di TANIA SUADONI
IL BELLO DELLA CIRCOLARITA' NEI BUTTI STORICI
Rifiuti e Ricerca
L'idea di questo articolo, nasce dopo aver visto una foto che di per se è la rappresentazione
di una piccola opera artistica, con un significato semplice di stampo romantico. Si tratta di vasi in
coccio per fiori o scatole con all'interno del cemento in cui vengono adagiate parti frammentarie di
boccette in vetro moderne, frammenti di ceramiche di uso comune moderne scelte accuratamente e
assemblate.
Luciano Ghersi che è un artista con una visione libera della vita, è l'artefice di questo e di
tanti altri oggetti formati da frammenti che raccoglie, mette da parte, rielabora e ripropone in
ambito diverso.
Sono stata rapita dal processo, da quel fil rouge che collega un oggetto gettato molti decenni
fa, rimasto inerme e spodestato del suo significato e funzione, poi ripreso e ricollocato in altro.
Il rifiuto, da sempre è un oggetto che ha perso la sua funzione primaria, si getta via, si
allontana dalla vita di tutti i giorni. Gli oggetti e soggetti di questo lavoro, sono pezzi di vita passata
che ci raccontano dei tempi andati, delle tradizioni e delle famiglie del paese entro le mura che in
parte tenteremo di ricostruire, con un libro, che è solo una parte dello studio di seguito illustrato.
GLI STALLETTI SOTTO LE MURA
Nel 2021 per effetto di una iniziativa spontanea e ludica di Luciano, a stampo prettamente
personale, nasce l'idea curiosa di rintracciare i sentieri della zona cosiddetta Via dell'Erci, contigua e
sottostante alla cinta muraria di Porchiano del Monte.
Il luogo di cui sopra è oggi riconoscibileda una lecceta perenne, notevole per dimensioni e
probabilmente per età.
L'area misura cica m. 240 x 50, non avvicinabile con mezzi di trasporto, ma solo a piedi
posta al confine di una macchia a querce molto più estesa.
IL BOSCO SOTTO LE MURA
Il territorio è in questo punto del paese naturalmente scosceso a partire dalle mura di cinta,
nella parte bassa, in procinto del piede delle stesse, si innestano nel dopo guerra una serie di stalletti
demaniali costruiti con vari materiali, oggi molti dei quali vuoti, costeggiati da una strada
pianeggiante di accesso per piccoli trattori e macchine.
Per arrivare si passa al lato dei giardini pubblici con i giochi per i bambini, e si scende; la
strada si fa via via più stretta, sino a terminare proseguendo il giro, appena fuori dalla porta del
paese.
Siamo dunque a margine del centro urbano, che visto il salto di quota tra la viabilità sopra le
mura e questa sottostante, rende quest'ultima comoda e nascosta alla vista, e diviene nei decenni una
zona adibita a comoda discarica per rifiuti domestici, materiali edili, oltre all'utilizzo perpetuato per
anni di raccolta di legna , ghiande, funghi, asparagi e pascoli di ovini. Azioni reiterate nel tempo,
hanno segnato sentieri stretti ben visibili.
Gli ultimi anni, hanno visto un veloce invecchiamento degli abitanti locali, e un forte
spopolamento del paese, tanto da far cadere l'area in balia di rovi e spine, ricadendo di fatto in un
altro momento storico di oblio.
Luciano che vive in prossimità dell'area fin ora descitta, con pazienza e interesse ludicoculturale, sentendo parlare spesso delle storie narrate intorno alla vita passata di questi luoghi, ha
ripulito con certosino rispetto verso le forme di vita rinvenute, eliminando molta immondizia
moderna relativa all'età della plastica e non solo, per imbattersi anche in oggetti ormai abbandonati
dalla nostra moderna società, che ha riposto in cassette, dividendole per materiali e caratteristiche di
utilizzo.
IL PENSATOIO DI LUCIANO
Ecco allora rimanere esterrefatti di fronte alle maioliche in frammenti di tazzine da caffe, o
zuccheriere "della nonna", o manici di pignatte per la cottura sino a qualche anno fa dei legumi, i
coperchi...i pitali o vasi da notte, pentole, utensili per l'agricoltura, scarpe e scarponi di vari numeri
da quelle dei bambini a quelli degli adulti. Molti i secchi in metallo smaltati e decine di bottiglie di
unguenti, acqua, gassose, medicinali, profumi.
Guardando questi materiali, nesuno può rimanere inpassibile, tutti noi li abbiamo incontrati
nelle case dei nonni, degli zii o di qualche amico, hanno in una parola "fatto parte della nostra vita"
e sono parte della nostra storia come Comunità.
LE TABELLE CON I NOMI DEGLI STRADELLI
Ripulendo l'area difronte agli stalletti, Luciano ha posto delle simpatiche tabelle con le vie
rinominate segnalato di fatto una serie di passeggiate nel bosco, su stradelli ripuliti dai rovi, in cui
con un pò di fantasia potremmo anche incontrare il Bianconiglio, o qualche piccolo Elfo, asseconda
dei propri gusti.
Ricordo che dopo il Covid Luciano aveva preparato in prossimità della Pasqua, uno
spettacolo per i bambini proprio tra questi sentieri.
LE MASCHERE DEL TEATRO NEL BOSCO
Scendendo poi verso la strada che conduce alla Trinità, sulla sinistra si innesta una stradina
nel verde con un'area recintata, ripulita e rimodellata con sculture in metallo e rattan, sculture con
barattoli di riutilizzo di ferro, e molto altro come di seguito fotografate.
Le ossa di mucca recuperate sempre nell'area circostante, dopo un bagno nel verde rame,
hanno assunto forme e significati diversi, tutto si trasforma nello spazio...
Vista dall'alto dell'area
IL FERRO PRENDE NUOVA FORMA E MOVIMENTO
Qui sopra una raccolta di tubetti di colore, pomate, unghuenti e la seconda cassetta con
tappi di prodotti per la pulizia della casa insieme a frammenti di scatolette e involucri per alimenti.
Vicino ad un albero di Quercia ecco che fa la comparsa uno strumento "musicale" fatto da
una cascata di barattoli in ferro bucati e innestati tra di loro....quasi un tintinnabolo antico, e mi
chiedo se dopo questa fantasia, suoni per davvero.
Bacinelle di ferro smaltate, e poi frammenti di lampadari ed una vecchia vanga, creano
un'altra composizione giocosa.
VISIONE DI INSIEME
LA BUTTOTECA
Questo è uno spazio di ricerca ludica, e materica relativa alla ceramica modernacontemporanea rinvenuta nel bosco circostante, che è stata ricomposta in cassette di plastica con
fascette per colore, tipologia, movimento di linee.
Nella parete esterna trovano posto i metalli con vari oggetti diuso comune tra cui pentolame,
catini e brocche smaltate.
LA PORCELLANA
Interessante la presenza delle porcellane di vari colori, fatture e produzioni, che verranno
studiate in un secondo ambito di interesse.
Si distinguono bene le stoviglie della festa, e probabilmente anche del corredo, identificando
così anche ceti diversi di appartenenza, stoviglie utilizzati nella vita quotidiana e quelle invece che
si apparecchiavano per le occasioni importanti.
Trova spazio tra i vari materiali anche la plastica, a testimoniare la modernità dei nostri
giorni, con brandelli di bambole, che qui ritrovano dignità al pari degli altri materiali.
Interessante la presenza di vecchi numeri civici.
Molti frammenti ceramici vengono rimontati da Luciano, utilizzando la tecnica del mosaico
su base cementizia, a creare nuove figure e armonie cromatiche.
Sopra l'interno della Buttoteca, con pannelli su cui con supporti di calamita vengono
attaccati i materiali .
I METALLI
Cucchiai, forchette e fondi di pentolame in ferro, compongono guizzi.
Il bosco circostante la buttoteca con i materiali gettati ancora a terra lungo tutto il pendio
scosceso del cono detritico antropico.
Nella foto è visibile il conoide artificiale, formato dai rifiuti che per decenni si sono
accumulati, dal livello di calpestio odierno della strada asfaltata, con direzione verso il bosco che
scende naturalmente lungo il declivio.
Moltissimi i materiali edili, ceramica, vetro, ferro e plastica.
Il sentiero che scende lungo lo stradello ancora oggi battuto per cercare funghi ed asparagi
durante le stagioni dell'anno.
Particolare del conoide
panoramica del conoide e delle Querce
Conoide visto da sotto i giardini pubblici
Via Pinciana antica
Quanto sin'ora descritto sarà integrato a breve in un lavoro di più ampio respiro, volto allo
studio tipologico e materico dei frammenti della buttoteca, cercando di ricostruire ove possibili gli
usi e i costumi di un piccolo territorio come il Paese di Porchiano, dimenticato per decenni, ma che
grazie agli abitanti, negli ultimi anni sta cercando a fatica di invertire la rotta.
Verranno presi in esame gli aspetti legati alla tradizione orale, tramandata dalle generazioni,
che negli ultimi tempi ci stanno lasciando, ai racconti e alla storia, quella non scritta sui libri.
Ognuno con il suo contributo in un tutto corale, che siamo noi, in questo tempo.
Credo sia un processo fondamentale, per riscattare l'identità sociale.