Il titolo del quarto appuntamento del monumentale progetto 10 grandi mostre lascerebbe pensare
ad un originale accostamento tra il grande pittore lombardo e uno dei maggiori tra i suoi
contemporanei, il filosofo e scienziato Francis Bacon; connubio che ben si inserirebbe in questo
2009 denso di celebrazioni galileiane. E invece no, si tratta dell'omonimo pittore, scomparso nel
1992.
Il progetto 10 Grandi Mostre non ci ha convinto sin dal suo avvio. A non convincere è soprattutto
l'idea di realizzare esposizioni di ampie dimensioni in uno spazio già così ricco di opere e con
un’identità così forte, quale è Villa Borghese, con tutto ciò che ne consegue (spostamento di pezzi
del museo, presenza di strutture temporanee che nascondono gli ambienti, confusione tra il percorso
della mostra e l'allestimento permanente). Meglio sarebbe stato organizzare focus di proporzioni più
raccolte su alcuni dei pezzi principali della collezione borghesiana, in grado di accordare il richiamo
sul pubblico con il rigore scientifico e le peculiarità degli spazi espositivi.
Nel caso del quarto appuntamento della serie, poi, si aggiungono pesanti obiezioni legate alla
mostra in sé e per sé, e in particolare al proposito su cui si fonda, di affiancare due artisti
completamente estranei l'uno all'altro (per epoca e poetica) quali Caravaggio e Bacon.
L'accostamento è volutamente casuale, come si dichiara senza falsi pudori nel pannello all'avvio del
percorso espositivo: esso "non muove da un’ipotesi storico-critica di filiazione, non presuppone un
esercizio filologico che derivi l’ispirazione di Bacon da Caravaggio o suggerisca la ricezione
formale, nelle tormentate figure del primo, del realismo drammatico del secondo. Questa non è una
mostra sulla storia dell’arte, ma l’invito a compiere un’esperienza estetica". Ma quale polverosa
filologia? E che c'entra una mostra con la storia dell'arte? L'importante è immergere lo spettatore in
una "esperienza estetica", o presunta tale. E' chiaro come in questo senso la rassegna rappresenti un
precedente molto pericoloso: qualunque progetto di mostra potrebbe essere preso in considerazione,
con gli accostamenti più stravaganti, a patto che siano suscitate sensazioni di tipo estetico nello
spettatore. A quando allora una mostra su Tiziano e l'arte tibetana, su Pollock e Simone Martini?
Che la dichiarata mission dell'esposizione sia stata conseguita è, peraltro, in dubbio. Caravaggio e
Bacon, per forza di cose, sono giustapposti, più che affiancati, tra le loro opere non si instaura alcun
dialogo e difficilmente allo spettatore capita di sentirsi immerso in un'"esperienza estetica". I due
artisti sono e restano lontani l'uno dall'altro, per certi versi addirittura opposti: se Bacon rimane
legato alla figura umana (e comunque è un po' poco per etichettarlo come 'naturalista' ed affiancarlo
così a Caravaggio), egli deforma e fa implodere il dato figurativo, laddove invece Merisi punta a
compattare e rendere tangibili le forme attraverso le sue sciabolate di luce.
I pannelli tentano di rafforzare legami tra i due pittori in realtà labili, sottolineando che si tratta in
entrambi i casi di 'artisti maledetti' (ma quanti sono gli 'artisti benedetti'?), "che hanno espresso
nella pittura il tormento dell’esistenza con pari intensità e genialità inventiva" (mentre di solito,
come è noto, gli artisti affrontano temi frivoli). L'apparato informativo annovera, oltre ai pannelli e
alle didascalie delle opere, alcune frasi di Bacon riportate sulle basi dei sostegni cui sono affissi
diversi dei suoi dipinti: le citazioni si rivelano spesso poco incisive ed estrapolate in modo tale da
non consentirne una piena comprensione.
Non è chiaro inoltre il principio che ha regolato la selezione dei dipinti, né di quelli di Bacon (tra i
quali diversi bei quadri di provenienza privata) né soprattutto di quelli caravaggeschi, che
comprendono alcune belle tele del periodo tardo, come Il martirio di Sant'Orsola da Napoli. Nella
pattuglia delle opere di Caravaggio figurano poi, oltre naturalmente ai pezzi della Galleria
Borghese, un paio di pale provenienti da cappelle romane (La Madonna dei Pellegrini e La
conversione di Saulo): se indubbiamente questi dipinti si vedono assai meglio in mostra, è anche
vero che la scelta di separarli dal contesto per il quale furono realizzati solleva più di un dubbio.
Vanno poi segnalati alcuni problemi di illuminazione: si veda l'enorme macchia di luce bianca che
rende illeggibile tutta la metà superiore della Resurrezione di Lazzaro da Messina.
Una parola merita infine il convitato di pietra di una mostra che in qualche modo mette in relazione
Bacon con il Seicento romano, ossia l'Innocenzo X di Velázquez, spunto per infinite variazioni
realizzate dall'artista inglese. La tela non ha lasciato la Galleria Doria-Pamphilj (da cui pure è
giunta a Villa Borghese la Maddalena penitente di Caravaggio); il dipinto del pittore spagnolo è
tuttavia evocato e riprodotto in più punti del percorso espositivo e sulla brochure, e presentando il
biglietto della mostra si ottiene uno sconto sull'ingresso alla Doria-Pamphilj. A favore dell'assenza
del Velázquez giocano diversi elementi: il fatto che si sarebbe trattato di un'inserzione un po' fuori
tema, e che lo stesso Bacon non avesse mai voluto vedere l'originale dell'opera; soprattutto, la
presenza di papa Pamphilj sarebbe suonata fastidiosamente 'filologica'. Tuttavia noi non siamo
Bacon, e rivedere il capolavoro di Velázquez accanto a qualche derivazione dell'inglese ci avrebbe
fatto grande piacere, assicurando all'esposizione un momento di reale interesse.
Dopo tante critiche, è il caso di concludere con una nota di serenità, rilevando un aspetto positivo,
che però finisce per ritorcersi contro la mostra stessa: siamo pur sempre a Villa Borghese e, se lo
spettatore non è persuaso dall'"esperienza estetica" della rassegna temporanea, può abbandonarsi
alla meraviglia di Dafne che da corpo vivo si fa legno, e poi marmo.
Fabrizio Federici
[recensione pubblicata con immagini sul sito dell’«Osservatorio Mostre e Musei» della Scuola
Normale di Pisa, cfr. http://mostreemusei.sns.it/index.php?page=_layout_mostra&id=630]