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Testi tradotti gratuitamente disponibili online (http://www.mondadorieducation.it/media/contenuti/universita/verderame_letterature_mesopotamia/index.html) a corredo del volume L. Verderame, Letterature dell'antica Mesopotamia (2016) / Translated texts for the volume L. Verderame, Letterature dell'antica Mesopotamia (2016) available for free online (http://www.mondadorieducation.it/media/contenuti/universita/verderame_letterature_mesopotamia/index.html): 1. Vicende divine 1 t1.1. Enki e Ninmah 1 t1.2. Discesa di Inanna / Ištar 5 Versione sumerica 5 Versione accadica 15 t1.3. Atra-hasīs 18 Introduzione: il lavoro e la ribellione degli dèi minori 18 La creazione dell’uomo 19 t1.4. Nergal ed Ereškigal 21 Versione da el Amarna 21 t1.5. Il matrimonio di Martu 23 2. Gesta dei re 27 t2.1. Enmerkar e il signore di Aratta 27 Introduzione 27 Il viaggio del messaggero ad Aratta 28 L’invenzione della lettera e l’ultimo messaggio al signore di Aratta 29 t2.2. Gilgameš e Huwawa 30 Versione A 30 t2.3. La leggenda della nascita di Sargon ovvero La saggezza di Sargon 35 t2.4. La leggenda kuthea o Narām-Sîn e le orde nemiche 37 t2.5. Il «codice» di Hammu-rāpi 41 Prologo 41 3. L’uomo si rivolge al dio 43 t3.1. Inno a Enlil (Enlil A) 43 t3.2. Dumuzi e Inanna 47 La preparazione all’incontro (Dumuzi e Inanna C, 3-18) 47 Dialogo tra una giovane e il suo uomo (Dumuzi e Inanna D) 47 t3.3. Inno del re Šulgi (Šulgi A) 48 t3.4. Inno a Ištar di Ammī-ditāna 50 t3.5. Inno acrostico di Assurbanipal a Marduk 52 t3.6. Grande inno a Šamaš 54 t3.7. Preghiere a mano alzata (šu’ila) accadiche 59 A Nabû 59 A Sîn 60 t3.8. Lettera di Inanna-ka a Nintinuga 61 t3.9. Lettera al dio della mia famiglia 62 t3.10. Lettera di Ur-Utu ad Annunītu 62 4. La riflessione sulla vita 64 t4.1. Giusto sofferente (Ludlul bēl nēmeqi) 64 t4.2. Dialogo del pessimismo (Arad mitanguranni) 74 t4.3. Diatriba contro Engar-dug 76 5. Altro 78 t5.1. Elegia (neo-assira) per la giovane sposa morta di parto 78 t5.2. Iscrizione dedicatoria di un cane per Nintinuga 79
Il testo Dimenticate per secoli, le civiltà dell'antica Mesopotamia sono state riscoperte solo nell'Ottocento. Migliaia di tavolette di argilla incise in scrittura cuneiforme hanno permesso di portare alla luce una tradizione letteraria che, attraverso due lingue, il sumerico e l'accadico, si è sviluppata nell'arco di tre millenni. Dal primo racconto del diluvio e della creazione dell'uomo alle discese infere e le battaglie contro mostri caotici, dalle vicende epiche dei sovrani mitici alle gesta dei loro successori, dai grandi inni alle preghiere quotidiane e gli scongiuri, dalla riflessione teologica sulla vita a quella filosofica e umoristica, le composizioni sumeriche e accadiche costituiscono una delle più antiche, varie e lunghe tradizioni letterarie dell'uomo. La letteratura sumerica del III millennio a.C. e quella accadica (assira e babilonese) del II e I millennio a.C. sono qui presentate attraverso una descrizione dei diversi generi e l'analisi di contenuti e motivi. Una scelta di testi letterari, pubblicata in digitale sul sito www.mondadorieducation.it, completa il volume. L'autore Lorenzo Verderame insegna lingua e letteratura sumerica e accadica alla «Sapienza» Università di Roma. È autore di numerose monografie e articoli scientifici dedicati a differenti aspetti delle culture dell'antica Mesopotamia, tra cui l'editio princeps dei primi sei capitoli del compendio astrologico Enūma Anu Enlil (2002) e diversi volumi con l'edizione di documenti neo-sumerici. Le sue ricerche si sono concentrate sull'amministrazione e la cultura materiale della Mesopotamia del III millennio così come su vari aspetti della religione e della letteratura mesopotamica. Svolge attività di ricerca e collabora con diverse istituzioni universitarie e musei, tra i quali il British Museum e la Yale Babylonian Collection, dove dirige, rispettivamente, un progetto di edizione dei testi neo-sumerici e delle lettere paleo-babilonesi. Dal 2014 è l'epigrafista della missione archeologica italiana a Nina (Tell Surghul) nell'Iraq meridionale. Indice Prefazione; 1. Introduzione; 2. Le vicende divine; 3. Le gesta dei re; 4. L'uomo si rivolge al dio; 5. Le riflessioni sulla vita; 6. Composizioni varie; Schema delle principali divinità mesopotamiche; Quadro cronologico; Appendice cartografica. La Mesopotamia e il Vicino Oriente tra il III e il I millennio a. C.; Bibliografia; Opere citate; Indice dei nomi, delle opere e delle cose notevoli. Testi tradotti disponibili gratuitamente online : http://www.mondadorieducation.it/media/contenuti/universita/verderame_letterature_mesopotamia/index.html
in L. Milano (ed.), Mangiare divinamente. Pratiche e simbologie alimentari nell’antico Oriente, Firenze, 153-176., 2012
Studi e testi di epigrafia, 2020
This contribution focuses on the ‘death’ (cancellation and destruction) and ‘rebirth’ of ancient Mesopotamian inscriptions, and provides several examples of reuse. The latter can be grouped in two main categories: inscribed objects reused in archaeological contexts different from the original, often accompanied by the incision of a new inscription, and copies on clay tablets of ancient inscriptions.
Il medio persiano rappresenta, come dice la denominazione, la fase intermedia della storia della lingua persiana. A livello di fonetica storica, il medio persiano conserva tutte le caratteristiche fonetiche dell’antico persiano, ma essendo una sua evoluzione, la sua struttura grammaticale è il risultato del lento evolversi di questa lingua.
Miti, culti, saperi: per un’antropologia religiosa della Mesopotamia antica, 2021
In “La letteratura sapienziale vicino-orientale antica” Annunziata Rositani definisce quella tipologia di testi letterari mesopotamici riconosciuti come “sapienziali”, mostrando come i termini n a m - k ù - z u in sumerico e nēmequ in accadico si riferiscano solo occasionalmente al concetto moderno di conoscenza e di saggezza, quanto piuttosto al significato di particolare abilità pratica e, per estensione, di conoscenze e abilità necessarie al vivere civile. Vista la valenza fondamentale della letteratura sapienziale – così come emerge da motti e proverbi, favole, ma anche composizioni di più ampio respiro come inni, miti e tenzoni – di conservazione e diffusione di un sapere tradizionale, dalla vita agricola a quella coniugale, Rositani impiega il concetto di “etnosapere”. A quest’aspetto si aggiunge inoltre una riflessione più ampia su problemi esistenziali e su aspetti significativi della vita dell’uomo, di cui l’autrice sottolinea gli aspetti normativo-religiosi. Rositani, dunque, ricostruisce gli sviluppi di questa tradizione fluida, dalle composizioni sumeriche a quelle accadiche, rilevandone i temi principali. Il contributo è pubblicato nel volume: MITI, CULTI, SAPERI Per un'antropologia religiosa della Mesopotamia antica a cura di Claus Ambos e Gioele Zisa, Nanaya Studi e materiali di Antropologia e Storia delle religioni vol. 1, edizioni Museo Pasqualino, Palermo 2021, € 19,00
The theoretical and methodological approaches of Cultural and Social Anthropology have long since become indispensable for the study of classical antiquity, so much so that we can speak of a Historical Anthropology of the Ancient World. On the contrary, the dialogue between historians and philologists on the one hand and anthropologists, on the other hand, has been less developed concerning the cultures of the ancient Near East. There are several reasons for this lack of dialogue, the most important of which is the fact that the multilingual cuneiform textual corpus is still largely unpublished and characterized by philological difficulties that make it inaccessible to non-specialists. This volume aims, therefore, to contribute to enriching the debate and discussion between anthropologists and scholars of the ancient Near East. It includes contributions that cover a broad chronological spectrum, from the 3rd to the 1st millennium BC, and concern the cultures of ancient Mesopotamia from both Sumerian and Akkadian sources. Among the analyzed topics are: the relationship between mythology and royal ideology and the capacity of words to act in the ritual context in the Sumerian world; the interconnection between the divine, human and natural worlds in Mesopotamian religious thought read in the light of the debate on Ecological Anthropology and the "ontological turn"; ritual as a means of communication between the human and extra-human worlds (ritual for the activation of the cult statue, offerings, and sacrifices); the nature of demons; the materiality of religious practices; the Near Eastern vision of the past and wisdom.
in E.M. Menotti – F.E. Betti (a cura di), L’Orante ...nel tuo nome alzerò le mie mani… Catalogo della mostra (Milano, 13 ottobre 2022-15 gennaio 2023), Arbor Sapientiae Editore, Roma 2022, pp. 81-84.
Produrre “quasi” lo stesso effetto. Quindici percorsi nei boschi traduttivi, ed. D. Astori, 2013
Il contributo traccia un’essenziale panoramica sulle figure dei traduttori/interpreti nell’antico Egitto, tentando di definirne da un punto di vista culturale il difficile ruolo a cavallo fra lingue, e dunque culture, diverse e spesso divergenti. Dopo uno sguardo al contesto vicino-orientale, in consonanza col quale l’Egitto si colloca, sono presentate le due grandi epoche della “traduzione” egiziana: quella faraonica, in cui l’ “interprete” è lo “straniero-che-parla-egiziano”, e quella greco-romana, in cui è invece il “mediatore” (hermēneus) per eccellenza, in una semantica che – riallacciandosi a Hermes, signore del linguaggio – recupera l’essenza divina delle lingue e che ne valorizza il ruolo di utopico restauratore di una mitica e perduta unità linguistica globale. -- This paper offers an essential overview on interpreters/translators in ancient Egypt, trying yo define from a cultural viewpoint their critical role between different, often divergent languages, and therefore cultures. After a glimpse at the Near-Eastern context, in which Egypt is placed, I present the two main phases of Egyptian "translation": the pharaonic one, in which the "interpreter" is the "Egyptian-speaking foreigner", and the Graeco-Roman one , in which he is the "mediator" (hermēneus) par excellence, the semantics of which - recalling Hermes, master of the language - points to the divine essence of languages, and appraises the interpreter's role as the utopian restorer of a mythical, lost global linguistic unity.
Academia Letters, 2021
Vie des idées, 2018
Metafizik: Filozofların Metafizik Sistemleri, 2019
International Journal of Environmental Analytical Chemistry, 2020
STUDIES AND SCIENTIFIC RESEARCHES. ECONOMICS EDITION
Entzug. Transfer. Transit - Menschen , Objekte, Orte und Ereignisse, 2024
International Journal of Environmental Science and Technology, 2016
Experimental and Applied Acarology, 2009
The Proceedings of the Annual Convention of the Japanese Psychological Association, 2017
Journal of Biological Chemistry, 1999
DEGIT Conference Papers, 2005
The Turkish journal of gastroenterology, 2012