Location via proxy:   [ UP ]  
[Report a bug]   [Manage cookies]                
OLFATTO E DISCRIMINAZIONE. ANNUSARE UOMINI E’ ANNUSARE NORME? Può l’odore individuale essere causa di discriminazione morale? Ecco una domanda etica non irrilevante! Premetterò alla discussione etica un breve excursus scientifico. L’olfatto è un senso – e come tutto ciò che denominiamo “senso”- rivela una struttura idonea a introdurre conoscenza; tale struttura è – su modello della struttura visiva assai studiata dalle moderne scienze della mente [Rookes/ Willson, 2000] – meccanismo conoscitivo in relazione a cose. Qualora invece si indirizzi su individui, essa è indice di conoscenza sociale; ciò che caratterizza tale conoscenza è l’interindividualità. Sistema olfattivo è – in altri termini- strumento di conoscenza, e, in determinati casi concreti, strumento di conoscenza sociale. Come si struttura un modello di conoscenza sociale? Mutuato dalla cibernetica moderna [Neisser, 1967; Neisser 1976], l’iter della conoscenza sociale olfattiva si modella sui meccanismi della conoscenza naturale. Tre sono i momenti costitutivi dell’attività conoscitiva in relazione a cose, e altrettanti ne sono i costituenti. La conoscenza naturale sottende tre classi di azione strutturate in serie: ricezione, elaborazione e sensazione. Qualora ci si accontenti di una teoria materialistica dell’essere, momento iniziale è la ricezione dello stimolo esterno (informazione); momento terminale emissione della sensazione (emozione) come reazione del sistema nervoso centrale allo stimolo. La traduzione dello stimolo in sensazione – secondo una brillante intuizione del Pragmatismo otto/novecentesco [Vailati/ Calderoni, 1910]- è meccanismo attivo, mediato da schemi mentali memorizzati; terzo momento costitutivo è allora momento elaborativo. Tre sono i costituenti: informazione (stimolo esterno), schema mentale (dato mnemonico) e emozione (reazione allo stimolo). L’attenzione indirizza i recettori sensoriali dell’individuo verso uno stimolo esterno (informazione) che, assunto, è avviato al sistema nervoso centrale. Qui l’informazione è mediata attraverso ulteriori informazioni memorizzate (ricordi); nasce un’emozione, immediatamente distribuita sui sotto-sistemi recettivi esterni. Conoscenza naturale è meccanismo c.d. top/down, in cui la traduzione informazione/ emozione è caratterizzata da un intervento mnemonico [Gestalttheorie; Gregory, 1990; Pomerantz/ Lockhead, 1991]. Mentre conosciamo, cosa succede nella nostra mente? Prenderò un caso concreto, dove l’attenzione di un individuo si indirizza verso un mazzo di fiori. Per comodità l’ideazione del nostro individuo sarà simbolizzata in serie di enunciazioni; costui riflette su un accadimento naturale: “Questi fiori emettono un determinato odore (informazione)”. L’informazione è diretta immediatamente alle strutture nervose centrali; interviene la memoria. L’individuo ricorda: “C’era un odore simile ad una festa/ ad un funerale”; e in base a tale accadimento mnemonico si attiva una determinata emozione (“Questi fiori mi inducono ad essere contento/ triste”), che sarà distribuita verso i canali recettivi e conservata a sua volta come accadimento mnemonico. Un’emozione che riesca a conservarsi in maniera costante e a costruire una abitudine mnemonica dovrà essere considerata come sentimento (senso comune). La ristrutturazione mentale dell’informazione conduce automaticamente – attraverso mediazione mnemonica- all’emozione; eventuali stime estetiche necessiteranno di successivi meccanismi valutativi su emozioni. Cosa differenzia conoscenza naturale e conoscenza sociale? Procedimenti e struttura sono assai simili; varia la natura dei costituenti. Nel caso della conoscenza sociale l’emozione è emozione normativa. Conoscenza sociale è meccanismo c.d. top/down [Bartlett, 1932; Koffka, 1935], in cui la traduzione informazione/ emozione è caratterizzata dall’intervento di una norma. Prenderò un nuovo caso concreto, dove l’attenzione si indirizzi ad un individuo x. Noi riflettiamo su un accadimento sociale: “Questo individuo x emette un determinato odore (informazione)”. L’informazione è diretta immediatamente alle strutture nervose centrali; si attivano memoria e norme sociali derivanti da meccanismi di acculturazione. L’individuo ricorda: “C’era un odore simile ad un incontro di tennis/ in un dormitorio”, e concorrentemente attiva una norma di condotta “Chi emette un determinato odore è desiderabile/ indesiderabile. Dobbiamo accettare/ rifiutare chi emette tale odore!”. La risultante inferenziale di tale serie di enunciazioni – a detta di un canone consolidato secondo cui da un’inferenza con condizioni normative dovranno necessariamente scaturire conclusioni normative- sarà un’enunciazione normativa (“Questo individuo x mi induce ad essere rassicurato/ intimorito, e mi vincola a sentirmi in dovere di accettare/ rifiutare x”), che sarà distribuita verso i canali recettivi e conservata a sua volta come accadimento mnemonico e nuova norma interiorizzata. Un’emozione normativa che riesca a conservarsi in maniera costante e a costruire una abitudine normativa dovrà essere considerata come sentimento morale (senso comune morale). La ristrutturazione mentale dell’informazione sociale conduce automaticamente – attraverso mediazione mnemonica e normativa- ad una emozione normativa; decisioni morali si instaureranno all’interno del meccanismo stesso di conoscenza. L’emozione normativa ottenuta mi vincolerà a decidere tra due alternative: accettare o rifiutare x. La decisione enunciata nella forma “X non è deviante/ x è deviante” (norma morale) si mostrerà conforme o difforme alla norma sociale memorizzata; da ciò deriveranno ammirazione o condanna sociali nei confronti di chi emetta tale decisione (sanzione sociale). Prodotto di conoscenza naturale è un’emozione (sensazione emotiva); risultato di conoscenza sociale è invece emozione normativa (sensazione vincolata ad una decisione). L’emozione olfattiva scaturente da conoscenza naturale non vincola ad introdurre stime estetiche, riservando a chi assimili un odore l’alternativa tra decidere o non decidere; l’emozione olfattiva scaturente da conoscenza sociale vincola ad introdurre decisioni estetico/morali, riservando a chi assimili un odore la mera alternativa tra decidere di accettare o rifiutare. Annusare uomini allora è davvero annusare norme! Quando si manifesta una discriminazione? Quando è introdotta una decisione morale nei confronti di individui, e esattamente nei due casi concreti in cui un individuo si adatti ad un rifiuto sociale o non si adatti ad una accettazione sociale nei confronti dell’altro. La decisione morale scaturente da conoscenza sociale è antecedente normativo a tutti i casi di discriminazione; discriminazione nasce dove un individuo si confronti con una valutazione sociale. Potremo così dire morale individuale essere momento di “smarcamento” – mediante resistenza o mediante interiorizzazione- dalla normazione sociale. Al termine di una intricata ed estesa catena mentale e successivamente ad una traduzione di situazioni sensoriali in relazioni interindividuali, l’informazione olfattiva arriva a ricadere su determinate decisioni discriminatorie individuali. L’odore assume – come detto- interesse morale. Come incide il nostro ordinamento sulla discriminazione? Prescindendo dalla normazione secondaria, la nostra Costituzione è assai chiara nello statuire: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese». L’emanare cattivo odore – come l’essere obesi, brutti, deformi- è nelle moderne società di massa simbolo di miseria, di malattia, di morte o di vecchiaia, e introduce ostacoli non indifferenti sulla strada del benessere individuale. Non essendo universalmente chiari i meccanismi mentali sottostanti ad una valutazione olfattiva (estetico/morale), tale insieme di ostacoli sociali o resta scarsamente considerato o si mimetizza tra i meandri semantici delle indeterminate «condizioni personali» di discriminazione. E’dovere dell’uomo di cultura smascherare ostacoli nascosti mettendone in chiaro cause e valenza discriminatoria; è dovere dell’uomo di diritto introdurre indicazioni de iure condendo su come considerare un insieme di discriminazioni all’interno di un ordinamento e su come rimuovere ostacoli sociali. Nell’ambito di società moderne di massa in cui dimensione estetica e dimensione etica tendano a coincidere e in cui bellezza ed esteriorità subiscano immensa considerazione sociale, non sarebbe senza senso una riforma del dettato costituzionale indirizzata ad rendere autonoma la dimensione estetica dell’individuo dalle altre «condizioni personali» e ad evidenziarla. Il nuovo art.3 com.1 della Costituzione suonerebbe allora: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni estetiche, di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Se annusare uomini è causa di discriminazione e se annusare uomini è annusare norme, modificare tecnicamente una norma di tanto valore condurrà certamente a variare in maniera considerevole l’entità della discriminazione. Ivan Pozzoni1 1 Ivan Pozzoni è laureato in Diritto all’Università Statale di Milano. E’dedito con massima devozione a studi etici, storici, di teoria del diritto; si interessa anche di scienze della mente e scienze sociali. Presso il Ce.Di Sisa Nord-Ovest lavora come logistico.