AGIVI
Insieme per educare al consumo consapevole
L’appello del Presidente
di Agivi Drei Donà: è
veramente utile abbassare
il limite alcolemico se i
controlli non ci sono e non
si educa ad un consumo
responsabile? O è solo
demagogia?
Vent’anni fa, alla fondazione, nel 1989, l’impegno di
Agivi era migliorare la preparazione delle aziende per
renderle più competitive sul mercato globale, oggi è
trasmettere ai consumatori, soprattutto ai giovani, la
cultura del bere consapevole.
Durante l’evento organizzato al Lotvs di Milano per festeggiare i 20 anni, il Presidente Enrico Drei Donà ha
lanciato questo appello “Siamo favorevoli all’estensione
ed all’ampliamento di tutti i controlli su strada, portandoli a livello di altri paesi europei, come la Francia, dove
si effettuano 10 volte più controlli che in Italia. Queste
sono azioni concrete che limiterebbero le problematiche, abbassare il limite alcolemico consentito servirebbe a poco, poichè chi eccede sente che essere controllati è una casualità e non
una costante. Il consumo eccessivo di alcol è inoltre sintomo di un disagio che
parte da cause ben più profonde. L’educazione al bere responsabile è, a nostro
avviso, l’unica via e vogliamo essere i primi a combattere l’abuso, perché il nostro
cliente non è chi esce ubriaco dalle discoteche alle 3 di mattina. Noi ci rivolgiamo
ai giovani che considerano il vino parte della propria socialità, un valore positivo e
un elemento della identità del nostro Paese. Per bere
vino ci vuole cultura. Abbiamo quindi ideato, ancora
sei anni fa, il Wine Bar del BereGiovane, degustazione
dei giovani produttori rivolta ai giovani consumatori e,
soprattutto, da un anno a questa parte, abbiamo introdotto nel nostro protocollo di degustazione, che in ogni
evento avvenga la consegna di un etilometro tascabile
a ogni visitatore. Un piccolo gesto, certo, ma un gesto
veramente concreto per promuovere l’autocontrollo. In
questa azione ci stiamo muovendo con le nostre forze,
perché non veniamo ancora ascoltati come vorremmo
dal mondo istituzionale, ma ci auguriamo che questo
avvenga presto.”
Accanto al bere consapevole, Agivi continua ad investire anche nella formazione dei
manager. L’associazione, sin dagli esordi, è stata infatti una palestra per gli imprenditori del vino e la formazione di figure importanti per il settore, come ricordato da
Andrea Sartori, Presidente di UIV. In questi anni Agivi ha saputo anche introdurre
una nuova mentalità, dove le aziende vitivinicole di tutta Italia si vedono come colleghe e non come avversarie, dove lavorare insieme è meglio che da soli.
PELLICOLE DI GuSTO
Chocolat,
i poteri magici della cioccolata
di Lorenzo Bianciardi
Questo mese parliamo di un film entrato
ormai nell’immaginario collettivo per la
sua capacità di descrivere il fine mestiere del maître chocolatier, l’artista che
prepara il cioccolato. È Chocolat, opera
del 2000 del regista svedese Lasse Hallström con protagonisti Juliette Binoche
(Vianne) e Johnny Depp (Roux), ispirato
all’omonimo romanzo della scrittrice britannica Joanne Harris.
In un piccolo villaggio della Francia in
cui regna la tranquillité, è il “vento del
Nord”, nella figura di Vianne, a risvegliare l’intera comunità portando con sé
i poteri magici del cioccolato, in tutte le
sue forme: servito freddo, sottoforma
di deliziosi cioccolatini, tiepido, come
ingrediente base di soffici torte, oppure
anche caldo, nella ben nota bevanda
della cioccolata.
Chocolat è un film che offre una rappresentazione ostentata dei piaceri che derivano dalla degustazione del cioccolato.
Come viene mostrato il gusto? L’idea del
regista è quella di descrivere nel dettaglio le varie fasi di preparazione del cioccolato: dalla rottura dei semi di cacao in
polvere, al momento in cui si mescola
lentamente la miscela degli ingredienti,
fino alla scelta delle spezie che danno il
tocco finale al sapore. Il tutto attraverso
dei primi piani che svelano dall’alto le
ampie volute scure dell’impasto caldo o
le torte finemente impreziosite di man-
dorle, nocciole o altri aromi.
“Come si fa a sapere se la glassa è ben
stemperata?” domanda la protagonista
Vianne a Josephine (Lena Olin), per
vedere se l’amica ha appreso i suoi consigli: “Prima controlli se è a temperatura
corporea, e dopo intingi la spatola per
vedere se la glassa indurisce in modo
omogeneo”. La cura amorevole nella
preparazione è uno dei segreti dell’arte di
Vianne, cui si accompagna una evidente lentezza nella fase di assaggio. Per
questo motivo la scena più emblematica
della “gustosità” è quella della festa in
onore della vecchia nonna (Judi Dench),
in cui vengono mostrate in primissimo
piano pietanze condite col cioccolato
caldo e bocche che mangiano, sfruttando una strategia di montaggio basata sul
ralenty. Chi si lecca i baffi, chi si pulisce
le dita sporche di cioccolata: tutti i protagonisti offrono uno spettacolo che dà
enfasi alla lentezza dell’assaggio.
“I Maya credevano che il cacao avesse
il potere di liberare i desideri nascosti
e di svelare il destino”, racconta il narratore del film: è soltanto ritagliandosi
dei momenti di pace, a tu per tu con il
cioccolato, che anche i personaggi di
Chocolat riescono a sprigionare la loro
vera anima – proprio come nella tradizione delle antiche cerimonie sacre –,
svelando anche a noi spettatori i poteri
nascosti della cioccolata.
1