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2011, Atti XLIII Convegno Internazionale della Ceramica 2010
Considerazioni e aggiornamenti sull'ultima fase produttiva della maiolica arcaica pisana con cronologia che si estende fino agli inizi del XVI secolo (estratto dalla tesi di dottorato discussa presso l'Università di Torino).
in PISA CITTÀ DELLA CERAMICA. Mille anni di economia e d'arte, dalle importazioni mediterranee alle creazioni contemporanee, a cura di Monica Baldassarri, Pisa, Pacini,
Niccolò Sisti e la maiolica a Pisa tra fine Cinque e primo Seicento2018 •
Niccolò Sisti and the maiolica in Pisa between the end of the 16th and the beginning of the 17th century – In the last decade of the 16th century and in the first twenty years of the 17th century, the Medici set up in Pisa an important glass and majolica production facility, under the direction of Niccolò Sisti, son of the alchemist Sisto Bonsisti da Norcia and long since employed trusted master “distiller” in the Grand Ducal Foundries of the Casino of San Marco and the Uffizi. The products of Sisti’s Pisan kilns were destined not only to an Italian but also to an international clientele, from Spain to England to Bavaria. Of these there remain only a few but exquisite majolica pieces inspired by the “bianchi di Faenza” and decorated in raphaelesque style.
in DE VINGO P. (a cura di), Le Archeologie di Marilli. Miscellanea di studi in ricordo di Maria Maddalena Negro Ponzi Mancini
Produzione e consumo di ceramiche a Pisa: rapporto tra ingobbiate e maioliche nella prima età moderna2018 •
Nonostante la produzione ceramica di Pisa sia ormai ben nota in letteratura, negli ultimi anni i dati raccolti grazie agli scavi urbani hanno fornito le basi per nuovi studi i quali hanno potuto ampliare ed approfondire tale tematica. Il rinvenimento di scarti di fornace inseriti in sequenze stratigrafiche ben datate ha permesso di osservare non solo la lenta scomparsa della maiolica arcaica (che va a distendersi lungo tutto il XVI secolo, contratta in un'unica forma priva ormai di decoro), ma anche l’introduzione della tecnica dell’ingobbio e l’applicazione della stessa per la creazione delle varie tipologie graffite. Queste ultime hanno trovato, infine, una sistemazione cronologica tale da poterci far cogliere l’apparizione sequenziale dei diversi tipi, che condivideranno tra loro parte del panorama morfologico documentato. La scomparsa della maiolica arcaica pisana corre di pari passo con l’affermazione in città di altre tipologie smaltate di importazione, tra cui le maioliche policrome di Montelupo fiorentino che deterranno un ruolo di netta predominanza, soprattutto nella seconda metà del Cinquecento. È proprio alla fine di questo secolo che, archiviata l’esperienza della maiolica arcaica, Pisa si dedica totalmente alla fabbricazione di ceramiche ingobbiate che, agli inizi del Seicento, giungeranno a prevalere nei corredi domestici rispetto alle maioliche policrome provenienti da ambito regionale ed extra-regionale.
2012 •
Prime ipotesi sulla provenienza dello stagno utilizzato per fabbricare lo smalto della maiolica arcaica di Pisa provenienti da uno studio più ampio eseguito nell'ambito del dottorato di ricerca presso l'Università di Torino.
Atti XLIII Convegno Internazionale della Ceramica, Savona, 28-29 maggio 2010, Albenga, Bacchetta, pp. 15-24
CAPELLI C., CABELLA R., LAVAGNA R., La transizione tra Medioevo ed epoca moderna. Studio archeometrico delle prime produzioni di maiolica rinascimentale a Savona2011 •
Dalle Murge allo Jonio. Territori e risorse di Puglia, a cura di L. RUBINO, DIELLE comunicazione, Castellaneta 2020, pp. 126-132.
La maiolica di Laterza dal XVI al XIX secolo.2020 •
Con un intento e stile divulgativo, la pubblicazione ripercorre durante un arco temporale di oltre 4 secoli le varie fasi delle produzioni ceramiche – ed in particolare della maiolica – nelle fornaci di Laterza (TA) nell’antica Terra d’Otranto. La ricostruzione si basa sia su documentazione archivistica, sia su quella letteraria per attestare l’attività dei figuli nelle fasi più antiche del XV-XVI secolo. Per proseguire, nei secoli successivi, con l’esame di piatti ed altri manufatti di maiolica attestanti l’evoluzione delle caratteristiche decorative e delle rispettive cronologie basandosi il più possibile su esemplari datati dai figuli e spesso corredate anche dalla loro firma.
La maiolica italiana del Rinascimento. Studi e ricerche (Atti del Convegno di Assisi)
L. Pesante, Francesco Durantino e Fedele Fulmine, in G. Busti, M. Cesaretti, F. Cocchi (a cura di), La maiolica italiana del Rinascimento: studi e ricerche. Atti del convegno di Assisi, 2019, pp. 197-204. ceramica.2019 •
Sul retro del celebre capolavoro della maiolica italiana del Cinquecento marcato con il monogramma di Orazio Fontana, le cui ultime tracce si perdono a Berlino durante la Seconda guerra mondiale, c’erano due iscrizioni realizzate da due diverse mani: la prima molto probabilmente di Orazio stesso, con il suo ricorrente lungo segno di chiusura verticale, la seconda, già ritenuta da Timothy Wilson «consistent with Orazio’s handwriting in an archive document published by F. Liverani», da riferirsi invece al maggiore pittore di maioliche della sua generazione, Francesco Durantino, e recita: «Questo fu fatto nela botega / de M.o Guido vasaro / da castello dur- / anto in urbi- / no adi ·5· de / novembro / nel 1542». Si tratta della prima testimonianza della grafia di Francesco finora nota (dovrebbe ora avere circa vent’anni), eppure è evidente come siano già presenti molti elementi propri delle iscrizioni che traccerà sul retro delle sue opere nel corso della lunga attività di vasaio.
1) Tema e metodo - Ricerca incentrata sulla produzione della maiolica in Toscana durante la transizione fra Medioevo e Rinascimento - Rapporto fra centri di produzione e di consumo fra la seconda metà del XIV e la seconda metà del XVI secolo - Incentrata su Firenze e sul bacino del medio Valdarno come area produttiva. - Studio strettamente archeologico e non facendo riferimento alla tradizione degli studi ceramologici. Le datazioni delle classi ceramiche si basano sui materiali provenienti dai contesti di scavo e non su considerazioni di carattere stilistico-decorativo. - Approccio multidisciplinare: confronto dei dati derivanti dall’analisi archeologica con la ricerca svolta sulle fonti archivistiche e con i riscontri offerti dalle fonti iconografiche. Uso integrato e non giustapposto delle diverse tipologie documentarie. 2) Analisi delle fonti scritte - Documenti di natura fiscale e libri di conto di enti pubblici e di privati. Analisi dei termini con cui le fonti coeve designano gli operatori del settore e gli oggetti che producevano. Ricostruzione dell’organizzazione del lavoro nelle botteghe e delle condizioni di lavoro. Indicazioni circa i prezzi sul mercato dei prodotti finiti. - Emerge un quadro piuttosto articolato della divisione del lavoro, soprattutto in area urbana. Distinzione di produttori e rivenditori tramite nomi diversi e con la destinazione di spazi diversi all’interno della città. - Sistematizzazione del materiale edito come punto di partenza per la ricerca di archivio. È emerso un costante spostamento delle maestranze all’interno di un’unica area produttiva che comprende: Firenze, Bacchereto, Montelupo, Cafaggiolo, Prato e Pistoia. - Continuità della produzione e successo delle manifatture sono strettamente connesse alla possibilità di approvvigionamento delle materie prime. - Terminologia impiegata per indicare gli oggetti: utile strumento per chiarire alcuni aspetti funzionali. Confronto/riscontro con le fonti iconografiche. 3) Classificazione e analisi dei dati archeologici - Classificazione tipologica dei prodotti circolanti sul mercato basata sull’associazione fra forma e sintassi decorativa, dove la prima costituisce un elemento di lunga durata. - Approfondimento della dimensione funzionale dei materiali analizzati. Punto di partenza per la ricostruzione della tavola apparecchiata e per la comprensione dei cambiamenti che vanno delineandosi nelle abitudini alimentari. 4) Centri produttivi - Particolare attenzione alle caratteristiche tecnologiche: argille impiegate per il corpo ceramico e rivestimenti. Sono stati messi in evidenza gli elementi che contraddistinguono il riaffermarsi delle produzioni seriali. - Uso degli ossidi di cobalto, a partire dalla produzione di maiolica ‘arcaica blu’ come il tratto maggiormente caratterizzante le produzioni ‘di transizione’ fra Medioevo e Rinascimento. L’impiego rimane costante nelle produzioni pienamente rinascimentali. - Importazioni dall’area valenzana, anche in riferimento all’acquisizione delle competenze necessarie alla produzione del lustro in alcune manifatture dell’Italia centro-settentrionale. 5) Centri di Consumo - Incentrata su Firenze: studio esaustivo delle classi smaltate basso medievali e rinascimentali provenienti dai recenti scavi urbani in via de’ Castellani e presso i locali della ex biblioteca Magliabechiana. - Rapporto privilegiato con le manifatture del medio Valdarno, soprattutto con Montelupo, che a partire dalla seconda metà del Quattrocento assunse progressivamente i tratti di vero e proprio “quartiere industriale”. - Solo con il volgere del XVI secolo, si assiste ad un’apertura del mercato fiorentino verso i prodotti liguri e faentini, con particolare riferimento ai ‘bianchi’ e ai ‘berettini’. - Rapporto fra la Dominante e il territorio sotto il suo controllo nelle diverse fasi dell’espansione fiorentina. I dati fino a questo momento analizzati hanno mostrato come la terra nuova di Castel San Giovanni, nel Valdarno superiore, faccia riferimento, salvo alcune influenze di area aretina e senese fra il tardo XIV secolo e l’inizio del successivo, alle produzioni mediovaldernesi che circolano anche a Firenze. - Rapporto fra Firenze e lo Stato Nuovo. Diversa è, rispetto a San Giovanni Valdarno, la condizione riscontrata per Grosseto, dove il mercato sembra rimanere legato prevalentemente ai prodotti dell’area senese.
A 250 anni dal Codice Estense, Collana di Studi di Storia del diritto medievale e moderno, Collettanee 7, Historia et Ius
La produzione di maioliche e porcellane nel Ducato di Modena nel XVIII secolo: nuove tecniche e suggestioni estremo orientali, in Bonacini P., Tavilla E. (a cura di), A 250 anni dal Codice Estense2023 •
The advice that L.A. Muratori included in his work Rudimenti di Filosofia Morale echoed thirty years later, when Francesco III allowed some inhabitants of Sassuolo to establish a majolica factory in the duchy. As in the main Italian and foreign cities, the local manufacturers mastered in a short time the secrets of ceramic art, always paying attention to the eccentric tastes that were fascinated by the Far East. The purpose of this essay is showing which were the lines of exchange and influence that led to new ways of majolica manufacturing, now influenced by the East. This was possible mostly thanks to the new possibility of acquiring the manufacturing secrets of other European States.
I monti azzurri A Pier Luigi Falaschi per il suo ottantesimo compleanno, a cura di G. DE Rosa
M.SILVESTRINI, S. VIRGILI, V.ANTINGIROLAMI, A.D’ULIZIA, Camerino. Il “Pino argentato” tra medioevo e Rinascimento: la fornace di maiolica arcaica e altre produzioni ceramicheLoading Preview
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Psychoneuroendocrinology
Developmental fluoxetine exposure and prenatal stress alter sexual differentiation of the brain and reproductive behavior in male rat offspring2013 •
Majalah Kedokteran Bandung
Validitas Metode Polymerase Chain Reaction GeneXpert MTB/RIF pada Bahan Pemeriksaan Sputum untuk Mendiagnosis Multidrug Resistant Tuberculosis2013 •
2011 •
1968 •
2007 •
Asian Journal of Sports Medicine
Correlation Between Center of Pressure Measures Driven from Wii Balance Board and Force Platform2017 •
2014 •