di gioco, senza collocarle in una dimensione temporale. Formule del tipo “Caccia al Tesoro” all’interno dei Parchi, per ricercare le raffigurazioni più ricorrenti o più strane (“Occhio all’immagine”), possono costituire una divertente esperienza e permettere ai bambini di capire quali erano le figure umane e animali più frequentemente incise sulle rocce e perché. In questo caso l’abbinamento della visita ad un laboratorio sulle tecniche di incisione e di pittura, anch’esse presenti in Valle, rappresenta un’occasione per rielaborare quanto scoperto nel corso della visita e per sviluppare l’abilità manuale. 17.3.9 Divulgazione per gli adulti I destinatari dei servizi educativi e anche delle strutture che svolgono attività didattica e divulgativa non sono soltanto le scuole di ogni ordine e grado ma anche gli adulti – italiani e stranieri –, siano essi singoli individui o nuclei familiari o gruppi di varia tipologia (ad esempio le associazioni culturali o per il tempo libero e le università per la Terza Età). Per tutta questa vasta gamma di segmenti di utenza si dovranno studiare adeguate formule per incentivarne l’arrivo in Valle e la visita ai Parchi d’Arte Rupestre, anche attraverso la partecipazione ad appuntamenti ormai consolidati quali la Settimana della Cultura, le Giornate del Patrimonio Culturale Europeo (“European Heritage Days”), le Giornate Europee dei Parchi e le Giornate del Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI), come illustrato più in dettaglio nel Piano di coinvolgimento delle comunità locali. Per i ragazzi e le famiglie potrebbero essere istituite “Le giornate della Preistoria”, con cadenza annuale, abbinando la visita nei Parchi d’Arte Rupestre e presso i contesti archeologici alla scoperta dell’archeologia sperimentale. 17.3.10 Divulgazione per i disabili Negli ultimi anni in Italia è cresciuta l’attenzione verso l’integrazione dei disabili in tutti gli ambiti ed anche nel settore dei beni culturali ed ambientali. Anche nel presente Piano di Gestione si è voluto dare ampio spazio alla fruizione dei Parchi d’Arte Rupestre da parte dei portatori di handicap, raccomandando la predisposizione di ogni idonea dotazione per l’accesso ai disabili motori e visivi nell’adeguamento espositivo dei Parchi già esistenti e nell’ambito dell’allestimento dei nuovi Parchi e dei siti archeologici. Per quanto riguarda i portatori di handicap visivo si ricorda che, nel caso dei Parchi Nazionali, è disponibile un sito Internet ufficiale, consultabile all’indirizzo www.soprintendenzaarcheologica.lombardia.it/parchivalcamonica, per il quale è stata realizzata una apposita sezione dedicata ai non vedenti. Inoltre presso il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte è disponibile una copia in codice Braille dei testi dei pannelli didattici esposti nel Parco. È prevista inoltre la realizzazione di un percorso tattile al Parco Nazionale dei Massi di Cemmo e di un percorso di visita per disabili motori e visivi nell’area di Dos Sottolaiolo, all’interno della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Per le visite destinate ai portatori di handicap visivo si prevede di organizzare incontri per gli operatori didattici della Valle con esperti in didattica per non vedenti ed ipovedenti, nei quali illustrare come accogliere i visitatori disabili e descrivere loro in modo idoneo i percorsi tattili. 17.3.11 Divulgazione per stranieri Per incentivare i turisti stranieri a visitare la Valle Camonica è indispensabile che tutti coloro che operano nei vari settori dell’offerta turistica, e tanto più le guide e gli operatori delle strutture di didattica e di divulgazione, siano in grado di trasmettere con incisività le loro conoscenze e promuovere il prodotto “Valle Camonica”. Risulta pertanto fondamentale che vengano realizzati in Valle corsi di lingue destinati agli operatori culturali ed agli operatori turistici. Inoltre dovrà essere predisposto materiale informativo da distribuire presso i Centri di Accoglienza, gli alberghi, i ristoranti e i luoghi di grande aggregazione (si veda a questo proposito anche il Piano di Marketing territoriale). 17.3.12. Editoria L’editoria rappresenta indubbiamente uno strumento di grande impatto per la diffusione, in ambito nazionale ed internazionale, della conoscenza del patrimonio di arte rupestre della Valle Camonica. È opportuno in questa sede distinguere comunque i diversi tipi di editoria che sono naturalmente rivolti a target differenti: – editoria scientifica, per la quale si rimanda al Piano dell’editoria scientifica del presente Piano di Gestione (si veda Parte quarta, Piano della ricerca scientifica e tecnologica) – editoria scolastica – editoria divulgativa Nel caso dell’editoria scolastica sembra fondamentale che il Soggetto Responsabile avvii un programma di promozione presso le Case Editrici del settore, per fare sì che l’arte rupestre della Valle Camonica sia a pieno titolo inserita tra gli argomenti trattati nelle pagine de261 dicate alla preistoria ed alla protostoria italiana, sia con immagini sia con apparati testuali adeguati ed aggiornati. Verosimilmente un simile indirizzo editoriale potrebbe suscitare nuova attenzione da parte delle scuole e veicolare nuovi flussi di giovani visitatori in Valle. Per l’editoria divulgativa si dovranno invece individuare con particolare attenzione, sulla base della ricognizione preliminare su quanto finora prodotto e dei dati raccolti sui tipi di utenza, linee di editoria dedicate alle diverse tipologie di fruitori di seguito elencate: 1. editoria per bambini di età pre-scolare, attualmente del tutto mancante (in questo ambito si comprendono anche i giochi); 2. editoria per i ragazzi; 3. editoria divulgativa per il pubblico adulto; 4. prodotti editoriali multimediali. La definizione delle strategie per la creazione di un’editoria divulgativa potrebbe essere affidata ad un Gruppo di Lavoro composto, tra l’altro, dalle strutture didattiche operanti in Valle e da specialisti del settore. Si propone che, su questo argomento, la Sottocommissione per la Didattica si costituisca già partire dall’autunno 2005, per presentare un Piano esecutivo nel 2006. I prodotti dell’editoria divulgativa e quelli di carattere scientifico dovranno necessariamente essere caratterizzati da omogeneità editoriale, per facilitarne il riconoscimento e l’identificazione con il sito UNESCO, ovviamente nel rispetto della specificità della produzione di ogni Centro di Ricerca e Istituzione. Si renderà pertanto indispensabile creare una rete di bookshop, collocati in punti strategici della Valle, per la distribuzione di questi prodotti, così come indicato nel Piano dell’accoglienza del turismo culturale (vedi infra). 18. PIANO DELL’ACCOGLIENZA DEL TURISMO CULTURALE Per quanto riguarda la strategia di gestione del turismo culturale in Valle Camonica, il presente Piano di Gestione intende riferirsi ai principi adottati nell’ottobre 1999 dall’ICOMOS (International Council of Monuments and Sites), durante la 12ª Assemblea Generale 262 in Messico. In quella sede venne elaborato un documento di riferimento, l’International Cultural Tourism Charter, nel quale vennero enunciati i principi-guida per un turismo sostenibile, in grado di raggiungere un adeguato equilibrio tra la conservazione del sito e lo sviluppo turistico del territorio. Inoltre il Piano di Gestione per l’arte rupestre della Valle Camonica si riferisce alla L.R. n. 8 del 14 aprile 2004 “Norme per il turismo in Lombardia”, con la quale la Regione Lombardia ha recepito in parte le indicazioni dell’art. 5 della Legge n. 135/2001, che individua nei Sistemi Turistici Locali (STL) un modello per valorizzare le risorse di ambiti territoriali omogenei e per organizzare un’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche attraverso la creazione di forme associative tra soggetti pubblici e privati. Nello specifico, la Regione Lombardia non ha richiamato espressamente il principio dell’art. 5 sui Sistemi Turistici Locali ma ha istituito Sistemi Turistici che ne seguono le basi. Il quadro delineato per il turismo in Valle Camonica appare estremamente ricco anche se risorse e potenzialità risultano distribuite in maniera non omogenea all’interno delle tre sub-aree (Bassa, Media e Alta) in cui è suddivisa la Valle. Tra queste, la Media Valle è l’area che si distingue per l’alta densità dei Parchi d’Arte Rupestre (quattro parchi su sette: Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo a Capo di Ponte; Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, Capo di Ponte; Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo) e per la presenza del Museo Archeologico Nazionale della Preistoria della Valle Camonica (in corso di realizzazione a Capo di Ponte), fattori che creano su entrambi i versanti due ampi poli d’attrazione turistica. Inoltre questa sub-area si caratterizza per la presenza di un alto numero di strutture didattiche rivolte al pubblico scolastico (cinque su sei: Associazione Pro Loco, Archeocamuni, Archeodromo, Parco tematico Museo Giardino Alpino-Graffitipark a Capo di Ponte e Do.Net a Ceto) e perché qui hanno sede quattro dei cinque Istituti di Ricerca per lo studio dell’arte rupestre della Valle Camonica e dell’arco alpino (il Centro Camuno di Studi Preistorici ed il Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica a Capo di Ponte, la Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo” a Cerveno e il Dipartimento Valcamonica e Lombardia a Niardo). Appare però evidente che, per accogliere e distribuire in modo omogeneo l’afflusso di turisti su tutta la Valle, che pure presenta anche nelle altre sub-aree punti di eccellenza come il Parco Comunale di Luine (inserito nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro), è necessario che il Piano dell’accoglienza del turismo culturale tenga conto di tutte e tre le sub-aree. È inoltre un dato di fatto, sostenuto dai dati statistici dei visitatori, che, nella comune visione, l’arte rupestre della Valle Camonica si associ in particolare ad un solo comune e che in ogni caso non si conosca l’intera offerta nemmeno di quel singolo comune. Si individua di conseguenza la necessità di: • accogliere i turisti e facilitare il loro primo approccio all’argomento con la segnalazione della dislocazione lungo tutta la Valle del grande patrimonio di arte rupestre. L’identificazione con icone di aree, siti e parchi servirà da invito ad approfondire la conoscenza non solo delle diverse tipologie di incisioni e delle diverse epoche storiche che esse rappresentano, ma anche della molteplicità delle risorse ambientali e delle attrattive turistiche che le varie località offrono. Si intende, in sintesi, evidenziare la fattibilità di più itinerari e di diverse chiavi di lettura per scoprire l’arte rupestre e con essa la Valle Camonica attraverso la visita a più Parchi. Per raggiungere questo obiettivo si pensa alla individuazione di apposite aree di accoglienza che potrebbero essere definite “Aree di Benvenuto”, situate alla confluenza in Valle delle strade di accesso ed attrezzate con ampio parcheggio, servizi igienici ed aree gioco. Dette aree individuate in località da definire serviranno inoltre ad identificare l’ingresso nella Valle. Esse saranno di grande impatto, ma perfettamente rispettose dell’ambiente circostante e verranno dotate di cartellonistica fissa adeguata, con icone e foto a colori indicanti la dislocazione di parchi, musei, uffici turistici e servizi utili. Si potrebbe inoltre proporre la presenza di postazioni di consultazione digitali con immagini e con le principali informazioni utili: orari di apertura e modalità d’accesso ai Parchi, prezzi d’ingresso, etc. Per accogliere, suggerire e fornire le stesse informazioni agli ospiti delle principali località turistiche valligiane, quali per esempio Boario e Angolo Terme, Edolo, Borno, Ponte di Legno e Montecampione o a coloro che raggiungano la Valle in treno, la cartellonistica di cui sopra potrebbe essere posta anche in dette località e in alcune stazioni ferroviarie. • realizzare, in ognuna delle tre sub aree, un Centro di Accoglienza – o Centro di Servizi – per i Turisti, con una sezione dedicata specificamente all’Arte Rupestre, che sia collocato in posizione strategica e “messo in rete” con gli altri. Il successo di questa iniziativa dipenderà infatti in gran parte dal livello di interazione e collaborazione che i Centri metteranno in atto. I Centri dovranno offrire al turista, italiano e straniero, tutte le informazioni sulle visite ai siti di arte rupestre, sulle diverse offerte di turismo culturale e naturalistico in Valle, sui collegamenti con la rete viaria e dei trasporti locali e regionali. Il servizio di accoglienza ed informazione turistica in Valle Camonica è svolto dagli IAT (Informazione Accoglienza Turistica) presenti sul territorio, sotto varie forme giuridiche e denominazioni, fin dagli anni ’30 nei Comuni di Darfo Boario Terme, Edolo e Pontedilegno. Il ruolo loro assegnato in particolare dalla Legge Regionale n. 28/86 è stato riconfermato dalla Legge n. 8 del 2004 “Norme per il turismo in Lombardia”. Essi pertanto sono qualificati a svolgere il compito di centro di accoglienza individuato in precedenza, che andrà maggiormente qualificato mediante l’aggiornamento del personale e la messa a disposizione del materiale di documentazione e di informazione specifico per l’arte rupestre, la dotazione di strumentazione digitale in rete con i Parchi di Arte Rupestre, i musei, le strutture ricettive, etc. Dall’analisi dei dati dei flussi turistici in Valle Camonica degli ultimi tre anni relativi alle presenze negli esercizi alberghieri ed extralberghieri, emerge che il numero dei visitatori, italiani e stranieri, rappresenta circa il 10% di quelli dell’intera Provincia di Brescia (Istogramma alla pagina seguente). 263 Affluenze turistiche della provincia di Brescia e della Valle Camonica. Dal momento che il potenziale turistico della Valle Camonica risulta comunque notevole, tra gli interventi da attuare per migliorare il livello di fruizione del patrimonio di arte rupestre della Valle Camonica da parte dei turisti sembra essenziale: – migliorare l’accessibilità alla Valle sia per quanto riguarda il trasporto pubblico (ferroviario e autoviario) sia per il traffico privato (si veda il Piano delle accessibilità, anche in relazione all’adeguamento della segnaletica); – razionalizzare gli orari di apertura ed il giorno di chiusura delle aree a Parco, in modo da garantire sempre ai turisti la possibilità di visitare almeno uno o due Parchi in ogni giorno della settimana; – istituire un Biglietto Integrato, per consentire la visita ai Parchi ed ai luoghi d’arte statali e non nella Valle, in collegamento anche con la città di Brescia (All. 23); – incentivare l’offerta turistica abbinando le visite ai siti di arte rupestre ad iniziative di carattere diverso, quali il turismo naturalistico e sportivo, la cultura materiale locale (ad esempio: mostre-mercato, fiere, eventi folkloristici, etc.), la cultura intangibile (eventi legati alla valorizzazione delle tradizioni e degli usi locali); 264 – creare una rete di bookshop che proponga una linea di pubblicazioni caratterizzate da una omogeneità editoriale che ne faciliti il riconoscimento (su ciascuna pubblicazione sarà sempre ben visibile il logo dell’Ente Responsabile del sito). La linea editoriale condivisa riguarda sia le pubblicazioni di tipo divulgativo sia quelle scientifiche, pur rispettando la specifica caratterizzazione che ogni Centro di Ricerca o Istituzione vorrà dare alla propria produzione. Per valutare l’efficacia degli strumenti d’accoglienza, della trasmissione del messaggio culturale e verificare il livello di risposta da parte dei turisti sembra opportuno predisporre un questionario da distribuire sia nei Parchi d’Arte Rupestre sia nei luoghi d’arte della Valle sia nei Centri di Accoglienza sia nelle diverse strutture ricettive. I questionari permetteranno di acquisire dati sulla tipologia dei visitatori (età, titolo di studio, professione, provenienza, durata e modalità del soggiorno in Valle, motivo e fonti della scelta, etc.) e sul grado di apprezzamento dell’offerta culturale e dei servizi annessi. Questi elementi conoscitivi saranno fondamentali per l’elaborazione di strategie di intervento sempre più mirate ed efficaci. 19. PIANO DELLE ATTIVITÀ TIPICHE LOCALI La Valle Camonica è una terra ricca di tradizioni, varie e persistenti, che i valligiani continuano ancora oggi a mantenere vive ed a promuovere con numerose iniziative. Di particolare interesse, perché affonda le sue radici nella storia più antica del territorio, è la lavorazione del ferro, tuttora praticata soprattutto nella Media Valle (si ricordino le fucine-museo di Bienno): si tratta di una attività millenaria praticata già nella protostoria e sviluppata in seguito dai Romani. Ancora oggi a Bienno, importante centro tardo medievale famoso per la lavorazione del ferro, alcune delle moderne aziende artigianali sono dotate di magli ed attrezzature derivanti da quel periodo. A questo tipo di artigianato si aggiungono anche la lavorazione del legno, della pietra, l’antica arte del ricamo e tutte le attività legate alla lavorazione dei prodotti alimentari tipici della zona, che spaziano dai numerosi formaggi (anche di capra e di pecora), al vino ed alle grappe, alle castagne, al miele. Il tema della scultura lignea è particolarmente fecondo in Alta Valle, sia per le numerose opere presenti sia per l’arco di tempo coperto, che va dal XV al XVIII secolo. Si segnalano a questo proposito le iniziative della Comunità Montana di Valle Camonica, che ha realizzato anche in anni recenti (20022003) una serie di progetti a valenza comunitaria per la promozione e lo sviluppo dell’artigianato, dei prodotti tipici e delle risorse naturali della Valle (si veda la Tabella nella Parte II, Cultura materiale: artigianato, prodotti tipici, risorse naturali). Già oggetto di attenzione da parte delle comunità locali, i prodotti enogastronomici e dell’artigianato sono ora proposti in ristoranti, aziende agrituristiche e negozi, con la consapevolezza di prendere parte alla salvaguardia di un importante patrimonio di identità locale ed alla sua divulgazione. Essi devono quindi rientrare a pieno titolo nel marketing del territorio, quale strumento di grande rilevanza per la sua promozione. La loro valenza quale risorsa è duplice, in quanto possono costituire richiamo fondamentale dei flussi turistici che, una volta sul territorio, non mancheranno di apprezzarne le altre risorse storico artistiche e culturali o, come nel nostro caso, possono costituire il valore aggiunto alla proposta culturale offerta dalle incisioni rupestri. Un valore aggiunto che andrà ad integrare i vari Piani di comunicazione, di accoglienza e di marketing, che sarà ampiamente presente nel materiale divulgativo promozionale della Valle oltre ad essere anche associato alle azioni promozionali vere e proprie. Prendendo per esempio in esame l’auspicata presenza di uno stand dell’arte rupestre alle più importanti Fiere e Borse del settore turistico che annualmente si svolgono in Italia ed all’estero, esso dovrà sempre vedere il coinvolgimento del settore enogastronomico e dell’artigianato. Accanto quindi alla distribuzione di materiale ed ai momenti commerciali di vendita di pacchetti da parte degli Operatori Turistici si potranno organizzare degustazioni di prodotti tipici e presentazioni di oggetti di artigianato, che concorreranno notevolmente a creare curiosità e richiamo verso la Valle Camonica. La Provincia di Brescia presenta ogni anno le eccellenze del suo territorio, individuando una serie di partecipazioni alle Fiere di settore (All. 24) e stipulando apposite Convenzioni con gli Operatori Turistici. Sarà cura di un’apposita Commissione nominata all’interno del Gruppo di Lavoro del Piano di Gestione, elaborare un Piano Operativo per pianificare la partecipazione alle Fiere ed alle Borse Turistiche, nazionali ed internazionali, allo scopo di sviluppare un’efficace azione di promozione dell’immagine della “Valle delle Incisioni”. Con l’occasione si prevede di fare comunque riferimento ai Progetti indicati nella Tabella nella Parte II, Cultura materiale: artigianato, prodotti tipici, risorse naturali, sopra già citata. 20. PIANO DEGLI EVENTI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI Iniziative scientifiche e di divulgazione si possono intrecciare non essendo possibile, né augurabile, separare totalmente i due piani, trattandosi di un sito culturale di grande importanza scientifica. Sarà quindi cura degli organizzatori studiare più livelli di presentazione delle iniziative, o manifestazioni complementari, de265 dicate a pubblici e fruitori di età, preparazione culturale e interessi diversi: una mostra didattica a margine di un convegno specialistico, una conferenza divulgativa su un tema impegnativo di ricerca, una visita o un’escursione guidata possono, infatti, far comprendere anche al pubblico non specialista, ai residenti, alle scuole, i risultati e i metodi della ricerca, renderli partecipi di un grande progetto, farne soggetti attenti alla tutela e alla conservazione del sito. In quest’ottica si muovono alcune iniziative, sia periodiche sia dedicate a specifici eventi, programmate nel sito e in parte già citate nel Piano della ricerca scientifica e tecnologica. – – Convegni: – in occasione del Cinquantesimo Anniversario di fondazione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte (19552005), la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia ed il Comune di Capo di Ponte, come accennato al punto 15.3 della Parte terza (Fig. 177), hanno organizzato una serie di iniziative: • “Arte rupestre della Valle Camonica. Storia delle ricerche. Protagonisti, tendenze, prospettive attraverso un secolo”, Convegno dal 6 all’8 ottobre 2005; • Inaugurazione del nuovo Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo e del Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina; • Mostra fotografica “Il bosco dei Graffiti” dedicata all’Archivio Maffessoli (Arte rupestre, personaggi, vicende); • Presentazione del Masso Borno 1, riportato in Valle, con un pannello sull’interpretazione e sul restauro; • Mostra, presso l’Antiquarium del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, sui ritrovamenti archeologici nel Parco e in aree ad esso prossime (Foppe di NadroRiparo 2, Dos dell’Arca, Le Sante, etc.); • Presentazione del sistema di catalogazione informatizzata delle rocce incise (IRWeb); • Apertura notturna del Parco Nazionale con spettacolo di musica; • Ciclo di Incontri, da svolgersi in parte a Capo di Ponte, in parte nei Comuni interessati dai ritrovamenti (autunno-inverno 2005-2006); 266 – – – • Presentazione ufficiale, l’8 ottobre 2005, del Piano di Gestione del sito “Arte Rupestre della Valle Camonica”. “Coppelle e dintorni”, IV Convegno sull’arte schematica non figurativa nell’Arco Alpino, organizzato per il periodo dal 28 al 30 ottobre 2005 dal Dipartimento Valle Camonica e Lombardia a Saviore dell’Adamello. Nel corso del Convegno verranno presentate nuove aree con “arte schematica”, ricerche ed analisi, confronti tra ipotesi e prospettive. Verrà inoltre effettuato un esame delle relazioni con le evidenze archeologiche, spaziando anche oltre l’ambito alpino. Per il 2006, Convegno con i siti UNESCO di arte rupestre per un confronto sulle metodologie, soluzioni tecniche e condivisioni di strategie sulla tutela, conservazione e valorizzazione. Per l’autunno 2006 è prevista l’organizzazione dell’incontro fisso (ogni due anni) Valcamonica Symposium, a cura del Centro Camuno di Studi Preistorici. Per il 2007, Convegno sui problemi della cronologia dell’arte rupestre. Programma da definire. Per il 2009, grandi iniziative di celebrazione dell’arte rupestre in occasione del centenario della scoperta. Programma da definire. Mostre: – Mostra in piazza: “La Valcamonica: la Valle della Preistoria”, esposizione itinerante all’aperto, a presentazione dell’arte rupestre e dei relativi Parchi. La mostra, organizzata dal Centro Camuno di Studi Preistorici è stata realizzata in centri storici, piazze e vie, nei mesi di agosto e settembre 2005; – Mostra: “40.000 anni di arte contemporanea. L’arte rupestre mondiale”, Brescia, 17 dicembre 2005 - 20 febbraio 2006, a cura del Centro Camuno di Studi Preistorici (riedizione). 21. PIANO DEL MARKETING TERRITORIALE 21.1 Obiettivi Promuovere significa attuare una serie di azioni che muovano l’interesse del pubblico verso un determinato prodotto o servizio. Significa raggiungere e coinvolgere il pubblico desiderato ed identificato come ricettivo nei riguardi dell’offerta: il target. Significa far conoscere, divulgare, diffondere, in sintesi sollecitare un bisogno, creare la domanda per la quale la nostra offerta sia la risposta desiderata. Nel caso specifico dell’arte rupestre della Valle Camonica significa stimolare un desiderio di conoscenza, un richiamo a vivere un’esperienza in modo diretto, usufruendo di tutte le risorse messe in campo. È innanzitutto opportuno precisare che prima di parlare di Piano promozionale è indispensabile disporre di un “prodotto e di servizi”, i cui standard di fruizione siano ben definiti ed identificabili. Nulla sarebbe più deleterio di una campagna promozionale che richiamasse attenzione sull’inesistente o sul “non organizzato”. Partendo quindi dal dato di fatto che le diverse realtà facenti parte del patrimonio dell’arte rupestre della Valle Camonica si stanno evolvendo in questo senso, l’obiettivo è quello di comunicare e divulgare, in Italia ed all’estero, l’immagine di questa importante e qualificante risorsa del territorio per catalizzare l’attenzione, attirare visitatori, creare sviluppo socio-economico. Si tratta di formalizzare un messaggio che, partendo dalla sua valenza culturale e scientifica, si diffonda fino a divenire richiamo turistico, conservando tuttavia l’attenzione necessaria alla sua salvaguardia ed all’uso intelligente del territorio circostante. Rispetto al passato si tratta di dare valenza di prodotto turistico di riferimento al patrimonio di arte rupestre, creando una serie di azioni, interazioni e coinvolgimenti tipici delle strategie di marketing, per superare gli ostacoli che ne hanno, fino ad oggi, impedito la divulgazione al grande pubblico. Si tratta di riconoscere in questa unicità uno degli elementi fondamentali per richiamare flussi turistici in Valle Camonica. Nelle azioni da intraprendere si dovrà prioritariamente distinguere tra Comunicazione e Promozione, anche se naturalmente la promozione utilizza la comunicazione come veicolo. Si dovrà distinguere tra comunicazione promozionale in quanto mezzo di divulgazione e comunicazione informativa in quanto mezzo per fornire quegli elementi logistici che facilitano l’accesso e la fruizione e che presuppongono quindi una conoscenza già avvenuta, un messaggio già arrivato. Alcune iniziative saranno rivolte ad aree e settori specifici, altre potranno avere una diffusione generica. Nell’immediato si potrebbe utilizzare come banco di prova il bacino di utenza rappresentato dal Lago d’Iseo e dalle Province di Brescia e Bergamo. Poiché la conoscenza e la consapevolezza del valore di un bene sono alla base della sua promozione, si sottolinea la necessità di creare una consapevolezza diffusa in tutto il territorio, con un’attenzione particolare agli addetti ai lavori e a quanti, in qualsiasi modo, potrebbero avere contatto con gli utenti/ospiti. 21.2 Le azioni promozionali Creazione di un’immagine: marchio-logo-slogan Si individua come prima, indispensabile azione promozionale, la creazione di un’immagine catalizzatrice che identifichi sempre, ovunque e in tutti i fruitori, l’arte rupestre della Valle Camonica. Un concorso d’idee aperto ai grandi nomi della pubblicità italiana e straniera porterebbe a disporre di un’immagine di sicuro valore e potrebbe, a sua volta, essere veicolo promozionale per il risalto che avrebbe sui media e per il coinvolgimento di studi che si misurerebbero, forse per la prima volta, con un prodotto così particolare. A questo proposito si propone un concorso, rivolto a grafici e designer professionisti, per la creazione di un logo per il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, che fa parte delle iniziative legate alla valorizzazione ed alla promozione dell’arte rupestre della Valle Camonica (All. 25). Una volta identificato il logo sarà cura del Soggetto Responsabile del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” elaborare un Regolamento per l’uso e per la concessione del logo stesso. Diffusione di materiale informativo La facilità di reperire materiale ed informazioni è uno degli elementi indispensabili alla promozione. Brochures e documentazioni con immagini ed informazioni utili dovranno raggiungere il più ampio raggio d’azione possibile, a partire dalle località sede dei Parchi di Ar267 te Rupestre. Uffici turistici, alberghi, ristoranti e luoghi di grande aggregazione dovranno vedere la presenza costante di materiale informativo di agevole consultazione e distribuzione. Campagna di diffusione mirata in Italia e/o all’estero Fondamentale è anche la diffusione di materiale promozionale, sia esso cartaceo o digitale, con azioni di spedizione mirata verso i target individuati, che potrebbero essere gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, gli appassionati del settore ma anche circoli culturali, associazioni, club, biblioteche comunali. Diffusioni particolarmente mirate saranno quelle rivolte ai vari livelli dell’organizzazione turistica italiana ed europea: – delegazioni ENIT (ex Ente Nazionale del Turismo, ora Agenzia Nazionale del Turismo), che rappresentano all’estero le risorse turistiche italiane; – Tour Operator che lavorano con l’Italia; – Agenzie di Viaggio; – Media. Educational tours per giornalisti e Tour Operator Sono le classiche azioni che permettono a piccoli gruppi di giornalisti e/o Operatori Turistici di conoscere direttamente i luoghi ed i servizi che si intende promuovere. Nel nostro caso si tratterebbe di invitare i rappresentanti dei media, sia del settore che di quello prettamente turistico, a trascorre qualche giorno alla scoperta dell’arte rupestre della Valle Camonica. Accompagnati da guide esperte, sperimenterebbero di persona il valore scientifico, la fruibilità dei luoghi e il loro grado di attrattiva. Brevi evasioni faranno loro conoscere anche le risorse eno-gastronomiche, il valore ambientale ed il grande patrimonio storico artistico in generale. È infatti indispensabile collocare l’arte rupestre nel suo territorio, con gli elementi di attrazione usualmente ricercati dai turisti. Ospitalità ed assistenza a giornalisti e Tour Operator Si tratta della stessa azione promozionale citata al punto precedente, dalla quale si di268 stingue per il fatto di non scaturire da un invito preciso ma da richieste sollecitate dalla campagna promozionale. Gli uffici ENIT presenti in tutto il mondo raccolgono e trasmettono, tramite la Regione Lombardia, queste domande alle quali si dovranno dare risposte positive anche attraverso accordi e collaborazioni con altri Enti pubblici e singoli privati, per sostenere le spese di ospitalità. Piano di sollecitazione di interesse, particolarmente rivolto alle televisioni nazionali, regionali, locali ed alle radio Si tratta di individuare le trasmissioni televisive di successo che fanno conoscere le belle realtà italiane al grande pubblico e costruire i contatti per eventuali interventi in loco (si citano a titolo esemplificativo programmi quali Sereno Variabile, Linea Verde, Geo & Geo, La Domenica del Villaggio, Mela Verde, etc.). Anche le radio sono veicoli promozionali molto efficaci. Il valore culturale della nostra offerta potrebbe trovare uno sbocco in più trasmissioni. La sua valenza come risorsa turistica potrebbe essere oggetto di trasmissioni che invitano alla visita di località nei fine settimana etc. Anche un solo passaggio come nome, come risposta a domande o come premio per settimane di soggiorno potrebbe costituire un’azione promozionale di grande effetto. Road Show Potrebbe essere individuata una serie di incontri di presentazione dell’arte rupestre della Valle Camonica, costituiti da proiezioni di audiovisivi, relazioni di esperti, diffusione di materiale etc. A questi eventi saranno invitati Enti, Associazioni, Gruppi, Circoli, ma anche gli Agenti di Viaggio delle città ospitanti e la stampa locale. Non dovranno poi mancare installazioni di richiamo. Gli eventi potranno essere svolti, a seconda delle disponibilità finanziarie, in raggi di azione diversi, partendo dall’immediato bacino di utenza costituito dalle Province e dalle Regioni limitrofe. Una variante potrebbe essere costituita da camper promozionali, che si spostano di città in città diffondendo materiale ed organizzando piccoli eventi. Gemellaggi con altre realtà europee per azioni comuni: Francia, Spagna, Inghilterra, Svezia, Norvegia, Portogallo, Irlanda, Malta La presenza di Siti UNESCO con arte rupestre, grotte dipinte e strutture megalitiche in molti paesi europei (All. 26), suggerisce la possibilità di gemellaggi e di azioni comuni di indubbio valore e vantaggio. Eventuali azioni promozionali, siti web, materiale promozionale, eventi condivisi rappresenterebbero un coinvolgimento che, attuando gli indirizzi della Comunità Europea, frazionerebbero i costi, raggiungendo un pubblico molto più vasto ed un’eco internazionale. Creazione di un Tour Europeo dell’Arte Rupestre Si tratta di individuare un itinerario, unico nel suo genere, che colleghi tutti o alcuni dei siti UNESCO dedicati all’arte rupestre (la Valle del Côa in Portogallo, il sito di Tanum in Svezia, le pitture rupestri della Grotta di Altamira in Spagna e le Grotte della Valle del Vézère in Francia), riproponendo le azioni promozionali già identificate ed utilizzando i classici mezzi quali: documentazione, sito web, inserzioni pubblicitarie ma anche convegni, educational tour, etc. Un itinerario che sia identificabile allo stesso modo in tutti i paesi coinvolti (segnaletica e cartellonistica uniforme) e che possa anche usufruire di particolari metodi di biglietteria a tagliandi con validità annuale. È una proposta scaturita dal successo dell’iniziativa del Touring Club Italiano (TCI) per visitare i Tesori d’Italia con premio finale. Nel caso della Valle Camonica potrebbe essere un veicolo di successo anche come pacchetto commerciale per il mercato americano, che si sposta per tour europei. L’interazione con le peculiarità di ciascun territorio potrebbe arricchire anche di altri contenuti l’itinerario, sull’esempio delle strade dei vini e dei sapori. Pacchetti da commercializzare Sono allo stesso tempo strumento ed azione promozionale: un’azione promozionale è infatti limitata, se non supportata da adeguati strumenti che facilitino la fruizione del bene. L’immagine raggiunge facilmente i singoli, che possono autonomamente visitare le strutture ma ha bisogno di essere strutturata in pacchetti quando si rivolga a gruppi o, comunque, vada oltre la breve visita ed intenda farsi esperienza, conoscenza di un territorio. Un pacchetto turistico diventa azione promozionale quando l’imprenditore turistico lo utilizza come veicolo per attirare l’attenzione verso le sue strutture (partecipazione a fiere, pubblicità diretta, etc.). Il pacchetto turistico “Arte Rupestre della Valle Camonica” potrà essere commercializzato singolarmente ma anche essere inserito nelle offerte di altri comprensori turistici di aree limitrofe (Garda, Sebino, Franciacorta, Brescia) o di aree tematicamente omogenee (vedi Tour europeo dell’arte rupestre). Pubblicità dinamica Una volta individuato il logo che caratterizza la Valle, esso potrà essere veicolato e diffuso dai mezzi di trasporto, per dare visibilità e “fissare” il messaggio. Si possono ipotizzare interventi sia in Valle sia in ambito provinciale (da Brescia alla Valle Camonica) sia in un contesto regionale o più ampio, esteso alle principali città dell’Italia Settentrionale. Segnaletica promozionale Sulla scorta di quanto messo in evidenza nel Piano della segnaletica sopra descritto in dettaglio, si propone tra l’altro di posizionare cartelloni raffiguranti il logo individuato e immagini significative della Valle e del suo patrimonio di arte rupestre, sull’esempio di quelli che in Valle d’Aosta segnalano lungo l’autostrada la presenza dei famosi castelli. I cartelloni potranno essere posizionati lungo tutta la Autostrada A4 (Milano-Venezia), che costituisce per accessibilità e per consistenza del traffico un grande mezzo promozionale; questa azione potrebbe essere svolta inoltre anche lungo la Autostrada A21 (Torino-Brescia), altrettanto vicina alla Valle Camonica e che collega province storicamente legate a Brescia, al Lago d’Iseo ed a Darfo Boario Terme. La diffusione dell’immagine e, quindi, del messaggio di richiamo verso l’arte rupestre 269 della Valle Camonica potrà catturare l’attenzione degli utenti di aeroporti quali Orio al Serio (BG), Montichiari (BS), Verona e Milano Linate. Il viaggiatore che transita negli aeroporti ha quasi sempre già scelto una meta, ma la nostra proposta potrà suggerire nuove escursioni e visite. Scambi culturali scolastici Poiché uno dei target di riferimento del prodotto Arte Rupestre rimane in ogni caso la Scuola, la sottoscrizione di Convenzioni con Istituti Scolastici per scambi culturali potrebbe costituire un bacino di utenza sicuro. Queste Convenzioni dovrebbero avere validità pluriennale, proprio per assicurare la continuità dell’interesse. Il raggio di azione sarebbe principalmente l’Italia, ma anche le altre nazioni europee dell’ipotizzato “Circuito dell’Arte Rupestre”. La ricettività potrebbe essere costituita da ospitalità in famiglia ma potrebbe anche usufruire della grande disponibilità di posti-letto durante la bassa stagione. Si raggiungerebbe in questo modo anche lo scopo di destagionalizzare l’affluenza turistica scolastica. Lo scambio culturale, ipotizzabile in una settimana, dovrebbe ovviamente prevedere visite guidate, attività, scambi di materiale, momenti di illustrazione dei reciproci territori, confronti e analogie ma anche essere presupposto alla conoscenza più allargata del territorio. Progetti con il Centro Servizi Amministrativi (ex Provveditorato agli Studi), per promuovere visite guidate con particolare attenzione all’aspetto didattico (schede) Si tratta di individuare progetti che intendano diffondere la conoscenza dell’Arte Rupestre e che non si limitino alle visite guidate ma prevedano incontri preparatori con supporti didattici, materiale audiovisivo, etc. e schede di verifica. Il progetto potrebbe assumere anche la veste di un concorso interdisciplinare a vari livelli. Inserzioni pubblicitarie: media, giornali, riviste specializzate e non, tv, radio Uno dei mezzi più immediati e di maggior efficacia per sollecitare attenzione rimane 270 l’inserzione pubblicitaria. La presenza di un’immagine in maniera ripetuta non fa che accrescerne il valore di attrazione. La diffusione delle riviste di argomento turistico è la prova di come molte scelte di mete di vacanze siano influenzate dalla presenza sulla stampa di settore. I giornali e le riviste, si sa, ricevono continuamente molteplici richieste di attenzione e sono più sensibili a collaborare, pubblicando redazionali e comunicati stampa quando si sia già instaurato un rapporto commerciale. Individuazione di un testimonial reale o anche figurato È noto che per rafforzare l’immagine di un prodotto si cerca di instaurare un legame con un testimonial che lo veicoli attraverso la sua popolarità. Si tratta in questo caso di individuare un personaggio non necessariamente del territorio, ma di sicura popolarità. L’ipotesi del testimonial figurato è relativo alla creazione di una “mascotte” che faccia poi sempre parte della campagna promozionale. Giornale/Rivista La creazione di un giornale o rivista bilingue potrebbe costituire un plusvalore promozionale. Esso dovrebbe tuttavia necessariamente non venire identificato come il “bollettino scientifico”, ma essere redatto in termini di proposta di turismo culturale ed avere quindi una grafica ed un contenuto accattivanti ed essere ricco di immagini. La collaborazione con gli altri siti UNESCO e, quindi, lo scambio di immagini ed informazioni potrebbe rappresentarne la peculiarità, ampliarne il bacino d’utenza e renderlo appetibile anche per la vendita di eventuali spazi pubblicitari. Trattandosi di un mezzo rivolto ad un pubblico generico dovrebbe trovare la più ampia diffusione possibile. News letter È quasi ovvio che le azioni promozionali debbano utilizzare il Web e la formula della news letter darebbe la possibilità di aggiornamenti e comunicazioni in tempo reale nonché di verificare il grado di interesse dell’argomento. Partecipazione a fiere in Italia ed in Europa sia autonomamente sia in collaborazione o all’interno di altri stand L’incontro tra la domanda e l’offerta è mediato, in campo turistico, da momenti di incontro conosciuti come fiere, borse del turismo e work-shop. Nel corso dell’anno sono decine gli appuntamenti sia in Italia sia all’estero: alcuni di essi sono specificatamente dedicati ad un settore o ad una nicchia di turismo. Il turismo culturale, al quale si ascrive l’arte rupestre, è un argomento diffuso. Tra le numerose Borse Turistiche figura anche quella specifica del Turismo Archeologico di Paestum (Salerno) (Fig. 180). Essere presenti a queste fiere significa divulgare il messaggio ad un pubblico pronto alla sua ricezione, preparato ed attento. Significa anche partecipare a confronti con altre realtà nazionali ed estere, instaurare rapporti e collaborazioni. La partecipazione potrebbe avvenire con uno stand proprio e quindi installazioni, materiale ed eventi gestiti individualmente o all’interno degli stand istituzionali di ENIT, Regione, Provincia o altre organizzazioni, con la condivisione dei costi. • • • • • • • • 21.3 Gli strumenti Per raggiungere gli obiettivi prefissati è indispensabili essere dotati degli strumenti necessari. Lo strumento principe di un’azione promozionale efficace potrebbe essere la figura di un coordinatore di tutte le attività, responsabile del marketing che funga anche da addetto stampa. Una figura professionale che, attraverso lo stretto contatto con tutte le realtà coinvolte, diffonda l’immagine e divulghi ogni azione intrapresa. Non sembri eccessiva questa necessità perché il vissuto degli anni trascorsi ha proprio evidenziato che, anche a fronte di importanti iniziative, è sempre mancata la comunicazione al grande pubblico, rendendo vani anche gli enormi sforzi di pochi. Altri strumenti fondamentali per il raggiungimento di risultati apprezzabili potrebbero essere rappresentati da: • predisposizione di un archivio fotografico, anche in formato digitale, con acquisizione di diritti di diffusione e di riproduzione delle immagini. È utile ricordare che, fino • • a poco tempo fa, stampa e televisione hanno incontrato, in questo campo, non poche difficoltà e che ciò non ha certamente contribuito alla diffusione dell’immagine dell’arte rupestre. Il superamento di queste difficoltà, con la predisposizione di un determinato e selezionato numero di immagini disponibili in tempo reale, costituirebbe una potenzialità oggettiva alla promozione; ideazione e messa on-line di un adeguato sito Web, nella creazione del quale sarà fondamentale prestare particolare attenzione alle effettive posizioni nei motori di ricerca; stampa di materiale promozionale cartaceo, anche in più lingue straniere; realizzazione di materiale promozionale su supporto informatico, anche in più lingue straniere; predisposizione di un allestimento d’immagine per la partecipazione a fiere ed eventi; installazioni; produzione di gadgets; acquisizione di una mailing-list di Media e di Tour Operator qualificati, italiani e stranieri; acquisizione di indagini di mercato e tendenze, attraverso questionari ed analisi della domanda specifica, da parte di studi di ricerca e delle delegazioni ENIT; acquisizione di dati statistici del flusso turistico, elaborati in funzione promozionale e suddivisi per aree omogenee; creazione di contatti e di Convenzioni. 21.4 La tempistica Le azioni e gli interventi potranno avere luogo, di massima, in due fasi. Priorità assoluta deve essere data alla creazione dell’immagine/logo ed all’individuazione del “promoter”, seguita dalla sua comunicazione e dalla diffusione. Contemporaneamente si provvederà alla dotazione degli strumenti necessari all’attuazione delle azioni ed alla stipula di accordi e Convenzioni. Articoli e redazionali con immagini potranno essere diffusi con largo anticipo. Le campagne promozionali mirate potranno essere messe in atto solo dopo l’effettiva disponibilità dei luoghi e delle strutture per i turisti singoli e dei pacchetti turistici per i gruppi. Particolare attenzione dovrà essere posta al271 Fig. 180. VIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum (Salerno), 17-20 novembre 2005: frontespizio del catalogo e uno dei pannelli esposti, relativi alla Valle Camonica. la successione degli eventi ed alla loro divulgazione tenendo presente che, normalmente, riviste e pubblicazioni necessitano delle notizie con due mesi di anticipo. Nella promozione si dovrà anche tener conto del fatto che il prodotto Arte Rupestre, per la sua natura di bene collocato essenzialmente all’esterno, non è fruibile allo stesso modo in tutti i mesi dell’anno. 21.5 I partners Il Soggetto Responsabile della gestione del Piano potrà coinvolgere, di volta in volta, anche su singole azioni promozionali, le realtà operanti in Valle ed interessate all’iniziativa, siano esse economiche, culturali e sociali. La creazione di un coinvolgimento diffuso e capillare, anche attraverso la formazione, è ritenuta indispensabile. Importante è inoltre l’interazione con la ca272 pacità ricettiva, notevole soprattutto nella zona di Darfo Boario Terme e nell’Alta Valle. Altro settore strategico è quello delle Agenzie di Viaggio, che possono agire in qualità di Tour Operator nelle azioni di incoming, andando oltre i limiti rappresentativi delle istituzioni pubbliche. In loco: Amministrazioni Pubbliche Realtà Economiche (artigianato, commercio, industria) Realtà Culturali (associazioni, musei, fondazioni) Realtà Sociali (organizzazioni, club, cooperative) All’esterno: ENIT Regione Lombardia 21.6 Le modalità di finanziamento Fatti salvi gli stanziamenti del Soggetto Responsabile della gestione, il Piano promozionale individuato si configura anche come progetto/oggetto di un Sistema Turistico, così come individuato dalle linee guida della L. 135/2001, recepite dalla L.R. n. 8/2004 e ulteriormente disciplinate dalla D.g.r. n. 7/19893 del 16 dicembre 2004 e dalla D.g.r. n. 7/19895. Si evidenzia che la peculiarità del Sistema Turistico consiste nella partecipazione del partner privato di concerto con il pubblico, caratterizzato da elementi di sussidiarietà, adeguatezza ed efficacia. Si pensa in particolar modo alla creazione di un sistema turistico trasversale. Alcune singole azioni potrebbero essere studiate con lo scopo di attingere a contributi a livello europeo, anche attraverso i citati gemellaggi con altri siti UNESCO. La natura ampiamente divulgativa di alcune azioni potrebbe inoltre incontrare i favori di sponsorizzazioni, come normato dall’art. 120 del D.L.vo 42/2004, concernente ogni forma di contributo in beni o servizi da parte di soggetti privati nel campo della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, con lo scopo di promuovere il nome, il marchio, l’immagine, l’attività o il prodotto dei soggetti medesimi. 22. PIANO ATTUATIVO DEGLI INTERVENTI Il Piano degli Interventi descritti nelle Parti terza e quarta del Piano di Gestione (All. 29, anche in Appendice) è stato strutturato sulla base di una serie di parametri che tengono conto dei principali elementi utili alla programmazione delle azioni dei Piani illustrati nelle Parti suddette. In particolare sono state individuate le seguenti voci: 1. Tipo di intervento (Azione): definizione delle azioni previste dal Piano; 2. Localizzazione dell’intervento: si è ritenuto opportuno distinguere i progetti/azioni che riguardano l’intera Valle Camonica da quelli che sono strettamente riferiti ai Parchi d’Arte Rupestre; 3. Descrizione: è prevista una descrizione sintetica del progetto/azione da realizzare; 4. Tempistica: di volta in volta viene indicato l’anno o l’arco di tempo nel quale si prevede di realizzare il progetto/azione; 5. Ente/i di riferimento: si tratta dell’Ente/i che svolge/ono la funzione di capofila nella realizzazione del progetto/azione; 6. Ente/i Finanziatore/i: vengono indicati i Soggetti che erogano i fondi; 7. Tipo di finanziamento: in questo campo si specificano la fonte del finanziamento (locale, regionale, statale, comunitaria) ed il provvedimento di riferimento (Legge, Delibera, etc.); 8. Altri Soggetti coinvolti: in questa voce rientrano tutti gli altri Soggetti che, a vario titolo, sono coinvolti nella realizzazione del progetto/azione; 9. Stima dei costi: corrisponde alla cifra stanziata o che si prevede di stanziare; 10. Approccio IMO: per ogni progetto/azione viene indicata la priorità di realizzazione secondo le voci Indispensabile, Migliorativo, Ottimale32. 32 L’approccio IMO è stato utilizzato per i Piani di Azioni nella Deliberazione della Giunta Regionale della Regione Lombardia del 16 dicembre 2004, n. 7/19893 “Linee di indirizzo per i Sistemi Turistici” ai sensi dell’art. 3 della L.r. 14 aprile 2004 n. 8 “Norme per il turismo in Lombardia”. 273 PARTE QUINTA Controllo e monitoraggio del Piano di Gestione 23. PREMESSA METODOLOGICA La presentazione del Documento Finale del Piano di Gestione non costituisce la fine del Piano stesso ma rappresenta il punto di partenza di un processo dinamico nel quale nuove informazioni e le prime risposte delle Azioni possono nel tempo modificare le priorità e le strategie di intervento sul Bene UNESCO. Nuovi dati e nuove conoscenze possono infatti essere acquisiti attraverso una regolare attività di monitoraggio e di controllo sia dello stato di avanzamento dell’attuazione dei diversi progetti elaborati sia della qualità dell’ambiente in cui il Bene è inserito, per verificare quali pressioni possono rappresentare un potenziale pericolo. Dopo la fase di definizione dei Piani di Intervento per la conoscenza, la tutela, la conservazione e la valorizzazione del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”33, è fondamentale stabilire i parametri (“Indicatori”) per l’attuazione dei progetti individuati nei Piani ed il successivo e costante controllo e monitoraggio dei risultati. Secondo la definizione dell’OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development - Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico34) per Indicatore si intende un parametro, o un valore derivato da parametri, che fornisce informazioni sullo stato di un fenomeno, di un ambito o di un’area. L’Indicatore deve essere uno strumento sintetico ma, nello stesso tempo efficace, in grado di fornire una descrizione del fenomeno più accurata possibile e cioè deve poter: • descrivere una situazione ambientale utilizzando un numero limitato di parametri e misure rispetto a quello che generalmente viene considerato per la descrizione puntuale del fenomeno; • semplificare la comprensione del fenomeno, in modo che il valore informativo scaturito dall’applicazione dell’indicatore possa essere facilmente utilizzato anche dai “non addetti” alle tematiche scientifico-ambientali. L’EEA (European Environment Agency Agenzia Europea per l’Ambiente), sulla base delle indicazioni dell’OECD, ha definito il modello DPSIR (Driving forces Pressures States Impacts Responses), tradotto in italiano con FPSIR (Forze trainanti Pressioni Stato Impatti Risposte), che mette in relazione tra loro diverse classi di indicatori. Tali classi si suddividono in:  Forze trainanti, che rappresentano le attività antropiche primarie (agricoltura, indu- 33 Parte terza: Piano degli interventi sulle strutture; Piano degli interventi di manutenzione e restauro; Piano dei recuperi e delle protezioni; Piano d’adeguamento degli strumenti normativi e urbanistici; All. 29 - Piano finanziario degli interventi. Parte quarta: Piano della ricerca scientifica e tecnologica; Piano di coinvolgimento delle comunità locali; Piano delle accessibilità e permeabilità; Piano della formazione e della diffusione; Piano della accoglienza del turismo culturale; Piano delle attività tipiche locali; Piano degli eventi e delle attività culturali; Piano del marketing territoriale. 34 L’OECD, nata il 14 dicembre 1960, opera nel campo della macroeconomia a livello internazionale (www.oecd.org). 275     stria, trasporto, energia, turismo, etc.), le quali producono → Pressioni, come ad esempio emissioni inquinanti, scarichi nei corpi idrici, produzione di rifiuti, esaurimento delle risorse, etc. che determinano cambiamenti nello → Stato dell’ambiente e, in particolare, in relazione alla sua qualità. Dalle modificazioni dell’ambiente è possibile risalire agli → Impatti sugli ecosistemi, sull’economia, sulla società e sulla salute umana. Quando la società risponde a tali modificazioni si hanno gli indicatori di → Risposte, che consistono in normative e Piani di Intervento, atti a ripristinare le condizioni di sostenibilità delle pressioni sull’ambiente, ovvero sono misure prese al fine di salvaguardare le risorse dell’ambiente, per evitare di danneggiarle in modo irreversibile. La determinazione degli Indicatori viene effettuata tra l’altro con lo scopo di valutare lo stato dell’arte e di apportare in corso d’opera eventuali correttivi che possano garantire la più efficace applicazione del Piano di Gestione. Il controllo ed il monitoraggio costituiscono quindi gli strumenti critici più adatti per verificare e quantificare la realizzazione dei progetti individuati per i singoli Piani di Intervento: in questo modo il Piano di Gestione passerà, dopo la fasi analitica e propositiva, alla fase esecutiva. Nel Piano Finanziario (All. 29) sono state definite le priorità di intervento, individuate alla luce della loro fattibilità tecnica, delle risorse disponibili, dei tempi di realizzazione e degli interventi già programmati. Per alcuni Piani è stata prevista la costituzione di Commissioni, con il supporto tecnico di esperti interni ed esterni al Gruppo di Lavoro per il Piano di Gestione del sito UNESCO n. 94. Dal punto di vista operativo si è ritenuto opportuno procedere su due diversi livelli, sempre tra loro correlati, che comportano rispettivamente: 1. la verifica, il controllo ed il monitoraggio del livello di attuazione e della qualità dei risultati dei progetti che costituiscono i diversi Piani di Intervento, attraverso regolari Stati di Avanzamento dei Lavori (K.P.I. Key Performance Indicators e Reporting); 276 2. il Monitoraggio e la valutazione dell’impatto del Piano di Gestione sul territorio nel mediolungo periodo, per definire punti di forza e di debolezza che il Piano ha determinato sul patrimonio UNESCO e sull’intera Valle. In merito al punto 1) si fa notare che, allo stato attuale del Piano di Gestione, non è stata ancora definita la forma giuridica del Soggetto Responsabile, in ragione del fatto che gli attori pubblici che hanno condiviso l’elaborazione del Piano di Gestione stesso hanno giudicato opportuno rimandare ad una fase successiva l’individuazione di tale organismo, ritenendo utile un periodo preventivo di applicazione pratica e di verifica. A prescindere dalla natura finale del Soggetto Responsabile sembra necessario delineare comunque la struttura di riferimento per la gestione, il controllo ed il monitoraggio dei progetti e delle azioni previste dai singoli Piani: si propone qui di seguito un modello grafico di sintesi della struttura. Si ribadisce comunque che la verifica dell’attuazione, il controllo ed il monitoraggio si riferiscono strettamente ai Piani di Intervento, così come individuati nelle Parti terza e quarta del Piano di Gestione. La struttura preposta a tali funzioni sarà il Gruppo di Lavoro per la redazione del Piano di Gestione/Segreteria Tecnica, composta da un esperto o funzionario indicato per ciascuno degli Enti sottoscrittori della Dichiarazione di Intenti del 20 dicembre 2004, costituita nell’ambito di un Osservatorio permanente per l’arte rupestre oppure individuata dal Soggetto Responsabile. Al Gruppo di Lavoro/Segreteria Tecnica perverranno con una adeguata cadenza periodica gli Stati di Avanzamento dei Lavori (“Report di Progetto”), compilati dai Responsabili dei singoli progetti, cioè gli Enti di riferimento indicati nel Piano Finanziario degli Interventi (Parte terza del Piano di Gestione); se si tratta di due o più soggetti dovrà essere individuato un capofila. Per la redazione dei Report si farà riferimento alle indicazioni contenute nel “Progetto di definizione di un modello per la realizzazione dei Piani di Gestione dei siti UNESCO”, realizzato nel 2005 dalla Società Ernst & Young Financial Business Advisor S.p.A. per conto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Le singole schede di progetto, oltre alle specifiche del progetto/azione, daranno informazioni sul livello di attuazione raggiunto, secondo i seguenti indicatori: • finanziario (fondi impegnati) • economico (stato di avanzamento) • tecnico • temporale • di impatto. Poiché quest’ultima tipologia di indicatore, che quantifica gli effetti del progetto sull’ambiente e sulla società, varia a seconda degli obiettivi prefissati e non ha necessariamente un immediato riscontro dal punto di vista temporale, per la sua quantificazione saranno utilizzati i cosiddetti “indicatori di performance” (ad esempio, per valutare l’incremento dei visitatori in un museo potrà essere utilizzato come indicatore il numero dei biglietti venduti, paragonato a quello dell’anno precedente). Per quanto riguarda il punto 2), gli studi condotti dalla Ernst & Young hanno evidenziato la necessità di effettuare una rilevazione dei cambiamenti, sul medio e lungo periodo (tre/cinque anni), che interesseranno con esiti diversi il patrimonio ed il territorio a seguito dell’attuazione del Piano di Gestione. La realizzazione di tutti o di una parte dei Piani di Intervento avrà necessariamente riflessi e ricadute, positive e/o negative, sull’ambiente e sul tessuto sociale della Valle. A titolo esemplificativo, tra gli interventi che avranno riflessi positivi sull’ambiente si possono indicare il ripristino del paesaggio del fondovalle (Parte terza, Piano degli interventi sulle strutture) o la regolare manutenzione e gestione del patrimonio boschivo (anche in vista di una politica lungimirante di prevenzione dei rischi idrogeologici e degli incendi strettamente connessi con la mancata manu- Esempio di Scheda di Progetto tratto da Progetto di definizione di un modello per la realizzazione dei Piani di Gestione dei siti UNESCO”, realizzato nel 2005 dalla Società Ernst & Young Financial Business Advisor S.p.A. su incarico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. 277 tenzione; Parte terza, Piano della manutenzione e del restauro e Piano dei recuperi e delle protezioni). Dall’attuazione del Piano di Gestione anche la popolazione locale potrà ottenere una serie di vantaggi quali, ad esempio, un aumento dell’occupazione nel comparto del turismo (ricettività del sistema alberghiero ed extra-alberghiero, artigianato, prodotti eno-gastronomici, commercio in generale, etc.), dei lavori per la salvaguardia e la conservazione del patrimonio, della documentazione dei beni, dell’offerta culturale, della mobilità locale, etc. (Parte quarta, Piano della ricerca scientifica e tecnologica; Piano di coinvolgimento delle comunità locali; Piano della formazione e della diffusione; Piano della accoglienza del turismo culturale; Piano delle attività tipiche locali; Piano del marketing territoriale). Di converso, un pur atteso ed auspicabile incremento del turismo culturale in Valle, comporterà inevitabilmente cambiamenti – in senso negativo – di varia natura, che dovranno essere considerati fin d’ora per poter predisporre misure adeguate. Ad esempio, tra le conseguenze negative più prevedibili si possono indicare un aumento dell’inquinamento dell’ambiente (peggioramento della qualità dell’aria dovuto ad un traffico più sostenuto ed al riscaldamento domestico, maggiore produzione di rifiuti, etc.) e del consumo delle risorse (acqua ed energia elettrica). A questi fattori che incidono sull’ambiente va poi aggiunta la pressione di tipo culturale (proposta di modelli di stile di vita differenti) sui residenti, con rischio di peggioramento della qualità della vita e conseguente diminuzione del consenso da parte della popolazione locale. I dati ottenuti dai sistemi di controllo verranno messi in relazione con quelli risultanti dal monitoraggio dell’attuazione dei Piani di Intervento, consentendo di verificare nel tem- po le variazioni dell’impatto del Piano di Gestione sul territorio, per poter aggiornare o modificare, anche radicalmente, il Piano di Gestione. In conclusione, il Sistema di Controllo e Monitoraggio sarà strutturato sulla base di parametri e tempistiche definite, secondo una logica che, partendo dalle azioni realizzate (i singoli progetti di ciascun Piano di intervento), permetta al Soggetto Responsabile del Piano di Gestione e, in via transitoria, al Gruppo di Lavoro, di acquisire dati analitici ed indicazioni, per definire la programmazione degli interventi futuri di medio e lungo termine. Per quanto riguarda i reporting operativi di progetto si ritiene opportuno che essi vengano redatti con cadenza periodica (trimestrale e/o semestrale), in conformità alle indicazioni contenute nello studio della Ernst & Young Financial Business Advisor S.p.A. sopra citato. In questo modo il Soggetto Responsabile del Piano di Gestione (nella fase di avvio rappresentato dal Gruppo di Lavoro per la redazione del Piano/Segreteria Tecnica) potrà avere sempre una visione globale ed aggiornata dello stato di avanzamento dei lavori di tutte le azioni/progetti dei singoli Piani di Intervento. In considerazione di tutte queste valutazioni, e tenendo presente che tra gli obiettivi principali del Piano di Gestione è compreso lo sviluppo sostenibile del territorio, sembra fondamentale fare riferimento a tutte le iniziative che in Valle Camonica hanno per oggetto la tutela e la salvaguardia dell’ambiente, in un processo di sviluppo economico compatibile. In ordine di tempo, l’“Agenda 21 Locale della Valle Camonica”, attualmente in corso di definizione e che interessa tutti i 41 Comuni della Valle, rappresenta in questo senso un’importante opportunità per coordinare tutti gli interventi che hanno una ricaduta sul territorio35. 35 Si ricorda che Agenda 21 è un piano di azione che deve essere realizzato a livello globale, nazionale e locale dalle organizzazioni del Sistema delle Nazioni Unite, dai Governi e dalle multinazionali in ogni area in cui si verifica l’impatto dell’uomo sull’ambiente. L’Agenda 21, la Dichiarazione di Rio sull’Ambiente e lo Sviluppo e lo Statuto dei Principi per la Gestione Sostenibile delle Foreste furono adottati da più di 178 Paesi in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo (UNCED) tenutasi a Rio de Janeiro, Brasile, tra il 3 ed il 14 Giugno 1992. La piena realizzazione dell’Agenda 21 e l’adesione ai principi di Rio furono fortemente riaffermati al Summit mondiale per lo sviluppo Sostenibile (WSSD), tenutosi a Johannesburg (Sud Africa), dal 26 Agosto al 3 Settembre 2002. 278 24. CONTROLLO DELLE AZIONI E DELLE OPERE DI MANUTENZIONE E RESTAURO [Parte terza: Piano degli interventi di manutenzione e restauro; Piano dei recuperi e delle protezioni] Nel corso dell’elaborazione del Piano di Gestione è stato messo in evidenza che per il patrimonio di arte rupestre della Valle Camonica è fondamentale svolgere in modo costante la manutenzione del bene UNESCO. Le attività di manutenzione, insieme a quelle legate alla salvaguardia ed al restauro conservativo, concorrono in egual misura alla tutela del Bene, finalizzata alla sua preservazione ed alla sua trasmissione alle generazioni future. Poichè, pertanto, il controllo delle opere di manutenzione è strettamente correlato a quello delle opere di prevenzione ed a quello delle opere di tutela, si rimanda ai capitoli del Controllo delle azioni e opere di prevenzione e a quello del Controllo delle azioni e delle opere di tutela, dove viene indicato come strumento di valutazione ed analisi il C.I.M.A.R. (Catalogo Informatizzato di Monitoraggio dell’Arte Rupestre). La manutenzione è stata definita, nel corso del presente Piano di Gestione (Piano degli interventi di manutenzione e restauro, Parte terza), come “la somma delle operazioni, escluse quelle di restauro scientifico e conservativo, necessarie per mantenere il valore patrimoniale di un bene (manutenzione ordinaria) o ripristinarlo (manutenzione straordinaria)”. Nel caso del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, la manutenzione riguarda essenzialmente: • le superfici delle rocce; • l’ambiente naturale nel quale le rocce sono inserite; • i Parchi con Arte Rupestre e le strutture ad essi collegate. All’interno della voce “manutenzione” sono state comprese tutte le opere di “salvaguardia puntuale” sul bene36, tra le quali sono priori- tari gli interventi di potatura di piante e cespugli, lo sfalcio dell’erba e la rimozione della vegetazione dalla superficie delle rocce e nelle immediate vicinanze, ad esclusione dei muschi e dei microrganismi, che fanno parte degli interventi di restauro. Nel Decalogo per la manutenzione delle rocce incise (All. 27 - Manuale delle Buone Pratiche), sono stati indicate le norme da seguire per la manutenzione ordinaria delle rocce e del terreno nelle immediate vicinanze, secondo le diverse situazioni legate alle stagioni. Per tutti gli interventi di salvaguardia dell’ambiente naturale nel quale le rocce sono inserite (contesto ambientale), si rimanda al Piano di recupero del bosco e, più in generale, dell’ambiente naturale nel quale si trovano i Parchi d’Arte Rupestre, inserito nel Piano dei recuperi e delle protezioni (Parte terza), dove vengono indicate le metodiche di intervento sulle aree boschive nelle quali sono compresi i Parchi di Arte Rupestre. Il modello di riferimento adottato è il documento realizzato nel 2005 dal Parco Regionale dell’Adamello per la Riserva Regionale delle Incisioni di Ceto, Cimbergo, Paspardo (DUCOLI A. 2005, Le tipologie forestali della Riserva Regionale delle Incisioni di Ceto, Cimbergo, Paspardo. Analisi quali-quantitativa e indicazioni gestionali propedeutiche alla redazione del Piano di Gestione Forestale). Inoltre particolare attenzione dovrà essere dedicata anche alla manutenzione delle strutture presenti all’interno dei Parchi, quali strade di accesso, sentieri, percorsi storici ed impianti di ogni genere destinati al pubblico per una ottimale fruizione delle incisioni rupestri (ad esempio, passerelle, pannelli didattici, segnaletica, etc..). La manutenzione dovrà poi interessare, come detto, anche i Musei, gli Antiquaria ed i depositi di materiale archeologico presenti nei Parchi d’Arte Rupestre o ad essi connessi. Per il controllo e il monitoraggio di tutte le opere di manutenzione in prossimità delle 36 Per “salvaguardia puntuale” del bene si rimanda alla definizione data nel Piano degli interventi di manutenzione e restauro (Parte terza): “La salvaguardia puntuale, di una roccia o di un gruppo di rocce, o anche di un insieme più vasto, purché delimitato, prevede il controllo dell’irraggiamento solare, l’arginatura del terreno circostante e lo smaltimento delle acque reflue, il corretto disegno dei sentieri e dei viali di accesso, l’adozione di passerelle, ringhiere, parapetti calcolati non solo in funzione della sicurezza dei visitatori ma anche della limitazione dell’accesso incontrollato alle superfici rocciose più facilmente calpestabili”. 279 rocce incise si ribadisce la necessità che, in qualsiasi intervento di questo tipo, vengano adottate le procedure e vengano rispettate le norme indicate nel “Manuale delle Buone Pratiche” (All. 27), la cui applicazione sarà sottoposta a periodica verifica da parte di personale qualificato facente capo agli Enti preposti. Per quanto attiene alla conservazione delle superfici rocciose con incisioni si ricorda che alla Soprintendenza è demandata la concessione delle autorizzazioni agli interventi di restauro e la Direzione dei Lavori, sia all’interno dei Parchi sia nelle aree con arte rupestre di proprietà pubblica o privata. L’autorizzazione ai lavori è subordinata alla valutazione preliminare del progetto e viene seguita dalla verifica e direzione dell’intervento e dalla certificazione della congruità ed esecuzione a regola d’arte dei lavori. Naturalmente il progetto dovrà essere dettagliato in tutte le sue parti sia per quanto concerne le metodologie di esecuzione sia per i materiali sia infine per la qualificazione di tutte le maestranze impiegate. Resta inteso che, a prescindere dalla natura del soggetto che presenta la richiesta di autorizzazione al restauro, le professionalità che svolgeranno i lavori dovranno rispondere ai requisiti indicati nel Piano degli interventi di manutenzione e restauro (Parte terza del presente Piano di Gestione). 25. CONTROLLO DELLE OPERE DI RICONVERSIONE [Parte terza: Piano degli interventi sulle strutture] Per “opere di riconversione” si intendono tutte quelle azioni e quelle iniziative volte al recupero e al miglioramento, attraverso la loro trasformazione, di strutture (in senso lato) che attualmente risultano in disuso, in condizioni di degrado o che, comunque, deturpano l’immagine del paesaggio (landscape). Nella Parte terza del presente Piano di Gestione è stato messo in evidenza lo stato di degrado di alcune parti del fondovalle, che incide negativamente sull’immagine di sè che la Valle Camonica offre al visitatore (all’interno del Piano degli interventi sulle strutture, si ve280 da il punto 6. Piano di intervento per il ripristino paesaggistico del fondovalle). In particolare sono state segnalate alcune situazioni particolarmente evidenti, costituite dall’impatto sul paesaggio causato dalla Strada Statale 42, dalla invasiva cartellonistica commerciale che la fiancheggia e dai diversi elettrodotti che attraversano la Valle a differenti quote; altre interferenze sono rappresentate dai capannoni e dalle aree industriali, dalle zone incolte, dai piazzali e dalle numerose recinzioni arrugginite. Dal momento che un intervento per il ripristino del paesaggio della Valle richiede la condivisione tra più Enti sovraterritoriali, investimenti consistenti e il coinvolgimento delle comunità locali, in una tempistica che si prevede di lungo termine (almeno dieci anni), si propone di affidarne la progettazione ad una équipe multidisciplinare di specialisti. L’équipe individuerà le metodologie più opportune per trasformare una crescita incontrollata in uno sviluppo integrato sostenibile ed indicherà le aree campione sulle quali intervenire in via prioritaria. Si tratta di obiettivi raggiungibili attraverso una migliore integrazione tra gli insediamenti produttivi del fondovalle da un lato e il piede del versante vallivo, dall’altro, mediante interventi di mitigazione ambientale. Tra i soggetti che faranno parte di questo gruppo sembra possibile indicare fin d’ora la Comunità Montana di Valle Camonica, il Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero di Valle Camonica, la Regione Lombardia, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio di Brescia e la Provincia di Brescia. Per quanto concerne i Parchi con Arte Rupestre e le relative “buffer zone”, si sottolinea la necessità di sottoporre a controllo e monitoraggio tutte le opere di riconversione e ristrutturazione che interessino edifici rurali e infrastrutture (ad esempio, i percorsi storici) ubicati all’interno e nelle immediate vicinanze, nel pieno rispetto dell’identità storica di questa parte del patrimonio culturale della Valle (si vedano a questo proposito le indicazioni del Piano territoriale di coordinamento del Parco Regionale dell’Adamello, all’art. 24 e all’art. 34). 26. CONTROLLO DELLE AZIONI E DELLE OPERE DI PREVENZIONE [Parte terza: Piano degli interventi sulle strutture; Piano degli interventi di manutenzione e restauro. Parte quarta: Piano della ricerca scientifica e tecnologica] Con questa definizione vengono qui indicate tutte le attività e le iniziative atte a prevenire in modo concreto tutti quei fenomeni che possano interessare e/o danneggiare il patrimonio UNESCO e l’ambiente nel quale esso è inserito. Come indicato nella Parte terza, le opere di prevenzione devono essere messe in atto sia: a) in modo puntuale, cioè direttamente sul Bene Arte Rupestre (le singole rocce incise) sia b) in modo diffuso, sul contesto ambientale nel quale il Bene si trova, tanto che si tratti di un’area a Parco quanto di una zona non ancora strutturata. Va premesso che il patrimonio di arte rupestre della Valle Camonica è situato in aree prevalentemente boschive, soggette a rischi climatici e ambientali, imputabili sia a cause naturali sia a fenomeni indotti dalla presenza dell’uomo. L’elenco dei fattori di rischio che possono influire sulla conservazione del Bene è stato illustrato nella Parte seconda del presente Piano di Gestione: nella fase di attuazione sarà necessario operare un controllo costante sulle attività ed i fattori che possono determinare l’insorgere di situazioni di rischio (a titolo esemplificativo, le attività agricole, quelle di disboscamento e di gestione dei boschi, l’attività estrattiva e di scavo, quelle legate all’urbanizzazione in senso lato, le attività industriali e produttive, con la conseguente gestione del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti, il dissesto idrogeologico, gli incendi). Per quanto riguarda le singole rocce, è stata più volte sottolineata (Parti Seconda-TerzaQuarta) l’importanza e l’urgenza di realizzare il monitoraggio dello stato di conservazione delle superfici lapidee attraverso il sistema di catalogazione IRWeb, che prevede l’analisi dei rischi intrinseci ed estrinseci per ogni roccia, per istituire il Catalogo Informatizzato per il Monitoraggio dell’Arte Rupestre (C.I.M.A.R.). In tale Catalogo confluiranno via via tutti i dati disponibili sull’arte rupestre della Valle Camonica: il sistema di catalogazione IRWeb sarà infatti progressivamente esteso, dai sette Parchi d’Arte Rupestre già costituiti, a tutti i siti con arte rupestre della Valle, per permettere la raccolta dei dati sui diversi tipi di danno (biologico, fisico-meccanico ed antropico) e verificare così lo stato di salute del Bene per poter predisporre adeguati piani di conservazione. Quindi il C.I.M.A.R. diverrà lo strumento di controllo di tutte le attività di monitoraggio conservativo svolte in Valle Camonica, con il coordinamento della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, alla quale sono attribuite dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali le funzioni di tutela (da ultimo il D.L.vo 42/2004). La Soprintendenza procederà alla verifica dei dati inseriti nel C.I.M.A.R., predisporrà dei report sul numero dei siti e delle rocce catalogate e sarà in grado di fornire indicazioni sia sullo stato di avanzamento globale dei lavori sia sulle complessive condizioni di conservazione del Bene UNESCO. Per ciò che concerne le azioni di controllo sul contesto ambientale, si ricorda come esse siano strettamente legate alla gestione sostenibile del territorio: si rimanda pertanto al capitolo del Monitoraggio delle fonti di inquinamento. 27. CONTROLLO DELLE AZIONI E DELLE OPERE DI TUTELA [Parte quarta: Piano della ricerca scientifica e tecnologica] La conoscenza approfondita del Bene è condizione necessaria all’attuazione di un’efficace tutela: in questa ottica appare fondamentale il contributo apportato dal Piano della Ricerca Scientifica e Tecnologica, in quanto strumento indispensabile per ampliare il quadro della conoscenza sul patrimonio di arte rupestre, finalizzata alla salvaguardia del Bene. Dal punto di vista pratico sembra opportuno che la Commissione per la Ricerca Scientifica, che ha collaborato al Piano di Gestione, coordinato dalla Soprintendenza, provveda, di concerto con l’organo di tutela e con eventuali altri Soggetti impegnati nella ricerca, all’aggior281 namento costante dello stato dei lavori, relativamente al Consuntivo della ricerca sull’arte rupestre in Valle Camonica (All. 28), al completamento della documentazione e catalogazione dei siti d’arte rupestre (C.I.M.A.R.), alla ricognizione e studio degli archivi storici e del patrimonio intangibile, nonché alle pubblicazioni. Giova ricordare in questa sede che il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, riconosciuto come bene archeologico, è sottoposto alla legislazione nazionale di tutela, applicata per competenza territoriale dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (da ultimo il D.L.vo 42/2004), che costituisce anche la struttura di riferimento per quanto riguarda le metodologie di restauro conservativo sulle rocce incise. Si segnala inoltre anche la necessità di sottoporre a monitoraggio tutte quelle situazioni che possono influenzare l’equilibrio idrogeologico del territorio, provocando frane, cedimenti strutturali o esondazioni di corsi d’acqua: in questo senso il controllo dovrà essere esercitato sia dagli Enti locali (ad esempio i Comuni, attraverso gli strumenti di governo territoriale, i PRG, i Piani di Governo del Territorio, etc.) sia dal Sistema delle Agenzie ambientali37 sia dagli Enti sovraterritoriali, quali il Corpo Forestale dello Stato. Sarà infine cura del Gruppo di Lavoro/Segreteria Tecnica verificare l’effettiva operatività della Commissione di studio e di coordinamento per la definizione delle linee-guida di adeguamento degli strumenti di governo territoriale (cfr. All. 29 - Piano finanziario degli interventi, Piano di adeguamento degli strumenti normativi ed urbanistici). 28. CONTROLLO DELLE OPERE DI TRASFORMAZIONE [Parte quarta: Piano degli interventi sulle strutture; Piano d’adeguamento degli strumenti normativi ed urbanistici] 29. CONTROLLO DELLE AZIONI E DELLE OPERE DI PROTEZIONE [Parte terza: Piano degli interventi sulle strutture; Piano dei recuperi e delle protezioni] Nell’ambito del Piano di Gestione si è inteso con la definizione “opere di trasformazione” tutte quelle attività che incidono direttamente, a diverso livello di impatto, sulla morfologia del territorio. Si tratta di interventi che, potenzialmente, possono incidere anche sul patrimonio di arte rupestre e che, quindi, devono essere sottoposti in sede progettuale, al parere della Soprintendenza per i Beni Archeologici, alla quale sono demandate le funzioni di tutela. Rientrano tra le opere di trasformazione la realizzazione di infrastrutture, quali ad esempio tracciati stradali, elettrodotti, gasdotti e, in generale, tutte quelle opere che comportano attività di scavo (cave, attività edilizia, etc.). Nel Piano delle protezioni all’interno dei Parchi d’Arte Rupestre (Parte terza - Piano dei recuperi e delle protezioni), è stata messa in evidenza l’urgenza di effettuare sistematici sopralluoghi in tutti i Parchi d’Arte Rupestre, per verificare lo stato di dotazione dei singoli Parchi in materia di protezioni, intese come recinzioni perimetrali, recinzioni puntuali intorno alle rocce, passerelle, coperture-tettoie, etc. Sulla base dei riscontri sarà possibile predisporre il Piano delle protezioni per ciascuno dei Parchi e programmare interventi per il quinquennio 2006-2010. Si ribadisce che, comunque, qualsiasi progetto di intervento da realizzare in prossimità delle rocce con incisioni, sia esso di perimetra- 37 Le strutture tecniche per il monitoraggio ed i controlli ambientali sono gestite per lo più dal Sistema delle Agenzie ambientali: APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici), ARPA (Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente) e APPA (Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente). Si tratta di strutture che esercitano attività di controllo, anche grazie ad un sistema strutturato, rappresentato da numerosi laboratori pubblici, dalle Istituzioni e Corpi Centrali dello stato con funzioni specialistiche (Autorità di bacino, Magistrato alle Acque, Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, Corpo Forestale dello Stato, etc.) e da un insieme di Istituti tecnico-scientifici (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Superiore di Sanità, Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente, Università) che operano nel settore del monitoraggio e controllo dell’ambiente. 282 zione o di miglioramento della fruibilità, dovrà essere sottoposto alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. I progetti dovranno riportare in modo dettagliato l’indicazione dei materiali che si intendono impiegare, le modalità di realizzazione delle opere e la qualificazione delle maestranze e dovranno in ogni caso rispondere alle indicazioni ed alle norme contenute nel “Manuale delle Buone Pratiche” (All. 27). 30. CONTROLLO DELLE AZIONI E DELLE OPERE DI VALORIZZAZIONE [Parte terza: Piano degli interventi sulle strutture. Parte quarta: Piano delle accessibilità e permeabilità; Piano della accoglienza del turismo culturale; Piano del marketing territoriale] Tra le numerose opere di valorizzazione indicate nel Piano di Gestione, dovrà essere realizzato in via prioritaria l’adeguamento della dotazione di apparati didattici e di fruizione all’interno dei Parchi d’Arte Rupestre. Ciascun Ente gestore dei Parchi dovrà quindi predisporre periodici report sulle azioni di miglioramento e di adeguamento dei percorsi di visita e degli allestimenti previsti nel Piano degli Interventi sulle strutture (Parte terza del Piano di Gestione). In particolare saranno verificati la stretta rispondenza dei lavori ai progetti presentati ed approvati dagli Enti referenti, le modalità di esecuzione ed i materiali impiegati. Allo stesso modo sarà opportuno che gli Enti gestori dei Parchi provvedano a stilare resoconti38 sulle affluenze dei visitatori (valutando anche il gradimento dell’offerta), sulla realizzazione di mostre e di altre iniziative culturali, nelle quali sono comprese anche le pubblicazioni. Questa complessa e capillare azione di controllo rappresenta evidentemente un’azione indispensabile per dare avvio ad un efficace Piano di marketing territoriale. Parimenti dovranno essere monitorati i progetti di valorizzazione dei contesti archeologici che, come ampiamente illustrato nella Parte terza (Piano di intervento per la valoriz- zazione dei siti archeologici pre-protostorici), possono offrire al turista un quadro più ampio ed articolato della preistoria e protostoria della Valle Camonica. A tal fine diventa fondamentale anche portare a completamento i lavori per l’apertura, fissata per il 2008, del Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica a Capo di Ponte che, per la sua stessa natura di Museo Nazionale, rivestirà a buon diritto funzione espositiva e di raccordo, documentazione e orientamento al patrimonio d’arte rupestre e archeologico della Valle. Contestualmente dovranno essere messi in atto anche gli interventi per migliorare l’accessibilità alla Valle, in particolare quelli che riguardano la linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo e quelli relativi alla S.S. 42, di concerto con gli Enti di competenza, che effettueranno le dovute attività di controllo sui progetti e sulle opere via via realizzate. Allo stesso modo si procederà per le aree di Benvenuto e per i tre centri di Accoglienza, azioni che si prevede di realizzare a medio termine, visto il coinvolgimento di più Enti. Particolare attenzione sarà dedicata poi alla progressiva realizzazione e verifica delle diverse azioni individuate nel Piano della accoglienza del turismo culturale e nel Piano del marketing territoriale, per coordinare le numerose iniziative proposte, tra le quali la creazione di un’immagine/logo del sito UNESCO dovrà avere la priorità assoluta. Ciò non toglie si debba continuare l’attività di promozione ad ampio raggio, per mantenere viva l’attenzione e l’interesse nei confronti del patrimonio d’arte rupestre della Valle Camonica. 31. MONITORAGGIO DELLE FONTI DI INQUINAMENTO [Parte terza: Piano degli interventi di manutenzione e restauro. Parte quarta: Piano della ricerca scientifica e tecnologica] La salvaguardia dell’ambiente e delle risorse è un tema trattato a livello internazionale da più di trent’anni: al 1972 risale la Confe- 38 A questo proposito si potrà fare riferimento a quanto indicato nella Circolare del Ministero per i Beni e le Attività Culturali n. 51 del 31 marzo 2005, dove sono identificati gli Indicatori per quantificare e valutare l’efficacia dell’azione in ordine al miglioramento della gestione e della qualità dell’offerta culturale. 283 renza sull’ambiente umano organizzata dall’ONU a Stoccolma39 e, al 2002, il Vertice della Terra di Johannesburg: in questi incontri è stato ribadito a più riprese che l’ambiente e le risorse sono esauribili e non rinnovabili nel tempo e che, pertanto, i modelli di sviluppo devono essere equilibrati e soprattutto compatibili con le esigenze della tutela. Come richiamato nel paragrafo relativo al Controllo delle azioni e delle opere di prevenzione (vedi sopra), si ribadisce qui l’esigenza di sottoporre a monitoraggio il contesto ambientale nel quale il patrimonio d’arte rupestre è inserito: infatti lo stato di salute dell’ambiente, come è stato più volte sottolineato, può influire negativamente sulla conservazione delle superfici rocciose, portando in alcuni casi alla perdita del bene stesso. L’attività di monitoraggio dovrà tener conto anche dell’impatto che l’attuazione delle azioni del Piano di Gestione produrrà sul territorio della Valle, in termini di inquinamento in senso lato e di sfruttamento eccessivo delle risorse. Poiché lo sviluppo sostenibile del territorio rappresenta uno degli obiettivi principali del Piano di Gestione, appare positiva la nascita dell’Agenda 21 Locale della Valle Camonica40: si tratta di un’importante iniziativa con la quale si auspica che il Gruppo di Lavoro del Piano di Gestione per il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” possa avviare fattive sinergie sulle tematiche della preservazione dell’ambiente, nella sua accezione ampia di “ambiente come patrimonio culturale”. Le attività di monitoraggio dell’ambiente svolte dall’Agenda 21 Locale di Valle Camonica potranno proficuamente affiancarsi a quelle che nel Piano del monitoraggio ambientale (Parte quarta, Piano della ricerca scientifica e tecnologica) si è già previsto di realizzare in collaborazione con l’ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste). Sarà compito del Soggetto Responsabile e, in via transitoria, del Gruppo di Lavoro/Segreteria Tecnica, incoraggiare gli Enti locali e quelli territoriali della Valle Camonica ad avviare processi volontari per dotarsi di un sistema di gestione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001 e il regolamento comunitario EMAS41. Per quanto concerne i Parchi d’Arte Rupestre si potrà fare riferimento al progetto “Parchi in qualità”, condotto nel 1999 dall’ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente) per il Ministero dell’Ambiente e del Territorio e che ha coinvolto il Parco Fluviale del Po (tratto vercellese/alessandrino) e del Torrente Orba42 ed il Parco Nazionale del Circeo. 39 Vi parteciparono 113 capi di stato e di governo; come risultato furono prodotti un piano d’azione contenente 109 raccomandazioni e una dichiarazione recante 26 principi su diritti e responsabilità dell’uomo in relazione all’ambiente. Tra i risultati della Conferenza di Stoccolma si può annoverare ancora la creazione dell’UNEP (United Nations Environmental Programme), programma delle Nazioni Unite che ha il compito di promuovere iniziative per la promozione e salvaguardia dell’ambiente, di supervisionare le problematiche ambientali e di coordinare le politiche ambientali delle organizzazioni delle Nazioni Unite e dei vari governi; l’UNEP è inoltre coinvolta in importanti programmi di ricerca. 40 La creazione delle Agende 21 Locali è stata prevista nel 2003 dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Brescia. Progetto Preliminare di Piano, Quaderno 2, Brescia, 2003, pp. 300-301. In particolare nel paragrafo 5.1.2 si legge, tra l’altro: “... L’Agenda 21 Locale è uno strumento di tutela dell’Ambiente che si basa su un ampio coinvolgimento di soggetti pubblici e privati. Essa può dare un contributo significativo alla formazione ed alla attuazione del PTC e dei PRG, sulla base di una adesione allargata, volontaria e responsabile, di soggetti istituzionali, di categorie economiche, di cittadini. L’Agenda 21 Locale assume come obiettivo il razionale uso delle risorse, secondo criteri di sussidiarietà, di partecipazione, di cooperazione interistituzionale, di pianificazione condivisa, di coprogettazione...”. 41 ISO (International Organization for Standardisation): ente riconosciuto a livello mondiale, al quale compete l’emissione di norme. Quelle in campo ambientale (ISO 14000) sono definite e discusse nell’ambito di un Comitato tecnico (TC207), al quale partecipano rappresentanti dei vari paesi del mondo che aderiscono all’ISO; EMAS (Environmental Management and Audit Scheme): è un regolamento adottato dal Consiglio dell’Unione Europea (CE 761/2001). Viene gestito attraverso le strutture pubbliche dei Paesi membri, in Italia dal Ministero dell’Ambiente attraverso il Comitato Ecolabel-Ecoaudit, o Comitato EMAS Italia, che ha sede presso l’APAT. Sia la norma ISO 14001 che il regolamento EMAS hanno come obiettivo il miglioramento continuo delle prestazioni di un’organizzazione nei confronti della qualità dell’ambiente. Prevedono il raggiungimento di obiettivi sempre migliori e, quindi, una diminuzione sempre maggiore degli impatti. 42 Il Parco Fluviale del Po (tratto vercellese/alessandrino) e del Torrente Orba è la prima area protetta in Piemonte che abbia ottenuto la certificazione ambientale (29 novembre 2004). L’Istituto Certiquality (organismo ufficiale e accreditato) ha riconosciuto che il Parco ha sviluppato ed applica in modo corretto e completo, in conformità alla norma internazionale ISO 14001, un sistema di gestione ambientale, individuando gli obiettivi di miglioramento delle prestazioni ambientali delle sue attività e della qualità ambientale del territorio (www.parcodelpo-vcal.it). 284 32. CONTROLLO E MONITORAGGIO DEI FLUSSI E DEL CARICO ANTROPICO [Parte terza: Piano degli interventi sulle strutture; Piano della manutenzione e del restauro. Parte quarta: Piano della ricerca scientifica e tecnologica; Piano delle accessibilità e permeabilità; Piano della accoglienza del turismo culturale; Piano del marketing territoriale] Da alcuni decenni il turismo si conferma come un settore rilevante di sviluppo economico con elevata occupazione ed in grado di creare nuovi posti di lavoro, anche altamente qualificati. È quindi fondamentale che il turismo per primo tuteli il patrimonio ambientale e culturale sul quale fonda la propria attività e che si sviluppi aderendo ai principi di “sostenibilità”, rispondendo ai bisogni delle generazioni attuali senza compromettere quelli delle generazioni future43. La “Carta per un Turismo Sostenibile” fu sottoscritta nel 1995 alla Conferenza Mondiale sul Turismo Sostenibile a Lanzarote: in essa, al primo punto, si afferma che “Lo sviluppo del turismo deve essere basato sul criterio della sostenibilità, ciò significa che deve essere ecologicamente sostenibile nel lungo periodo, economicamente conveniente, eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità locali. Lo sviluppo sostenibile è un processo guidato che prevede una gestione globale delle risorse per assicurarne la redditività, consentendo la salvaguardia del nostro capitale naturale e culturale. Il turismo, come potente strumento di sviluppo, può e dovrebbe partecipare attivamente alla strategia di sviluppo sostenibile. La caratteristica di una corretta gestione del turismo è che sia garantita la sostenibilità delle risorse dalle quali esso dipende”. Un turismo così concepito necessita però di una riflessione globale che preveda l’interazione fra l’attività turistica e gli altri settori del territorio. Per fare questo è necessario mettere in atto azioni concertate alle quali prendano parte tutti gli attori interessati (Enti Locali, tour operator, albergatori, etc…), i quali dovranno operare in un’ottica di lungo periodo, che abbia come fine la difesa dell’ambiente, del patrimonio culturale e dell’industria stessa del turismo, all’interno di un’offerta che risponda alle reali aspettative dei visitatori. Per attuare un turismo sostenibile è quindi necessario controllare e monitorare i flussi turistici che giungono in Valle, per valutarne gli effetti sul patrimonio culturale e ambientale e sulla popolazione locale. Il turismo è stato infatti a lungo ritenuto una ricchezza pulita (“smokeless industry”) ed i rischi per l’ambiente derivanti da uno sviluppo non controllato sono stati spesso sottovalutati. In generale, gli effetti di un carico eccessivo del flusso turistico sul territorio possono essere raggruppati in varie categorie: • urbanizzazione delle aree naturali con alterazione dei contesti (deforestazione, degrado paesaggistico, etc.); • aumento dell’inquinamento dell’aria derivante dall’incremento del traffico veicolare; • aumento della produzione di rifiuti; • aumento dei consumi energetici; • aumento dell’inquinamento delle acque di scolo; • eccessivo consumo delle risorse naturali; • impiego di strutture originariamente tarate su livelli di utilizzo minori. Tutti questi parametri, che si intrecciano con il monitoraggio delle fonti di inquinamento, dovranno essere controllati e monitorati attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati dal Piano di Gestione ed in particolare di quelli previsti dal Piano del monitoraggio ambientale (Parte quarta, Piano della ricerca scientifica e tecnologica). Per quanto riguarda invece i Parchi d’Arte Rupestre si opererà su due livelli:  per le rocce incise, attraverso periodiche verifiche dello stato di conservazione sulla base dei dati raccolti nel Catalogo Informatizzato per il Monitoraggio dell’Arte Rupestre (C.I.M.A.R.);  per i flussi turistici, attraverso le rilevazioni, mediante appositi questionari diffusi presso tutti i Parchi, del numero di presenze mensili e annuali. In questo modo, correlando i dati sulla salute delle rocce e sul carico antropico dei Parchi, si potrà intervenire sulle capacità di carico di tipo fisico del sito, regolando il numero mas- 43 Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che soddisfa i bisogni delle generazioni presenti, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri (World Commission on Environment and Development, “Our Common Future”, 1987). 285 simo di visitatori o mettendo in atto soluzioni che non compromettano l’integrità ed i valori universali del patrimonio d’arte rupestre. A titolo esemplificativo, qualora si osservi un’eccessiva concentrazione di visitatori intorno a rocce particolarmente famose per le loro incisioni, si potrà intervenire modificando il sistema di gestione dei percorsi di visita e spostando l’interesse dei visitatori anche su altre aree meno note o meno congestionate. O anche, qualora si riscontri un aumento degli atti di vandalismo, dovranno essere attivate azioni più incisive e mirate di comunicazione interna (alla popolazione locale) ed esterna (al vasto pubblico), per sensibilizzare l’attenzione pubblica sull’inestimabile valore culturale e storico del patrimonio d’arte rupestre e sulla necessità di salvaguardarlo. Parallelamente, si incrementerà la sorveglianza alle rocce incise, senza tralasciare altre forme di protezione e di dissuasione, quali ad esempio l’impiego di recinzioni o di cartelli di divieto. 33. CONTROLLO E MONITORAGGIO DEL CONSENSO DEL RESIDENTE [Parte quarta: Piano di coinvolgimento delle comunità locali; Piano della formazione e diffusione; Piano delle attività tipiche locali] Affinché il turismo sia sostenibile è necessario che accanto alla salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio culturale sia tutelato anche lo stile di vita dei residenti. È stato infatti appurato che l’atteggiamento della popolazione locale nei confronti del turismo passa da una fase iniziale di “euforia”, nella quale i visitatori sono ben accolti e accettati, ad una di “apatia”, nella quale i rapporti sono più formali, per arrivare alla fase di “irritazione”, quando cioè la concentrazione turistica satura la località e si verificano i primi effetti negativi sulle infrastrutture e sui servizi che anche i residenti utilizzano. In alcuni casi a quest’ultima fase può su- bentrare anche una forma di “antagonismo”, per cui i turisti sono visti come la causa principale dei problemi del territorio ed il turismo stesso è rifiutato da tutti quelli che non operano nel settore o che non ne ricavano benefici diretti ed immediati. Come detto nel Controllo dei flussi e del carico antropico, l’inquinamento turistico esiste e costituisce un problema per le amministrazioni, che devono gestire un fenomeno “instabile” e variabile in base alle stagioni. Per gestire il turismo senza “subirlo” è necessario, oltre che consolidare nel residente l’idea che il turismo rappresenta una risorsa economica, da un lato evitare di considerare la popolazione locale come un “oggetto di consumo” a disposizione del turista e, dall’altro, evitare con attenzione di attribuire al turismo colpe non sue. Spesso infatti i disservizi dipendono non tanto dall’afflusso dei turisti quanto da una cattiva gestione, che sottovaluta la portata del fenomeno e poi lo colpevolizza. Ad esempio, per quanto riguarda il traffico, i problemi sono spesso causati dagli escursionisti giornalieri (quelli del turismo “mordi e fuggi”) e dai pendolari più che dai veri e propri turisti che soggiornano per periodi più o meno lunghi sul territorio. Inoltre se il turismo può costituire una minaccia per l’ambiente e anche vero che può rappresentare uno strumento importante ed efficace che stimola le amministrazioni a salvaguardare e recuperare le tradizioni locali. Il consenso del residente andrà quindi controllato e monitorato attraverso appositi sistemi, che possono essere rappresentati da: a. interviste con questionari, per valutare il grado di soddisfazione; b. workshop e forum, come quelli utilizzati nel processo di Agenda 21. Per il punto a. si prevede di utilizzare i riferimenti metodologici elaborati nell’ambito dell’iniziativa “Towards a local sustainability profile European Common Indicators” (ECI), Methodology Sheets for testing phase 2001-2002 (may 2001)44. 44 Il set di indicatori ECI ha l’obiettivo di monitorare e valutare la dimensione urbana attraverso le categorie della sostenibilità quale base e supporto per il dibattito sulle politiche comunitarie. Il sistema degli indicatori, individuato attraverso un’estesa consultazione e quindi percepito come “sistema di indicatori condiviso”, è dotato di buona rappresentatività (144 firmatari di 14 paesi europei) e le tematiche affrontate sono correlate ai sistemi di indicatori locali, nazionali e settoriali esistenti. 286 Nel 2000, alla terza Conferenza Europea sulle Città Sostenibili tenutasi ad Hannover (Germania), è stato presentato un set di indicatori per la sostenibilità locale, individuati nell’ambito del progetto ECI. Gli indicatori identificati sono i seguenti: 1. Soddisfazione dei cittadini, con riferimento alla comunità locale 2. Contributo locale al cambiamento climatico globale 3. Mobilità locale e trasporto passeggeri 4. Accessibilità delle aree verdi e dei servizi locali 5. Qualità dell’aria locale 6. Spostamenti casa-scuola dei bambini 7. Gestione sostenibile dell’autorità locale e delle imprese locali 8. Inquinamento acustico 9. Uso sostenibile del territorio 10. Prodotti sostenibili A questi dieci indicatori nel 2001 è stata aggiunta l’impronta ecologica45. Tra il 2001 e il 2002 è stata messa in atto la fase di sperimentazione che ha visto coinvolti numerosi partner; l’attività di supporto e di coordinamento è stata svolta da Ambiente Italia, in partnership con Eurocities (coordinamento delle 100 maggiori città europee, con sede a Bruxelles) e con Legambiente (sede nazionale, Roma), e con la collaborazione scientifica dell’Università del West England (Bristol, UK). Per quanto riguarda il punto b. (workshop e forum), il fatto che l’Agenda 21 Locale di Valle Camonica sia stata attivata contestualmente all’elaborazione ed all’attuazione del Piano di Gestione del sito UNESCO n. 94 costituisce un buon punto di partenza perché fornisce lo stato della situazione datata al 2005. Sembra pertanto necessario riattivare a medio termine un simile processo partecipativo dei residenti, per verificare se gli obiettivi legati ad un miglioramento generalizzato della qualità della vita siano stati raggiunti e se si siano verificate variazioni degli indicatori di sostenibilità da parte della popolazione locale. Ai fini della Strategia Tematica sull’Ambiente Urbano, l’analisi dei dati raccolti conferma infatti, come priorità delle strategie europee, l’importanza della gestione sostenibile della mobilità urbana e del design urbano, dell’uso del territorio e dell’edilizia, mettendo in luce nuove tematiche sulle quali intervenire nel prossimo futuro. Gli indicatori quindi confermano la loro importanza nell’ambito degli strumenti di supporto per le politiche di sostenibilità e per lo sviluppo di opportune metodologie di intervento. 45 L’Impronta ecologica (Ecological Footprint) rappresenta la superficie di territorio necessaria per sostenere una data economia e mantenere il suo standard di vita e di consumi; la sua valutazione permette di stimare il consumo di risorse e la necessità di assimilazione di rifiuti da parte di una determinata popolazione umana o di una certa economia, e di esprimerle in termini di superficie di territorio produttivo corrispondente. L’impronta ecologica illustra quindi in modo chiaro il “debito” che le società hanno nei confronti dell’ambiente. 287 GLI INDICATORI PER IL CONTROLLO E MONITORAGGIO DEL PIANO DI GESTIONE Capitolo Oggetto dell’intervento Indicatori Controllo e monitoraggio delle azioni e delle opere di manutenzione e restauro Attività di manutenzione ordinaria delle rocce incise nei Parchi d’Arte Rupestre Numero delle rocce sottoposte a manutenzione rispetto al numero complessivo di rocce presenti in ciascun Parco d’Arte Rupestre Attività di restauro conservativo delle 1. Numero delle rocce sottoposte a rocce incise restauro rispetto al numero complessivo di rocce presenti in ciascun Parco d’Arte Rupestre 2. Quantificazione dei finanziamenti erogati da Enti pubblici e da soggetti privati Controllo delle opere di riconversione Opere di ripristino del fondovalle Numero delle strutture interessate da progetti di riconversione: per ciascuna struttura verranno individuati i parametri quantitativi sulla base della tipologia (strade, elettrodotti, capannoni industriali, aree incolte, etc.) Controllo delle azioni e delle opere di prevenzione Attività di prevenzione messe in atto direttamente sul Bene Arte Rupestre attraverso il C.I.M.A.R. Numero delle rocce catalogate con il sistema IRWeb (voci relative agli aspetti conservativi) e confluite nel C.I.M.A.R. Opere e azioni di prevenzione messe Si veda il capitolo del Monitoraggio delle in atto sul contesto ambientale fonti di inquinamento Controllo delle azioni e delle opere tutela Attività di ricerca scientifica sull’arte rupestre 1. Numero delle rocce catalogate con il sistema IRWeb e confluite nel C.I.M.A.R. 2. Numero dei nuovi siti con arte rupestre individuati 3. Numero dei nuovi siti archeologici individuati 4. Numero dei nuovi siti archeologici indagati 5. Numero delle rocce, dei siti con arte rupestre e dei siti archeologici pubblicati e/o in corso di pubblicazione Controllo delle opere di trasformazione Realizzazione di infrastrutture Numero dei progetti che producono un impatto sul territorio (“grandi opere”) Controllo delle azioni e delle opere di protezione Realizzazione di strutture di protezione delle rocce o delle aree con arte rupestre Numero delle strutture progettate e costruite secondo gli standard qualitativi indicati nel Manuale delle Buone Pratiche Controllo delle azioni e delle opere di valorizzazione Adeguamento degli apparati didattici e di fruizione dei Parchi d’Arte Rupestre 1. Numero dei nuovi apparati didattici e di fruizione realizzati 2. Numero dei visitatori per provenienza, tipologia, grado di soddisfazione, etc. 288 Capitolo Oggetto dell’intervento Indicatori Creazione di nuovi percorsi di visita o miglioramento di quelli già esistenti 1. Numero dei nuovi percorsi di visita realizzati 2. Numero dei percorsi di visita migliorati 3. Numero dei visitatori per provenienza, tipologia, grado di soddisfazione, etc. 4. Km di percorsi di visita Valorizzazione dei siti d’Arte Rupestre e dei contesti archeologici 1. Numero dei nuovi siti d’Arte Rupestre valorizzati 2. Numero dei nuovi contesti archeologici valorizzati 3. Numero dei visitatori per provenienza, tipologia, grado di soddisfazione, etc. Organizzazione di eventi culturali 1. Numero di mostre, convegni, conferenze ed iniziative varie di carattere culturale realizzate 2. Numero dei visitatori, partecipanti per provenienza, tipologia, grado di soddisfazione, etc. Creazione delle due Aree di Benvenuto e dei tre Centri di Accoglienza per i Turisti previsti nel Piano di Gestione Numero delle strutture realizzate Marketing turistico 1. Numero delle azioni promozionali realizzate 2. Numero dei passaggi sulla stampa e sui media Monitoraggio delle fonti di inquinamento Attività di monitoraggio dell’aria, delle acque, dei rifiuti, etc. 1. 2. 3. 4. Controllo e monitoraggio dei flussi e del carico antropico Attività di controllo e monitoraggio dei flussi turistici in Valle Camonica 1. Numero dei visitatori per provenienza, tipologia, grado di soddisfazione in relazione a: quantità e qualità delle strutture ricettive; servizi; offerta di pacchetti turistici; etc. 2. Numero delle nuove strutture ricettive 3. Numero delle nuove attività commerciali 4. Numero dei nuovi impiegati nel settore turistico Numero delle centraline di analisi Valori rilevati (per aria e acque) Quantità dei rifiuti prodotti Valori dei consumi relativi alle risorse energetiche (acqua, elettricità, combustibili per autotrazione e per riscaldamento) 5. Numero di organizzazioni con sistemi di gestione ambientale registrati (ISO 14001, EMAS) 289 Capitolo Controllo e monitoraggio del consenso del residente 290 Oggetto dell’intervento Indicatori Attività di controllo e monitoraggio dei flussi turistici nei Parchi d’Arte Rupestre Numero dei visitatori per provenienza, tipologia, grado di soddisfazione, etc. Attività di controllo e monitoraggio del carico antropico Si vedano gli indicatori 1 - 4 del Monitoraggio delle fonti di inquinamento Attività di controllo e monitoraggio del grado di consenso del residente nei confronti delle pubbliche amministrazioni Indicatori ECI (si veda sopra al capitolo Controllo e monitoraggio del consenso del residente) Attività di controllo e monitoraggio del grado di consenso del residente rispetto alle azioni di formazione e qualificazione professionale 1. Numero delle adesioni a corsi di formazione e qualificazione professionale 2. Numero di residenti impiegati in lavori specializzati (manutenzione e restauro delle rocce, settore della didattica, etc.) Attività di controllo del consenso del residente verso il Piano di Gestione per il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” Numero delle iniziative finalizzate alla promozione del Piano di Gestione dell’Arte Rupestre della Valle Camonica Appendice Allegato 28 Consuntivo Studi Arte Rupestre Valle Camonica e pubblicazioni Allegato 29 Piano degli Interventi descritti nelle Parti terza e quarta del Piano di Gestione 291 NOTA: poiché sono intercorsi due anni tra l’approvazione del Piano di Gestione (8 luglio 2005) e la sua edizione (2007), nell’All. 28 si è ritenuto utile e doveroso dare conto dello Stato di Avanzamento dei Lavori (colonna a destra). 292 CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico N. sito Comune Località Totale rocce Rocce/ Totale Ente resp., individuate monumenti rocce/mo- Direzione LL, nell'anno studiati numenti anno della ricerca (Roccia n.) studiati Gruppo di studio Bibliografia (abbreviazioni da ALL. 32 - Bibliografia) Tipo di documentazione Foto 1 PROV. di BS ANGOLO TERME 2 3 8 Sorline 13 studio preliminare 13 BERZO DEMO Fraz.Monte, Lòa 3 BERZO DEMO Fraz.Monte, Lòa 3 studio iscrizioni studio preliminare 3 BERZO DEMO BORNO Dos de la Crus Dos Averta, masso "Borno 1" 6 1 BORNO Valzel de l'Undine schedatura preliminare massi "Borno 1,4,5" 8, BORNO 9,11 9 BORNO stele da loc. varie V. S.Fermo (giac. second.) "Borno 3" BORNO 12 BRENO V.S.Fermo (giac. second.) "Borno3" Lazzaretto (giac. second.) "Borno 6" Lavarino 1 13 BRENO 14 BRENO Mezzarro Case Brusade 1 1 15 BRENO En Plas-Piani di Astrio 2 11 BORNO studio completo 1 13 dato non disponibile SAL (Poggiani Keller), 20042005 3 1 CCSP Archivi CCSP e Dipartimento. Relazioni preliminari presso SAL Priuli 1984 a Solano-Marretta segnalazione Priuli 1984 lavori in corso lavori in corso Museo Didattico CCSP Priuli 1984 a Anati 1966 c; Fedele 1990 a; Casini 1994; Costantini 1993 30 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 3 1 SAL (Poggiani Keller), 2002 SCA 3 SAL (Poggiani Keller), 1989 Le Orme dell'Uomo CCSP Museo Didattico 3 foto digitali Frontini 1994; Casini 1994 diapositive Fedele 1990 a Altro Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato Museo Didattico 3 1 Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Rilievo Archivio (1) foto rilievo topografico e GIS Archivi SAL Museo Didattico Archivi CCSP; Archivi SAL IRWeb rilievi su polietilene rilievi su polietilene Archivi SAL Archivi SAL Archivi CCSP 1 SAL (Poggiani Keller), 2002 SCA foto digitali IRWeb Archivi SAL 1 SAL (Poggiani Keller) SCA 3 foto digitali IRWeb Archivi SAL CCSP Anati 1976 a,1982a; Marretta 2004 a, b 1 Museo Didattico CCSP Priuli 1983-84 Anati 1976 a,1982a; Marretta 2004 a, b 2 Le Orme dell'Uomo foto Itinera 2, 1999, pp. 70-71 Diapositive Pagina 1 di 24 rilievi Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL Museo Didattico Archivi CCSP e Dipartimento; relazioni preliminari presso SAL Sede Le Orme dell'Uomo Note CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 16 BRENO 18 CAPO DI PONTE 19 CAPO DI PONTE Lazzaretto Cascina Laffranchi 1 32 Seradina (I, II, III, "Corno", S. Siro) Seradina I 57 (Seradina I) studio preliminare 32, studio completo 10 1 32 studio preliminare 57, studio completo 40 40 CCSP (in concessione; E. Anati) CCSP (in concessione; E. Anati) Museo Didattico CCSP CCSP CAPO DI PONTE Seradina I R. 12 studio completo di M.Abreu 1 CAPO DI PONTE Seradina I Roccia con schedatura preliminare: r.12 1 SAL (Poggiani Keller) , 2002 SCA CAPO DI PONTE CAPO DI PONTE (Le Orme dell'Uomo) Seradina II 40 (Seradina era indicato 57 II) ? CCSP (in concessione; E. Anati) CCSP Seradina II Rocce con schedatura preliminare: rr. 14, 15, 16, 18, 25 A, 25 B, 26 7 SAL (Poggiani Keller) , 2002 SCA Priuli 1984 Anati 1976 a,1982a; Marretta 2004 a, b 10 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 1 10 Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b. Relazioni campagna scavi BCNotizie . Con il termine Corno di Seradina o Collina dei Guerrieri è stata definita da U. Sansoni l'area rilevata, posta a cavallo di Seradina I, II e III; 37 rocce ubicate in quest'area sono state studiate dal Dipartimento Valcamonica e Lombardia (Sansoni 1984a, b), che ha effettuato fotografie, rilievi e planimetrie. Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 5 georeferenziazione completata Archivi CCSP (rilievi e planimetrie) e Dipartimento (catalogo, foto dei rilievi e copie); relazioni presso SAL rilievi su lucido e su polietilene riduzioni Sede Le Orme dell'Uomo IRWeb Archivi SAL georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni presso SAL IRWeb Archivi SAL Abreu, Fossati 1988, pp. Diapositive e 45-48; Fossati 1991, pp. B/N 11-73; Abreu 1989, pp. 2333 1 foto digitale Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b. Relazioni campagna scavi BCNotizie Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 7 foto digitali Pagina 2 di 24 6 georeferenziazione completata Museo Didattico Archivi CCSP; relazioni presso SAL n. 44 fogli n. 22 fogli n. 21 fogli CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico CAPO DI PONTE Seradina III CAPO DI PONTE CAPO DI PONTE Seradina Seradina 20 CAPO DI PONTE Fraz. Pescarzo, Dos del Merichì CAPO DI PONTE Fraz. Pescarzo, Dos del Merichì Fraz. Pescarzo, Redondo 21 CAPO DI PONTE CAPO DI PONTE 22 CAPO DI PONTE 23 CAPO DI PONTE Fraz. Pescarzo, Redondo Fraz. Pescarzo, Convai Fraz. Pescarzo, Le Crus (già Giadeghe, al confine con il Comune di SELLERO) 31 studio completo 31 31 CCSP (in concessione; E. Anati) 30 Schedatura preliminare di 113 rocce (in occasione dell'allestiment o del Parco) 91 studio preliminare 91, studio completo 12 SAL (Poggiani Keller), 2005 91 CCSP (in concessione; E. Anati) 3 31 studio preliminare 31 31 studio completo 7 7 13 studio completo 13 13 Museo Didattico CCSP (A. Marretta) CCSP Museo Didattico CCSP (in concessione; E. Anati) 3 7 CCSP CCSP Museo Didattico CCSP (in concessione; E. Anati) CCSP (in concessione; E. Anati) Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b. Relazioni campagna scavi BCNotizie Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 32 Priuli 1991 300 20 georeferenziazione completata IRWeb (in corso, 2005) Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 12 Priuli 1991 12 3 Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato Priuli 1991 12 Dipartimento Sansoni-Gavaldo 1995 Dipartimento Sansoni, Gavaldo 1995 a Pagina 3 di 24 2 (tesi Gavaldo) georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni presso SAL n. 182 fogli Museo Didattico Archivi SAL Archivi CCSP; relazioni presso SAL n. 92 fogli Museo Didattico georeferenziazione completata 3 Archivi CCSP; relazioni presso SAL n. 5 fogli Museo Didattico Archivi CCSP Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 2 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni presso SAL n. 6 fogli CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 24 CAPO DI PONTE Nigol 14 studio preliminare 14, studio completo 1 14 CCSP (in concessione; E. Anati) CCSP 25 CAPO DI PONTE Bedolina 48 studio preliminare 48, studio completo 4 48 CCSP (in concessione; E. Anati) CCSP CAPO DI PONTE CAPO DI PONTE Bedolina Bedolina CAPO DI PONTE Bedolina 48 Schedatura preliminare (in occasione dell'allestiment o del Parco) 27 CAPO DI PONTE Valserta 7 studio preliminare 7 29 CAPO DI PONTE Pozzi 3 studio preliminare 3 Rocce studiate in dettaglio: r. 1. Rocce con schedatura preliminare: rr. 3, 4, 10, 14, 15, 16. 4 7 SAL (Poggiani Keller), 2002 Museo Didattico SCA, FO.A.R.T. Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Anati 1976a, 1982 a; Beltran Lloris 1972; Marretta 2004 a, b; Priuli 1991 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 1 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni presso SAL n. 1 foglio Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 4 georeferenziazione completata, ma in corso di rifacimento completo nel 2005 per inesattezze Archivi CCSP e Dipartimento (solo foto); relazioni presso SAL n.71 fogli 40 673 foto digitali 2 1 SAL (Poggiani Keller), 2005 CCSP (A. Marretta) 7 CCSP (in concessione; E. Anati) CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b. Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 3 CCSP (in concessione; E. Anati) CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato Pagina 4 di 24 IRWeb e fotogrammetria per R.1 "Mappa di Bedolina" Museo Didattico Archivi SAL IRWeb (in corso, 2005) Archivi SAL 0 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni presso SAL 0 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni presso SAL CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 30 CAPO DI PONTE Fraz. Cemmo, località Pian delle Greppe 2 studio completo dei Massi 1 e 2 2 CAPO DI PONTE Fraz. Cemmo, località Pian delle Greppe 4 Studio completo Massi 1, 2 e stele 3, 4 4 CAPO DI PONTE Fraz. Cemmo, località Pian delle Greppe 13 SAL (Poggiani Keller), 20002003 SAL (Poggiani Keller), SCA, FO.A.R.T. 31 CAPO DI PONTE Dos dell'arca 9 Monumenti studiati in dettaglio: Massi 1, 2, stele 5. Stele con schedatura preliminare: 34, 6-13. studio completo 9 9 SAL (con direz. di E. Anati) 32 CAPO DI PONTE San Salvatore 3 studio preliminare 3 3 33 CAPO DI PONTE Piè 5 studio preliminare 5 5 CAPO DI PONTE 34 CAPO DI PONTE Piè Naquane 104 studio preliminare 104; studio completo R.12 (tesi E. Anati) 2 104 SAL 1967 CCSP Anati 1967 b SAL (De Casini, Fossati, Frontini De Marinis 1988 Marinis), 198386 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 2 Archivi CCSP; relazioni presso SAL Archivi SAL (verificare collocazione) Rilevamento dei massi e delle stele Poggiani Keller 2000 (Cemmo 5-10) 391 foto digitali 3 IRWeb; fotogrammetria del Masso 2 Archivi SAL CCSP Sluga 1969 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 1 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni presso SAL CCSP (in concessione; E. Anati) CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni presso SAL CCSP (in concessione; E. Anati) CCSP Anati 1976 a; 1982 a; Marretta 2004 a, b; PriuliBertocchi 1982 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni presso SAL Museo Didattico Priuli 1991 10 SAL, 1955-60 Fusco, Mirabella Roberti Fusco-Mirabella Roberti documentazio 1972 a, 1977; Anati 1960 ne parziale (R. 1-2); Fusco 1972 Pagina 5 di 24 2 parziale rilievo topografico Museo Didattico Archivi SAL. Presso Archivi CCSP: n. 5+12 fogli con Roccia 1 e altro n. 1 foglio CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico CAPO DI PONTE Naquane 104 studio completo R.44 1 SAL (De Casini, Frontini, Fossati, Marinis), 1984 CAPO DI PONTE Naquane 104 Documentazio ne completa 11 rocce (R. 12,35,50,99 ecc.); rilievo topografico totale del Parco e delle 104 rocce 11 SAL (poggiani Le Orme dell'Uomo; Altri Keller), 1989; ricercatori e rilevatori; 1990-1998 ditte specializzate e Università (fotogrammetria) Naquane 104 Documentazio ne completa R. 34 1 SAL (tesi di laurea di Katalin Ernyey, seguita da R. De Marinis) Rilevamento e documentazio ne fotografica completa CAPO DI PONTE Naquane 104 Documentazio ne preliminare R. 73-75 3 SAL (Poggiani Keller), 1999 operatori archeologici Rilevamento e documentazio ne fotografica completa CAPO DI PONTE Naquane 104 Documentazio ne preliminare delle 104 rocce; documentazio ne completa R. 4, 9 (tesiTenconi), 63 104 SAL (Poggiani Keller), 20002005 SCA 35 CAPO DI PONTE Ronchi di Zir 8 studio preliminare 8 8 38 CAPO DI PONTE Le Sante 1 studio completo 1 1 CAPO DI PONTE Le Sante 1 CAPO DI PONTE 1 CCSP (in concessione; E. Anati) De Marinis 1985 b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa Archivi SAL (copia; verificare collocazione) Rilevamento (rilievi su poliestere) e documentazio ne fotografica completa rilievo topografico; rilievo fotogrammetrico (R. 1-2; 50) Archivi SAL Archivi SAL (copia) 930 foto digitali rilievo topografico Archivi SAL IRWeb; fotogrammetria della R. 4 Archivi SAL CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 georeferenziazione completata Archivi CCSP e Dipartimento (solo "roccia del Cervo"); relazioni presso SAL CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni presso SAL Priuli 1988 10 1 Museo Didattico Pagina 6 di 24 Museo Didattico CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico CAPO DI PONTE Valserta 7 studio preliminare 7 7 CCSP 40 CAPO DI PONTE/CETO Perseghina e Dos del Pater (denominati di recente "Piana degli Svedesi") 19 studio preliminare 12 in corso CCSP (in convenzione; E. Anati) 41 CEDEGOLO Fraz. Grevo, Campolongo 4 (R. 46, 63, 48,77) studio completo 4 4 CCSP (in convenzione; E. Anati) CEDEGOLO Fraz. Grevo, Campolongo 4 stele Schedatura preliminare: stele nn. 1-4 4 SAL (Poggiani Keller), 20032004 SCA CEDEGOLO Fraz. Grevo, Campolongo 4 stele Studio completo 4 SAL (Poggiani Keller) 2003 Marretta 41, CEDEGOLO 4349 Fraz. Grevo, località varie 129 studio completo 129 129 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 georeferenziazione completata Archivi CCSP e Dipartimento; relazioni preliminari presso SAL Dipartimento del CCSP Anati 1976 a, 1982 a; Marretta 2004 a, b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 2 georeferenziazione completata; planimetrie Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL Dipartimento del CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b. Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 4 52 CEDEGOLO (al confine con PASPARDO) Ladroni 5 studio preliminare 5 5 CCSP 53 CERVENO Izimelle 1 1 Le Orme dell'Uomo CCSP (in Dipartimento del CCSP Convenzione; E. Anati), 2003 Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b 6 foto digitali Solano, Marretta 2004 foto Sansoni, Gavaldo, Solano Rilevamento e 2002; Solano-Marretta documentazio ne fotografica 2004 completa inserita in archivio informatizzato Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Itinera 2, 1999, p. 72 Pagina 7 di 24 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato Diapositive Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL IRWeb rilievi 129 Relazione presso SAL (originali da recuperare) Planimetrie; georeferenziazione completata (CCSP) 0 rilievi su polietilene Archivi SAL Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL Archivi CCSP e Dipartimento; relazioni preliminari presso SAL riduzioni sede Le Orme dell'Uomo Studio completato nel 2004 con edizione (Solano Marretta 2004). CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 54 CETO Verdi 7 studio completo 7 7 Dipartimento del CCSP Anati 1976 a; 1982 a; CCSP (in Marretta 2004 a, b; convenzione; BCNotizie CCSP; Sansoni E. Anati), 20042004 05 55 CETO Zurla 33 studio completo 33 33 Dipartimento del CCSP Anati 1976 a, 1982a; CCSP (in convenzione; Marretta 2004 a, b. Sansoni, Marretta 2002 a, E. Anati), 2003 b, 2003, 2004. Adoranten 2002 a CETO 56 CETO Zurla Foppe di Nadro 46 Rocce studiate in dettaglio: r 37. Rocce con schedatura preliminare: rr.1, 4, 5, 6, 9, 21, 22, 23, 24, 25, 27, 30, 35, 48. CETO Foppe di Nadro 92 studio preliminare 91, studio completo 26 (CCSP) + 13 (Dipartimento del CCSP) 91 ? 57 CETO Dos Cuì 6 studio completo 6 6 CCSP CETO Dos Cuì 6 studio completo 1 (roccia delle arature) 1 Le Orme dell'Uomo 59- CEVO 60 Dos del Curù e varie in corso Documentazio Le Corti di rilevamento ne preliminare 6 15 SAL (Poggiani Keller), 1997; Carta del Rischio del Patrimonio Culturale (ICR) Museo Didattico SCA CCSP (91 preliminari+26 CCSP (in studio completo) e convenzione; E. Anati), 2004 Dipartimento del CCSP (13 rocce) (13 studio completo) SAL (Poggiani Keller), 20042005 Priuli 2004 7 Planimetrie; georeferenziazione completata (CCSP) Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 32 georeferenziazione completata; planimetrie (Dipartimento del CCSP) CCSP (solo R. 1) e Dipartimento del CCSP (le restanti rocce); relazioni preliminari presso SAL, comprensive di copia completa documentazione (digitale e rilievi) 100 106 foto digitali 6 1 IRWeb Museo Didattico Archivi SAL Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b; Cittadini 1984 c; Sansoni 1981 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 26+13 georeferenziazione completata; planimetrie (Dipartimento del CCSP) Archivi CCSP e Dipartimento (solo 13 rocce); relazioni preliminari presso SAL n. 585 fogli Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b; BCNotizie CCSP; Cittadini 1984 c Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 1 georeferenziazione completata Archivi CCSP e Dipartimento (solo roccia delle arature); relazioni preliminari presso SAL n. 31 fogli ? ? SAL foto digitali Pagina 8 di 24 sede Le Orme dell'Uomo IRWeb Archivi SAL CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 61 CIMBERGO 62 CIMBERGO 63 CIMBERGO Castello 2 studio preliminare 2 2 CCSP (in concessione; E. Anati) Scale di Cimbergo (inserito dal Dipartimento del CCSP in Campanine) 5 studio preliminare 5, studio completo 1 5 CCSP (in concessione; E. Anati) CCSP studio completo 66 66 CCSP (in concessione e convenzione; E. Anati) CCSP (Rilievo R. 5, prima del 1987) e Dipartimento del CCSP (tutte le rocce) Campanine (vd 66 (5 rocce in sopra) località Scale di Cimbergo: vd. sopra) Dipartimento del CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b; BCNotizie CCSP Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b; BCNotizie CCSP Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b; BCNotizie CCSP; Cittadini 1984 c Rilevamento e 19+rilievi presso documentazio ne fotografica Dipartiment completa o inserita in archivio informatizzato georeferenziazione completata Archivi Dipartimento; relazioni preliminari presso SAL georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL georeferenziazione completata Archivi CCSP (solo R. 5) e Dipartimento (tutte le rocce restanti); relazioni presso SAL 65 CIMBERGO Figna 4 rocce+1 riparo con pittura studio completo 4 (del riparo solo foto) 4 CCSP (in concessione; E. Anati) Dipartimento del CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b; BCNotizie CCSP; Cittadini 1984 c Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 7 georeferenziazione completata Archivi CCSP (solo pittura) e Dipartimento (il resto); relazioni preliminari presso SAL 66 CIMBERGO Bosc del Vicare 21 studio completo 21 21 CCSP (in convenzione; E. Anati), fine anni '90 Dipartimento del CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b; BCNotizie CCSP Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 40 georeferenziazione completata Archivi CCSP e Dipartimento; relazioni preliminari presso SAL 68 CIMBERGO Piana di Cimbergo 1 solo segnalazione CCSP (in convenzione; E. Anati), fine anni '90 Dipartimento del CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b; BCNotizie CCSP; Cittadini 1984 c Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 georeferenziazione completata Archivi Dipartimento; relazioni preliminari presso SAL 70 CORTENO GOLGI S.Antonio 2 10 1 1 Museo Didattico Pagina 9 di 24 Museo Didattico n. 286 fogli CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 71 DARFO BOARIO TERME Parco di Luine, comprendente le località Luine (61 rocce); Crape (12 rocce); Simoni (39 rocce) vd. Sotto DARFO BOARIO TERME Luine (61 rocce) 61 studio completo 61 61 CCSP (in concessione; E. Anati) CCSP Anati 1982 d; Cittadini Gualeni, Il Parco di Luine, 1989. Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 12 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL n. 144 fogli DARFO TERME Crape (12 rocce) 12 studio preliminare 12, studio completo 4 12 CCSP (in concessione; E. Anati) CCSP Anati 1982 d; Cittadini Gualeni, Il Parco di Luine, 1989. Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 4 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL n. 14 fogli DARFO BOARIO TERME Simoni (39 rocce) 39 studio completo 39 39 CCSP (in concessione; E. Anati) CCSP Anati 1982 d; Cittadini Gualeni, Il Parco di Luine, 1989. Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 3 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL n. 30 fogli 72 DARFO BOARIO TERME Lago Moro 2 studio preliminare 2 2 CCSP Anati 1976 a, 1982 a; Marretta 2004 a, b 73 DARFO BOARIO TERME Monticolo 3 studio preliminare 3; 1 completa di foto e catalogo 3 DARFO BOARIO TERME Monticolo 6 BOARIO 2 CCSP (in convenzione; E. Anati) Dipartimento del CCSP BCNotizie 1995 Museo Didattico Priuli 1992 Pagina 10 di 24 Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 20 georefenziazione in corso 2 Archivi Dipartimento; relazioni preliminari presso SAL Museo Didattico CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 74 DARFO BOARIO TERME Corni Freschi 1 masso studio completo 1 1 CCSP (in concessione; E. Anati) CCSP Anati 1976 a, 1982a; Casini 1994 DARFO BOARIO TERME Corni Freschi 1 Studio completo 1 SAL (R. De Marinis), dopo 1980 Marchi Casini 1994 DARFO BOARIO TERME Corni Freschi 1 Schedatura di dettaglio in occasione del restauro: masso 1 e completamenti in corso 1 SAL (Poggiani Keller), 2003 SAL (Poggiani Keller) e SCA 75 DARFO BOARIO TERME Castilì (o Castello) 3 studio preliminare 3 3 CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b 77 DARFO BOARIO TERME Mazzunno 1 studio preliminare 1 1 CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b 78 DARFO BOARIO TERME Monticelli (localizzazione incerta, da definire) 4 studio preliminare 4 4 CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 79- EDOLO 89 Mù, Cortenedolo, varie 10 1 Museo Didattico Priuli 1996 20 90 ESINE Fraz. Plemo, loc. I Broli 5 CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b 91 ESINE Fraz. Plemo, Rocca novella 7 CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b 93 ESINE Dos del Roc 1 studio preliminare 1 1 CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b 94 ESINE Fraz. Plemo, Fontana 1 studio preliminare 1 1 CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 1 Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL Archivi SAL 330 foto digitali Pagina 11 di 24 georeferenziazione completata Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato IRWeb Archivi SAL georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL georefenziazione in corso 1 Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL Museo Didattico Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 90- ESINE 94? 96 MALEGNO MALEGNO Comune e Fraz. di Plemo 14 Ceresolo (usualmente denominato Bagnolo) 2 massi "Bagnolo 1 e 2" Ceresolo/Viola (usualmente denominato Bagnolo) survey generale studio completo 2 Schedatura di 2 massi dettaglio: "Bagnolo 1 e masso 1 e 2 2" Le Orme dell'Uomo 2 SAL G. Bonafini, 1955; E. Anati 1971 2 SAL (Poggiani Keller), 20012002 SCA Itinera 2, 1999, pp. 51-52 Diapositive Anati 1964 a, b, d; 1990 c; Rilevamento e Fedele 1990 c; Casini 1994 documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato rilievi parziali su polietilene frottages 2 52 foto digitali sede Le Orme dell'Uomo Archivi SAL; Archivi CCSP IRWeb Archivi SAL -107 MALEGNO-OSSIMO Pat: si veda 107Ossimo, essendo la località Pat al 90%in territorio di Ossimo 97 MALONNO Odecla 5 preliminare 5 5 CCSP 98 MALONNO 100 MONNO Cornola località non indicata 4 preliminare 4 5 CCSP 101 MONNO 102 OSSIMO Mortirolo Ossimo superiore, centro storicoV. S. CarloPortico Zerla, casa Botticchio (in Carta Archeologica. Scheda 1182 indicato come V. Mignone 1) 1 "Ossimo 3" studio completo 1 1 SAL, 1978 Museo Didattico CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Itinera 2, 1999, p. 79 Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Priuli 1991 Fedele 1990 Pagina 12 di 24 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL 4 ? Museo Didattico Archivi CCSP; relazione presso SAL CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico OSSIMO Ossimo Superiore 103 OSSIMO Asinino OSSIMO Asinino 104 OSSIMO 1 "Ossimo 1" Schedatura preliminare: frammento Ossimo 3 studio completo Schedatura preliminare "Ossimo 1" Asinino/Anvòia vari monoliti e Schedatura e frr. studio in corso 1 1 SAL (Poggiani Keller), 20012002 SAL, 1955 SCA Battaglia,1957 1 SAL (Poggiani Keller), 20012002 SCA vari Università di Napoli-F. Fedele (scavo in concessione) Le Orme dell'Uomo 1 foto digitale IRWeb Battaglia 1957; Anati 1972 a; Fedele 1990 Archivi SAL Archivi SAL 2 foto digitali Fedele 1995, pp. 28-31; 5056; Fedele, Fossati 1995, pp. 251-258; Arcà, Fossati, Marchi, Tognoni 2001, pp. 271-273 IRWeb rilievi su polietilene Archivi SAL riduzioni reperti temporaneamente presso deposito Comune di Ossimo in uso al concessionario scavo (Fedele-Università Napoli) OSSIMO Asinino-Anvoia Schedatura preliminare "Ossimo 4, 10" 2 SAL (Poggiani Keller), 20012002 SCA 2 foto digitali IRWeb Archivi SAL 105 OSSIMO Ossimo Inferiore, Via Dante e Via S. Rocco Schedatura preliminare stele "Ossimo 2, 7,8" 3 SAL (Poggiani Keller), 20012002 SCA 6 foto digitali IRWeb Archivi SAL 106 OSSIMO Passagròp studio completo 3 3 SAL CCSP OSSIMO Passagròp Schedatura preliminare massi "Ossimo 5,6,9" 3 SAL (Poggiani Keller), 20012002 SCA "Ossimo 5,6,9" 102- OSSIMO 106 Varie località "Ossimo 1-10" studio completo 10 10 SAL 102- OSSIMO 106 Varie località 7 7 7 SAL (Poggiani Keller), 19891990 Fedele 1990 ? 5 foto digitali CCSP, vari anni (1972- Anati 1972; Fedele 1990 1990) Le Orme dell'Uomo Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato Casini 1994 Pagina 13 di 24 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato Archivi CCSP; relazioni presso SAL IRWeb Archivi SAL 2+vari Archivi CCSP; relazioni presso SAL rilievi su polietilene Archivi SAL CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 107 OSSIMO (il sito sconfina in minima parte anche nel Comune di Malegno) Pat 109 PAISCO-LOVENO Loveno, Bait del Chic 111 PASPARDO 19 1 masso Dos di Custapeta 3 Dos di Custapeta ? 112 PASPARDO Plas 3 PASPARDO Plas 4 PASPARDO Plas 2 113 PASPARDO Dos Sottolaiolo PASPARDO Dos Sottolaiolo PASPARDO Schedatura preliminare: stele "Pat 1-5, 7-9"; studio completo in corso studio preliminare 3, studio completo 1 8 SAL (Poggiani Keller), scavo in corso 19952005 1 Le Orme dell'Uomo Itinera 2, 1999, p. 75 3 CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b 2 - parziali e Comune di 1 completa Paspardo (autorizzazione ? SAL) studio completo 3 IRWeb; 20 foto digitali disegni stele "Pat 1, 3-5; fotogrammetria Pat e varie dia e 17,19" n.4 b.n. SAL (Poggiani Keller); SCA (schedatura IRWeb); Fo.A.R.T. (fotogrammetria) 3 Le Orme dell'Uomo CCSP 1 Comune di Paspardo (autorizzazione SAL) Le Orme dell'Uomo studio preliminare Capitello dei 2 Pini e Roccia del Sole 2 SAL (Poggiani Keller), 20012002 SCA 18 studio preliminare 18, studio completo 8 18 7 Schedatura preliminare: rr. 1-7 7 Studio preliminare SAL (Poggiani Keller), 20012002 diapositive diapositive Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b diapositive rilievi su polietilene riduzioni sede Le Orme dell'Uomo 1 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL rilievi su polietilene riduzioni sede Le Orme dell'Uomo 1 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL rilievi su polietilene riduzioni sede Le Orme dell'Uomo IRWeb Archivi SAL georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL+rilievi originali M. Abreu R. 1-6) IRWeb Archivi SAL 2 foto digitali CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b; Cittadini 1984 c; Abreu, Fossati, Jaffe 1988 SCA Fusco 1971 8 7 foto digitali 114 PASPARDO Dos Sulif SAL (Fusco), 1974 PASPARDO Dos Sulif 115 PASPARDO Dos Baitì 6 studio preliminare 6 6 CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b 0 116 PASPARDO Deria: vd. sotto 122-Vite-Deria 1 studio preliminare 1 1 CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b 0 1 - parziale Comune di Paspardo (autorizzazione SAL),20042005 Archivi SAL Archivi SAL Le Orme dell'Uomo diapositive Pagina 14 di 24 rilievi su polietilene riduzioni sede Le Orme dell'Uomo; archivi SAL (relazione preliminare) Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL n. 6 fogli n. 1 foglio n. 45 fogli CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 119 PASPARDO La Madonna 3 studio preliminare 3 3 CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 120 PASPARDO Scale di Paspardo 5 studio preliminare 5 5 CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL PASPARDO Scale di Paspardo diapositive rilievi su polietilene riduzioni Sede Le Orme dell'Uomo; archivi SAL rilievi su polietilene riduzioni Sede Le Orme dell'Uomo; archivi SAL 3 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL IRWeb Archivi SAL 2 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL rilievi su lucido e su polietilene riduzioni Sede Le Orme dell'Uomo. Archivi SAL IRWeb Archivi SAL riduzioni sede Le Orme dell'Uomo 122 PASPARDO ? Vite-Deria (già "Vite-Val de Plaha" 80 PASPARDO In Vitt 12 PASPARDO In Vitt 125 PASPARDO In Valle 11 PASPARDO In Valle 15 PASPARDO In Valle 126 PASPARDO Castagneto Comune di Paspardo (autorizzazione SAL) Le Orme dell'Uomo Fossati 1997 b, 2001 b; Arcà, Fossati, Marchi, Tognoni 2001 76 Comune di Paspardo (autorizzazione SAL) Le Orme dell'Uomo Arcà 1994 a; Arcà, Fossati, diapositive e Marchi, Tognoni 2001 B/N studio preliminare 12, studio completo 3 12 Scheda preliminare: roccia non numerata 1 studio preliminare 11, studio completo 2 11 Schedatura preliminare: rr. 3, 4 80 4 CCSP SAL (Poggiani Keller), 20012002 SCA 1 foto digitale CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b; Cittadini 1984 c; Abreu, Fossati, Jaffe 1988 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato Abreu, Fossati 1988, pp. 45-48; Fossati 1991, pp. 11-73 diapositive e B/N 3 Comune di Paspardo (autorizzazione SAL) Le Orme dell'Uomo 2 SAL (Poggiani Keller), 20012002 SCA 3o6? Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b; Cittadini 1984 c; Abreu, Fossati, Jaffe 1988 2 foto digitali Le Orme dell'Uomo diapositive Pagina 15 di 24 rilievi su polietilene Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL n. 13 fogli n. 12 fogli CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 127 PASPARDO Clef del Popomm 1 1 128 PASPARDO Gras de le pegore 2 2 129 PASPARDO Paese 4 130 PIAN CAMUNO 131 PIAN CAMUNO Beata Beata/Paese 5 2 132 PIAN CAMUNO Beata/Torre 1 133 PIAN CAMUNO Coren di san Nicola 134 PIAN CAMUNO Costa della Beata studio completo 4 4 Comune di Paspardo (autorizzazione SAL), 20042005 Comune di Paspardo (autorizzazione SAL), 20042005 Le Orme dell'Uomo diapositive rilievi su polietilene riduzioni sede Le Orme dell'Uomo; relazione preliminare presso SAL Le Orme dell'Uomo diapositive rilievi su polietilene riduzioni sede Le Orme dell'Uomo; relazione preliminare presso SAL CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 4 Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL 1 2 Museo Didattico Priuli 1997 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 10 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 1 2 studio completo 1 1 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 1 georefenziazione in corso Archivio Dipartimento; relazioni preliminari presso SAL 1 studio completo 1 1 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 1 georefenziazione in corso Archivio Dipartimento; relazioni preliminari presso SAL 7 studio completo 7 7 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 7 georefenziazione in corso Archivio Dipartimento; relazioni preliminari presso SAL studio completo 2 Pagina 16 di 24 georefenziazione in corso Museo Didattico Archivio Dipartimento; relazioni preliminari presso SAL verificare lo stato di consistenza delle rocce CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 135 PIANCOGNO PIANCOGNO 137 PIANCOGNO PIANCOGNO 139 PISOGNE 140 PISOGNE Dassine 1 masso ("Borno 2") Dassine 1 masso SAL, 1971 Schedatura preliminare: masso "Borno 2" 1 SAL (Poggiani Keller), 20012002 CCSP Anati 1975 a; Fedele 1990 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 1 3 foto digitali Varie località dislocate nell'area compresa tra Valle del Torrente Trobiolo e Valle del Torrente Daen 78 studio completo 78 Museo Didattico senza indicazione di località 10 studio preliminare 10 10 CCSP La Biosca 1 studio completo 1 1 CCSP Monte Pontasio 5 studio completo 5 5 Priuli 1993 Archivi CCSP IRWeb Archivi SAL 500 78 Museo Didattico Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 Archivi CCSP Anati 1976 a, 1982a; Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 5 Pagina 17 di 24 georefenziazione in corso Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 141 PISOGNE Conca del Tet 7 studio completo 7 7 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 7 georefenziazione in corso Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL 142 PISOGNE Coren del diavolo 4 studio completo 4 4 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 4 georefenziazione in corso Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL 143 PISOGNE Coren di Marte 2 studio completo 2 2 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 2 georefenziazione in corso Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL 144 PISOGNE Coren Palazzo 9 studio completo 9 9 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 9 georefenziazione in corso Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL 145 PISOGNE Coren del Medel 5 studio completo 5 5 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 5 georefenziazione in corso Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL 146 PISOGNE Dos della regina 2 studio completo 2 2 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 2 georefenziazione in corso Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL Pagina 18 di 24 CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 147 PISOGNE Dos Seradino 1 studio completo 1 1 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 1 georefenziazione in corso Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL 148 PISOGNE Gippone 10 studio completo 10 10 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 10 georefenziazione in corso Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL 149 PISOGNE La Plagna 5 studio completo 5 5 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 5 georefenziazione in corso Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL 150 PISOGNE Monte Aguina 1 studio completo 1 1 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 1 georefenziazione in corso Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL 151 PISOGNE Mulino Rizzolo 1 studio completo 1 1 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 1 georefenziazione in corso Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL 152 PISOGNE Piè de l'Aden 2 studio completo 2 2 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 2 georefenziazione in corso Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL Pagina 19 di 24 CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 153 PISOGNE Prevent 6 studio completo 6 6 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 6 georefenziazione in corso Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL 154 PISOGNE Saresa 12 studio completo 12 12 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 12 georefenziazione in corso Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL 155 PISOGNE Sonvico 3 studio completo 3 3 Dipartimento del CCSP Sansoni, Marretta, Lentini 2001 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 3 georefenziazione in corso Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL 156 PONTE DI LEGNO 157 PONTE DI LEGNO Montozzo 1 Museo Didattico Priuli 1992 a Viso 2 Museo Didattico Priuli 2003 158 SAVIORE DELL'ADAMELLO Lago d'Arno 5 Museo Didattico 159 SAVIORE DELL'ADAMELLO Plot Campana (o Campagna) 16 studio completo 16 161 SELLERO Castel Grande 2 studio preliminare 2 2 162 SELLERO Fradel Berco 16 studio completo 16 16 CCSP (in convenzione; E. Anati) CCSP (in concessione; E. Anati) Dipartimento del CCSP Sansoni 2001 e CCSP (in concessione; E. Anati) Dipartimento del CCSP Sansoni 1987 b; Sansoni, Gavaldo 1995 b CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Pagina 20 di 24 3 Museo Didattico 4 Museo Didattico 20 Museo Didattico disegni e foto Dipartimento del CCSP; relazioni presso SAL Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 Archivi CCSP; relazioni presso SAL Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 8 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni presso SAL n. 74 fogli CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 1 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni presso SAL Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 georeferenziazione completata Archivi CCSP; relazioni presso SAL Sansoni 1985 a, 1987a, b, Rilevamento e documentazio 1988 a, c; Sansoni, ne fotografica Gavaldo 1995 b completa inserita in archivio informatizzato 5 Archivi CCSP; relazioni presso SAL n. 158 fogli Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 3 Archivi CCSP; relazioni presso SAL n. 11 fogli Sansoni 1987 b; Sansoni, Gavaldo 1995 b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 Archivi CCSP; relazioni presso SAL Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 Archivi CCSP; relazioni presso SAL 163 SELLERO Preda Moela 2 studio completo 2 2 CCSP (in concessione; E. Anati) 164 SELLERO Corna Sculta 1 studio completo 1 1 CCSP (in CCSP Sansoni 1987 b; Sansoni, concessione; e Dipartimento del CCSP Gavaldo 1995 b E. Anati) 166 SELLERO Carpene 9 studio completo 9 9 CCSP (in concessione; E. Anati) 167 SELLERO Isù 22 studio completo 22 22 CCSP (in CCSP Sansoni 1987 b; Sansoni, concessione; e Dipartimento del CCSP Gavaldo 1995 b E. Anati) 168 SELLERO Barnil 9 studio completo 9 9 CCSP (in concessione; E. Anati) CCSP 169 SELLERO Novelle 8 studio preliminare 8 8 CCSP (in concessione; E. Anati) CCSP Dipartimento del CCSP Sansoni 1987 b CCSP Pagina 21 di 24 n. 25 fogli CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 170 SELLERO Costa Framuna 4 studio preliminare 4 4 CCSP (in concessione; E. Anati) 171 SELLERO Pia d'ort 16 studio completo 16 16 CCSP (in concessione; E. Anati) Pià d'Ort (16 rocce), Coren (5 rocce), Convai (Capo di Ponte-Fraz. Pescarzo: n.22), Le Crus (Capo di Ponte-Fraz. Pescarzo: n.23) 47 studio completo 47 171, SELLERO e 22, CAPO DI PONTE 23 CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Dipartimento del CCSP Sansoni 1987 b; Sansoni, Gavaldo 1995 b CCSP (in Dipartimento del CCSP Sansoni 1988 b; Sansoni, concessione; Gavaldo 1995 a, b, 1996 b E. Anati) Pagina 22 di 24 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 27 Archivi CCSP; relazioni presso SAL georeferenziazione completata Planimetrie Archivi CCSP; relazioni presso SAL n. 86 fogli CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico 172 SELLERO Scianica 5 174- SONICO 176, 177, 178 177 SONICO Coren e varie località 40 Predasola 6 178 SONICO Coren de le Fate 1 SONICO Coren de le Fate 181 VEZZA D'OGLIO PROV. di BG ROGNO studio preliminare 5 5 Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 0 Priuli 1999 400 39 40 Museo Didattico studio preliminare 6 6 CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato studio preliminare 1 1 CCSP Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato Schedatura preliminare: rr. 1, 6 2 Sass de le Strie 1 preliminare 1 1 Còren Pagà 7 studio completo 7 7 SAL (Poggiani Keller), 20012002 SCA CCSP Università di Trento (in concessione; B. Bagolini), 1990-96 Museo Didattico Priuli 1997 Pagina 23 di 24 Museo Didattico 1 Archivi CCSP e Dipartimento; relazioni preliminari presso SAL IRWeb Rilevamento e documentazio ne fotografica completa inserita in archivio informatizzato 100 Archivi CCSP; relazioni presso SAL Archivi CCSP; relazioni preliminari presso SAL 2 foto digitali Anati 1976 a, 1982a; Marretta 2004 a, b planimetrie Archivi SAL Archivi CCSP e Dipartimento; relazioni preliminari presso SAL 7 Museo Didattico n. 3 fogli CONSUNTIVO STUDI ARTE RUPESTRE VALLE CAMONICA E PUBBLICAZIONI ALLEGATO 28 A cura di Soprintendenza Beni Archeologici in collaborazione con CCSP, Dipart. CCSP, SCA, Coop. Le Orme dell'Uomo, Museo Didattico Enti Promotori • Ente di tutela; • Concessionari di ricerca ai sensi del D.Lvo 42/2004; • Enti proprietari SAL = Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, Milano CCSP = Centro Camuno di Studi Preistorici, Capo di Ponte, Brescia Università Napoli = Università Federico II di Napoli Università Trento = Università degli Studi di Trento Comune di Paspardo Curatori delle ricerche CCSP = Centro Camuno di Studi Preistorici, Capo di Ponte, Brescia Dipartimento del CCSP = Dipartimento Valcamonica e Lombardia del CCSP (indicato in verde quando direttamente titolare delle ricerche) Le Orme dell'Uomo = Cooperativa Archeologica "Le Orme dell'Uomo", Cerveno, Brescia Museo Didattico = Museo Didattico d'Arte e Vita Preistorica, Capo di Ponte, Brescia SCA = SCA-Società Cooperativa Archeologica, Milano Fo.A.R.T.= Fo.A.R.T. Fotogrammetria Architettonica Rilievo Terrestre, Parma Cognome = specialisti con incarichi diretti 1. Per Archivio si intende il luogo, di accesso pubblico, dove è conservata la documentazione originale; si possono indicare eventuali altri Archivi dove siano depositate copie della documentazione (indicate tra () come "copia/e"), o sedi, dove il materiale sia temporaneamente conservato per studio. Pagina 24 di 24 ALLEGATO 29 PIANO degli INTERVENTI descritti nelle parti III e IV del Piano di Gestione del sito UNESCO n.94 "Arte Rupestre della Valle Camonica" Piano degli interventi sulle strutture 1-Piano di intervento per l’adeguamento e la valorizzazione dei Parchi d’Arte Rupestre Tipo di intervento (Azione) 1. Riconoscimento di "Parco archeologico" Localizzazione dell'intervento Descrizione 5 Parchi di Enti Riconoscimento formale della Locali qualifica di "Parco Archeologico" (ex d.l.vo 42/2004, art. 101, c. e) per i Parchi d'Arte Rupestre Tempistica 2006 2. Adeguamento 1. Parco Esproprio dei terreni confinanti 2006 espositivo Nazionale delle Incisioni Rupestri Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i Comuni di: Darfo Boario Terme, Capo di Ponte, Sellero, Sonico, Ceto, Cimbergo e Paspardo SAL / MiBAC Pagina 1 di 40 Tipo di finanziamento / Progetto Straordinario, Legge 449/1987 Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti MiBAC, SAL e Dir.Reg. B.C.P.L., Regione Lombardia, Provincia di Brescia / / in corso di definizione da parte del Tribunale Stato di Approccio Grado di urgenza Avanzamento dei IMO Lavori "Indispensa (luglio 2007) bileMigliorativoOttimale" I *** Intesa tra: Regione Lombardia Assessorati Culture Identità e Autonomie della Lombardia, Territorio e Urbanistica e Ambiente; Direzione Regionale BeniCulturali e Paesaggistici; Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, sottoscritta il 19 luglio 2006, e avvio del Progetto "Conoscenza, tutela e valorizzazione di Aree e Parchi Archeologici". I *** ALLEGATO 29 Vari interventi per le dotazioni 2005 espositive, l'adeguamento e il con cadenza funzionamento del Parco annuale SAL MiBAC ** I *** Istituto dei circa € 8.000,00 Ciechi di Milano, SCA, M * cifra da definire M ** / 2. Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo 3. Parco Comunale di Luine, Darfo Boario Terme (PLIS del Lago Moro) Allestimento del Parco 2005 SAL MiBAC € 540.000,00 circa per anno, comprensivo di funzionamento, pagamento personale, manutenzione e restauro (Finanziamento anni precedenti) I Programma Ordinario Triennale Programma Ordinario Realizzazioni annuali. Parco inaugurato il 6 ottobre 2005. / Dotazione espositiva per disabili visivi 2005-2006 SAL MiBAC, sponsor da individuare Continuazione scavi archeologici santuario dell'età del Rame Riconoscimento formale della qualifica di "Parco Archeologico" (ex d.l.vo 42/2004, art. 101, c. e) 2006, con cadenza annuale 2006 SAL MiBAC 2005-2009 Piano quinquennale degli Interventi nel Parco di Interesse Sovracomunale del Lago Moro. Il Piano comprende: adeguamento percorsi, acquisizione e ristrutturazione immobili, realizzazione parcheggi e campeggio, opere di sistemazione idrogeologica, allestimento e promozione del Parco. Tra questi interventi si segnalano di seguito nello specifico quelli relativi alla valorizzazione dell'arte rupestre: Piano Triennale / Comune di Darfo Boario Terme / Comune di Darfo Boario Terme e di Angolo Regione Lombardia, vari Pagina 2 di 40 / Piano quinquennale MiBAC SAL e Dir.B.C.P.L., Regione Lombardia, Provincia di Brescia SAL, Provincia di Brescia I Completata l'elaborazione del progetto, in attesa di finanziamento. Eseguiti scavi nel 2006 e nel 2007. Vedere Piano 1, punto 1: Intesa 19 luglio 2006. / € 8.610.280,00 complessivi, comprensivi di finanziamento di sponsor privato I/M *** In corso di definizione procedurale e progettuale (è stata predisposta la documentazione di promozione, in attesa della scelta del Soggetto). ALLEGATO 29 1- Adeguamento Centro Parco 2005-2009 di Luine e valorizzazione del patrimonio di arte rupestre Comune di Darfo Boario Terme e di Angolo Vari Piano Regione € 350.000,00 Pluriennale Lombardia, SAL degli Interventi (ha predisposto il progetto archeologico), Provincia di Brescia 2- Costruzione strada da Darfo anno da Boario T. (località Molino) fino definire alla località Artola presso il Parco di Luine (inizio della pista ciclabile) Comune di Darfo Boario Terme Iniziativa mista pubblico-privata Iniziativa contenuta nelle previsioni del PRG vigente 3- Valorizzazione delle località di Monticolo e di Sorline, comprensiva di: 1. Realizzazione percorso panoramico ai siti archeologici; 2. Sistemazione del Monticolo ivi compreso l'acquisto del Masso dei Corni Freschi Comuni di Darfo Boario Terme e Angolo Regione Lombardia, sponsor Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali 2005-2009 SAL, cifra da definire Soprintendenza per i Beni Architettonici, Provincia di Brescia Piano SAL, 1. = € Pluriennale Regione 360.000,00 degli Interventi Lombardia 2. = € 1.600.000,00 I/M *** Confluito nel contenitore "Sublimazione delle acque"- SECAS. I * In attesa di definizione del Piano di Governo, che verrà varato entro il 2007. I/M *** Completata l'elaborazione del progetto e concluso il primo stralcio comprendente il percorso del Monticolo. NOTA: per gli interventi di documentazione vedi 4-Piano di intervento per il rilevamento, la documentazione e la valorizzazione degli altri siti d'arte rupestre della Valle Camonica, non compresi nei Parchi d'Arte Rupestre, punto 3 4. Parco Archeologico Comunale SeradinaBedolina Allestimento del Parco 2005 Comune di Capo di Ponte Realizzazione di pannelli didattici 2005 Comune di Capo di Ponte Pagina 3 di 40 SAL, Regione Lombardia, CCSP € 520.000,00, I *** Parco inaugurato l' 8 ottobre 2005. SAL, Regione Lombardia € 15.000,00 I *** Realizzati nel 2005. ALLEGATO 29 Riconoscimento formale della qualifica di "Parco Archeologico" (ex d.l.vo 42/2004, art. 101, c. e) 2006 Gestione ordinaria del Parco annuale / Ampliamento confini del Parco in corso di definizione 5. Parco Comunale di Sellero Comune di Capo di Ponte Comune di Capo di Ponte Comune di Capo di Ponte / MiBAC SAL e Dir.B.C.P.L., Regione Lombardia, Provincia di Brescia I *** I *** M *** / cifra da definire / / / Regione Lombardia, SAL / Ricognizione, rilevamento dopo il 2006 topografico e documentazione della viabilità storica finalizzati al Progetto di ripristino e valorizzazione Comune di Capo di Ponte SAL, Provincia di Brescia cifra da definire M * Ripristino viabilità storica Comune di Capo di Ponte SAL, Provincia di Brescia cifra da definire M * circa € 145.000,00 (da confermare) I *** I *** I *** *** da definire a seguito del punto precedente 2006-2007 Creazione parcheggio a servizio del Parco Comunale e del contiguo Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo Riconoscimento formale della 2006 qualifica di "Parco Archeologico" (ex d.l.vo 42/2004, art. 101, c. e) Comune di Capo di Ponte Comune di Capo di Ponte Piano Triennale SAL, BIM delle Opere Comune di Sellero / / MiBAC SAL e Dir.B.C.P.L., / Regione Lombardia, Provincia di Brescia SAL, Regione preventivo: Lombardia, € 520.000,00 (da DIPARTIMENTO verificare e suddividere in lotti funzionali) Progetto di allestimento del … Parco (creazione percorsi, dotazione espositiva, interventi conservativi delle rocce). Comune di Sellero ….. ….. Ampliamento confini del Parco 2006 per inglobare le località di IsùBarnil, Pià d’Ort e Coren Comune di Sellero ….. ….. SAL, Provincia di Brescia ….. M Gestione ordinaria del Parco Comune di Sellero ….. ….. ….. cifra da definire I annuale, da effettuare dopo l'allestimento Vedere Piano 1, punto 1: Intesa 19 luglio 2006. Pagina 4 di 40 Vedere Piano 1, punto 1: Intesa 19 luglio 2006. ALLEGATO 29 6. Parco pluritematico del “Còren de le Fate ” di Sonico Comune di Sonico, Parco Regionale dell'Adamello ….. 2006, con cadenza annuale 2006-2007 Comune di Sonico Parco Regionale dell'Adamello Comune di Sonico Provincia di Brescia (bilancio 2006); Parco Regionale dell'Adamello Riconoscimento formale della qualifica di "Parco Archeologico" (ex d.l.vo 42/2004, art. 101, c. e) 2006 Consorzio dei Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo Gestione ordinaria della Riserva 2005, con cadenza annuale Riconoscimento formale della qualifica di "Parco Archeologico" (ex d.l.vo 42/2004, art. 101, c. e) 2006 Gestione ordinaria del Parco Dotazioni espositive e ripristino apparati di protezione (passerelle) e agibilità 7. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo / / Consorzio dei Regione Lombardia Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo Piano degli investimenti della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, approvato dal CdA del 10 giugno 2005 con modifica integrativa CdA del 18 luglio 2005. Di seguito si segnalano le categorie di intervento finalizzate alla valorizzazione della Riserva: Pagina 5 di 40 ….. MiBAC SAL e Dir.B.C.P.L., Regione Lombardia, Provincia di Brescia ….. finanziamento SAL, Provincia straordinario di Brescia / MiBAC SAL e Dir.B.C.P.L., Regione Lombardia, Provincia di Brescia Piano annuale I *** Vedere Piano 1, punto 1: Intesa 19 luglio 2006. / cifra da definire I cifra da definire I *** Lavori in corso di realizzazione nell'ambito del progetto generale di adeguamento dei percorsi, restauro rocce, ripristino degli apparati di fruizione (€ 50000,00). I *** Vedere Piano 1, punto 1: Intesa 19 luglio 2006. / € 20.000,00 /25.000,00 I € 3.084.402,00 I / Realizzazione annuale. ALLEGATO 29 1- Lavori di sistemazione delle 2005-2014 infrastrutture viarie e di supporto alla visita Consorzio dei Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo ….. Piano Decennale SAL, Provincia di Brescia, Regione Lombardia, € 1.085.000,00 I/M * 2- Sistemazione delle infrastrutture di accoglienza 2005-2014 Consorzio dei Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo ….. Piano Decennale SAL, Provincia di Brescia, Regione Lombardia, € 1.277.652,00 I/M * 3- Dotazioni didattiche e museali 2005-2014 Consorzio dei Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo ….. Piano Decennale SAL, Provincia di Brescia, Regione Lombardia, € 241.000,00 I/M ** 4- Documentazione, 2005-2014 monitoraggio e conservazione del patrimonio archeologico e ambientale Consorzio dei Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo ….. Piano Decennale SAL, Provincia di Brescia, Regione Lombardia, € 480.750,00 I *** Percorsi per disabili visivi Consorzio dei Regione Lombardia Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo ….. SAL € 51.000,00 M ** 2005 Pagina 6 di 40 Realizzato il restauro delle rocce 6-7 di Foppe di Nadro, con relativa scheda di monitoraggio. In corso di realizzazione. ALLEGATO 29 2-Piano di intervento per la realizzazione del Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica a Capo di Ponte Tipo di intervento (Azione) Creazione del Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica Localizzazione dell'intervento Descrizione Tempistica Museo lavori di ristrutturazione Nazionale della edificio Preistoria della Valle Camonica 2005 lavori di ristrutturazione edificio 2006 allestimento 2007 allestimento e promozione 2008 Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i SAL SAL SAL SAL MiBAC MiBAC MiBAC MiBAC Pagina 7 di 40 Tipo di finanziamento Programma triennale 20052007 Programma triennale 20062008 Programma triennale 20062008 Programma triennale 20062008 Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti € 200.000,00 Stato di Approccio Grado di urgenza Avanzamento dei IMO Lavori "Indispensa (luglio 2007) bileMigliorativoOttimale" I *** Eseguiti. / € 400.000,00 I € 400.000,00 I € 400.000,00 I / / / *** Finanziamento ministeriale ridotto ad € 150000,00. Lavori in corso di esecuzione. Prorogato il termine di conclusione L.L. per riduzione finanziamenti ministeriali. ALLEGATO 29 3-Piano di intervento per la valorizzazione dei siti archeologici pre-protostorici Tipo di intervento (Azione) Progetto di valorizzazione di siti archeologici pre-protostorici Localizzazione dell'intervento Descrizione Tempistica Lavori di indagine, Vari siti archeologici pre-documentazione e protostorici valorizzazione della Valle Camonica 2005 Lavori di indagine, documentazione e valorizzazione 2006 Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i SAL Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti € 72.000,00 Programma triennale 20052007 Stato di Approccio Grado di urgenza Avanzamento dei IMO Lavori "Indispensa (luglio 2007) bileMigliorativoOttimale" I ** Lavori conclusi. / SAL 2007 Lavori di indagine, documentazione e valorizzazione Rilevamento topografico (GIS) 2006-2007 Vari siti archeologici preprotostorici della Valle Camonica SAL Cedegolo, sito d’altura del Dosso Poglia Lavori di indagine, documentazione e valorizzazione SAL Temù, Desèrt Studio e completamento delle 2005 indagini archeologiche Capo di Ponte, Acquisizione e valorizzazione Dos dell'Arca dell’area MiBAC Tipo di finanziamento 2004-2005 SAL MiBAC MiBAC Programma triennale 20052007 / Programma triennale 20052007 / MiBAC / TERNA S.p.A. / da definire SAL Comune di Temù / Comune di Capo di Ponte ….. Pagina 8 di 40 ….. / € 75.000,00 I ** Lavori conclusi con riduzione del finanziamento ministeriale a € 25.000,00. € 80.000,00 I ** Lavori in corso. Realizzato con personale interno della SAL (stima approssimativa dei costi: € 40.000,00) I ** Lavori in corso. I *** O * O * Parco Regionale € 20.000,00 dell'Adamello (2004), in corso di definizione la cifra per il 2005 SAL € 3.000,00 (in corso di definizione) SAL cifra da definire Rifinanziato a seguito di Convenzione: vedere Piano 4.3 Scavi ed indagini archeologiche conclusi (2006). Edizione degli studi in corso, promossa dal Comune di Temù. ALLEGATO 29 4-Piano di intervento per il rilevamento, la documentazione e la valorizzazione degli altri siti d'arte rupestre della Valle Camonica, non compresi nei Parchi d'Arte Rupestre Tipo di intervento (Azione) 1. GIS Localizzazione dell'intervento Descrizione Tempistica Tutti i siti di Arte Rupestre della Valle Camonica esterni ai Parchi Rilevamento topografico (GIS) 2005-2007 Tutti i siti di Arte Rupestre della Valle Camonica esterni ai Parchi Georeferenziazione delle rocce con incisioni Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i SAL Tipo di finanziamento MiBAC Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti Comuni di riferimento / 2. Interventi di Vari siti della Schedatura IRWeb e studio documentazione Valle Camonica e catalogazione dei siti di Arte Rupestre da definire CCSP Regione Lombardia (SIRBeC) 2005-2007 SAL MiBAC ….. Realizzato con personale interno della SAL (stima approssimativa dei costi: € 80.000,00) SAL, Enti Locali cifra da definire Programma triennale 20052007 / Rientra nel Progetto Valle Camonica 20052007, di cui al punto 3 (Piano di intervento per la valorizzazione dei siti archeologici pre-protostorici), supra Pagina 9 di 40 Stato di Approccio Grado di urgenza Avanzamento dei IMO Lavori "Indispensa (luglio 2007) bileMigliorativoOttimale" I *** Lavori in corso. I * I *** 2005: realizzazione della georeferenziazione delle rocce incise del Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina. Lavori svolti (20052006) e in corso. ALLEGATO 29 Siti d'arte Schedatura IRWeb e studio rupestre esterni (su autorizzazione di MiBAC/SAL) ai Parchi, Parchi Comunali d'Arte Rupestre e Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo Siti d'arte rupestre esterni ai Parchi, Parchi Comunali d'Arte Rupestre e Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo Edolo 3. Interventi per Capo di Ponte, la valorizzazione località S.Rocco dei siti di Arte Rupestre non compresi nei Parchi come sopra Schedatura IRWeb e studio (su autorizzazione di MiBAC/SAL) 2005-2014, DIPARTIMENcon cadenza TO annuale Consorzio Comuni Programma SAL della Riserva, altri decennale della Enti locali Riserva come sopra Coop. Le Orme Comune di dell'Uomo Paspardo 2005-2007 Valorizzazione (recupero del 2006-2008 sito, restauro, allestimento) in previsione del suo inserimento nel Parco Archeologico Comunale di SeradinaBedolina vedi 1-Piano di intervento per l’adeguamento e la valorizzazione dei Parchi d’Arte Rupestre, voce 2. Adeguamento espositivo, 7. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, 4Documentazione, monitoraggio e conservazione del patrimonio archeologico e ambientale: € 480.750,00 I *** Lavori svolti (2006) vedi sopra e in corso. *** Lavori svolti (2005) vedi sopra e in corso. come sopra SAL come sopra I Museo da definire Didattico Arte e Vita Preistorica ….. SAL cifra da definire I * Comune di Capo di Ponte ….. SAL, cifra da definire CCSP, Istituto Comprensivo di Capo di Ponte I *** Comunità Montana di Valle Camonica Pagina 10 di 40 ALLEGATO 29 Berzo-Demo, località Lòa Valorizzazione (recupero del sito, restauro, allestimento) 2006 Parco Regionale dell'Adamello, SAL 2006-2007 Comune di Edolo Progetto per la valorizzazione 2006-2007 dei siti Comune di Pisogne Comune di Piancogno Comune di Cedegolo, Parco Regionale dell'Adamello Edolo, frazione Valorizzazione siti Mù, Föbia, Rocca, Desma Pisogne, varie località Piancogno Progetto per la valorizzazione 2006-2007 dei siti Cedegolo, Valorizzazione del sito di 2006-2007 frazione Grevo, Dosso Poglia e dei percorsi di vari siti accesso Regione Lombardia, Comunità Montana di Valle Camonica, Parco Regionale dell'Adamello ….. Comunità SAL, Montana di Museo della Valle Camonica Guerra Bianca di Temù € 150.000,00 M *** ….. SAL, cifra da definire Museo Didattico di Arte e Vita Preistorica M ** ….. ….. SAL, cifra da definire DIPARTIMENTO M * ….. ….. SAL cifra da definire M * TERNA S.p.A. ….. SAL € 85.000,00 M *** Pagina 11 di 40 Lavori in corso. Convenzione tra GRTN, Comunità Montana di Valle Camonica, Parco Regionale dell'Adamello e TERNA del 6 maggio 2004. Integrazione dell'All. 3 sottoscritta il 12 dicembre 2005 da TERNA, Comunità Montana di Valle Camonica e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. Lavori in corso. ALLEGATO 29 5-Piano di intervento sulla rete dei percorsi storici Tipo di intervento (Azione) Localizzazione dell'intervento Descrizione Costituzione del Valle Camonica Costituzione del Gruppo di Gruppo di Lavoro Lavoro per l'elaborazione del per progetto l'elaborazione del Progetto di Intervento sui percorsi storici Tempistica 2005-2006 Valle Camonica Completamento del progetto 2006-2008 di rilevamento e documentazione della sentieristica, con particolare riguardo a quella storica Cartografia e Riserva 2005-2014 Regionale delle georeferenziazione ambiti omogenei riferiti al patrimonio Incisioni vegetativo e sentieristica Rupestri di Ceto, Cimbergo storica e Paspardo Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i Tipo di finanziamento SAL, Provincia di Brescia / / ….. Provincia di Brescia Consorzio dei Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo Piano Decennale Pagina 12 di 40 Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti Comunità Montana di Valle Camonica, Parco Regionale dell'Adamello, Comuni di riferimento, SBAPBS, CAI *** I *** I/M * / SAL SAL, Provincia di Brescia, Parco Regionale dell'Adamello Stato di Avanzamento dei Lavori (luglio 2007) Approccio IMO "Indispensa bileMigliorativoOttimale" I € 50.000,00 (verificare la congruità della cifra): già compresi nel bilancio del Piano decennale (vedi 1Piano di intervento per l’adeguamento e la valorizzazione dei Parchi d’Arte Rupestre, voce 2. Adeguamento espositivo, 7. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo) Lavori in corso. ALLEGATO 29 6-Piano di intervento per il ripristino paesaggistico del fondovalle Tipo di LocalizzazioDescrizione Tempistica intervento ne dell'inter(Azione) vento Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i Tipo di finanziamento Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti Approccio Grado di urgenza IMO "Indispensa bileMigliorativoOttimale" I *** 1. Elaborazione del Progetto Valle Camonica Progettazione per sviluppo sostenibile e ripristino paesaggistico 2006-2007 Provincia di Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica, BIM ….. ….. SAL, SBAPBS cifra da definire 2. Interventi di mitigazione ambientale Valle Camonica Interventi su aree campione particolarmente degradate 2008-2017 Provincia di Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica, BIM ….. ….. Regione Lombardia, SAL, SBAPBS cifra da definire I 3. Valorizzazione Valle Camonica 1. Elaborazione del progetto tracciato della da parte della Commissione Strada Statale Tecnica di Progettazione 42 2005-2006 Comunità Montana di Valle Camonica ….. ….. ANAS, SAL, Provincia di Brescia, BIM cifra da definire I dal 2006 Comunità Ministero delle Montana di Infrastrutture Valle Camonica ….. ANAS, SAL, Provincia di Brescia, BIM Il progetto rientra nei lavori in corso da parte della Commissione istituita dall'Assessorato al Turismo della Comunità Montana di Valle Camonica a seguito di una Intesa tra Comunità Montana, ANAS e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. I 2. Interventi relativi, in parte finanziabili sul 3% del Ministero delle Infrastrutture Pagina 13 di 40 Stato di Avanzamento dei Lavori (luglio 2007) *** Progetto elaborato. *** Progetto non ancora finanziato. ALLEGATO 29 Piano degli interventi di manutenzione e restauro Tipo di intervento (Azione) 1. Piano di ricognizione, mappatura e monitoraggio della situazione conservativa delle rocce Localizzazione dell'intervento Descrizione Tempistica Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i Tipo di finanziamento ….. Parchi e siti d'arte rupestre della Valle Camonica Monitoraggio dello stato di 2006-2008 conservazione delle rocce con incisioni (C.I.M.A.R.), mediante il sistema IRWeb (schedatura preliminare), come di seguito dettagliato per i singoli Parchi e per i siti: Vari Enti Locali, Enti e soggetti da SAL definire 1. Parco Comunale di Luine e località con arte rupestre del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro (PLIS) Monitoraggio dello stato di 2006-2008 conservazione delle rocce con incisioni (C.I.M.A.R.), mediante il sistema IRWeb (schedatura preliminare): circa 120 rocce Comune di Darfo Boario Terme, Comune di Angolo Terme, SAL ….. Pagina 14 di 40 ….. Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti Regione Lombardia, Provincia di Brescia vd. infra Regione Lombardia, Provincia di Brescia € 28.800,00 (Parco di Luine) + cifra da definire per le restanti località del PLIS. Le cifre rientreranno nel bilancio del Piano quinquennale: vedi 1-Piano di intervento per l’adeguamento e la valorizzazione dei Parchi d’Arte Rupestre, voce 2. Adeguamento espositivo, 3. Parco Comunale di Luine, Darfo Boario Terme (PLIS del Lago Moro), voci 1 e 3 Approccio Grado di urgenza IMO "Indispensa bileMigliorativoOttimale" I *** I *** Stato di Avanzamento dei Lavori (luglio 2007) ALLEGATO 29 Monitoraggio dello stato di 2005-2006 conservazione delle rocce con incisioni (C.I.M.A.R.), mediante il sistema IRWeb (schedatura preliminare): oltre 200 rocce (delle quali una parte già schedate nel 2005) Comune di Capo di Ponte, SAL (Direzione L.L.) Monitoraggio dello stato di 2006-2008 conservazione delle rocce con incisioni (C.I.M.A.R.), mediante il sistema IRWeb (schedatura preliminare): circa 100 rocce (il numero esatto delle rocce è da definire) Comune di Sellero, SAL 4. Parco Monitoraggio dello stato di 2006-2008 Pluritematico di conservazione delle rocce con Sonico incisioni (C.I.M.A.R.), mediante il sistema IRWeb (schedatura preliminare): circa 40 rocce Comune di Sonico, SAL 2. Parco Archeologico Comunale di SeradinaBedolina 3. Parco Comunale di Sellero Regione Lombardia Regione Lombardia, Provincia di Brescia € 48.000,00 circa (cifra indicativa) di cui € 12.000,00 circa già impegnati nel 2005 I *** Regione Lombardia, Provincia di Brescia € 24.000,00 circa (cifra indicativa) I *** Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Parco Regionale dell'Adamello € 9.600,00 circa (cifra indicativa) I *** ….. ….. ….. ….. ….. Pagina 15 di 40 Nel 2005 sono state schedate 161 rocce (schedatura preliminare) nell'ambito del progetto per la realizzazione del Parco, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. ALLEGATO 29 5. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo Monitoraggio dello stato di 2006-2008 conservazione delle rocce con incisioni (C.I.M.A.R.), mediante il sistema IRWeb (schedatura preliminare): circa 450 rocce Consorzio dei Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo, SAL ….. Pagina 16 di 40 ….. Regione Lombardia, Provincia di Brescia € 108.000,00 circa (cifra indicativa, già compresa nel Piano decennale, vedi 1-Piano di intervento per l’adeguamento e la valorizzazione dei Parchi d’Arte Rupestre, voce 2. Adeguamento espositivo, 7. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, 4Documentazione, monitoraggio e conservazione del patrimonio archeologico e ambientale I *** Nel 2006 sono state schedate le rocce oggetto di concessione di ricerca da parte della Cooperativa Archeologica "Le Orme dell'Uomo" e del Dipartimento Valcamonica e Lombardia. ALLEGATO 29 6. Vari siti di Arte Rupestre non compresi nei Parchi Monitoraggio dello stato di 2006-2015 conservazione delle rocce con incisioni (C.I.M.A.R.), mediante il sistema IRWeb (schedatura preliminare): numero rocce da quantificare sulla base dei dati GIS e della georeferenziazione SAL, Comuni vari ….. ….. Nota: la stima del costo di schedatura preliminare per roccia è di € 240,00 (IVA compresa) al luglio 2005 2. Piano del restauro Vari Parchi e siti d'Arte Rupestre della Valle Camonica cifra da definire Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica totale Elaborazione del Piano del restauro, a seguito della ricognizione di cui al punto 1 (supra) dal 2006 SAL, Enti gestori dei Parchi / / ….. Vari Parchi e Interventi di pulitura e siti d'Arte restauro delle rocce con Rupestre della incisioni Valle Camonica 2005-2015 e oltre SAL, vari Enti locali MiBAC, Regione Lombardia 1. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri 2. Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo Interventi di pulitura e restauro delle rocce con incisioni 2005, con cadenza annuale SAL MiBAC Piano Triennale 2005-2007 Completamento del restauro delle stele rinvenute negli scavi 2000-2005 2005-2006 SAL MiBAC Piano Triennale 2005-2007 Pagina 17 di 40 Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Enti locali SAL, Provincia di Brescia I *** € 190.000,00 circa + costi legati alle attività di validazione delle schede nel sistema C.I.M.A.R. I / cifra da definire sulla base della ricognizione di cui al punto 1. Piano di ricognizione e mappatura della situazione conservativa delle rocce (vedi supra ) I *** ….. tra € 20.000,00 e € 40.000,00 per anno I *** ….. € 10.000,00 circa (Progetto Valle Camonica) I Lavori svolti (20052006) e in corso. Lavori svolti (20052006). ALLEGATO 29 3. Monitoraggio 3. Riserva Interventi di pulitura e Regionale delle restauro delle rocce con Incisioni incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo 2005-2014 Consorzio dei Enti locali e sponsor da Comuni di Ceto, Cimbergo definire e Paspardo Parchi Nazionali Monitoraggio dello stato di conservazione delle rocce (aggiornamento C.I.M.A.R.) 2006, con cadenza annuale SAL Piano Decennale SAL, Provincia di Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica MiBAC / Parco Nazionale Realizzazione di una centralina 2006-2007 delle Incisioni di rilevamento sulla situazione inquinamento dell'aria presso Rupestri il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri 4. Manutenzione Parchi e siti ordinaria d'arte rupestre della Valle Camonica Manutenzione ordinaria delle rocce incise, secondo le indicazioni del Manuale delle Buone Pratiche 2005, con cadenza annuale ERSAF Vari Enti Locali / Regione Lombardia ….. SAL ….. ….. SAL Pagina 18 di 40 € 272.750,00 (cifra compresa nel bilancio del Piano Decennale: vedi 1-Piano di intervento per l’adeguamento e la valorizzazione dei Parchi d’Arte Rupestre, voce 2. Adeguamento espositivo, 7. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, 4Documentazione, monitoraggio e conservazione del patrimonio archeologico e ambientale) I Realizzato con personale interno della SAL (manodopera equivalente ad una cifra indicativa di € 3.000,00) cifra da definire I ** M * I *** Da svolgere con personale interno e con interventi esterni compresi nei Piani di Manutenzione del Verde Nel 2005 sono state restaurate le rocce 67 di Foppe di Nadro. Lavori in corso. Lavori attuati nei Parchi Nazionali. ALLEGATO 29 Piano dei Recuperi e delle protezioni Tipo di intervento (Azione) 1. Piano di recupero del bosco e dell’ambiente naturale Localizzazione dell'intervento Descrizione Tutti i Parchi Definizione degli interventi d'Arte Rupestre gestionali delle aree boschive presenti all’interno dei Parchi d’Arte Rupestre: 1- progettazione Tempistica Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i Tipo di finanziamento Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti 2006 Provincia di Brescia Associazione dei Consorzi Forestali ….. ERSAF (con la consulenza della Faco), Parco Regionale dell’Adamello, Consorzi forestali, SAL 2- elaborazione e stesura del 2006 Manuale delle Buone Pratiche di Gestione Forestale Provincia di Brescia Associazione dei Consorzi Forestali ….. ERSAF (con la consulenza della Faco), Parco Regionale dell’Adamello, Consorzi forestali, SAL 3- realizzazione degli interventi di tutela e miglioramento del contesto boschivo e naturale Ricognizione, da parte del 2. Piano delle Tutti i Parchi protezioni d'Arte Rupestre Gruppo di Lavoro del PdG, in tutti i Parchi d'Arte Rupestre, all’interno dei per individuare gli interventi Parchi d’Arte da programmare Rupestre (recinzioni perimetrali, recinzioni puntuali di tutela del bene, passerelle, coperturetettoie…) 2006, con cadenza annuale Provincia di Brescia 2005 Gruppo di Lavoro del PdG/Segreteria Tecnica Elaborazione del programma 2005-2006 di interventi per la realizzazione di recinzioni, passerelle o coperture-tettoie ….. / Gruppo di Vari (da definire) Lavoro del PdG/Segreteria Tecnica Pagina 19 di 40 ….. / / ERSAF, Parco Regionale dell’Adamello, Consorzi forestali, SAL / SAL, Regione Lombardia, Provincia di Brescia Approccio Grado di urgenza IMO "Indispensa bileMigliorativoOttimale" I * I ** I * I * I * / cifra da definire / / Stato di Avanzamento dei Lavori (luglio 2007) ALLEGATO 29 Parchi di Arte Rupestre Interventi per la realizzazione 2006-2010 di passerelle e protezioni varie Enti Gestori dei MiBAC, Enti locali Parchi Pagina 20 di 40 ….. SAL, Regione Lombardia, Provincia di Brescia cifra da definire I/M *** Opere realizzate nel Parco Nazionale dei Massi di Cemmo (2005); in corso nel Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (programmazione 2007). ALLEGATO 29 Piano d’adeguamento degli strumenti normativi ed urbanistici Tipo di intervento (Azione) Localizzazione dell'intervento Tutta la Valle Camonica Adeguamento degli Tutta la Valle strumenti di Camonica governo territoriale Descrizione Tempistica Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i Commissione per la Normativa entro primo (al fine dell'adeguamento del semestre PdG da parte degli Strumenti 2006 Urbanistici) Provincia di Brescia (Assessorato al Territorio) Adeguamento degli strumenti 2005-2007 di pianificazione territoriale, con il recepimento di una normativa di tutela del paesaggio e dell’ambiente nel quale si trovano le manifestazioni di arte rupestre Provincia di Brescia 2005 Coordinamento per la definizione delle linee guida di adeguamento Provincia di Brescia Tipo di finanziamento Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti Comuni, Enti Territoriali, SAL / / / Pagina 21 di 40 / / / / Approccio Grado di urgenza IMO "Indispensa bileMigliorativoOttimale" I *** SAL, tutti i Comuni con presenza di arte rupestre Comuni coinvolti (con i progettisti pianificatori), SAL, Comunità Montana di Valle Camonica, Enti Gestori delle aree protette I *** I ** / / Stato di Avanzamento dei Lavori (luglio 2007) ALLEGATO 29 Piano della ricerca scientifica e tecnologica Tipo di intervento (Azione) Localizzazione dell'intervento Descrizione Tempistica Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i Tipo di finanziamento Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti Approccio Grado di urgenza IMO "Indispensa bileMigliorativoOttimale" I *** Progetto di Media Valle studio Camonica paleoambientale 2006-2010 Il progetto, denominato “La storia dell’ambiente della Media Valle Camonica e l’impatto delle popolazioni umane dopo l’ultima deglaciazione" mira a documentare le diverse fasi della storia dell’ambiente, con particolare riguardo all’impatto e alle attività delle popolazioni camune, a partire dal Paleolitico Superiore, attraverso il Mesolitico e il Neolitico, fino all’età dei metalli e ai nostri giorni. SAL,CNR IDPA CNR: € 20.000,00, altri enti finanziatori (da definire): € 61.700,00 ….. € 61.700,00 Regione Lombardia, Provincia di Brescia, ERSAF, Comunità Montana di Valle Camonica, Parco Regionale dell'Adamello, Comuni di riferimento Progetto di catalogazione 2006-2015 1- completamento della documentazione e catalogazione dei siti soggetti a schedatura preliminare o integrale, ma non ancora completata. Per tale catalogazione verrà adottato il programma di archiviazione informatizzata IRWeb che costituisce lo strumento di implementazione del C.I.M.A.R. SAL MiBAC, Enti locali ….. Enti ed indicativamente isitituzioni di € 50.000,00 ricerca sull'arte all'anno rupestre operanti in Valle Camonica I *** SAL, Istituti di MiBAC, Enti locali ricerca sull'arte e sponsor rupestre ….. Enti locali I *** Tutti i siti della Valle Camonica con arte rupestre 2- edizione dei siti studiati NOTA: vedi anche la voce "Editoria" nel Piano della Ricerca Scientifica, da definire con la Commissione per la Ricerca Scientifica 2006-2015 Pagina 22 di 40 indicativamente € 30.000,00 all'anno Stato di Avanzamento dei Lavori (luglio 2007) ALLEGATO 29 3- ricognizione e schedatura integrale dei siti d’arte rupestre non ancora indagati Piano di ricerca sui contesti archeologici preistorici e protostorici 2006-2015 SAL MiBAC, Enti locali Tutti i siti della 1- aggiornamento della carta 2005-2007 Valle Camonica archeologica della Valle Camonica tramite GIS (vd. Piano degli interventi sulle strutture supra ) e ricognizioni di superficie 2- schedatura e studio dei 2004-2007 complessi archeologici destinati all’esposizione nell’ambito del Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica in Capo di Ponte. SAL MiBAC Piano triennale SAL MiBAC Piano triennale collaborazione con Enti locali 2005, con cadenza annuale SAL MiBAC Piano triennale Istituti e laboratori di ricerca scientifica finanziamenti ordinari annuali, circa € 10.000,00 all'anno (Progetto Valle Camonica 2005-2007) I 4-Indagini e scavi archeologici, 2005, con documentazione e cadenza valorizzazione in siti vari della annuale Valle Camonica SAL MiBAC Piano triennale collaborazione con Enti locali finanziamenti ordinari annuali (Progetto Valle Camonica, 2005: € 72.000,00, 2006: € 75.000,00, 2007: € 80.000,00) I 3- Analisi specialistiche su classi di materiali emerse nei recenti scavi Pagina 23 di 40 ….. Enti ed cifra da definire isitituzioni di ricerca sull'arte rupestre operanti in Valle Camonica svolto da personale scientifico interno e con finanziamenti annuali svolto in parte con personale scientifico e tecnico interno alla SAL e con finanziamenti ordinari (Progetto Valle Camonica 2005-2007) I *** I Lavori in corso. I Lavori in corso (progetto 2006 Museo Nazionale della Preistoria A07 MIL n. 16). *** Indagini archeometallurgiche svolte (2005-2006) e in corso. Analisi antropologiche (2006) e in corso. Lavori svolti (20052006) e in corso. ALLEGATO 29 Piano di studio sulla storia delle ricerche sull’arte rupestre Progetto di documentazione del patrimonio intangibile Tutti i siti della Valle Camonica con arte rupestre 2006-2008 Ricognizione, la documentazione e lo studio degli archivi storici presenti sul territorio e presso Università e Istituti scientifici italiani. Provincia di MiBAC, Enti locali Brescia, e sponsor Comunità Montana di Valle Camonica ….. SAL, Istituti di cifra e ricerca su arte collaborazioni da definire preistorica, Istituti sede degli Archivi (IIPP, Università di Torino, Ateneo Brescia, CCSP, CeSMAP), Comuni di riferimento M ** Studio della micro-geografia del territorio, con particolare attenzione alla cultura tangibile ed intangibile Comunità Enti locali e sponsor Montana in collaborazione con il CRAAC ….. € 72.800 (circa € 12.000,00 per anno) I *** Comunità Montana ….. Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Enti locali, Università Soprintendenza Archivistica, Regione Lombardia, Comuni di riferimento ….. cifra da definire I/M *** cifra da definire I *** 2006-2011 Tutti i siti della Creazione dell'Archivio relativo Valle Camonica presso sede pubblica con arte rupestre Piano dell'Editoria scientifica ….. ….. 2006 (studio Editoria scientifica: 1- studio veste grafica unitaria grafico) (progetto da collegare con editoria divulgativa e studio logo/marchio) Istituti di ricerca, SAL, Enti gestori Parchi 2- elaborazione del 2005 programma di editoria sulla base della tabella redatta per il Piano della ricerca scientifica e tecnologica e raccolta dei preventivi Gruppo di Lavoro del PdG/Segreteria Tecnica 3-edizione degli studi scientifici sui siti e su temi Istituti di Enti locali, MiBAC, ricerca, SAL, sponsor Enti gestori dei Parchi 2006, con cadenza annuale Enti locali ….. Lavori in corso su Archivio SAL I / NOTA: per i punti 1- e 2- il progetto deve essere definito con la Commissione della Ricerca Scientifica. Piano dei vedi Piano degli eventi e delle Convegni e delle attività culturali, infra iniziative culturali Pagina 24 di 40 / / / / / cifra da definire sulla base del punto precedente (2) I ** Presentato nel 2007 il Piano del Dipartimento Valcamonica e Valtellina ALLEGATO 29 Piano del monitoraggio ambientale Riserva Naturale Regionale “Boschi del Giovetto di Paline" (Borno), Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte) 2006 Controllo sistematico della qualità dell’aria e delle deposizioni atmosferiche, in affiancamento all'attività di monitoraggio dello stato di conservazione delle rocce incise ed alla definizione degli interventi di salvaguardia con posa di una seconda centralina presso il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte) ERSAF Regione Lombardia Pagina 25 di 40 ….. SAL collaborazioni e cifra da definire M * ALLEGATO 29 Piano di coinvolgimento delle comunità locali Tipo di intervento (Azione) Localizzazione dell'intervento 1. Iniziative per Tutta la Valle il coinvolgimento Camonica delle scuole e delle Università Tutta la Valle Camonica, provincia di Brescia Tutta la Valle Camonica Tutta la Valle Camonica Descrizione Tempistica Progetto “Adotta una 2005-2009 Roccia” , mirato a sensibilizzare le nuove generazioni nei confronti del ricco patrimonio di arte rupestre che la loro Valle ospita. Corsi di formazione per 2005-2009 insegnanti della Valle Camonica e della Provincia di Brescia sui temi dell’archeologia, dell’arte rupestre e della storia dell’arte in terra camuna Progetto "eTwinning". 2005-2009 Iniziativa che potrebbe permettere di collegare una o più scuole della Valle Camonica con scuole di altri paesi europei nei quali esiste un patrimonio di arte rupestre (Francia, Spagna, Gran Bretagna, Svezia, Austria) Bando per studenti 2005 con camuni, finalizzato a cadenza sostenere, mediante annuale l’erogazione di contributi economici, le azioni di soggetti pubblici e privati finalizzate a coinvolgere giovani studenti di età compresa tra i 15 e 25 anni, residenti in Valle Camonica, in campagne di ricerca ed esplorazione di nuovi siti archeologici. Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i CCSS Tipo di finanziamento Comunità Montana di Valle Camonica ….. CCSS, IRER Lombardia Comunità Montana di Valle Camonica ….. CCSS Comunità Montana di Valle Camonica ….. CCSS Comunità Montana di Valle Camonica (in futuro CCSS) SAL, Enti gestori Parchi, CSA, istituti scolastici della Valle Camonica Istituti di ricerca sull'arte rupestre, SAL, Parchi, CSA Enti gestori Parchi, SAL, Istituti di ricerca sull'arte rupestre SAL ….. Pagina 26 di 40 Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti Approccio Grado di urgenza IMO "Indispensa bileMigliorativoOttimale" M Stato di Avanzamento dei Lavori (luglio 2007) ….. I * ….. M ….. € 10.000,00 M Attivato e in corso. ALLEGATO 29 2. Iniziative di Tutta la Valle divulgazione del Camonica patrimonio mondiale “Arte rupestre della Valle Camonica” Tutta la Valle Camonica Progetto “Archeoweek”. dal 2006, con Comunità cadenza Iniziativa che si prefigge di Montana istituire, con cadenza annuale, annuale una serie di momenti di incontro a carattere divulgativo sull’archeologia, analizzata non solo dal punto di vista scientifico e della ricerca sul campo ma anche da quello antropologico, filosofico e psicologico. 1- Adesione ad iniziative culturali nazionali, quali: - la Settimana della Cultura; - la Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica; - la Grandi Rassegne della Direzione Generale del Ministero; - le Giornate del Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI), ed europee: - le Giornate del Patrimonio Culturale Europeo (“European Heritage Days”), promosse dal Consiglio d’Europa e organizzate su base nazionale nel mese di settembre in tutta Europa (iniziativa "Del Bene e del Bello"); - le Giornate Europee dei Parchi (nel 2005 erano il 2021 maggio) Comunità Montana di Valle Camonica Istituti di € 100.000,00 ricerca, Università, SAL, Enti gestori Parchi M * I ** ….. SAL, Comunità MiBAC, vari Enti si continua Locali, sponsor una tradizione Montana iniziata negli anni passati, dal 2005 con cadenze annuali Musei e Parchi ….. Pagina 27 di 40 indicativamente € 30.000,00 per anno Attivate. ALLEGATO 29 3. Promozione Tutta la Valle della conoscenza Camonica del Piano di Gestione Realizzazione di una serie di iniziative che illustrino alle comunità locali il Piano di Gestione, gli obiettivi, le azioni progettate e le prospettive di sviluppo del territorio che da esso possono scaturire (convegni, cicli di conferenze, conferenze stampa, etc.): dal 2005, con Comunità rinnovo Montana, SAL periodico delle iniziative vari Enti, sponsor ….. Pagina 28 di 40 I Parchi e Istituti di ricerca sull'arte, Università, BIM ….. ** Presentazioni: 1-Convegno: “Arte Rupestre della Valle Camonica. Storia delle ricerche: protagonisti, tendenze, prospettive attraverso un secolo” (Capo di Ponte, 6-8 ottobre 2005); 2- Università degli Studi di Milano, Facoltà di Agraria, sede di Edolo, 7 giugno 2006. ALLEGATO 29 1- Presentazione del Piano di 6-8 ottobre Gestione nell'ambito del 2005 Convegno "Arte rupestre della Valle Camonica. Storia delle ricerche. Protagonisti, tendenze, prospettive attraverso un secolo SAL, Comune di Capo di Ponte MiBAC, Comune di Capo di Ponte Pagina 29 di 40 Piano Triennale Regione Lombardia, Provincia di Brescia, MiBAC, UNESCO vedi infra Piano degli eventi e delle attività culturali 1) II, III e IV Conferenza Nazionale dei Siti UNESCO (Paestum 2004, Torino 2005, Siracusa 2006); 2) Convegno: "Rupestre.DOC L’arte rupestre della Valcamonica. Tecniche, metodi di studio e documentazione: storia e prospettive" (Breno, 25 giugno 2005); 3) Convegno: "Il sistema di gestione ambientale ISO 14001/EMAS nelle pubbliche amministrazioni" (Angolo Terme-BS, 9 luglio 2005); 4) Convegno: “Arte Rupestre della Valle Camonica. Storia delle ricerche: protagonisti, tendenze, prospettive attraverso un secolo” (Capo di Ponte, 6-8 ottobre 2005); 5) Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (Paestum, 2005); 6) 1ère réunion d’experts en Art rupestre dans les Caraïbes et Liste du patrimoine mondial de l’UNESCO Basse Terre (Guadeloupe) , 3 - 6 mai 2006; 7) Riunione tecnica Buone pratiche dei siti UNESCO (Verona 189-2006); 8) Seminario: "Managing Rock Art World Heritage Sites (Valcamonica-Italy, 22 may 2007) ALLEGATO 29 Piano delle accessibilità e permeabilità Tipo di intervento (Azione) Localizzazione dell'intervento Descrizione Tempistica Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i Tutta la Valle 1- La linea Camonica ferroviaria Brescia-IseoEdolo come mezzo strategico di accessibilità al patrimonio delle incisioni rupestri 2006-2007 Progetto per migliorare l'interrelazione tra ferrovia e siti di arte rupestre, anche attraverso un servizio di autobus e automezzi a chiamata che colleghino le stazioni ferroviarie ai Parchi di Arte Rupestre (è in progetto la realizzazione della rotonda e sovrappasso di Capo di Ponte) Comunità Montana di Valle Camonica, FNME 2- La segnaletica Tutta la Valle turistica lungo le Camonica strade della Valle Camonica Progetto per il posizionamento 2006-2007 di idonea segnaletica e cartellonistica informativa, che permetta l’immediato riconoscimento e localizzazione delle emergenze di carattere archeologico, artistico e naturalistico. Comunità ANAS Montana di Valle Camonica 2006 Progettazione di percorsi unitari verso i Parchi ed i siti d'arte rupestre (luoghi di sosta, centri informativi, accoglienza, benvenuto, realizzazione di cartellonistica) Provincia di Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica 3- Progetto "InterPiani" Tipo di finanziamento Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti Comuni di riferimento ….. ….. vedi Piano degli interventi sulle strutture, 6-Piano di intervento per il ripristino paesaggistico del fondovalle, voce 3 MiBAC, SAL, oltre € BIM, Comuni di 200.000,00 riferimento ….. Stato di Avanzamento dei Lavori (luglio 2007) ….. Provincia di Brescia, BIM, SAL ….. Approccio Grado di urgenza IMO "Indispensa bileMigliorativoOttimale" I *** I *** I *** Progetto presentato (2006) ma non ancora finanziato ….. Nota: questo progetto, di fondamentale importanza per dare unitarietà all'intervento di valorizzazione del sito UNESCO e del suo contesto ambientale, paesaggistico e culturale, deve necessariamente essere collegato o inglobare: - il progetto per il Logo (vedi Piano del Marketing territoriale, infra); - il progetto per lo studio della veste grafica editoriale (vedi Piano della ricerca scientifica e tecnologica, voce Piano dell'editoria scientifica; Piano della formazione e della diffusione, voce 2 La diffusione, Creazione di rete di bookshop); - il progetto di valorizzazione della Strada Statale 42 (vedi Piano degli interventi sulle strutture, 5 Piano di intervento per il ripristino paesaggistico del fondovalle, voce 3; Piano delle accessibilità e permeabilità, voce 2 La segnaletica turistica lungo le strade della Valle Camonica). Pagina 30 di 40 ALLEGATO 29 Piano della formazione e della diffusione Tipo di intervento (Azione) Localizzazione dell'intervento 1- La formazione Tutta la Valle professionale Camonica Descrizione Tempistica 1- Corso per la formazione di 2005-2006 personale tecnico con specifiche competenze in materia di ricognizione e restituzione digitale ai fini conservativi del patrimonio archeologico litico, con particolare riferimento alle incisioni rupestri 2- Corso per operatori per la data da manutenzione del verde nelle definire aree comprese nel Piano di Gestione per il sito UNESCO n.94 “Arte rupestre della Valle Camonica” Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i SAL data da definire 4- Corso per la formazione e l’aggiornamento degli operatori didattici 2006 Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti € 40.000,00 ICR, ICCD, CNR, IIPP, Università, BIM Fondazione CARIPLO, Credito Agrario Bresciano Stato di Approccio Grado di urgenza Avanzamento dei IMO Lavori "Indispensa (luglio 2007) bileMigliorativoOttimale" M ** Rimandato al 2007. ….. Comunità Montana di Valle Camonica, Provincia di Brescia ….. 3- Corso per artigiani specializzati nelle lavorazioni tradizionali della Valle Tipo di finanziamento Comunità Montana di Valle Camonica, BIM Comunità Montana di Valle Camonica, Provincia di Brescia ….. ….. Pagina 31 di 40 ….. ….. ….. Corso di Laurea in Gestione del Territorio Montano della Facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Milano (sede di Edolo), Istituto Superiore di Edolo, SAL Consorzi di settore, Centri di Formazione Professionali, Società di formazione SAL, Provincia di Brescia, Regione Lombardia, Istituti di ricerca su arte rupestre, Università M * O * M ** cifra da definire cifra da definire cifra da definire ALLEGATO 29 5- Corso per operatori turistici 2007-2008 Provincia di Brescia ….. 6- Corso di formazione per promoter turistici che richiamino ed indirizzino i flussi turistici verso la Valle Camonica 2- La diffusione 3- Piano della didattica e divulgazione Tutta la Valle Camonica Tutta la Valle Camonica ed i territori di riferimento 2007 ….. Provincia di Brescia ….. Corsi o seminari, con cadenza 2005-2006, annuale, per l’aggiornamento con cadenza costante degli operatori e delle annuale guide già formate: 1- ciclo di conferenze sui nuovi ritrovamenti e le ricerche in corso di epoca preprotostorica in Valle Camonica Comunità Montana di Valle Camonica, SAL 2005 e oltre Costituzione di una Commissione permanente per la Didattica (conferma della Sottocommissione che ha collaborato al Piano di Gestione) SAL, Comunità Montana di Valle Camonica ….. / Pagina 32 di 40 Regione Lombardia, Associazioni di categoria, Università, SAL, Istituti di ricerca sull'arte rupestre Regione Lombardia, Associazioni di categoria, Università, SAL, Istituti di ricerca sull'arte rupestre ….. Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Istituti di ricerca sull'arte rupestre, Università, Comuni di riferimento / Strutture di didattica e divulgazione operanti in Valle, Provincia di Brescia, Enti gestori dei Parchi, Istituti di ricerca sull'arte rupestre M * I * cifra da definire cifra da definire buona parte di questi interventi sarà a cura degli Istituti di ricerca operanti sul territorio (è previsto un rimborso spese per i consulenti esterni) M I / *** ALLEGATO 29 Ideazione e realizzazione di 2006 e oltre materiale didattico differenziato in base al target di riferimento (come da indicazioni della Commissione di cui sopra) Enti gestori dei da definire Parchi, altri Enti Locali Pagina 33 di 40 SAL, strutture di cifra da definire didattica e divulgazione operanti in Valle, Provincia di Brescia, Istituti di ricerca sull'arte rupestre I *** ALLEGATO 29 Piano della accoglienza del turismo culturale Tipo di intervento (Azione) Localizzazione dell'intervento Servizi al turista Agli ingressi della Valle a Sud e a Nord Descrizione Tempistica 1- Realizzazione di aree di 2006-2008 accoglienza ( “Aree di Benvenuto”), situate alla confluenza in Valle delle strade di accesso ed attrezzate con ampio parcheggio, servizi igienici ed aree gioco. 2006-2008 Bassa, Media e 2- Realizzazione di Centri di Alta Valle (3 Accoglienza – o Centri di località da Servizi - per i Turisti, per definire) fornire informazioni sulle visite ai siti di arte rupestre, sulle diverse offerte di turismo culturale e naturalistico in Valle, sui collegamenti con la rete viaria e dei trasporti locali e regionali. Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i Provincia di Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica Tipo di finanziamento Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti ANAS, Regione Lombardia, SAL, Enti locali ….. ….. cifra da definire I * ….. Comunità Montana di Valle Camonica, Enti gestori dei Parchi, Enti locali cifra da definire Regione Lombardia, Provincia di Brescia, SAL, Comunità cifra da definire Montana di Valle Camonica, Enti gestori dei Parchi con Arte Rupestre M * Provincia di Brescia ….. Approccio Grado di urgenza IMO "Indispensa bileMigliorativoOttimale" I *** Stato di Avanzamento dei Lavori (luglio 2007) Nota: queste due azioni rientrano nel progetto definito "Interpiani" di cui supra al Piano delle accessibilità e permeabilità, voce 3 Tutta la Valle Progetto del Biglietto 2007-2008 Integrato, per consentire la visita ai Parchi ed ai luoghi d’arte statali e non nella Valle, in collegamento anche con la città di Brescia MiBAC, Soggetto responsabile del sito ….. Pagina 34 di 40 ….. Il progetto sarà realizzato quando ci saranno più Parchi e luoghi di cultura (musei, aree archeologiche, etc.), con ingresso a pagamento. ALLEGATO 29 Creazione di rete di 2007-2008 bookshop che proponga una linea di pubblicazioni caratterizzate da una omogeneità editoriale che ne faciliti il riconoscimento Soggetto responsabile del sito ….. Pagina 35 di 40 ….. Provincia di Brescia, Comunità Montana, Enti gestori dei Parchi, Associazione librai… M ….. *** Il progetto può rientrare nei due progetti sopra individuati ("Aree di Benvenuto" e Centri di Accoglienza/Servizi). ALLEGATO 29 Piano delle attività tipiche locali Tipo di intervento (Azione) Localizzazione dell'intervento Descrizione Elaborazione di un progetto ad hoc Tempistica Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i Comunità Montana ….. Tipo di finanziamento ….. Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti Provincia di Brescia cifra da definire Approccio Grado di urgenza IMO "Indispensa bileMigliorativoOttimale" I/M Stato di Avanzamento dei Lavori (luglio 2007) Nota: si precisa che il tema è stato trattato negli anni scorsi nell'ambito di un progetto europeo, promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, dal quale si suggerisce di riprendere ad aggiornare i dati per l'intervento in oggetto. Del suddetto progetto europeo non è stato possibile avere copia durante l'elaborazione del Piano di Gestione. Pagina 36 di 40 ALLEGATO 29 Piano degli eventi e delle attività culturali Tipo di intervento (Azione) Convegni Localizzazione dell'intervento Capo di Ponte Descrizione “Arte rupestre della Valle Camonica. Storia delle ricerche. Protagonisti, tendenze, prospettive attraverso un secolo”, con le relative seguenti manifestazioni: Tempistica 6-8 ottobre 2005 1) inaugurazione del Parco Nazionale dei Massi di Cemmo; 2) inaugurazione del Parco A. Comunale di SeradinaBedolina; 3) mostra presso Antiquarium del Parco Nazionale; 4) mostra fotografica dell'Archivio Maffessoli; 5) pubblicazione di guide e di un compendio bibliografico; 6) edizione degli Atti (2006) Saviore dell'Adamello Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i SAL, Comune di Capo di Ponte Tipo di finanziamento MiBAC-SAL, Comune di Capo di Ponte, altri Enti locali ….. SAL, Comune di Capo di Ponte MiBAC-SAL, Comune di Capo di Ponte, altri Enti locali, sponsor ….. 28-30 ottobre DIPARTIMEN- Enti locali, "Coppelle e dintorni", IV TO, Comune di sponsor Convegno sull’arte schematica 2005 Saviore non figurativa nell’Arco Alpino ….. Seminario Internazionale dei 2006 Centro Congressi Darfo Parchi d'arte rupestre UNESCO (primavera) Boario Terme (BS) SAL, CCSP, Comune di Capo di Ponte, altri Enti locali ….. Pagina 37 di 40 ….. Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti € 30.000,00 Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica, BIM, Ateneo di Brescia Stato di Approccio Grado di urgenza Avanzamento dei IMO Lavori "Indispensa (luglio 2007) bileMigliorativoOttimale" M * Realizzato a Capo di Ponte (6-8 ottobre 2005). cifra complessiva da definire (in parte spese a carico degli Enti gestori e in parte lavori realizzati all'interno della SAL con proprio personale) M *** Punti 1)-5): realizzati nell'autunno 2005. Il punto 6) è in corso di realizzazione. Regione Lombardia, Provincia di Brescia, cifra non nota Comunità Montana di Valle Camonica, BIM Regione Lombardia, Provincia di cifra da definire Brescia M * Realizzato nell'autunno 2005. M * Realizzato, a cura dei soli CCSP e Centro UNESCO, il 22 maggio 2007 (Darfo Boario T. BS). Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica, BIM ALLEGATO 29 Sede da definire Convegno sui problemi della cronologia dell’arte rupestre 2007, data da stabilire Gemellaggi con altre realtà dal 2006 europee con arte rupestre per azioni comuni: Francia, Spagna, Inghilterra, Svezia, Norvegia, Portogallo, Irlanda, Malta ….. ….. ….. Soggetto responsabile sito ….. ….. ….. ENIT, Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Enti Locali, Associazioni di categoria (turismo, artigianato, commercio, etc.), SAL ….. O * I/M ** ….. Nota: per le iniziative culturali annuali (in media tre convegni all'anno, a volte con le relative mostre, e un Convegno Internazionale ogni due-tre anni) è opportuno prevedere una cifra base annuale di € 30.000,00. Da questa cifra si intende esclusa la pubblicazione degli Atti. Pagina 38 di 40 ALLEGATO 29 Piano del marketing territoriale Tipo di intervento (Azione) Azioni promozionali Localizzazione dell'intervento Tutta la Valle Camonica Descrizione Creazione di un’immagine: marchio-logo-slogan Tempistica 2005-2006 Ente/i di Ente/i Riferimento Finanziatore/i Provincia di Brescia Tipo di finanziamento Provincia di Brescia ….. Stato di Approccio Grado di urgenza Avanzamento dei IMO Lavori "Indispensa (luglio 2007) bileMigliorativoOttimale" 1) € 50.000,00 I *** 1) Cifra non impegnata, in attesa (bilancio 2006); della definizione del Soggetto 2) € 30.000,00 Responsabile del (bilancio 2007) sito UNESCO. Altri Soggetti Stima dei costi coinvolti ENIT, Regione Lombardia, Enti Locali, Associazioni di categoria (turismo, artigianato, commercio, etc.), SAL 2) In corso di assegnazione per pannelli e allestimenti. Nota: questa azione rientra nel progetto definito "Interpiani" di cui supra al Piano delle accessibilità e permeabilità, voce 3. 2006 e oltre Azioni e campagne di diffusione: a- produzione di strumenti e materiale informativo, b- campagna di comunicazione e diffusione in Italia e all'estero verso il pubblico, c- campagna mirata di comunicazione e diffusione in Italia e all'estero LEGENDA Soggetto responsabile del sito ….. BIM - Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano di Valle Camonica CAI - Club Alpino Italiano C.I.M.A.R. - Catalogo Informatizzato per il Monitoraggio dell'Arte Rupestre CCSP - Centro Camuni di Studi Preistorici CCSS - Centro Coordinamento Servizi Scolastici della Valle Camonica Pagina 39 di 40 ….. ENIT, Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Enti Locali, Associazioni di categoria (turismo, artigianato, commercio, etc.), SAL I cifra da definire * ** *** urgenza media urgenza massima urgenza ** a- edizione di un depliant dei Parchi presentato alla IX Borsa del Turismo Archeologico (Paestum, 2006); b- partecipazione a Borse del Turismo (VIII e IX Borsa del Tursimo Mediterraneo, Paestum 2005,2006; BIT-Borsa Internazionale del Turismo Milano 2007; Aliment, Montichiari - BS, febbraio 2007). ALLEGATO 29 CeSMAP - Centro Studi e Museo d'Arte Preistorica di Pinerolo CNR - Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR IDPA- Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali CRAAC - Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali CSA - Centro Servizi Amministrativi (ex Provveditorato agli Studi) DIPARTIMENTO - Dipartimento Valcamonica e Lombardia del CCSP Dir. Reg. B.C.P.L. - Direzione Regionali per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia ENIT - ex Ente Nazionale del Turismo, ora Agenzia Nazionale del Turismo ERSAF - Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste FNME - Ferrovie Nord MI Esercizio ICCD - Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ICR - Istituto Centrale per il Restauro IIPP - Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria IRER Lombardia - Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia MiBAC - Ministero per i Beni e le Attività Culturali SAL - Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia SBAPBS - Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici (Brescia) Pagina 40 di 40 Finito di stampare nel mese di settembre 2007