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Chocolat (2000)

2009, I Grandi Vini

Vent'anni fa, alla fondazione, nel 1989, l'impegno di Agivi era migliorare la preparazione delle aziende per renderle più competitive sul mercato globale, oggi è trasmettere ai consumatori, soprattutto ai giovani, la cultura del bere consapevole. Durante l'evento organizzato al Lotvs di Milano per festeggiare i 20 anni, il Presidente Enrico Drei Donà ha lanciato questo appello "Siamo favorevoli all'estensione ed all'ampliamento di tutti i controlli su strada, portandoli a livello di altri paesi europei, come la Francia, dove si effettuano 10 volte più controlli che in Italia. Queste sono azioni concrete che limiterebbero le problematiche, abbassare il limite alcolemico consentito servirebbe a poco, poichè chi eccede sente che essere controllati è una casualità e non una costante. Il consumo eccessivo di alcol è inoltre sintomo di un disagio che parte da cause ben più profonde. L'educazione al bere responsabile è, a nostro avviso, l'unica via e vogliamo essere i primi a combattere l'abuso, perché il nostro cliente non è chi esce ubriaco dalle discoteche alle 3 di mattina. Noi ci rivolgiamo ai giovani che considerano il vino parte della propria socialità, un valore positivo e un elemento della identità del nostro Paese. Per bere vino ci vuole cultura. Abbiamo quindi ideato, ancora sei anni fa, il Wine Bar del BereGiovane, degustazione dei giovani produttori rivolta ai giovani consumatori e, soprattutto, da un anno a questa parte, abbiamo introdotto nel nostro protocollo di degustazione, che in ogni evento avvenga la consegna di un etilometro tascabile a ogni visitatore. Un piccolo gesto, certo, ma un gesto veramente concreto per promuovere l'autocontrollo. In questa azione ci stiamo muovendo con le nostre forze, perché non veniamo ancora ascoltati come vorremmo dal mondo istituzionale, ma ci auguriamo che questo avvenga presto." Accanto al bere consapevole, Agivi continua ad investire anche nella formazione dei manager. L'associazione, sin dagli esordi, è stata infatti una palestra per gli imprenditori del vino e la formazione di figure importanti per il settore, come ricordato da Andrea Sartori, Presidente di UIV. In questi anni Agivi ha saputo anche introdurre una nuova mentalità, dove le aziende vitivinicole di tutta Italia si vedono come colleghe e non come avversarie, dove lavorare insieme è meglio che da soli.

AGIVI Insieme per educare al consumo consapevole L’appello del Presidente di Agivi Drei Donà: è veramente utile abbassare il limite alcolemico se i controlli non ci sono e non si educa ad un consumo responsabile? O è solo demagogia? Vent’anni fa, alla fondazione, nel 1989, l’impegno di Agivi era migliorare la preparazione delle aziende per renderle più competitive sul mercato globale, oggi è trasmettere ai consumatori, soprattutto ai giovani, la cultura del bere consapevole. Durante l’evento organizzato al Lotvs di Milano per festeggiare i 20 anni, il Presidente Enrico Drei Donà ha lanciato questo appello “Siamo favorevoli all’estensione ed all’ampliamento di tutti i controlli su strada, portandoli a livello di altri paesi europei, come la Francia, dove si effettuano 10 volte più controlli che in Italia. Queste sono azioni concrete che limiterebbero le problematiche, abbassare il limite alcolemico consentito servirebbe a poco, poichè chi eccede sente che essere controllati è una casualità e non una costante. Il consumo eccessivo di alcol è inoltre sintomo di un disagio che parte da cause ben più profonde. L’educazione al bere responsabile è, a nostro avviso, l’unica via e vogliamo essere i primi a combattere l’abuso, perché il nostro cliente non è chi esce ubriaco dalle discoteche alle 3 di mattina. Noi ci rivolgiamo ai giovani che considerano il vino parte della propria socialità, un valore positivo e un elemento della identità del nostro Paese. Per bere vino ci vuole cultura. Abbiamo quindi ideato, ancora sei anni fa, il Wine Bar del BereGiovane, degustazione dei giovani produttori rivolta ai giovani consumatori e, soprattutto, da un anno a questa parte, abbiamo introdotto nel nostro protocollo di degustazione, che in ogni evento avvenga la consegna di un etilometro tascabile a ogni visitatore. Un piccolo gesto, certo, ma un gesto veramente concreto per promuovere l’autocontrollo. In questa azione ci stiamo muovendo con le nostre forze, perché non veniamo ancora ascoltati come vorremmo dal mondo istituzionale, ma ci auguriamo che questo avvenga presto.” Accanto al bere consapevole, Agivi continua ad investire anche nella formazione dei manager. L’associazione, sin dagli esordi, è stata infatti una palestra per gli imprenditori del vino e la formazione di figure importanti per il settore, come ricordato da Andrea Sartori, Presidente di UIV. In questi anni Agivi ha saputo anche introdurre una nuova mentalità, dove le aziende vitivinicole di tutta Italia si vedono come colleghe e non come avversarie, dove lavorare insieme è meglio che da soli. PELLICOLE DI GuSTO Chocolat, i poteri magici della cioccolata di Lorenzo Bianciardi Questo mese parliamo di un film entrato ormai nell’immaginario collettivo per la sua capacità di descrivere il fine mestiere del maître chocolatier, l’artista che prepara il cioccolato. È Chocolat, opera del 2000 del regista svedese Lasse Hallström con protagonisti Juliette Binoche (Vianne) e Johnny Depp (Roux), ispirato all’omonimo romanzo della scrittrice britannica Joanne Harris. In un piccolo villaggio della Francia in cui regna la tranquillité, è il “vento del Nord”, nella figura di Vianne, a risvegliare l’intera comunità portando con sé i poteri magici del cioccolato, in tutte le sue forme: servito freddo, sottoforma di deliziosi cioccolatini, tiepido, come ingrediente base di soffici torte, oppure anche caldo, nella ben nota bevanda della cioccolata. Chocolat è un film che offre una rappresentazione ostentata dei piaceri che derivano dalla degustazione del cioccolato. Come viene mostrato il gusto? L’idea del regista è quella di descrivere nel dettaglio le varie fasi di preparazione del cioccolato: dalla rottura dei semi di cacao in polvere, al momento in cui si mescola lentamente la miscela degli ingredienti, fino alla scelta delle spezie che danno il tocco finale al sapore. Il tutto attraverso dei primi piani che svelano dall’alto le ampie volute scure dell’impasto caldo o le torte finemente impreziosite di man- dorle, nocciole o altri aromi. “Come si fa a sapere se la glassa è ben stemperata?” domanda la protagonista Vianne a Josephine (Lena Olin), per vedere se l’amica ha appreso i suoi consigli: “Prima controlli se è a temperatura corporea, e dopo intingi la spatola per vedere se la glassa indurisce in modo omogeneo”. La cura amorevole nella preparazione è uno dei segreti dell’arte di Vianne, cui si accompagna una evidente lentezza nella fase di assaggio. Per questo motivo la scena più emblematica della “gustosità” è quella della festa in onore della vecchia nonna (Judi Dench), in cui vengono mostrate in primissimo piano pietanze condite col cioccolato caldo e bocche che mangiano, sfruttando una strategia di montaggio basata sul ralenty. Chi si lecca i baffi, chi si pulisce le dita sporche di cioccolata: tutti i protagonisti offrono uno spettacolo che dà enfasi alla lentezza dell’assaggio. “I Maya credevano che il cacao avesse il potere di liberare i desideri nascosti e di svelare il destino”, racconta il narratore del film: è soltanto ritagliandosi dei momenti di pace, a tu per tu con il cioccolato, che anche i personaggi di Chocolat riescono a sprigionare la loro vera anima – proprio come nella tradizione delle antiche cerimonie sacre –, svelando anche a noi spettatori i poteri nascosti della cioccolata. 1