l’invisibile
Tracce nascoste di storie,
opere e contesti
UP
PADOVA
P
Svelare
P A D O V A
U N I V E R S I T Y
P R E S S
Il volume è stato realizzato con il contributo dell’Università degli Studi di Padova – Dipartimento
dei Beni Culturali: Archeologia, Storia dell’Arte, del Cinema e della Musica – Corso di Dottorato in
Storia, Critica e Conservazione dei Beni Culturali.
Prima edizione 2023 Padova University Press
Svelare l’invisibile. Tracce nascoste di storie, opere e contesti
© 2023 Padova University Press
Università degli Studi di Padova
via 8 Febbraio 2, Padova
www.padovauniversitypress.it
Progetto grafico: Padova University Press
Impaginazione: Oltrepagina, Verona
In copertina:
- Piero del Pollaiolo, Ritratto di giovane dama, 1470-1472, tecnica mista su tavola, cm 45,5x32,7,
Milano, Museo Poldi Pezzoli
- Radiografia dell’opera Ritratto di giovane dama di Piero del Pollaiolo eseguita con impianto
raggi X dedicato (Art Gil - Gilardoni S.p.A)
ISBN 978-88-6938-365-6
This work is licensed under a Creative Commons Attribution International License
(CC BY-NC-ND) (https://creativecommons.org/licenses/)
a cura di
Chiara Andreatta, Marco Argentina, Greta Boldorini,
Federica Bosio, Eliana Bridi, Chiara Casarin, Andrea Chiocca,
Francesca Daniele, Mirko Fecchio, Ylenia Saretta,
Federica Stella Mosimann, Gianantonio Urbani, Romina Zanon
Svelare l’invisibile
Tracce nascoste di storie, opere e contesti
INDICE
Nuove ricerche e nuove ipotesi per i Beni Culturali. Premessa a Svelare l’invisibile.
Tracce nascoste di storie, opere e contesti
Federica Toniolo, Monica Salvadori
Introduzione del volume degli Atti del Convegno Svelare l’invisibile. Tracce nascoste di
storie, opere e contesti
Chiara Andreatta, Marco Argentina, Greta Boldorini, Federica Bosio,
Eliana Bridi, Chiara Casarin, Andrea Chiocca, Francesca Daniele, Mirko Fecchio,
Ylenia Saretta, Federica Stella Mosimann, Gianantonio Urbani, Romina Zanon
9
13
SESSIONE I. Al di là della superficie: tecnologie d’indagine e pratiche esecutive
Per una possibile storia dell’atramentum
Francesca Daniele, Fiorenza Redi
17
Oltre il visibile. Un approccio interdisciplinare per la ricostruzione della tecnologia di
produzione della ceramica a vernice nera da Locri Epizefiri
Elisa Ercolin, Diego Elia, Patrizia Davit, Monica Gulmini
25
La pala d’altare di Colantonio nella chiesa di San Lorenzo Maggiore a Napoli.
Aggiornamenti sulle due tavole a Capodimonte
Paola Improda
35
Oltre il visibile: processi produttivi e tecniche esecutive svelati da alcuni contesti
pittorici di età romana
Federica Stella Mosimann
47
SESSIONE II. Restituire alla conoscenza: rappresentazioni e ricostruzioni di
realtà invisibili
Soft Boundaries. Techniques and methodologies to represent hypothesis about the
cultural heritage
Rachele Angela Bernardello
59
Per una ricostruzione della concezione stilistica e formale dei concerti per violino di
Giuseppe Tartini: un’opportunità per ripensare Dounias?
Chiara Casarin
69
SESSIONE III. Interpretare le tracce: storie di opere e contesti
Intrecci liturgico-musicali tra Torino e Asti
Clarissa Cammarata
81
5
Indice
Autografi paciniani ritrovati: tre versioni d’autore per la Scena e Aria di un tenore
Antonella Manca
93
SESSIONE IV. Ricucire i frammenti: riscoperta e valorizzazione di opere e luoghi
Archivi fotografici per le belle arti: il caso dell’Accademia di Brera. Tracce e percorsi
per valorizzare un patrimonio dimenticato
Greta Plaitano
107
La Casa di Cura Arslan a Padova: una decorazione “svelata”
Andrea Chiocca
117
Oltre l’illusione: le macchine del teatro Farnese di Parma (1628). Fonti per una
ricostruzione virtuale
Benedetta Colasanti
129
SESSIONE V. Oltre i confini: leggere in filigrana il rapporto con l’alterità
Frammenti d’Asia nella collezione di Lamberto Vitali
Federica Bosio
139
French Women Orientalists in the Maghreb, 1899-1929: Uncovering the Hidden
Strategies of Colonial Orientalism
Giulia Luciani
149
La partecipazione della Cina alla Biennale di Venezia negli anni Ottanta. Fenomeni
nascosti e cause dell’eterogeneità cinese nella storia dell’arte occidentale
Rui Ji
159
SESSIONE VI. Vivere nel paesaggio: svelare l’intreccio tra comunità umana
e ambiente
L’invisibile nelle ossa: paleodieta e paleoeconomia nella Rab altomedievale
Mirko Fecchio, Maurizio Marinato
171
Svelare i paesaggi del mondo rurale greco tra agricoltura e produzioni ceramiche
Francesca Tomei
181
Dai campi… alle città. Tecniche di Land Evaluation per riscoprire l’antico agire delle
prime comunità urbane
Agostino Sotgia
193
Nuove prospettive di analisi dei film di famiglia delle vacanze. Il paesaggio marino e
lo sguardo del turista
Pietro Agnoletto
205
Trasformazioni ed interventi strutturali svelati dagli eventi sismici: il caso del
terremoto Centro Italia 2016
Ylenia Saretta
217
6
Indice
SESSIONE VII. Ai margini: realtà celate e storie alternative
Sotto la superficie: il sistema di smaltimento delle acque di Verona romana
Eliana Bridi
231
Oltre il fotogramma. Sulle tracce di Spedizione Franchetti in Dancalia
Serena Bellotti
245
Carla Lonzi e gli anni Novanta: appunti per una storia dimenticata
Greta Boldorini
255
L’archivio dimenticato di Marcella Pedone: fotografie e filmati di un viaggio
identitario nei paesaggi di un’Italia perduta
Romina Zanon
265
Manufatti e culti domestici “invisibili”: le arule fittili. Due esemplari pompeiani dagli
scavi presso la domus al livello superiore del Complesso delle Terme del Sarno (VIII 2, 21)
Chiara Andreatta
275
POSTER
Dispositivi visuali per la conoscenza specialistica, fra collezionismo ed enciclopedismo.
Il Dizionario figurato della vita musicale di ogni secolo e di ogni nazione di Mario Bellucci
La Salandra (1892-1966)
Francesco Dragoni
287
Igor Stravinsky’s The Soldier’s Tale through time and meanings
Anastasia Kozachenko-Stravinsky
291
Emersioni d’archivio: il Totalrama come sistema nazionale di ripresa e proiezione widescreen
Silvia Mascia
297
Architetture medievali fortificate e paesaggi rurali del potere: il contesto dell’Alto
Brembo in alcuni casi studio
Chiara Pupella
303
Il Labirinto “invisibile”: basilica di San Savino a Piacenza
Paola Ricchiuti
309
I teatri sotterranei milanesi tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX
Francesca Rigato
313
Tracce di archeologia invisibile. Storia e ricomposizione di un archivio fotografico di
Soprintendenza
Claudia Sorrentino
319
Indagini di microarcheologia presso il monte Tabor in Israele
Gianantonio Urbani
325
I diritti negati in alcune ricerche artistiche dell’area postsovietica
Francesca Vella
331
7
Svelare i paesaggi del mondo rurale greco tra agricoltura
e produzioni ceramiche
Francesca Tomei
University of Liverpool
f.tomei@liverpool.ac.uk
Abstract
This contribution aims to analyse and re-evaluate the role of ceramic production in Greek
rural settings and, in particular, how it intertwines with agriculture to outline the overall
landscape of activities, or taskscape. Through the analysis of two case studies from Greece
and southern Italy, the different ceramic productions have been considered to evaluate their
distribution in the territory. In addition, the combination of archaeological and palaeoenvironmental data have been modelled on GIS using spatial analysis techniques, such as cost
path surfaces and least-cost paths. GIS allowed the author to create experiential models of
human movement in the landscape, investigate the connection between pottery production
sites, rural nucleated settlements and isolated farmhouses and understand the use of the rural
landscape within the pottery production operative chain. The calculations of the energetics
of the transportation of the agricultural waste as fuel for the kilns enrich the reconstruction
of an active landscape built by the work of the rural communities, which are now invisible.
Keywords
Greek pottery production; taskscape; GIS; agriculture rural landscape.
Introduzione
La presente ricerca ha come obiettivo principale di riscoprire il ruolo della
produzione ceramica nel taskscape1 del paesaggio rurale greco e magnogreco
analizzandone le connessioni materiali, spaziali e temporali con le attività agricole per svelare il paesaggio rurale nella sua interezza. Inoltre, vuole illustrare
come la presenza di siti rurali residenziali e non residenziali, unitamente alla
vicinanza e alla disponibilità di risorse primarie hanno influenzato la scelta di
collocare le officine ceramiche nel territorio. Per raggiungere tali obiettivi di
ricerca, sono state prese in esame, come casi studio, due regioni della Grecia e
della Magna Grecia dove sono stati indagati siti di produzione ceramica. Ad essi
sono stati integrati da un lato gli studi etnografici su contesti rurali della Grecia2 e sulle officine tradizionali operative fino agli anni Settanta del secolo scorso in Grecia3 e Spagna4 e, dall’altro, le fonti letterarie classiche. Un contributo
importante per la comprensione dei legami spaziali e temporali tra produzione
1
2
3
4
Ingold 1993; Fitzjohn 2013.
Forbes 2007.
Matson 1972.
Castellote Herrero 2006; García Alén 2008.
181
Francesca Tomei
ceramica e agricoltura è stato dato dall’utilizzo di GIS5, in particolare le analisi
di Cost Distance e Least-Cost Path.
I casi studio
I dati archeologici per questa ricerca derivano dalle ricerche sistematiche e
multidisciplinari effettuate nella chora di Metaponto dall’Insitute of Classical
Archaeology (ICA) della University of Texas at Austin tra 1980 e 20006, e nella
valle di Berbati e Limnes nell’Argolide settentrionale dallo Swedish Institute
at Athens tra 1988 e 19907. I dati delle survey hanno evidenziato la presenza in
entrambe le regioni di siti di produzione ceramica di epoca classica ed ellenistica, alcuni dei quali sono stati indagati. In particolare, in questa sede verranno
esaminati due siti che presentano resti di fornaci: Sant’Angelo Vecchio nel territorio di Metaponto e Pyrgouthi nella valle di Berbati.
Sant’Angelo Vecchio nella chora di Metaponto
Sant’Angelo Vecchio è situato su una terrazza marina a 8 km a ovest della
città (asty) di Metaponto lungo il fiume Basento e l’antica strada basentana8. Le
indagini archeologiche indicano che il sito è stato frequentato per periodi brevi
e discontinui, con cambi di destinazione d’uso e periodi di abbandono, come accade del resto per la maggior parte dei siti rurali9. Nel tardo IV secolo a.C. l’area
viene occupata da un’officina ceramica con un piccolo edificio coperto – forse
un capanno per lavorare al tornio10. A sud-est dell’edificio si trovano i resti di
due fornaci troppo poco conservate per comprenderne la forma e le dimensioni11. Il materiale ceramico di scarto e gli stampi rinvenuti nei depositi dell’area
delle fornaci indicano che l’officina produceva soprattutto placche votive e rilievi architettonici di terracotta con varie iconografie risalenti al IV-III secolo a.C.,
ceramica comune e da cucina e pesi da telaio12. Durante questo periodo non
sono documentate strutture santuariali vicino al sito, per cui le placche votive
erano prodotte e verosimilmente trasportate altrove; tra le destinazioni di tali
manufatti probabilmente faceva parte il santuario rurale di San Biagio distante
2,5 km da Sant’Angelo Vecchio, in cui sono appunto attestate antefisse ricavate
da stampi rinvenuti presso il sito produttivo13.
A metà del II secolo a.C. l’officina viene probabilmente distrutta da un incendio14 e il sito rimane abbandonato fino alla metà del I secolo a.C. quando la
stessa area viene occupata da una nuova officina per ceramica. Un edificio coperto viene costruito sopra il precedente15. Nello stesso luogo delle fornaci pre5
Gillings 2012.
Carter, Prieto 2011.
7
Wells, Runnels 1996.
8
Silvestrelli 2016a, 3.
9
Foxhall 2020, 8.
10
Silvestrelli et al. 2016, 71.
11
Silvestrelli et al. 2016, 73-74; Tomei 2022b, 129-130.
12
Foxhall, Quercia 2016, 455; Silvestrelli 2016b, 132.
13
Tempesta 2016, 434-438; Tomei 2022b, 134.
14
Silvestrelli 2016c, 35.
15
Silvestrelli et al. 2016, 79.
6
182
Svelare i paesaggi del mondo rurale greco tra agricoltura e produzioni ceramiche
cedenti viene inoltre costruito un complesso recintato rettangolare di 92 mq di
superficie, con tre fornaci ben conservate ed un piccolo cortile16. I pochi scarti
di produzione suggeriscono che l’officina produceva ceramica grigia e ceramica
da cucina17. La ceramica indica inoltre che l’officina è rimasta in uso fino a fine
I secolo a.C., quando il sito viene nuovamente abbandonato18.
Pyrgouthi nella valle di Berbati in Argolide
Pyrgouthi, come Sant’Angelo Vecchio, presenta molteplici fasi di frequentazione e cambi di destinazione d’uso. Si trova nella zona pianeggiante della parte
orientale della valle di Berbati-Limnes, in Argolide centro-orientale, lungo la
strada moderna che attraversa la pianura e lungo l’antica strada kontoporeia che
collegava Argo e Corinto19. Lo scavo ha rivelato che, nel V secolo a.C., presso
il sito viene installata un’officina ceramica con due fornaci rettangolari, senza
nessuna evidenza di uso residenziale, che rimane in uso per tutta la prima
metà del secolo20. I depositi archeologici legati alle fornaci contengono elementi strutturali delle stesse fornaci e scarti di produzione, ovvero distanziatori
e frammenti di ceramica mal cotta che comprendono ceramica comune non
decorata da tavola e grezza da cucina21. Tuttavia, gran parte del deposito è costituito da tegole di tipo corinzio, che evidentemente sono il prodotto primario
dell’officina di Pyrgouthi22.
Connessione tra agricoltura e produzione ceramica: il combustibile
Un primo elemento di connessione materiale tra produzione ceramica e agricoltura in ambito rurale è il combustibile utilizzato per le fornaci. Nel Mediterraneo, i ceramisti contemporanei che usavano almeno fino agli anni Ottanta
del Novecento metodi tradizionali, o che tutt’ora li utilizzano, come la scrivente ha potuto constatare personalmente a Creta presso le officine ceramiche di
Margarites e Thrapsano, preferiscono gli scarti agricoli come combustibile perché sono più economici della legna e più facilmente reperibili nella campagna
circostante23. Tra gli scarti comunemente usati, sia attualmente che in antico, la
sansa di olive24 è molto diffusa perché sviluppa un alto potere calorifico all’interno della fornace per molte ore, può essere conservata a lungo ed è facilmente
ottenuta a basso prezzo nelle zone in cui si produce olio d’oliva, come testimoniano i ceramisti di Thrapsano25. Altri scarti agricoli comunemente usati sono
le potature di olivo, vite e fico, considerati particolarmente efficienti anche da
Teofrasto26; inoltre, è documentato che anche rami e rametti di qualunque pian16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
Silvestrelli et al. 2016, 80-82; Tomei 2022b, 131.
Silvestrelli 2016b, 133.
Foxhall 2020, 8.
Wells 2002, 71-74.
Penttinen 2005, 21, 36; Foxhall 2020, 4; Tomei 2022c, 248.
Penttinen 2005, 28-35.
Penttinen 2005, 36.
Matson 1972; Veal 2017, 333.
Matson 1972, 219; Foxhall 1998, 38; Rowan 2015; Tomei 2022c, 245.
Rowan 2015, 466-467.
Theophr. Hist. pl. 9.4.6; Matson 1972, 219; Foxhall 1998, 37; Tomei 2022c, 245.
183
Francesca Tomei
ta selvatica disponibile nell’area circostante all’officina possono essere utilizzati per avviare il fuoco o, in caso di rami con foglie verdi, per creare il fumo e
un’atmosfera riducente nelle fasi finali della cottura27.
Le analisi archeobotaniche effettuate a Sant’Angelo Vecchio indicano che,
durante le fasi di utilizzo dell’officina ceramica, il paesaggio circostante è caratterizzato soprattutto da macchia mediterranea e pascolo e sono coltivati olivo,
vite e cereali, in particolare grano, orzo e avena28. A Pyrgouthi gli esami paleobotanici mostrano che i terreni circostanti sono in gran parte coltivati ad olivo
– insieme ad alberi da frutto come il mandorlo – e a cereali e legumi. Anche qui
una buona parte del territorio è lasciato ad incolto29. In entrambi i casi studio
quindi il paesaggio agricolo circostante risulta ideale per l’approvvigionamento del combustibile necessario; inoltre a Pyrgouthi l’uso della sansa di olive è
confermato dai noccioli di oliva frantumati e carbonizzati rilevati all’interno di
una delle fornaci30. Anche l’incolto è una risorsa importante sia per le fornaci
sia per l’economia agraria, in quanto fornisce pascolo e, allo stesso modo degli
scarti agricoli, mangime per il bestiame quali capre, pecore, asini31. Agricoltura
e pastoralismo o allevamento, quindi, coesistono in queste regioni come forme
integrate di sussistenza a cui si aggiungono e si integrano le produzioni artigianali32.
Connessione tra agricoltura e produzione ceramica: la viabilità e la forza lavoro
Il combustibile, come anche l’argilla e gli additivi, deve essere trasportato
dalla fonte di approvvigionamento al luogo di produzione. I mezzi di trasporto
più comuni in ambito pre-industriale sono gli asini ed i muli, utili per trasportare in groppa fino a 100 kg di materiale lungo sentieri scoscesi e non pavimentati, oppure a traino di carri, quando sono disponibili strade percorribili da
veicoli a ruote. La presenza di strade e sentieri di epoca classica ed ellenistica
è attestata archeologicamente, ma un ulteriore aiuto nella ricostruzione della
viabilità antica può essere fornito dalle analisi spaziali eseguibili in ambiente
GIS. Sia a Sant’Angelo Vecchio (fig. 1) sia a Pyrgouthi (fig. 2), all’interno del
buffer di 1 km stabilito, su base etnografica, come distanza massima dove poter
raccogliere il combustibile affinché il lavoro sia conveniente dal punto di vista
del tempo e dello sforzo della manodopera33, grazie alla least-cost path analysis
sono emersi possibili strade e sentieri. La presenza e le caratteristiche di questi
percorsi incidono ovviamente sullo sforzo energetico per il trasporto del combustibile, trasporto che rappresenta uno dei nodi della catena produttiva della
ceramica e che, proprio perché dipendente dalla topografia locale, può essere
analizzata in ambiente GIS.
27
28
29
30
31
32
33
Tomei 2022a, 331.
Florenzano 2016, 162-164.
Sarpaki 2005, 318-319.
Sarpaki 2005, 319.
Forbes 1996; Foxhall 1998.
Tomei 2022c, 251, fig. 11.
Tomei 2022a, 73.
184
Svelare i paesaggi del mondo rurale greco tra agricoltura e produzioni ceramiche
Fig. 1. Risultato delle elaborazioni in ambiente GIS per l’area di Sant’Angelo Vecchio: cost
distance surface e buffer delle distanze stabilite su base etnografica (massimo 1 km) per la
raccolta del combustibile. All’interno del buffer, sono visibili anche i sentieri ricostruiti con
la funzione least-cost path e la strada basentana nota archeologicamente (elaborazione autore).
Fig. 2. Risultato delle elaborazioni in ambiente GIS per l’area di Pyrgouthi. All’interno del
buffer, sono visibili anche i sentieri ricostruiti con la funzione least-cost path e la strada kontoporeia nota archeologicamente (elaborazione autore).
185
Francesca Tomei
I calcoli della forza lavoro necessaria a trasportare il combustibile34 mostrano che il dispendio di forza lavoro (espressa in persons per hour) viene ridotto
utilizzando carri trainati da asini o muli, che possono facilmente circolare
su strade come la basentana o la kontoporeia o su percorsi poco accidentati;
asini e muli caricati sul dorso aiutano anch’essi a ridurre lo sforzo rispetto al
trasporto fatto da esseri umani a piedi e possono facilmente muoversi anche
su sentieri in pendenza e non pavimentati. Inoltre, i calcoli dimostrano come
più la fonte di approvvigionamento è vicina al sito, maggiore è il risparmio
di manodopera (tab. 1).
Sansa di olive
Sant’Angelo Vecchio
Quantità: 2670 kg
Mezzo di trasporto
Pyrgouthi
Quantità: 8180 kg
Sforzo per
250 m (ph)
Sforzo per
500 m (ph)
Sforzo per
1000 m (ph)
Sforzo per
250 m (ph)
Sforzo per
500 m (ph)
Sforzo per
1000 m (ph)
Asino
5
10
20
15.6
31.14
63.3
Carro trainato da un asino
su strada piana
2
4
8
2.5
5
10
Carro trainato da asino su
pendenza del 5%
2.2
4.4
8.8
6.8
13.6
27.3
Mulo
1.2
2.4
4.8
3.8
7.6
15.2
Mulo su pendenza del 5%
3
6
12
9.5
19.1
38.2
Uomo/donna (max)
15
30
60
45.5
90.9
181.8
Uomo/donna (min)
22.3
44.5
89
68.2
136.3
272.6
Tabella 1: Calcoli di forza lavoro per il trasporto di sansa di olive a Sant’Angelo Vecchio e a
Pyrgouthi.
La cost distance surface, elaborata su GIS come modello di sforzo necessario
per spostarsi nel territorio in base ai dati di pendenza e di altitudine, permette
di vedere dove è possibile spostarsi con i vari mezzi di trasporto con il minor
apporto energetico. Nel caso di Sant’Angelo Vecchio (fig. 1), se è necessario spostarsi verso sud fino a 1 km dall’officina, lo sforzo è minore, anche perché si
stratta di una zona pianeggiante dove si trova la strada basentana antica che
consente di spostarsi con i carri; nelle altre direzioni invece lo sforzo è maggiore a causa della maggiore pendenza delle colline, dove lo spostamento su muli
o asini è agevolato dai sentieri. Pyrgouthi (fig. 2) invece si trova in pianura e
spostarsi nel raggio di 1 km dall’officina è agevole con i carri, che possono viaggiare anche sulla strada kontoporeia.
Come accennato in precedenza, per gli artigiani rurali è importante rendere
compatibili le mansioni relative alla produzione ceramica con i tempi dell’agricoltura, per cui la raccolta del combustibile è opportuno che avvenga nel luogo
34
I calcoli sono basati sulla stima della quantità di ogni tipologia di combustibile ricavata dal loro peso
specifico in rapporto al volume presunto della fornace. Vedi Tomei 2022a, 70-73.
186
Svelare i paesaggi del mondo rurale greco tra agricoltura e produzioni ceramiche
più vicino possibile all’officina e durante il periodo dell’anno adeguato, vale
a dire l’autunno, quando olivo, vite ed alberi da frutto vengono potati e viene
prodotto l’olio d’oliva35. Per fornaci rurali di piccole o medie dimensioni come
Sant’Angelo Vecchio e Pyrgouthi non sono necessarie grandi quantità di combustibile36, per cui una piccola squadra di due-tre persone con asini o un carro
riescono a raccogliere e trasportare il combustibile in poche ore, rendendo il
lavoro compatibile con le attività agricole della stagione.
Connessione tra agricoltura e produzione ceramica: la vicinanza spaziale con altri
siti rurali
Strade e sentieri consentono di raggiungere con facilità i luoghi di approvvigionamento di materie prime, ma anche gli altri siti rurali adibiti a
fattorie a carattere residenziale o solo produttivo, che sono quindi allo stesso
tempo sia fonte di rifornimento di scarti agricoli sia destinatari dei prodotti
ceramici delle officine. La vicinanza spaziale tra officine e siti rurali è quindi
fondamentale per lo sviluppo dell’attività di produzione ceramica in ambito
rurale ed è uno dei fattori chiave, insieme alla disponibilità locale di risorse
quali argilla, acqua e additivi, nella scelta di collocare le stesse officine nel
paesaggio37. I risultati delle analisi in ambiente GIS confermano questo assunto: il buffer di 3 km di raggio – una distanza percorribile facilmente anche a piedi – intorno a Sant’Angelo Vecchio (fig. 3) comprende numerosi siti
rurali individuati in survey e datati tra epoca classica ed ellenistica, oltre ad
altre fornaci e al santuario di San Biagio. Allo stesso modo nell’area di Pyrgouthi (fig. 4) sono presenti resti di siti rurali abitativi e non abitativi databili
al V secolo a.C. sulla base dei materiali rinvenuti durante la ricognizione. La
vicinanza spaziale permette anche lo scambio delle competenze necessarie
per produrre ceramica, tegole e terrecotte votive per l’uso quotidiano della
comunità rurale. Gli abitanti della chora greca formano quindi delle communities of practice 38 incentrate su attività quali l’allevamento, la coltivazione di
alberi da frutto, cereali e altri prodotti, la costruzione di edifici, e la produzione artigianale. Ognuna di queste mansioni richiede delle conoscenze specifiche ma è molto probabile che in ambito rurale gli individui siano coinvolti
in molteplici lavori39, quindi partecipano a molteplici communities of practice.
Per quanto riguarda la produzione ceramica, le conoscenze necessarie sono
condivise tra coloro che abitano la campagna attraverso l’insegnamento e
l’apprendimento delle skills, che operativamente si attuano nella scelta di
tipologie, forme e decorazioni dei prodotti ceramici anche in funzione del
loro uso a livello locale.
35
36
37
38
39
Foxhall 2007, 127, fig. 5.4; Fitzjohn 2013, 628-629, tab. 1.
Per maggiori dettagli vedi Tomei 2022a, 125, tab. 16; 217, tab. 47.
Tomei 2022a, 303.
Wenger 1998.
Flad, Hruby 2008.
187
Francesca Tomei
Fig. 3, I siti rurali abitativi e non abitativi presenti nel buffer di 3 km di raggio intorno a
Sant’Angelo Vecchio (elaborazione autore).
Fig. 4. I siti rurali abitativi e non abitativi presenti nel buffer di 3 km di raggio intorno a Pyrgouthi (elaborazione autore).
188
Svelare i paesaggi del mondo rurale greco tra agricoltura e produzioni ceramiche
Conclusioni
L’analisi dei casi studio dimostra come il mondo rurale greco e magnogreco
debba essere concepito più olisticamente come un taskscape in cui gli abitanti
sono coinvolti in molteplici attività produttive, di cui condividono le conoscenze
all’interno di varie communities of practice, per cui anche i siti agricoli, abitativi e
produttivi sono da considerare come una rete interconnessa sia spazialmente sia
temporalmente. La connessione tra tali siti è evidenziata da un lato dall’uso di
scarti agricoli come combustibile per le fornaci e, dall’altro, dai prodotti ceramici
per distribuzione locale ed uso quotidiano, sia domestico che agricolo. La presenza
di strade e sentieri e la vicinanza spaziale tra officine e siti rurali sono altri indizi
della presenza di una densa rete tra i vari siti. I percorsi stradali e la vicinanza
infatti favoriscono il movimento delle risorse primarie e dei prodotti ceramici ma
anche delle conoscenze e delle competenze all’interno delle comunità. La scelta
della locazione delle officine è quindi influenzata da tutti i fattori sopra descritti,
oltre che dalla disponibilità di materie prime basilari per la produzione ceramica.
Le ricostruzioni in GIS dimostrano come nel raggio di pochi chilometri di
distanza dall’officina sono presenti fattorie che possono fornire combustibile e
ricevere i prodotti ceramici. Permettono inoltre di visualizzare il costo energetico per muoversi nel paesaggio per trasportare le risorse primarie, suggerendo
in quale modo il trasporto stesso possa essere fatto con il minor dispendio di
energia e forza lavoro, in modo che possa essere compatibili anche con i tempi
dell’agricoltura. La presenza di reti stradali, note archeologicamente o ricostruite in GIS con la funzione least-cost path, permette non solo di connettere i siti,
ma anche di facilitare il trasporto dei materiali con carri o bestie da soma in
grado di abbattere il tempo necessario a svolgere la mansione.
I calcoli energetici, infine, mostrano come lo sforzo delle comunità rurali per
adempiere alle mansioni legate alla produzione artigianale per siti produttivi di
piccole dimensioni richieda un numero limitato di persone per ora. Questo perché la produzione ceramica, in tali contesti, è probabilmente un’attività part-time che viene svolta compatibilmente con le tempistiche del calendario agricolo,
allo scopo di portare delle entrate aggiuntivi ai singoli nuclei familiari.
Bibliografia
Carter, J. C., and Prieto A. (eds.) 2011, The Chora of Metaponto. 3: Archaeological Survey
Bradano to Basento, Austin.
Castellote Herrero E. 2006, Alfarería de Guadalajara: una guía para conocerla, Tierra de
Guadalajara 62, Guadalajara.
Fitzjohn M. 2013, Bricks and Mortar, Grain and Water: Tracing Tasks and Temporality
in Archaic Sicily, «World Archaeology», 45, 624-641.
Flad R. K., Hruby Z. X. 2008, ‘Specialized’ Production in Archaeological Contexts:
Rethinking Specialization, the Social Value of Products, and the Practice of Production, «Archaeological Papers of the American Anthropological Association»,
17, 1-19.
Florenzano A. 2016, Archaeobotanical Analysis, in F. Silvestrelli, I. E. M. Edlund-Berry
(eds.), The Chora of Metaponto 6: A Greek Settlement at Sant’Angelo Vecchio, Austin,
159-172.
189
Francesca Tomei
Forbes H. 1996, The Uses of the Uncultivated Landscape in Modern Greece: A Pointer
to the Value of the Wilderness in Antiquity?, in J. Salmon, G. Shipley (eds.), Human
Landscapes in Classical Antiquity, London, 68-97.
Forbes H. 2007, Meaning and Identity in a Greek Landscape: An Archaeological Ethnography, Cambridge.
Foxhall L. 1998, Snapping up the Unconsidered Trifles: The Use of Agricultural Residues in
Ancient Greek and Roman Farming, «Environmental Archaeology», 1, 35-40.
Foxhall L. 2007, Olive Cultivation in Ancient Greece: Seeking the Ancient Economy,
Oxford-New York.
Foxhall L. 2020, The Village beyond the Village: Communities in Rural Landscapes in
Ancient Greek Countrysides, « Journal of Modern Greek Studies », 38, 1-20.
Foxhall L., Quercia Q. 2016, Loom Weights, in F. Silvestrelli, I. E. M. Edlund-Berry
(eds.), The Chora of Metaponto 6: A Greek Settlement at Sant’Angelo Vecchio, Austin,
455-468.
García Alén L. 2008, La Alfarería de Galicia: Catalogación Arqueológica y Artística de
Galicia Del Museo de Pontevedra, La Coruña.
Gillings M. 2012, Landscape Phenomenology, GIS and the Role of Affordance, «Journal of
Archaeological Method and Theory», 19, 601-611.
Ingold T. 1993, The Temporality of the Landscape, «World Archaeology», 25, 152-174.
Matson F. R. 1972, Ceramic Studies, in W. A. McDonald, G. R. jr Rapp (eds.), The Minnesota Messenia Expedition: Reconstructing a Bronze Age Regional Environment, Minneapolis, 200-224.
Penttinen A. 2005, From the Early Iron Age to the Early Roman Times, in J. Hjohlman,
A. Penttinen, B. Wells (eds.), Pyrgouthi. A Rural Site in the Berbati Valley from the
Early Iron Age to Late Antiquity, Stockholm, 11-119.
Rowan E. 2015, Olive Oil Pressing Waste as a Fuel Source in Antiquity, «American Journal of Archaeology», 119, 465-82.
Sarpaki A. 2005, The Archaeobotanical Material from the Site of Pyrgouthi in the Berbati Valley: The Seeds, in J. Hjohlman, A. Penttinen, B. Wells (eds.), Pyrgouthi. A Rural
Site in the Berbati Valley from the Early Iron Age to Late Antiquity, Stockholm, 313-341.
Silvestrelli F. 2016a, The Many Lives of a Rural Site, in F. Silvestrelli, I. E. M. Edlund-Berry (eds.), The Chora of Metaponto 6: A Greek Settlement at Sant’Angelo Vecchio, Austin, 3-20.
Silvestrelli F.2016b, Ceramic Production at Sant’Angelo Vecchio and in the Metapontine Chora, in F. Silvestrelli, I. E. M. Edlund-Berry (eds.), The Chora of Metaponto 6: A
Greek Settlement at Sant’Angelo Vecchio, Austin, 129-142.
Silvestrelli F.2016c, Site Phasing, Stratigraphy, and Site Assemblage, in F. Silvestrelli, I.
E. M. Edlund-Berry (eds.), The Chora of Metaponto 6: A Greek Settlement at Sant’Angelo Vecchio, Austin, 21-60.
Silvestrelli, F., Edlund-Berry I. E. M., Guizzi F. 2016, The Structures at Sant’Angelo
Vecchio, in F. Silvestrelli, I. E. M. Edlund-Berry (eds.), The Chora of Metaponto 6: A
Greek Settlement at Sant’Angelo Vecchio, Austin, 61-84.
Tempesta A. L. 2016, The Architectural Terracottas, in F. Silvestrelli, I. E. M. Edlund-Berry (eds.), The Chora of Metaponto 6: A Greek Settlement at Sant’Angelo Vecchio, Austin, 431-434.
Tomei F. 2022a, Ancient Greek Pottery Workshops in Their Rural Landscape Setting.
Exploring the Intersection between Production, Environment, Society and Agrarian Economy, University of Liverpool, DOI: 10.17638/03169006.
Tomei F. 2022b, The Hellenistic Pottery Kilns from the Chora of Metaponto: A Landscape Analysis to Understand Locational Choices and Networks of Distribution,
190
Svelare i paesaggi del mondo rurale greco tra agricoltura e produzioni ceramiche
in L. Rembart, A. Waldner (eds.), Manufacturers and Markets. The Contributions of
Hellenistic Pottery to Economies Large and Small. Proceedings of the 4th Conference
of IARPotHP (Athens, November 2019, 11th-14th), Wien, 127-140.
Tomei F. 2022c, Classical and Hellenistic Pottery Kilns from Greek Rural Areas in
Their Natural and Human Landscape, in A. Brysbaert, I. Vikatou, J. Pakkanen
(eds.), Shaping Cultural Landscapes. Connecting Agriculture, Crafts, Construction,
Transport, and Resilience Strategies, Leiden, 241-254.
Veal R. 2017, The Politics and Economics of Ancient Forests: Timber and Fuel as Levers of Greco-Roman Control, in P. Derron (ed.), Economie et Inégalité: Ressources,
Échanges et Pouvoir Dans l’Antiquité Classique, 63, Geneva, 317-367.
Wells B. 2002, The Kontoporeía- a Route from Argos to Korinth, in K. Ascani, V. Gabrielsen, K. Kvist, A. H. Rasmussen (eds.), Ancient History Matters. Studies Presented
to Jens Erik Skydsgaard on His Seventieth Birthday, Rome, 69-76.
Wells, B., Runnels C. N. 1996, The Berbati-Limnes Archaeological Survey, 1988-1990,
Stockholm.
Wenger E. 1998, Communities of Practice: Learning as a Social System, «The Systems
Thinker», 9, 1-5.
191