Pietro Piro (Termini Imerese 1978) is a sociologist at the Don Calabria Foundation for Social E.T.S. He is the founder and director of the Veni Creator Spiritus Library (Library entirely based on the practice of gift giving and sharing). He is a member of the Directorate of the Diocesan Pastoral Council and of the diocesan team for the Synod of Palermo. After graduating from high school he moved to Urbino where he studied psychology, philosophy and theology. He graduated in philosophy with a thesis on "Pythagoras and the harmony of the Cosmos". After graduating he specialized in "Anthropological Sciences of Religion". Visiting researcher at the UNED in Madrid and the Filmoteca Espanola, he obtained his PhD in "Political Communication" with a thesis on "Construction of the myth of Francisco Franco". Subsequently, thanks to a scholarship, he was able to obtain a Master of Arts in Social Research with a thesis on Max Weber. He studied and directly practiced yoga, macrobiotic nutrition, Zen meditation, staying in various Buddhist monasteries and comparing himself with masters of various traditions. He was an assistant professor in Sociology at the University of Roma Tre and a member of the Italian Society of the History of Religions. He conceived and directed the six editions of the "Popular Seminar on Far Eastern Thought". He has carried out research in the sociological field with particular reference to the media representation of marginality, migratory phenomena and the consequences of unemployment. I worked as an educator in social services in the field of measures to combat poverty and social inclusion. He has translated unpublished works by José Ortega y Gasset and Santiago Ramón y Cajal from Spanish into Italian. For several years he has been studying the culture of Christian monasticism trying to apply it to everyday life. His relationship with young people is particularly intense thanks to numerous courses and educational projects held in schools, training centres, prisons, recovery centers for drug addicts.
La frequente esperienza di presenza viva dei giovani nella mia esistenza mi autorizza a parlare d... more La frequente esperienza di presenza viva dei giovani nella mia esistenza mi autorizza a parlare di loro o a nome loro? Credo assolutamente di no. Sé c’è qualcosa che ho imparato in questi anni è che è urgente smettere di parlare dei giovani per cominciare a parlare con i giovani. È un passaggio semplice ma radicale. Solo confrontandosi direttamente e profondamente con loro è possibile “conoscere la loro condizione”. E tuttavia, quando questa conoscenza diventa profonda e vera, ci troviamo di fronte a un altro paradosso: il giovane che ho davanti scompare per lasciar trasparire la sua unicità, la sua irripetibile personalità. I giovani, dunque, non esistono. Perché nella relazione IO-TU compare quel volto di persona che è inesprimibile con concetti e categorie fissi.
Il presente volume si propone di ricostruire la vicenda biografica del presbitero Tommaso Lorenzo... more Il presente volume si propone di ricostruire la vicenda biografica del presbitero Tommaso Lorenzo Maria Giunta (1884-1976) cercando di collocarla nel complesso mutamento che la Chiesa Italiana ha vissuto dall'Unità d'Italia al dopo Concilio Vaticano II. Questo tentativo nasce dalla consapevolezza del fatto che l'individuo non agisce mai solo di sua iniziativa ma, spesso, reagisce a stimoli che provengono anche da molto lontano-sia geograficamente che temporalmente-e ci aiuta a capire come certe tensioni individuali, sono anche frutto di "tensioni‛ di carattere storico, sociale, economico e spirituale. Giunta ("Don Masino") ha incarnato pienamente questi mutamenti con un atteggiamento lucido, partecipe, vitale. Nella sua vita di prete "di provincia" si possono leggere tutte le vicende-anche tragiche-che hanno segnato il Novecento. Questa ricostruzione, non è dunque, soltanto un contributo alla conoscenza della biografia di Don Masino (uomo di carità, d'azione, di pensiero, insegnante e poeta) ma un invito a ripercorrere tappe essenziali del cammino della spiritualità cattolica italiana, siciliana e termitana.
Il socialismo e il comunismo sono defunti, eppure rimangono ad ossessionarci. Non è possibile sba... more Il socialismo e il comunismo sono defunti, eppure rimangono ad ossessionarci. Non è possibile sbarazzarci dei valori e degli ideali che ne erano l’impulso, perché rimangono intrinseci a quella “buona vita” che lo sviluppo sociale ed economico mira a creare. Ma cosa resta oggi di queste ideologie? Quali sono i valori che tramontano e quelli che sorgono? Gli interventi raccolti in questo volume, vogliono fornire alcuni elementi di riflessione – senza nessuna pretesa di fornire un’ideologia forte da contrapporre alla nuova ondata di arroccamenti identitari che vorrebbe riportarci indietro all’epoca dei nazionalismi e dei muri – di analisi, di meditazione e di critica. Originariamente, questo volume doveva intitolarsi: Contributi per la comunità concreta. Il titolo del volume voleva omaggiare l’intuizione comunitaria di Adriano Olivetti. Intuizione che rinnova la fiducia nell’uomo di poter costruire una comunità responsabile che sappia vivere, amare e lavorare, non solamente per produrre benessere economico ma anche per elevare le coscienze. La Comunità immaginata da Olivetti è operosa, concreta, relazionale, partecipata, eterogenea, in continua formazione e alla ricerca ostinata di un senso che sia valido per l’uomo. Non è forse in questa direzione che dobbiamo provare ad indirizzare i nostri sforzi? Nel costruire realtà sociali che mettano al centro la persona e i valori positivi che riesce ad esprimere? Oggi viviamo in una fase del capitalismo consumistico in cui la produzione industriale alimenta lo spreco e l’inquinamento. Dentro questa dinamica perversa, l’uomo si sente parte integrante di questo inutile spreco perché si rende conto che è soltanto una minuscola ruota di un potente ingranaggio che lo stritola e lo rende sempre più disumano. Oggi manca una visione organica della persona che includa le dimensioni del produrre, dell’abitare, del fare cultura, storia e memoria. È per questo motivo che la comunità concreta è tutta ancora da costruire. Le basi ideali sono state gettate ma è urgente che ci si innamori nuovamente di queste basi per farle fiorire ancora e poi ancora.
La sola realtà che veramente mi ha sempre interessato è la condizione dell'uomo nell'ingranaggio ... more La sola realtà che veramente mi ha sempre interessato è la condizione dell'uomo nell'ingranaggio del mondo attuale, in qualunque sua latitudine o meridiano. E naturalmente mi sento, ovunque, dalla parte dell'uomo e non dell'ingranaggio.
Tra il 1921 e il 1924 lo storico e critico d'arte tedesco Aby Moritz Warburg (1866-1929) sprofond... more Tra il 1921 e il 1924 lo storico e critico d'arte tedesco Aby Moritz Warburg (1866-1929) sprofonda nel cerchio infernale della follia. Durante il suo soggiorno presso la clinica di Bellevue a Kreuzlingen, sotto gli auspici di Ludwig Binswanger, la sua patologia diventa oggetto di studio e di accesa discussione tra gli psichiatri. Generalmente, gli studiosi che si sono dedicati ad approfondire questo periodo della vita di Warburg lo hanno fatto con acrimonia d'archivio o con pudore esegetico. E se in questa notte oscura di Warburg si nascondesse la chiave dell'interpretazione del suo pensiero e della sua eredità culturale? Dove sono emigrati gli Dei che tanto lo inquietavano? Quale segreto custodiscono le immagini oggetto di studio di una vita? In questo libro il "caso Warburg" abbandona gli annali della psichiatria per diventare il portavoce di un destino: farsi carico della tradizione metafisica occidentale per poter poi svilupparla in direzioni nuove e imprevedibili. La crisi di Warburg può anche essere intesa come la somatizzazione dell'agonia del declino dell'epoca del sapere. Tuttavia, tra le schegge della follia, è possibile individuare la disperazione di un'epoca che si annuncia, furtivamente, nel mormorio di questo secolo nascente. Prefazione di Emanuele Coccia.
Per chi e perché lavoriamo? Perché sacrifichiamo così tante energie in un’attività che spesso ci ... more Per chi e perché lavoriamo? Perché sacrifichiamo così tante energie in un’attività che spesso ci porta a vivere tante ore lontano dalla famiglia, dagli amici, dalle nostre passioni? Vivendo in contatto quotidiano con persone che hanno perso il lavoro e che si trovano in condizioni socio economiche di marginalità, non posso che affermare che lavoriamo per la dignità, per non sprofondare nella miseria, per non perdere il diritto di partecipare attivamente alla vita sociale ed economica. Le persone escluse da molto tempo dal mondo del lavoro o che non hanno mai lavorato e non riescono ad entrare nel mondo del lavoro, si trovano in una situazione assurda e dolorosa: vivono in una Repubblica “fondata sul lavoro” dove la partecipazione attiva alla vita sociale passa necessariamente attraverso un reddito fornito dal lavoro ma loro sono escluse da tutto questo perché afflitte dalla peste del non lavoro. Un cittadino che non lavora non riesce a vivere pienamente la sua cittadinanza. Vive senza un fondamento civico che lo rende riconosciuto e riconoscibile. Non ha un posto, non ha un impegno che lo rende visibile agli occhi della società. Sostenuto quasi unicamente dalle politiche di welfare può anche sprofondare in una passività priva di uscita. In una progressiva perdita di dignità che è disumana. Senza un lavoro dignitoso, sensato, necessario, ben retribuito, non ci sarà dignità per tutti. È questa la chiave di volta nella fase di rapida trasformazione sociale che stiamo attraversando. Ma è veramente possibile realizzare una condizione di piena occupazione in una società come la nostra? Possiamo costruire le basi per una nuova condizione socio-economica mantenendo inalterati gli attuali rapporti di produzione?
Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun v... more Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla Siae del compenso previsto dall'art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941, n. 633, ovvero dall'accordo stipulato fra Siae, Aie, Sns e Cna, Confartigianato, Casa, Claai, Confcommercio, Confesercenti il 18 dicembre 2000.
Per noi che viviamo “sicuri nelle nostre tiepide case, che troviamo tornando a sera il cibo caldo... more Per noi che viviamo “sicuri nelle nostre tiepide case, che troviamo tornando a sera il cibo caldo e visi amici”, Auschwitz rischia di diventare un esercizio d’indignazione, una parentesi di eccezione nella Storia da evocare alla memoria solo nei giorni comandati. Un orrore classificabile e gestibile. Auschwitz appartiene a un passato sempre più lontano che diventa sempre più difficile trattenere nel presente. Il male assoluto diventa apparentemente sempre più “decifrabile” e l’incredibile dibattito innescato dai negazionisti, genera dubbi illeciti sull’autenticità di un dolore senza fine. Il rischio di un livellamento pacificatore, funzionale alle dinamiche politiche del presente è altissimo e vittime e carnefici sono stati equiparati da revisionisti volgari in una logica che crea confusione e rende impossibile una distinzione netta e chiara. L’evento Auschwitz deve però sfuggire a ogni tentativo d’incasellamento, a ogni dinamica di normalizzazione, a ogni logica di razionalizzazione. Auschwitz deve restare una ferita aperta, che fa male ogni giorno, che c’impone un freno e un limite. Un monito su ogni nostro pensiero fiducioso sull’uomo.
La comunità dei virtuosi è ancora tutta da costruire. Ma quali sono i suoi presupposti? La frater... more La comunità dei virtuosi è ancora tutta da costruire. Ma quali sono i suoi presupposti? La fraternità che nasce dal rispetto, l'autorevolezza che emana dal vissuto riconosciuto e riconoscibile, la gioia incontenibile che si sprigiona nel vivere intensamente e nel sentirsi coinvolti. Urgono testimoni fedeli, uomini disposti alla coerenza, al sacrificio della vita vissuta con umiltà e fermezza.
Han pasado muchos años desde que el teólogo Romano Guardini publicó sus Cartas del Lago de Como. ... more Han pasado muchos años desde que el teólogo Romano Guardini publicó sus Cartas del Lago de Como. Estas cartas son emitidas (con razón) en las sutiles tramas de cada discurso sobre la relación entre hombre y técnica. Sin embargo, me pregunto, no sin una ligera angustia: ¿son pronunciadas también en el corazón de los hombres? ¿Han superado el caparazón emocional que rodea al hombre-masa contemporáneo? ¿Siguen todavía vivos?
Rarissime personalità autonome – figlie di una razza in estinzione – morbosamente desiderose di s... more Rarissime personalità autonome – figlie di una razza in estinzione – morbosamente desiderose di sondare gli abissi, s’aggirano come lupi nella notte in un tempo che le ignora. Delle loro parole non si percepiscono che echi e sussulti. Rumori lontani. La loro diagnosi inquieta la terra.
Il testo raccoglie gli Atti della quarta edizione del Seminario Popolare sul Pensiero dell'Estrem... more Il testo raccoglie gli Atti della quarta edizione del Seminario Popolare sul Pensiero dell'Estremo Oriente. I ricercatori coinvolti a partire dalle proprie competenze e dai propri interessi, cercano di chiarire, in modo semplice e "popolare" perché è necessario conoscere e approfondire un tema legato ad un aspetto del pensiero orientale (filosofia, religione, musica, arte, cinema). In questo modo, si cerca di trovare ragioni vitali, e non esclusivamente accademiche o commerciali, per accostarsi all'Oriente. Il tentativo è quello di avvicinare quante più persone possibili a una cultura che rimane, nonostante l'accelerazione dei ritmi globalizzanti, relegata in secondo piano e ristretta o al cerchio magico degli specialisti o esposta alla banalizzazione del pensiero unico. Attraverso questo libro si tenta, dunque, di offrire risposte che possano essere un vero punto d'inizio per chi, spesso carico di pregiudizi, si accosta per la prima volta a un mondo così complesso e affascinante. La sfida è, non di esporre una teoria preconfezionata, ma aprirsi al dialogo interrogante e stabilire insieme ragioni superiori e condivise.
INTRODUZIONE di Pietro Piro.
Pietro Piro - Perché guardare Oriente nell’epoca della Tecnica?
EAST AND WEST
Ramkrishna Bhattacharya - Prehistory of Geometry in the East and the West.
María Teresa Román Lopez - ¿Oriente y Occidente?
VICINO ORIENTE
Alberto Samonà - Esicasmo ed Energie increate nella Cristianità d’Oriente: una porta verso se stessi.
Marco Miano - Musica e letteratura nell’esperienza spirituale della cultura religiosa dell’Islām.
INDIA
Luca Canapini - Meditazioni sulla Bhagavad Gita: l’anima e le tre influenze.
Igor Spanò – Cosmogonia cromatica: dalle Upaniṣad al Sāṃkhya.
Valentino Bellucci - La pratica del Bhakti-Yoga secondo la tradizione Vaishnava.
Krishna del Toso - Tutto in questa vita: considerazioni sull’etica e la morale dei Cārvāka/Lokāyata.
CINA
Giusi Tamburello– Via con te di Liu Ruoying, lettura in prospettiva di un romanzo cinese contemporaneo.
GIAPPONE
Aldo Tollini - Il pensiero di Dogen Zenji (1200-1235) nella prospettiva dell’uomo moderno.
Daniela Sadun - Da Van Gogh a John Galliano. Influenze giapponesi nell’arte occidentale.
Giuseppe Vitello – Shohei Imamura. Il profondo desiderio degli uomini.
PSICOTERAPIA , FILOSOFIA, LETTERATURA IN DIALOGO CON IL PENSIERO ORIENTALE
Antonio Sperandeo- La declinazione del tempo in psicoterapia quale legame tra cura e meditazione.
Giovanni Nancini - Riflessioni sull’Oriente a partire da H. Bergson.
Mariana Urquijo Reguera -Tagore e Bergson: Cammini antagonisti e convergenti tra Oriente e Occidente.
Gianfrancesco Iacono - Gabriele D’Annunzio e Kawabata Yasunari, due esteti a confronto: impressioni di un lettore occidentale.
Chi domina la nostra società, ha compreso la natura profonda della festa del Carnevale. Concedend... more Chi domina la nostra società, ha compreso la natura profonda della festa del Carnevale. Concedendo più volte al giorno attimi di rovesciamento e d’inversione di tutti i valori, confonde e debilita l’individuo, rendendolo incapace di stabilire su quale piano di realtà avvengono gran parte degli eventi nel quale è coinvolto. Delirio carnevalesco in stati alterati di coscienza ordinaria in cui è impossibile distinguere il serio dal faceto, il bello dal brutto, il morale dall'amorale.
INDICE
PREFAZIONE - MEMORIE DI UN CURATORE (Pietro Piro) » p. 13
PROLEGOMENI
PROLEGOMENI... more INDICE
PREFAZIONE - MEMORIE DI UN CURATORE (Pietro Piro) » p. 13
PROLEGOMENI
PROLEGOMENI PER UNA CRITICA ALLA CULTURA.
(Rolando Ruggeri) » p. 21
TRISTI TOPOI. NOTERELLE PER UNA FILOLOGIA FUTURA
(Gianfrancesco Iacono) » p. 39
PER UNA CRITICA DELLA RAGIONE CHIMICA
(Daniele A. Morello) » p. 47
DISILLUSIONI FILOSOFICHE
ILLUSIONE. ROTTURA E COSTRIZIONE
(Giulio Randazzo) » p. 53
L’UOMO SENZA ILLUSIONI. CRITICA E
ATTACCAMENTO ALLA VITA.
(Fabio Treppiedi) » p. 65
LA MORALE DELLA STORIA - PER UN’ETICA
MATERIALISTICA
(Andrea Luigi Mazzola) » p. 83
MA CHE MODI SONO? CAPITALISMO COME
(MANCANZA DI) STILE DI VITA.
(Giacomo Pezzano) » 103
BREVI NOTE SU SVILUPPO TECNICO,
FATICA E PROGETTO DI VITA.
(Giovanni Nancini) » p. 121
ECCITAZIONI
DINAMICHE DELL’ESPROPRIO ESISTENZIALE
(Ruggero d’Alessandro) » p. 133
IL MOMENTO IN CUI IL FILO PENZOLA LIBERAMENTE
TRA DUE PUNTI, E SORRIDE ALCUNE NOTE A
MARGINE SU GIOCO, POSSIBILITÀ, LEGGEREZZA
(Viviana Vacca) » p. 151
INFINITO MALINCONICO.
NOTE DAL PRESENTE IN DISSOLVENZA
(Valentina Rametta) » p. 161
LA VACCA GRASSA È BULIMICA.
IL LINGUAGGIO CINEMATOGRAFICO
NELL’EPOCA DEI NATIVI DIGITALI.
(Giuseppe Vitello) » p. 173
CONCLUSIONI
UN UOMO QUASI NUOVO
(Marcello Marchetti) » p. 193
SU UNA PRESUNTA SCUOLA DI CUI QUESTO
LIBRO SAREBBE IL FRUTTO
(Pietro Piro) » p. 199
GIOCHI MARGINALI
SCACCO ALL’IMBRUNIRE
(Loreto Cimino) » p. 205
LITURGIA DEL FUOCO
(Vincenzo Celano) » p. 206
LA BALLATA DELLA CITTÀ NUOVA
(Franca Albergamo) » p. 207
"Questo libro sul processo di costruzione del mito di Francisco Franco si presenta al suo lettore... more "Questo libro sul processo di costruzione del mito di Francisco Franco si presenta al suo lettore come "un immane accumulo di appunti". Non si tratta di un’opera sistematica, con intenti esaustivi. Si tratta di un lungo taccuino di viaggio, una serie innumerevole di stimoli, di percorsi, di sentieri erranti nella selva della storia. Si è cercato, attraverso l’impianto fenomenologico d’isolare fenomeni eterogenei all’interno di categorie molto precise e di stabilire dei nomi. All'interno del nome sono state integrate molte sfumature dei fatti. È questo l’intento del libro: elaborare da una quantità enorme di materiale a disposizione delle categorie ermeneutiche che permettano di guardare al materiale già conosciuto con occhi nuovi."
"Il dovere di continuare a pensare non è riservato ai filosofi. Al contrario, è proprio da parte ... more "Il dovere di continuare a pensare non è riservato ai filosofi. Al contrario, è proprio da parte di coloro che generalmente la società non indica come i “detentori del pensiero” che ci si aspetta qualcosa in più, uno sforzo nuovo e sincero in questa direzione. È l’intera società che deve imporsi il dovere di esercitare il pensiero critico.
L’eccesso assoluto di ogni cosa, il debordare schizofrenico di ogni messaggio, la frenesia di ogni vita accelerata sino alla disintegrazione, induce il pensiero a farsi semplice ronzio, eco quasi impercettibile di suoni di macchine.
Pensare, poetare, sognare, diventano attività marginali e inattuali, inservibili al funzionamento di un enorme macchinario in cui l’uomo svolge la sua docile funzione d’ingranaggio. A questa logica puzzolente e mortifera, non si può fare altro che contrapporre una febbrile attività improduttiva come leggere e rileggere il Don Quijote, immedesimandomi a piacere in Sancio o nel Cavaliere della Trista Figura; giocare a fare la parte del tonto e fingersi pazzo, elaborare lutti, sognare, escogitare piani rivoluzionari, piani di fuga, piani di resistenza. Amare i propri amici e pregare affinché i nemici rimangano tali. Girovagare senza meta e senza scopo e infine pensare. Il dovere di continuare a pensare non ha nessun carattere costrittivo. Si tratta di sperimentare la gioia del vivere.
Nella Psicologia del Don Quijote e il Quijotismo, ispirato dal metodo d’indagine dell’anatomo-pat... more Nella Psicologia del Don Quijote e il Quijotismo, ispirato dal metodo d’indagine dell’anatomo-patologo, S. Ramón y Cajal cerca d’interpretare le caratteristiche della follia del Quijote per chiarire il profondo legame tra la vita e l’opera di Cervantes e scopre, nelle profondità oscure delle galere di Siviglia, in cui l’opera affonda le sue radici mentali più dolorose, un testo dotato di una portata universale, capace di essere ancora un potente antidoto contro
la pigrizia mentale, la mediocrità, la bulimica asfissia dell’appiattimento sul quotidiano. Il quijotismo di Cajal, inteso come lo slancio eroico e indomito verso i più alti ideali della scienza, delle lettere e della politica, diventa il movimento necessario e imprescindibile al quale la nuova Spagna, affranta e abbruttita dalla perdita dello spazio coloniale, può affidarsi per ritrovare la strada per essere ancora all’altezza del confronto con le nazioni più avanzate nella tecnica e nello spirito.
I saggi raccolti in questo libro sono tutti d’occasione. Sono stati scritti con la tensione del r... more I saggi raccolti in questo libro sono tutti d’occasione. Sono stati scritti con la tensione del rivoluzionario che cerca di svaligiare una banca per finanziare i propri progetti deliranti. Sono azzardosi, impertinenti. In alcuni, si respira un’atmosfera da complotto. In altri, si critica tutto ciò che passa sotto mano. Da Oriente a Occidente, da Pitagora di Samo a Slavoj Žižek, tutto passa attraverso una sottile opera corrosiva. Il dominio borghese, che ha elevato agli onori degli altari il dominio spettacolare, cerca di propinarci ogni genere di paccottiglia. Molti di noi, intorpiditi da un eccesso di stimoli, finiscono per accettare la realtà per quella che è. Sfiniti dalla tensione dell’eccesso. Così, tutto scorre, nella brutalità senza limiti e senza pietà umana. Per questo motivo, questi saggi potrebbero servire da promemoria. Niente deve essere accettato per quello che è. Niente è definitivo. Tutto può e deve cambiare. Altrimenti, non ci resta che abbracciare una bambola gonfiabile e con lei godere tutti i sogni che non sappiamo più sognare.
È vero quello che afferma José Ortega y Gasset: che leggere un libro è, come tutte le altre occup... more È vero quello che afferma José Ortega y Gasset: che leggere un libro è, come tutte le altre occupazioni propriamente umane, un compito utopico. Tuttavia, l’uomo è impastato con farina di utopia e la lettura rimane un’attività necessaria alla costruzione della personalità e all’innesco dei processi più intimi dell’individuazione.
Se è vero che con il termine Marginalia s’intendono le annotazioni,
gli scritti e i commenti fatti da un lettore a margine di un libro, questa raccolta non poteva trovare nessun altro titolo che la definisse in maniera più rappresentativa. La lettura di un libro, quando si tratta di un opera degna di questo nome (e non di quelle operazioni di mercato studiate a tavolino per riempire i carrelli di annoiati consumatori), non può che essere fonte di riflessioni, considerazioni, rimandi, rinvii. Il testo diventa allora una zattera per poter attraversare il fiume del tempo, un tronco al quale aggrapparsi nelle ripide del divenire. Ma il testo – che per sua natura altro non è che un condensato di esperienze e riflessioni vive, la cui naturalità si spegne nella struttura rigida del foglio –, deve essere abbandonato quando si giunge ad una sua visione più complessa, e ad una comprensione più profonda di se stessi e della natura medesima dell’attraversata
La frequente esperienza di presenza viva dei giovani nella mia esistenza mi autorizza a parlare d... more La frequente esperienza di presenza viva dei giovani nella mia esistenza mi autorizza a parlare di loro o a nome loro? Credo assolutamente di no. Sé c’è qualcosa che ho imparato in questi anni è che è urgente smettere di parlare dei giovani per cominciare a parlare con i giovani. È un passaggio semplice ma radicale. Solo confrontandosi direttamente e profondamente con loro è possibile “conoscere la loro condizione”. E tuttavia, quando questa conoscenza diventa profonda e vera, ci troviamo di fronte a un altro paradosso: il giovane che ho davanti scompare per lasciar trasparire la sua unicità, la sua irripetibile personalità. I giovani, dunque, non esistono. Perché nella relazione IO-TU compare quel volto di persona che è inesprimibile con concetti e categorie fissi.
Il presente volume si propone di ricostruire la vicenda biografica del presbitero Tommaso Lorenzo... more Il presente volume si propone di ricostruire la vicenda biografica del presbitero Tommaso Lorenzo Maria Giunta (1884-1976) cercando di collocarla nel complesso mutamento che la Chiesa Italiana ha vissuto dall'Unità d'Italia al dopo Concilio Vaticano II. Questo tentativo nasce dalla consapevolezza del fatto che l'individuo non agisce mai solo di sua iniziativa ma, spesso, reagisce a stimoli che provengono anche da molto lontano-sia geograficamente che temporalmente-e ci aiuta a capire come certe tensioni individuali, sono anche frutto di "tensioni‛ di carattere storico, sociale, economico e spirituale. Giunta ("Don Masino") ha incarnato pienamente questi mutamenti con un atteggiamento lucido, partecipe, vitale. Nella sua vita di prete "di provincia" si possono leggere tutte le vicende-anche tragiche-che hanno segnato il Novecento. Questa ricostruzione, non è dunque, soltanto un contributo alla conoscenza della biografia di Don Masino (uomo di carità, d'azione, di pensiero, insegnante e poeta) ma un invito a ripercorrere tappe essenziali del cammino della spiritualità cattolica italiana, siciliana e termitana.
Il socialismo e il comunismo sono defunti, eppure rimangono ad ossessionarci. Non è possibile sba... more Il socialismo e il comunismo sono defunti, eppure rimangono ad ossessionarci. Non è possibile sbarazzarci dei valori e degli ideali che ne erano l’impulso, perché rimangono intrinseci a quella “buona vita” che lo sviluppo sociale ed economico mira a creare. Ma cosa resta oggi di queste ideologie? Quali sono i valori che tramontano e quelli che sorgono? Gli interventi raccolti in questo volume, vogliono fornire alcuni elementi di riflessione – senza nessuna pretesa di fornire un’ideologia forte da contrapporre alla nuova ondata di arroccamenti identitari che vorrebbe riportarci indietro all’epoca dei nazionalismi e dei muri – di analisi, di meditazione e di critica. Originariamente, questo volume doveva intitolarsi: Contributi per la comunità concreta. Il titolo del volume voleva omaggiare l’intuizione comunitaria di Adriano Olivetti. Intuizione che rinnova la fiducia nell’uomo di poter costruire una comunità responsabile che sappia vivere, amare e lavorare, non solamente per produrre benessere economico ma anche per elevare le coscienze. La Comunità immaginata da Olivetti è operosa, concreta, relazionale, partecipata, eterogenea, in continua formazione e alla ricerca ostinata di un senso che sia valido per l’uomo. Non è forse in questa direzione che dobbiamo provare ad indirizzare i nostri sforzi? Nel costruire realtà sociali che mettano al centro la persona e i valori positivi che riesce ad esprimere? Oggi viviamo in una fase del capitalismo consumistico in cui la produzione industriale alimenta lo spreco e l’inquinamento. Dentro questa dinamica perversa, l’uomo si sente parte integrante di questo inutile spreco perché si rende conto che è soltanto una minuscola ruota di un potente ingranaggio che lo stritola e lo rende sempre più disumano. Oggi manca una visione organica della persona che includa le dimensioni del produrre, dell’abitare, del fare cultura, storia e memoria. È per questo motivo che la comunità concreta è tutta ancora da costruire. Le basi ideali sono state gettate ma è urgente che ci si innamori nuovamente di queste basi per farle fiorire ancora e poi ancora.
La sola realtà che veramente mi ha sempre interessato è la condizione dell'uomo nell'ingranaggio ... more La sola realtà che veramente mi ha sempre interessato è la condizione dell'uomo nell'ingranaggio del mondo attuale, in qualunque sua latitudine o meridiano. E naturalmente mi sento, ovunque, dalla parte dell'uomo e non dell'ingranaggio.
Tra il 1921 e il 1924 lo storico e critico d'arte tedesco Aby Moritz Warburg (1866-1929) sprofond... more Tra il 1921 e il 1924 lo storico e critico d'arte tedesco Aby Moritz Warburg (1866-1929) sprofonda nel cerchio infernale della follia. Durante il suo soggiorno presso la clinica di Bellevue a Kreuzlingen, sotto gli auspici di Ludwig Binswanger, la sua patologia diventa oggetto di studio e di accesa discussione tra gli psichiatri. Generalmente, gli studiosi che si sono dedicati ad approfondire questo periodo della vita di Warburg lo hanno fatto con acrimonia d'archivio o con pudore esegetico. E se in questa notte oscura di Warburg si nascondesse la chiave dell'interpretazione del suo pensiero e della sua eredità culturale? Dove sono emigrati gli Dei che tanto lo inquietavano? Quale segreto custodiscono le immagini oggetto di studio di una vita? In questo libro il "caso Warburg" abbandona gli annali della psichiatria per diventare il portavoce di un destino: farsi carico della tradizione metafisica occidentale per poter poi svilupparla in direzioni nuove e imprevedibili. La crisi di Warburg può anche essere intesa come la somatizzazione dell'agonia del declino dell'epoca del sapere. Tuttavia, tra le schegge della follia, è possibile individuare la disperazione di un'epoca che si annuncia, furtivamente, nel mormorio di questo secolo nascente. Prefazione di Emanuele Coccia.
Per chi e perché lavoriamo? Perché sacrifichiamo così tante energie in un’attività che spesso ci ... more Per chi e perché lavoriamo? Perché sacrifichiamo così tante energie in un’attività che spesso ci porta a vivere tante ore lontano dalla famiglia, dagli amici, dalle nostre passioni? Vivendo in contatto quotidiano con persone che hanno perso il lavoro e che si trovano in condizioni socio economiche di marginalità, non posso che affermare che lavoriamo per la dignità, per non sprofondare nella miseria, per non perdere il diritto di partecipare attivamente alla vita sociale ed economica. Le persone escluse da molto tempo dal mondo del lavoro o che non hanno mai lavorato e non riescono ad entrare nel mondo del lavoro, si trovano in una situazione assurda e dolorosa: vivono in una Repubblica “fondata sul lavoro” dove la partecipazione attiva alla vita sociale passa necessariamente attraverso un reddito fornito dal lavoro ma loro sono escluse da tutto questo perché afflitte dalla peste del non lavoro. Un cittadino che non lavora non riesce a vivere pienamente la sua cittadinanza. Vive senza un fondamento civico che lo rende riconosciuto e riconoscibile. Non ha un posto, non ha un impegno che lo rende visibile agli occhi della società. Sostenuto quasi unicamente dalle politiche di welfare può anche sprofondare in una passività priva di uscita. In una progressiva perdita di dignità che è disumana. Senza un lavoro dignitoso, sensato, necessario, ben retribuito, non ci sarà dignità per tutti. È questa la chiave di volta nella fase di rapida trasformazione sociale che stiamo attraversando. Ma è veramente possibile realizzare una condizione di piena occupazione in una società come la nostra? Possiamo costruire le basi per una nuova condizione socio-economica mantenendo inalterati gli attuali rapporti di produzione?
Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun v... more Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla Siae del compenso previsto dall'art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941, n. 633, ovvero dall'accordo stipulato fra Siae, Aie, Sns e Cna, Confartigianato, Casa, Claai, Confcommercio, Confesercenti il 18 dicembre 2000.
Per noi che viviamo “sicuri nelle nostre tiepide case, che troviamo tornando a sera il cibo caldo... more Per noi che viviamo “sicuri nelle nostre tiepide case, che troviamo tornando a sera il cibo caldo e visi amici”, Auschwitz rischia di diventare un esercizio d’indignazione, una parentesi di eccezione nella Storia da evocare alla memoria solo nei giorni comandati. Un orrore classificabile e gestibile. Auschwitz appartiene a un passato sempre più lontano che diventa sempre più difficile trattenere nel presente. Il male assoluto diventa apparentemente sempre più “decifrabile” e l’incredibile dibattito innescato dai negazionisti, genera dubbi illeciti sull’autenticità di un dolore senza fine. Il rischio di un livellamento pacificatore, funzionale alle dinamiche politiche del presente è altissimo e vittime e carnefici sono stati equiparati da revisionisti volgari in una logica che crea confusione e rende impossibile una distinzione netta e chiara. L’evento Auschwitz deve però sfuggire a ogni tentativo d’incasellamento, a ogni dinamica di normalizzazione, a ogni logica di razionalizzazione. Auschwitz deve restare una ferita aperta, che fa male ogni giorno, che c’impone un freno e un limite. Un monito su ogni nostro pensiero fiducioso sull’uomo.
La comunità dei virtuosi è ancora tutta da costruire. Ma quali sono i suoi presupposti? La frater... more La comunità dei virtuosi è ancora tutta da costruire. Ma quali sono i suoi presupposti? La fraternità che nasce dal rispetto, l'autorevolezza che emana dal vissuto riconosciuto e riconoscibile, la gioia incontenibile che si sprigiona nel vivere intensamente e nel sentirsi coinvolti. Urgono testimoni fedeli, uomini disposti alla coerenza, al sacrificio della vita vissuta con umiltà e fermezza.
Han pasado muchos años desde que el teólogo Romano Guardini publicó sus Cartas del Lago de Como. ... more Han pasado muchos años desde que el teólogo Romano Guardini publicó sus Cartas del Lago de Como. Estas cartas son emitidas (con razón) en las sutiles tramas de cada discurso sobre la relación entre hombre y técnica. Sin embargo, me pregunto, no sin una ligera angustia: ¿son pronunciadas también en el corazón de los hombres? ¿Han superado el caparazón emocional que rodea al hombre-masa contemporáneo? ¿Siguen todavía vivos?
Rarissime personalità autonome – figlie di una razza in estinzione – morbosamente desiderose di s... more Rarissime personalità autonome – figlie di una razza in estinzione – morbosamente desiderose di sondare gli abissi, s’aggirano come lupi nella notte in un tempo che le ignora. Delle loro parole non si percepiscono che echi e sussulti. Rumori lontani. La loro diagnosi inquieta la terra.
Il testo raccoglie gli Atti della quarta edizione del Seminario Popolare sul Pensiero dell'Estrem... more Il testo raccoglie gli Atti della quarta edizione del Seminario Popolare sul Pensiero dell'Estremo Oriente. I ricercatori coinvolti a partire dalle proprie competenze e dai propri interessi, cercano di chiarire, in modo semplice e "popolare" perché è necessario conoscere e approfondire un tema legato ad un aspetto del pensiero orientale (filosofia, religione, musica, arte, cinema). In questo modo, si cerca di trovare ragioni vitali, e non esclusivamente accademiche o commerciali, per accostarsi all'Oriente. Il tentativo è quello di avvicinare quante più persone possibili a una cultura che rimane, nonostante l'accelerazione dei ritmi globalizzanti, relegata in secondo piano e ristretta o al cerchio magico degli specialisti o esposta alla banalizzazione del pensiero unico. Attraverso questo libro si tenta, dunque, di offrire risposte che possano essere un vero punto d'inizio per chi, spesso carico di pregiudizi, si accosta per la prima volta a un mondo così complesso e affascinante. La sfida è, non di esporre una teoria preconfezionata, ma aprirsi al dialogo interrogante e stabilire insieme ragioni superiori e condivise.
INTRODUZIONE di Pietro Piro.
Pietro Piro - Perché guardare Oriente nell’epoca della Tecnica?
EAST AND WEST
Ramkrishna Bhattacharya - Prehistory of Geometry in the East and the West.
María Teresa Román Lopez - ¿Oriente y Occidente?
VICINO ORIENTE
Alberto Samonà - Esicasmo ed Energie increate nella Cristianità d’Oriente: una porta verso se stessi.
Marco Miano - Musica e letteratura nell’esperienza spirituale della cultura religiosa dell’Islām.
INDIA
Luca Canapini - Meditazioni sulla Bhagavad Gita: l’anima e le tre influenze.
Igor Spanò – Cosmogonia cromatica: dalle Upaniṣad al Sāṃkhya.
Valentino Bellucci - La pratica del Bhakti-Yoga secondo la tradizione Vaishnava.
Krishna del Toso - Tutto in questa vita: considerazioni sull’etica e la morale dei Cārvāka/Lokāyata.
CINA
Giusi Tamburello– Via con te di Liu Ruoying, lettura in prospettiva di un romanzo cinese contemporaneo.
GIAPPONE
Aldo Tollini - Il pensiero di Dogen Zenji (1200-1235) nella prospettiva dell’uomo moderno.
Daniela Sadun - Da Van Gogh a John Galliano. Influenze giapponesi nell’arte occidentale.
Giuseppe Vitello – Shohei Imamura. Il profondo desiderio degli uomini.
PSICOTERAPIA , FILOSOFIA, LETTERATURA IN DIALOGO CON IL PENSIERO ORIENTALE
Antonio Sperandeo- La declinazione del tempo in psicoterapia quale legame tra cura e meditazione.
Giovanni Nancini - Riflessioni sull’Oriente a partire da H. Bergson.
Mariana Urquijo Reguera -Tagore e Bergson: Cammini antagonisti e convergenti tra Oriente e Occidente.
Gianfrancesco Iacono - Gabriele D’Annunzio e Kawabata Yasunari, due esteti a confronto: impressioni di un lettore occidentale.
Chi domina la nostra società, ha compreso la natura profonda della festa del Carnevale. Concedend... more Chi domina la nostra società, ha compreso la natura profonda della festa del Carnevale. Concedendo più volte al giorno attimi di rovesciamento e d’inversione di tutti i valori, confonde e debilita l’individuo, rendendolo incapace di stabilire su quale piano di realtà avvengono gran parte degli eventi nel quale è coinvolto. Delirio carnevalesco in stati alterati di coscienza ordinaria in cui è impossibile distinguere il serio dal faceto, il bello dal brutto, il morale dall'amorale.
INDICE
PREFAZIONE - MEMORIE DI UN CURATORE (Pietro Piro) » p. 13
PROLEGOMENI
PROLEGOMENI... more INDICE
PREFAZIONE - MEMORIE DI UN CURATORE (Pietro Piro) » p. 13
PROLEGOMENI
PROLEGOMENI PER UNA CRITICA ALLA CULTURA.
(Rolando Ruggeri) » p. 21
TRISTI TOPOI. NOTERELLE PER UNA FILOLOGIA FUTURA
(Gianfrancesco Iacono) » p. 39
PER UNA CRITICA DELLA RAGIONE CHIMICA
(Daniele A. Morello) » p. 47
DISILLUSIONI FILOSOFICHE
ILLUSIONE. ROTTURA E COSTRIZIONE
(Giulio Randazzo) » p. 53
L’UOMO SENZA ILLUSIONI. CRITICA E
ATTACCAMENTO ALLA VITA.
(Fabio Treppiedi) » p. 65
LA MORALE DELLA STORIA - PER UN’ETICA
MATERIALISTICA
(Andrea Luigi Mazzola) » p. 83
MA CHE MODI SONO? CAPITALISMO COME
(MANCANZA DI) STILE DI VITA.
(Giacomo Pezzano) » 103
BREVI NOTE SU SVILUPPO TECNICO,
FATICA E PROGETTO DI VITA.
(Giovanni Nancini) » p. 121
ECCITAZIONI
DINAMICHE DELL’ESPROPRIO ESISTENZIALE
(Ruggero d’Alessandro) » p. 133
IL MOMENTO IN CUI IL FILO PENZOLA LIBERAMENTE
TRA DUE PUNTI, E SORRIDE ALCUNE NOTE A
MARGINE SU GIOCO, POSSIBILITÀ, LEGGEREZZA
(Viviana Vacca) » p. 151
INFINITO MALINCONICO.
NOTE DAL PRESENTE IN DISSOLVENZA
(Valentina Rametta) » p. 161
LA VACCA GRASSA È BULIMICA.
IL LINGUAGGIO CINEMATOGRAFICO
NELL’EPOCA DEI NATIVI DIGITALI.
(Giuseppe Vitello) » p. 173
CONCLUSIONI
UN UOMO QUASI NUOVO
(Marcello Marchetti) » p. 193
SU UNA PRESUNTA SCUOLA DI CUI QUESTO
LIBRO SAREBBE IL FRUTTO
(Pietro Piro) » p. 199
GIOCHI MARGINALI
SCACCO ALL’IMBRUNIRE
(Loreto Cimino) » p. 205
LITURGIA DEL FUOCO
(Vincenzo Celano) » p. 206
LA BALLATA DELLA CITTÀ NUOVA
(Franca Albergamo) » p. 207
"Questo libro sul processo di costruzione del mito di Francisco Franco si presenta al suo lettore... more "Questo libro sul processo di costruzione del mito di Francisco Franco si presenta al suo lettore come "un immane accumulo di appunti". Non si tratta di un’opera sistematica, con intenti esaustivi. Si tratta di un lungo taccuino di viaggio, una serie innumerevole di stimoli, di percorsi, di sentieri erranti nella selva della storia. Si è cercato, attraverso l’impianto fenomenologico d’isolare fenomeni eterogenei all’interno di categorie molto precise e di stabilire dei nomi. All'interno del nome sono state integrate molte sfumature dei fatti. È questo l’intento del libro: elaborare da una quantità enorme di materiale a disposizione delle categorie ermeneutiche che permettano di guardare al materiale già conosciuto con occhi nuovi."
"Il dovere di continuare a pensare non è riservato ai filosofi. Al contrario, è proprio da parte ... more "Il dovere di continuare a pensare non è riservato ai filosofi. Al contrario, è proprio da parte di coloro che generalmente la società non indica come i “detentori del pensiero” che ci si aspetta qualcosa in più, uno sforzo nuovo e sincero in questa direzione. È l’intera società che deve imporsi il dovere di esercitare il pensiero critico.
L’eccesso assoluto di ogni cosa, il debordare schizofrenico di ogni messaggio, la frenesia di ogni vita accelerata sino alla disintegrazione, induce il pensiero a farsi semplice ronzio, eco quasi impercettibile di suoni di macchine.
Pensare, poetare, sognare, diventano attività marginali e inattuali, inservibili al funzionamento di un enorme macchinario in cui l’uomo svolge la sua docile funzione d’ingranaggio. A questa logica puzzolente e mortifera, non si può fare altro che contrapporre una febbrile attività improduttiva come leggere e rileggere il Don Quijote, immedesimandomi a piacere in Sancio o nel Cavaliere della Trista Figura; giocare a fare la parte del tonto e fingersi pazzo, elaborare lutti, sognare, escogitare piani rivoluzionari, piani di fuga, piani di resistenza. Amare i propri amici e pregare affinché i nemici rimangano tali. Girovagare senza meta e senza scopo e infine pensare. Il dovere di continuare a pensare non ha nessun carattere costrittivo. Si tratta di sperimentare la gioia del vivere.
Nella Psicologia del Don Quijote e il Quijotismo, ispirato dal metodo d’indagine dell’anatomo-pat... more Nella Psicologia del Don Quijote e il Quijotismo, ispirato dal metodo d’indagine dell’anatomo-patologo, S. Ramón y Cajal cerca d’interpretare le caratteristiche della follia del Quijote per chiarire il profondo legame tra la vita e l’opera di Cervantes e scopre, nelle profondità oscure delle galere di Siviglia, in cui l’opera affonda le sue radici mentali più dolorose, un testo dotato di una portata universale, capace di essere ancora un potente antidoto contro
la pigrizia mentale, la mediocrità, la bulimica asfissia dell’appiattimento sul quotidiano. Il quijotismo di Cajal, inteso come lo slancio eroico e indomito verso i più alti ideali della scienza, delle lettere e della politica, diventa il movimento necessario e imprescindibile al quale la nuova Spagna, affranta e abbruttita dalla perdita dello spazio coloniale, può affidarsi per ritrovare la strada per essere ancora all’altezza del confronto con le nazioni più avanzate nella tecnica e nello spirito.
I saggi raccolti in questo libro sono tutti d’occasione. Sono stati scritti con la tensione del r... more I saggi raccolti in questo libro sono tutti d’occasione. Sono stati scritti con la tensione del rivoluzionario che cerca di svaligiare una banca per finanziare i propri progetti deliranti. Sono azzardosi, impertinenti. In alcuni, si respira un’atmosfera da complotto. In altri, si critica tutto ciò che passa sotto mano. Da Oriente a Occidente, da Pitagora di Samo a Slavoj Žižek, tutto passa attraverso una sottile opera corrosiva. Il dominio borghese, che ha elevato agli onori degli altari il dominio spettacolare, cerca di propinarci ogni genere di paccottiglia. Molti di noi, intorpiditi da un eccesso di stimoli, finiscono per accettare la realtà per quella che è. Sfiniti dalla tensione dell’eccesso. Così, tutto scorre, nella brutalità senza limiti e senza pietà umana. Per questo motivo, questi saggi potrebbero servire da promemoria. Niente deve essere accettato per quello che è. Niente è definitivo. Tutto può e deve cambiare. Altrimenti, non ci resta che abbracciare una bambola gonfiabile e con lei godere tutti i sogni che non sappiamo più sognare.
È vero quello che afferma José Ortega y Gasset: che leggere un libro è, come tutte le altre occup... more È vero quello che afferma José Ortega y Gasset: che leggere un libro è, come tutte le altre occupazioni propriamente umane, un compito utopico. Tuttavia, l’uomo è impastato con farina di utopia e la lettura rimane un’attività necessaria alla costruzione della personalità e all’innesco dei processi più intimi dell’individuazione.
Se è vero che con il termine Marginalia s’intendono le annotazioni,
gli scritti e i commenti fatti da un lettore a margine di un libro, questa raccolta non poteva trovare nessun altro titolo che la definisse in maniera più rappresentativa. La lettura di un libro, quando si tratta di un opera degna di questo nome (e non di quelle operazioni di mercato studiate a tavolino per riempire i carrelli di annoiati consumatori), non può che essere fonte di riflessioni, considerazioni, rimandi, rinvii. Il testo diventa allora una zattera per poter attraversare il fiume del tempo, un tronco al quale aggrapparsi nelle ripide del divenire. Ma il testo – che per sua natura altro non è che un condensato di esperienze e riflessioni vive, la cui naturalità si spegne nella struttura rigida del foglio –, deve essere abbandonato quando si giunge ad una sua visione più complessa, e ad una comprensione più profonda di se stessi e della natura medesima dell’attraversata
We are a society saturated with images and the risk we run is that of total indifference. We need... more We are a society saturated with images and the risk we run is that of total indifference. We need to work on social dynamics and stimulate people to think with their own heads.
Non è facile per me, tracciare un profilo netto, preciso, univoco, estraendo dalla massa dei rico... more Non è facile per me, tracciare un profilo netto, preciso, univoco, estraendo dalla massa dei ricordi un filo logico che sia capace di restituire la “figura” di Mario Moreci. Anche se nella mia mente la sua presenza è forte e viva, sento che questo tentativo di restituzione non può che essere parziale e frammentario. Ho pensato molto in questi giorni agli incontri, alle parole, agli sguardi e ai silenzi. Ho pensato a quanto sia complesso l’incontro con un’altra persona.
Based on his own professional experiences, the author reflects on what the role of the historian ... more Based on his own professional experiences, the author reflects on what the role of the historian of religions can be in the current phase of the society in which we are living. The author observes that ignorance of religious phenomena turns into a form of ignorance that makes the global world illegible. The historian of religions, therefore, as a safe guide in a complex and difficult world.
Una breve sintesi delle attività pubbliche svolte negli ultimi cinque mesi (NOVEMBRE 2023 – Giugn... more Una breve sintesi delle attività pubbliche svolte negli ultimi cinque mesi (NOVEMBRE 2023 – Giugno 2024).
IL BLOG DI ROCCO GUMINA Distinguere per Capire, 2024
Piro rispolvera alcuni fondamentali per tornare ad alfabetizzare i giovani alla ricerca del senso... more Piro rispolvera alcuni fondamentali per tornare ad alfabetizzare i giovani alla ricerca del senso profondo della propria esistenza. Studio, lavoro, apertura alla spiritualità, riconoscimento della dignità di ogni persona emergono dal testo come tematiche di una narrazione che è in grado di fornire ai più giovani, e non solo a loro, profondità e al contempo visione. In tal modo l’autore, rifacendosi a Vàclav Havel, individua nella speranza il senso della vita di ogni uomo. Speranza che non significa fiducia nel successo bensì capacità di riconoscere il significato dei pensieri e delle azioni che abitano la nostra quotidianità.
Testo letto in occasione della posa di una "Pietra d'inciampo" nella Città di Termini Imerese nel... more Testo letto in occasione della posa di una "Pietra d'inciampo" nella Città di Termini Imerese nel Giorno della Memoria 2024.
Ha ragione chi dice che dobbiamo capire che esistono le Paci e che ognuna dipende dalla storia di... more Ha ragione chi dice che dobbiamo capire che esistono le Paci e che ognuna dipende dalla storia di quella regione del mondo. E che regioni diverse possono avere stili e percorsi opposti e apparentemente divergenti. Quindi, quando mi trovo di fronte all’ennesimo conflitto, la prima domanda che mi faccio è: quale idea di Pace avete fratelli? Somiglia alla mia? Possiamo costruire insieme una Pace che sia buona per entrambi? Oppure, siamo portatori di valori e di visioni del mondo che non possono mai convivere senza generare conflitto e inimicizia? Siamo pronti, entrambi, a rinunciare alla nostra idea di Pace per costruire una Pace diversa ma che ci permetta di vivere in comunione fraterna?
Hans Urs von Balthasar sosteneva che solo l’amore è credibile. Aveva ragione. Aggiungerei che ogg... more Hans Urs von Balthasar sosteneva che solo l’amore è credibile. Aveva ragione. Aggiungerei che oggi solo chi è in grado di prendersi cura degli altri diventa cristianamente credibile agli occhi del mondo.
La pubblicazione dell'edizione critica del testo di don Primo Mazzolari, curata da Paolo Trionfin... more La pubblicazione dell'edizione critica del testo di don Primo Mazzolari, curata da Paolo Trionfini, è l'occasione per una rilettura dell'opera uscita prima come reportage nel 1952 e poi in volume del 1961. Nonostante il tempo trascorso e alcuni giudizi obsoleti, non mancano provocazioni utili ancora oggi.
«Quando il parroco era l’unica persona del villaggio ad avere studiato e a possedere informazion... more «Quando il parroco era l’unica persona del villaggio ad avere studiato e a possedere informazioni su quello che avveniva nel mondo, era naturale che niente nel villaggio potesse succedere senza la sua approvazione. Il suo parere era normativo in tutto. Ma questi tempi sono irreversibilmente passati. Oggi la gente non solo ama pensare indipendentemente, ma addirittura considera le opinioni del parroco antiquate, superate. I suoi moniti, anche se sono puramente morali, vengono giudicati come una ingerenza nella libertà personale». Aggiungo, a queste attente osservazioni del teologo Tomáš Špidlík, che è ormai evidente a tutti che le forme esterne della Chiesa cambiano sotto l’influsso dei tempi.
La speranza non è un vago sentimento privo di consistenza. Una fragile visione che scompare alle ... more La speranza non è un vago sentimento privo di consistenza. Una fragile visione che scompare alle prime luci dell’alba. La speranza è l’anticipazione del domani è ciò che ci fa tendere a uno scopo e che ci fa trovare amici e alleati. La speranza è una immersione nelle potenzialità insite nel presente che permette d’intravedere il futuro. Se oggi facciamo così fatica a immaginare il futuro è perché siamo «sazi e disperati». Abbiamo tutto e non speriamo niente. Consumiamo i giorni della vita ingoiando ogni genere di cibo ma non siamo mai veramente sazi. Se non vogliamo sprofondare nella disperazione, occorre che ognuno di noi si impegni a pregare, lavorare e studiare con speranza. È questo il nostro compito principale: imparare a sperare!!!
In questi giorni ho chiesto ad alcuni di voi, cosa provate nei confronti della Pasqua che sta per... more In questi giorni ho chiesto ad alcuni di voi, cosa provate nei confronti della Pasqua che sta per arrivare. La maggior parte mi ha risposto candidamente: niente di niente! Se fossi un po’ meno abituato a parlare con voi, mi sarei scoraggiato subito e avrei emesso uno di quei giudizi - tanto superficiali quanto velenosi - sulla totale apatia dei cosiddetti giovani. Ma io non ho mai conosciuto “un giovane” in tutta la mia vita. Ho sempre incrociato volti, sguardi, storie, lacrime e sorrisi.
Ho parlato con Daniele, con Luca, con Elisa, con Sabrina, con Giorgio, con Giuseppe, con Maria, con Sara. Ecco, parlando con voi, io credo di accorgermi di molte cose. Di quello che dite, certo, ma soprattutto di quello che non dite. Di certi sguardi che si perdono, di certi legami che si potrebbero creare ma che noi respingiamo perché siamo troppo impegnati a sopravvivere e, infine, della rabbia che accumulate ogni giorno che passa.
Vedete, se voi vi vestite con le ultime novità dettate dalla moda, se mangiate nei ristoranti o andate al cinema, se usate l’ultimo modello di smartphone, se impazzite per lo sport, se viaggiate in giro per il mondo, se siete dei seguaci delle serie tv o degli innamorati delle ultime tendenze della vita social, se uscite per andare a ballare o ordinate una pizza o un paio di scarpe da un sito internet noi adulti siamo contenti.
Siamo contenti quando siete dei docili consumatori del mondo che abbiamo pensato per voi. D’altronde, noi adulti vi abbiamo creato un confortevole, levigato e omologato mondo che dovete abitare con allegria, gratitudine e spensieratezza. Abbiamo pensato a tutto noi.
Testo dell'intervento all'Assemblea Diocesana del Clero, Casa Diocesana “Card. Pappalardo” Baida,... more Testo dell'intervento all'Assemblea Diocesana del Clero, Casa Diocesana “Card. Pappalardo” Baida, Palermo 31 gennaio 2023.
La via del dono e del perdono è la strada maestra da percorrere per una società più giusta. Ma è ... more La via del dono e del perdono è la strada maestra da percorrere per una società più giusta. Ma è una strada difficile da percorrere oggi in una società che è basata sull’espansione illimitata dei bisogni dell’Io. Anche se vedo la soluzione di molti problemi nella dinamica del dono, mi accorgo che, attualmente, il potenziale di cooperazione e crescita spirituale è limitato da una cultura del possesso e del successo che non sarà facile sradicare. E non credo neanche che si possa sradicare a colpi di disastri, pandemie o devastazioni climatiche. L’anima ha il suo tempo e ha bisogno di tempo per capire e per cambiare. Per questo ci vogliono immense Biblioteche. Per conservare nei secoli i semi della saggezza che sbocceranno in un tempo che, probabilmente, non è il nostro.
Libri in dono a oltre 400 studenti del primo anno degli istituti superiori di Termini Imerese, in... more Libri in dono a oltre 400 studenti del primo anno degli istituti superiori di Termini Imerese, in provincia di Palermo, per invogliare alla lettura le giovani generazioni. Un'iniziativa della Biblioteca "Veni Creátor Spíritus”, creata e gestita dal sociologo Pietro Piro, che oggi vanta un patrimonio di oltre 20mila testi raccolti dal 2020 attraverso la generosità di tante persone.
Testo dell'incontro con gli studenti del Liceo Classico Gregorio Ugudlena di Termini Imerese del ... more Testo dell'incontro con gli studenti del Liceo Classico Gregorio Ugudlena di Termini Imerese del 28.02.2022. Testo destinato alla lettura.
Oggi avete chiamato un sociologo per parlare di un articolo della nostra Costituzione. Ma di cosa si occupa un sociologo? Sé fra i suoi compiti c'è quello di analizzare, comprendere e monitorare i fenomeni sociali, allora, è necessario e urgente che "faccia il mio mestiere" e quindi aiutarvi a comprendere questo articolo come espressione di un fenomeno sociale.
Lo stabilimento industriale in cerca di riscatto. Termini, dieci anni dopo ruggine e cancelli chi... more Lo stabilimento industriale in cerca di riscatto. Termini, dieci anni dopo ruggine e cancelli chiusi. Il sogno infranto della riconversione. Da una parte ex operai con la certezza del sussidio, dall'altra esercenti che hanno chiuso le attività. Il sociologo Pietro Piro: "Oggi il reddito di cittadinanza ha messo tutti nelle stesse condizioni" di Eugenia Nicolosi
Un approccio “centrato sulla persona” fa comprendere come la povertà possa annidarsi in ogni aspe... more Un approccio “centrato sulla persona” fa comprendere come la povertà possa annidarsi in ogni aspetto dell’esistente. C’è una povertà di mezzi (economici, innanzitutto, ma non solo) una povertà cognitiva, una povertà sociale e relazionale, una povertà morale, una povertà sentimentale, una povertà di senso, una povertà spirituale.
Il lavoro di Piro affascina per la semplicità con cui riesce a spiegare dinamiche complesse senza... more Il lavoro di Piro affascina per la semplicità con cui riesce a spiegare dinamiche complesse senza essere mai banale ma acuto osservatore e attento educatore. I libri e i preziosi autori che l’accompagnano nel viaggio sono moltissimi, e sostengono limpidamente i capitoli fondamentali del testo: dall’idea di una nuova umanità solidale fino all’ecologismo come dimensione dell’anima, passando per una analisi della "società automatica" e a proposte per nuove politiche del lavoro, l’autore non si risparmia nel ricordarci una realtà evidente: nel momento più oscuro della notte è sempre possibile accendere una luce sottile e ritrovare la direzione di casa.
Sabato 26 ottobre alle ore 11.30, presso il Liceo Classico "G. Ugdulena" di Termini Imerese si pr... more Sabato 26 ottobre alle ore 11.30, presso il Liceo Classico "G. Ugdulena" di Termini Imerese si presenterà il volume collettivo curato dal filosofo Pietro Piro: Il Gioco e Il Giogo. Eccitazione, Delirio, Disillusione. Sull'orlo di vite marginali, Limina Mentis Editore, Monza 2013. Libro complesso e multiforme, scritto con una virtuosa mescolanza di stili e di argomenti, che cerca di far luce sulla natura ambigua e delirante della realtà contemporanea, eternamente in bilico tra una dimensione ludica e sportiva (il gioco) e quella legata alle dinamiche costrittive della disoccupazione, dell'esclusione, del disagio sociale (il giogo). Il libro è stato scritto prevalentemente da giovani che intendono dialogare apertamente e senza filtri con la propria generazione. Come ha scritto Sergio Racca: "Il libro è una analisi della molteplicità di aspetti della società contemporanea, condotta non soltanto sui binari della mera descrizione di ciò che è ma su quelli, ben più rischiosi e complessi, della critica e del tentativo di trasformazione: dall'attuale crisi economica agli aspetti più estremi del capitalismo, dall'industria artistica a quella editoriale, dalla tecnica sino agli aspetti più profondi della concezione contemporanea dell’antropologico, il reale viene attentamente setacciato dai saggi che si susseguono lungo le pagine del volume. Volume che si presenta però non come opera unitaria, ma, al contrario, nella forma di vera e propria raccolta di contributi di differenti autori: la differenza, tuttavia, non si limita alle tematiche toccate ma investe anche la natura stessa degli scritti, i quali si presentano, alternativamente, nella forma del saggio filosofico, del breve racconto di narrativa e persino della poesia". Il libro contiene contributi di: Franca Albergamo - Vincenzo Celano - Loreto Cimino - Ruggero D’Alessandro - Gianfrancesco Iacono - Marcello Marchetti - Andrea Luigi Mazzola - Daniele A. Morello - Giovanni Nancini - Giacomo Pezzano - Pietro Piro - Valentina Rametta - Giulio Randazzo - Rolando Ruggeri - Fabio Treppiedi - Viviana Vacca - Giuseppe Vitello.
Nei regimi dittatoriali e nella società dello spettacolo, l’immagine della potenza è sostituita c... more Nei regimi dittatoriali e nella società dello spettacolo, l’immagine della potenza è sostituita con la potenza delle immagini. Inversione fondamentale. L’immagine del potere, continuamente riproposta in tutte le sue varianti fisse (il manifesto, il ritratto fotografico, il dipinto sul muro, etc.) e mobili (il film, il Documentario, etc.) mira allo scopo opposto dell’immagine della potenza. Se l’immagine della potenza rende il presente assoluto, riscrivendo la storia dal momento decisivo dell’apparizione, l’immagine del potere rende il presente sempre passato, perché rimanda continuamente al momento in cui il potere è stato fondato. L’immagine del potere è sempre autoreferenziale e funge da promemoria per ricollocare le coscienze nel piano unidimensionale del controllo politico. L’immagine del potere è sempre ridicola. Amplifica il dominio e con questo non rimanda che a se stessa. Nella società dello spettacolo, il potere ha perso ogni contatto con la potenza e per questo motivo non può che essere vissuto come un vuoto contenitore in cui si manipola con astuta precisione il linguaggio del sacro.
"La capacità di distinguere le differenze scaturisce dalla possibilità di riferirsi a un campo ne... more "La capacità di distinguere le differenze scaturisce dalla possibilità di riferirsi a un campo neutro, uno sfondo bianco su cui poi posizionare la scala cromatica dei colori. Il silenzio è una condizione preliminare per l’ascolto e per la capacità di distinguere i suoni. La domanda che si pone il sinologo e filosofo F. Jullien sulle cause della cecità dell’uomo contemporaneo non è dunque priva di fondamento, considerato lo sfondo in cui il domandare si articola:
Come mai quel che si produce instancabilmente sotto i nostri occhi, ed è il dato più effettivo, è palese, certo, ma non si vede?
La domanda è carica di profonda inquietudine e Jullien cerca di dare una sua personalissima risposta, attingendo a un rigoroso bagaglio culturale che abbraccia principalmente la cultura filosofica greca e cinese. Tuttavia, leggendo il suo libro: Le trasformazioni silenziose, scritto con gran mestiere e con intelligenza creativa, se ne ricava un’immagine – a nostro avviso – che tende a dare troppa importanza alla tradizione filosofica e a trascurare la realtà quotidiana cinese dall’antichità ad oggi. "
Intrappolata nelle maglie di un capitalismo aggressivo e planetario, burocratizzata sino al parad... more Intrappolata nelle maglie di un capitalismo aggressivo e planetario, burocratizzata sino al paradosso, sottomessa a un culto della verità in forma tecno-scientifica, la politica si evolve in forme nuove e inattese. Mentre si ragiona sui nuovi modelli di rappresentanza e sulle nuove tendenze del potere, il vero protagonista della politica: l'uomo; sprofonda in un oblio sempre più profondo.
Venerdì 02 agosto 2013, alle ore 18:30 presso il Museo Civico B. Romano verrà presentato il libro... more Venerdì 02 agosto 2013, alle ore 18:30 presso il Museo Civico B. Romano verrà presentato il libro Francisco Franco. Appunti per una fenomenologia della potenza e del potere - di Pietro Piro.
Parlare di valori è sempre difficile, ed oggi più che mai : oggi ormai. una questione di valori n... more Parlare di valori è sempre difficile, ed oggi più che mai : oggi ormai. una questione di valori non sembra quasi più una questione concreta.
Il termine "valori" sembra propagandare un vago relativismo opposto al "vero scientifico".
Il moderno ha separato i fatti dai valori, e questo è il mondo qual'è, quello in cui viviamo.
In realtà questo non è "tutto" il mondo, ed anche nel nostro mondo il moderno non ha il successo che si vorrebbe.
Qualcosa resiste al moderno, qualcosa dell'uomo e del mondo e che noi viviamo come crisi della contemporaneità.
L'antagonismo del moderno verso la tradizione non è di per sé un concetto culturalmente plausibile, neppure ormai più dal punto di vista scientifico.
L'incertezza paurosa del futuro ci impone nuove riflessioni sui miti che hanno caratterizzato il moderno.
Partendo da una analisi del testo dello Zhuang-zi (uno dei padri del taoismo), sull'albero storto... more Partendo da una analisi del testo dello Zhuang-zi (uno dei padri del taoismo), sull'albero storto del giardino della vacuità, simbolo di un mondo "altro" rispetto alla dolorosa ansia dell 'utile e del necessario (che anticipa di millenni la critica francofortese della ragione strumentale), si giungerà ad approcciare la questione della tecnologia e la critica al macchinismo per innescare riflessioni aperte e rizomatiche sul nostro tempo.
Martedì 26 marzo 2013 alle ore 18.00,
Alla Libreria Punto 52 di Termini Imerese (PA),
Presentaz... more Martedì 26 marzo 2013 alle ore 18.00,
Alla Libreria Punto 52 di Termini Imerese (PA),
Presentazione del libro di:
Santiago Ramón y Cajal
Psicologia del Don Quijote e il Quijotismo
Tradotto e curato da Pietro Piro
Introduce: Gianfranco Consiglio
(Centro Internazionale Studi sul Mito).
Ne discutono: Armando Savignano
(Università di Trieste),
Pietro Piro (Filosofo).
"Lunedì 25 marzo 2013 alle ore 18.00, Alla Biblioteca Comunale Liciniana di Termini Imerese, Il C... more "Lunedì 25 marzo 2013 alle ore 18.00, Alla Biblioteca Comunale Liciniana di Termini Imerese, Il Comune di Termini Imerese patrocina la presentazione del libro del Prof. Armando Savignano (Professore Ordinario di Filosofia Morale all'Università di Trieste), Don Chisciotte. Illusione e realtà. Introduce il filosofo Pietro Piro.
Armando Savignano è ordinario di Filosofia Morale presso l'Università di Trieste. Le sue ricerche scientifiche riguardano la filosofia morale e la bioetica con speciale riferimento ai problemi epistemologici e alle questioni metodologiche relative ala bioetica delle virtù e all'etica medica, di cui ha anche approfondito i temi della comunicazione tra medico e paziente. Ha indagato inoltre su alcuni problemi relativi all'etica e alla deontologia della comunicazione. Si occupa inoltre del pensiero filosofico spagnolo e iberoamericano. È direttore scientifico della collana "Etica pratica" dell'Editore Guida, Napoli; e della collana di "Ispanismo Filosofico", ed. Saletta dell’Uva, Caserta. È condirettore della rivista "Rocinante". Fa parte del Consejo asesor della rivista "Antigona" (Málaga), e della Comissão Externa Permanente de Aconselhamento Científico del CEFi, Centro de Estudos de Filosofia da Faculdade de Ciências Humanas da Universidade Católica Portuguesa (Lisboa). Inoltre, collabora e fa parte del comitato scientifico di numerose riviste nazionali ed internazionali. Savignano presenta il suo libro edito da Rubettino Don Chisciotte. Illusione e realtà Il libro è stato pubblicato in occasione del quarto centenario della pubblicazione di "Don Chisciotte", e propone una chiave di lettura del capolavoro di Cervantes per molti versi ancora inedita. Don Chisciotte, secondo l'autore, non è tanto e solo un romanzo, ma una vera e propria opera filosofica sul senso della grandezza e della caduta dell'uomo, tradotta in metafore per la necessità di sottrarsi alla rigida censura dell'Inquisizione spagnola.
Introduce e modera la serata il filosofo Pietro Piro."
""MATTINA
Ore 10.00: Introduce: Pietro Piro (Università di Enna Kore-UNED Madrid).
Il dovere ... more ""MATTINA
Ore 10.00: Introduce: Pietro Piro (Università di Enna Kore-UNED Madrid).
Il dovere di continuare a pensare anche quando non c’è più tempo per l’uomo.
Ore 10.30; Sezione: Il tempo dell’uomo nella filosofia.
Presiede: Giovanni Nancini (Filosofo).
Interventi:
- Fabio Treppiedi (Università di Palermo, Visiting Scholar at CIEPFC [ENS, Paris], BNF Mitterand [Paris]).
- Andrea Luigi Mazzola (Scuola Normale Superiore di Pisa).
- Giulio Randazzo (Università di Pisa).
Ore 11.45; Sezione: Il tempo dell’uomo nell’arte, nel cinema e nella letteratura.
Presiede: Valentina Rametta (Dipartimento di Studi Culturali-Arti storia comunicazione, Università degli Studi di Palermo).
Interventi:
- Giuseppe Vitello (Storico del Cinema).
- Ignazio Sauro (Poeta – Docente di Materie Letterarie Istituti Superiori).
- Alberto Amodeo (Scultore).
- Gianfrancesco Iacono (Scrittore).
POMERIGGIO
Ore 16.00; Sezione: Il tempo dell’uomo nel diritto, nel lavoro, nella politica.
Presiede: Andrea Nino Caputo (Vice Prefetto Aggiunto-Prefettura di Viterbo).
Interventi:
- Giacomo Gargano (Avvocato-Università di Enna Kore).
- Filippo Giunta (Libraio).
- Pietro Quattrocchi (Imprenditore).
Ore 18.00; Sezione: Il tempo dell’uomo nella psichiatria, nella psicoterapia e nella psicoanalisi.
Presiede: Giovanni Iannuzzo (Psichiatra-Università di Messina).
Giovedì 8 Novembre alle ore 18.00 presso la Libreria Punto 52 di Termini Imerese (PA) si terrà la... more Giovedì 8 Novembre alle ore 18.00 presso la Libreria Punto 52 di Termini Imerese (PA) si terrà la presentazione del volume di José Ortega y Gasset, Appunti per un Commento al Convivio di Platone, introdotto e tradotto da Pietro Piro (Filosofo). Ne parlano con il traduttore e curatore, Michele Iacono (Pedagogista-Linguista) Giovanni Nancini (Filosofo); Giulio Randazzo (Filosofo). In questo libro inedito in Italia affronta un maestro della sapienza antica, con un punto di vista originale. Platone era discepolo di Socrate, il filosofo che nulla scrisse. Ortega y Gasset interroga Platone, il suo celebre Convivio, immergendosi nelle differenze tra linguaggio parlato e scritto. Lo scritto è diminuzione della forza, della potenza espressiva dell’uomo. A partire dalla viva lingua dei greci, dal logos della democrazia, questo libro riesce a far riflettere sugli usi del linguaggio, sulla sua infinita potenza. Un grande classico della filosofia come Platone viene riletto e fatto rivivere da un interprete insuperato del nostro tempo.
La dottrina neoliberista che predicava la liberazione dell'economia dallo Stato, la privatizzazio... more La dottrina neoliberista che predicava la liberazione dell'economia dallo Stato, la privatizzazione dei servizi pubblici, la liberalizzazione di ogni settore non strategico e la fine di ogni chiusura doganale (che ha come padre nobile Keynes ma che può vantare tra i suoi padri anche Ronald Reagan e Margaret Thatcher, Friederich von Heyek e Milton Friedman, Augusto Pinochet, Boris Eltisn, Carlos Menem e Donald Rumsfield, fino ad arrivare a esponenti dei vertici delle istituzioni finanziarie sovranazionali (BM, FMI, WTO) decisamente sconosciuti per l’opinione pubblica, come Jeffrey Sachs e John Williamson) ha prodotto il benessere dell'umanità oppure ha contribuito a far crescere le disuguaglianze e a generare nuove ingiustizie?
Principio fondamentale del Patto Locale per la Lettura è che la conoscenza sia un bene comune, e ... more Principio fondamentale del Patto Locale per la Lettura è che la conoscenza sia un bene comune, e che il libro e la lettura siano strumenti insostituibili di accesso alla conoscenza. L'intento è quello di creare una "rete territoriale" per la lettura, alla quale potranno aderire e dare il proprio contributo soggetti pubblici e privati, istituzioni culturali, il mondo della Scuola e dell'Università, imprese, professionisti, associazioni, gruppi di cittadini, giovani, che vogliono impegnarsi per ideare e sostenere progetti condivisi. Leggere fa bene. Aumenta la conoscenza del mondo, di sé e degli altri e insegna a comprendere il mondo, ad approfondire, a riflettere, a pensare. Ecco perché l'alleanza tra tutte le forze della comunità deve stringersi anche nel segno della promozione di questa importante competenza umana.
Nel luglio del 2020, nasce a Termini Imerese la "Biblioteca Veni Creator Spiritus" uno spazio aut... more Nel luglio del 2020, nasce a Termini Imerese la "Biblioteca Veni Creator Spiritus" uno spazio autogestito che funziona unicamente con i doni dei suoi sostenitori. Una piccola utopia concreta in grado di dare avvio a processi di partecipazione e condivisione. Ma quali sono i limiti di una proposta di questo tipo? Quali sono le opportunità. In questa occasione provo a fare un bilancio.
Per noi che viviamo come ha scritto Primo Levi “sicuri nelle nostre tiepide case, che troviamo to... more Per noi che viviamo come ha scritto Primo Levi “sicuri nelle nostre tiepide case, che troviamo tornando a sera il cibo caldo e visi amici”, Auschwitz rischia di diventare un esercizio d’indignazione, una parentesi di eccezione nella Storia da evocare alla memoria solo nei giorni comandati. Un orrore classificabile e gestibile. Auschwitz appartiene a un passato sempre più lontano che diventa sempre più difficile trattenere nel presente. Il male assoluto diventa apparentemente sempre più “decifrabile” e l’incredibile dibattito innescato dai negazionisti, genera dubbi illeciti sull’autenticità di un dolore senza fine. Il rischio di un livellamento pacificatore, funzionale alle dinamiche politiche del presente è altissimo e vittime e carnefici sono stati equiparati da revisionisti volgari in una logica che crea confusione e rende impossibile una distinzione netta e chiara. Nel saggio che apre questo volume e che lo caratterizza per intensità e impegno civile Auschwitz, resta un crimine unico nella Storia del mondo. I carnefici sono identificati con un nome e un volto e le loro gesta non possono in nessun modo essere confuse con la disperazione delle vittime. Auschwitz deve sfuggire a ogni tentativo d’incasellamento, a ogni dinamica di normalizzazione a ogni logica di razionalizzazione. Auschwitz deve restare una ferita aperta, che fa male ogni giorno, che impone un freno e un limite. Un monito su ogni nostro pensiero fiducioso sull’uomo. L’autore è convinto che Auschwitz non si ripeterà perché l’evoluzione tecnologica ha reso quel “metodo di distruzione” obsoleto. Tuttavia, non si tratta di una certezza consolatoria perché Auschwitz “avrà un altro nome e abiterà un altro tempo” e porterà un nome che sarà “una maschera dietro la quale si nasconderà il vero volto di meccanismi vecchi mai sconfitti dall’educazione e dall’amore”. Oltre al saggio che apre il volume, il libro contiene riflessioni, dubbi, interrogativi che testimoniano la passione civile dell’autore e che ci stimolano a interrogarci e non lasciare che la realtà si appiattisca nel quotidiano senza un nostro sguardo critico.
Resistere, innovare, moltiplicare i talenti, queste sono alcune delle caratteristiche del nuovo w... more Resistere, innovare, moltiplicare i talenti, queste sono alcune delle caratteristiche del nuovo welfare di comunità. Possiamo dire che le nuove forme di welfare comunitario sono tutti quei “dispositivi abilitanti” che permettono alla persona di costruire legami di senso e di superare la solitudine, l’isolamento, la chiusura narcisistica. Ci sono delle parole chiave per intendere il quadro di riferimento: partecipazione, co-progettazione, responsabilità, prossimità.
Venerdì 21 Febbraio alle 17:00, presso la sede della casa editrice La Zisa
in Via Vann'Antò 16 a ... more Venerdì 21 Febbraio alle 17:00, presso la sede della casa editrice La Zisa in Via Vann'Antò 16 a Palermo, si terrà la presentazione del volume di Pietro Piro, L'uomo nell'ingranaggio. Occasioni di critica, La Zisa, Palermo 2019. Introduce e modera: Davide Romano - Editore. Intervengono: Salvatore Cavaleri - educatore e attivista, Charlie Barnao - sociologo e docente Università di Catanzaro. Sarà presente l'autore.
L'ultimo rapporto Eurispes definisce l'antisemitismo in Italia "un problema mai del tutto superat... more L'ultimo rapporto Eurispes definisce l'antisemitismo in Italia "un problema mai del tutto superato". Perché negazionismo, antisemitismo, complottismo, si diffondono sempre di più? Quali sono le basi psicologiche e sociali di questi fenomeni? Quali rapporti esistono tra le violenze del passato e quelle del presente? Quali "meccanismi" non sono stati ancora superati da una educazione altruistica centrata sul rispetto e sull'amore? Una riflessione che parte dalla pubblicazione del volume: Sull'orlo dell'abisso (Mimesis 2019) di Ruggero D'Alessandro. Discutono con l'autore il sociologo Charlie Barnao (Università di Catanzaro) e il sociologo Pietro Piro (Opera Don Calabria).
Il workshop si terrà Lunedì 24 Febbraio dalle 10:00 alle 13:00 presso la Meeting Room del Centro Studi Opera Don Calabria a Termini Imerese in Via Ugo Foscolo 8.
Causa limitata disponibilità di posti è gradita una conferma. Grazie.
Una riflessione sull'attuale configurazione del mercato del lavoro e sulle possibilità concrete o... more Una riflessione sull'attuale configurazione del mercato del lavoro e sulle possibilità concrete offerte ai giovani neodiplomati del Liceo Classico. Per orientare le scelte e per far luce su alcune contraddizioni.
Il mio intervento mira ad attualizzare e ad approfondire questa osservazione del 1966 di Ivan Ill... more Il mio intervento mira ad attualizzare e ad approfondire questa osservazione del 1966 di Ivan Illich: "Diversamente dai modelli di santità di ieri, chi inizia ora il suo cammino sotto lo sguardo di Dio non deve solo spogliarsi degli abiti cattivi che sono diventati per lui una seconda natura; non deve solo correggere la propensione all’oro, alla carne o alla vanità che si è insinuata nella sua hexis, oscurandogli la vista o paralizzandogli lo sguardo. Il convertito di oggi deve riconoscere come i suoi sensi siano continuamente plasmati dall’uso di artificialia. Questi sono caricati a bella posta di portati simbolici intenzionali, qualcosa di sconosciuto prima d’ora. Oggi le cose dotate di effetti decisivamente nuovi sono i sistemi, costruiti in modo da cooptare, integrare a sé mani, orecchie e occhi dei loro utenti. L’oggetto ha perso la sua distalità diventando sistemico. Nessuno può facilmente rompere i legami forgiati da anni di ingestione televisiva e di educazione curricolare che hanno trasformato occhi e orecchie in componenti di un sistema".
Nel mio intervento cercherò di analizzare le conseguenze a medio e lungo termine della violenza e... more Nel mio intervento cercherò di analizzare le conseguenze a medio e lungo termine della violenza e su come essa crei "visioni del mondo" che si sostengono e si riproducono.
Come ci costruiamo oggi l'idea di Dio? A partire da quale immaginario? Quali strategie mettiamo i... more Come ci costruiamo oggi l'idea di Dio? A partire da quale immaginario? Quali strategie mettiamo in atto per marcare la nostra appartenenza a una religione?
Le persone senza lavoro che ho incontrato hanno vissuto una esperienza di "decentramento" psicolo... more Le persone senza lavoro che ho incontrato hanno vissuto una esperienza di "decentramento" psicologico molto importante e che credo debba essere approfondita dagli specialisti. Hanno perso "il loro posto nel mondo", non si sentono più cittadini con dei diritti, si sentono parte di un sistema "cannibale" che dopo aver divorato le loro migliori energie li espelle senza nessuna pietà. La persona si sente schiacciata da un sistema sociale ed economico incomprensibile, inumano, violento, che prima ti sfrutta e dopo ti scarta. Ma ancora più diffuso è un sentimento d'inutilità, di vuoto, di spaesamento totale. Di fronte a questa sofferenza, ho potuto intuire che lavoriamo per non perdere la dignità e per avere "un posto nel mondo". La nostra "cittadinanza" passa ancora oggi dal lavoro e chi ne è privo non si sente più parte della società in cui vive.
Gioved' 5 luglio alle ore 18 si presenta a Termini Imerese presso la Libreria Punto 52 il volume ... more Gioved' 5 luglio alle ore 18 si presenta a Termini Imerese presso la Libreria Punto 52 il volume Perdere il lavoro, smarrire il senso. Esperienze educative e altri saggi di sociologia critica, Mimesis, Milano-Udine 2018 del sociologo Pietro Piro da tempo impegnato in ambito educativo con persone che hanno perso il lavoro o che non riescono a trovarne uno. Oggi, infatti, la perdita del lavoro crea una spirale negativa i cui effetti perversi si manifestano in tutte le dimensioni individuali: questo genera un pericoloso senso di colpa che può gettare nello sconforto, provocare una grave depressione fino a spingere l’individuo, nel più drammatico dei casi, alla scelta estrema. Perché, non dimentichiamolo, è mediante il lavoro che si esercita la cittadinanza poiché esso rappresenta un fondamentale strumento di inclusione sociale: in una Repubblica fondata sul lavoro, la partecipazione alla vita sociale ed economica passa necessariamente attraverso la conquista di un reddito e di una collocazione professionale o lavorativa. Il lavoro è, d’altronde, “il più sociale dei bisogni”, è a fondamento dell’identità personale ed aiuta a trovare “un posto nel mondo” (il lavoro come appartenenza). Chi lo perde sente di essere rimasto indietro, si sente inutile e - appunto - smarrisce il senso. Parleranno del volume con l'autore lo storico Manfredi Alberti; il sociologo Tindaro Bellinvia; Nuccio Cipolla del Centro per l'impiego di Termini Imerese; il sociologo Tommaso India; l'economista Vincenzo Fasone; il sociologo Simone Lucido; e lo psicologo Antonio Sperandeo. Introduce e modera Filippo Giunta.
Nonostante l’Italia di oggi si posizioni al settimo posto nella classifica dei paesi più industri... more Nonostante l’Italia di oggi si posizioni al settimo posto nella classifica dei paesi più industrializzati del mondo, la tendenza dei nostri connazionali a lasciare il Paese alla ricerca di nuove opportunità di lavoro e di vita è molto alta. Un mercato del lavoro stagnante e con un alto tasso di disoccupazione (soprattutto giovanile), il peso della burocrazia, la difficoltà d'investire in ricerca e sviluppo: sono alcuni dei numerosi fattori che fanno sì che l’Italia scivoli indietro nelle classifiche della competitività. L’Italia torna ad essere un paese di emigrazione come in passato con elementi di continuità (disoccupazione, diseguaglianza, ignoranza, mancanza di futuro) e discontinuità (individualismo migratorio, livelli di scolarizzazione alta, presenza significativa delle donne). Una prima analisi del materiale disponibile sulla nuova emigrazione italiana in Germania, Francia e Inghilterra mostra come gli immigrati italiani siano più preparati culturalmente dei loro antenati, emigrino più donne e intere famiglie. Tutti sono accomunati dalla ricerca di nuove opportunità di lavoro e di vita. L’analisi dei dati statistici favorisce una maggiore comprensione del fenomeno. Fenomeno che deve essere inquadrato in una prospettiva globale.
Quello del lavoro è un mondo che sta cambiando radicalmente grazie alla tecnologia, alla ricerca ... more Quello del lavoro è un mondo che sta cambiando radicalmente grazie alla tecnologia, alla ricerca e all'innovazione. Cambiamenti profondi che incidono sugli stili di vita e sui destini delle persone. In questa grande metamorfosi sopravvivono affianco a nuovi lavori altamente tecnologici, lavori schiavistici e semi schiavistici in un clima di sfruttamento e deterritorializzazione.
CriticaMente. Filosofia e Teoria delle Scienze Umane, Apr 14, 2014
Noi riteniamo – cercando di fare tesoro della lezione del passato – che la disoccupazione sia la ... more Noi riteniamo – cercando di fare tesoro della lezione del passato – che la disoccupazione sia la causa principale del riemergere di certi fenomeni che credevamo superati. Stiamo lasciando a casa troppe persone e troppi giovani in particolare, facendo in modo che si crei un vero e proprio “esercito dello scontento”. Questo esercito di avviliti, incattiviti, depressi, amareggiati, potrebbe essere indirizzato nella direzione della violenza? Nella direzione di una tanto irrazionale quanto morbosa caccia all’uomo? Potrebbero questi marginali, questi esclusi dalla vita sociale, giungere al desiderio di aggredire il corpo sociale che li tiene nell’ombra?
Il nuovo fascismo del nostro tempo cerca ancora un nome e una divisa ma le basi profonde del cara... more Il nuovo fascismo del nostro tempo cerca ancora un nome e una divisa ma le basi profonde del carattere autoritario sono ancora solide sotto il sottile smalto passato sulla maggioranza degli uomini del nostro tempo.
Pero un hombre de nuestra especie tecno-mediática, que vive en una sociedad burocrática, totalmen... more Pero un hombre de nuestra especie tecno-mediática, que vive en una sociedad burocrática, totalmente proyectado en una dimensión del tiempo lineal, un admirador de la racionalidad digital, ¿podrá advertir las señales premonitorias de la llegada del tiempo de Carnaval?
Y nosotros que estamos dispuestos con el objetivo de filosofar, ¿sentimos que se incluyen en una lógica eterna que no hace más que repetir sus gestos reiterativos o estamos lanzados como un cohete hacia un destino desconocido?
Rassegna Quadrimestrale edita su www.grandeoriente.it Le opinioni degli autori, impegnano soltant... more Rassegna Quadrimestrale edita su www.grandeoriente.it Le opinioni degli autori, impegnano soltanto questi ultimi e non configurano, necessariamente, l'orientamento di pensiero della rivista MASSONICAmente o di Società Erasmo Srl. La riproduzione totale o parziale dei testi contenuti nella pubblicazione è vietata sotto qualsiasi forma, senza espressa autorizzazione scritta, secondo le norme vigenti in materia. Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione anche parziale se non autorizzata. Manoscritti e illustrazioni, anche se non pubblicati, non si restituiscono.
Può un uomo di trentacinque anni che la madre tiene segregato dalla nascita in una squallida cant... more Può un uomo di trentacinque anni che la madre tiene segregato dalla nascita in una squallida cantina annerita dal fumo grazie ad un astuto stratagemma, torturato, picchiato, malnutrito, incapace di parlare, seviziato sessualmente e moralmente, uscire dalla sua condizione e costruirsi una “vita normale e significativa”? Secondo il regista Rolf de Heer, autore del film Bad Boy Bubby del 1993, questo è possibile.
Quello che emerge prepotentemente da queste pellicole – tutte da vedere a nostro avviso – è che a... more Quello che emerge prepotentemente da queste pellicole – tutte da vedere a nostro avviso – è che anche nelle condizioni materiali più disagiate e marginali, la forza della solidarietà, la speranza data dalla condivisione degli affetti, la prospettiva offerta dall'aiuto e dal prendersi cura, aprono orizzonti di senso che sono essenziali per innescare quei cambiamenti positivi nella direzione anche di un miglioramento materiale.
Quando l’alienazione è realizzata e perfetta, la dimensione della cura è annientata e i meccanismi di solidarietà sono ridotti al grado zero.
È per questo motivo che spesso osserviamo il dispiegarsi di distruttività nichiliste e prive di senso – in realtà il senso è proprio nella realizzazione di una perfetta alienazione – anche dove apparentemente i bisogni materiali sono soddisfatti.
Si torni a guardare questo film allora, non come un documento interno alle vicende del comunismo ... more Si torni a guardare questo film allora, non come un documento interno alle vicende del comunismo italiano ma come un dramma, una lotta in cui l’uomo rischia di smarrirsi ritrovandosi prigioniero di quel consumismo che passo dopo passo lo consuma.
La caratteristica sorprendente di questo lavoro, consiste nel duplice approccio alla materia comp... more La caratteristica sorprendente di questo lavoro, consiste nel duplice approccio alla materia compiuto dall’autore; un approccio che, se da un lato ricorre alla consueta prassi della ricerca storica (raccolta e comparazione delle fonti), dall’altro si rivolge alla metodologia dell’indagine antropologica e della storia delle religioni nel tentativo di dare conto di determinati fenomeni e di stabilire connessioni inedite fra uomini, circostanze e risultati.
Fare comunità, innescare politiche di solidarietà e di collaborazione, superare l’angoscia del pr... more Fare comunità, innescare politiche di solidarietà e di collaborazione, superare l’angoscia del profondo contatto emozionale con l’altro, il diverso, il migrante , diventano sempre più strumenti indispensabili per dare un significato alla vita sociale.
Noi siamo convinti che solo se la nostra democrazia evolve verso una social-democrazia matura e consapevole dei rischi di un individualismo esasperato e consumistico, sarà possibile uscire dal pantano del berlusconismo. Pantano che ha fatto sprofondare il nostro Paese in un regno dominato dal Carnevale. Un regno in cui concedendo più volte al giorno attimi di rovesciamento e d’inversione di tutti i valori, si confonde e debilita l’individuo, rendendolo incapace di stabilire su quale piano di realtà avvengono gran parte degli eventi nel quale è coinvolto.
Possiamo ancora uscire da quest’eterna infanzia carnevalesca ma a patto di avere il coraggio di guardare al mondo con occhi adulti, limitando i nostri desideri puerili, riconoscendo nettamente ciò che è necessario e ciò che c’è imposto unicamente per arricchire le tasche di qualche astuto manipolatore, rimettendo il conflitto nella dinamica politica e non introiettandolo come dimensione personale, cominciando a guardare l’Altro come una possibilità di crescita e di sviluppo, studiando e approfondendo di più ciò che determina realmente le nostre vite.
Se c’è qualcuno che pensa che basti indicare il nome di un candidato per costruire un futuro è un... more Se c’è qualcuno che pensa che basti indicare il nome di un candidato per costruire un futuro è un ingenuo e un illuso.
Noi siamo una comunità, un insieme di relazioni, una pluralità di storie che ogni giorno generano nuove storie.
Quando si dimentica che si è eletti per servire, per interpretare soprattutto il grido che emerge dalle case più povere e da quella parte della comunità che vive costantemente nel pericolo di essere disintegrata dalle logiche del denaro, del profitto e del sopruso, ecco, allora, che si presenta il demone del potere.
Un potere vuoto che non è legittimato da nulla se non da se stesso.
La questione morale è legata inscindibilmente all'idea dell’austerità e a quella di giustizia soc... more La questione morale è legata inscindibilmente all'idea dell’austerità e a quella di giustizia sociale. Oggi abbiamo molta libertà formale e poca giustizia sociale reale. La crescita economica e lo spreco distruggono l’ambiente e l’uomo è diventato obsoleto. Dovremmo guardare ai problemi con lucida vitalità, con ragionata indolenza e produrre elementi critici in grado di spingere le situazioni incancrenite oltre il blocco in cui si trovano».
Il termine fascismo per me rappresenta l’involucro storicamente determinato, individuato e indivi... more Il termine fascismo per me rappresenta l’involucro storicamente determinato, individuato e individuabile di un atteggiamento profondo del popolo italiano che persiste nel tempo.
Sono antifascista e per questo motivo cerco di lottare contro le cause profonde che lo generarono... more Sono antifascista e per questo motivo cerco di lottare contro le cause profonde che lo generarono. Posizione non facile, scomoda, pericolosa anche oggi, in un’epoca di conformismo, dimenticanza, vanagloria, opportunismo sfrenato.
Quello che ci preoccupa e che la legittimazione politica di una violenza di questo tipo non fa al... more Quello che ci preoccupa e che la legittimazione politica di una violenza di questo tipo non fa altro che aumentare il senso di precarietà e di rischio e allontana sempre di più i cittadini dalla classe dirigente che li rappresenta. L’effetto è devastante. I partiti che hanno svolto nella storia del nostro Paese una funzione pedagogica, disciplinando i comportamenti e allenando le generazioni alla dialettica democratica, stanno diventando delle sette con un capo carismatico che guida i suoi adepti su base emozionale.
Il partito da luogo di elaborazione teorica e cornice antropologica che forma e informa gli individui, si trasforma in cassa di risonanza delle istanze nevrotiche inespresse, delle delusioni accumulate, delle frustrazioni. La violenza diventa uno strumento di aggregazione che sostituisce l’idealità e senza il furore dell’attacco frontale, la partecipazione appare insensata e immotivata.
Prima dell’inizio della Guerra Civile, Franco appariva nei documentari oggi inclusi nell’archivio... more Prima dell’inizio della Guerra Civile, Franco appariva nei documentari oggi inclusi nell’archivio No-Do e conservati presso la Filmoteca Española - pochi in verità - sempre come una figura presente ma defilata, rispetto alla centralità degli eventi narrati.
È solamente con lo scoppio della guerra che la sua posizione assume il ruolo della centralità spettacolare e la sua immagine diviene icona riconosciuta e riconoscibile - soprattutto all’Estero - della guerra stessa.
Prima del 1936, Franco appare come uno dei protagonisti di un’epoca, ma non certamente l’unico. Franco è un comprimario, un’immagine che compare – spesso sullo sfondo - nella complessa serialità del montaggio.
Quando la telecamera si fissa sulla sua figura lo fa per evidenziare un momento della narrazione, un capitolo di una storia che non si è ancora polarizzata su Franco. Lo studio dei documentari anteriori al 1939 è molto importante per definire i criteri estetici che saranno da fondamento per la successiva elaborazione narrativa del mito di Franco.
Prima del 1936 - e poi per tutta la durata della Guerra Civile - Franco è sempre ripreso in operazioni militari. Franco è un soldato, un generale che si occupa delle sue truppe e delle “sue” battaglie. Non è ancora stato investito da quella carica emozionale che lo farà identificare successivamente come un Salvatore.
I nuovi poteri comportano quello stravolgimento della vita quotidiana che è sotto gli occhi di tu... more I nuovi poteri comportano quello stravolgimento della vita quotidiana che è sotto gli occhi di tutti, con l’alterazione del rapporto fra lavoro e tempo libero, la disoccupazione, la precarietà, la rottura dei progetti di vita, la fine dell’esistenza come racconto.
Postfazione a Stefano Scrima, NON VOGLIO MORIRE. Miguel de Unamuno e l’immortalità, Diogene Multi... more Postfazione a Stefano Scrima, NON VOGLIO MORIRE. Miguel de Unamuno e l’immortalità, Diogene Multimedia, Bologna 2015, pp. 253-260, ISBN 978-88-99126-16-2.
Per Giuseppe Rensi il problema del lavoro è insolubile sia dal punto di vista morale che da quell... more Per Giuseppe Rensi il problema del lavoro è insolubile sia dal punto di vista morale che da quello economico e sociale.
Recensione di "Alessandro Somma, a cura di, Lavoro alla spina welfare à la carte (Meltemi, 2019)"... more Recensione di "Alessandro Somma, a cura di, Lavoro alla spina welfare à la carte (Meltemi, 2019)", in www.vita.it
Questo libro è un utile strumento di riflessione e di approfondimento, scritto in un momento stor... more Questo libro è un utile strumento di riflessione e di approfondimento, scritto in un momento storico in cui il pensiero critico stenta a trovare nuovi protagonisti.
Il desiderio profondo che anima la scrittura del libro di Maria Grazia Turri è un bisogno di libe... more Il desiderio profondo che anima la scrittura del libro di Maria Grazia Turri è un bisogno di libertà, un conato d’indocilità ragionata, un amore per l’incontro con il volto dell’altro che, riconoscendoci, ci ricorda il nostro nome. Volere essere liberi dal debito, non obbligati alla conformità dei tempi di restituzione, attinenti alla dimensione propria dell’essere.
Affamati di giustizia civile e desiderosi di ritrovare le ragioni di una filosofia critica che se... more Affamati di giustizia civile e desiderosi di ritrovare le ragioni di una filosofia critica che sempre più oscilla tra il culto museale dei patriarchi francofortesi e l’istigazione alla sollevazione contro l’Impero, potremmo rileggere gli “scritti civili” di Norberto Bobbio dedicati alla Stage di Brescia.
La rinuncia di Ortega a una disamina del testo platonico può essere letta proprio come una "retic... more La rinuncia di Ortega a una disamina del testo platonico può essere letta proprio come una "reticenza cosciente".
La cultura è importante – si dice nei salotti buoni – ma a patto che essa tessa l’elogio della st... more La cultura è importante – si dice nei salotti buoni – ma a patto che essa tessa l’elogio della struttura del dominio, che si faccia portavoce del discorso neoliberista, che sia a servizio della persuasione e della manipolazione generalizzata e collettiva. Fuori da questa schiavitù volontaria e non necessariamente salariata, il destino della cultura non stipendiata è il ghetto.
Alla pratica pigra del pensare per differenze Jullien propone di affiancare – e anche di sostitui... more Alla pratica pigra del pensare per differenze Jullien propone di affiancare – e anche di sostituire – quella dello scarto (écart). Di cosa si tratta? Jullien ne parla come di un movimento continuo e sinuoso che invece di contrapporre le differenze in maniera statica le integra in dinamiche di attrazione che maturano attraverso il disturbo (dérangement) e l’esplorazione. Una messa in tensione che genera fecondità e alimenta la curiosità:
"Filosofia e nuovi sentieri/ISSN 2282-5711", Jul 27, 2014
Questo libro di Elena Alessiato contribuisce ad approfondire temi essenziali per la comprensione ... more Questo libro di Elena Alessiato contribuisce ad approfondire temi essenziali per la comprensione della filosofia di Karl Jaspers, un “outsider” della filosofia che ha saputo distinguere nettamente tra la pura speculazione intellettuale e l’intensa attività della comprensione filosofica che trasforma l’intera esistenza. Una personalità decisiva del secolo buio che abbiamo frettolosamente archiviato.
Fa bene Nolan a concentrarsi sul messaggio spirituale di Gesù intercettando il bisogno degli uomi... more Fa bene Nolan a concentrarsi sul messaggio spirituale di Gesù intercettando il bisogno degli uomini di «qualcosa di più grande che li aiuti a mantenersi integri» (p. 24), perché è certamente il pubblico più vasto e più bisognoso – anche quando mente a se stesso affidandosi ciecamente alle promesse della tecnica.
"Filosofia e nuovi sentieri/ISSN 2282-5711", Apr 4, 2014
In un tempo in cui la divisione sociale del lavoro muta a ritmo inaudito e in cui tutti i valori ... more In un tempo in cui la divisione sociale del lavoro muta a ritmo inaudito e in cui tutti i valori tradizionali sono dis-integrati dal potente moto acceleratorio della tecnologia, l’identità individuale subisce attacchi sempre più profondi e radicali.
Ci si chiede – a volte – se in un mondo che cambia così velocemente, abbia ancora senso costruirsi una identità – e quindi necessariamente riconoscersi in una storia sociale, politica, filosofica – quando le vere identità sono sempre più trattate dai poteri dominanti come un ostacolo e un fardello in un sistema-mondo che richiede la massima disponibilità del corpo e la minima rivendicazione identitaria.
Chi scrive è convinto che la filosofia abbia il compito – mai concluso e mai totalmente realizzab... more Chi scrive è convinto che la filosofia abbia il compito – mai concluso e mai totalmente realizzabile – di contribuire a una critica dell’esistente. Impedire che la rassegnazione e l’apatia diventino il modo normale d’intendere e d’intendersi.
In una società burocratizzata e tecnocratica dove ogni individuo è ricondotto alla logica della funzione utile ed efficace, le possibilità offerte alla filosofia sembrano essere almeno due.
La prima è la professionalizzazione intesa nel senso di Marconi. La seconda è il passaggio al bosco di jüngeriana memoria.
C’è una parte di umanità in esubero, esclusa, emarginata. Una parte che potrebbe sparire da un gi... more C’è una parte di umanità in esubero, esclusa, emarginata. Una parte che potrebbe sparire da un giorno all’altro e la cui sparizione farebbe sobbalzare solo gli indici della statistica. Una parte che non ha altro da perdere che le proprie invisibili catene.
È dunque necessario che lo scandalo del lavoro precario avvenga, per mettere in moto il pensiero critico, per innescare logiche di resistenza, per dare vita a un nuovo potere costituente.
Senza questo scandalo non si riuscirebbe a sbirciare dietro la maschera per vedere il vero volto del capitalismo selvaggio. Una potente locomotiva che corre su binari d’oro, messi in posa da schiavi senza volto.
NUOVA BUSAMBRA
Tra gli anni ’70 e gli anni ’90 del secolo scorso, Francesco Carbone, intellett... more NUOVA BUSAMBRA
Tra gli anni ’70 e gli anni ’90 del secolo scorso, Francesco Carbone, intellettuale di grande spessore umano e culturale e di forte impegno civile, svolse un’intensa opera di sensibilizzazione e di stimolo a partire dalla città di Palermo e dalla sua provincia, ma fornendo un notevole apporto al dibattito artistico e culturale a livello regionale e nazionale. Egli, oltre a creare il museo etno-antropologico “Godranopoli” ed una ricca Pinacoteca di arte contemporanea, diede vita, nel corso degli anni, a diverse pubblicazioni. Oltre a “Nuova presenza”, “Tempo sud”, “Cartaggini” fondò, assieme ad un gruppo di collaboratori, un ”aperiodico” che si proponeva “l’attivazione socio-politica del territorio”, con sede a Godrano, a 40 chilometri dal capoluogo. Ad esso diede la testata “Busambra”, per sottolineare che quello che nasceva proveniva da (e, soprattutto, voleva dar voce a un’ampia area geografica gravitante attorno al rilievo montuoso di Rocca Busambra, comprendente più di venti centri abitati dell’hinterland a sud di Palermo: Baucina, Bolognetta, Campofelice di Fitalia, Cefalà Diana, Ciminna, Corleone, Ficuzza, Godrano, Lercara Friddi, Marineo, Mezzojuso, Misilmeri, Piana degli Albanesi, Prizzi, Santa Cristina Gela, Ventimiglia di Sicilia, Vicari, Villafrati.
L’area culturale ed umana così delimitata presenta alcune caratteristiche comuni, pur nella particolarità di ciascun paese o di ciascuna cittadina. Essa appartiene ad una parte dell’isola che non è più la costa con i suoi grandi agglomerati e le sue tipiche attività produttive e commerciali, ma non è neppure la Sicilia dei grandi latifondi che soffre maggiormente l’isolamento e la lontananza dagli stimoli delle grandi città. Una lunga serie di vicende unisce le popolazioni di questo territorio, con la grande epopea per la cacciata dei Borbone, ma anche la nascita della mala pianta mafiosa e la lotta contro di essa, le rivolte anti-sabaude, la fondazione e la repressione dei Fasci dei lavoratori, la diaspora delle massicce migrazioni in America, in Europa, nell’Italia del Nord, un’ampia scolarizzazione di massa dagli anni’60 in poi, la presenza di mentalità, usi e costumi, modi di dire, tradizioni civili e religiose, l’intrecciarsi continuo di scambi di ogni genere e la frequente circolazione delle persone.
A distanza di trent’anni dall’iniziativa di Carbone, pur con gli inevitabili mutamenti dei contesti regionali, nazionali ed internazionali, la realtà socio-economica e culturale di tale area presenta ancora gravi ritardi su piano dello sviluppo civile e culturale, con il perdurare di fenomeni come il clientelismo, la disoccupazione di vasti strati della popolazione, l’esodo di intere generazioni, un ceto politico inadeguato, il mancato sviluppo di attività produttive, l’uso privatistico di risorse pubbliche, mentalità e comportamenti mafiosi, scarso rispetto del paesaggio naturalistico, storico e degli altri beni culturali, valori consumistici e omologazione culturale, infrastrutture insufficienti in tanti settori. All’interno di questo quadro non mancano però iniziative e fenomeni di segno positivo, grazie soprattutto all’azione di minoranze attive nel campo del volontariato e dell’impegno culturale ed artistico, che in molti casi funzionano da veri e propri anticorpi. Ci sembra giusto ed utile dare voce a queste realtà operose, indagare e diffondere tante buone pratiche che troppo spesso restano sottotraccia, quando non sono addirittura ignorate.
Riteniamo si possa, da parte di donne ed uomini di ogni età e condizione, superare l’isolamento e unire le forze, rifiutando di accettare supinamente la realtà così come è data, e contribuire a trasformare tale quadro complessivo.
Avendo scelto di agire sul piano culturale, pensiamo utile e possibile dar vita ad un approfondimento scientifico interdisciplinare, in completa indipendenza da forze politiche, economiche o sindacali, che possa accompagnare l’allargamento di una consapevolezza civile, ascoltare e sostenere la diffusione di esperienze positive di aggregazione, contribuire alla conoscenza ed alla valorizzazione delle risorse umane, culturali, storiche, naturalistiche, artistiche, economiche dell’area Busambra, anche attraverso confronti e scambi con la realtà complessiva della società contemporanea e delle altre realtà meridionali, in modo da “agire localmente, ma pensare globalmente”.
Destinatari di tale sforzo saranno tutti coloro che vogliono pensare in modo critico e consapevole, in particolar modo le giovani ed i giovani, siano essi rimasti nella nostra terra, siano essi lontani per scelta o per necessità.
La crisi economica causata dal buco nero FIAT ha trascinato la città in un degrado sociale, econo... more La crisi economica causata dal buco nero FIAT ha trascinato la città in un degrado sociale, economico e politico senza precedenti. Le responsabilità della FIAT sono enormi. Dopo aver per decenni assorbito finanziamenti pubblici e aver usufruito di un territorio che forniva manodopera docile e assetata di lavoro, senza, si badi bene, aver mai costruito una biblioteca, un centro anziani, una scuola, un impianto sportivo a sue spese, per poter contribuire alla crescita morale dei suoi operai, ha abbandonato il territorio senza preoccuparsi delle conseguenze sociali di questa scelta, nello stile del peggior capitalismo di rapina. La FIAT ha creato a Termini Imerese un precedente pericolosissimo. Un precedente di deresponsabilizzazione con effetti di lungo termine su un territorio, prima reso dipendente e mono-produttivo con un altissimo livello di fidelizzazione dei lavoratori (la fabbrica è presto diventata un modello produttivo, ha riconosciuto lo stesso Marchionne) e poi totalmente abbandonato a se stesso esclusivamente per calcoli di profitto. Molto del presente di Termini Imerese dipende dalle scelte antisociali una società con sede fiscale a Londra, sede legale ad Amsterdam e quotazione a Wall Street. Termini Imerese come città simbolo degli effetti perversi del neoliberismo economico. La depressione economica aggrava tutti i germi negativi presenti nel corpo sociale.
La società dello spettacolo produce nuovi miti che divorano quelli che fondavano e informavano la... more La società dello spettacolo produce nuovi miti che divorano quelli che fondavano e informavano la comunità............
Sommario: In queste brevi riflessioni si cerca di dare una risposta alla domanda: Auschwitz è anc... more Sommario: In queste brevi riflessioni si cerca di dare una risposta alla domanda: Auschwitz è ancora possibile? La risposta è negativa per almeno due motivi principali. Il primo è l'innovazione tecnologica che ha reso questo sistema di distruzione obsoleto. Il secondo è il rifiuto della violenza come mezzo di risoluzione dei conflitti sociali da parte dei governi democratici. Tuttavia, questo non significa che forme di distruzione anche maggiore non possono ripetersi a causa di meccanismi psicologici non ancora sconfitti dall’educazione e dall’amore.
Abstract: In these brief reflections we try to give an answer to the question: Auschwitz is still possible? The answer is negative for at least two main reasons. The first is that the technological innovation has made this system of destruction obsolete. The second is the rejection of violence as a means of social conflict resolution by democratic governments. However, this does not mean that forms of even greater destruction can’t be repeated due to psychological mechanisms that have not yet been defeated by education and love.
Dal sentimento della creaturalità si genera un agire del tutto diverso rispetto a quello dell’uom... more Dal sentimento della creaturalità si genera un agire del tutto diverso rispetto a quello dell’uomo prometeico che ritiene di essere il solo artefice del proprio destino. Pensare come una creatura non può che condurre al rispetto del creato dove l’uomo è «giardiniere delle creazione e cooperatore di Dio».
Le Meditazioni sono certamente anche una riflessione sulla vita, sul romanzo e sull’estetica ma s... more Le Meditazioni sono certamente anche una riflessione sulla vita, sul romanzo e sull’estetica ma sono innanzitutto «la continuazione della politica con altri mezzi».
Cattaneo è animato da una volontà di credere. Si tenga presente a ogni riga e si potrà apprezzare... more Cattaneo è animato da una volontà di credere. Si tenga presente a ogni riga e si potrà apprezzare pienamente il valore dell’opera.
ACTA PHILOSOPHICA Rivista internazionale di filosofia
Ortega y Gasset attratto fatalmente dalla necessità di «una cultura che non si allontani dalla vi... more Ortega y Gasset attratto fatalmente dalla necessità di «una cultura che non si allontani dalla vita, cadendo in un razionalismo astratto o in uno spiritualismo disincarnato», individua nella questione del corpo un potente luogo di riflessione filosofica perché si tratta di «un tema d’insuperabile attualità, perché l’uomo europeo va dritto verso una gigantesca rivendicazione del corpo, verso una resurrezione della carne».
Ortega pensatore attuale e necessario? Lucia Parente non ha dubbi e ci fornisce quattro motivazio... more Ortega pensatore attuale e necessario? Lucia Parente non ha dubbi e ci fornisce quattro motivazioni.
La prima consiste nell’assenza di sistematicità del pensiero orteghiano che è capace di costruire «un sistema filosofico aperto, critico, come asse di riferimento di un pensiero, che ne tutela il nucleo, il metodo e l’ipotesi interpretativa da confermare nell’evoluzione della ricerca» (p. 131).
La seconda consiste nel catattere stilistico dell’ensayo che è capace di approfondire «l’articolazione diacronica e sincronica dell’esperienza umana».
La terza nella «lettura della vita costruttiva e inquieta del tempo stesso, in cui io e circostanza, io e società, biografia e storia sono strettamente congiunti e interattivi, pur senza mai confondersi o disorientare il lettore» (p. 131).
La quarta è nella «valorizzazione della ragione storica sottratta a ogni tipo d’ipoteca razionalistica, ovvero una ragione in cui filosofia, arte, scienza, religione sono attori fondamentali del teatro vitale, poiché tracciano percorsi fenomenologici complessi e funzioni ermeneutiche, per essere costruttivi e critici nello stesso tempo» (p. 131).
Clementina Cantillo mette in risalto lo sforzo orteghiano di assimilare Hegel e di farlo entrare ... more Clementina Cantillo mette in risalto lo sforzo orteghiano di assimilare Hegel e di farlo entrare nella circolazione vitale del suo modo di leggere il mondo, si tratta comunque di un processo che tende continuamente al superamento perché «l’esigenza orteghiana è, difatti, quella di coniugare l’unità dell’attività concettuale con la dimensione del concreto strutturarsi delle esperienze individuali e storiche, facendo agire, in particolare, il carattere connettore del concetto in quanto comprensione profonda del reale». Ma nonostante le affinità tra Ortega e Hegel, emerge prepotentemente la differenza tra il pensatore mediterraneo, attento alle piccole sfumature di senso della vita quotidiana e affettiva e il pensatore del Nord, interessato principalmente alla dimensione ideale e razionale del sistema costruito.
“Humankind has ‘come of age’ and has little use for religions, the realm of the sacred, or the po... more “Humankind has ‘come of age’ and has little use for religions, the realm of the sacred, or the power of shared ancient myths to guide our lives.”
Nel pensiero di Ellul, che l’articolo esamina acutamente, la considerazione di base è che «La tec... more Nel pensiero di Ellul, che l’articolo esamina acutamente, la considerazione di base è che «La tecnica non si accontenta di essere e, nel nostro mondo, di essere il fattore principale o determinante: essa è divenuta Sistema».
A first introduction to the work of J. Ellul: The technical system (Le Système technicien, 1977).... more A first introduction to the work of J. Ellul: The technical system (Le Système technicien, 1977).
Una primera introducción a la obra de J. Ellul: El sistema técnico (Le Système technicien, 1977).
En el lenguaje corriente se emplea frecuentemente el término de «hombre medio» -en este sentido s... more En el lenguaje corriente se emplea frecuentemente el término de «hombre medio» -en este sentido se dice con frecuencia «francés medio»i-o tam' bien «hombre de masa», o bien «hombre cualquiera» (como en italiano «l'uomo qualunque»), o, en fin, «el hombre de la calle». Estas diferentes expresiones designan una realidad que, de manera superficial y grosera, se puede comprender fácilmente. Sin embargo, no parece que éstas engloben particularmente al individuo perteneciente a las «clases medias». Pero si incluso fuera así, casi no habríamos avanzado, pues el concepto de clases medias es, en sí mismo, muy confuso, interpretado diversamente y difícil de aprehender.
Adriano rifiuta di collocarsi nella tradizione di una scuola filosofica o religiosa che sente com... more Adriano rifiuta di collocarsi nella tradizione di una scuola filosofica o religiosa che sente come una limitazione alla sua azione creatrice. Un "Ulisse senza altra Itaca che quella interiore".
L’Evangelii gaudium è un testo che lancia contemporaneamente una sfida alla burocrazia della Chie... more L’Evangelii gaudium è un testo che lancia contemporaneamente una sfida alla burocrazia della Chiesa e al'’indifferenza del mondo. Un testo scomodo ma che incarna la contraddizione di una spiritualità che sempre più sente il bisogno di trasformare il mondo per renderlo mero orrendo, meno tragico.
Il testo analizza le riflessioni di Max Weber nella Gesammelte aufsätze zur Religionssoziologie ... more Il testo analizza le riflessioni di Max Weber nella Gesammelte aufsätze zur Religionssoziologie dedicate all’ Hindūismo e al Buddhismo. L’intento iniziale era quello di trovare «i limiti» dell’opera di Weber. Tuttavia, dopo un’attenta lettura, l’opera
weberiana dimostra la capacità di «resistere nel tempo e al tempo» e continua a esercitare
un notevole carisma. La grandezza dell’indagine di Weber è rappresentata dalla sua straordinaria capacità di porre questioni radicali e nel tentare di darvi delle risposte.
Risposte valide ancora oggi e degne del massimo interesse.
This is a series of essays on the role of the missioner in Latin America from the founder of a tr... more This is a series of essays on the role of the missioner in Latin America from the founder of a training center in Cuernavaca, Mexico.
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Books by Pietro Piro
doveva intitolarsi: Contributi per la comunità concreta. Il titolo del volume voleva omaggiare l’intuizione comunitaria di Adriano Olivetti. Intuizione che rinnova la fiducia nell’uomo di poter costruire una comunità responsabile che sappia vivere, amare e lavorare, non solamente per produrre benessere economico ma anche per elevare le coscienze. La Comunità immaginata da Olivetti è operosa, concreta, relazionale, partecipata, eterogenea, in continua formazione e alla ricerca ostinata di un senso che sia valido per l’uomo. Non è forse in questa direzione che dobbiamo provare ad indirizzare i nostri sforzi? Nel costruire realtà sociali che mettano al centro la persona e i valori positivi che riesce ad esprimere? Oggi viviamo in una fase del capitalismo consumistico in cui la produzione industriale alimenta lo spreco e l’inquinamento. Dentro questa dinamica perversa, l’uomo si sente parte integrante di questo inutile spreco perché si rende conto che è soltanto una minuscola ruota di un potente ingranaggio che lo stritola e lo rende sempre più disumano. Oggi manca una visione organica della persona che includa le dimensioni del produrre, dell’abitare, del fare cultura, storia e memoria. È per questo motivo che la comunità concreta è tutta ancora da costruire. Le basi ideali sono state gettate ma è urgente che ci si innamori nuovamente di queste basi per farle fiorire ancora e poi ancora.
Ignazio Silone, La sfinge del benessere
Sin embargo, me pregunto, no sin una ligera angustia: ¿son pronunciadas también en el corazón de los hombres? ¿Han superado el caparazón emocional que rodea al hombre-masa contemporáneo? ¿Siguen todavía vivos?
INTRODUZIONE di Pietro Piro.
Pietro Piro - Perché guardare Oriente nell’epoca della Tecnica?
EAST AND WEST
Ramkrishna Bhattacharya - Prehistory of Geometry in the East and the West.
María Teresa Román Lopez - ¿Oriente y Occidente?
VICINO ORIENTE
Alberto Samonà - Esicasmo ed Energie increate nella Cristianità d’Oriente: una porta verso se stessi.
Marco Miano - Musica e letteratura nell’esperienza spirituale della cultura religiosa dell’Islām.
INDIA
Luca Canapini - Meditazioni sulla Bhagavad Gita: l’anima e le tre influenze.
Igor Spanò – Cosmogonia cromatica: dalle Upaniṣad al Sāṃkhya.
Valentino Bellucci - La pratica del Bhakti-Yoga secondo la tradizione Vaishnava.
Krishna del Toso - Tutto in questa vita: considerazioni sull’etica e la morale dei Cārvāka/Lokāyata.
CINA
Giusi Tamburello– Via con te di Liu Ruoying, lettura in prospettiva di un romanzo cinese contemporaneo.
GIAPPONE
Aldo Tollini - Il pensiero di Dogen Zenji (1200-1235) nella prospettiva dell’uomo moderno.
Daniela Sadun - Da Van Gogh a John Galliano. Influenze giapponesi nell’arte occidentale.
Giuseppe Vitello – Shohei Imamura. Il profondo desiderio degli uomini.
PSICOTERAPIA , FILOSOFIA, LETTERATURA IN DIALOGO CON IL PENSIERO ORIENTALE
Antonio Sperandeo- La declinazione del tempo in psicoterapia quale legame tra cura e meditazione.
Giovanni Nancini - Riflessioni sull’Oriente a partire da H. Bergson.
Mariana Urquijo Reguera -Tagore e Bergson: Cammini antagonisti e convergenti tra Oriente e Occidente.
Gianfrancesco Iacono - Gabriele D’Annunzio e Kawabata Yasunari, due esteti a confronto: impressioni di un lettore occidentale.
PREFAZIONE - MEMORIE DI UN CURATORE (Pietro Piro) » p. 13
PROLEGOMENI
PROLEGOMENI PER UNA CRITICA ALLA CULTURA.
(Rolando Ruggeri) » p. 21
TRISTI TOPOI. NOTERELLE PER UNA FILOLOGIA FUTURA
(Gianfrancesco Iacono) » p. 39
PER UNA CRITICA DELLA RAGIONE CHIMICA
(Daniele A. Morello) » p. 47
DISILLUSIONI FILOSOFICHE
ILLUSIONE. ROTTURA E COSTRIZIONE
(Giulio Randazzo) » p. 53
L’UOMO SENZA ILLUSIONI. CRITICA E
ATTACCAMENTO ALLA VITA.
(Fabio Treppiedi) » p. 65
LA MORALE DELLA STORIA - PER UN’ETICA
MATERIALISTICA
(Andrea Luigi Mazzola) » p. 83
MA CHE MODI SONO? CAPITALISMO COME
(MANCANZA DI) STILE DI VITA.
(Giacomo Pezzano) » 103
BREVI NOTE SU SVILUPPO TECNICO,
FATICA E PROGETTO DI VITA.
(Giovanni Nancini) » p. 121
ECCITAZIONI
DINAMICHE DELL’ESPROPRIO ESISTENZIALE
(Ruggero d’Alessandro) » p. 133
IL MOMENTO IN CUI IL FILO PENZOLA LIBERAMENTE
TRA DUE PUNTI, E SORRIDE ALCUNE NOTE A
MARGINE SU GIOCO, POSSIBILITÀ, LEGGEREZZA
(Viviana Vacca) » p. 151
INFINITO MALINCONICO.
NOTE DAL PRESENTE IN DISSOLVENZA
(Valentina Rametta) » p. 161
LA VACCA GRASSA È BULIMICA.
IL LINGUAGGIO CINEMATOGRAFICO
NELL’EPOCA DEI NATIVI DIGITALI.
(Giuseppe Vitello) » p. 173
CONCLUSIONI
UN UOMO QUASI NUOVO
(Marcello Marchetti) » p. 193
SU UNA PRESUNTA SCUOLA DI CUI QUESTO
LIBRO SAREBBE IL FRUTTO
(Pietro Piro) » p. 199
GIOCHI MARGINALI
SCACCO ALL’IMBRUNIRE
(Loreto Cimino) » p. 205
LITURGIA DEL FUOCO
(Vincenzo Celano) » p. 206
LA BALLATA DELLA CITTÀ NUOVA
(Franca Albergamo) » p. 207
L’eccesso assoluto di ogni cosa, il debordare schizofrenico di ogni messaggio, la frenesia di ogni vita accelerata sino alla disintegrazione, induce il pensiero a farsi semplice ronzio, eco quasi impercettibile di suoni di macchine.
Pensare, poetare, sognare, diventano attività marginali e inattuali, inservibili al funzionamento di un enorme macchinario in cui l’uomo svolge la sua docile funzione d’ingranaggio. A questa logica puzzolente e mortifera, non si può fare altro che contrapporre una febbrile attività improduttiva come leggere e rileggere il Don Quijote, immedesimandomi a piacere in Sancio o nel Cavaliere della Trista Figura; giocare a fare la parte del tonto e fingersi pazzo, elaborare lutti, sognare, escogitare piani rivoluzionari, piani di fuga, piani di resistenza. Amare i propri amici e pregare affinché i nemici rimangano tali. Girovagare senza meta e senza scopo e infine pensare. Il dovere di continuare a pensare non ha nessun carattere costrittivo. Si tratta di sperimentare la gioia del vivere.
Sentirla, coltivarla, diffonderla."
la pigrizia mentale, la mediocrità, la bulimica asfissia dell’appiattimento sul quotidiano. Il quijotismo di Cajal, inteso come lo slancio eroico e indomito verso i più alti ideali della scienza, delle lettere e della politica, diventa il movimento necessario e imprescindibile al quale la nuova Spagna, affranta e abbruttita dalla perdita dello spazio coloniale, può affidarsi per ritrovare la strada per essere ancora all’altezza del confronto con le nazioni più avanzate nella tecnica e nello spirito.
Se è vero che con il termine Marginalia s’intendono le annotazioni,
gli scritti e i commenti fatti da un lettore a margine di un libro, questa raccolta non poteva trovare nessun altro titolo che la definisse in maniera più rappresentativa. La lettura di un libro, quando si tratta di un opera degna di questo nome (e non di quelle operazioni di mercato studiate a tavolino per riempire i carrelli di annoiati consumatori), non può che essere fonte di riflessioni, considerazioni, rimandi, rinvii. Il testo diventa allora una zattera per poter attraversare il fiume del tempo, un tronco al quale aggrapparsi nelle ripide del divenire. Ma il testo – che per sua natura altro non è che un condensato di esperienze e riflessioni vive, la cui naturalità si spegne nella struttura rigida del foglio –, deve essere abbandonato quando si giunge ad una sua visione più complessa, e ad una comprensione più profonda di se stessi e della natura medesima dell’attraversata
doveva intitolarsi: Contributi per la comunità concreta. Il titolo del volume voleva omaggiare l’intuizione comunitaria di Adriano Olivetti. Intuizione che rinnova la fiducia nell’uomo di poter costruire una comunità responsabile che sappia vivere, amare e lavorare, non solamente per produrre benessere economico ma anche per elevare le coscienze. La Comunità immaginata da Olivetti è operosa, concreta, relazionale, partecipata, eterogenea, in continua formazione e alla ricerca ostinata di un senso che sia valido per l’uomo. Non è forse in questa direzione che dobbiamo provare ad indirizzare i nostri sforzi? Nel costruire realtà sociali che mettano al centro la persona e i valori positivi che riesce ad esprimere? Oggi viviamo in una fase del capitalismo consumistico in cui la produzione industriale alimenta lo spreco e l’inquinamento. Dentro questa dinamica perversa, l’uomo si sente parte integrante di questo inutile spreco perché si rende conto che è soltanto una minuscola ruota di un potente ingranaggio che lo stritola e lo rende sempre più disumano. Oggi manca una visione organica della persona che includa le dimensioni del produrre, dell’abitare, del fare cultura, storia e memoria. È per questo motivo che la comunità concreta è tutta ancora da costruire. Le basi ideali sono state gettate ma è urgente che ci si innamori nuovamente di queste basi per farle fiorire ancora e poi ancora.
Ignazio Silone, La sfinge del benessere
Sin embargo, me pregunto, no sin una ligera angustia: ¿son pronunciadas también en el corazón de los hombres? ¿Han superado el caparazón emocional que rodea al hombre-masa contemporáneo? ¿Siguen todavía vivos?
INTRODUZIONE di Pietro Piro.
Pietro Piro - Perché guardare Oriente nell’epoca della Tecnica?
EAST AND WEST
Ramkrishna Bhattacharya - Prehistory of Geometry in the East and the West.
María Teresa Román Lopez - ¿Oriente y Occidente?
VICINO ORIENTE
Alberto Samonà - Esicasmo ed Energie increate nella Cristianità d’Oriente: una porta verso se stessi.
Marco Miano - Musica e letteratura nell’esperienza spirituale della cultura religiosa dell’Islām.
INDIA
Luca Canapini - Meditazioni sulla Bhagavad Gita: l’anima e le tre influenze.
Igor Spanò – Cosmogonia cromatica: dalle Upaniṣad al Sāṃkhya.
Valentino Bellucci - La pratica del Bhakti-Yoga secondo la tradizione Vaishnava.
Krishna del Toso - Tutto in questa vita: considerazioni sull’etica e la morale dei Cārvāka/Lokāyata.
CINA
Giusi Tamburello– Via con te di Liu Ruoying, lettura in prospettiva di un romanzo cinese contemporaneo.
GIAPPONE
Aldo Tollini - Il pensiero di Dogen Zenji (1200-1235) nella prospettiva dell’uomo moderno.
Daniela Sadun - Da Van Gogh a John Galliano. Influenze giapponesi nell’arte occidentale.
Giuseppe Vitello – Shohei Imamura. Il profondo desiderio degli uomini.
PSICOTERAPIA , FILOSOFIA, LETTERATURA IN DIALOGO CON IL PENSIERO ORIENTALE
Antonio Sperandeo- La declinazione del tempo in psicoterapia quale legame tra cura e meditazione.
Giovanni Nancini - Riflessioni sull’Oriente a partire da H. Bergson.
Mariana Urquijo Reguera -Tagore e Bergson: Cammini antagonisti e convergenti tra Oriente e Occidente.
Gianfrancesco Iacono - Gabriele D’Annunzio e Kawabata Yasunari, due esteti a confronto: impressioni di un lettore occidentale.
PREFAZIONE - MEMORIE DI UN CURATORE (Pietro Piro) » p. 13
PROLEGOMENI
PROLEGOMENI PER UNA CRITICA ALLA CULTURA.
(Rolando Ruggeri) » p. 21
TRISTI TOPOI. NOTERELLE PER UNA FILOLOGIA FUTURA
(Gianfrancesco Iacono) » p. 39
PER UNA CRITICA DELLA RAGIONE CHIMICA
(Daniele A. Morello) » p. 47
DISILLUSIONI FILOSOFICHE
ILLUSIONE. ROTTURA E COSTRIZIONE
(Giulio Randazzo) » p. 53
L’UOMO SENZA ILLUSIONI. CRITICA E
ATTACCAMENTO ALLA VITA.
(Fabio Treppiedi) » p. 65
LA MORALE DELLA STORIA - PER UN’ETICA
MATERIALISTICA
(Andrea Luigi Mazzola) » p. 83
MA CHE MODI SONO? CAPITALISMO COME
(MANCANZA DI) STILE DI VITA.
(Giacomo Pezzano) » 103
BREVI NOTE SU SVILUPPO TECNICO,
FATICA E PROGETTO DI VITA.
(Giovanni Nancini) » p. 121
ECCITAZIONI
DINAMICHE DELL’ESPROPRIO ESISTENZIALE
(Ruggero d’Alessandro) » p. 133
IL MOMENTO IN CUI IL FILO PENZOLA LIBERAMENTE
TRA DUE PUNTI, E SORRIDE ALCUNE NOTE A
MARGINE SU GIOCO, POSSIBILITÀ, LEGGEREZZA
(Viviana Vacca) » p. 151
INFINITO MALINCONICO.
NOTE DAL PRESENTE IN DISSOLVENZA
(Valentina Rametta) » p. 161
LA VACCA GRASSA È BULIMICA.
IL LINGUAGGIO CINEMATOGRAFICO
NELL’EPOCA DEI NATIVI DIGITALI.
(Giuseppe Vitello) » p. 173
CONCLUSIONI
UN UOMO QUASI NUOVO
(Marcello Marchetti) » p. 193
SU UNA PRESUNTA SCUOLA DI CUI QUESTO
LIBRO SAREBBE IL FRUTTO
(Pietro Piro) » p. 199
GIOCHI MARGINALI
SCACCO ALL’IMBRUNIRE
(Loreto Cimino) » p. 205
LITURGIA DEL FUOCO
(Vincenzo Celano) » p. 206
LA BALLATA DELLA CITTÀ NUOVA
(Franca Albergamo) » p. 207
L’eccesso assoluto di ogni cosa, il debordare schizofrenico di ogni messaggio, la frenesia di ogni vita accelerata sino alla disintegrazione, induce il pensiero a farsi semplice ronzio, eco quasi impercettibile di suoni di macchine.
Pensare, poetare, sognare, diventano attività marginali e inattuali, inservibili al funzionamento di un enorme macchinario in cui l’uomo svolge la sua docile funzione d’ingranaggio. A questa logica puzzolente e mortifera, non si può fare altro che contrapporre una febbrile attività improduttiva come leggere e rileggere il Don Quijote, immedesimandomi a piacere in Sancio o nel Cavaliere della Trista Figura; giocare a fare la parte del tonto e fingersi pazzo, elaborare lutti, sognare, escogitare piani rivoluzionari, piani di fuga, piani di resistenza. Amare i propri amici e pregare affinché i nemici rimangano tali. Girovagare senza meta e senza scopo e infine pensare. Il dovere di continuare a pensare non ha nessun carattere costrittivo. Si tratta di sperimentare la gioia del vivere.
Sentirla, coltivarla, diffonderla."
la pigrizia mentale, la mediocrità, la bulimica asfissia dell’appiattimento sul quotidiano. Il quijotismo di Cajal, inteso come lo slancio eroico e indomito verso i più alti ideali della scienza, delle lettere e della politica, diventa il movimento necessario e imprescindibile al quale la nuova Spagna, affranta e abbruttita dalla perdita dello spazio coloniale, può affidarsi per ritrovare la strada per essere ancora all’altezza del confronto con le nazioni più avanzate nella tecnica e nello spirito.
Se è vero che con il termine Marginalia s’intendono le annotazioni,
gli scritti e i commenti fatti da un lettore a margine di un libro, questa raccolta non poteva trovare nessun altro titolo che la definisse in maniera più rappresentativa. La lettura di un libro, quando si tratta di un opera degna di questo nome (e non di quelle operazioni di mercato studiate a tavolino per riempire i carrelli di annoiati consumatori), non può che essere fonte di riflessioni, considerazioni, rimandi, rinvii. Il testo diventa allora una zattera per poter attraversare il fiume del tempo, un tronco al quale aggrapparsi nelle ripide del divenire. Ma il testo – che per sua natura altro non è che un condensato di esperienze e riflessioni vive, la cui naturalità si spegne nella struttura rigida del foglio –, deve essere abbandonato quando si giunge ad una sua visione più complessa, e ad una comprensione più profonda di se stessi e della natura medesima dell’attraversata
Anche se nella mia mente la sua presenza è forte e viva, sento che questo tentativo di restituzione non può che essere parziale e frammentario.
Ho pensato molto in questi giorni agli incontri, alle parole, agli sguardi e ai silenzi. Ho pensato a quanto sia complesso l’incontro con un’altra persona.
a tutti che le forme esterne della Chiesa cambiano sotto l’influsso dei tempi.
È questo il nostro compito principale: imparare a sperare!!!
Se fossi un po’ meno abituato a parlare con voi, mi sarei scoraggiato subito e avrei emesso uno di quei giudizi - tanto superficiali quanto velenosi - sulla totale apatia dei cosiddetti giovani. Ma io non ho mai conosciuto “un giovane” in tutta la mia vita. Ho sempre incrociato volti, sguardi, storie, lacrime e sorrisi.
Ho parlato con Daniele, con Luca, con Elisa, con Sabrina, con Giorgio, con Giuseppe, con Maria, con Sara. Ecco, parlando con voi, io credo di accorgermi di molte cose. Di quello che dite, certo, ma soprattutto di quello che non dite. Di certi sguardi che si perdono, di certi legami che si potrebbero creare ma che noi respingiamo perché siamo troppo impegnati a sopravvivere e, infine, della rabbia che accumulate ogni giorno che passa.
Vedete, se voi vi vestite con le ultime novità dettate dalla moda, se mangiate nei ristoranti o andate al cinema, se usate l’ultimo modello di smartphone, se impazzite per lo sport, se viaggiate in giro per il mondo, se siete dei seguaci delle serie tv o degli innamorati delle ultime tendenze della vita social, se uscite per andare a ballare o ordinate una pizza o un paio di scarpe da un sito internet noi adulti siamo contenti.
Siamo contenti quando siete dei docili consumatori del mondo che abbiamo pensato per voi. D’altronde, noi adulti vi abbiamo creato un confortevole, levigato e omologato mondo che dovete abitare con allegria, gratitudine e spensieratezza. Abbiamo pensato a tutto noi.
Oggi avete chiamato un sociologo per parlare di un articolo della nostra Costituzione. Ma di cosa si occupa un sociologo? Sé fra i suoi compiti c'è quello di analizzare, comprendere e monitorare i fenomeni sociali, allora, è necessario e urgente che "faccia il mio mestiere" e quindi aiutarvi a comprendere questo articolo come espressione di un fenomeno sociale.
Come mai quel che si produce instancabilmente sotto i nostri occhi, ed è il dato più effettivo, è palese, certo, ma non si vede?
La domanda è carica di profonda inquietudine e Jullien cerca di dare una sua personalissima risposta, attingendo a un rigoroso bagaglio culturale che abbraccia principalmente la cultura filosofica greca e cinese. Tuttavia, leggendo il suo libro: Le trasformazioni silenziose, scritto con gran mestiere e con intelligenza creativa, se ne ricava un’immagine – a nostro avviso – che tende a dare troppa importanza alla tradizione filosofica e a trascurare la realtà quotidiana cinese dall’antichità ad oggi. "
Il termine "valori" sembra propagandare un vago relativismo opposto al "vero scientifico".
Il moderno ha separato i fatti dai valori, e questo è il mondo qual'è, quello in cui viviamo.
In realtà questo non è "tutto" il mondo, ed anche nel nostro mondo il moderno non ha il successo che si vorrebbe.
Qualcosa resiste al moderno, qualcosa dell'uomo e del mondo e che noi viviamo come crisi della contemporaneità.
L'antagonismo del moderno verso la tradizione non è di per sé un concetto culturalmente plausibile, neppure ormai più dal punto di vista scientifico.
L'incertezza paurosa del futuro ci impone nuove riflessioni sui miti che hanno caratterizzato il moderno.
Alla Libreria Punto 52 di Termini Imerese (PA),
Presentazione del libro di:
Santiago Ramón y Cajal
Psicologia del Don Quijote e il Quijotismo
Tradotto e curato da Pietro Piro
Introduce: Gianfranco Consiglio
(Centro Internazionale Studi sul Mito).
Ne discutono: Armando Savignano
(Università di Trieste),
Pietro Piro (Filosofo).
Armando Savignano è ordinario di Filosofia Morale presso l'Università di Trieste. Le sue ricerche scientifiche riguardano la filosofia morale e la bioetica con speciale riferimento ai problemi epistemologici e alle questioni metodologiche relative ala bioetica delle virtù e all'etica medica, di cui ha anche approfondito i temi della comunicazione tra medico e paziente. Ha indagato inoltre su alcuni problemi relativi all'etica e alla deontologia della comunicazione. Si occupa inoltre del pensiero filosofico spagnolo e iberoamericano. È direttore scientifico della collana "Etica pratica" dell'Editore Guida, Napoli; e della collana di "Ispanismo Filosofico", ed. Saletta dell’Uva, Caserta. È condirettore della rivista "Rocinante". Fa parte del Consejo asesor della rivista "Antigona" (Málaga), e della Comissão Externa Permanente de Aconselhamento Científico del CEFi, Centro de Estudos de Filosofia da Faculdade de Ciências Humanas da Universidade Católica Portuguesa (Lisboa). Inoltre, collabora e fa parte del comitato scientifico di numerose riviste nazionali ed internazionali. Savignano presenta il suo libro edito da Rubettino Don Chisciotte. Illusione e realtà Il libro è stato pubblicato in occasione del quarto centenario della pubblicazione di "Don Chisciotte", e propone una chiave di lettura del capolavoro di Cervantes per molti versi ancora inedita. Don Chisciotte, secondo l'autore, non è tanto e solo un romanzo, ma una vera e propria opera filosofica sul senso della grandezza e della caduta dell'uomo, tradotta in metafore per la necessità di sottrarsi alla rigida censura dell'Inquisizione spagnola.
Introduce e modera la serata il filosofo Pietro Piro."
Ore 10.00: Introduce: Pietro Piro (Università di Enna Kore-UNED Madrid).
Il dovere di continuare a pensare anche quando non c’è più tempo per l’uomo.
Ore 10.30; Sezione: Il tempo dell’uomo nella filosofia.
Presiede: Giovanni Nancini (Filosofo).
Interventi:
- Fabio Treppiedi (Università di Palermo, Visiting Scholar at CIEPFC [ENS, Paris], BNF Mitterand [Paris]).
- Andrea Luigi Mazzola (Scuola Normale Superiore di Pisa).
- Giulio Randazzo (Università di Pisa).
Ore 11.45; Sezione: Il tempo dell’uomo nell’arte, nel cinema e nella letteratura.
Presiede: Valentina Rametta (Dipartimento di Studi Culturali-Arti storia comunicazione, Università degli Studi di Palermo).
Interventi:
- Giuseppe Vitello (Storico del Cinema).
- Ignazio Sauro (Poeta – Docente di Materie Letterarie Istituti Superiori).
- Alberto Amodeo (Scultore).
- Gianfrancesco Iacono (Scrittore).
POMERIGGIO
Ore 16.00; Sezione: Il tempo dell’uomo nel diritto, nel lavoro, nella politica.
Presiede: Andrea Nino Caputo (Vice Prefetto Aggiunto-Prefettura di Viterbo).
Interventi:
- Giacomo Gargano (Avvocato-Università di Enna Kore).
- Filippo Giunta (Libraio).
- Pietro Quattrocchi (Imprenditore).
Ore 18.00; Sezione: Il tempo dell’uomo nella psichiatria, nella psicoterapia e nella psicoanalisi.
Presiede: Giovanni Iannuzzo (Psichiatra-Università di Messina).
Interventi:
- Daniele Morello (Psicanalista).
- Alessandro Arrigo (Psicoterapeuta).
- Antonio Sperandeo (Psicoterapeuta).
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in Via Vann'Antò 16 a Palermo, si terrà la presentazione del volume di Pietro Piro, L'uomo nell'ingranaggio. Occasioni di critica, La Zisa, Palermo 2019. Introduce e modera: Davide Romano - Editore. Intervengono: Salvatore Cavaleri - educatore e attivista, Charlie Barnao - sociologo e docente Università di Catanzaro. Sarà presente l'autore.
Il workshop si terrà Lunedì 24 Febbraio dalle 10:00 alle 13:00 presso la Meeting Room del Centro Studi Opera Don Calabria a Termini Imerese in Via Ugo Foscolo 8.
Causa limitata disponibilità di posti è gradita una conferma. Grazie.
L’Italia torna ad essere un paese di emigrazione come in passato con elementi di continuità (disoccupazione, diseguaglianza, ignoranza, mancanza di futuro) e discontinuità (individualismo migratorio, livelli di scolarizzazione alta, presenza significativa delle donne).
Una prima analisi del materiale disponibile sulla nuova emigrazione italiana in Germania, Francia e Inghilterra mostra come gli immigrati italiani siano più preparati culturalmente dei loro antenati, emigrino più donne e intere famiglie. Tutti sono accomunati dalla ricerca di nuove opportunità di lavoro e di vita. L’analisi dei dati statistici favorisce una maggiore comprensione del fenomeno. Fenomeno che deve essere inquadrato in una prospettiva globale.
Y nosotros que estamos dispuestos con el objetivo de filosofar, ¿sentimos que se incluyen en una lógica eterna que no hace más que repetir sus gestos reiterativos o estamos lanzados como un cohete hacia un destino desconocido?
Quando l’alienazione è realizzata e perfetta, la dimensione della cura è annientata e i meccanismi di solidarietà sono ridotti al grado zero.
È per questo motivo che spesso osserviamo il dispiegarsi di distruttività nichiliste e prive di senso – in realtà il senso è proprio nella realizzazione di una perfetta alienazione – anche dove apparentemente i bisogni materiali sono soddisfatti.
Noi siamo convinti che solo se la nostra democrazia evolve verso una social-democrazia matura e consapevole dei rischi di un individualismo esasperato e consumistico, sarà possibile uscire dal pantano del berlusconismo. Pantano che ha fatto sprofondare il nostro Paese in un regno dominato dal Carnevale. Un regno in cui concedendo più volte al giorno attimi di rovesciamento e d’inversione di tutti i valori, si confonde e debilita l’individuo, rendendolo incapace di stabilire su quale piano di realtà avvengono gran parte degli eventi nel quale è coinvolto.
Possiamo ancora uscire da quest’eterna infanzia carnevalesca ma a patto di avere il coraggio di guardare al mondo con occhi adulti, limitando i nostri desideri puerili, riconoscendo nettamente ciò che è necessario e ciò che c’è imposto unicamente per arricchire le tasche di qualche astuto manipolatore, rimettendo il conflitto nella dinamica politica e non introiettandolo come dimensione personale, cominciando a guardare l’Altro come una possibilità di crescita e di sviluppo, studiando e approfondendo di più ciò che determina realmente le nostre vite.
Noi siamo una comunità, un insieme di relazioni, una pluralità di storie che ogni giorno generano nuove storie.
Quando si dimentica che si è eletti per servire, per interpretare soprattutto il grido che emerge dalle case più povere e da quella parte della comunità che vive costantemente nel pericolo di essere disintegrata dalle logiche del denaro, del profitto e del sopruso, ecco, allora, che si presenta il demone del potere.
Un potere vuoto che non è legittimato da nulla se non da se stesso.
Il partito da luogo di elaborazione teorica e cornice antropologica che forma e informa gli individui, si trasforma in cassa di risonanza delle istanze nevrotiche inespresse, delle delusioni accumulate, delle frustrazioni. La violenza diventa uno strumento di aggregazione che sostituisce l’idealità e senza il furore dell’attacco frontale, la partecipazione appare insensata e immotivata.
È solamente con lo scoppio della guerra che la sua posizione assume il ruolo della centralità spettacolare e la sua immagine diviene icona riconosciuta e riconoscibile - soprattutto all’Estero - della guerra stessa.
Prima del 1936, Franco appare come uno dei protagonisti di un’epoca, ma non certamente l’unico. Franco è un comprimario, un’immagine che compare – spesso sullo sfondo - nella complessa serialità del montaggio.
Quando la telecamera si fissa sulla sua figura lo fa per evidenziare un momento della narrazione, un capitolo di una storia che non si è ancora polarizzata su Franco. Lo studio dei documentari anteriori al 1939 è molto importante per definire i criteri estetici che saranno da fondamento per la successiva elaborazione narrativa del mito di Franco.
Prima del 1936 - e poi per tutta la durata della Guerra Civile - Franco è sempre ripreso in operazioni militari. Franco è un soldato, un generale che si occupa delle sue truppe e delle “sue” battaglie. Non è ancora stato investito da quella carica emozionale che lo farà identificare successivamente come un Salvatore.
F. Pentassuglio
Ci si chiede – a volte – se in un mondo che cambia così velocemente, abbia ancora senso costruirsi una identità – e quindi necessariamente riconoscersi in una storia sociale, politica, filosofica – quando le vere identità sono sempre più trattate dai poteri dominanti come un ostacolo e un fardello in un sistema-mondo che richiede la massima disponibilità del corpo e la minima rivendicazione identitaria.
In una società burocratizzata e tecnocratica dove ogni individuo è ricondotto alla logica della funzione utile ed efficace, le possibilità offerte alla filosofia sembrano essere almeno due.
La prima è la professionalizzazione intesa nel senso di Marconi. La seconda è il passaggio al bosco di jüngeriana memoria.
È dunque necessario che lo scandalo del lavoro precario avvenga, per mettere in moto il pensiero critico, per innescare logiche di resistenza, per dare vita a un nuovo potere costituente.
Senza questo scandalo non si riuscirebbe a sbirciare dietro la maschera per vedere il vero volto del capitalismo selvaggio. Una potente locomotiva che corre su binari d’oro, messi in posa da schiavi senza volto.
Tra gli anni ’70 e gli anni ’90 del secolo scorso, Francesco Carbone, intellettuale di grande spessore umano e culturale e di forte impegno civile, svolse un’intensa opera di sensibilizzazione e di stimolo a partire dalla città di Palermo e dalla sua provincia, ma fornendo un notevole apporto al dibattito artistico e culturale a livello regionale e nazionale. Egli, oltre a creare il museo etno-antropologico “Godranopoli” ed una ricca Pinacoteca di arte contemporanea, diede vita, nel corso degli anni, a diverse pubblicazioni. Oltre a “Nuova presenza”, “Tempo sud”, “Cartaggini” fondò, assieme ad un gruppo di collaboratori, un ”aperiodico” che si proponeva “l’attivazione socio-politica del territorio”, con sede a Godrano, a 40 chilometri dal capoluogo. Ad esso diede la testata “Busambra”, per sottolineare che quello che nasceva proveniva da (e, soprattutto, voleva dar voce a un’ampia area geografica gravitante attorno al rilievo montuoso di Rocca Busambra, comprendente più di venti centri abitati dell’hinterland a sud di Palermo: Baucina, Bolognetta, Campofelice di Fitalia, Cefalà Diana, Ciminna, Corleone, Ficuzza, Godrano, Lercara Friddi, Marineo, Mezzojuso, Misilmeri, Piana degli Albanesi, Prizzi, Santa Cristina Gela, Ventimiglia di Sicilia, Vicari, Villafrati.
L’area culturale ed umana così delimitata presenta alcune caratteristiche comuni, pur nella particolarità di ciascun paese o di ciascuna cittadina. Essa appartiene ad una parte dell’isola che non è più la costa con i suoi grandi agglomerati e le sue tipiche attività produttive e commerciali, ma non è neppure la Sicilia dei grandi latifondi che soffre maggiormente l’isolamento e la lontananza dagli stimoli delle grandi città. Una lunga serie di vicende unisce le popolazioni di questo territorio, con la grande epopea per la cacciata dei Borbone, ma anche la nascita della mala pianta mafiosa e la lotta contro di essa, le rivolte anti-sabaude, la fondazione e la repressione dei Fasci dei lavoratori, la diaspora delle massicce migrazioni in America, in Europa, nell’Italia del Nord, un’ampia scolarizzazione di massa dagli anni’60 in poi, la presenza di mentalità, usi e costumi, modi di dire, tradizioni civili e religiose, l’intrecciarsi continuo di scambi di ogni genere e la frequente circolazione delle persone.
A distanza di trent’anni dall’iniziativa di Carbone, pur con gli inevitabili mutamenti dei contesti regionali, nazionali ed internazionali, la realtà socio-economica e culturale di tale area presenta ancora gravi ritardi su piano dello sviluppo civile e culturale, con il perdurare di fenomeni come il clientelismo, la disoccupazione di vasti strati della popolazione, l’esodo di intere generazioni, un ceto politico inadeguato, il mancato sviluppo di attività produttive, l’uso privatistico di risorse pubbliche, mentalità e comportamenti mafiosi, scarso rispetto del paesaggio naturalistico, storico e degli altri beni culturali, valori consumistici e omologazione culturale, infrastrutture insufficienti in tanti settori. All’interno di questo quadro non mancano però iniziative e fenomeni di segno positivo, grazie soprattutto all’azione di minoranze attive nel campo del volontariato e dell’impegno culturale ed artistico, che in molti casi funzionano da veri e propri anticorpi. Ci sembra giusto ed utile dare voce a queste realtà operose, indagare e diffondere tante buone pratiche che troppo spesso restano sottotraccia, quando non sono addirittura ignorate.
Riteniamo si possa, da parte di donne ed uomini di ogni età e condizione, superare l’isolamento e unire le forze, rifiutando di accettare supinamente la realtà così come è data, e contribuire a trasformare tale quadro complessivo.
Avendo scelto di agire sul piano culturale, pensiamo utile e possibile dar vita ad un approfondimento scientifico interdisciplinare, in completa indipendenza da forze politiche, economiche o sindacali, che possa accompagnare l’allargamento di una consapevolezza civile, ascoltare e sostenere la diffusione di esperienze positive di aggregazione, contribuire alla conoscenza ed alla valorizzazione delle risorse umane, culturali, storiche, naturalistiche, artistiche, economiche dell’area Busambra, anche attraverso confronti e scambi con la realtà complessiva della società contemporanea e delle altre realtà meridionali, in modo da “agire localmente, ma pensare globalmente”.
Destinatari di tale sforzo saranno tutti coloro che vogliono pensare in modo critico e consapevole, in particolar modo le giovani ed i giovani, siano essi rimasti nella nostra terra, siano essi lontani per scelta o per necessità.
La FIAT ha creato a Termini Imerese un precedente pericolosissimo. Un precedente di deresponsabilizzazione con effetti di lungo termine su un territorio, prima reso dipendente e mono-produttivo con un altissimo livello di fidelizzazione dei lavoratori (la fabbrica è presto diventata un modello produttivo, ha riconosciuto lo stesso Marchionne) e poi totalmente abbandonato a se stesso esclusivamente per calcoli di profitto.
Molto del presente di Termini Imerese dipende dalle scelte antisociali una società con sede fiscale a Londra, sede legale ad Amsterdam e quotazione a Wall Street. Termini Imerese come città simbolo degli effetti perversi del neoliberismo economico.
La depressione economica aggrava tutti i germi negativi presenti nel corpo sociale.
Abstract: In these brief reflections we try to give an answer to the question: Auschwitz is still possible? The answer is negative for at least two main reasons. The first is that the technological innovation has made this system of destruction obsolete. The second is the rejection of violence as a means of social conflict resolution by democratic governments. However, this does not mean that forms of even greater destruction can’t be repeated due to psychological mechanisms that have not yet been defeated by education and love.
La prima consiste nell’assenza di sistematicità del pensiero orteghiano che è capace di costruire «un sistema filosofico aperto, critico, come asse di riferimento di un pensiero, che ne tutela il nucleo, il metodo e l’ipotesi interpretativa da confermare nell’evoluzione della ricerca» (p. 131).
La seconda consiste nel catattere stilistico dell’ensayo che è capace di approfondire «l’articolazione diacronica e sincronica dell’esperienza umana».
La terza nella «lettura della vita costruttiva e inquieta del tempo stesso, in cui io e circostanza, io e società, biografia e storia sono strettamente congiunti e interattivi, pur senza mai confondersi o disorientare il lettore» (p. 131).
La quarta è nella «valorizzazione della ragione storica sottratta a ogni tipo d’ipoteca razionalistica, ovvero una ragione in cui filosofia, arte, scienza, religione sono attori fondamentali del teatro vitale, poiché tracciano percorsi fenomenologici complessi e funzioni ermeneutiche, per essere costruttivi e critici nello stesso tempo» (p. 131).
Una primera introducción a la obra de J. Ellul: El sistema técnico (Le Système technicien, 1977).
weberiana dimostra la capacità di «resistere nel tempo e al tempo» e continua a esercitare
un notevole carisma. La grandezza dell’indagine di Weber è rappresentata dalla sua straordinaria capacità di porre questioni radicali e nel tentare di darvi delle risposte.
Risposte valide ancora oggi e degne del massimo interesse.