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2024, TEORIE, PRATICHE, STORIE DEL LAVORO E DELL’IDEA DI OZIO
During the Renaissance, some engineers realised the importance of the application of machines and the general automation of work. In this article, we look at how Renaissance engineers approached work and its organisation and then turn to some of Leoanrdo's projects such as the construction of digging cranes to reduce the use of labour on construction sites.
Edoardo Gellner. Similitudine, distinzione, identità., 2011
Catalogo della mostra tenutasi a Pisa nel 2011
Giuseppe e Ugo Mannajuolo. ingegneri e architetti tra neoeclettismo e razional-funzionalismo, 2020
Con questo volume si intende colmare una lacuna storiografica delineando il profilo monografico di due autori, Giuseppe e Ugo Mannajuolo, rispettivamente padre e figlio, ingegnere e architetto, diversi tra loro, ma che possono essere certamente considerate figure di spicco nell’ambito dell’ingegneria e dell’architettura nell’arco temporale che va dalla fine dell’800 alla metà del ‘900. Un capitolo, questo, quasi del tutto ignorato dalla storiografia nella nostra area geografica nonostante il ruolo che le loro opere hanno assunto nel panorama nazionale soprattutto, per i nuovi linguaggi architettonici adottati che abbandonano quel neo ecclettismo, in voga al tempo, talvolta anacronistico sia pur rivisitato, per caratterizzare quella produzione architettonica nazionale.
Part 1- Constructions from the origins to our times Part 2- Four symbolic stories: The Academia Bridge in Venice, The Park Tower in Milan, The Fraccaro tower in Pavia, Expensive and unexpensive Footbridges Part 3- Safety, Gross Errors, Quebec Bridge, Hyatt Hotel in Kansas City, Quality Procedures.
2019
VIII Forum ProArch - Unina, Unicampania, Poliba Napoli, 21-23 novembre 2019
Riguardo utilità sociale dell’architettura e alle sue ricadute efficienti sulla trasformazione fisica e concreta della città e del territorio particolare rilevanza assume il tema del rapporto necessario con la realtà. Attraverso una serie di mostre, convegni e dibattiti svoltesi nel 2012/13 un gruppo di giovani docenti e ricercatori hanno chiamato a riflettere sul tema “Architettura e Realismo” studiosi - architetti e filosofi - italiani e stranieri. Da un primo bilancio di queste iniziative è emersa la necessità di ricostruire l’insopprimibile legame della nostra antica disciplina con il reale. Un reale che con il progetto va conosciuto in profondità per riconoscerne le contraddizioni con l’obiettivo - ricordando Lukács - di costruire “uno spazio reale e adeguato che evochi visivamente l’adeguatezza”. La ricerca dell’adeguatezza (vs accettazione), rispondenza, appropriatezza e pertinenza delle forme può riproporre l’utilità sociale del nostro operare, non muovendo da una acritica presa d’atto dello status quo, bensì da una sua progressiva modificazione/trasformazione capace di migliorare la nostra afflittiva condizione. Una condizione in cui l’architettura si mercifica e virtualizza sotto la spinta di un’incessante produzione di idola, dove la rappresentazione dei valori della collettività è impedita da una massificazione diffusa e inconsapevole, dove prevale l’individuale sul collettivo in cui la “città senza una cittadinanza” si riduce ad agglomerazioni indistinte dove nessuno può o vuole riconoscersi. Attraverso un rinnovato confronto col reale, si deve tornare a riflettere sulla pratica del “mestiere” e sulla “realtà” dell’architettura, per ragionare criticamente sulle istanze positive che essa - in quanto parte costitutiva della realtà fisica, sociale ed economica che ci circonda - contiene per la trasformazione della città e del territorio in cui viviamo. Il realismo per l’archiettura è dunque un richiamo alla responsabilità civile del progetto, nei confronti dei suoi effetti concreti e immediati sulle trasformazioni fisiche e materiali che produce. Superando il “relativismo immobile” di questi anni, la sfiducia ed il rifiuto di ogni possibile fondamento oggettivo (anche solo per “frammenti di verità” possibili), con il ritorno alle “cose stesse”, alle regole e alla sua tradizione non transitoria, l’architettura potrà essere ancora capace, come poche attività umane, di determinare e condizionare in termini di longue durée il nostro abitare. Non si tratta di una subalternità a tendenze filosofiche oggi vincenti, ma piuttosto - aprendo a confonti e a nuove possibili riflessioni ed avanzamenti - della riappropriazione, da parte della autonoma riflessione architettonica, di un antico, innato eineludibile rapporto critico con la realtà, della responsablità/finalità nella modificazione del nostro ambiente che sia non semplicemente “riflessiva” ma “formante”, non data a-priori, ma ogni volta da rinnovare nei suoi valori essenziali e nei suoi contenuti civili.
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Augi Martika Sari, 2019
Revista de Artă și Istoria Artei, 2023
Methodius of Olympus: De lepra Interdisciplinary Approaches, 2024
Kodai 13/14, 2003
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Afetlerde Sosyal Hizmet, 2024
Aletria: Revista de Estudos de Literatura, 2012
Faletehan Health Journal
Proceedings of the National Academy of Sciences, 2020
Journal of autacoids, 2020
KỶ YẾU HỘI NGHỊ KHOA HỌC CÔNG NGHỆ QUỐC GIA LẦN THỨ XIII NGHIÊN CỨU CƠ BẢN VÀ ỨNG DỤNG CÔNG NGHỆ THÔNG TIN - Proceedings of the 13th National Conference on Fundamental & Applied Information Technology Research
Journal of Consulting and Clinical Psychology, 1974
O papel do professor na elaboração dos currículos escolares em Angola ngola , 2023
População e Sociedade, 2021